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Autore: BlackMoon_    01/12/2014    2 recensioni
Chi è realmente Kyle? A cosa è dovuto il suo coinvolgimento con il popolo fatato? Seguite la storia e lo scoprirete!
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Regina della Corte Seelie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le fiamme vive si estesero verso l’alto nel cielo limpido, il fumo  nero e compatto pizzicava gli occhi , e da quelli dei due bambini scesero lacrime grigie, colorate dall’aria opprimente  e dalle ceneri provenienti dalla loro casa che intanto bruciava. La piccola creatura, prima scappata da Kyle e che poi li aveva condotti fuori, rimase  lì ad assistere a quella scena così straziante. Oltre a quelle dei due bambini si sentirono delle urla estranee e  poco dopo, dei rumori di passi pesanti si facevano sempre più vicini; sbucarono dalla fitta rette di alberi un uomo barbuto dagli occhi grandi e celesti e una serie di uomini vestiti di rosso; poco più lontano era visibile una grande vettura illuminata dalla luce blu che la sirena emanava. L’uomo, che apparentemente  viveva oltre quell’ammasso di verde, aveva avvistato da lontano il fuoco durante una delle sue passeggiate notturne; senza pensarci due volte aveva chiamato i pompieri, i quali erano accorsi subito per offrire il proprio aiuto. Anche all’arrivo degli altri mondani, la fata, tornata alle sue dimensioni naturali, ossia quelle di una donna adulta dai lunghi capelli violacei, non si era mossa, era rimasta insieme ai due fratelli come se volesse proteggerli; ma nessuno poteva vederla, fatta eccezione per Kyle che si accorse subito della sua presenza accanto a sé.
Un uomo dalla divisa rossa si staccò dai suoi compagni, i quali facevano del loro meglio per domare le fiamme, e si avvicinò ai piccoli superstiti di quella tragedia, si tolse il cappello giallo portandoselo vicino al cuore, e infine si inginocchiò dinnanzi a loro.
« Ciao bambini, io sono Paul» disse con in viso un sorriso finto e gli occhi spenti, aveva visto morire tante persone, e adesso dire a due bambini di essere rimasti orfani, sembrava essere ancora più terribile.
Kyle piangeva ancora, ma era più calmo rispetto a prima; questa volta fu Gabriel a perdere il controllo.
«Dov’ è la mia mamma, e il mio papà, dove sono?» urlò singhiozzando contro il pompiere, il quale dando un’occhiata allo scenario di dietro si accorse che i suoi colleghi stavano trascinando fuori dalla casa ridotta a un ammasso di cenere, due corpi anneriti.
Anche Gabriel li vide e corse loro incontro liberandosi dalla presa che Paul esercitava su di lui cercando di fermarlo. Si avvicinò rapidamente e si rese conto che per il momento non tutto sembrava  perduto, Greta era ancora cosciente, ma per poco. Kyle seguì il fratello maggiore e  pochi attimi dopo lo affiancava; entrambi si accasciarono a terra e afferrarono con dolcezza la mano della madre, la quale li guardava con aria compassionevole e carica di amore, ma mai malinconica.
« Va tutto bene» cercò di calmarli, fallendo miseramente, li guardò un’ultima volta «Sono felice che vi siate salvati. Sono….Felice» tossì  e i vestiti per metà bruciati si sporcarono di piccole macchie di un rosso accesso, poggiò la testa sul terreno umido, si voltò e  vide i bambini che piangevano ascoltando le sue parole « Dovete essere forti, so che lo siete. Oh, diventerete dei ragazzi così belli, avrete una bellissima famiglia come lo è la nostra. So che sarà così, me lo sento qui» posò una mano sul cuore che batteva piano, molto piano, troppo piano « Fate i bravi, studiate, comportatevi bene con gli altri bambini, mangiate sano, niente tatuaggi e niente gang motocicliste» raccomandò loro con lo stesso tono dolce e autoritario di sempre, abbozzò un sorriso stentato «Non mi resta ancora molto, ma promettete  che sarete forti». I bambini rimasero in silenzio rigando le guance con le lacrime. «Promettetemelo!» disse più forte la madre.
Kyle e Gabriel si dedicarono uno sguardo intenso  cercando l’uno la forza nello sguardo dell’altro, poi si rivolsero alla mamma « Lo promettiamo» fecero all’unisono con tono fermo e deciso.
Lo sguardo della signora Jones si posò su quello del primogenito « Prenditi cura di Kyle» gli disse piano «Vi amo così infinitamente, non dimenticatelo mai. Addio piccoli miei, la mamma vi vuole bene» ritornò a rivolgersi a entrambi i figli, si voltò un’ultima volta verso il corpo esanime del marito e sibilò piano «Jo, aspettami sto arrivando». Nonostante la vita la stesse abbandonando, guardava il corpo del marito con aria innamorata, esattamente  come lo guardava quando si erano fidanzati. Tutti i suoi muscoli si rilassarono, il movimento del petto divenne sempre più debole, lasciò calare le palpebre e smise di respirare, con la mano destra tra quelle piccole dei figli e con la sinistra ferma sul cuore che aveva smesso di battere, al di sotto di essa scintillava debolmente qualcosa, Kyle le afferrò : erano due collanine d’argento, una con la lettera G e l’altra con la K. Quando si era accorta che la casa stava andando in fiamme, la prima cosa che fece fu precipitarsi nella camera dei bambini per trarre almeno loro in salvo, ma la stanza era vuota e la finestra spalancata. La pervase un senso di sollievo, aprì un cassetto e vi estrasse i due ciondoli, ma prima che riuscisse a scappare, le fiamme si divulgarono anche nella cameretta e una trave di legno che andava a fuoco si staccò dal soffitto e le cadde addosso, facendola atterrare con forza a terra. Nemmeno quando i soccorsi l’avevano trascinata fuori aveva lasciato la presa delle iniziali dei propri figli, non a caso prima di morire li posò sul cuore così forte quasi sperasse che le potessero entrare dentro.
« Mamma» fece piano Kyle non rendersi del tutto conto della situazione «Mamma, mamma, mammaaaaaa» finì per urlare. Fu un grido isterico e disperato con il quale lasciava trasalire tutto il dolore della perdita. Scorse anche il corpo del padre steso per terra circondato da vari uomini. Questa volta non pianse, non urlò, non ne aveva più la forza, si limitò ad emettere un verso sommesso, mentre tirava con il naso. Il cielo si spense sotto una grande nube densa e i due bambini furono allontanati con forza dai due cadaveri, e riportati vicino gli alberi dove poco prima erano fermi, in compagnia della fata che adesso era scomparsa.
Rimasero per un paio d’ore appoggiati contro la corteccia di un grosso albero, grande abbastanza da contenere entrambe le schiene. A tratti si addormentavano tra le lacrime, per poi svegliarsi in preda agli incubi. Ogni volta che aprivano gli occhi, sempre più persone erano giunte. Poco dopo si avvicinò un uomo ben vestito che chiese loro se avevano parenti che si sarebbero presi cura di loro, ma sia Joseph che Greta erano figli unici e avevano perso entrambi i genitori anni prima, a quel punto  l’unica cosa logica da fare sembrava trasferirli in un orfanotrofio e sperare che una famiglia li  adottasse entrambi o solo uno di loro.
Dopo qualche ora, accorse goffamente una donnina paffuta con grandi occhiali che le cadevano sul naso che non faceva altro che imprecare. Preoccupata si avvicinò ai bambini con fare affettuoso e materno e si assicurò che stessero bene, per quanto possano stare bene dei bambini che hanno visto morire i propri genitori davanti gli occhi, li strinse forte al suo petto morbido. Nonostante quella non fosse loro madre, in un certo senso li rassicurò e diede loro un senso di conforto.
« Non andranno in nessun orfanotrofio, verranno a casa con noi, vero Carlos?» annunciò con un tono in parte minaccioso e autoritario verso il marito, che per primo aveva visto l’incendio e chiamato aiuto.
Mentre Gabriel accettò quasi subito la situazione, stanco di lottare, Kyle non ebbe la stessa reazione, scalciò e si dimenò come solo un bambino di 5 anni sapeva fare. Per quanto potessero sembrare persone per bene, quella non era la sua famiglia, i capelli corti e per metà grigi della signora non erano quelli lunghi e folti della madre e gli occhi azzurri che avevano un carattere vecchio non erano quelli verde brillante della loro mamma.
Nonostante il dissenso del piccolo Kyle, i due fratelli vennero portati a casa dei loro nuovi genitori al di là del boschetto,nel quale erano soliti giocare o fare interminabili picnic con i loro veri genitori. Appena entrati in quell’abitazione calda e accogliente dai colori smorti, si sedettero sul divano e sprofondarono in un sonno profondo sostenendo i loro corpi a vicenda.

NOTA: Mi scuso terribilmente per il ritardo ma mi si è rotto il pc :c Ad ogni modo questo è il secondo capitolo. Spero vi piaccia; vi invito inoltre a seguire questa storia e quella dii Amnesia, nella quale si è visto per la prima volta il personaggio di Kyle.

   
 
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