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Autore: Tomocchi    24/11/2014    10 recensioni
Prendete un vampiro, il classico vampiro bello e tenebroso. Fatto?
Bene, ora lanciatelo via!
Niklas, vampiro per necessità, nerd a tempo pieno e con seri problemi d'immagine, è quanto di più lontano possa esserci dai vampiri scintillanti dei libri per ragazzine. Scontroso, musone e fissato con i giochi per pc.
Addizionate all'equazione Jackie, una bimbaminkia fan di Twilight, One Direction e testarda come un mulo.
Niklas vorrebbe conquistare la bella della classe e Jackie renderlo un "vero" vampiro.
Riusciranno nell'impresa?
"Niklas! Sei un vampiro! Dovresti essere un figo della madonna e invece guardati! Sei brutto, scusa se te lo dico, davvero brutto!"
"Ma a te cosa importa? Sarò libero di fare quello che voglio!"
"No! Cavoli, no! Non posso permettere che un vampiro con grandi potenzialità si butti via così!"
"Grandi potenzialità? Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? Vattene da casa mia subito!"
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Another Way- Un altro modo di essere vampiro'
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Piccolo spin-off su Niklas e Jackie: Convivenza, una brutta bestia (mini-long di 8 capitoli a rating rosso, per chi non può e vuole leggerla mi contatti tramite messaggio su efp!)

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ANOTHER WAY
UN ALTRO MODO DI ESSERE VAMPIRO

 

Capitolo 50
Epilogo

 

 

 

Irlanda, provincia di Dublino, casa di Niklas, un Martedì pomeriggio di inizio Luglio

Le cicale cantavano forte in quel giorno caldissimo.
Il tempo aveva fatto pazzie fino a quel momento: proprio quel giorno doveva essere davvero estate? Maledizione, che fregatura.
Niklas sbuffò sonoramente, steso sul proprio letto e con un braccio sugli occhi.
“Perché sbuffi?”, domandò Jackie, seduta al suo fianco, con il computer sulle gambe.
“Perché è una noia. Perché dobbiamo stare ancora qui ad aspettare i comodi degli altri!”
Stoyán aveva parlato con il consiglio, raccontando ridendo al resto dei vampiri di quella sfida pietosa, tra le altre cose.
Il gruppo aveva apprezzato molto il combattimento e lo spirito della giovane O’Moore, che si era così guadagnata il loro rispetto: un essere dotato di una simile volontà sarebbe stato un ottimo vampiro.
Ma, ancora una volta, avevano deciso di tenerli sulle spine. Avrebbero deciso loro quando la ragazza sarebbe stata trasformata.
E a Niklas questo scocciava. Gli toccava aspettare, aspettare ancora.
Quanto ancora avrebbe bevuto quel suo dolce nettare? Quanto ancora lei sarebbe stata in pericolo? Quanto ancora lei avrebbe ricordato che loro due stavano insieme?
Quella era la cosa che più lo tormentava: ricominciare totalmente da zero.
Da una parte lo sollevava sapere che non avrebbe più ricordato gli One Direction e compagni – per fortuna! – ma dall’altra il pensiero di farla innamorare di sé ancora una volta lo sfiancava da matti.
“Si può sapere cosa stai smanettando?”, domandò a un certo punto, curioso, osservando le dita della fidanzata muoversi rapidi sui tasti.
La ragazza si bloccò un attimo e spostò il computer verso l’interno, come per non permettere a Niklas si sbirciare. Lo guardò per qualche secondo e con uno sbuffo tornò a scrivere.
“Avviso su Twitter, Ask, Tumblr, Facebook e via così che sarò assente per un po’. Poi dovrò disattivare il mio account su Instagram… oh, Niky! Avevo quasi cinquecento followers! Perderò cinquecento followers, capisci?”
“No.” Proprio non capiva. Frignava perché perdeva cinquecento persone che nemmeno conosceva… come poteva esserne dispiaciuta? No, proprio non la capiva.
“Ah, è inutile parlare con te!”, piagnucolò, chiudendo il pc e mettendolo sul comodino di fianco al letto solo per abbracciare il suo ragazzo.
“Jackie, per la miseria, staccati! Già c’è abbastanza caldo, se poi ti appiccichi piena di sudore…!”
Un pugno sul braccio gli impedì di finire il discorso; in compenso, lo fece mugolare di dolore.
“Il mio solito, dolce e carino Niky! Diamine, sei un genio nel ferire le persone!”, si lamentò l’irlandese, dandogli un altro pugno.
“Ahia! E questo?”
“Perché esisti.”
“Guarda che sono più anziano di te.”
“In realtà lo sono io, perché compio gli anni il quindici aprile mentre tu il dodici settembre!”
“Ma non vuol dire nulla! Io sono nato nel 1700 e tu nel 1995, si parla di anni, Jackie!”
“Ragazzi, ragazzi, c’è una chiamata!” esclamò Stoyán, arrivando trafelato con il cellulare in mano.
I due ragazzi si bloccarono di colpo, fissando il bulgaro sorpresi.
Finalmente la telefonata che tanto aspettavano era arrivata.

***

Casa Hill, una Domenica pomeriggio di Agosto

Daniel osservò il cellulare, intento a suonare, con aria afflitta.
Erano ancora Sean e Pierce. Doveva chiudere quella storia in fretta, era stufo di sentir parlare di uccidere vampiri quando ogni maledetta volta ne usciva sconfitto. Il suo orgoglio ne risentiva.
Sbuffò e rifiutò la chiamata, prima di sentire la voce della madre chiamarlo da oltre la porta della sua camera da letto.
“Daniel, è arrivata Emily.”, avvisò, con un tono dolce.
“Eh? Di già? Avevamo detto per le sedici!”, esclamò, guardando l’ora sul proprio orologio da polso.
Le 15:55 spaccate.
Ma era uno di quei mostri che arrivavano in anticipo.
“Daniel, mi raccomando, trattala bene, è già la quinta volta che uscite e questa è la volta buona che trovi qualcuno…”
“Mamma, stai tranquilla! Insomma…”
Certo, Emy era l’unica ragazza che non lo aveva schifato subito e a forza di collaborare insieme si erano un po’ conosciuti e non si dispiacevano.
Però la ragazza era stata categorica.
Così come sei ora sei proprio uno sfigato. Anche come aspetto, ma come ti pettini? Devi nascondere quelle orecchie a sventola! E quella bocca tienila chiusa o socchiusa per nascondere quei due dentoni! Accidenti, sei biondo e con gli occhi azzurri, valorizzati! Dopotutto ho visto i tuoi genitori e sono due gran bei tipi!, aveva detto, senza peli sulla lingua.
Aveva cercato di vestirsi diversamente dal solito e in quei due mesi i capelli gli erano cresciuti un po’; però si sentiva una persona un po’ trasandata.
Così si alzò, andò in bagno e si sistemò, cercando di darsi un tono. Doveva andare bene. Emy era carina, avrebbe fatto jackpot se fosse riuscito a conquistarla.
Lei era così forte, decisa, sicura, intelligenza nella media. Forse un po’ assurda, con una vena sadica preoccupante, ma era quasi certo che fosse la ragazza giusta per lui.
Quando arrivò in salotto trovò sua madre e la ragazza messe nella stessa posizione, in piedi con le braccia incrociate.
Si bloccò, interdetto, notando una certa somiglianza.
No, non era possibile…
Aveva sentito, qualche volta, che i maschi cercavano inconsciamente una donna che ricordasse loro la madre. Però… non era possibile, Emy non era certo come sua madre. Nah, non era così.
Si rilassò e raggiunse la biondina, che lo salutò con un cenno. “Ce ne hai messo.”
“Infatti. E poi è vergognoso. Una volta erano gli uomini ad andare a prendere a casa le ragazze per uscire insieme! La prossima volta vai tu da Emy.” , lo rimproverò la signora Hill, mettendo il ragazzo in imbarazzo. Che diamine, non vedeva l’ora di uscire da lì!
“Ci vediamo, mamma.” Salutò a denti stretti, dirigendosi verso la porta.
“Quale ci vediamo, guarda che si cena alle 19, puntuale!”, lo reguardì la genitrice, prima che uscisse.
Il ragazzo sospirò pesantemente, prima di sentire la mano di Emy prendere la propria.
“Un bel tipo, tua madre. Anche se ora capisco perché sei così tappetino…”, commentò, divertita e con un sorriso beffardo.
Daniel arrossì, incassando appena la testa nelle spalle per imbarazzo.
“Non sono così tappetino…”, provò a ribattere, debolmente.
“Sì, che lo sei.”, lo interruppe lei, tagliente.
Ok, era meglio non farla arrabbiare.
“Hai ragione.”, acconsentì lui, scatenando l’ilarità della ragazza, che soffocò senza successo una risata più che divertita.
Daniel la fissò un po’ offeso.
“Ti ho dato ragione, perché ridi?”, borbottò, cercando di capire.
La risata scemò lentamente, permettendole di rispondere solo dopo qualche minuto.
“Perché fai una faccia da cane bastonato quando mi dai ragione!”
“Magari ti do ragione per non farti arrabbiare…”, mugugnò, omettendo che qualche volta gli faceva anche paura. Però allo stesso tempo gli piaceva.
Non riusciva a spiegarselo.
Emy lo guardò per qualche secondo, prima di afferrargli il colletto della maglia e tirarlo a sé per stampargli un bacio.
Daniel sgranò gli occhi, sorpreso da quel gesto inaspettato.
“Beh, grazie allora.”, soffiò la ragazza, una volta staccatasi da lui.
“P-prego…”, balbettò quest’ultimo, confuso.
“Però cerca di acquisire un po’ di spina dorsale, o mi annoierò presto!”, commentò lei, lasciandolo andare.
Quindi se lui si fosse fatto più coraggioso si sarebbero messi realmente insieme? C’era una possibilità chiara, concreta?
Sorrise, sentendosi forte e motivato. Avrebbe dimostrato che non era un codardo tappetino!
“D’accordo!”

***

Sean fissò il cellulare suonare a vuoto per l’ennesima volta.
Dopo qualche minuto la chiamata venne rifiutata.
Ringhiò, arrabbiato, componendo velocemente un altro numero.
“Pierce! L’idiota non risponde! Almeno tu che gli sei simpatico, chiamalo e fallo ragionare!”
“Non esiste, Sean. Lasciamolo in pace, questa farsa è durata fin troppo!”
“Ma cosa stai dicendo? Senza i suoi soldi non riusciremo a vivere ancora…”
Tu non riuscirai a vivere. Tu non riuscirai a stare in quella casa. Io, con il mio part-time, sono riuscito a mettermi da parte qualcosa e a prendermi un appartamento. Un monolocale, certo, ma è meglio di nulla e soprattutto è lontano da te!”
“Maledetto! Quand’è che ti sei trasferito?”, domandò l’uomo, scioccato.
Che fosse stato… due giorni fa, quando gli aveva detto di andare a dormire da amici? Ci era cascato come un pollo.
“Sean… mi vergogno a essere tuo parente, tuo nipote. Non ne posso più di quest’aria malsana, di sottostare a te e a prendermi colpe che non ho! Ti arrangerai, d’ora in poi. Buona fortuna!”
Con un click la chiamata si chiuse e l’altro rimase in piedi, in silenzio, con il telefono in mano, abbandonato a sé stesso.

***

Austria, Vienna, circa vent’anni dopo, in una sera di fine Novembre.

“Maestro, ho fame!”, si lagnò una ragazza bruna di circa vent’anni mentre camminava per la via principale della città.
“Aspetta l’ora di cena, manca poco! Prima dobbiamo comprare una risma di fogli per Stoyán…”, la riprese un ragazzo alto e moro, stretto nel proprio cappotto scuro, che le camminava di fianco.
“Ma perché quel vecchiaccio non se la può comprare da solo? Ci bistratta sempre.”, piagnucolò lei, aggrappandosi al braccio del compagno.
Tornò il silenzio, con solo il rumore della gente e del traffico in sottofondo.
“Maestro…”, ricominciò la ragazza, qualche minuto dopo.
“Dimmi…” , rispose esasperato l’interpellato.
“Nemmeno un goccino? Che ne dice del… aspetti com’è che diceva… Succo di frutta? Magari il suo! Mi piace così tanto, Niklas.”, soffiò, con un sorriso.
Niklas, che sorrise divertito, si coprì la bocca con una mano cercando di soffocare una risata.
“Perché ride, maestro?”, domandò la ragazza, corrugando la fronte e gonfiando un po’ le guance, indispettita dal comportamento.
Non lo diceva per scherzare, aveva seriamente fame!
“Nulla, nulla. Dai, vieni qui.”, sussurrò, prima di ferirsi la lingua da cui uscì una puntina di sangue, probabilmente un residuo della vittima di quel pomeriggio.
Lei non era riuscita a berne abbastanza perché non era ancora molto brava con il soggiogamento e l’uomo da cui stava attingendo si era improvvisamente ridestato. Perciò erano dovuti fuggire in fretta.
Avvicinò il viso a quello del moro, prima di lambire le sue labbra con le proprie, schiudendole subito per permettere l’accesso.
Succhiò il liquido scarlatto da quella lingua, approfittandone per godere anche del piacevole sentimento dato da quel contatto così intimo.
Era davvero bellissimo scambiarsi quell’effusione, e quel sangue era pura e semplice estasi.
“Grazie, Niklas…”, soffiò, una volta allontanata da quel viso che ricambiò con un sorriso e una carezza sulla testa. “A casa, se vuoi, chiediamo anche una busta a Stoyán, va bene?”
“Uffa, ma quelle fanno schifo!”, brontolò, incrociando le braccia al petto e riprendendo il cammino.
“Dai, così sembri solo una bimba di cinque anni, Jackie. Certo, sei giovane in tutti i sensi, ma non così tanto!” il moro rise ancora, dandole una piccola spallata.
“Senti chi parla, maestro! Quando ti attacchi al computer, anche tu sembri uno di quei mocciosi umani che non sanno fare altro che vivere appiccicati ai loro apparecchi per giocare!”, rispose a tono la ragazza, con un sorrisetto.
Niklas si fece improvvisamente serio: “Le mie sono cose importanti.”
“Sconfiggere un’armata immaginaria non è importante. Piuttosto, è importante procurarsi i biglietti di quel… di quel concerto che fanno solo una volta l’anno!”
“Quale?”
“Quello dove fanno tipo… una riunione? Cioè, quel gruppo ormai non è più in attività e mi pare che si sia sciolto ma ci tenevo a vederlo; le riviste che mi porta Charlotte sono piene zeppe di articoli su quello che è l’evento dell’anno!”
“Ugh… parli degli… One Direction?” Niklas si prese la radice del naso tra il pollice e l’indice.
“Sì! Ecco, non mi ricordavo il nome! Però quando leggo di loro sento una grandissima gioia! È perché sono legati al mio passato, giusto?”, domandò entusiasta Jackie, saltellando.
“Più o meno… ti piacevano giusto un pochetto…”, bofonchiò il più anziano, prima di entrare in un bar che fungeva anche da tabaccheria, internet point e cartolibreria.
“Maestro?”
“Dimmi.”
“Posso stare cinque minuti al computer qui, visto che non abbiamo ancora pagato la bolletta di internet di questo mese?” La brunetta lo fissò con occhi imploranti e le mani congiunte.
Niklas sospirò.
“D’accordo… ma una cosa veloce! Se riusciamo a trovare un lavoro, forse per il mese prossimo riusciamo a pagare tutto. Per ora i creditori stanno portando pazienza… Speriamo in bene. Se solo uno di quei vecchiacci avari ci prestasse un soldo…”, ringhiò a bassa voce il ragazzo.
“Intendi Enrique, Adelhild e Jordan, vero?” Al suo maestro, loro non stavano molto simpatici. Non gli aveva mai voluto raccontare il perché, ma Stoyán, Taylor e Charlotte avevano accennato a uno scherzo stupendo.
“Sì. Dai, vai, fai in fretta! Prendo i fogli, leggo qualche rivista e andiamo.” Con una piccola pacca sul sedere, Niklas la incitò ad andare.
La ragazza si avvicinò al bancone e dopo aver pagato si diresse a uno dei tavolini provvisti di computer già accesi e con la pagina del motore di ricerca aperta.
Controllò di sfuggita i social network su cui era registrata e digitò velocemente un link che sembrava conoscere a memoria.

ANOTHER WAY
UN ALTRO MODO DI ESSERE VAMPIRO

Di JackieLoves1D4ever

Capitolo 1
Un vampiro scorbutico

 

Avevo da poco scoperto che il mio compagno di classe Niklas era un vampiro, e dovevo assolutamente scoprire se era vero!
Così andai a casa sua con Up all night in sottofondo a darmi a carica: i miei amati One Direction sapevano sempre darmi energia!
Come avrei vissuto senza di loro?
Nulla mi avrebbe fermato dal portare a compimento il mio piano: avrei reso quel bruttone bello come Edward Cullen, se non di più!
Avevo già scritto un ottimo programmino…


Sorrise, scorrendo la pagina fitta di parole e leggendo dalla prima all’ultima riga, avida.
“Certo, mi piacevano solo un pochetto… come no! Allora ricordavo bene, ne ero una fan sfegatata!”, ridacchiò tra sé e sé, prima di venir chiamata da Niklas.
“Muoviti, lumaca, se facciamo tardi poi Stoyán si arrabbia! Sai che vuole stamparli prima dell’ora di cena!” esclamò, facendole cenno di andare.
“Arrivo!” Jackie si alzò in fretta e gettò un’ultima occhiata allo schermo.
“E brava Jackie.”, sghignazzò, prima di cliccare la X in alto a sinistra e chiudere la scheda.
Non ricordava nulla di nulla, solo qualche sensazione; Niklas spesso e volentieri ometteva certe cose, rendendola ancora più curiosa.
Ma la sua se stessa umana era stata intelligente: aveva scritto ogni ricordo che aveva in quella fanfiction sui vampiri, creature che lei adorava.
Ora era una di loro. E stava ancora con la persona che amava, nonché suo creatore e maestro.
Sorrise, riprendendo la propria borsetta.
Raggiunse il moro alla porta e si riattaccò al suo braccio per tornare a casa insieme, felice.

 

FINE

 

 



 

 

 



AskAnotherWay
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When Tomocchi is joy

 

 

L’angolo dei finalifobici: Jackie soffre di finalifobia, ovvero impazzire quando le storie finiscono xD Ogni tanto soffro anche io BD Da una parte sono dispiaciuta della fine (mi ero affezionata a loro, a tutti voi) e dall’altra sono felice, perché è finalmente conclusa e con un finale per me soddisfacente. Oddio è vero, c’è anche la mini-long di Convivenza (il cui link è la sopra!), però diciamo che Another Way è finito del tutto, insomma!
Di seguito, le parole dei co-autori (Tomocchi, Edo e Natasha, i tre fratellini che hanno dato vista a sta scemenza!):

Parla Tomocchi: io comincio col dire che nemmeno mi piacciono i vampiri. *si copre la faccia con le mani e si rannicchia per non essere lapidata* perciò è stato davvero difficile scrivere questa storia. Ho dato priorità alle parti un po’ comiche, ecco, mi ha salvato questo >:’’D Così come le parti romantiche… mai vissute! Sono andata a casaccio su esperienze raccontate 8’’’D (sì, è l’angolo delle confessioni) e quindi vedere quanto questa storia sia amata e stata amata mi lascia parecchio di stucco 8’’D
Però vorrei ringraziare chi mi ha sostenuto soprattutto quest’estate quando ho avuto quel blocco: temevo davvero di non riuscire a finirla, di lasciare incompleta anche questa storia come tante altre prima di lei. E invece eccoci qui, alla fine. Grazie a tutti :3

Parla Edo: Allora…uhm…ehm…cappio, non so che dire D: no davvero, eppure sono stato io ad aprire la serie con il prologo della battaglia D: uhmmmmmmmmmmmmmm… eeeeehhhhmmmm…*pensa a qualcosa da dire*… mmmmm. Comunque sono contento di aver partecipato a quest’opera, soprattutto ad aver (minimamente) preso parte almeno al primo capitolo :3 Grazie mille a tuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuutti per aver letto questa Jakecosmica serie! :D Dasvidanja a tutti! ^___^

Parla Natashzz: Buonsalve lettori! Sicuramente vi starete chiedendo chi sono: ebbene, io sono la co-autrice di AW. Finalmente prendo parola pure io (almeno la fine, dai): dietro ogni capitolo, scemenza e Rogan c’ero io che architettavo un po’ tutto (insieme a Tomocchi, ovvio).
Per me è buffo aver visto dove AW è arrivato, con dei fan così mala… ehm entusiasti! xD, scherzi a parte è stato un lavoro duro ma anche divertente, una storiella nata un sabato mattina a colazione, a un passo da un litigio è arrivato così tanto nei vostri cuori da commuovermi çAç <3. C’è stato un momento in cui non volevo proprio far finire questa storia, (ci ero troppo affezionata per mettere la parola Fine) però siamo riuscite a concluderla in modo soddisfacente e chissà, magari in un altro sabato mattina ci metteremo a ridar vita ad Another Way.
A 15 anni poter essere la co-autrice di una storia del genere mi rende veramente felice, orgogliosa e importante ahahaha xD. Da veronese, ve digo che ve voj ben, butei, grasie de tuto*! Grazie per aver cominciato a leggere questa storia, continuate a essere Others*, non vi deluderemo. Non è un addio ma un Auf Wiedersen* c:

*Vi dico che vi voglio bene, ragazzi, grazie di tutto!
*Arrivederci (in tedesco)
*Others è il nome del membri di questo fandom uhuh ùwù

Ma ecco la cosa più importante: i ringraziamenti finalissimi!
Grazie a chi ha recensito il penultimo capitolo: DarkViolet92, Mojita_Blue (e le sue ragazze <3) e a White_Moon (e alla sua Eris <3), grazie di cuore anche a tutti quelli che hanno recensito e vorranno, almeno a quest’ultimo capitolo, lasciarci un pensiero!

Grazie alle 61 persone che hanno messo la storia nelle seguite:Skayler Wolf COBHC, Ninya_3_, chiaraEB, Saviour, Mojita_blue, ArmandamarinaFVAEIXS, Blackrose_96, Kleis, LadyAndromeda, PinkyRosie, Bijouttina, Baldr, Nemainn, Titania, faith_bella, Leonora Serrara, Psyche07, Bloodywriter98, Miakuzz, Selenaxxj, MomoHope, J85, Sakurazukamori, xxAlessia, DarkViolet92, Littleblackdress, lunastorta15, Mamichan, jdbsvoice, nike97, Sasha29, moma88, LexiBlacklee, Up_me_memories, CuoreVerde_, GiulyDeVilliers, ciaohello, Sali_17, Danea, lacri1508, Francesca lol, G_Kayle, Shomer, True Jewel, Unika, vik1, _haroldsjuliet,  Blue_angelofthedeath, EllaRoberts, marcomoratto88, LeeHeller, rosa di vetro, Lady Adelle Von Ruden, Rory Potter, Vale_magic01,  _LUNABLU_97, Alexis Cage, EvelynChan , RyuzakiLYosida, Valyna_ e White_Moon.

Alle 48 persone che hanno messo la storia tra le preferite: Ninya_3_, Saviour, PinkyRosie, lovelymangaka, Mojita_blue, Blackrose_96, Kleis, L_aura_grey, Electra35, ArmandamarinaFVAEIXS, lunastorta15, Mamichan, mery69, cerasa, lulii, nana_takashima, Alessia_MagicStory,  babydoll, miku_vale, Titania, Soheila, annina76, Bijouttina, moma88, AnnitaB, Crow17, GiulyDeVilliers, Lolyn123, Marargol, Agatalovehazza, chiaraEB, Francesca lol, lacri1508, nephylim88, vik1, Luna Werewolf, Winterwings, Valyna_  Littleherondale, Victus, EvelynChan, Hiro-san, L o t t i e, Miriam48, RyuzakiLYoshida, White_Moon, Occhi di Smeraldo e trillwer.

Alle 10 persone che hanno messo la storia tra le ricordate: Manny_chan, faith_bella, Wellesandra, Light_of_stars, asukashira, Bethany_ , HilaryC, LoveRain, PEZZAGIRL e White_Moon.

Ancora grazie di tutto e spero alla prossima! <3







 

 

   
 
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