Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: My fair lady    24/11/2014    1 recensioni
1722: Quattro famiglie dotate di grandi poteri magici sanciscono tra loro un patto di alleanza reciproca, per far fronte ai cacciatori di streghe e gli spiriti malvagi.
Per garantire la pace e la serenità, fu stabilito che le quattro famiglie dovessero venire guidate da un'unica strega o stregone, che sarebbe stato scelto per capacità e volontà, tramite una serie di prove.
2014: I discendenti delle quattro famiglie hanno spezzato l’antico patto di alleanza da molto tempo, e ognuna vive per se. Solo una antica e potente minaccia potrà riunire di nuovo i discendenti sotto un’unica e forte autorità.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Più Michael ripensava all’esperimento deludente, più aveva voglia di reagire, e di trovare risposte.
Era talmente preso dal lavoro e dallo scoprire qualcosa di più sui capostipiti, che aveva trascurato anche Alex, e le sue visite a Villa Gardner erano state molto rare.
Così si ritrovò ad arrovellarsi il cervello mentre faceva colazione nel suo giorno libero.
Era talmente preso dalle congetture, che non si accorse nemmeno della presenza di suo fratello minore Jonathan, fino a quando il ragazzo non lo distolse dai suoi pensieri  con un sonoro – Buongiorno Mickey!! –
Michael sobbalzò appena, ma cercò di non mostrarlo al fratello e sbuffò – E dai Jo. Sai che detesto essere chiamato Mickey –
Jonathan Crowley, chiamato da quasi tutti Jo, si sedette di fronte al fratello e rise soddisfatto.
Il ragazzo era famoso per la sua risata contagiosa e i suoi capelli scurissimi e lunghi, trattenuti da un piccolo codino alto.
L’ho fatto perché Blue era preoccupato per te. Non gli piace quando sei così – spiegò il ragazzo, pavoneggiandosi della sua abilità di poter comprendere il linguaggio degli animali e comunicare con loro.
In effetti era l’unico della famiglia a possedere quella dote, che a sua volte era appartenuta ad uno dei primi Crowley. E Michael li aveva visti addirittura in faccia.
Si era documentato su di loro, ma oltre nomi e poteri, non c’era molto di più nella biblioteca di casa e sull’albero genealogico della famiglia.
Jo poi continuò – Scherzi a parte, non ti vedo bene. Devi rilassarti, goderti il momento –
Michael ironizzò – Adoro quando parli come un surfista hippie, fratellino –
Tra Michael e Jo c’erano quattro anni di differenza, eppure spesso i ruoli di maggiore e minore erano invertiti.
Jo inarcò la schiena contro la sedia e mise i piedi sul tavolo di legno chiaro, grezzo, senza nessuna decorazione e sospirò – Davvero Michael. Goditi il presente senza pensare a domande e risposte –
Michael sbuffò, e si ritrovò a considerare davvero le parole del fratello. In effetti non era una cattiva idea.
Era il suo giorno libero, Fuori era una tipica giornata di ottobre, con il delicato sole e l’aria frizzante mista di profumi, profumi di foglie, di mele, di cannella.
Era troppo tempo che non si godeva una bella passeggiata con Blue.
Anche se sei il piccolo di casa, sei la persona più mentalmente equilibrata in questa casa – ironizzò Michael.
Lo so – replicò Jo.
Michael finì la colazione, e poi si vestì, prestando una vaga attenzione agli abbinamenti, cosa molto rara.
Dopo aver indossato una camicia blue, che a detta di Alex gli stava particolarmente bene, dovette combattere con Blue per infilargli collare e guinzaglio.
In realtà Blue era così calmo che Michael l’avrebbe potuto portare anche sciolto, ma conosceva le reazioni delle persone quando si trovava di fronte un lupo.
Jo contribuì comunicando a Blue di stare calmo, e alla fine la difficile operazione riuscì perfettamente.
Michael chiese al fratello se voleva unirsi a loro, ma il fratello declinò l’invito. Avere la casa per conto proprio era un privilegio raro nella famiglia Crowley.
Michael uscì dal vialetto e si godette insieme a Blue un po’ di aria fresca.
Con la mente leggermente sgombra, cominciò a sentirsi meglio, mai avrebbe immaginato che quella ritrovata serenità sarebbe potuto essere così precaria.
Incontrò una figura familiare e decisamente gradita al mercato alimentare indipendente.
Alex stava fisso ad un banco, a soppesare le qualità di una zucca tagliata a metà.
Era molto serio. Michael non si stupì di vederlo così, perché Alex era sempre molto concentrato quando qualcosa riguardava la cucina e il cibo.
Michael si avvicinò e sorrise – Quanto ci vuole a scegliere una zucca? –
Alex si girò e lo inquadrò. Ricambiò il sorriso e si avvicinò, guardò per qualche istante in giro e poi baciò Michael,
Michael circondò con le mani il volto del cuoco, e si abbandonò al bacio, che scatenò una certa reazione in entrambi, dal momento che non si vedevano da qualche giorno.
Si separarono ed Alex accarezzò il muso di Blue e poi si abbassò. Il cane per dimostrare il suo affetto gli diede due veloci leccate sulla guancia. Mentre subiva il "lavaggio" chiese – Come mai qui? –
Michael rispose – Volevo fare due passi. Da quanto stai qua? Conoscendoti, direi qualche ora –
Alex sbuffò, ma si rese conto di quanto Michael lo conosceva – In realtà mezz’ora. E’ che stasera della gente ricca mi ha ingaggiato per una cena di anniversario a domicilio. Il mio Comfort food vende –
Michael annuì – Non lo metto in dubbio. I tuoi piatti sono orgasmici –
Alex sorrise malizioso – Anche il cuoco? –
Michael distolse lo sguardo per qualche istante, preso da un sottile imbarazzo, poi i due si baciarono di nuovo, stavolta un bacio quasi frettoloso, ma denso di passione.
Cosa cucinerai allora? – Chiese Michael mentre comprava delle mele rosse da far invidia a quella di Biancaneve.
Alex rifletté qualche istante poi rispose – Mi hanno chiesto una cena zucca-centrica. Perciò come antipasto, una quiche con zucca, gorgonzola e noci, tartine con crema di zucca, funghi e bacon, crepes con zucca e formaggio…. –
Michael lo interruppe – Basta ti prego. Oppure muoio di fame –
Alex e Michael proseguirono insieme il resto della mattinata.
Per Michael sembrava così… normale. Un appuntamento.
Praticamente fin dall’inizio della loro relazione non avevano mai avuto occasione per un appuntamento insieme. Cioè si erano visti parecchie volte, ma non uno di quelli nel senso classico del termine, ovvero il genere di appuntamento in cui ci si vede insieme in un punto, oppure uno passa a prendere l'altro e si passeggia, si sta insieme, e poi ad un certo punto si decide se proseguire o lasciarsi.
Fino a quel momento Michael non aveva mai neanche pensato che un concetto “tradizionale” come quello potesse interessargli, addirittura piacergli. Non si era mai ritrovato a pensare alla sua vita sentimentale, prima di innamorarsi di Alex, quasi un anno fa.
Si ritrovò a pensare a quel momento che cambiò la sua vita.
 
“Michael era nel bar dove lavorava la sorella, intento a sgranocchiare svogliatamente arachidi e pistacchi, e a sorseggiare una birra. Si annoiava, anche se riusciva a scambiare qualche parola con Rebecca tra una ordinazione e l’altra.
Ad un certo punto da un tavolo vicino sentì una voce conosciuta. Si girò e vide Alex Gardner.
L’ex ragazzo di sua sorella. Non ci aveva mai parlato molto, ma di certo l’aveva notato fin dal momento che sua sorella glielo presentò e segretamente pensava che fosse attraente.
Non era ciò che lo standard tipico definisse bellissimo, ma la sua spontaneità e il suo profilo greco emanavano un caldo fascino, con i suoi capelli biondo scuro spettinati con il gel, i suoi occhi  scuri luminosi ed espressivi e le sue labbra morbide contornavano il tutto.
Dal momento che non aveva meglio di fare, e non c’era molta gente al pub si ritrovò ad origliare la conversazione che aveva con un ragazzo di fronte a lui.
Il ragazzo era invece molto asciutto, attraente, ma niente di speciale. Aveva un fisico quasi da modello, con le spalle larghe e i fianchi stretti. Aveva gli occhi verdi e capelli scuri. L’impressione di insieme era che fosse un po’ effemminato.
Il ragazzo sbuffò – Io non capisco come mai ti dedichi così tanto al cibo…cioè…non è un po’ volgare? –
Alex fece una smorfia colpita, come se lo avesse in qualche modo offeso e replicò – Cioè? –
Il ragazzo mandò giù un sorso del suo cocktail – La mia sarà deformazione professionale, dal momento che se mangio anche un grammo in più, posso rinunciare ai servizi fotografici, ma sinceramente non capisco le persone che amano il cibo. Bere è molto più elegante –
Alex si passò una mano tra i capelli e si appoggiò alla sedia. Poi sorrise – Come fai a pensare che il cibo è volgare? Il cibo è vita, non è solo qualcosa che ti metti in bocca per tirare avanti. E’ un insieme di odori e sapere che ti fa viaggiare. E’ passione e creatività e non voglio intorno persone che non riescono a capirlo, quindi, penso che sia il caso di salutarsi. Ciao Marcus –
Michael era rimasto quasi incantato a sentire il discorso di Alex. Una persona che viveva per la sua passione era da apprezzare.
Alex si alzò, prese la giacca e lasciò dei soldi sul tavolo. Mentre si diresse verso l’uscita, incontrò Michael, che stava sul balcone.
Alex si fermò e i due si guardarono per qualche secondo negli occhi. Alex sorrise – Ciao. Tu sei…Michael giusto? Il fratello di Rebecca? –
Michael alzò la mano – Purtroppo sì. A proposito, non dovrei dirtelo, ma è nel retro, forse faresti meglio ad andare, prima che torni…–
Alex storse la bocca, come per dire “Ah” e allora si diresse verso l’uscita. Prima di aprire la porta chiese a Michael se voleva unirsi a lui per una boccata d’aria.
Il ragazzo accettò, e così i due si ritrovarono fuori dal locale, a parlare di tutto in pochi minuti.
Alex aspirò profondamente dalla sua sigaretta e poi sorrise – Bella camicia comunque. Il blu ti sta bene –
Michael sorrise, pensando a quanto era vero, e del resto il suo cane lupo si chiamava proprio Blue.
Poi decise di essere coraggioso, e di fare la parte del “pettegolo”
Sai, ho sentito parte della conversazione che hai avuto con quel ragazzo…e sono d’accordo. Chi non ama il cibo dovrebbe essere mandato in Africa, o qualcosa del genere – rise Michael.
Alex non rimase per niente infastidito dal fatto che Michael lo avesse in qualche modo seguito e controbatté – Che ci vuoi fare. I finocchi se non demoliscono qualcosa che ti piace non sono contenti. O almeno ci provano –
Il bibliotecario rimase colpito dalla risposta di Alex, il che confermava la sua teoria, e il perché quel ragazzo gli apparisse così effeminato.
Ad un certo punto pensò che forse il motivo della rottura tra Alex e Rebecca era che lui si era scoperto gay.
Beh, qualunque uomo dopo una relazione con Rebecca Crowley, sarebbe diventato gay, pensò Michael.
Voleva molto bene alla sorella, ma riconosceva la sua carenza di tutto ciò che rendeva femminile una donna.
Michael si stupì anche della sua curiosità verso quel ragazzo. Era una cosa che raramente succedeva.
Non osava chiedere conferma al ragazzo di fronte, quando, il cuoco, quasi come a leggergli la mente scosse la testa – Se stai pensando che sono gay, diciamo che, ci sei quasi. A me piacciono molte cose, ragazzi e ragazze. Lo so da un bel po’ ormai. Molti penserebbero che non prendo una posizione, ma io rispondo che invece ho più scelta. E poi in fondo cerco le stesse cose in un ragazzo o una ragazza –
Michael arrossì abbastanza violentemente. Non era abituato a persone così dirette e spontanee. Le persone che sapevano leggergli nella mente erano molto poche.
Michael non sapeva cosa rispondere, quando Alex ironizzò rompendo il ghiaccio – Le tette grosse! –
Parlarono insieme ancora per qualche minuto e per Michael fu davvero piacevole riuscire a parlare così liberamente con un’altra persona che non fosse suo fratello o Brianna.
Prima di fermare un taxi, Alex porse un biglietto da visita a Michael sorridendo – Venerdì nel ristorante in cui lavoro facciamo una degustazione, visto che almeno tu, ami il cibo, ti va di venire? – poi aggiunse, con un tono di voce più basso – Così ci rivediamo –
Il cuore di Michael, che fino a quel momento credeva fosse atrofizzato per il poco uso prese a battere più forte, e ogni parte di se, sembrava dire “Sì. Rivediamoci!”
Tentò di ricomporsi e per farlo strinse il bigliettino così forte che gli fece male mano e annuì – Mi farebbe piacere. A che ora? –
Alex si preparò ad andare sul taxi, visto che era riuscito a fermarne uno e rispose – Alle 20 –
Michael sorrise – Ci sarò. A venerdì –“
 
Brianna era a lezione, una delle ultime. Poi finalmente riuscita ad diventare un'insegnante.
Perciò permetteva alla sua mente di vagare e di annoiarsi, non tenendo conto della lezione. Da quando aveva iniziato il tirocinio presso alcune scuole medie e un liceo trovava così poco stimolante stare ferma su una sedia ad imparare cose che avrebbe potuto leggere comodamente.
Quando la lezione terminò, Brianna raccolse le sue cose e le infilò in borsa. Uscì dall’aula e incontrò due persone.
Una che conosceva e amava, l’altra invece non l’aveva mai vista. Era un uomo sui sessanta anni, capelli grigi, leggermente radi, ma aveva ancora una discreta capigliatura. Gli occhi erano simili a quelli di Ramsay, ma più piccoli e più freddi, e come fisico era anche più asciutto.
Brianna sorrise alla vista del suo fidanzato e lui la abbracciò. In modo però non caldo come al solito. Come se si stesse trattenendo.
Poi si sciolse dall’abbraccio e sorrise – Brianna, questo è mio padre, Gerard Morkolf. Siccome è in città, ho pensato che fosse arrivato il momento per farti conoscere mio padre. Del resto siamo fidanzati –
Brianna porse la mano all’uomo davanti a lei e sorrise – E’ un piacere incontrarla signor Morkolf –
Il padre di Ramsay strinse la mano alla ragazza e ci posò una mano sopra, sorridendo mellifluo – Il piacere è tutto mio. E’ bello scoprire che mio figlio ha trovato una ragazza così bella ed intelligente come lei, come compagna di vita. Immagino che avrà molti talenti, vero? –
Ramsay sbuffò – Papà, non metterla in imbarazzo –
Nessun imbarazzo figliolo, vero? – rispose l’uomo e strizzò l’occhio a Brianna, che sorrise in modo imbarazzato.
Poi l’uomo si guardò la mano e notò che i polpastrelli erano ricoperti di una leggera patina di ghiaccio e si portò la mano vicino agli occhi e assunse un’espressione pensierosa – Però, che strano fenomeno. Forse è legato alla differenza di temperatura tra fuori e dentro…Chissà… –
Brianna si maledì interiormente per non essere riuscita per l’ennesima volta a controllare in modo totale il suo potere, che si manifestava anche in modi che lei non riusciva a immaginare.
Gerard cambiò discorso – Comunque, siamo venuti qui, perché pensavamo di invitarti a pranzo, se non hai altro da fare, cara Brianna. Che ne dici? –
Brianna sorrise – Certo. Perché no? –
 
 
Michael e Alex avevano proseguito il loro piccolo appuntamento, ed erano arrivati più vicino al centro.
Tutti i negozi avevano le vetrine decorate con streghe, vampiri, fantasmi e zucche.
Alex sorrise, mettendo un braccio intorno alla vita di Michael – Ti ho mai detto che il Blu ti sta molto bene? –
Michael annuì, dando una carezza al suo famiglio che si sentiva chiamato in casa – Più o meno, due, trecento volte. Me lo hai detto anche la prima volta che ci siamo rivisti. E la volta dopo ho rimesso quella camicia, per fare colpo su di te –
Alex sorrise malizioso – Allora avevo indovinato. Non ho fatto male a fare ciò che ho fatto –
Beh, in realtà mi hai traumatizzato – commentò in modo sarcastico Michael.
 
“Qualche giorno dopo Michael era in dirittura d’arrivo al ristorante di Alex.
Aveva prestato qualche accorgimento in più del solito nel vestirsi, e indossava la stessa camicia di quando aveva rivisto Alex, abbinata a dei Jeans chiari, praticamente sul bianco.
Si era passato anche un accenno di gel sui capelli ed era molto più di quanto avrebbe fatto in una cena normale con i suoi amici.
Si sentiva attratto da Alex in un modo che non capiva del tutto.
Anche se aveva sempre saputo di essere “diverso” dagli altri, anche nella sessualità. Non si era mai innamorato, ma sapeva che se un giorno sarebbe accaduto, sarebbe stato per merito di un ragazzo.
Questa era una cosa che non aveva mai confessato a nessuno, nemmeno a Brianna, la sua migliore amica.
Il taxi si fermò al ristorante e Michael notò che stranamente il parcheggio era abbastanza vuoto, quando invece ci sarebbe dovuta essere più gente, essendo una degustazione gratuita.
Pagò il taxi e poi guardò la struttura per qualche secondo. Il posto era davvero incantevole. Non molto grande, ma accogliente. La facciata era color crema, ricoperta di edera.
Decise di entrare comunque, a dare un’occhiata e vedere se c’era Alex.
Michael entrò e non vide il personale di accoglienza. Cominciò a temere che fosse chiuso, o che Alex lo avesse mandato al posto sbagliato, o che lo avesse preso in giro.
Quest’ultima ipotesi lo fece davvero stare male.
Ad un certo punto sentì la voce di Alex parlare animatamente, apparentemente da solo, poiché non si sentiva una seconda voce rispondergli.
Michael vide che la sala principale del ristorante era chiusa e Alex sbuffò al telefono a voce alta  – Che cosa potevo fare se l’ispettore sanitario ha chiuso il ristorante per tre giorni? Sì lo so che così ci perdiamo soldi, ma ti ripeto, non potevo fare niente. Che facevo, la corrompevo? Sì. Era una donna, e pure abbastanza acida, se vuoi il mio parere. Sì, sono solo, o meglio, ci sono i lavapiatti in cucina, ma sai che quelli parlano messicano, e chi li capisce. Senti, se continui così attacco. Aspetto che i ragazzi finiscono e poi chiudo. Sì. Sì. I documenti che mi ha dato te li lascio in ufficio, okay? Sì, cerca di venire domani o ti trascino io. Dobbiamo risolvere questa faccenda. Ok. Ciao George. Stai tranquillo, vedrai che alla fine non è niente. Ok. Ok. A domani –
Poi con un movimento seccato chiuse la conversazione e vide Michael.
Alex cambiò subito umore e si avvicinò al ragazzo – Ciao Michael. Scusa, non ho fatto in tempo ad avvertirti. Oggi un’ispettrice sanitaria che secondo me avrebbe bisogno di un po’ di svago sessuale è venuta e ha chiuso il locale per accertamenti. Perché una cliente si è sentita male dopo aver mangiato da noi. Una cliente in cinque anni di attività. Chissà che si è mangiata dopo. Sono stato mezz’ora al telefono con il mio capo per tranquillizzarlo –
Michael rimase colpito dalla parlantina di Alex e dal fiume di parole che aveva appena “sputato”. Il suo stress era palese.
Michael disse solo – Mi dispiace. Davvero –
Alex prese da un tavolo dei documenti, li guardò con odio, e poi si diresse verso una stanza vicino al bagno. La aprì e posizionò sulla scrivania i documenti. Chiuse la porta a chiave e poi tornò da Michael sospirando, con le mani dietro la testa – La cosa che mi dispiace è che abbiamo preparato una montagna di cibo, e ora non so cosa farci. Penso che lo porterò a qualche mensa dei poveri. Sicuramente qualcuno apprezzerà –
Michael sorrise – Beh, se vuoi, prima di sfamare gli indigenti, sono pronto ad una degustazione. Ti avverto, ho una fame sostanziosa. Non ho neanche pranzato –
Alex sorrise. Un sorriso autentico, di quelli che coinvolgono anche fronte e occhi. Annuì – Ok, scegli un tavolo e mettiti comodo. Stai per avere un ciborgasmo, o come la chiamo io, abbuffata consolatoria –
Io annuì e mi sedetti su un bel tavolo da quattro. Mi piaceva stare comodo, mentre Alex andò in cucina per qualche momento.
Poi la sua sagoma emerse di tre quarti e chiese – Come lo preferisci il vino? Bianco o Rosso? –
Michael sorrise – Rosso, grazie –
Ottima scelta – annuì Alex e scomparve in cucina per circa un minuto. Tornò con tre piatti, che come dimensione sembravano più da pizza che da portata, carichi di alimenti. Alex li posò tutti e tre davanti a Michael e spiegò – Questo è per gli antipasti, questo è per i primi, questo è per i secondi. Spero che tu abbia fame, ma comunque ti aiuterò. Non ho ancora mangiato –
Michael gustò l’abbondanza che aveva davanti agli occhi. Anche se non aveva assaggiato ancora nulla, gli sembrava tutto molto invitante.
Alex tornò dalla cucina con una bottiglia d’acqua e una di vino. Li posò ai lati dei piatti e poi si sedette di fronte a Michael che ironizzò con lo sguardo verso i piatti – Spero che tu abbia un bel po’ di digestivo. Credo che mi servirà –
 
Alex sospirò, rilasciando un po’ della tensione che aveva accumulato quella sera, poi scosse la testa – Tranquillo. Il cibo che preparo io fa bene al cuore e non appesantisce lo stomaco. Vedi, questa è la mia idea di cucina. Hai avuto una brutta giornata? Vieni da me, e goditi un po’ di cibo che ti riconnette ai momenti belli che hai passato.  I miei piatti strizzano l’occhio alla tradizione, ma stupiscono con nuovi sapori – Fissò per qualche secondo una candela che era al centro del tavolo e questa si accese.
Michael sorrise – Wow. Magari avessi io un potere così comodo –
Il ragazzo biondo, che indossava ancora la sua divisa sospirò  – E’ così liberatorio parlare con altri stregoni. Comunque ti chiedo scusa per esserci ricascato. E’ che quando parlo del “comfort food” mi lascio andare. Di solito quando qualche mio amico ha una delusione d’amore, gli porto qualcosa preparato da me e funziona sempre. Non risolve il problema, ma lo rende sopportabile –
Michael annuì ma non rispose.
E tu, cosa fai quando hai una delusione d’amore? – chiese curioso Alex al ragazzo di fronte a se che aveva cominciato ad assaggiare le tartine al foie gras.
Michael non si aspettava quella domanda, e non sapeva nemmeno come rispondere. Optò per dire la verità – Beh, in realtà io non ho mai avuto delusioni amorose…Non…sono mai stato innamorato di nessuno, credo. Non seriamente –
Il ragazzo si pentì leggermente di quella risposta, poiché non voleva essere “compatito” o qualsiasi altra reazione che di solito le persone hanno di fronte a questi annunci.
La reazione che vide sul volto di Alex fu invece di pura sorpresa.
Stava tagliando del salmone ai ferri, e si fermò improvvisamente.
Poi guardò Michael e scosse la testa – Che spreco. Cioè… Mi dispiace per il fatto che non ti sei mai innamorato, ma mi dispiace anche per chi non è riuscito a coinvolgerti. Perché penso che sei una persona speciale. Ed è uno spreco che resti da solo –
Il rossore tornò sul viso di Michael, ancora più forte di prima. Alex era riuscito a non cadere in nessun tranello che avrebbe fatto sprofondare ancora di più l’autostima di Michael, e anzi, era riuscito a fargliela crescere.
Sì, decisamente anche Alex era una persona speciale. Così pensò Michael.
Proseguirono l’”abbuffata di consolazione” e ad un certo punto Alex fissò Michael che stava divorando con gusto dell’insalata di pasta molto fresca e sorrise.
Che c’è? – chiese il bibliotecario con ancora la bocca quasi piena.
Alex rispose – No è che stavo notando che quando mangi, tendi ad infilzare la forchetta con forza sul cibo. La trovo una cosa adorabile –
Michael quasi si strozzò per quel commento di Alex e si affrettò a prendere il suo bicchiere e mandò giù un bel sorso di Merlot.
Alex se ne accorse vagamente e rise – Non lo dico per provarci –
“Magari lo facessi” pensò fugacemente Michael, per poi ricacciare quel pensiero nel suo subconscio, e scelse l’ironia come difesa – Beh, se ci stessi provando vorrebbe dire che sei messo male. Ho la faccia sporca di cinque tipi di sugo diversi –
Alex ricambiò la battuta – In realtà la cosa potrebbe essere ancora più eccitante. Così unirei le mie passioni. Bei ragazzi e cibo –
Michael rise – Bel ragazzo? Hai bisogno di alzare gli standard –
Alex scosse la testa – Io ti trovo molto attraente. E la cosa bella è che non sai di esserlo. Il che aumenta il tuo fascino. Non ti sottovalutare –
Ecco. 2-0 per Alex. Nonostante una vita di insicurezze, in cinque minuti era riuscito ad accrescere la sua autostima.
Non male.
Inconsciamente Michael raddrizzò la schiena e alzò la testa, preso da queste nuove consapevolezze che poi forse, non era da buttare.
La cena proseguì allegramente, tra battute, piccole confessioni, risate e tanto cibo.
Michael non credeva che sarebbe mai potuto sentirsi così…se stesso con un’altra persona che non fosse Brianna. E invece, eccolo. Perfettamente a suo agio con una persona che fino a qualche giorno fa aveva visto poche isolate volte.
Anche se la cena era andata così bene, purtroppo era arrivato il momento dei saluti.
Michael era nel bagno del ristorante, a lavarsi le mani. Il bagno era stato sistemato in modo molto elegante, con dell’edera che si arrampicava sopra lo specchio e delle candele sparse un po’ ovunque.
Si guardò allo specchio per capire se il gel reggeva ancora, quando la porta del bagno si aprì. Michael guardò e vide Alex.
Il ragazzo rimase qualche secondo fermo sulla porta e poi si avvicinò a Michael, facendo indietreggiare il ragazzo.
Michael chiese – Cosa è successo? –
Alex rispose – Niente. E’ solo che sento di doverlo fare –
Michael tentò di indietreggiare ancora, anche se ormai era arrivato alla parete.
Alex si sporse e lo baciò.
In quel momento le fiamme di tutte le candele della stanza si alzarono e Michael si sentì sciogliere da quel bacio. A tal punto che ricambiò con passione, e afferrò il ragazzo per il viso.
Il bacio continuava e cresceva di intensità, così come la luce delle candele, che adesso era quasi accecante.
Eppure il tutto creava un’atmosfera davvero eccitante e familiare allo stesso tempo.
Dopo un lungo, lungo bacio, i due si separarono con tanti baci a fior di labbra, come se non volessero davvero finire quel bacio.
Michael non riusciva a parlare, o meglio, a formulare un pensiero che avesse senso.
La sua mente e i suoi occhi erano calamitati dal ragazzo di fronte a se.
Alex portò le mani alla parte superiore della divisa e la sfilò rapidamente, facendola cadere per terra.
Il sistema nervoso di Michael fu sovraccaricato da quello shock fisico ed emotivo. Il suo sguardo non riusciva a staccarsi dal corpo atletico dell’altro, ma per lui era troppo.
Alex si avvicinò ma Michael riuscì a parlare – Ti prego, non farlo –
Il cuoco rallentò, ma avanzò comunque di qualche centimetro e Michael usò per la prima volta nella sua vita la telecinesi.
Un potere che fino a quel momento non sapeva neanche di avere.
Istintivamente Michael mise le mani davanti a se, e da esse si sprigionò un’ondata di energia che fece arretrare Alex fino alla parete opposta.
Entrambi erano stupiti e Michael era terrorizzato e spaventato.
Si guardò le mani, e sentiva ancora la magia che le attraversava.
Guardò il ragazzo e vide sorpresa nei suoi occhi. Chiese – Stai bene? Non ti ho…fatto male, vero? –
Alex scosse la testa – No tranquillo. E’ che sono solo… sorpreso. Non mi era mai capitato. Non ti piaccio proprio quindi –
I battiti del cuore di Michael iniziarono a rallentare e scosse la testa – No…non è quello. Come potresti non piacermi? Sei… sexy, gentile, divertente, spontaneo e…sexy.  L’avevo già detto, vero? Solo che la situazione è strana, tu stavi con mia sorella e ora… –
Alex sorrise e Michael riuscì ad allargare la bocca per fare una tiepida imitazione di un sorriso imbarazzato.
Il cuoco raccolse la sua maglia da terra e se la infilò – Beh, è già un sollievo sapere che ti piaccio. Tu mi piaci e lo dimostrano le candele. Non succede mica con chiunque, sai? –
Michael si sentì più sollevato e rilasciò un lungo sospiro, e in qualche modo sentì che quello che diceva Alex era vero.
Avvertiva un brivido caldo che dal ventre si propagava per tutto il corpo. Era come se percepisse i sentimenti di Alex, e questi si armonizzassero con i suoi.
Non aveva mai provato una simile sensazione, ma del resto lui non era mai stato innamorato.
Alex fece un sorrisetto davvero sexy, piegando la bocca all’insù e gli chiese – Posso avvicinarmi? –
Michael sorrise – Certo –
**
 
Allora, Brianna, in cosa ti sai specializzando? – chiese Gerard Morkolf alla fidanzata di suo figlio, mentre erano in un delizioso bistrot.
La ragazza bionda che stava assaporando una saporita e fresca insalata, inghiottì il boccone e rispose – Beh, nel mio tirocinio ho insegnato letteratura, i classici e filosofia. Ed è stato molto bello, nonostante fosse un liceo, e i ragazzi quando vedono un’insegnante giovane, tendono a non rispettarla come dovrebbero –
Gerard annuì – Poi una bella ragazza come te, in una classe piena di ragazzi in preda alle crisi ormonali… Immagino le turbe che avrai scatenato –
Padre. Non mi sembra il caso – li interruppe Ramsay, che in realtà per tutto il pranzo era stato molto silenzioso.
Brianna però aveva notato che aveva un atteggiamento molto distaccato e freddo verso il padre, e cercò di usare la sua empatia naturale per capirne il motivo, anche se in effetti il suo fidanzato parlava raramente della sua famiglia.
Sapeva solo che aveva diversi fratelli maggiori, che sua madre era morta quando aveva cinque anni.
Gerard roteò gli occhi e sospirò – Ho bisogno di una sigaretta. Ramsay, mi fai compagnia? –
D’accordo – poi rivolse lo sguardo a Brianna e le chiese, cambiando decisamente tono dal freddo ad un tono più dolce – Non ti dispiace vero? Torniamo qui tra due minuti –
Brianna annuì – Certo. Andate pure –
Ramsay fece una cosa insolita, ovvero si avvicinò e la baciò profondamente.
Per un’altra coppia non sarebbe stata una cosa così strana, ma Ramsay non era il massimo dell’espansività in pubblico.
Brianna lo aveva accettato ormai da tempo e le importava molto di più il fatto che le dimostrasse il suo amore in molti altri modi.
Per questo la ragazza rimase stupita per qualche secondo, poi ovviamente ricambiò il bacio con trasporto. Quei momenti erano gli unici che non riusciva a congelare niente, dato che il suo cuore riscaldava ogni cosa dentro di se.
I poteri di ogni strega erano collegati alle emozioni.
Era una verità di base per ogni persona dotata di magia, ed era una delle prime cose che veniva insegnata loro.
Nel frattempo, Gerard Morkolf estrasse dalla tasca della giacca un accendino zippo lavorato finemente, su cui era inciso un lupo che ululava.
Il simbolo della loro famiglia.
Con esso accese una sigaretta e trasse un paio di profonde boccate. Poi sorrise – La tua strega è veramente carina Ramsay. Peccato che sembra che tu abbia dimenticato il tuo scopo. Devi obbligarla a rivelarti i suoi poteri –
Ramsay tenne lo sguardo basso, quasi colpevole. Come lo sguardo di un bambino quando viene beccato dai genitori mentre prende un biscotto poco prima della cena.
Il giovane uomo spiegò – Non è così facile padre. Ho paura che se insisto troppo potrei farla insospettire. E così non potremmo più classificare il grado di livello magico degli altri componenti delle famiglie –
Ramsay prese un respiro profondo e fece l’immenso sforzo di sostenere lo sguardo del padre.
Con la testa alta chiese – Piuttosto. Volevo chiederti, Perché avete deciso di abbinarmi a Brianna? Me lo chiedevo da un po’ –
L’uomo emise una forte risata sguaiata e si prese qualche secondo. Poi rispose guardando il figlio con aria di superiorità – Perché Lui l’ha studiata per un po’, e pensa che voi due siete uguali, perciò sarebbe nata una affinità. Siete entrambe persone deboli, flaccide, senza nessuna personalità. Ecco perché –
Ramsay strinse i pugni, carico di rabbia. Con la voce strozzata rispose – Allora si vede che Lui non ha capito niente. Brianna è una persona molto forte, dolce, intelligente, empatica e premurosa. Lui non sa un cazzo di lei –
Gerard sbuffò – Non dirmi che ti sei innamorato –
Ramsay sospirò ma non rispose.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: My fair lady