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Autore: AlexisRose    02/12/2014    1 recensioni
Questa é una storia sui Nightwish e sulla nuova cantante Floor Jansen. Premetto che la storia non conterrá fatti veritieri, il tutto per romazare la storia.
" Da quando tre anni prima Floor aveva rotto la sua amicizia con Tuomas la sua vita non era stata più la stessa. Serate brave e notti alcoliche avevano contornato gli ultimi anni. D'altronde il primo amore non si scorda mai. Lui però aveva la sua musica, mentre lei... non si bastava. Ora però stava ricostruendo pezzo per pezzo la sua vita, cercando di recuperare l'amicizia con il tastierista e facendosi strada nel mondo della musica. Certo, mai si sarebbe aspettata di trovare il lupacchiotto fuori dalla sua porta quella mattina..."
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jukka Nevalainen, Marko Hietala, Nuovo personaggio, Tuomas Holopainen
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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19/09/2009 ~ Hartwall Areena - Helsinki, Finland.   Ore 03:45

Avevo passato tutta la serata a distribuire birra ed ora stavo rimettendo tutto a posto, in vista della tanto agognata ora di chiusura. 

Meno male che avevo trovato un modo per entrare al concerto. I biglietti erano andati sold-out mesi prima e per tutto quel tempo avevo escogitato un modo per assistervi. A qualsiasi costo.

La mia cara amica Jenni mi aveva gentilmente offerto di lavorare al chioschetto dell'arena, che per fortuna si trovava in una posizione abbastanza decente da poter vedere il palco. Avevo accettato subito. I ragazzi non vogliono la birra quando i loro idoli stanno suonando, quindi ebbi tutto il tempo per godermi il concerto e scatenarmi dietro il bancone. 

Peccato per la bolgia post-concerto! era stata un'impresa ascoltare mille voci che in finnico le ordinavano da bere. Per fortuna c'era Jenni, che prendeva gli ordini e faceva spillare la birra a me. Ora però se n'era andata via con il suo ragazzo, un vichingo alto e biondo che le aveva fatto perdere la testa, lasciando il compito di chiudere a me.

Stavo giusto per togliermi il grembiulino quando una voce mi destó dai miei pensieri.

antaisit minulleolut, kiitos ? - disse un moro riccioluto dalle ciocche rosse accasciandosi sul bancone.

- eh? Scusa non parlo finlandese e la mia amica non c'é... Vorresti... Una birra immagino?- chiesi riconoscendo a scoppio ritardato il tastierista piú figo dell'universo.

- si, grazie. Se non é un problema, ovviamente- disse lui sorridendo debolmente.

Gli feci passare una birra davanti agli occhi e lui si sveglió immediatamente, iniziando a trangugiare il contenuto dal bicchiere. Mi sembrava insofferente. Che stesse male? Tentai la sorte e glielo domandai.

- no, solo un po' giú di morale. É l'ultima data del tour e francamente stasera abbiamo fatto pena. - disse lui apertamente

Decisi che se quello era il mio giorno fortunato, tanto valeva approfittarne. Mi tolsi il grembiule e mi sedetti di fianco a lui, in versione barista-psicologa-dei-miei-stivali.

guarda che proprio schifo non avete fatto. Certo, la voce stasera non era delle migliori.. Per non parlare dell'acustica di questo postaccio, ma dai! Siete fantastici lo stesso!- dissi cercando di essere convincente.

- caspita, che ragazza diretta! vorrei solo capire cos'é andato storto esattamente. Rivedere tutto da capo. Se solo avessi acconsentito a riprendere il concerto a quest'ora non sarei cosí incazzato!- disse lui finendo la birra e sbattendo il bicchiere sul bancone.

Io mi zittii, combattuta tra il dirgli la veritá o stare zitta. Optai per la veritá, al limite mi sarei beccata un'altra denuncia firmata Finlandia! Yuppiiii! Un altro pezzo da aggiungere alla mia collezione! 

- ehm.. A dire la veritá... Io... Avrei... REGISTRATOTUTTO- dissi alzandomi di fretta dalla sedia ed allontanandomi in previsione della sua reazione.

- tu coooosa???? ... ... ... ... FAMMENE UNA COPIA TI PREGO! Ma come hai fatto? Da qua non é che si vede granché..- disse lui sorridente ma titubante.

- ehm... Diciamo che ho nastrato una telecamera al pilone davanti al palco prima del concerto...- dissi abbassando lo sguardo imbarazzata. 

- andiamo a prenderla!- disse entusiasta prendendomi per mano e trascinandomi verso il pilone.

Subito lo fermai, dicendogogli di darmi due minuti cosí avrei chiuso il chiosco.

Dopo cinque minuti esatti eravamo sotto il pilone.

- é quella cosa lassú?- disse Tuomas guardando in alto e deglutendo per la paura

- yes! La mia piccola! Tranquilla Candy, la mamma adesso ti viene a recuperare!-

Detto questo iniziai ad arrampicarmi sul pilone. Arrivata a quota 10 metri guardai giú e mi trovai Tuomas con le mani nei capelli. Scesi piú in fretta che potei, legandomi la videocamera al collo. Trenta secondi ed ero giù. Fissavo il tastierista che intanto era diventato ancora più bianco di prima. Qualche secondo dopo riprese colore e mi prese per mano

- tu. Sei. Pazza. Adesso andiamo a vederci questo schifo di concerto! -

Fu cosí che mi ritrovai nella stanza d'albergo del mio idolo a riguardare il video del concerto mangiando pop corn e bevendo caffè.

Due ore dopo stavamo commentando il concerto senza peli sulla lingua.

- certo che Anette poteva risparmiarsi l'acuto stonato! Se live non ci arriva é inutile che ci prova ogni volta!- dissi io trangugiando pop corn e caffé insieme.

- esatto! Per non parlare della mia steccata finale nella chiusura di Over the Hills and far Away!- disse lui imitandomi e soffocandosi con il caffé.

Gli diedi delle pacche sulla schiena fino a quando non si riprese.

- ma tu com'é che te ne intendi tanto di musica? Suoni? - mi chiese una volta che si fu ripreso.

- no. Canto- risposi timidamente

E fu cosí che tutto ebbe inizio. 

Passammo un autunno insieme ad Helsinki, dove io cantavo la sera in un bar.

Passavamo le giornate insieme a parlare di musica, libri e ovviamente della Disney,

altra nostra passione in comune. La sera lui veniva ad ascoltarmi cantare rimanendo nascosto in fondo alla sala per non dare nell'occhio e quando finivo mi consigliava dei pezzi da preparare.

Il tempo volava e Novembre arrivó presto. Era tempo per lui di tornare a Kitee per iniziare il nuovo album. Ed io restai ad Helsinki, dove decisi di iniziare a frequentare il conservatorio, sotto suo consiglio. I mesi passavano e noi due rimanevamo in contatto. Ci sentivamo ogni sera grazie Skype. Il giorno del mio compleanno, il 21 Febbraio me lo trovai fuori dal teatro in cui avevo iniziato a lavorare con un mega pupazzo di Paperina in una mano ed un mazzo di girasoli nell'altra. Passammo la giornata insieme e mi disse che sarebbe rimasto li per due settimane. Presi un permesso lavorativo e trascorremmo i giorni insieme. Gli avevo proibito di andare in albergo, invitandolo a stare nel mio bilocale. Avrei dormito sul divano scomodo, ma almeno saremmo stati insieme. Man mano che passavano i giorni, mi resi conto che quello che provavo per Tuomas non era una semplice amicizia. 

Decisi di ignorare il mio cuore ed usare il cervello, facendo finta di niente.

La sera prima che partisse, stavamo facendo la lotta sul divano quando ad un certo punto ci trovammo col culo per terra. Il divano non aveva retto ed ora mi trovavo senza un giaciglio.

Tuom si offrí di lasciarmi il letto dormendo per terra , ma io rifiutai proponendogli di dormire insieme. Non se lo fece ripetere due volte. Ancora oggi non mi spiego il perché, dato quello che successe dopo.

Ci infilammo sotto le coperte a guardare Alice nel Paese delle Meraviglie. Mano mano che la pellicola scorreva mi trovai sempre piú vicina a Tuom, appoggiando la testa al suo petto mentre lui mi prendeva tra le braccia. Il film finí ed io spensi la tv senza spostarmi di un millimetro. 

- buonanotte Tuom- dissi io accoccolandomi meglio sul suo petto

- buonanotte Sydän - disse lui appoggiando la testa sulla mia.

Qualche minuto dopo non avevo ancora preso sonno. Il cuore mi batteva all'impazzata al pensiero del nomignolo con la quale mi aveva chiamata. Cuore. Dio! Mi aveva chiamata Cuore! Pergiove! Intanto notai che anche lui era sveglio. Sentivo il suo cuore battere forte tanto quanto il mio. Sará stato per il nome con la quale mi aveva chiamata o forse per il fatto che il battito del suo cuore era fortissimo, fatto sta che presi coraggio, alzai la testa e lo baciai.

Lui rimase fermo. Spiazzato. Poi mi prese il viso tra le mani staccandomi gentilmente da lui. Mi guardó negli occhi e si avventó sulle mie labbra. Continuammo a baciarci per ore. Ero finita sotto di lui e non aspettavo altro che approfondisse la questione, quando ad un tratto si staccó bruscamente.

 - é sbagliato Floor- disse alzandosi dal letto ed iniziando a recuperare la sua roba. Ero talmente scioccata che non collegai subito.

- devo andare. Scusa. Ci sentiamo.-

 

Cosí disse. 

 

Se ne andó.

 

Non ci sentimmo piú. 

 

Fu proprio in quel momento che il mio cuore, insieme alla mia vita, andò in mille pezzi.

 

22/10/2009 ~ Amsterdam, Holland.  Ore 15:30

Avevo lasciato Helsinki ed il lavoro come insiegnante ed ero tornata in patria due giorni dopo quel fatidico 19 Settembre. Ora, un mese dopo, stavo ancora facendo i conti con il mio cuore spezzato. Per fortuna però, avevo una distrazione: la musica. Appena tornata decidetti di sostenere l'audizione per entrare al Music Theatre di Amsterdam.

Il giorno dell'audizione portai la mia prima vera canzone scritta, cantata ed arrangiata da me.

Indovinate di chi parlava? ... Esatto.

Forse per la canzone o forse per l'enfasi con la quale l'avevo cantata, fatto sta che entrai.

Ora mi attendeva un anno di duro lavoro sulla mia voce. Non era un problema. Di tempo ormai, ne avevo da vendere. Lavoravo su me stessa giorno e notte, dormendo solo due o tre ore per notte. Solo il weekend mi concedevo uno stacco. 

Karen e Julian, miei compagni di studi facevano lo stesso. 

Cosí, tutti i weekend ci trovavamo in qualche coffeeshop a bere e beh... 

Prendere una boccata d'aria fresca, diciamo. 

Quelli erano i momenti migliori. 

Nessun pensiero per la testa, nessun cuore spezzato e quindi, nessun Tuomas Holopainen. 

 

Ora ero in teatro ad ascoltare la mia insegnante che mi diceva di smetterla di utilizzare solo la gola o mi sarei trovata con dei polipi all'etá di 30 anni.

Mi stava facendo fare quegli esercizi noiosissimi di respirazione ed espirazione, quando un biondo dagli occhi nocciola entrò. Mi sembrava di averlo giá visto.

- ops. Scusate, pensavo che questa fosse l'aula del Prof. Van der Bauden. Mi scusi Prof.ssa Vonbeispiel- disse il giovane iniziando a richiudere la porta

- Signor William Bishop mi faccia il favore, non dica stupidaggini! Ora venga qua e mi aiuti con questo magnifico esemplare di soprano che non vuole saperne di collaborare per sbocciare e fiorire! - disse la Prof.ssa al giovane, che ubbidiente entró e si avvicinó a me.

- piacere, Will - disse lui sorridendomi amichevole.

- piacere, Floor Jansen - risposi diffidente.

- ahi ahi Prof.ssa, la questione é piú grave del previsto. La signorina qua dovrebbe iniziare a togliersi il palo dal culo e forse poi, e dico forse, potremmo fare qualcosa.- disse il ragazzo ritornando serio e parlando con la professoressa come se io non ci fossi.

Uscii due ore dopo con i nervi a fior di pelle. Quel cazzone-baldanzoso-ce-l'ho-solo-io-ed-é-pure-d'oro-(lavoce!)-Bishop mi aveva fatto passare le pene dell'inferno!

Beh... Peró il risultato era stato ottenuto. Ora riuscivo ad usare totalmente il diaframma.

Avrei solo dovuto lavorare sul controllo vocale per evitare che il fiato le durasse troppo poco o che la voce mi si spezzasse nel bel mezzo di un SIbemolle.

Mi stavo giá dirigendo verso casa, quando mi si parò davanti William. 

No! Non chiamarlo William! Non dare confidenza al nemico! Disse la mia vocina interiore.

- che c'è?- domandai continuando a camminare per la mia strada

- caspita! Allora siamo acide per natura! Ed io che credevo che ti comportassi cosí solo perché c'era la Vonbeispiel tra di noi- rispose continuando a seguirmi

- dimmi cosa c'é e lasciamo stare, cortesemente - gli dissi addolcendo l'ultima parola

- volevo chiederti se ti andava un caffé, un the, una cioccolata... Del whisky magari?- disse lui alzando un sopracciglio.

Dopo quell'ultima parola ebbi un flash. Lui era il ragazzo che veniva sempre al Pub! Quello seduto in un angolo con gli amici. Sicuramente doveva essere qualcuno di importante a teatro, quindi abbassai i toni.

- andiamo da me, il caffé qua fa schifo -.

E fu cosí che io e Will diventammo amici. 

 

21/02/2010 ~ appartamento di Floor, Amsterdam (Holland)    Ore 23:50

Will aveva capito la situazione, realizzando subito che stavo esagerando con le notti brave. Non cercò di riportarmi sulla retta via, nessuno di noi due aveva intenzione di rientrare in carreggiata. Diciamo solo che mi aiutò a svagarmi evitando che mi distruggessi. 

Limitammo le notti folli solo al sabato sera e solo dopo aver ingurgitato una cospicua dose di cibo ipervitaminico e ipercalorico.

Qualche tempo dopo, gli permisi di rimanere a dormire da me, dato che il mio appartamento era in centro e cosí non avremmo dovuto prendere la macchina.

Oggi era il mio compleanno e Will aveva organizzato un festino tra amici. 

Eravamo solo noi: Will, Io, Karen e Julian, ma facevamo piú casino di 30 persone.

Stavamo giocando a "io non ho mai..." e il tasso alcolemico per la sottoscritta era alle stelle. Com'è possibile che alla mia tenera etá abbia giá fatto cosí tante cose? Non me lo spiegavo.

La mente ormai era troppo annebbiata per poter pensare lucidamente, ma avevo il sospetto che quei 3 si fossero messi d'accordo apposta per farmi ubriacare. 

Ero al mio 35* shot di vodka, quando bussarono alla porta.

Barcollante andai a sbirciare allo spioncino, trovandomi davanti due occhi da lupo.

- RAGAZZI NON È CHE AVETE MESSO DENTRO ANCHE L'ERBA? PENSO DI AVERE LE ALLUCINAZIONI! WILL PASSAMI UN ALTRO SHOT, HO APPENA VISTO IL FANTASMA DEL NATALE PASSATO- urlai ai ragazzi tornando di la senza aprire la porta, convinta al 100% che la vista di Tuomas fosse davvero un'allucinazione.

- POVERA LA MIA PICCOLA FLORA! VIENI QUA CHE TI CONSOLO IO CUCCIOLA!- disse uno smielato William ubriaco. 

 

22/02/2010 ~ appartamento di Floor, Amsterdam ( Holland).   Ore 15:57

Il mattino dopo, o meglio, il pomeriggio dopo mi svegliai con un gran mal di testa.

I ragazzi se n'erano andati da un pezzo, lasciando un bigliettino appiccicato al frigorifero.

 

                                                      Caffè finito. Non ci odiare. Julian doveva guidare!

                                                                  Ti vogliamo bene, Flora!  Happy b!   K e J

 

Come avrei potuto odiarli? Li adoravo. Diedi un'occhiata al soggiorno e notai che Will era ancora in stato comatoso sul divano. Decisi che avevo bisogno di un caffè. Per fortuna avevo Starbucks sotto casa. Mi misi la vestaglia e scesi al bar. Anche se ero in pigiama nessuno mi avrebbe notata. Tutti in quella cittá si vestivano da schifo. La mia vestaglia panna con motivi Disney non avrebbe dato di certo nell'occhio.

Chiusi casa e scesi da Sturbucks. Salutai Alan al bancone con un cenno e subito mi sedetti al mio solito tavolo, quello situato in penombra, in modo che la luce non mi ferisse gli occhi. 

Alan mi serví subito il caffè accompagnato da un croissant vuoto ed un bicchiere d'acqua. 

Quel ragazzo era diventato il mio salvatore. Dalla mia faccia doveva aver capito tutto. 

Lo ringraziai e lui mi diede una carezza sul viso. Affondai i denti nella pasta, felice di avere almeno appetito. La situazione non era poi cosí drammatica. Presi tre pastiglie e le buttai giú con l'acqua, fiondandomi subito dopo sul caffè. Chiusi gli occhi assaporando l'aroma amaro del caffè, li riaprii e mi ritrovai davanti Tuomas che mi fissava.

- Ciao Floor, sono il fantasma del tuo Natale passato - disse un serio Tuomas. Sembrava arrabbiato.

- Tu. Cosa ci fai qua?- chiesi riprendendo vita

- ero venuto a trovarti per il tuo compleanno, ma ho visto che non eri esattamente in forma- disse lui dando credito alle mie teorie. Non era arrabbiato. Era furioso.

- quindi ieri sera eri davvero tu alla porta. Non avevo le allucinazioni.- dissi piú a me stessa che a lui.

- ora ti sei messa a bere?-

Diretto al punto. Come sempre.

- chi ti dice che sia un'abitudine e soprattutto cosa ti importa?- 

Codarda e con la coda di paglia. Come sempre.

- so riconoscere i sintomi, Fló. Puoi ingannare chiunque. Non me. Poi il tuo amico al bar ha confermato la mia teoria quando ti ha servito subito senza chiederti nulla.- disse lui.

Mi zittii ed abbassai lo sguardo. Non sapevo cosa dire. Tuomas aveva ragione. 

L'abitudine c'era. Il vizio no.

Mi prese la mano e iniziò a tracciare dei piccoli cerchi vicino al mio pollice.

Alzai gli occhi di scatto ed incrociai i suoi. Aveva delle profonde occhiaie ed era dimagrito troppo. La nuova versione di Tuomas non mi piaceva. Sembrava la mia versione al maschile.

- mi manchi Flò. Mi manca la mia amica. - disse lui con coraggio

- e a me manca il mio amico- dissi io, sincera.

Si, il mio amico. Perché Tuom in primis era mio amico. Tutto il resto era venuto dopo.

In quel preciso istante mi accorsi che quello che piú mi feriva non era il fatto che fosse sparito dopo il bacio, ma che non si fosse fatto più sentire come amico.

- pace?- domandò con gli occhi lucidi

- pace- risposi lasciandomi sfuggire una lacrima.

 

E fu cosí che i miei giorni alcolici terminarono. Beh... Non del tutto. Avevo ancora un cuore spezzato con la quale fare i conti. Ma la situazione miglioró notevolmente.

Tuom rimase ad Amsterdam per ben un mese, questa volta in albergo, dato che il divano era occupato da Will. Fatto sta che piano piano riallacciammo i rapporti, cominciando a ricostruire quella che era stata la nostra amicizia. 

Il suo regalo di compleanno me lo diede qualche giorno dopo il 22 Febbraio.

Era una collana con appeso un girasole. 

Quel gesto riallacció definitivamente i ponti.

Nulla era cambiato tra di noi. Solo io lo ero.

Più fredda ed attenta a non toccarlo. Non camminavamo più mano nella mano.

Quando Tuomas ci provò un giorno, scostai subito la mano, come se avessi preso la scossa.

Ed in effetti l'avevo presa :Il mio cuore aveva mancato un battito.

Quando lui partí, continuammo a sentirci via Skype oppure per telefono almeno due volte a settimana. 

Ero felice.

Il mio amico era tornato.

 

 

Note Autrice: ecco come si sono conosciuti i due artisti... Che altro dire, i capitoli di transizione sono quasi volti al termine e tra poco entreremo nel vivo della storia. Ho giá scritto 6 capitoli, ma conto di pubblicarne uno ogni settimana, o forse due settimane. Non so, vedrò al momento. Detto questo vi invito a dire la vostra su questi due ragazzi e sulla storia. Mi farebbe davvero piacere ricevere dei pareri e consigli!

  
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