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Autore: la luna nera    05/12/2014    2 recensioni
E' trascorso quasi un anno dal ritorno definitivo di Edward Harringhton nella nostra epoca e tutto fra lui e Daisy va per il meglio. Ma all'orizzonte si stanno addensando le nubi minacciose di un temporale. Che non è come tutti gli altri....
Cosa potrebbe accadere se qualcuno nel passato avesse bisogno di lui? Per caso c'è chi lo sta chiamando perché torni indietro nel tempo? E Daisy se ne starà con le mani in mano o farà di tutto per tenerlo accanto a sé?
Genere: Mistero, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Swanlake Palace apparve come un miraggio fra gli alberi del parco: si presentava totalmente diverso da come lo avevano conosciuto. Daisy fissava il palazzo con occhi pieni di meraviglia e qualche piccola lacrimuccia, mentre la mano di Edward  teneva la sua. Le finestre dell’edificio brillavano al sole, i muri erano maestosi così come le colonne che ornavano il grande balcone sovrastante l’ingresso principale. Il cancello, che ricordava corroso dalla ruggine, era una meraviglia d’arte del ferro, il giardino poi sembrava uscito da una di quelle riviste di giardinaggio, tanto era curato. La scalinata che aveva percorso quella sera per tuffarsi nell’ultimo abbraccio di Edward era in perfetto stato con l’aggiunta di composizioni floreali che la rendevano simile a certi palazzi delle favole. Scesero tutti dalle carrozze dopo il lungo viaggio dal Somerset; Daisy ed Edward provavano entrambi una strana sensazione nel trovarsi in quel luogo, il loro amore era nato ruotando attorno alla villa, coi suoi misteri e i suoi segreti. Ed era proprio da Swanlake Palace che erano partiti per il loro viaggio nel tempo, lì si trovava lo stargate e lì, probabilmente, si trovava ancora la porta dimensionale che li avrebbe riportati nel 2014. Tutto dunque seguiva una logica ben precisa: il susseguirsi degli eventi non era una casualità, ma sicuramente c’era una sorta di percorso già stabilito, tracciato dagli spiriti che li avevano seguiti nella loro avventura.
 
A Swanlake Palace, a quell’epoca, risiedeva il cugino di primo grado del duca Gilbert, tale lord Lawrence, che al momento dell’arrivo dei parenti si trovava a Londra per sbrigare alcuni affari. La famiglia Harringhton fu quindi accolta dal maggiordomo e dal personale di servizio che provvide allo scarico dei bagagli e alla sistemazione di ogni membro nelle rispettive stanze. Daisy aveva l’impressione di sentirsi a casa, forse perché conosceva già l’ambiente, forse perché si stava abituando all’ottocento, forse semplicemente perché era a due passi da Londra, la sua adorata Londra… Con tutto quello che aveva passato non aveva neanche avuto il tempo di sentire nostalgia di casa, della sua epoca e delle sue amicizie. Ma sentiva che presto avrebbe potuto riabbracciare la sua carissima Mel e che avrebbe rimesso piede nel suo piccolo appartamento con la finestrella che si affaccia sui tetti di Londra dalla quale sentire il caos del traffico ed annusare il tipico odore della città. Chissà se l’edificio in cui sarebbe andata a vivere esisteva già nel 1867! Alla prima occasione sarebbe andata in giro per Londra ed avrebbe soddisfatto questa piccola curiosità, come quella ben più grande di poter ammirare la sua città nel diciannovesimo secolo.
 
Il viaggio non era stato molto confortevole, le strade erano per lo più sterrate e le carrozze, benché di ottima fattura, non avevano le comode dotazioni dei mezzi di trasporto cui era abituata. Nonostante ciò Daisy era talmente eccitata di trovarsi lì che non riusciva a starsene ferma nella sua stanza a riposare. Aveva dormito pochissimo nella prima notte nella nuova residenza che non appena spuntò il giorno balzò giù dal letto morendo dalla voglia di osservare con i suoi occhi ogni angolo e ogni pertugio di Swanlake Palace. Dall’enorme cucina al pian terreno proveniva un delizioso profumo di pane e, sbirciando, vide molte persone alle prese con la preparazione dei cibi che avrebbero gustato durante il giorno. Splendeva pure un bellissimo sole, cosa piuttosto insolita nell’umida e grigia Inghilterra, per cui uscì nel parco retrostante la villa per godere appieno delle luci del giorno appena spuntato in quella parte del parco che nella sua epoca era completamente ricoperto da rovi ed erbacce.
La prima cosa che le balzò alla mente era la meraviglia di ciò che le si presentava davanti: una fila di alberi che si stavano ricoprendo dei fiori di primavera, tulipani, narcisi e giunchiglie che ondeggiavano alla brezza del mattino offrendo al giorno nascente il loro delicato profumo. Dei minuscoli laghetti  spuntavano qua e là nascosti da rocce e piccole cascate creavano giochi d’acqua davvero suggestivi. E tutto questo sarebbe stato inghiottito dall’incuria. Una volta tornati nella Londra del 2014 avrebbe convinto Edward a restaurare tutto! In fondo c’era un edificio mai notato prima che, ad un primo sguardo, somigliava ad una piccola chiesetta, anch’essa destinata ad essere inghiottita da rovi ed arbusti negli anni a venire.
Passeggiava dunque fra i vialetti del giardino, cullandosi del lievi rumore dei ciottoli sotto i suoi passi, del canto degli uccelli e del dolce scialacquio dei minuscoli corsi d’acqua. Si sedette su una panchina ai bordi di uno stagno, dove un salice piangente sfiorava la superficie con i suoi flessuosi rami che iniziavano a ricoprirsi di tenere foglioline verdi. Inspirò quella pacifica sensazione, temeva che ben presto i suoi nervi sarebbero stati messi di nuovo a dura prova. Louise li aveva seguiti come una pecora aggregata al gregge e non mollava le sue mire conquistatrici, Sebastian era rimasto nel Somerset con un occhio nero e mille dolori alle articolazioni e non solo. Rosemary era triste, teneva il suo segreto celato nel cuore, se solo si fosse confidata, forse la sua malinconia sarebbe stata più dolce.
 
 
 
“Quale angelica visione si parò dinnanzi agli occhi miei!”
Quella frase fece destare Daisy dal torpore in cui era caduta. A poca distanza da lei vide un giovane uomo, vagamente somigliante ad Edward,  dall’apparente età sui trentacinque anni. Aveva i capelli corti , castani chiari, con qualche piccolo filo argentato sulle tempie che notò quando le fu vicino  e gli occhi scintillanti color nocciola. “Quale nobile bellezza…”
Daisy guardò attorno per tentare di capire cosa di tanto meraviglioso aveva scorto quel tipo. “Chiedo scusa…. Cosa c’è di così speciale qui?”
L’uomo le baciò il dorso della mano fra lo stupore. “Voi, mia leggiadra. Siete forse una ninfa sorta dalle limpide acque allo spuntar del sole?” Si inginocchiò davanti a lei.
Questo è fatto!  “I-Io?” L’imbarazzo si impossessò di lei.
“Voi, si! Mai, nella vita mia, li occhi miei posaron lo sguardo su creatura più sublime.” Era perso in lei. “Posso domandarvi l’alto onore di conoscere il vostro meraviglioso nome?”
Altro che fatto!  “Mi chiamo Daisy… E voi?”
“Daisy…mhm… Un celestial suono per me diviene or ora il vostro nome.” Si alzò omaggiandola con un profondo inchino. “Permettetemi di presentarmi a voi, mia diletta: sono Lawrence Harringhton, umile cugino di Sua Grazia, il duca Gilbert giunto ieri presso Swanlake Palace che ho l’alto onore di custodire come uno scrigno prezioso.”
La ragazza iniziò a capire qualcosa: quell’individuo era quindi il famigerato cugino di cui Edward le aveva parlato durante il viaggio. Le aveva detto che era un po’ strano, ma credeva ci fosse un limite a tutto! “Oh, capisco… Beh, lieta di fare la vostra conoscenza, sir.”
“Vi prego, mia diletta, chiamatemi con il mio nome, ve ne sarei molto grato.” Si sedette accanto a lei, senza mai staccare lo sguardo dal suo viso. “Posso domandarvi il motivo per cui prima d’ora non ho mai notato la vostra mirabile presenza?”
“Semplicemente perché sono giunta qui ieri con la famiglia Harringhton e se non erro, voi vi trovavate a Londra.”
“Adesso comprendo.” Si fece un attimo silenzioso. “Siete per caso una delle dame di compagnia della duchessa o delle figlie?”
“A dire io vero… sarei la fidanzata di Edward.”
La bocca di Lawrence si aprì per lo stupore. “Quale dolore apprendere che il vostro cuore è già impegnato… Siete dunque la promessa del giovane libertino?”
“Libertino?! Come vi permettete?!”  Balzò in piedi con disappunto.
“Forse vi hanno condotta verso il matrimonio combinato per coprire tutte le disonorevoli avventure del mio illustre parente e ve le hanno taciute di proposito, mia cara. Riflettete bene prima di prendere una decisione che vi porterebbe ad una vita infelice. Voi meritate molto di più di uno come Edward.”
“Come vi permettete? Ritirate immediatamente ciò che avete detto!”
“Mia leggiadra, l’apprendere la cruda verità è una spina nel vostro nobile cuore e mi rendo conto di qual dolore abbia invaso la vostra anima. Vi esorto dunque a rifletter bene sul futuro: se lo ritenete giusto, fatevi pure condurre all’altare da Edward e soddisfatene le voglie come si richiede ad una gentil donzella. Ma sappiate che per trovar giovamento dalla vita matrimoniale che vi si presenta dinnanzi, dovrete ricercar altrove la vostra felicità.”
Non aveva capito un accidente di tutto quel discorso contorto. Più che passavano i minuti, più trovava quell’uomo strano e imprevedibile. “Dove…. Dove volete arrivare?”
“Contraete pure matrimonio, ma sappiate che il mio cuore batterà per voi da ora all’eternità. E il mio talamo vi attende in ogni momento desideriate del sano piacere.” La sua bocca si piegò in un limpido sorriso, credeva infatti di aver fatto breccia nel cuore della ragazza con quelle parole.
“Fingerò di non aver sentito nulla.” Che schifo di uomo! Gli si proponeva come amante in modo talmente spudorato che stentava a credere alle proprie orecchie! “Con permesso.” Si dileguò rapidamente e rientrò nel palazzo, dove poco dopo fu servita la colazione.
 
Nel pomeriggio di quello stesso giorno Edward, con il padre e il cugino, si era dovuto recare a Londra per sbrigare alcune cose. E  Daisy si trovò di nuovo in completa solitudine, esattamente come i suoi primi giorni nel passato. C’era però qualcosa di diverso, sentiva come delle presenze invisibili all’occhio umano che le erano sempre vicino. Forse erano i nonni di Edward che la sostenevano? Forse la stavano avvicinando al momento in cui avrebbe ripercorso lo stargate? Già… lo specchio dietro cui si celava il passaggio temporale doveva per forza trovarsi a Swanlake Palace. Moriva dalla voglia di trovarlo e, conoscendo piuttosto bene l’ambiente, si mise alla ricerca dell’oggetto. Attraversò il corridoio alle cui pareti erano appesi i ritratti degli Harringhton: erano esattamente come ricordava con l’unica differenza delle ragnatele che in quel momento non ricoprivano i quadri. L’aria era intrisa di fresche fragranze floreali, evidentemente il cugino Lawernce amava abbellire il palazzo con piante e fiori freschi ogni mattina. In fondo al corridoio c’era il salone del caminetto ed era lì che aveva casualmente scoperto il ritratto di Edward, in realtà lo stargate attraversato dal ragazzo nel suo primo viaggio attraverso il tempo. Afferrò la maniglia con la mano che sentiva tremare, mentre attorno a sé era solo silenzio: il cuore le batteva forte, non sapeva cosa avrebbe trovato al di là di quella porta. Aprì con timore e senza fare il minimo rumore, sbirciò con circospezione e scorse una figura seduta sulla poltrona presso il tavolino.
“Ti aspettavo Daisy.”
La ragazza sussultò. Poi cacciò un sospiro di sollievo non appena riconobbe Rosemary.
“Vieni, siediti qui vicino a me. Dobbiamo parlare.”
Dovevano parlare? E di cosa? Nella giovane sorella di Edward si manifestavano giorno dopo giorno accenni e sfumature di quello che un tempo era stata la nonna: stesse espressioni del volto, stesse parole da decifrare, stessa profondità dello sguardo.
Attese che la ragazza si accomodasse nella poltrona e poi le parlò. “Lo stargate si trova qui, lo sai vero?”
“Ehm..si… diciamo che in un certo senso lo supponevo.”
“Non manca molto al vostro ritorno nel futuro, io sono quasi al livello che mi è richiesto per l’operazione.”
Daisy fu invasa da una stranissima sensazione: l’apprendere che ben presto avrebbe lasciato l’ottocento le provocò una fitta al cuore. Era buffo: si era talmente abituata a quegli anni che il pensiero di dover tornare da dove era venuta, seppur in compagnia di Edward, quasi le dispiaceva!
“Dimmi una cosa: ricordi ancora ciò che mio nonno ti spiegò prima della vostra partenza?”
“Intendi forse le condizioni necessarie al viaggio nel tempo e al nostro ritorno nel 2014?”
“Esattamente.” Poggiò con delicatezza le mani sulle ginocchia. “Quando Louise è tornata, il rapporto fra te e mio fratello ha subito una battuta d’arresto: credevi che fosse andato a letto con lei seppur con l’inganno. Non è così?”
Daisy restò meravigliata e in silenzio: quello che Rosemary aveva detto era esatto. La ragazza mostrava una maturità ed una serietà fuori dal comune e difficilmente uno che non la conosceva avrebbe pensato che avesse soltanto quindici anni.
“Vorrei solo darti un piccolo avvertimento, cosa che farò anche con Edward quanto prima: devi fare molta attenzione perché le tentazioni ancora non sono finite. L’energia del vostro amore è condizione fondamentale per l’apertura dello stargate, da sola non ce la posso fare.”
“Lo so. I dubbi che avevo riguardo Louise adesso non ci sono più per cui non vedo dove sta il problema.”
La ragazza accennò un sorriso. “Ancora non si è presentato in modo plateale, ma lo farà molto presto. Sai benissimo che la signorina Millstone è ben determinata e non si è ancora arresa. E poi vedo altre nubi all’orizzonte.”
“Cosa?”
“Il cugino Lawrence si è già fatto avanti, sbaglio?”
Negli occhi di Daisy comparve un’ulteriore goccia di stupore: a lei non sfuggiva proprio nulla!
Rosemary si alzò, avvicinandosi ad una delle finestre. “Conoscere quello che deve accadere, leggere nelle mente e sapere tutto di tutti non è poi una gran cosa, credimi. Attendi il futuro con moltissima ansia e, se devo dirla tutta, non c’è più il gusto della sorpresa.” Restò un po’ in silenzio, poi si voltò e sul suo volto comparve un luminoso sorriso. “Ad ogni modo sono fiduciosa, so che il vostro amore è profondo. Ha già superato le barriere del tempo, riuscirà ad abbattere anche i piccoli ostacoli della vita quotidiana.”
Daisy le strinse forte le mani e vi percepì un fortissimo calore che riconobbe come proveniente dalla nonna, quando fu lei a stringerle le mani per infonderle coraggio dopo la serie di umiliazioni ricevute da lady Anne ed Henriette. “Grazie, grazie davvero. Vorrei tanto poter fare qualcosa anche io per la tua felicità e sappi che avrai sempre il mio appoggio in tutto e per tutto.”
Rosmary comprese che si riferiva alla sua storia segreta con Nicholas Leighton, un lieve rossore comparve sulle sue guance nel ripensare a colui che le aveva fatto battere forte il cuore e che aveva dovuto lasciare nel Somerset. Anche per lei sarebbe stato difficile separarsi da lei e dal fratello quando lo stargate li avrebbe riportati nel futuro.
 
 


 
Ciaooo!!
Con un po’ di fatica sono riuscita ad essere puntuale con l’appuntamento del venerdì. Non so se in futuro mi sarà sempre possibile…. Vedremo!
Siamo dunque tornati a Swanlake Palace e per i protagonisti è un momento particolare: attorno a quella villa è cominciato tutto. Adesso è nel suo massimo splendore e al posto di ragni e topi c’è qualcun altro che vive lì. E che non ha perso tempo.
Grazie a tutti voi che leggete, anche in silenzio. E un mega grazie a voi che invece vi fate sentire con le vostre stupende recensioni.
A presto!!!
Un abbraccio
La Luna Nera

 
  
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