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Autore: piperina    04/12/2014    3 recensioni
Un'azione sbagliata porta a delle conseguenze disastrose - e inaspettate. Se c'è un disegno divino, ce n'è anche uno diabolico.
Non era una buona giornata. Decisamente non lo era, e sapeva che non avrebbe potuto far nulla per evitare che la falce della disgrazia si abbattesse su di sé. Del resto, che diritto aveva di lamentarsi? Si era ficcato da solo in quella situazione.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da VI libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Draco&Hermione -Leather&Libraries'
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Buona lettura!

 


 

 

 Un giorno il Diavolo venne da me

*Act VIII*

Night, Light, Books and Kisses

 

 

 

 

 

 

Di una cosa era certa Hermione Granger: a Hogwarts non ci sarebbe mai stato un giorno tranquillo. L’aveva imparato praticamente subito ed era sempre stata una regola fissa.

Si era svegliata con qualcosa in faccia e quel qualcosa era una foto. Chi vi era ritratto? Lei, ovviamente, che dormiva mano nella mano con Malfoy. Mano nella mano! Quando era successo? Ricordava benissimo di avergli voltato le spalle prima di addormentarsi. E anche se si fosse girata nel sonno, come avrebbe finito per afferrare la sua mano?

«Accidenti a lui…» mormorò strappando la foto.

Purtroppo di quelle ce n’erano molte copie. Perfetto, era di nuovo il pettegolezzo della scuola. Ovvio poi che tutti credessero che lei e il malefico furetto stessero insieme.

Si rintanò in un’aula a studiare per tutto il giorno, con porta e finestre ben sigillate. Non aveva voglia di sentirsi chiedere come fosse essere la ragazza di Malfoy dopo tutti quegli anni di antipatia e ancor meno aveva voglia di vedere Malfoy.

Lui doveva aver capito e si era intelligentemente fatto da parte anche durante i pasti. Hermione gradì il gesto, soprattutto quando i professori avevano annunciato che anche quella sera avrebbero campeggiato in Sala Grande e lei aveva preso posto a dormire ben lontano dalla sera precedente.

Più chiaro di così…

Capendo che il suo stato d’animo in quel momento era simile a quello di un drago inferocito, nessuno si era azzardato a disturbarla. Hermione non aveva rivolto la parola a nessuno durante i pasti e il resto della giornata l’aveva trascorso di nuovo da sola a studiare.

Era sicura che il problema dei Dormitori si sarebbe risolto a breve ed era contenta di essere lasciata in pace – anche se c’era qualcosa che non andava, ma aveva rifiutato di pensarci.

Fu comunque la terza sera a sorprenderla.

Hermione si stava di nuovo preparando per la notte quando Draco, che le aveva dato tutto lo spazio del mondo negli ultimi due giorni, le si parò davanti.

«Hai bisogno di qualcosa?»

«Vieni con me» le porse la mano.

Lei era titubante. «Perché?»

«Fidati.»

Fidarsi. Certo, come no. Accettò comunque l’invito, gli strinse la mano e lo seguì fuori dalla Sala Grande. Dove? In Biblioteca.

«Cosa ci facciamo qui?» chiese, curiosa.

«Lo vedrai subito.»

Nell’angolo più solitario e lontano dall’ingresso dell’enorme Biblioteca era stata allestita una scena che colpì in pieno il cuore di Hermione: c’erano due futon uno vicino all’altro, una cinquantina di candele fluttuanti, vari tipi di fiori di tutti i colori, libri, frutta e dolci da stuzzicare.

«Questo…» si ritrovò a balbettare, «l’hai fatto per me?»

«Non ti piace?»

Hermione scosse il capo e non disse niente. Seguì Draco, che ancora la teneva per mano, e si accomodò per terra. Era tutto troppo bello, troppo romantico, troppo perfetto. Mai nessuno aveva fatto qualcosa di simile per lei.

Si sentì quasi commossa.

«È un bel pensiero» disse poco dopo, allungando la mano verso una coppa colma di chicchi d’uva.

«Non ne ero del tutto sicuro.»

«Scherzi? È perfetto!» ribatté lei in tutta sincerità, sorridendo.

L’atmosfera era calda, familiare. Era come essere a casa anche se non c’erano né la sua famiglia né i suoi amici. Il pensiero di sentirsi a casa in compagnia di Malfoy era così strano e al tempo stesso giusto.

Che male c’era?

Stuzzicarono un po’ di frutta parlando di quegli strani allagamenti.

«Secondo te chi è stato?» chiese Draco con curiosità. «È strano che Silente non abbia ancora sistemato la cosa.»

Hermione assunse un’aria molto seria. Un nuovo mistero da risolvere?

«Non ne ho idea, ma ci siamo solo noi studenti e qualche professore. Un incantesimo tanto resistente deve richiedere un grande controllo e una vasta conoscenza» analizzò l’accaduto come aveva fatto ogni volta che si presentava un problema, di solito con Voldemort, Mangiamorte ed Harry nell’equazione.

Draco la osservò mentre si infilava in bocca un chicco d’uva. Era intelligente, sveglia, aveva una mente analitica davvero interessante. Si chiese quante cose sarebbe stata in grado di fare e ottenere. In quel momento era totalmente affascinato da lei. Come aveva potuto non accorgersi prima di lei?

«Uno studente può averlo fatto?»

«Ne dubito. Ma se non è stato uno studente deve essere stato un adulto.»

«Un professore?» sghignazzò il ragazzo. «Magari si stavano annoiando…»

Lei lo guardò come a chiedergli se la stesse prendendo in giro. «Seriamente?»

Scosse la testa. «No, figurati se lo penso davvero. Magari è stato solo un incantesimo fuori controllo e proprio perché senza controllo si fa fatica a scioglierlo.»

«Può essere.»

«Beh, lo vedremo nei prossimi giorni. Ora basta parlare di acqua nei dormitori.»

Hermione non fece in tempo a voltarsi verso di lui che, di nuovo, si ritrovò le sue labbra sulle proprie. Baciarla a tradimento ormai era diventato un vizio, o un nuovo hobby per lui.

«Sei un maniaco.»

Il maniaco in questione le passò un braccio intorno alle spalle. «Non ti baciavo da un po’.»

«Sempre a tradimento, eh?» si voltò dall’altro lato, dandogli una visuale ravvicinata dei suoi capelli. Fingeva di essere offesa, in realtà non voleva che la vedesse imbarazzata.

Adorava i suoi baci.

«Hai ragione» ammise lui. «Posso baciarti?»

Hermione sbuffò, esasperata, anche se divertita al tempo stesso. «Non ho detto che devi chiedermi il permesso, ma almeno smettila di farlo all’improvviso.»

Draco le regalò un sorriso da seduttore. «Sei bella quando non te l’aspetti.»

Accidenti se era diretto…

«Beh…» e ora perché si ritrovava a balbettare? Cavolo, una corte così sfacciata e sincera non l’aveva mai ricevuta. Era davvero spiazzata dal suo modo di fare.

«Sto per baciarti» disse a un certo punto il ragazzo con aria estremamente seria.

«Cos’è, l’avviso di chiamata?»

Stavolta quello esasperato era lui. «Se non ti va bene niente, allora continuiamo a modo mio.»

Baciò Hermione appena pronunciate quelle parole.

Lei rimase immobile qualche istante, poi rispose. Le labbra di Draco erano morbide, calde… e baciava sempre benissimo. Si lasciò andare, decisa a godersi quel momento e quella sera.

In fin dei conti lui le aveva preparato una scenografia che rispecchiava perfettamente i suoi gusti. Aveva fatto centro il biondastro.

Questa volta non gli fece attendere molto per approfondire il bacio perché, pensò quasi sconvolta, era lei stessa a volerlo. Desiderava che lui la baciasse per minuti, ore, forse giorni interi e non c’era niente di male in tutto quello.

La sua mente scattò sull’attenti quando, dopo un bel po’ di tempo, le labbra di Draco si spostarono sulla sua guancia e, molto lentamente, scesero verso il collo. Le mani erano sempre ben salde sulla vita e sulla schiena e lei apprezzò molto quell’accortezza.

Inclinò la testa in modo da dargli più spazio e un brivido intenso la fece tremare: adorava i baci sul collo e adorava la bocca di Draco Malfoy. Era delicato e sensuale al tempo stesso, sospettava che lui volesse fare di più, eppure si limitava a cose semplici senza chiederle nulla.

Hermione si ritrovò a stringere la stoffa del suo maglione per impedire a se stessa di mettergli le mani addosso in modo molto più esplicito di quanto stesse facendo lui, ma non era il momento giusto né il tempo, non voleva lasciargli fare tutto e subito.

Pomiciarono così fino a tarda notte. Parlare, smangiucchiare e baciarsi per qualche ora era stato davvero piacevole per entrambi. Certo, Draco avrebbe voluto stendersi piuttosto che restare seduto, ma si sarebbero presentate altre occasioni e dovette ammettere a se stesso che quella sera era perfetta così com’era.

«Accidenti, sono le tre…» Ecco perché si sentiva stanca; Hermione sbadigliò, avvertendo in quel momento tutto il sonno perduto fino a quell’ora.

«Sistemo e torniamo in Sala Grande.»

Con pochi rapidi tocchi di bacchetta Malfoy riordinò ogni cosa, assicurandosi che di loro non restasse alcuna traccia. Poi, come di consueto ormai, prese la mano di Hermione e non la lasciò fino all’ingresso della Sala Grande.

«Allora… buonanotte» si sentiva impacciata, altro che strega più brillante della sua età. «Grazie per questa sera, mi è piaciuta tantissimo.»

«A me di più» la prese in giro lui, poi si chinò per un altro bacio e si diresse verso il posto che aveva occupato la sera prima, lontano da lei.

Hermione provò una punta di delusione. Apprezzava il fatto che Malfoy non le facesse troppa pressione, ma… ma voleva stare ancora un po’ con lui. Dormire vicini. Guardarlo dormire, magari. Parlare ancora un po’.

«Datti un contegno» mormorò a se stessa scuotendo il capo, per poi correre verso il proprio posto stando attenta a non farsi sentire né svegliare nessuno. L’ultima cosa che voleva era ritrovarsi a spiegare a un professore cosa avesse fatto con Malfoy fino alle tre di notte.

Al sicuro sotto la calda coperta, Hermione avvertì delle pericolosissime farfalle nello stomaco. Si ritrovò a ridacchiare da sola, non riusciva a smettere di sorridere, era più forte di lei.

Si passò le dita sulle labbra e il viso le prese praticamente fuoco. Che serata…

Era abbastanza intelligente e razionale da ammettere, almeno a se stessa, di essere attratta da Malfoy, sia fisicamente che emotivamente. Quel suo strano modo di farle la corte l’aveva stupita, era anche piuttosto divertente.

Decise di dargli una possibilità, anche se non voleva gettarsi subito tra le sue braccia. Voleva essere sicura di ciò che provava e di potersi fidare ciecamente di lui.

Con quei pensieri Hermione Granger si addormentò in pochi minuti, mentre qualcun altro era ben sveglio.

Draco Malfoy, in tenuta da notte, uscì dalla Sala Grande per dirigersi in bagno. Niente di più, niente di meno. Se un professore o Gazza l’avesse visto non avrebbe di certo potuto contestargli un bisogno fisiologico notturno.

Appena varcata la soglia notò lo specchio nero. Ghignò tra sé e sé, portandosi davanti al grande lavandino, in attesa. Le nubi iniziarono a vorticare con furia e il volto di Lucifero apparve, maestoso come sempre.

«Mio signore» un inchino col capo.

« Mio diletto » la voce giunse dritta al suo cervello, con una forte eco che quasi lo destabilizzò.

«Grazie per quest’opportunità» continuò il ragazzo. «Silente ha agito esattamente come previsto.»

Le labbra nere di Lucifero si tesero in un ghigno inquietante. « È stato un diversivo interessante. Silente è davvero un grande mago. Mi piacerebbe conoscerlo » anche se, ovviamente, neanche Silente poteva contrastare un incantesimo scagliato dritto dritto dal signore degli inferi. « Sono curioso di vedere i prossimi sviluppi, Devil. Molto, molto curioso. »

Il diavolo non disse nulla. Si limitò ad annuire e osservò lo specchio tornare alle sue solite sembianze. Si fissò e osservò attentamente il proprio riflesso. Era sempre lui, stessa faccia, stesso atteggiamento… ma aveva uno sguardo diverso dal solito.

Lui si sentiva diverso.

Era come se ci fosse una luce nuova nei suoi occhi. Scosse la testa, deciso a non indagare oltre. Hermione Granger aveva fatto più che colpo, non voleva continuare a rimuginare su di lei e su quella sera, almeno per quella notte.

Pensava cose pericolose e non poteva permetterselo: in fin dei conti era un diavolo incarnato che cercava di riappropriarsi dei poteri perduti. Doveva far cedere la ragazza, non sbavarle dietro come un morto d’amore.

Tornò in Sala Grande, ma il suo sonno fu comunque permeato dalla sensazione delle labbra di Hermione contro le sue.

Dannazione.

 

 

 

***

 

 

 

La mattina successiva Hermione aveva dormito più del dovuto e si era svegliata ben riposata. Aveva studiato fino all’ora di pranzo chiusa in un’aula vuota. La prima opzione, come sempre, era stata la Biblioteca, ma non sarebbe riuscita a concentrarsi in alcun modo, non a poche ore da quel fantastico picnic notturno con Malfoy.

La sua mente era ancora invasa dal suo profumo, la sua voce, la sensazione delle sue labbra contro le proprie, sul collo… le mani che le stringevano i fianchi, il respiro veloce… no, la Biblioteca non era un’opzione quella mattina.

Aveva così terminato tutto ciò che era stato assegnato e si era portata avanti con il programma, come da abitudine. Fu il brontolio del suo stomaco a farle alzare gli occhi verso l’orologio appeso alla parete sopra la cattedra.

«Ecco perché ho così fame» commentò, notando che era ora di pranzo. Probabilmente mancava solo lei a tavola.

Raccolse libri, piuma e pergamena, li infilò in borsa e corse verso la Sala Grande. Cercò subito Draco con lo sguardo e lo vide in fondo alla tavolata, immerso in una conversazione con alcuni suoi compagni di Serpeverde.

Si sedette al primo buco libero che trovò e mangiò di gusto, era davvero affamata, oltre che di ottimo umore. Chissà come mai era così ben disposta… chissà grazie a chi…

E non solo lei, infatti Silente si alzò in piedi e attirò l’attenzione degli studenti facendo tintinnare un bicchiere con la forchetta.

«Sono lieto di comunicarvi che stamattina il problema degli allagamenti è stato risolto.» Un boato di gioia accolse quelle parole. «I vostri effetti personali sono salvi, non c’è stato alcun danno. Stanotte potrete tornare a dormire nei vostri letti.»

Si alzò subito un forte chiacchiericcio mentre il preside si sedeva di nuovo. Erano tutti felici di non dover più “campeggiare in Sala Grande come dei fottuti scout”, citando testualmente una Corvonero dei quinto anno. Una notte sì, ma non oltre. I ragazzi avevano bisogno di un po’ di privacy e niente era più comodo del proprio letto.

Hermione si voltò e incrociò subito lo sguardo di Draco. Accennò un sorriso e riprese a mangiare.

Era contenta di poter rimettere piede nel dormitorio, senza ombra di dubbio, ma un po’ le dispiaceva. Draco non ci sarebbe stato e lei si stava quasi abituando all’idea di aprire gli occhi, alzare il capo e vederlo dormire nella stessa stanza.

Le sarebbe mancato non poter dormire con lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Next:

«Non so come dirtelo.»

Le venne da ridere. «Vuoi che parli io?»

«E come sai cosa ti voglio dire?»

Le ragazze lo guardarono in un modo che lo fece arrossire fino alle orecchie.

«Dunque» prese parola Hermione, «immagino che vorrai parlare del mio rapporto con Malfoy.»

«Eh… beh, sì… sembrate una coppia.»

«E ti dispiace?»

«Veramente vorrei sapere io se e quanto ti piace Malfoy.»

 

   
 
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