Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Ricorda la storia  |       
Autore: ReeJewel89    02/11/2008    23 recensioni
-Frankie! Frankie! No, ti prego! Big Rob è dall'altra parte della strada! Frankie!-urlò un altro ragazzo.
-Non ti serve Big Rob per fare il fratello!-rispose quel bimbo che doveva essere Frankie.
Ari sorrise alla scena, continuando a spingere Alice che divertita lasciava che il vento le scompigliasse i capelli castani, decisamente italiani per Los Angeles.
-Hai ragione, Frankie. Dai, vai a giocare. Ti aspetto qui!-rispose il fratello.
Guardava la scena divertita, e a giudicare dagli occhietti vispi di sua sorella non era l'unica.
Dedicata alle mie sisters che amo con tutto il cuore.
Il sequel di questa storia si intitola When everything is made to be broken.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Girls

Nota dell'Autrice: ho scritto questa storia senza il minimo scopo di lucro, per puro divertimento personale e di chi la leggerà. Ogni riferimento a fatti, cose e persone è (quasi) puramente casuale. I Jonas Brothers appartengono a loro stessi, ogni diritto sulle canzoni del suddetto gruppo è di proprietà della Hollywood records.

****

A Kim, perché ci siamo avvicinate grazie a loro.

A Trix, perché i nostri discorsi sono insostituibili.

Ad Alice, perché sta diventando grande.

A tutti voi.

****

Hello Beautiful.



Girl, I can tell you've been crying
And you needing somebody to talk to
Girl, I can tell he's been lying
And pretending that he's faithful and he loves you
Girl, you don't have to be hiding
Don't you be ashamed to say he hurt you
I'm your girl, you're my girl, we your girls
Don't you know that we love ya


-Girl Destiny's Child-


-Ari, dai andiamo al parco giochi!-

Un piccolo uragano di sette anni chiamato Alice trascinò con poca grazia la ragazza che la teneva per mano nel parco della trafficata zona di Los Angeles.

-Alice, dai.. oh e va bene. Andiamo,ma per poco. Dobbiamo passare a prendere la cena per questa sera.-

Alice, un metro e venti di dolcezza e determinazione, non perse tempo e corse ad arrampicarsi sulla struttura di legno nel grande parco.

Arianna, 20 anni da compiere, sorrise nascondendo il viso dietro i grandi occhialoni scuri. Che cosa ci faceva a Los Angeles, ancora non le era ben chiaro nonostante fosse cresciuta lì. Genitori stacanovisti sul lavoro, con poco amore per le coccole e una strana concezione di famiglia, avevano messo al mondo ben quattro figlie, i cui estremi ora si trovano in quel parco. Ari, così era chiamata da tutti, era la maggiore delle sorelle e la cosa che più si avvicinava ad un surrogato di madre per le altre. Alta e ambiziosa, iscritta al college con la speranza di diventare qualcuno e che quel qualcuno fosse possibilmente lontanissimo da studi legali e tribunali.

Guardando con occhio vigile la sorellina, si raccolse i capelli con una matita lasciando cadere delle ciocche qua e là. La diciannovenne Giulia, chiamata comunemente Trix, era un concentrato di ambizione, passione, testardaggine ed egocentrismo. Ari e Trix erano legate da qualche cosa di strano e profondo: erano sorelle, amiche, confidenti e, come piaceva pensare ad Ari, lei e le sue sorelle erano anime gemelle, mentre i ragazzi erano solo quegli individui carini con cui divertirsi, cosa che in effetti le due avevano preso come filosofia di vita e spesso, fin troppo alla lettera. "Legami seri, questi sconosciuti" dicevano sempre. La terza sorella, quella che ancora viveva nel mondo delle favole e che aveva decisamente una visione più romantica dell'amore, era Chiara, per il mondo Kim, quindici anni e un mare di sogni.

-Ari, vieni a spingermi sull'altalena?-

Ed eccola, l'ultima. Alice, 7 anni, secondo anno della Junor High School [quella che corrisponde alle elementari italiane] e tanta voglia di crescere, il concentrato delle tre sorelle maggiori in uno.

Ari sorrise vedendo la sua sorellina. Era fantastica, non c'era niente da fare. Era ormai iniziato settembre, era il primo giorno di scuola per lei e decisamente non era nel suo carattere starsene ferma per più di 20 minuti dopo un'estate passata tra surf, concerti con le sue pazze sorelle, viaggi più o meno ufficiali e tanto sano shopping.

La sorella maggiore gettò vicino ai suoi piedi la borsa e la cartella sorella, divertendosi a lanciarla in aria.

-Frankie! Frankie! No, ti prego! Big Rob è dall'altra parte della strada! Frankie!-urlò un altro ragazzo.

-Non ti serve Big Rob per fare il fratello!-rispose quel bimbo che doveva essere Frankie.

Ari sorrise alla scena, continuando a spingere Alice che divertita lasciava che il vento le scompigliasse i capelli castani, decisamente troppo italiani per Los Angeles.

-Hai ragione, Frankie. Dai, vai a giocare. Ti aspetto qui!-rispose il fratello.

Guardava la scena divertita, e a giudicare dagli occhietti vispi di sua sorella non era l'unica. Il ragazzo si appoggiò ad un'albero, nascosto dietro un paio d'occhiali scuri ed un cappello da baseball.

Le piaceva immaginare che tipo di persona poteva celarsi dietro un determinato atteggiamento, ma a bloccare la sua indagine psicologica fu il suo telefono.

Con un pò di perplessità rispose.

-Pronto?-chiese.

-Buon pomeriggio, chiamo dallo studio legale Lloyd & Ruggieri. Attenda in linea, le passo subito l'avvocato Ruggieri.-

-Va bene.-sbuffò.

-Chi è?-chiese Alice.

-L'avvocato Ruggieri amore. Vediamo se è mamma o papà.-

Quando l'odiosa musichetta finì, una voce decisamente maschile rispose.

-Pronto?-

-Papà?-chiese Ari sorpresa.

-Oh, Giulia! Bene, volevo parlarti.-

-Papà, sono Arianna.-

Ari alzò gli occhi e Alice con fare teatrale si diede una piccola sberla sulla fronte.

-Ah sì giusto, Arianna. Dove siete?-

-Sono al parco con Alice, la più piccola, nel caso lo scordassi. Ha 7 anni.-

Era quasi certa che suo padre stesse prendendo appunti, per la serie: "Arianna più grande, no Giulia, Alice 7 anni, piccola".

-Ah, bene. Salutala.-

Conversazioni imbarazzanti, le aveva sempre odiate.

-Ali, ti saluta Alfredo, ehm.. il papà.-

Alice con un'alzata di spalle corse verso lo scivolo, dove il bambino che aveva visto arrivare poco prima giocava.

-Fatto. Ti serviva qualcosa?-

-Ehm, sì. Non rendermi le cose difficili. Stasera io e mamma abbiamo prenotato per tutti e 6 da SoHo, per una cenetta in famiglia. Vi aspettiamo lì alle 9. Ora scusa, devo attaccare!Ciao!-

-Fanculo!-bisbigliò toccando il touch screen del suo iPhone.

Ogni minimo contatto con loro la metteva immediatamente di cattivo umore, cosa che non sfuggì alla sua sorellina che corse ad abbracciarla.

-Kevin, Frankie!Mi avete fatto prendere un colpo- sussurrò un energumeno avvicinandosi al ragazzo.

-Dai, Big Rob. Eravamo lì di fronte. E come vedi, sia io che la piccola rockstar stiamo benissimo.- rispose pacato con un sorriso.

-L'ho detto che non era una buona idea. Su, adesso muoviti. Dobbiamo andare.-

-Lascia divertire Frankie ancora un pò, dai.-

Big Rob aveva un aspetto da duro, ma quando riguardava i suoi ragazzi non era in grado di dire di no a niente, a dire il vero non era sicuro che si divertisse solo Frankie, visto che il giovanotto teneva d'occhio una giovane donna, con un paio di short di jeans molto corti che lasciavano scoperte le gambe leggermente abbronzate, e un top nero.

Frankie sembrava non accorgersi dell'arrivo di Big Rob e tutto preso aveva iniziato a giocare con altri bambini.

-Vedi, queste sono le cose che a volte mi mancano. Essere anonimo. Quanto ci è voluto a Frankie per fare amicizia con quella bimba dai capelli scuri?-

Big Rob lo ascoltò in silenzio, fissando il bambino che sembrava davvero divertirsi un mondo.

Ari raccolse di malavoglia le sua cose da terra.

-Ali, amore, dobbiamo andare a casa. Dobbiamo avvisare la Trix e la Kim..su, saluta il tuo amico.-sorrise.

-Sì, ciao Frankie! Ci vediamo domani a scuola!!-lo salutò allegra.

Frankie, capelli color miele e sguardo furbetto la salutò a sua volta con un sorriso solare correndo anche lui verso il fratello.

-Kevin! È lei la bambina che ti dicevo: Alice!-

Frankie indicò le due sorelle che uscivano ridendo dal parco, tenendosi per mano.

-Frankie? Tu la conosci?- chiese il fratello maggiore, mentre scrutava con interesse gli short di jeans.

-Kevin! Te l'ho appena detto! È quella che mi piace!-

-E ci credo..-borbottò.

Big Rob rise sommessamente, spingendo verso il Suv dei Jonas i due fratelli.

Quella sera, Kevin tentò di informarsi con molta disinvolutura dal fratellino, senza nemmno sperare di vederla ancora.

"It's never enough
you've heard it all before
it's money we adore, oh baby
it's never enough
what makes us all want more
it's never enough, oh baby"

Parcheggiata la sua Mini Cooper che condivideva con la sorella, Ari e Alice corsero verso l'ingresso, pronte per un arrivo trionfale. Le note di Never Enough si sentivano fin sulla strada, cosa non male considerando il fatto che a Beverly Hills (codice di aviamento postale 90210, of course) per ogni piccola trasgressione venivi additato come strano. Tutti, tranne loro. Diciamo che essere le figlie degli avvocati divorzisti delle star poteva avere anche dei vantaggi oltre a quelli economici. Una grossa mano l'aveva data loro la natura, dotandole di una buonissima dose di fascino, bellezza ed eleganza. Sì, anche di modestia.

"where am I from
since when did I need so many things.
where are your priorities?
But I love these modern luxuries"


Trix, solo all'anagrafe e ai suoi genitori -forse- nota come Giulia, era in piena fase esibizionista cantando sul divano, il corpo perfetto fasciato in un succinto completino intimo nero e viola, i capelli corti rosso scuro e il trucco marcato, ma non volgare, muovendosi come una Pussicat Dolls e usando una spazzola come microfono. Sull'altro divano Kim, in reggiseno e slip di una tenute tonalità di giallo con pizzetti, si muoveva imitando la sorella in tutto e per tutto. I lunghi capelli castani le ricadevano morbidi sulle spalle.

-Sorelleeeee!-urlò Ari divertita per salutarle.

Trix le fece l'occhiolino e Ari non se lo fece ripetere due volte. Si tolse la maglietta e rimanendo lei stessa in reggiseno, si mise a saltare sul divano seguita poco dopo da Alice, naturalmente quest'ultima vestita. Sì, si erano sempre divertite un sacco loro, e sempre avrebbero continuato a farlo.

****

Welcome everybody!

Innanzitutto, grazie per aver letto di vostra spontanea volontà questa storia. Non è la prima che scrivo, ne ho scritte diverse altre, ma è la prima che pubblico qui su EFP. Cercherò di aggiornare con scadenze regolari, la storia è quasi del tutto scritta ormai.

Un grazie particolare a tutti quelli che la leggeranno e ancor più speciale a chi lascia un commento.

I feedback sono sempre graditi e spesso aiutano l'autore.

Con affetto,

Ari

PS. Un grazie particolare alle mie sister. Vi amo.

PPS. La canzone che cantiamo sul divano è Never Enough di Belinda.


  
Leggi le 23 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: ReeJewel89