Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: crazyfrog95    28/11/2014    20 recensioni
Tutti odiavano Naruto Uzumaki. Lui era un demone, un mostro, e perciò andava evitato a prescindere. Ma Naruto era molto più che un semplice dodicenne. Un potere ancora più grande del Kyuubi era sepolto in lui, un'abilità perduta da secoli... Con l'aiuto del Terzo Hokage, del buffo Jiraya, dei suoi amici, e magari di... qualcuno di speciale, riuscirà a emergere dal baratro della sua solitudine, e a realizzare il suo sogno?
Salve! Questa storia mi è venuta in mente sintetizzando tutto ciò che non mi piace della storia originale, e modificandolo come piace a me. i protagonisti saranno abbastanza OOC: Naruto sarà più sveglio, Sasuke più amichevole e Sakura meno inutile. È la mia prima storia, ma non vi chiedo assolutamente di essere pietosi nelle recensioni. Anzi, vi chiedo di criticare e farmi presente tutto ciò che secondo voi non va, farò tesoro delle critiche cercando di migliorare. Detto questo, buona lettura :)
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Hiruzen Sarutobi, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Sasuke/Sakura
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Rikudou Legacy - Gli Eredi delle Sei Vie'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L'Ora degli Addii


 

Jiraiya aprì lentamente gli occhi, ancora avvolto in quel dolce torpore del sonno. Voltò lentamente la testa, incrociando il volto di Tsunade a un soffio da suo. Si erano addormentati così, nudi sotto le coperte, l'uno tra le braccia dell'altro, e vedendola ancora nel mondo dei sogni la mente di Jiraiya viaggiò alla notte precedente...


*Flashback*

Entrarono frettolosamente, e iniziarono a baciarsi senza neanche attendere che la porta del piano di Jiraiya si chiudesse. L'eremita la circondò con le braccia, spingendola verso la sua camera, mentre lei si arrampicava sulle sue spalle, senza interrompere il gioco tra le loro lingue.
Arrivati vicino a letto Jiraiya l'adagiò sulle lenzuola, piombandole accanto, mentre si liberava della scarpe e della maglia. Tsunade prese l'iniziativa, e ribaltò la loro posizione portandosi sopra di lui, le cui mani percorrevano impazienti il suo corpo, facendo scendere il vestito, fermandosi su quegli enormi seni che avevano sempre acceso la sua fantasia.
Da quel momento, Tsunade aveva smesso di pensare. Abbandonati insieme ai vestiti ogni logica e ogni rimpianto si era concessa a Jiraiya senza alcuna remora, senza più alcun timore, e lui l'aveva amata con tutto sè stesso fino a tarda notte, quando erano crollati per la stanchezza, stanchi ed ebbri di piacere e d'amore.

*fine flashback*


Dopo tanti anni passati ad amarla, dopo quella notte d'amore che finalmente avevano vissuto, ora l'eremita si sentiva schiacciato dalla prospettiva di doversi separare da lei per altri tre anni. Lentamente, senza fare rumore, si diresse verso il bordo del letto in cerca dei vestiti. Neanche un secondo, che si sentì tirare un braccio.
«Vai già via?»
Il tono basso con cui Tsunade aveva parlato non era nè sensuale nè arrabbiato, solo colmo di una profonda tristezza. L'eremita allora si avvicinò nuovamente a lei, abbracciandola e cullandola, mentre le donava un altro bacio.

«Si. Devo farlo.»
Jiraiya parlò senza esitazioni, conscio di non poter agire diversamente. Una lacrima solitaria scese dagli occhi della bionda, ma fu l'ultima che versò.
«Allora vai. Fai ciò che devi. Io ti aspetterò, per decenni se necessario.»
Un sorriso malinconico curvò le labbra di Jiraiya.
«Tornerò prima che tu te ne accorga. Ti amo, Tsunade.»
E con queste ultime parole, si alzò e recuperò i vestiti, dirigendosi verso il cancello del villaggio, lasciando l'Hokage sola tra le lenzuola.
«Ti amo anch'io, Jiraiya...» disse in un sussurro, prima di sprofondare nuovamente nel mondo dei sogni.


Naruto fissava l'orizzonte dalla montagna degli Hokage, appollaiato sulla testa di suo padre, beandosi del panorama del suo villaggio avvolto nella luce dell'alba. Voleva imprimere quell'immagine nella sua memoria, perchè per tre anni sarebbe stato lontano dalla sua meravigliosa casa.
Ma non era il villaggio la cosa che voleva ricordare meglio di tutto. Un volto, il viso di una ragazza dagli occhi perlacei, era l'immagine che avrebbe fatto di tutto per non dimenticare.
Come se il suo pensiero avesse preso forma sentì dei passi leggeri dietro di lui, e non ebbe bisogno di voltarsi per riconoscere a chi appartenevano, mentre questo si avvicinava.

«Sapevo che ti avrei trovato qui...»
Hinata si sedette accanto a lui, poggiando la testa sulla sua spalla. Restarono così, accoccolati l'uno sull'altra, per quelle che sembrarono ore, senza dire una parola. Quel momento era perfetto, i due avrebbero voluto che durasse per l'eternità.
Ma la realtà tornò prepotente a bussare alla loro porta. L'ora della partenza era arrivata, e Naruto non poteva rimandare.

«È ora.»
Disse il biondo, infrangendo quella bolla di dolce oblio che circondava i due. Si alzò prendendo la mano della corvina, stringendola in un ultimo abbraccio.
«Vai, Naruto, fai ciò che devi. Io ti amo, ricordatelo. Torna presto da me.»
Il biondo si immerse in quegli occhi così simili a due bellissime perle, tanto splendidi quanto potenti, e fece la sua promessa.
«Ti amo anch'io, Hinata. Imparerò tutto ciò che posso il prima possibile, e quando tornerò non ti lascerò più. Te lo prometto.»
E la baciò nella luce dell'alba, mentre una leggera brezza li accarezzava.

Si staccarono, e il biondo fece un passo indietro, senza interrompere il contatto tra i loro occhi.
«Ciao, Hinata...»
E si lasciò cadere all'indietro, precipitando per qualche istante e poi sparendo a mezz'aria in un lampo giallo.
«Ciao, Naruto...»
Non era un addio, perciò entrambi avevano evitato di pronunciare quella parola. Si sarebbero rivisti, e sarebbero stati felici. Senza versare più una lacrima Hinata si voltò, incamminandosi verso casa.

Naruto apparve davanti al cancello del villaggio, dove Jiraiya lo aspettava con gli zaini di entrambi.
«Sei pronto?»
Il biondo lo guardò risoluto, e annuì. «Andiamo.»
E i due si incamminarono, diretti verso il luogo in cui risiedevano le origini dell'Uzumaki: il Villaggio del Vortice...


Hinata era seduta sulla riva del ruscello che attraversava il campo di allenamento 7, con i piedi nudi immersi nell'acqua.
Aveva preso la sua decisione, si sarebbe allenata per diventare forte come Naruto, e sarebbe stata al suo fianco per tutta la vita.
Un rumore dietro di lei attirò la sua attenzione, facendola sussultare. Si voltò, e dal folto degli alberi uscì lentamente il maestro Kakashi. Le era sempre stato simpatico, anche se quella maschera la metteva un po' in soggezione.
«Ti ho spaventata, Hinata? Scusami, non volevo.»
Hinata si rialzò, e si inchinò leggermente.
«No, no, assolutamente, Kakashi-sensei. Mi cercava, per caso?»
Kakashi la guardò con intensità.
«In effetti, si. Ho una proposta da farti.»

Notato che aveva catturato l'attenzione della corvina, il ninja-copia proseguì.
«Vedi, essendo il maestro di Naruto e Sasuke, in parte sono responsabile della rottura della squadra 7. È stata anche colpa mia se Naruto ha corso quegli enormi pericoli pur di riportare indietro Sasuke.
Voglio rimediare, per quanto possibile, e dato che il team 7 è stato provvisoriamente sciolto, ho tutto il tempo necessario per dedicarmi a ciò che ho in mente, sempre se tu sei d'accordo...»
L'espressione interrogativa di Hinata lo indusse a proseguire.
«Hinata, durante il tuo scontro con Neji ho notato che tu hai delle enormi potenzialità inespresse.
Kurenai è un'ottima maestra, su questo non c'è dubbio, ma il tuo stile di lotta è basato sul Taijutsu, e lei non è una grande esperta di questa specialità, quindi non può aiutarti a migliorare più di tanto.
Perciò... che ne dici di diventare mia allieva? Posso fare in modo di renderti forte come Naruto e Sasuke, se lo desideri.»

Hinata non credeva alle proprie orecchie, un ninja del livello di Kakashi Hatake si stava offrendo di insegnarle? Suo padre avrebbe fatto i salti di gioia all'idea.
«Sarebbe un grande onore, maestro Kakashi! Certo che sono d'accordo, e farò tutto ciò che posso per renderla orgoglioso di me!»
Un leggero sorriso increspò le labbra coperte dalla maschera dell'argenteo.
«Perfetto, mi piace il tuo entusiasmo. Se per te va bene, vorrei iniziare domani. Ti conviene andare a casa a riposarti, e faresti meglio a parlarne con tuo padre, così potrà regolarsi con l'insegnamento delle tecniche del Juken senza andare in conflitto con ciò che ho in mente di insegnarti. A domani, allora.»
Così il ninja-copia si voltò e si incamminò tra gli alberi, sparendo dopo qualche secondo nella boscaglia.


Hinata fece come Kakashi aveva suggerito, e quella sera durante la cena ne parlò con suo padre. Questo, come previsto, si dimostrò più che entusiasta della novità.
«Ti è stata data un'occasione irripetibile, Hinata. Kakashi Hatake è un ninja di prim'ordine, famoso anche al di fuori del Paese del Fuoco per le sue capacità. Diventare sua allieva ti renderà una kunoichi davvero temibile, dato che lui è più forte anche di me, e probabilmente di chiunque altro nel villaggio, al di fuori dell'Hokage e del Sannin Jiraiya.
Dovreste organizzarvi in modo da non far accavallare gli allenamenti con lui a quelli con la maestra Kurenai, non sarebbe giusto se Kakashi si sovrapponesse a quella che, dopotutto, è la tua sensei ufficiale.
Inoltre, c'è anche qualcosa che vorrei insegnarti personalmente. Vieni con me.»

Il capoclan si alzò, seguito dalla figlia, e si incamminò verso l'ala nord della villa.
Hinata si avventurava in quella parte della casa molto raramente, poichè era una zona nella quale non vi era nulla di importante. C'erano solo alcuni piccoli cortili interni, che non richiedevano la cura dei giardinieri più di una volta al mese.
Più volte, infatti, Hinata si era chiesta il perchè suo padre lasciasse che quella zona della casa rimanesse così poco curata, anzichè trasformare quei semplici pezzi di terra in dei giardini coi fiocchi.
Come se le avesse letto nel pensiero, Hiashi iniziò a parlare.

«Vedi, Hinata, in questa zona della tenuta è nascosto qualcosa di molto importante, forse il più grande tesoro degli Hyuga. È per questo che questa parte della casa è così poco curata e c'è così poca sorveglianza, per evitare qualsiasi sospetto che qui si nasconda qualcosa di così prezioso. Il miglior luogo per nascondere un tesoro è sotto gli occhi di tutti, e qui nessuno sospetterebbe mai che ci sia nascosto qualcosa di importante.»
Mentre parlava, Hiashi si fermò in uno dei cortili, perfettamente identico a tutti gli altri, e chiuse la porta alle sue spalle.
«Attiva il Byakugan, Hinata.»

La ragazza fece come richiesto, e notò qualcosa di strano: su di una parete, vicino a un angolo, era scritto sul muro uno strano kanji, che non aveva mai visto. Fece una prova: disattivò il Byakugan, e il segno scomparve. Quindi poteva essere visto solamente da un membro del clan.
Riattivò la sua abilità innata, e il segno si manifestò nuovamente a lei. Anche con il Byakugan attivo era così piccolo da passare inosservato, se non si sapeva dove guardare, renderlo invisibile significava farlo diventare veramente impossibile da trovare. Perchè? Cosa nascondeva di così importante?

Hiashi si avvicinò, con il Byakugan attivo, e Hinata si fece da parte. Il capoclan colpì il kanji con un Juken, e questo si illuminò di una luce fioca. In quel momento al centro del cortile si aprì una botola, sotto la quale si intravedeva una scalinata. Hiashi cominciò a scenderla, e Hinata lo seguì.
Dopo alcuni gradini giunsero ad una stanza buia, che il capoclan illuminò con una torcia presa da un supporto sulla parete di pietra.
Davanti a loro, si ergeva una lastra di pietra con incise delle scritture. Sembrava antica, e sulla cima di questa Hinata poteva scorgere chiaramente il simbolo del clan Hyuga.

«È abbastanza risaputa l'esistenza della Stele degli Uchiha, sepolta nel loro tempio. Ben pochi, invece, sanno dell'esistenza di questa: la Stele degli Hyuga, sulla quale sono riportati i più antichi segreti del nostro clan e della nostra abilità innata.»
Hiashi si fermò, guardando negli occhi la figlia.
«Capisci perchè ti ho portata qui, Hinata? Solo il capoclan ha diritto a leggere i segreti scritti su questa lastra di pietra. Mettendoti a conoscenza di questo segreto, ti sto praticamente dichiarando l'erede del ruolo di capoclan, sto mettendo nelle tue mani il futuro della nostra famiglia. Non deludermi, Hinata, questa è la mia più grande prova di fiducia.»


Hinata chiuse gli occhi, sotto il peso di quelle parole, mentre il suo cuore accelerava.
Suo padre l'aveva considerata una fallita per tutta la vita, e lei non aveva mai fatto nulla per dimostrargli il contrario. Solo negli ultimi tempi, quando aveva cominciato a provare il desiderio di diventare più forte, suo padre aveva iniziato ad apprezzarla, e ora le stava praticamente affidando il futuro del clan.
Non lo avrebbe deluso, avrebbe dato tutta sè stessa per diventare forte quanto lui, e lo avrebbe anche superato. Sarebbe stata la migliore capoclan che gli Hyuga avessero mai avuto. Riaprì gli occhi, con una nuova risolutezza.

«Non vi deluderò, padre. Terrò alto l'onore degli Hyuga, e vi renderò orgoglioso di me!»
Era una promessa, nessuno l'avrebbe più fermata, e quando sarebbe tornato, lei sarebbe stata capace di stare al fianco di Naruto senza sentirsi inferiore.
"Naruto, quando tornerai, sarai fiero di ciò che sarò diventata..."
I due uscirono dalla cripta, dirigendosi verso le camere. Davanti a Hinata si stendeva un futuro roseo come non mai.


 

Fine Prima Parte


 


 

Spazio autore:
Siamo così giunti alla fine di questa storia, iniziata nel fatidico giorno in cui feci l'orale del mio esame di maturità: 25 giugno 2014, il giorno dopo il mio diciannovesimo compleanno.
Tornato a casa dopo l'interrogazione non potei aspettare per pubblicare il prologo di questa storia, che avevo preparato per tutto il mese precedente, nonostante lo studio mi avesse già preso così tanto tempo.
Ma non mi sarei mai aspettato di ricevere un'accoglienza così calorosa, un esordio del genere era inimmaginabile per me, perciò grazie mille a tutti!

I miei migliori ringraziamenti sono rivolti a:
(scusate se non vi cito tutti, ma siete davvero tantissimi!)

-i 52 che hanno inserito la storia tra le preferite;
-i 14 che l'hanno messa tra le seguite;
-i 95 che l'hanno segnata tra le ricordate.

Ma ovviamente ringrazio anche tutti i lettori silenziosi, che pur non avendo lasciato traccia del loro passaggio hanno apprezzato il mio impegno, e spero che mi seguano per il resto della mia avventura.

Una speciale dedica è d'obbligo per Xandalphon, il primo che mi ha dato l'idea di iniziare a scrivere. All'inizio ero dubbioso su quanto effettivamente fossi capace di inventare una storia, ma il suo incoraggiamento mi ha portato a fare una prova, e da essa è nata questa storia. Posso attribuire a lui il merito per questa mia primissima fanfiction, diciamo che lo considero il “padrino” di questa storia, e non posso che ringraziarlo di cuore per questo mio esordio, accolto con così tanto entusiasmo.

Grazie a tutti voi per il vostro sostegno, spero che il resto di questa saga vi piaccia quanto questa prima storia, e anche di più. Seguitemi nel secondo capitolo della saga di “Rikudou Legacy”: Un Lungo Viaggio!

Un saluto, crazyfrog95

   
 
Leggi le 20 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: crazyfrog95