Ciao a tutte.
Prima di tutto volevo dire un sincero ed enorme grazie di cuore a tutte coloro
che hanno letto fino ad ora questa storia e che l’hanno sostenuta. Siete
fantastiche, davvero.
Sinceramente non sono sicura di quante di voi
si ricordino ancora della mia storia e non sono nemmeno sicura che la seguiate
ancora però mi ero ripromessa di finirla perciò, nel bene o nel male, la
porterò avanti. In ogni caso chiedo scusa a tutte coloro che stavano aspettando
questo capitolo e non solo per il tempo trascorso ma anche perché non so
davvero come sia uscito. Temo davvero di non essere all’altezza delle
aspettative e del tempo passato. So che lo dico spesso ma ogni volta mi sento
sempre molto insicura sui capitoli che scrivo, in particolar modo su quelli di
passaggio. Comunque non voglio deprimervi oltre con le mie lagne perciò vi
lascio al capitolo ma prima un veloce riassunto.
“Hinata viene
considerata una persona debole e inadatta a ricoprire il ruolo di discendente
del potere economico degli Hyuga perciò il padre, uomo austero e piuttosto
fracassamaroni, decide di spedirla dagli Uchiha in modo rafforzare il suo
carattere. Qui la ragazza fa la conoscenza di diversi personaggi interessanti
tra i quali l’akatsuki al completo, banda di delinquenti composta da personaggi
piuttosto singolari, Shisui, Sasuke e Naruto. Nonostante l’iniziale cotta
stratosferica per quest’ultimo la dolce Hinata si ritrova ad avere una
complicata e non del tutto chiara relazione con Sasuke, conosciuto anche come “scoiattolino”
e “culo di papera”. A complicare ulteriormente questa “relazione” ci si metterà
anche Menma Namikaze che fa ancora l’offeso con Sasuke per avvenimenti accaduti
anni addietro. Hinata finalmente fa sentire la sua voce e si guadagna il
diritto di sentirsi chiedere per favore da Sasuke con tanto di bacio.”
Devo dire che
sembra un riassunto piuttosto logorroico e stile telenovela. Comunque, buona
lettura :D
-Capitolo
22-
Sasuke,
quella mattina si sentiva stranamente in pace con il mondo.
Il leggero
venticello che entrava dalla finestra lo accarezzava dolcemente mentre quei
fastidiosissimi uccellini cinguettavano alti nel cielo ma, stranamente, Sasuke non aveva la
comune tentazione di strozzarli uno ad uno. Sembrava proprio una di quelle
giornate che capitano solo una volta ogni morte di baka; giornate che, per
inciso, lui non aveva mai avuto l’onore di gustarsi.
Finalmente quello sarebbe stato l’ultimo giorno nel “paradiso del divertimento” perciò voleva godersi al massimo le poche ore di sonno che gli rimanevano prima
che qualcuno dei suoi fastidiosi compagni venisse a rovinargli anche quella
giornata. L'unico possibile problema di quel momento era costituito da quelle
braccia ancorate alla sua vita e l’incessante strofinio di una testa sulla sua
schiena.
Ancora immerso nel dormiveglia, e nei ricordi del giorno precedente, aveva dato
per scontato che solo una persona avrebbe potuto trovarsi nel suo letto, per
questo, ancora con gli occhi chiusi, si era voltato e le aveva lasciato una
casto bacio a fior di labbra.
Si era reso conto troppo tardi che infilarsi nel letto altrui,
purtroppo, non era un comportamento tipico della Hyuga perciò quando, una volta
aperti gli occhi, si era ritrovato davanti due occhioni azzurri che lo
scrutavano sconvolti non si era
sorpreso più di tanto. Questo, comunque, non lo aveva trattenuto dal tirare un
calcio nello stomaco a quel miserabile imbecille facendolo cadere dal letto
e, probabilmente, facendogli anche sbattere la testa contro il comodino.
Pazienza, il comodino era del sopracitato imbecille e la testa, beh, pure.
La scena, ovviamente, fu
contornata da un urlo disumano impreziosito da diversi epiteti molto coloriti
ma poco educati.
-Baka! Si può sapere cosa diavolo pensavi di fare?-
Il povero biondo, nonostante le urla e la capocciata che aveva dato contro il
comodino, contro il pavimento o contro tutti e due, non si era spaventato più di
tanto. Dopo anni di amicizia in cui aveva frequentato la famiglia di quello
scriteriato le cose che potevano spaventarlo erano davvero poche. Senza contare
che ultimamente stava frequentando anche una persona che, se possibile, era
anche più pericolosa di loro.
Che vita di
stenti.
Con un
adorabile, non per l’Uchiha, broncio aveva mugugnato qualcosa di simile a un “volevo
solo farmi perdonare”.
Sasuke con ancora il respiro pesante e gli occhi fuori dalle orbite si
trattenne dal tirargli la lampada, che teneva sottomano pronta ad ogni evenienza. Con
scetticismo osservò gli occhi lucidi, probabilmente per il dolore, dell'amico e
una domanda gli sorse spontanea.
-Ma sei scemo?-
Fra i due non era certamente l'Uzumaki a doversi scusare, a dir la verità, fra
i due raramente era il biondo a dover chiedere scusa.
-Sì, insomma, so che lo stronzo testa di cazzo sei stato tu, però ci conosciamo
da anni e ormai dovrei essere abituato alla tua bastardaggine. -
Sì, beh, ora però stava decisamente esagerando.
-E poi, a
dirla tutta, c’è anche un altro motivo per cui vorrei scusarmi..-
Sasuke
sapeva che quella conversazione non avrebbe portato a nulla di buono, lo
sapeva, però era mattina e Naruto gli aveva appena evitato la fatica di andare
a comprare altre birre per chiedergli scusa quindi: che male potevano fargli un
paio di stronzate in più? Avrebbe comunque avuto tutta la giornata per passarci
sopra.
-E
sentiamo, perché vorresti scusarti?-
-La mia
bellezza-
A quel
punto Sasuke era fortemente indeciso su quale reazione sarebbe potuta essere la
migliore: ridergli in faccia, tirargli un altro calcio o limitarsi a fargli
notare, gentilmente, quanto, ancora una volta, non ci avesse capito un cazzo.
Fu solo
grazie al pensiero delle birre risparmiate se il moretto optò per un sospiro
stanco e un neutrale “Naruto, lo sai vero che, senza offesa, mi fai schifo e da
sveglio non ti avrei ma, e sottolineo mai, baciato?”
-Oh, ma io
non mi riferivo a quello anche se, pensaci bene, tu mi hai già baciato.. dì la
verità, mi ami alla follia ma non hai mai trovato le parole giuste per..-
A quel
punto, come ci si poteva aspettare, il suo sproloquio fu bloccato da una lampada
atterrata sulla sua faccia.
-Non dire
stronzate, e poi sei stato tu a salire sul mio banco, imbecille!-
-Mi ha
spinto quello davanti!-
-Stronzate!
Faceva tutto parte del tuo piano!-
Gli occhi
di Naruto tornarono lucidi nel giro di pochi secondi.
-E ora si
può sapere che ti prende?-
-Tu.. tu
hai preso il mio primo bacio Sasuke-kun!-
Sasuke,
purtroppo, non aveva più niente di pesante a portata di mano perciò si dovette
accontentare di tirargli il cuscino.
-Imbecille!-
Forse,
neanche tutto il giorno sarebbe bastato per fargli superare quella marea di
idiozie che stava ascoltando.
Troppo
preso da queste considerazioni non si era nemmeno reso conto dell’espressione improvvisamente
seria di Naruto.
- Teme, ieri
ho parlato con Hina-chan o, meglio, ha parlato lei.. mi ha detto di quello che
provava per me e...-
-Naruto si
può sapere che cazzo vuoi? Mi hai svegliato solo per rinfacciarmi quello ho
detto sulla piattola rosa?-
Il biondino
guardò l’amico sbigottito. Sì, ok l’Uchiha non era mai stato una persona
particolarmente gentile nei soprannomi e non era nemmeno mai stato una di quelle persone
con cui si poteva parlare tranquillamente ma, diamine, questo scatto superava
quelli delle sue abituali crisi mestruali.
-Io.. volevo solo scusarmi per non essermene accorto prima. Tu sei il mio
migliore amico ed io ti ho fatto soffrire-
L’espressione
dell’altro passò velocemente dall’arrabiata al sorpreso con chiare tracce di
smarrimento e un malcelato disgusto.
-Ma sei
serio?-
-So che non
parliamo mai di queste cose ma se volessi parlare con qualcuno, beh, io ci
sono-
E, per
enfatizzare meglio il concetto, gli aveva appoggiato una mano sulla spalla
mentre l’altra era stretta a pugno vicino al cuore in segno di solennità.
Al moretto
ci vollero almeno 10 secondi per riacquistare la sua calma ma, quando ci riuscì,
lo sguardo omicida che ne uscì fu il migliore di sempre.
-Naruto, fammi un favore, sparisci-
Sasuke
sembrava irritato al punto giusto, forse era arrivato il momento di giocare la
sua arma segreta. Con il suo classico sguardo da “ingenuo sempliciotto
ritardato” alzò le mani in segno di resa mentre indietreggiava con stoica calma.
-Ok, ok.
Quindi non penso che, da migliore amico quale sono, dovrei dirti che poco fa
Menma è venuto a cercare Hina-chan ma se a te non interes.. –
Il
malcapitato non fu nemmeno in grado di finire la frase che si sentì urlare
qualcosa simile ad un “stupido idiota cosa aspettavi a dirmelo?"
A dirla
tutta non era così indispensabile portarlo al limite della sopportazione però,
dai cazzo, una soddisfazione ogni tanto se la meritava anche lui. Senza contare
il fatto che aveva irrimediabilmente deturpato il suo amato Trikki.
Hinata
quella mattina si era svegliata presto. A dirla tutta non aveva neanche dormito
così tanto e, questa volta, non era colpa dei calci di Ino quanto piuttosto di
quello che era successo la sera prima. Lei, Hinata Hyuga, aveva baciato Sasuke,
e questa volta lui non la stava prendendo in giro o almeno così sperava.
-L’alba è
davvero meravigliosa, non trovi?-
-M-Menma-kun?
Cosa ci fai qui fuori a quest’ora?-
- Vorrei
farmi perdonare per il disguido di ieri.. che ne dici di prenderci un caffè?-
-Oh..ehm.. g-grazie ma io non bevo caffè-
-Hyuga poche storie, era una scusa per uscire insieme.. ci stai?-
-Ehm, io.. in realtà vorrei provare a parlare con Sas..-
-Tranquilla, vado io ad avvertirlo, vedrai che ci darà la sua benedizione-
Si era già alzato pronto ad andarsene quando si sentì richiamare dalla dolce
voce della sua interlocutrice. Quando scocciato si era voltato a guardarla di
certo non si aspettava di vederla fissarlo con decisione.
-Menma-kun,
ecco, io, non p-posso uscire con te, mi piace un altro. PERDONAMI!-
E così
dicendo aveva fatto un profondo inchino nella sua direzione mentre stringeva convulsamente
i lembi della felpa.
Il silenzio
dei secondi seguenti fu rimpiazzato ben presto da una risata che di divertito aveva
ben poco.
-Non dirmi
che pensavi veramente che avessi una cotta per te? Hinata, l’unico motivo per
cui sto con te è per far arrabbiare quel culo a papera-
-Oh.. in
questo caso vorrei ricordarti che non mi interessa. Non voglio avere niente a
che fare con la tua vendetta. Sasuke-kun è un mio amico e non farei mai niente
per ferirlo.-
-“Amico”? Oddio,
non dirmi che non ti sei accorta veramente di..-
-Menma!-
Il ragazzo prima di voltarsi verso la fonte del richiamo
osservò sconvolto la mocciosa dagli occhi limpidi ricolmi di curiosità che lo
fissavano sinceramente stupiti.
Il richiamo
di Naruto gli aveva impedito di completare la frase, era possibile che quel evidente
sbaglio genetico fosse ovunque? Poco importava. Sasuke aveva preso una sbandata
per l’unica ragazza che non cadeva ai suoi piedi, senza contare il fatto che
fosse una delle ragazze più ottuse che avesse mai visto. Questo era il karma e se davvero il karma aveva deciso di farla
pagare a quel miserabile scarto della società allora il suo intervento sarebbe
stato superfluo quindi: perché faticare ulteriormente?
Menma
Namikaze, 19 anni, era davvero contento di potersi vendicare del suo acerrimo
rivale senza neanche faticare eppure, nonostante questo, non si sentiva veramente appagato. Mentre si
allontanava dalla spiaggia si era voltato per osservare quella corvina che lo
aveva respinto come mai nessun’altra aveva osato fare. Forse, un po’ capiva
come mai piaceva tanto a Sasuke; nonostante l’apparenza fragile non era
riuscita a spezzarla anzi, forse aveva ottenuto l’effetto contrario.
Perché suo
cugino, nonostante fosse notevolmente più stupido, era da sempre circondato da
delle persone così.. belle?
La dolce Hinata
quella mattina aveva assistito a diverse cose strane: sembrava che Menma si
fosse arreso, aveva visto Naruto, uno dei ragazzi più dormiglioni di sempre, in
piedi all’alba solo per accontentare la romantica Sakura e, cosa più
sconvolgente, aveva sentito una risata sincera, e diabolica, da parte del
sopracitato cugino del dormiglione.. anche se sospettasse che la stesse
prendendo in giro ma niente, niente, era comparabile alla stranezza di vedere
il perennemente imperturbabile Sasuke fiondarsi giù dalle scale con solo i
pantaloni della tuta con cui dormiva. E la cosa, se possibile, ancora più
strana era stata il vederlo fermarsi davanti a lei, fissarla per poi, senza
aggiungere altro, tornare lentamente in camera.
Per Sasuke
il viaggio di ritorno era stato un vero incubo. Hinata si era addormentata
sulla sua spalla dopo neanche 10 minuti dalla partenza e lui non aveva avuto
abbastanza voglia per svegliarla così ora si ritrovava con un mal di spalla
allucinante. Ok, forse stava un po’ esagerando, la spalla non gli faceva così
male, non quanto la testa perlomeno. Naruto aveva abbaiato per TUTTO il viaggio
il che, già di per sé era irritante ma se, a questo, aggiungiamo anche il fatto
che urlasse stronzate con conseguenti starnazzate da parte delle due oche
allora si sorclassavano tranquillamente i limiti dell’umanamente accettabile.
Con queste
premesse il desiderio di Sasuke di tornarsene a casa era comprensibilissimo per
questo, appena si erano fermati davanti a casa aveva svegliato la tizia
dormiente sulla spalle con un davvero poco raffinato “dì un po’ Hyuga, ti
sembro il tuo dannatissimo cuscino?” per poi fiondarsi fuori dalla macchina
seguito da una fragorosa risata accompagnato da un fastidiosissimo “dice così
però ha aspettato di arrivare per svegliarti”.
Stupidissimo
usuratonkachi. E lui che prima di salire in macchina gli aveva persino fatto le
sue scuse. Sempre che un cenno del capo contassero come scuse. Stà di fatto che
si era ripulito la coscienza quindi il dobe non aveva più nessun motivo per irritarlo.
Dopo aver preso sia il suo bagaglio che
quello di Hinata, se lo avesse lasciato prendere a lei ci avrebbe messo una
vita, l’aveva aspettata per entrare ma si era visto seguire da tutta la
comitiva.
Pessimo segno.
Segno che lo aveva portato a spalancare la
porta di casa solo per ritrovarsi metà clan in casa che gli urlava “buon
compleanno”, come se trovarsi la casa occupata da personaggi rumorosi fosse un buon modo per festeggiare.
Ci era voluta quasi mezzora prima di
riuscire a liberarsi dagli abbracci stritolanti delle donne e le pacche
soddisfatte degli uomini. “Ogni giorno che passa diventi sempre più degno del
cognome che porti” e allora perché, nonostante questi riconoscimenti, si
ritrovava ancora a doversi nascondere da sua madre per potersene stare in pace?
Ma soprattutto, perché gli Uchiha si
devono riprodurre come conigli? Maledizione, sono davvero troppi, bisognerebbe
fare una cernita e liberarsi di quelli inutili, vedi Shisui.
Non sapeva da quanto era sdraiato
tranquillo sul suo letto a rimuginare sui modi per occultare il cadavere di
Shisui ma dopo poco sentì un leggero bussare alla porta. In una casa piena di megalomani, sì ammetteva anche lui che spesso gli Uchiha avevano problemi con il proprio ego, quella poteva essere
solo Hinata. Era indeciso se darle il permesso per entrare o se aspettare di
vedere se sarebbe entrata da sola. Non gli ci volle molto per rendersi conto che lei, da sola, non sarebbe mai entrata nella sua stanza.
Hinata stava per andarsene così, prima ancora che potesse rendersene
conto, aveva spalancato la porta, aveva trascinato dentro la ragazza e aveva
richiuso la suddetta porta controllando velocemente che nessuno li avesse
visti.
-Cosa ci fai qui Hyuga?-
Hinata era appena arrivata ma già Sasuke avrebbe
voluto ribaciarla. Maledizione, com’era possibile che una ragazzina pudica e
fastidiosa come la Hyuga gli facesse quell’effetto?
-Io.. è la tua festa ma tu non c’eri..
Mikoto-san si potrebbe arrabbiare se scoprisse che te ne sei andato e..-
L’immagine imbarazzata della ragazza
accompagnata dalla sua voce gli stavano bastando a fargli dimenticare tutto
l’astio provato verso il mondo fino a quel momento. Dannata ragazzina e dannato
lui. Si stava rammollendo come uno dei suoi stupidi amici o, peggio ancora, come
il dobe.
Nonostante questa consapevolezza Sasuke
cercò di avvicinarsi comunque alla fonte del suo malessere ma, questa, rispose automaticamente
con altrettanti passi per allontanarsi da lui. Questo, almeno, fino a quando
non si era ritrovata bloccata fra lui e la porta.
Quando si diceva “mettere in trappola la
preda”.
-Ti preoccupi per me piccola Hyuga?-
Vedendola sgranare gli occhi sorpresa
prima di ripuntare lo sguardo sulle sue povere mani martoriate persino uno come
lui si ritrovò a provare un po’ di pena per lei. Momentaneamente rassegnatosi
al suo nuovo carattere da bonaccione rammollito, era solo per la stanchezza, allontanò
la bocca dall’orecchio della ragazza. Non era certo del motivo ma sospettava
che prima di poterla avere tutta per sé sarebbe dovuto passare ancora un bel
po’ di tempo.. non che la cosa gli interessasse comunque.
In un momento la sua maschera
imperturbabile era tornata.
-E, sentiamo, sei venuta qui solo per
questo?-
Sentendo quella domanda la ragazza aveva
alzato la testa di scatto puntando i suoi occhi in quelli del ragazzo ricominciando
a torturarsi le dita con ancora più enfasi. Solo un flebile “scusa se non ti ho
ancora preso il regalo ma prometto che rimedierò intanto.. c’è qualcosa in
particolare che potrei fare per te?” lo aveva distratto da quegli occhi. Almeno
si rendeva conto di quanto diavolo potesse essere fraintendibile quando parlava
in quel modo? O forse era solo lui che stava impazzendo. Insomma, per starle
dietro aveva dovuto rinunciare a un sacco di valvole di sfogo quindi poteva anche capirsi.
Stupida mocciosetta.
-Dormi con me-
-C-cosa? I-io non credo di p-pote..-
-Non era una richiesta e, giusto per
chiarire, non me ne faccio niente di uno stupido regalo quindi non sprecare
nemmeno i soldi-
Se avesse saputo, o anche solo sospettato,
della calamità che lo attendeva già dal giorno seguente le avrebbe chiesto un
portamonete.. o un libro.. o qualsiasi altra stronzata che gli avrebbe potuto
evitare quella sciagura.
Fanculo i legami di sangue, lui li
avrebbe uccisi entrambi.