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Autore: Chocolatewaffel    26/11/2014    8 recensioni
"Hyuga", in Giappone è un cognome molto conosciuto simbolo di ricchezza e forza eppure, per Hinata, tutto ciò è solo un peso. La ragazza, prossima guida del clan, viene considerata da tutti un'inetta inutile e incapace di mantenere la guida di un organismo tanto potente. Con la speranza di poter cambiare la debolezza della figlia, Hiashi manda la giovane in un'altra città sotto la protezione di un amico di vecchia data: Fugaku Uchiha. Peccato che, il freddo calcolatore, non avesse fatto i conti con i due figli dell'uomo e con tutti i loro amici.. Ce la farà la povera Hinata a superare anche quest'avventura?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Hinata Hyuuga, Itachi, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Sasuke, Karin/Suigetsu, Naruto/Sakura, Neji/TenTen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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sasuhina 21

Ciao a tutte. Prima di tutto volevo dire un sincero ed enorme grazie di cuore a tutte coloro che hanno letto fino ad ora questa storia e che l’hanno sostenuta. Siete fantastiche, davvero.

 Sinceramente non sono sicura di quante di voi si ricordino ancora della mia storia e non sono nemmeno sicura che la seguiate ancora però mi ero ripromessa di finirla perciò, nel bene o nel male, la porterò avanti. In ogni caso chiedo scusa a tutte coloro che stavano aspettando questo capitolo e non solo per il tempo trascorso ma anche perché non so davvero come sia uscito. Temo davvero di non essere all’altezza delle aspettative e del tempo passato. So che lo dico spesso ma ogni volta mi sento sempre molto insicura sui capitoli che scrivo, in particolar modo su quelli di passaggio. Comunque non voglio deprimervi oltre con le mie lagne perciò vi lascio al capitolo ma prima un veloce riassunto.

“Hinata viene considerata una persona debole e inadatta a ricoprire il ruolo di discendente del potere economico degli Hyuga perciò il padre, uomo austero e piuttosto fracassamaroni, decide di spedirla dagli Uchiha in modo rafforzare il suo carattere. Qui la ragazza fa la conoscenza di diversi personaggi interessanti tra i quali l’akatsuki al completo, banda di delinquenti composta da personaggi piuttosto singolari, Shisui, Sasuke e Naruto. Nonostante l’iniziale cotta stratosferica per quest’ultimo la dolce Hinata si ritrova ad avere una complicata e non del tutto chiara relazione con Sasuke, conosciuto anche come “scoiattolino” e “culo di papera”. A complicare ulteriormente questa “relazione” ci si metterà anche Menma Namikaze che fa ancora l’offeso con Sasuke per avvenimenti accaduti anni addietro. Hinata finalmente fa sentire la sua voce e si guadagna il diritto di sentirsi chiedere per favore da Sasuke con tanto di bacio.”

Devo dire che sembra un riassunto piuttosto logorroico e stile telenovela. Comunque, buona lettura :D

 

 

-Capitolo 22-

 

Sasuke, quella mattina si sentiva stranamente in pace con il mondo.

Il leggero venticello che entrava dalla finestra lo accarezzava dolcemente mentre quei fastidiosissimi uccellini cinguettavano alti nel cielo ma, stranamente, Sasuke non aveva la comune tentazione di strozzarli uno ad uno. Sembrava proprio una di quelle giornate che capitano solo una volta ogni morte di baka; giornate che, per inciso, lui non aveva mai avuto l’onore di gustarsi.

Finalmente quello sarebbe stato l’ultimo giorno nel “paradiso del divertimento” perciò voleva godersi al massimo le poche ore di sonno che gli rimanevano prima che qualcuno dei suoi fastidiosi compagni venisse a rovinargli anche quella giornata. L'unico possibile problema di quel momento era costituito da quelle braccia ancorate alla sua vita e l’incessante strofinio di una testa sulla sua schiena.
Ancora immerso nel dormiveglia, e nei ricordi del giorno precedente, aveva dato per scontato che solo una persona avrebbe potuto trovarsi nel suo letto, per questo, ancora con gli occhi chiusi, si era voltato e le aveva lasciato una casto bacio a fior di labbra.
Si era reso conto troppo tardi che infilarsi nel letto altrui, purtroppo, non era un comportamento tipico della Hyuga perciò quando, una volta aperti gli occhi, si era ritrovato davanti due occhioni azzurri che lo scrutavano sconvolti non si era sorpreso più di tanto. Questo, comunque, non lo aveva trattenuto dal tirare un calcio nello stomaco a quel miserabile imbecille facendolo cadere dal letto e, probabilmente, facendogli anche sbattere la testa contro il comodino. Pazienza, il comodino era del sopracitato imbecille e la testa, beh, pure.

La scena, ovviamente, fu contornata da un urlo disumano impreziosito da diversi epiteti molto coloriti ma poco educati.
-Baka! Si può sapere cosa diavolo pensavi di fare?-
Il povero biondo, nonostante le urla e la capocciata che aveva dato contro il comodino, contro il pavimento o contro tutti e due, non si era spaventato più di tanto. Dopo anni di amicizia in cui aveva frequentato la famiglia di quello scriteriato le cose che potevano spaventarlo erano davvero poche. Senza contare che ultimamente stava frequentando anche una persona che, se possibile, era anche più pericolosa di loro.

Che vita di stenti.

Con un adorabile, non per l’Uchiha, broncio aveva mugugnato qualcosa di simile a un “volevo solo farmi perdonare”.
Sasuke con ancora il respiro pesante e gli occhi fuori dalle orbite si trattenne dal tirargli la lampada, che teneva sottomano pronta ad ogni evenienza. Con scetticismo osservò gli occhi lucidi, probabilmente per il dolore, dell'amico e una domanda gli sorse spontanea.
-Ma sei scemo?-
Fra i due non era certamente l'Uzumaki a doversi scusare, a dir la verità, fra i due raramente era il biondo a dover chiedere scusa.
-Sì, insomma, so che lo stronzo testa di cazzo sei stato tu, però ci conosciamo da anni e ormai dovrei essere abituato alla tua bastardaggine. -
Sì, beh, ora però stava decisamente esagerando.

-E poi, a dirla tutta, c’è anche un altro motivo per cui vorrei scusarmi..-

Sasuke sapeva che quella conversazione non avrebbe portato a nulla di buono, lo sapeva, però era mattina e Naruto gli aveva appena evitato la fatica di andare a comprare altre birre per chiedergli scusa quindi: che male potevano fargli un paio di stronzate in più? Avrebbe comunque avuto tutta la giornata per passarci sopra.

-E sentiamo, perché vorresti scusarti?-

-La mia bellezza-

A quel punto Sasuke era fortemente indeciso su quale reazione sarebbe potuta essere la migliore: ridergli in faccia, tirargli un altro calcio o limitarsi a fargli notare, gentilmente, quanto, ancora una volta, non ci avesse capito un cazzo.

Fu solo grazie al pensiero delle birre risparmiate se il moretto optò per un sospiro stanco e un neutrale “Naruto, lo sai vero che, senza offesa, mi fai schifo e da sveglio non ti avrei ma, e sottolineo mai, baciato?”

-Oh, ma io non mi riferivo a quello anche se, pensaci bene, tu mi hai già baciato.. dì la verità, mi ami alla follia ma non hai mai trovato le parole giuste per..-

A quel punto, come ci si poteva aspettare, il suo sproloquio fu bloccato da una lampada atterrata sulla sua faccia.

-Non dire stronzate, e poi sei stato tu a salire sul mio banco, imbecille!-

-Mi ha spinto quello davanti!-

-Stronzate! Faceva tutto parte del tuo piano!-

Gli occhi di Naruto tornarono lucidi nel giro di pochi secondi.

-E ora si può sapere che ti prende?-

-Tu.. tu hai preso il mio primo bacio Sasuke-kun!-

Sasuke, purtroppo, non aveva più niente di pesante a portata di mano perciò si dovette accontentare di tirargli il cuscino.

-Imbecille!-

Forse, neanche tutto il giorno sarebbe bastato per fargli superare quella marea di idiozie che stava ascoltando.

Troppo preso da queste considerazioni non si era nemmeno reso conto dell’espressione improvvisamente seria di Naruto.

- Teme, ieri ho parlato con Hina-chan o, meglio, ha parlato lei.. mi ha detto di quello che provava per me e...-

-Naruto si può sapere che cazzo vuoi? Mi hai svegliato solo per rinfacciarmi quello ho detto sulla piattola rosa?-

Il biondino guardò l’amico sbigottito. Sì, ok l’Uchiha non era mai stato una persona particolarmente gentile nei soprannomi e non era nemmeno mai stato una di quelle persone con cui si poteva parlare tranquillamente ma, diamine, questo scatto superava quelli delle sue abituali crisi mestruali.
-Io.. volevo solo scusarmi per non essermene accorto prima. Tu sei il mio migliore amico ed io ti ho fatto soffrire-

L’espressione dell’altro passò velocemente dall’arrabiata al sorpreso con chiare tracce di smarrimento e un malcelato disgusto.

-Ma sei serio?-

-So che non parliamo mai di queste cose ma se volessi parlare con qualcuno, beh, io ci sono-

E, per enfatizzare meglio il concetto, gli aveva appoggiato una mano sulla spalla mentre l’altra era stretta a pugno vicino al cuore in segno di solennità.

Al moretto ci vollero almeno 10 secondi per riacquistare la sua calma ma, quando ci riuscì, lo sguardo omicida che ne uscì fu il migliore di sempre.
-Naruto, fammi un favore, sparisci-

Sasuke sembrava irritato al punto giusto, forse era arrivato il momento di giocare la sua arma segreta. Con il suo classico sguardo da “ingenuo sempliciotto ritardato” alzò le mani in segno di resa mentre indietreggiava con stoica calma.

-Ok, ok. Quindi non penso che, da migliore amico quale sono, dovrei dirti che poco fa Menma è venuto a cercare Hina-chan ma se a te non interes.. –

Il malcapitato non fu nemmeno in grado di finire la frase che si sentì urlare qualcosa simile ad un “stupido idiota cosa aspettavi a dirmelo?"

A dirla tutta non era così indispensabile portarlo al limite della sopportazione però, dai cazzo, una soddisfazione ogni tanto se la meritava anche lui. Senza contare il fatto che aveva irrimediabilmente deturpato il suo amato Trikki.

 

 

Hinata quella mattina si era svegliata presto. A dirla tutta non aveva neanche dormito così tanto e, questa volta, non era colpa dei calci di Ino quanto piuttosto di quello che era successo la sera prima. Lei, Hinata Hyuga, aveva baciato Sasuke, e questa volta lui non la stava prendendo in giro o almeno così sperava.

-L’alba è davvero meravigliosa, non trovi?-

-M-Menma-kun? Cosa ci fai qui fuori a quest’ora?-

- Vorrei farmi perdonare per il disguido di ieri.. che ne dici di prenderci un caffè?-
-Oh..ehm.. g-grazie ma io non bevo caffè-
-Hyuga poche storie, era una scusa per uscire insieme.. ci stai?-
-Ehm, io.. in realtà vorrei provare a parlare con Sas..-
-Tranquilla, vado io ad avvertirlo, vedrai che ci darà la sua benedizione-
Si era già alzato pronto ad andarsene quando si sentì richiamare dalla dolce voce della sua interlocutrice. Quando scocciato si era voltato a guardarla di certo non si aspettava di vederla fissarlo con decisione.

-Menma-kun, ecco, io, non p-posso uscire con te, mi piace un altro. PERDONAMI!-

E così dicendo aveva fatto un profondo inchino nella sua direzione mentre stringeva convulsamente i lembi della felpa.

Il silenzio dei secondi seguenti fu rimpiazzato ben presto da una risata che di divertito aveva ben poco.

-Non dirmi che pensavi veramente che avessi una cotta per te? Hinata, l’unico motivo per cui sto con te è per far arrabbiare quel culo a papera-

-Oh.. in questo caso vorrei ricordarti che non mi interessa. Non voglio avere niente a che fare con la tua vendetta. Sasuke-kun è un mio amico e non farei mai niente per ferirlo.-

-“Amico”? Oddio, non dirmi che non ti sei accorta veramente di..-

-Menma!-

Il ragazzo prima di voltarsi verso la fonte del richiamo osservò sconvolto la mocciosa dagli occhi limpidi ricolmi di curiosità che lo fissavano sinceramente stupiti.

Il richiamo di Naruto gli aveva impedito di completare la frase, era possibile che quel evidente sbaglio genetico fosse ovunque? Poco importava. Sasuke aveva preso una sbandata per l’unica ragazza che non cadeva ai suoi piedi, senza contare il fatto che fosse una delle ragazze più ottuse che avesse mai visto. Questo era il karma e se davvero il karma aveva deciso di farla pagare a quel miserabile scarto della società allora il suo intervento sarebbe stato superfluo quindi: perché faticare ulteriormente?

Menma Namikaze, 19 anni, era davvero contento di potersi vendicare del suo acerrimo rivale senza neanche faticare eppure, nonostante questo, non si sentiva veramente appagato. Mentre si allontanava dalla spiaggia si era voltato per osservare quella corvina che lo aveva respinto come mai nessun’altra aveva osato fare. Forse, un po’ capiva come mai piaceva tanto a Sasuke; nonostante l’apparenza fragile non era riuscita a spezzarla anzi, forse aveva ottenuto l’effetto contrario.

Perché suo cugino, nonostante fosse notevolmente più stupido, era da sempre circondato da delle persone così.. belle?

 

La dolce Hinata quella mattina aveva assistito a diverse cose strane: sembrava che Menma si fosse arreso, aveva visto Naruto, uno dei ragazzi più dormiglioni di sempre, in piedi all’alba solo per accontentare la romantica Sakura e, cosa più sconvolgente, aveva sentito una risata sincera, e diabolica, da parte del sopracitato cugino del dormiglione.. anche se sospettasse che la stesse prendendo in giro ma niente, niente, era comparabile alla stranezza di vedere il perennemente imperturbabile Sasuke fiondarsi giù dalle scale con solo i pantaloni della tuta con cui dormiva. E la cosa, se possibile, ancora più strana era stata il vederlo fermarsi davanti a lei, fissarla per poi, senza aggiungere altro, tornare lentamente in camera.

 

 

Per Sasuke il viaggio di ritorno era stato un vero incubo. Hinata si era addormentata sulla sua spalla dopo neanche 10 minuti dalla partenza e lui non aveva avuto abbastanza voglia per svegliarla così ora si ritrovava con un mal di spalla allucinante. Ok, forse stava un po’ esagerando, la spalla non gli faceva così male, non quanto la testa perlomeno. Naruto aveva abbaiato per TUTTO il viaggio il che, già di per sé era irritante ma se, a questo, aggiungiamo anche il fatto che urlasse stronzate con conseguenti starnazzate da parte delle due oche allora si sorclassavano tranquillamente i limiti dell’umanamente accettabile.

Con queste premesse il desiderio di Sasuke di tornarsene a casa era comprensibilissimo per questo, appena si erano fermati davanti a casa aveva svegliato la tizia dormiente sulla spalle con un davvero poco raffinato “dì un po’ Hyuga, ti sembro il tuo dannatissimo cuscino?” per poi fiondarsi fuori dalla macchina seguito da una fragorosa risata accompagnato da un fastidiosissimo “dice così però ha aspettato di arrivare per svegliarti”.

Stupidissimo usuratonkachi. E lui che prima di salire in macchina gli aveva persino fatto le sue scuse. Sempre che un cenno del capo contassero come scuse. Stà di fatto che si era ripulito la coscienza quindi il dobe non aveva più nessun motivo per irritarlo.

Dopo aver preso sia il suo bagaglio che quello di Hinata, se lo avesse lasciato prendere a lei ci avrebbe messo una vita, l’aveva aspettata per entrare ma si era visto seguire da tutta la comitiva.

Pessimo segno.

Segno che lo aveva portato a spalancare la porta di casa solo per ritrovarsi metà clan in casa che gli urlava “buon compleanno”, come se trovarsi la casa occupata da personaggi rumorosi fosse un buon modo per festeggiare.

Ci era voluta quasi mezzora prima di riuscire a liberarsi dagli abbracci stritolanti delle donne e le pacche soddisfatte degli uomini. “Ogni giorno che passa diventi sempre più degno del cognome che porti” e allora perché, nonostante questi riconoscimenti, si ritrovava ancora a doversi nascondere da sua madre per potersene stare in pace?

Ma soprattutto, perché gli Uchiha si devono riprodurre come conigli? Maledizione, sono davvero troppi, bisognerebbe fare una cernita e liberarsi di quelli inutili, vedi Shisui.                                    

Non sapeva da quanto era sdraiato tranquillo sul suo letto a rimuginare sui modi per occultare il cadavere di Shisui ma dopo poco sentì un leggero bussare alla porta. In una casa piena di megalomani, sì ammetteva anche lui che spesso gli Uchiha avevano problemi con il proprio ego, quella poteva essere solo Hinata. Era indeciso se darle il permesso per entrare o se aspettare di vedere se sarebbe entrata da sola. Non gli ci volle molto per rendersi conto che lei, da sola, non sarebbe mai entrata nella sua stanza.

Hinata stava per andarsene così, prima ancora che potesse rendersene conto, aveva spalancato la porta, aveva trascinato dentro la ragazza e aveva richiuso la suddetta porta controllando velocemente che nessuno li avesse visti.

-Cosa ci fai qui Hyuga?-

Hinata era appena arrivata ma già Sasuke avrebbe voluto ribaciarla. Maledizione, com’era possibile che una ragazzina pudica e fastidiosa come la Hyuga gli facesse quell’effetto?

-Io.. è la tua festa ma tu non c’eri.. Mikoto-san si potrebbe arrabbiare se scoprisse che te ne sei andato e..-

L’immagine imbarazzata della ragazza accompagnata dalla sua voce gli stavano bastando a fargli dimenticare tutto l’astio provato verso il mondo fino a quel momento. Dannata ragazzina e dannato lui. Si stava rammollendo come uno dei suoi stupidi amici o, peggio ancora, come il dobe.

Nonostante questa consapevolezza Sasuke cercò di avvicinarsi comunque alla fonte del suo malessere ma, questa, rispose automaticamente con altrettanti passi per allontanarsi da lui. Questo, almeno, fino a quando non si era ritrovata bloccata fra lui e la porta.

Quando si diceva “mettere in trappola la preda”.

-Ti preoccupi per me piccola Hyuga?-

Vedendola sgranare gli occhi sorpresa prima di ripuntare lo sguardo sulle sue povere mani martoriate persino uno come lui si ritrovò a provare un po’ di pena per lei. Momentaneamente rassegnatosi al suo nuovo carattere da bonaccione rammollito, era solo per la stanchezza, allontanò la bocca dall’orecchio della ragazza. Non era certo del motivo ma sospettava che prima di poterla avere tutta per sé sarebbe dovuto passare ancora un bel po’ di tempo.. non che la cosa gli interessasse comunque.

In un momento la sua maschera imperturbabile era tornata.

-E, sentiamo, sei venuta qui solo per questo?-

Sentendo quella domanda la ragazza aveva alzato la testa di scatto puntando i suoi occhi in quelli del ragazzo ricominciando a torturarsi le dita con ancora più enfasi. Solo un flebile “scusa se non ti ho ancora preso il regalo ma prometto che rimedierò intanto.. c’è qualcosa in particolare che potrei fare per te?” lo aveva distratto da quegli occhi. Almeno si rendeva conto di quanto diavolo potesse essere fraintendibile quando parlava in quel modo? O forse era solo lui che stava impazzendo. Insomma, per starle dietro aveva dovuto rinunciare a un sacco di valvole di sfogo quindi poteva anche capirsi.

Stupida mocciosetta.

-Dormi con me-

-C-cosa? I-io non credo di p-pote..-

-Non era una richiesta e, giusto per chiarire, non me ne faccio niente di uno stupido regalo quindi non sprecare nemmeno i soldi-

Se avesse saputo, o anche solo sospettato, della calamità che lo attendeva già dal giorno seguente le avrebbe chiesto un portamonete.. o un libro.. o qualsiasi altra stronzata che gli avrebbe potuto evitare quella sciagura.

Fanculo i legami di sangue, lui li avrebbe uccisi entrambi.

  
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