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Autore: Shayla_the_angel    03/11/2008    1 recensioni
Storia ancora in fase di sviluppo. Alena è una giovane ragazza tedesca. Non è appariscente, e non ha nemmeno un bel fisico. Lavora per il gruppo di suo fratello e una sera canta con loro in un pub. David Jost si accorge di loro e li ingaggia per aprire i concerti dei TH nel nuovo tour europeo (date di mia invenzione ovviamente)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bene! Rieccomi tra voi...dunque...tre commenti x il primo capitolo non è male ^^ ma si può fare di meglio...comunque, questa volta mi impegnerò a ringraziare tutti di volta in volta, altrimenti finisce come nell'altra fic che mi tocca fare un capitolo a parte per i ringraziamente...vabbè...

Grazie a:

Jaji: grazie, mi fa piacere che ti piaccia l'inizio ^^

GaaRa92: beh, pure io aggiorno molto lentamente (basta vedere quanto ci ho messo per postare la vecchia fic ^^) comunque mi impegnerò a fare la brava!!!

Billa483: Hi hi...sono contenta di averti incuriosito...ancora non so cosa succederà, però questo capitolo è un po' più tranquillo. Baci

E grazie anche a quelle tre persone che hanno messo la fic tra le preferite ^^ (Billa483, Leleo91 e Pazzerella_92).

Ok, ora ho finito. Kussen a tutti ^^

02.

 

BERLINO_CASA DI LU

 

Suonai il campanello e la mia amica mi venne ad aprire.

“Vieni pure. Immagino tu abbia fame, quindi prima si pranza e poi ti faccio vedere cos’ho preso per te” disse, sorridendo.

Dopo pranzo, che fu ottimo come sempre, Lu mi fece sedere sul suo letto e mi disse di chiudere gli occhi.

Sentii muovere dei sacchetti e quando riaprii gli occhi, vidi almeno una decina di jeans e quasi quindici magliette.

“Ma sei impazzita? Avrai speso una fortuna!” esclamai, notando le marche stampate a caratteri cubitali su ogni capo.

“Non ti preoccupare. Quelli che non ti piacciono posso riportarli indietro” mi disse, sempre sorridendomi.

Provai un’infinità di vestiti, poi, finalmente trovai il look giusto.

Jeans neri, a sigaretta, con una maglia lunga nera e degli stivaletti in camoscio neri che andavano molto di moda in quel periodo. Insomma, stavo veramente bene.

Lu mi saltellò intorno, soddisfatta.

“Che bello, sei bellissima” disse. Restammo insieme per tutto il pomeriggio, durante il quale la mia amica mi truccò, mi pettinò e mi diede anche un paio di lenti a contatto. Sembravo proprio un’altra persona.

“Lu, non so proprio come ringraziarti”

“Beh, basta che questa sera canti e ti diverti, per me sarà la ricompensa migliore” disse, abbracciandomi.

Alle otto e mezza partimmo verso il locale di Andrea. Si trovava proprio in centro ed era il live pub più in voga di quel periodo.

Non appena entrai, vidi mio fratello che stava letteralmente litigando con l’amplificatore.

“Hai bisogno di una mano?” chiesi, sorridendo.

“No, grazie. Adesso arriva mia sorella…” si fermò a metà frase, esterrefatto.

Mi guardò più volte.

“Mio Dio…Ale sei fantastica. Altro che ragazza immagine!” esclamò.

Io arrossii, poi sistemai tutti i cavi dell’amplificatore.

“Non sei mai stato bravo con queste cose…” dissi, sorridendogli.

Dopo aver sistemato le sue cose, mi occupai dei microfoni.

Ero in piedi, sul palco. Mi faceva uno strano effetto. Non avevo mai cantato davanti ad un pubblico. Mi tremarono le gambe, poi sentii una stretta alla spalla. Mi voltai e vidi Matt.

“Non ti preoccupare. Andrà tutto bene” disse, sorridendomi.

Annuii, arrossendo, poi mi preparai.

Ci sarebbe stata proprio Andrea a presentarci.

Alle 21 in punto, la biondissima fidanzata di mio fratello saltò sul palco.

“Buona sera!” esclamò attirando l’attenzione di tutti. Il gruppo di Eric era abbastanza conosciuto, quindi c’era parecchia gente.

“Questa sera, per voi si esibirà il mitico gruppo dei Damned. Con la speciale partecipazione di una voce femminile. A voi Eric, Jo e Matt, accompagnati dalla bellissima Alena!” esclamò.

Subito la luce dell’occhio di bue mi illuminò. Ero letteralmente appesa al microfono. Le gambe mi tremavano da morire.

La musica partì e con essa se ne andò anche un po’ di paura.

Cominciai a cantare, chiudendo gli occhi, per non vedere tutta quella gente.

La prima parte terminò dopo quasi un’ora. Dovevamo suonare ancora cinque o sei pezzi, a seconda di quanta gente d’era ancora.

“Bravissima” mi sentii dire, da una voce dannatamente familiare.

Mi voltai e vidi proprio David Jost. Il simpaticone che mi aveva privato di tutte le corde per i ragazzi.

“Grazie” risposi, fingendo di non conoscerlo.

“Mi scusi, ma lei ha un viso familiare”

“Davvero?”

“Sì, per caso ci siamo già visti?”

“Sinceramente la mia memoria visiva è piuttosto scarsa, mi dispiace” risposi.

“Oh, ora ricordo. Ci siamo visti proprio ieri mattina. Al negozio di musica”

“Ha ragione. Che sbadata, mi scusi, ma ho mille impegni per la testa, quindi…”

“Non si scusi. In ogni caso è lei il leader del gruppo?”

“No, è mio fratello, venga pure che glielo presento” dissi, sorridendo.

Sembrava più simpatico del giorno precedente.

Eric gli strinse la mano vigorosamente.

“Sono David Jost e sono il manager dei Tokio Hotel. La vostra band mi piace. Siete bravi e vorrei che apriste i concerti del prossimo tour del mio gruppo” disse, senza tanti giri di parole.

Mio fratello e Matt si guardarono, mentre Jo mi sorrise. Ce l’avevamo fatta.

“Per noi sarebbe un piacere…” disse Eric.

“Allora domattina vi presenterò ai ragazzi. Facciamo che ci troviamo qui per le otto e mezza?”

“Benissimo signore” disse Matt.

Sorrisi, sapendo che lui era il più pigro dei tre.

La serata proseguì normalmente. Alla fine avevamo ottenuto quello che volevamo. Andrea era entusiasta quando le comunicammo la notizia. Lu continuava a ridere e a scherzare.

Tornammo a casa più o meno alle tre. Tempo di sistemare tutte le cose ed eravamo a letto, ma io non riuscii ad addormentarmi.

Saremmo diventati famosi. Io, quella sfigata e cicciottella che tutti prendevano in giro, avrei aperto tutti i concerti dei Tokio Hotel, avrei girato l’Europa.

Mi sorpresi a piangere dalla gioia. Finalmente avevo ottenuto quello che volevo.

Alle cinque mi alzai. Non riuscivo proprio a starmene a letto. Andai in bagno, mi lavai la faccia, poi scesi di sotto ed accesi la tv.

Feci un po’ di zapping, cercando di trovare qualcosa che non fosse un film porno, quando finalmente mi fermai sul canale della musica.

Ad un tratto vidi una figura familiare.

Ero io! Dannazione, ero in televisione.

Corsi al piano superiore e svegliai tutti quanti.

“Ragazzi! Siamo in tv!” gridai, quasi in preda ad una crisi isterica.

Eric saltò fuori dal letto ad una velocità straordinaria, seguito da Jo.

“Matt! Sbrigati, siamo in tv!” dissi, scuotendolo.

Il mio amico si mosse lentamente.

“Io scendo. Muoviti” dissi, tornando di sotto.

Mio fratello e Jo erano davanti al televisore.

In quel momento stava parlando proprio David.

“Sono molto contento di poter finalmente affermare di aver trovato la band adatta per aprire il tour dei Tokio Hotel. Anche i ragazzi mi sono sembrati entusiasti quando ho mostrato loro il video di questi quattro giovani. Sono quasi coetanei e sono certo che lavoreranno bene insieme. Bill era al settimo cielo quando gli ho dato la notizia. Era in ansia perché temeva non ci fossero band in giro che mi piacessero abbastanza. In effetti ho faticato molto per trovare questi quattro ragazzi”

“Ci dica, cosa ha pensato non appena ha visto i ragazzi?”

“Beh, prima di giudicare a priori, ho ascoltato la loro musica. Abituato alla voce di Bill, mi ha fatto enormemente piacere che ci fosse una ragazza a cantare e questo è stato un punto a loro vantaggio. Stavo cercando un gruppo dove almeno ci fosse una presenza femminile, per attirare anche il pubblico maschile”

“Capisco. In ogni caso ci ha parlato solo di Bill, gli altri tre ragazzi cosa le hanno detto, riguardo ai Damned?”

“Beh, Tom per prima cosa si è lamentato che l’avessi svegliato, poi una volta ripreso ha osservato silenziosamente il video. È rimasto molto impressionato dalla bravura dei musicisti. I giudizi sulla cantante ve li lascio solo immaginare” disse ridendo.

Io arrossii vistosamente. Non volevo nemmeno sapere cosa aveva detto quel ragazzo su di me.

“Ma io lo ammazzo di botte!” esclamò Eric, stringendo i pugni.

“Georg ha parlato a lungo del bassista e del suo strumento. Ha detto che gli piace molto e che vorrebbe suonare con lui, un giorno. Invece Gustav, che è sempre il più tranquillo e giudizioso ha detto semplicemente che era soddisfatto della mia scelta e che sapeva che avrei trovato un gruppo all’altezza del compito”.

La giovane intervistatrice lo ringraziò, poi terminò lo speciale su di noi.

“Cazzo! Certo che potevano avvisarci che ci avrebbero fatti vedere in tv” disse Matt.

“Beh, io ora vado a preparare la colazione. Voi che fate?”

“Io vengo con te…” disse Eric.

“Io vado a farmi una doccia” disse Jo.

“Scusatemi se non mi aggrego, ma sono le cinque, quindi credo che andrò a dormire ancora per mezz’oretta” disse Matt, salendo nuovamente al piano superiore.

Preparai il caffè, poi misi in forno delle brioches.

“Senti, Eric non devi prendertela per quello che potrebbe aver detto Tom” dissi, sciacquando il lavandino e prendendo le tazze.

“Invece sì. Quello manco ti conosce  e si permette di fare commenti. Già lo so che è uno sessualmente depresso. Scommetto che mi toccherà litigarci”

Mi voltai e gli diedi un bacio su una guancia.

“Che cavaliere il mio fratellone”

“Ovvio!” esclamò lui, arrossendo.

Jo si unì a noi poco dopo.

“Allora, pronti psicologicamente per conoscere la band tedesca più famosa al mondo?” chiese, imburrando una brioche.

“Guardami. Ti sembro una pronta ad una cosa de genere?” gli domandai, obbligandolo a fissarmi.

Rise.

“No, ma nemmeno noi siamo preparati. Nessuno avrebbe mai scommesso un centesimo su tre ragazzacci come noi”

“Hey, ragazzaccio a chi? Parla per te” disse Matt.

“Senti, mica dovevi dormire te?” gli domandai.

“Con voi che blaterate mica si riesce a dormire e poi sto troppo in ansia per questa cosa. Ma ci pensate che gireremo tutta l’Europa, senza lavoro, donne e altre varie rotture di palle?” chiese.

Sì, lui è un po’ grezzo nel parlare.

Sorrisi.

“Sarà la vostra chance! Diventerete famosi ragazzi!” esclamai.

“Ammò con sto diventerete? Diventeremo famosi Ale. Se non fosse stato per te non ci avrebbero manco presi in considerazione. Hai sentito quello che ha detto David. Gli ha fatto enormemente piacere che ci fosse una ragazza a cantare e questo è stato un punto a nostro vantaggio. Stava cercando un gruppo dove almeno ci fosse una presenza femminile, per attirare anche il pubblico maschile…devo ricordartelo io?” mi chiese Jo.

Abbassai il capo.

“No, hai ragione. Ora siamo un gruppo!” esclamai, sorridendo.

Salii in bagno e mi feci una doccia, almeno per rilassarmi un po’.

Sorrisi, pensando a quanto sarebbe successo di lì a poco.

Andai in camera mia e presi dei vestiti che mi aveva lasciato Lu.

“Tienili, ti saranno utili…” mi aveva detto.

Aveva dannatamente ragione.

Mi vestii e mi truccai, poi scesi.

“Con che macchina ci spostiamo?” chiesi.

“Con la tua!” mi risposero tutti e tre in coro.

“Certo. Perché mi hanno detto che ci stanno quattro persone in una smart!” esclamai.

“Allora prendiamo su la Peugeot di Jo” disse Matt.

“Ovvio. Anche perché è molto meno scassata delle vostre” disse il mio amico, ridendo.

Non appena furono pronti, uscimmo di casa.

Jo mi porse le chiavi.

“Perché?” domandai.

“Fa scena che sia la donna a guidare” mi rispose.

Scrollai le spalle e partii.

Alle otto e mezza precise eravamo davanti al pub ancora chiuso di Andrea, ma di David e dei Tokio Hotel non c’era nemmeno l’ombra.

“Star. Si fanno sempre aspettare” commentò Matt, accendendosi una sigaretta.

   
 
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