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Autore: Salazarr99    05/12/2014    0 recensioni
"Il suo calore la invase, mentre si stringevano in un abbraccio troppo spontaneo per fare domande.
Le labbra di Hermione si riempirono del sapore di Draco mentre le sue braccia la circondavano con forza, come volesse renderla parte di lui.
E per un attimo, si sentì davvero parte di lui, come se quel bacio potesse accorciare la distanza che li separava."
"Ginny la guardò come se fosse pazza. - Lucius Malfoy è stato ucciso e tu hai accettato di indagare sul caso?
Hermione sistemò i capelli dietro l'orecchio e si morse il labbro. - E' una questione di giustizia, non potevo rifiutare di...
La rossa sorrise con malizia. - Ho capito. - rise. -Cosa mi nascondi, Granger?"
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hope Howell | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo 1
Unpleasant encounters.
 
 Malfoy Manor, 23 settembre.
 
 Draco Malfoy era seduto sulla rigida sedia della biblioteca del Manor, cercando da ore l’indirizzo di un investigatore privato.
 Era ciò che faceva ogni giorno, nel suo tempo libero, da quando il Ministero aveva archiviato il caso, definendolo un suicidio.
 Il suo dito si fermò su un nome. 
 Detective J. Granger.
 Si grattò la fronte, cercando di ricordare chi avesse quel nome.
 Conosceva sicuramente Hermione Granger, ma non aveva idea di chi fosse J.
 Scrisse in fretta l’indirizzo su una busta e, su un foglio, ricopiò le parole che aveva inviato a tutte le persone che potevano essergli d’aiuto, sperando che quest’uomo non rifiutasse la sua richiesta.
 Legò la lettera alla zampa della sua civetta, Tuff, e aprì la finestra, lasciando che spiccasse il volo.
 Si trascinò sul divano e si distese, sperando di poter dormire un sonno buio e senza incubi.
 
Casa Granger, 23 settembre
 
 Hermione entrò a casa alle undici di sera, stanca ma senza la minima voglia di dormire.
 Tolse le forcine dal suo chignon e sospirò di sollievo quando i crespi capelli le ricadessero sulle spalle. Si tolse le scarpe e le lanciò dall’altra parte della stanza.
 Si avvicinò al frigo per prendere dell’acqua e trovò un biglietto, attaccato con delle calamite prese in giro per il mondo, quando aveva deciso con Harry, Ron e Ginny di godersi la vita dopo la battaglia di Hogwarts.
 Ricordava quei mesi come i più belli della sua vita, nessuna preoccupazione, nessun pericolo, nessun litigio.
 
 “Sono passato ma non c’eri.
 Ricorda la cena di domani.
 Ti voglio bene. Harry.
 Ps. Ti ho lasciato una pizza in forno,
 penso che ti farà piacere. “

 
 Hermione si stropicciò gli occhi, ricordando improvvisamente l’impegno.
 L’indomani avrebbe dovuto trovare persino il tempo per andare a cena con i suoi amici.
 Si lasciò cadere su una sedia, sfinita.
 Ce l’avrebbe fatta. 
 Una civetta piombò nella stanza stridendo e Hermione urlò dalla paura del momento.
 Si avvicinò piano all’animale e prese la lettera dalle sue zampe. La aprì mentre accarezzava il collo del volatile, che tubava compiaciuto.
 Draco? pensò non appena lesse il contenuto della lettera e il suo mandante.
 Non poteva credere che Lucius Malfoy fosse stato assassinato con tale brutalità.
 Certo, ricordava tutto ciò che aveva fatto durante il periodo di Voldemort, ma aveva saputo riscattarsi.
 Ricordò con occhi lucidi il momento di anni prima, quando si era presentato alla sua porta, chiedendo di sostenere anonimamente l’attività del C.R.E.P.A.
 Da quel giorno aveva avuto contatti sempre più diretti con il signor Malfoy, fino a quando lui le aveva consigliato di non limitarsi ad essere un Auror e l’aveva aiutata nella sua carriera, aiutandola e finanziandola sia nel Mondo Magico che in quello Babbano.
 Inizialmente era stata restia a fidarsi di lui, ma poi l’aveva riscoperto come un uomo buono, che aveva fatto determinate scelte prima per personali errori, poi per proteggere la sua famiglia. 
 Aveva scoperto un Lucius buono, senza pregiudizi.
 Era sempre contraria ad accettare il suo aiuto, ma il signor Malfoy aveva insistito tanto che si era vista quasi costretta ad accettare.
 Ciò che l’aveva lasciata sempre confusa era il fatto che lui non volesse assolutamente nulla in cambio per il suo aiuto, diceva che la gratitudine e l’affetto erano doni ben più grandi.
 Fu soprattutto questo a spingere Hermione ad accettare la disperata richiesta d’aiuto.
 Non avrebbe permesso che l’assassinio di Lucius restasse impunito, così scrisse in fretta e furia una lettera a Draco, in cui gli spiegava che era felice di accettare il lavoro e gli diede appuntamento ai Tre Manici di Scopa, l’indomani alle sei.
 Per un po’ si fece strada nella sua mente il pensiero di dover parlare e lavorare a contatto con Draco, ma poi pensò che non poteva essere tanto male. Ricordava bene ciò che Neville aveva detto su di lui pochi giorni prima, che era cambiato, che non era più lo stesso. Ma Hermione, per qualche motivo, continuava ad essere nervosa al pensiero di doverlo incontrare, di dover rivivere tutti quegli anni di insulti che erano concentrati in un’unica scritta bruciante sul suo avambraccio. Mudblood.
 Si diresse all’armadio e scelse i vestiti che avrebbe indossato, distendendoli su una sedia. Osservò i programmi per la sua giornata sull’agenda, per cui doveva lavorare tutta la mattina al Ministero come Auror, poi il pomeriggio doveva passarlo nel Mondo Babbano e alle cinque avrebbe incontrato Draco, aggiunse.
 Ah, non doveva dimenticare la cena.
 Appuntò anche quella sulla carta e chiuse il taccuino.
 
Hogwarts, 24 settembre
 
 Draco Malfoy era seduto in biblioteca, un libro aperto sulle ginocchia, la testa persa altrove, fra mille pensieri e supposizioni.
 Ripensava a quella mattina, quando Tuff aveva riportato la risposta di J. Granger.
 Il suo cuore aveva perso un battito quando aveva appurato che J. si riferiva al secondo nome di Hermione, e che quindi era lei la persona da cui dipendeva la giustizia di suo padre.
 Non poteva crederci.
 Era alquanto imbarazzato al pensiero di doverla incontrare, di dover riportare alla luce tutto ciò che aveva fatto e detto nei suoi anni da studente.
 Si ritrovò a pregare che Hermione non nominasse nulla di tutto ciò.
 Inoltre Draco era consapevole del fatto che nessuno avesse il cervello brillante della Granger ed era quindi sollevato dal potersi fidare di lei.
 - Finalmente ti ho trovato, biondino. – la voce profonda di Neville Paciock interruppe il complicato filo di pensieri che affollava la mente di Draco.
 Stava per continuare a parlare quando vide l’espressione corrucciata del collega.
 - Qualcosa non va? – chiese.
  Draco annuì.
 - Posso aiutarti?
 Scosse la testa.
 - Vuoi parlarne?
 Il venticinquenne si guardò intorno, controllando effettivamente che non ci fosse nessuno, poi riversò fuori tutte le sue preoccupazioni e la rabbia e la frustrazione per il suo maledetto passato, dapprima con difficoltà, poi sempre più facilmente.
 Gli raccontò del padre, del Ministero, della Granger.
 Neville gli diede una pacca sulla spalla, abbracciandolo amichevolmente.
 - Andrà tutto bene.
 Draco annuì, incerto.
 
I Tre Manici di Scopa, 25 settembre.
 
 Il pub era gremito di maghi, giovani e non.
 Draco Malfoy si agitò sulla sedia, continuando a sorseggiare il suo Whiskey Incendiario.
 Notò una donna entrare a passo spedito nel locale, i capelli castani raccolti, il trucco leggero ma ben fatto, i pantaloni neri che le fasciavano perfettamente le gambe.
 Il biondo deglutì.
 I suoi pensieri vagavano, mentre continuava a innervosirsi.
 Pensò a quanto era cambiata, a quanto era diventata bella.
 Non che prima fosse brutta, si autogiustificò con se stesso.
 - Draco. – la sua voce lo stupì. Non si era modificata molto nel tempo e non aveva neppure perso la sfumatura saccente, ma aveva una nuova tonalità, un po’ più femminile, che le si addiceva perfettamente.
 - Herm… Hermione, ciao. – la salutò.
 Per quanto non lo desse a vedere, era nervosa. – Ehm… come vanno le cose? – chiese con un sorriso.
 - Vanno.
 Un silenzio imbarazzante cadde su di loro per alcuni minuti.
 La ragazza sospirò. – Dobbiamo mettere a punto un paio di cose prima di iniziare. Voglio più informazioni su Lucius e su chiunque potesse avercela con lui. Discuterò con il Ministero, riapriremo il caso. Ho bisogno di informazioni che tu non mi puoi dare. Analizzerò meglio quello strano pugnale, cercando di capire a chi appartiene. Tutto chiaro? – Draco annuì.
 - Per quanto riguarda la paga… - iniziò.
 - No. Non voglio nulla per indagare sull’omicidio di tuo padre. – abbassò la voce. – Scoprirai cosa ha fatto per me. È il minimo che possa fare per ripagarlo.
 Draco era estremamente confuso.
 Lucius aveva fatto qualcosa per lei. Qualcosa che aveva accresciuto la stima reciproca e il rispetto.
 Hermione ordinò una burrobirra, e la sua voce interruppe il filo dei pensieri di Draco.
 - Come vanno le cose? – chiese Draco, provando a cambiare discorso. Sarebbe impazzito se avesse continuato a farsi domande.
 Avrebbe avuto le sue risposte, non era quello il momento.
 Hermione lo fissò come se le avesse appena chiesto che tipo di biancheria portasse.
 - Bene, credo. A te? – rispose imbarazzata. Non sapeva neanche il motivo per cui quella conversazione le stava scomoda e la rendeva così impacciata, ma odiava sentirsi così.
 - Sono andate meglio. – replicò Draco e il suo sguardo s’incupì.
 Sembrava quasi che i suoi occhi grigi si fossero scuriti un po’ di più, come un cielo che annunciava tempesta.
 Hermione non seppe più che dire. Sentiva la bocca secca e le dita formicolare.
 - Devo andare. – disse, prima che il biondo potesse aprire bocca. – Mi aspettano. Ti auguro una buona giornata. Ti invierò un gufo quando avrò novità.
 - A presto. – disse semplicemente Draco, a voce bassa.
 
Casa Granger, 25 settembre
 
 Hermione rientrò a casa con il sorriso sulle labbra. Era stata una serata piacevole, persino l’incontro con Draco non era stato poi tanto male.
 Aveva anche avuto il tempo di raccontare a Ginny ciò che era accaduto da Madama Rosmerta, ma quando l’amica le aveva chiesto quali sensazioni avesse provato, Hermione non aveva più avuto parole.
 Non lo sapeva nemmeno lei, in realtà.
 Quando lo aveva visto, seduto nell’angolo del pub, le era scappato un piccolo sorriso.
 Pur non avendo molto tempo per le considerazioni frivole, non aveva potuto fare a meno di pensare che, con gli anni, fosse diventato anche più bello.
 I capelli biondi, la pelle diafana, le braccia forti e muscolose e quegli occhi grigi, così belli che sembrava quasi di perdersi in un mare notturno tempestoso quando si fissavano troppo.
 Aveva provato ostilità? Solo per un momento. Poi la rabbia era sfumata.
 I pensieri si accavallarono l’uno sull’altro ed Hermione sentì la testa dolerle.
 Si chiese quando avrebbe rivisto Ginny, che era partita qualche giorno prima per il suo lavoro alla Gazzetta del Profeta. 
 Andò a letto immersa ancora in questi pensieri e si addormentò.
 






HERE I AM.

Okay, non ho niente da dire, tranne che spero vivamente che vi sia piaciuto. Ringrazio vivamente chi ha letto il prologo e chi si è minimamente interessato alla storia. :) Lasciate una recensione, se vi va, positiva o negativa che sia. :3
Alla prossima. :D

 
  
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