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Autore: Nami93_Calypso    30/11/2014    4 recensioni
“La sua relazione si era trasformata da un rapporto fatto di amore, coccole, tenerezza, ad uno sterile legame composto da abitudine, noia, svogliatezza.”
Un viaggio tra i pensieri, le emozioni e le sensazioni di Nami intrappolata in una relazione senza amore. Come si evolverà e come si risolverà la situazione?
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* Storia partecipante alla Challenge ' One Piece... emotions' *
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nico Robin, Trafalgar Law, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Coraggio

Trafalgar non le aveva ancora risposto e lei non lo accettava.
Capiva che fosse arrabbiato con lei e che non volesse perdonarla ma non era questo che gli chiedeva. Come minimo doveva darle la possibilità di spiegarsi.
Così, la mattina dopo, decisa ad incontrarlo ma visto che non collaborava chiese a Kaya i suoi orari e si presentò fuori dalla loro aula alla fine dell’ora che precedeva la pausa pranzo.
Si appostò in un punto da cui poteva vedere le porte ma in cui lei non potesse essere vista.
Quando vide i primi studenti riversarsi fuori si preparò all’agguato.
Non appena riconobbe un cappello familiare si lanciò nella folla, prese il ragazzo per un braccio e lo trascinò in malo modo lontano da quel marasma.
“Ehi!” protestò lui non appena si rese conto di quanto stava accadendo, voltandosi verso i suoi amici che lo guardavano un po’ sorpresi.
“Vieni con me” disse Nami uscendo all’aria aperta senza mollare la presa.
“Non essere insistente Nami-ya” fece lui arrestandosi e divincolandosi per poi fulminandola con uno sguardo.
“Non mi sembra che quando tu mi hai ignorato io ti abbia rapito” proseguì in tono gelido.
“Ah no? E allora chi era quello fuori dalla mia aula?!” fece lei soddisfatta di averlo messo in difficoltà.
“E comunque volevo semplicemente che mi dessi la possibilità di spiegarmi e scusarmi” continuò, decisa a chiudere quella faccenda.
Il ragazzo la osservò per qualche attimo soppesando le sue parole.
“E va bene” acconsentì dirigendosi verso la panchina più vicina senza aspettarla.
Si sedettero uno accanto all’altra.
“Senti” iniziò subito lei “mi dispiace averti trascinato in questa situazione, è stato un gesto molto scorretto. Stavo passando un periodo  un po’ difficile con il mio ragazzo e non ho pensato troppo alle mie azioni e alle loro conseguenze. Tu non hai nessuna colpa, e nemmeno lui. Sono io l’unica che ha sbagliato.”
Nami lo guardò. Era molto concentrato su di lei e sembrava comprendere la situazione senza però perdere il suo cipiglio severo.
“E ora cosa hai intenzione di fare?” le chiese.
“In che senso?” domandò lei perplessa.
“Con… Rufy?! Si chiama così, giusto?!” rispose lui riflettendo se fosse quello il nome giusto, nome che non mancò di procurare una fitta al cuore della ragazza.
“Sì, Rufy” sussurrò abbassando lo sguardo.
“Con lui ho già parlato. Ci siamo lasciati” proseguì.
“Mi dispiace” fece lui, un po’ a disagio nel vederla così abbattuta.
“Non preoccuparti, era la cosa migliore” gli rispose asciugandosi una lacrima solitaria.
Un dubbio si fece strada nella mente di Law.
“E tu oggi sei qui unicamente per darmi spiegazioni?”
“Sì”
“E per scusarti?”
“Sì…” ripetè lei. Non capiva dove volesse andare a parare.
Lui portò in avanti il busto e appoggiò i gomiti sulle gambe incrociando le mani davanti al viso, con lo sguardo pensieroso.
“Sai, spesso quando una ragazza lascia un ragazzo… In breve tempo ne trova un altro”
Nami lo guardò un po’ perplessa.
“Questa micro lezione di psicologia da dove arriva?!” domandò sarcastica.
“Quello che voglio dire è” riprese gelandola con lo sguardo “non è che per caso tu abbia lasciato lui così da avere la possibilità di stare con me?”
Law credeva a quello che stava dicendo e un po’ ci sperava. Infondo quella ragazza gli piaceva e ora non c’era alcun motivo per cui non potessero approfondire la loro conoscenza.
La vide spalancare occhi e bocca in un’espressione stupita.
“C-cosa?” riuscì finalmente a pronunciare lei.
“No no no ti sbagli!!!” disse alzandosi e scuotendo le mani in un gesto agitato.
“Non erano assolutamente queste le mie intenzioni!” proseguì mentre il tono della sua voce si alzava.
Law ghignò davanti a quella scena, compiaciuto dell’effetto che avevano avuto le sue parole.
“Ne sei sicura, Nami-ya?”  domandò con tono provocatore riportando la schiena contro le assi di legno della panchina.
“Sì!!!” urlò lei mentre il suo viso prendeva una leggera tonalità di rosso.
Possibile che non avesse capito proprio nulla quel baka?!
“Senti, trovo che tu sia una persona molto simpatica e soprattutto che potremmo andare molto d’accordo, perciò mi dispiace che ci siamo conosciuti in tali circostanze” disse lei ritrovando un po’ di controllo.
“Perciò, se tu vuoi, mi piacerebbe ricominciare tutto da capo” concluse porgendogli una mano e sorridendogli con le labbra e con lo sguardo.
Law non potè fare a meno di guardarla affascinato, di guardare quegli occhi così brillanti e quel sorriso così sincero.
Lo aveva sempre pensato, le donne erano delle creature straordinarie. Potevano portare dentro di loro dolori insopportabili senza mai mostrare debolezze e ostentando una forza che non si capiva se fosse autentica o meno.
E quella ragazza dai capelli rossi di fronte a lui non era da meno.
Nonostante tutto quello che aveva passato nei giorni seguenti, odio e ancora odio, proveniente da lui, dal suo ragazzo e da se stessa, trovava comunque il coraggio di guardare avanti, di trovare qualcosa di positivo in tutta quella situazione e soprattutto una cosa da non sottovalutare: il coraggio di stare sola. Perché non era una osa da tutte.
Senza alcuna difficoltà avrebbe potuto cercare conforto tra le sue braccia e invece aveva deciso di combattere i suoi demoni da sola.
La ammirava molto per questo.
Si alzò dalla panchina e strinse la sua mano, simulando un gesto di saluto.
“Piacere, sono Trafalgar Law” disse, accontentando la sua richiesta, come se si stessero conoscendo in quell’istante.
“Che scemo!” gli disse lei sgranando gli occhi e ridendo divertita.
Era una scena davvero buffa. Ma gli era molto grata per questo.
Ritrovò un po’ di serietà per potergli rispondere.
“Piacere, mi chiamo Nami”
Non sapeva cosa il futuro avesse in serbo per lei e che ruolo avrebbe ricoperto quel ragazzo ma non le importava: per il momento andava bene così.
 


Angolo dell’autore:
T.T
E così finisce questa long T.T
Chi sceglierà Nami? Law o Rufy? Rufy o Law? Ebbene, la risposta è: NESSUNO!
Esattamente, ho deciso così. Una donna non deve avere per forza un uomo al suo fianco per stare bene e non deve per forza scegliere tra due ragazzi, può scegliere anche se stessa!
Spero di non aver deluso nessuno con questa decisione.
E dopo questo leggero moto femminista passiamo a una cosa molto importante: i ringraziamenti!
Questa storia è stata per me molto importante, in primis perché è la prima long che porto a termine e perché devo dire sono anche soddisfatta di come sia uscita, e poi anche perché racconta molto di me…
Spero che a voi sia piaciuta e che vi abbia lasciato qualche cosa.
Per questo non posso non ringraziare le persone che mi hanno sostenuto (e questa volta voglio fare dei ringraziamenti fatti bene)
Ringrazio Emy per aver indetto la challenge permettendomi così di meglio strutturare la storia che già da prima avevo in mente e per essere stata sempre presente :)
Ringrazio Roxane_16 per il costante sostegno che mi dona, non solo in questa storia ma anche in ogni altra <3
Ringrazio anche LuNa_93, Bri Chan, rosadc per le recensioni
E infine, ma non meno importanti, ringrazio anche Amx89, doragun hitomi, Queen95, shera_darknight e SLN per aver letto e seguito la storia!
Alla prossima :*
   
 
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