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Autore: TheIronMaiden    28/11/2014    3 recensioni
In principio ci furono la guerra, le perdite dolorose, le paure. Poi giunsero la pace e la serenità, ma nel petto di Naruto Uzumaki e Hinata Hyuga è rimasto un vuoto.
Quanto possono dei piccoli e all'apparenza insignificanti momenti essere in grado di far sbocciare qualcosa che è già stato seminato da tempo? Può un singolo germoglio riempire un buco nel cuore?
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Dopo la guerra si erano incrociati qualche volta, avevano scambiato qualche parola, ma Naruto non sembrava ricordarsi della dichiarazione d'amore di Hinata, né delle due volte che si era quasi sacrificata per salvargli la vita. La ragazza si tormentava ogni sera chiedendosi come potesse aver dimenticato qualcosa del genere, ma alla fine la sua voce interiore la mandava a dormire delusa, ricordandole che probabilmente Naruto si comportava così perché non riusciva a vederla come qualcosa di più importante di una semplice amica.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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boooo
EveryMoment
•Chapter 2
Fear


Quella settimana piovve un sacco, e anche la domenica che ne stabiliva la fine fu uggiosa e umida come non mai. Hinata sbuffò sommessamente, lisciandosi la gonna del kimono lilla che indossava e lanciando un'occhiata fuori dalla finestra, osservando il modo in cui le gocce di pioggia andavano a schiantarsi rumorosamente contro ai vetri.
"Sarebbe opportuno organizzare un altro incontro per discutere anche delle questioni finanziarie, dato che quelle diplomatiche sono appena state sistemate, fortunatamente" sorrise uno degli Anziani, rivolgendo la sua attenzione a Hiashi. Egli sorseggiò un po' del suo té verde tiepido, poi ripose la tazza di ceramica nera sul tavolo con un gesto misurato. Hinata lo osservò da sotto la sua frangetta, chiedendosi se suo padre avesse apprezzato i suoi interventi durante quella riunione. Non aveva mai balbettato, e più di una volta aveva scorto le teste degli Anziani dondolare su e giù in segno di approvazione mentre aveva spiegato loro quali fossero secondo lei i metodi migliori per rafforzare i legami con le altre casate e gli altri Paesi, in modo da renderli duraturi anche in tempi di pace come quelli. Una pace che poteva finire da un momento all'altro, ne era consapevole, ma l'ottimismo di Naruto l'aveva contagiata, e aveva voluto provare a infonderlo anche ai restanti membri della sua nobile famiglia. "Direi di fissare la riunione per la prossima settimana, in modo da preparare i bilanci e i piani di rilancio per i mesi a venire. Non che ci siano particolari problemi, attualmente possiamo vantare  una stabilità economica eccellente."
Hinata sospirò leggermente, tornando a guardare fuori dalla finestra, sentendosi terribilmente stanca. Quello era il suo futuro: infinite e formalissime riunioni, allenamenti estenuanti e la scomodità di doversi infilare un kimono quasi ogni giorno in casa sua. Hanabi era stata decisamente più fortunata, ma in fondo Hinata non l'avrebbe mai condannata a sopportare il peso di una tale responsabilità. Molti l'avrebbero considerato un gesto egoista; sua sorella minore si era sempre dimostrata più forte e capace di lei, che invece era l'erede e si presupponeva dovesse tirare fuori qualità maggiori. Hinata aveva lottato per tutta la vita per mostrare tali qualità, e ogni sera andava a dormire esausta, sia mentalmente che fisicamente. Solamente durante la guerra era riuscita a dimostrare al suo clan quanto valesse, e da allora era stata inserita nelle riunioni del clan e la luce negli occhi degli Anziani aveva cominciato a brillare un po' di più in sua presenza, soprattutto quando riusciva a far valere la propria linea di pensiero. Tuttavia la paura di sbagliare, di tornare a essere considerata l'anello debole della famiglia, era troppo grande per permetterle di condannare sua sorella a una vita del genere.
"La riunione si può considerare terminata."
La voce di Hiashi la riportò coi piedi per terra, e finalmente Hinata poté alzarsi, inchinarsi e girare i tacchi per tornare in camera sua.

Dopo essersi tolta lo scomodo kimono per indossare la tuta scura da allenamento finalmente Hinata si sentì di nuovo sé stessa. Legò i capelli in una coda morbida e si preparò a uscire per affrontare un paio di ore di allenamento giornaliero, chiedendosi se avrebbe trovato anche Shino, Kiba e Akamaru al loro solito punto di ritrovo pomeridiano. Nonostante la guerra fosse finita il loro team era rimasto intatto, e oltre ad affrontare le missioni in squadra, i ragazzi continuavano ad allenarsi assieme come ai vecchi tempi.
"Signorina Hinata, sta andando ad allenarsi?"
La voce di Hanabi le strappò un piccolo sorriso. "Sì, e non c'era bisogno che imitassi Ko-san in questo modo, potrebbe offendersi" le ricordò, lanciandole un'occhiata divertita. La sorella minore la affiancò, i lunghi capelli scuri ma privi dei riflessi violacei tipici di quelli di Hinata sciolti sulle spalle. "L'ho convinto a restare a casa, oggi ti accompagno io all'allenamento" annunciò con una certa solennità la tredicenne Hyuga. Hinata sorrise, divertita da quel comportamento, eppure certa che Hanabi sarebbe stata in grado di difenderla sul serio, nonostante fosse più piccola di lei.
Il silenzio che le accompagnò lungo il tragitto per il bosco non fu pesante, ma gradevole, ricco di intimità. Hinata e Hanabi non avevano mai avuto modo di sviluppare un rapporto affettuoso e di fiducia, gli anni e l'educazione rigida ricevuta le avevano rese troppo diverse e troppo lontane nonostante vivessero sotto allo stesso tetto, ma la guerra era riuscita a cambiare anche quello. Hinata si ritrovò a pensare che forse, in fondo, tutta quella sofferenza era stata ripagata in qualche modo.
"So dove sei stata l'altra notte" esordì Hanabi quando imboccarono il sentiero tra le fronde, spingendola a pentirsi dei suoi pensieri amorevoli nei confronti della sorellina. La maggiore si sentì arrossire e abbassò lo sguardo, cercando di resistere alla tentazione di torturarsi le dita. "Non pensare male, sono stata poco bene e N-Naruto-kun si è offerto di ospitarmi a casa sua per accertarsi delle mie condizioni" cercò di giustificarsi, ma il ghigno che si dipinse sul volto della sorella le fece desiderare di essere risucchiata all'istante sotto terra. "Certo, accertarsi delle tue condizioni! E adesso è così che chiamate..." "Hanabi!"
La minore ridacchiò a quell'ammonimento, scrollando le spalle e tornando più seria. Quando si sforzava di assumere quel cipiglio severo assomigliava un sacco a Neji, dovette riconoscere Hinata con un tuffo doloroso al cuore. Suo cugino le mancava un sacco; le mancava il modo in cui riusciva a incoraggiarla, a farla sentire grande nonostante fosse piccola come una formica, in cui senza bisogno di parole la spingeva a lottare e migliorarsi dopo giorno. Hinata era cambiata molto negli ultimi anni, certamente grazie all'influenza positiva di Naruto, ma anche e soprattutto grazie a quello che Neji aveva fatto per lei, aprendole gli occhi e dimostrandole che anche la persona più fragile al mondo poteva ottenere qualsiasi cosa, lottando strenuamente per farcela. Da allora non si era più arresa senza almeno aver provato a combattere.
"Comunque ti piace, no? Naruto, dico" insistette la più giovane, e Hinata non riuscì più a resistere alla tentazione di unire le dita tra loro e iniziare a giocherellarvi come una bambina. "Sarebbe una bugia dirti di no, e poi lo sapevi già" sussurrò pacatamente, rossa in volto. La pioggia aveva già inzuppato i loro abiti e capelli, ma le due Hyuga erano abituate ad allenarsi anche sotto alla neve, un po' d'acqua non era di alcun fastidio. "E perché non insisti, non fai qualcosa per prendertelo? Voglio dire, non nasconderti dietro alla scusa che papà non approverebbe. Ormai Naruto è un eroe al Villaggio della Foglia, e poi..."
Hinata la bloccò con un gesto della mano, e il rossore sulle sue guance si fece improvvisamente più tenue. Fece un passo avanti, mettendosi davanti alla sorella, trattenendo il fiato.
Le era parso di sentire un rumore di rami spezzati che istintivamente l'aveva messa in guardia. Attivò il Byakugan e riuscì a notare due figure nascoste tra gli alberi prima che un'esplosione la scagliasse dritta contro il tronco di un albero...

Naruto aveva passato due ore ad allenarsi più per noia che per reale necessità, e si stava infilando la felpa quando un'esplosione non molto distante dal punto del bosco dove si trovava lo fece sobbalzare, cogliendolo alla sprovvista e mandandogli il cuore dritto in gola.
"Ma che diamine...?" Alzò lo sguardo al cielo, dove una nuvola di fumo scuro iniziava ad alzarsi dai rami scheletrici. Un brutto presentimento gli fece mancare il respiro, e persino Kurama sembrò svegliarsi dal suo pisolino pomeridiano per controllare che tutto fosse a posto. Il ninja raccolse in fretta e furia le sue cose e balzò tra gli alberi impulsivamente, pronto ad affrontare qualsiasi pericolo lo stesse attendendo poco più in là.  
Il forte e acre odore di bruciato gli invase le narici non appena ebbe raggiunto il luogo dell'esplosione, e fu costretto a socchiudere gli occhi per evitare che iniziassero a lacrimare. Si nascose dietro al tronco spesso di un castagno e si sporse leggermente per studiare il sentiero, ormai praticamente invisibile, inghiottito dalle fiamme e dal fumo. Dopo qualche istante riuscì finalmente a individuare delle figure; due erano stese a terra, altre tre in piedi e in movimento. Naruto immaginò si trattasse di uno scontro tra rivali, forse dei banditi avevano cercato di derubare dei mercanti, ma quell'esplosione aveva poco di naturale, e ne ebbe la conferma quando finalmente il fumo si diradò leggermente e lui poté distinguere chiaramente le figure di Hinata e sua sorella.
Ebbe la chiara percezione del cuore che gli si fermava nel petto davanti a una scena del genere, e la consapevolezza di essere arrivato troppo tardi per difenderle lo colpì in pieno stomaco, mozzandogli il fiato.

Hinata aprì gli occhi lentamente, e la prima cosa che le risultò ben chiara fu il fischio sommesso e perpetuo che la assordava, provocandole dolore ai timpani. Sbatté le palpebre più volte, lasciandosi sfuggire un gemito di dolore non appena fece per mettersi seduta. I ricordi arrivarono rapidi, aiutati dalla paura e dalla sensazione di pericolo che le faceva formicolare tutto il corpo. L'esplosione, la realizzazione di non essere riuscita a reagire in tempo... "Hanabi!"
Prese a guardarsi attorno freneticamente, tossendo a causa del fumo che insistente le si insinuava tra le labbra e nelle narici, annodandole la gola fino a farle male.
Attorno a lei il fuoco crepitava, e il terreno umido aveva già iniziato ad assorbire il sangue che la circondava. Era suo o di sua sorella? Il panico le torse le viscere e le fece palpitare il cuore così forte che temette di vomitarlo lì davanti. Ricordava di essersi posizionata davanti a sua sorella mentre il terreno si apriva davanti ai loro piedi, sputando fuori una bolla di fuoco enorme che le aveva scagliate a parecchi metri di distanza. "Sono qui!" le urlò Hanabi, posizionandosi di fronte a lei. Hinata allungò una mano, senza riuscire ad afferrarla. Non c'era sangue su di lei, solo qualche graffio che riuscì a scorgere sul suo profilo reso duro dallo stress emotivo di quel momento.

Naruto aveva già provato qualcosa del genere, ma ogni volta si sorprendeva di quanto la rabbia fosse difficile da controllare, di quanto sarebbe stato più semplice lasciare che la sua vista diventasse rossa e il suo corpo agisse da solo, guidato solamente dall'odio. Vedere Hinata ferita e così debole da non riuscire nemmeno ad alzarsi in piedi perché ancora una volta aveva protetto con il proprio corpo quello di una persona che amava era qualcosa di troppo doloroso, ed evocava ricordi che lo facevano sentire di nuovo un bambino terrorizzato e confuso.
Eppure era stata proprio lei, quella ragazza fragile e coraggiosa che lo guardava con gli occhi madreperlati sgranati dalla preoccupazione, a cancellare tutto l'odio dal suo cuore e a renderlo una persona migliore, quasi un uomo ormai, ancora in grado di credere nei propri ideali e combattere per difenderli.
Hanabi, il Byakugan attivato, si lanciò con un urlo verso i tre uomini che si erano parati di fronte a lei, iniziando a combattere con una maestria e un'eleganza che soltanto uno Hyuga poteva permettersi. Ogni calcio, ogni pugno erano parte di una danza che solo i membri della nobile famiglia conoscevano ed erano in grado di praticare.
Naruto scosse il capo e si lanciò in avanti dopo aver creato una copia di sé stesso, deciso a cogliere alla sprovvista i tre che gli davano le spalle e stavano dando filo da torcere alla ragazzina. Con un Rasengan li catapultò lontano, in tre direzioni diverse, e mentre il suo duplicato e la giovane Hyuga correvano in direzioni diverse per accertarsi di aver sistemato i nemici, lui corse verso Hinata con un movimento rapido e naturale, come se al mondo non esistesse altro e tutto ruotasse attorno a lei. La ragazza giaceva a terra, sofferente, in un lago di sangue. L'esplosione le aveva provocato profonde ferite sulle braccia e sul torace, mentre le gambe sembravano non riuscire a sostenerla. Le passò delicatamente una mano sotto al collo e fece scivolare l'altra lungo la curva della sua schiena, alzandola leggermente dal terreno.
"Hinata! Hinata, stai bene?" La sua voce gli risultò estranea, ovattata, carica di rabbia e di un timore così profondo da faticare a credere di provarlo davvero.
Lei cercò lo sguardo di lui attraverso le folte ciglia scure e alzò una mano tremante per posargliela sul volto. Con il pollice sfiorò le linee sulle sue guance, annuendo leggermente.
"Perché l'hai fatto? Perché ti sacrifichi sempre così?" le chiese con voce estremamente bassa, alzandosi lentamente in piedi, reggendola tra le braccia senza alcuna fatica.
"E' il mio modo di essere ninja, Naruto-kun... Me l'hai insegnato tu. Non abbandonerei mai le persone che amo..." sussurrò affaticata, così stanca da non riuscire nemmeno a balbettare o arrossire come faceva sempre in sua presenza. Naruto sentì un groppo in gola e qualcosa liberarsi all'interno del suo stomaco, come uno stormo di farfalle impazzite che gli provocarono un brivido lungo la schiena.
Mentre Hinata chiudeva gli occhi lui schiuse le labbra, stringendola a sé. "Nemmeno io ti abbandonerei mai" le rispose sottovoce, ma lei probabilmente non poté sentirlo.
Per la prima volta Naruto Uzumaki si rese conto di aver provato una paura diversa da tutte quelle che aveva affrontato nei suoi diciotto anni di vita: il terrore indomabile e spaventoso di perdere Hinata.


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Angolo dell'Autrice

E' davvero un piacere vedere che c'è chi mi recensisce e anche chi decide di seguire questa storia in silenzio (anche se mi azzardo a invitarvi a scrivermi senza problemi, fa sempre piacere leggere qualche recensione in più!). In ogni caso è bello sapere che la storia vi piace, e direi che mi basta! Questo è stato un capitolo incentrato molto sulla famiglia e sul carattere di Hinata e la sua predisposizione a sacrificarsi per chi ama, come abbiamo visto più volte con Naruto e come a quanto pare vedremo in The Last con Hanabi. Qualcuno sperava di leggere il risveglio dopo la notte passata assieme nel primo capitolo, e mi tocca annunciare che essendo una storia breve ci saranno balzi temporali non troppo grandi, ma significativi perché la storia li richiede. Premetto che il prossimo capitolo è probabilmente quello che ho preferito scrivere e a cui sono più affezionata, sicuramente recupererà la tenerezza che non ha avuto troppo modo di uscire fuori in questo, e non vedo l'ora di pubblicarlo. Spero anche voi siate curiosi di leggerlo. A prestissimo!



  
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