Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: _Ametista_    07/12/2014    0 recensioni
A volte si fa di tutto per riavere le persone che si amano.
Ma Ashira, figlia di uno scriba, è talmente affezionata al padre che, quando esso muore assassinato, lei parte a cercarlo per riaverlo e vendicare il suo nome.
La coraggiosa ragazza compirà un mirabolante viaggio verso un posto in cui nessun egizio era mai, realmente, arrivato...
S'incroceranno i destini di una giovane e coraggiosa figlia di scriba, una svampita figlia di visir (con un'inaspettata storia alle spalle), uno schiavo che sogna ribellione e libertà, un figlio degli dei, un gatto che cerca se stesso e un'insolita creatura...
Genere: Avventura, Fantasy, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Antichità
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Origlio un altro poco la conversazione dei due uomini.
-Alle rive del Nilo: andiamo a caccia­ di ippopotami-
ha detto poco fa Anchesenaphy. Mio padre ha annuito, ubbidiente come un cane.
Troppo buono, sei troppo buono papà!
-Ashira, che c’è?- chiede Shabti venendomi accanto.
-Tuo padre ha in mente qualcosa di losco- borbotto quasi fra me e me.   
-Uffa, sei fissata! Lui non è un pazzo- replica scocciata. Mi volto verso di lei, alzando un sopracciglio con aria ironica.
-Sta ricattando mio padre. Suo fratello. Lo scriba di corte. Ha proprio tutti i requisiti mentali al loro posto…- mugolo sarcasticamente. Chiudo la porta. Temo che possano udirci.
-Va bene, ma sei proprio testarda quando ti ci metti! Ti obbedirò solo per dimostrarti che hai torto- decreta mettendosi le mani sui fianchi e squadrandomi con aria seria.
-Affare fatto- ribatto io porgendole la mano, un ghigno composto in viso.
Lei la stringe.
-Anchesenaphy ha detto a mio padre di trovarsi sulle rive del Nilo. Andiamo lì e vediamo cosa sta tramando- ordino autoritaria aprendo la porta e uscendo.
-Sì, mia sovrana- sbuffa Shabti seccata.
Mio padre e il visir se ne sono andati. I corridoi della villa sono immersi nel silenzio.   Faccio ruotare la testa a destra e a sinistra, per essere sicura di essere sola con Shabti.
-Non c’è nessuno. Andiamo- mormoro iniziando a camminare per i corridoi dalle pareti ornate di dipinti dai colori vivaci. Shabti mi si appende alle spalle, canticchiando un allegro motivetto di ballata.
Non so come faccia ad essere così allegra. Io sono tesa come una corda d’arpa: sento qualcosa che spinge sulla gola, il cuore non ha più il suo regolare battito.  
Corri, o tuo padre sarà nel regno di Osiride.
Ricaccio l’orribile pensiero con una scrollata di capo.
Infondo al corridoio, poggiato sulla porta, ci sono l’arco e la faretra di mio padre.
Prima non c’erano.
Lui ti ha vista Ashira, ti ha lasciato un messaggio palese, ha bisogno di te. Perché sei così lenta?!
-E’ l’arco di Darwishi!- grida quasi Shabti indicando l’arma semplice, a sezione tonda e profilo irregolare, poggiata alla porta.
Il mio cuore ha perso un battito.
-Lui…Ha bisogno di me. Io…Devo prendere il suo arco. Noi…Dobbiamo andare in fretta- sussurro a fior di labbra.
Mi carico l’arma in spalla e lego alla vita la faretra colma di frecce dall’impennaggio bianco. Spalanco la porta con un cenno distratto.
-Ashira, stai bene? Sembri morta- nota Shabti scostandomi un ciuffo della parrucca.
Le mie labbra si piegano in un mezzo sorriso, non so se è per tranquillizzare lei o me.
-Ho solo paura per mio padre- le spiego, camminando velocemente per le vie del villaggio poco affollato –tuo padre lo sta ricattando, e chissà chi è l’ostaggio!-
La mia migliore amica sbuffa.
-Avrai capito male. Non è mio padre che ricatta lui, ma qualcun altro! Anchesenaphy non è un matto-
-No, non è matto. E’ proprio fuori di testa- replico facendole una linguaccia. 
-Ha ha ha che ridere- borbotta Shabti piccata.
Siamo arrivate alle rive del Nilo. Come avevo previsto, è stata organizzata una bella festa in onore all’ adolescenza; tutt’intorno vi sono languide ballerine, suonatrici di seshes, ragazze che tentano di conquistare i più bei ragazzi, dai fisici scolpiti e i lineamenti accattivanti. Avrei voglia di gettarmi nella mischia di giovani, ballare con loro, trovare amici con cui spassarmela e dimenticare la tensione.
Ma mio padre è più importante.
-Che bello!- esclama Shabti guardando la baldoria, gli occhi castani luccicanti. Lei è una gran festaiola, la dea Hathor in persona.
-Non posso fermarmi- mugolo assai dispiaciuta cercando mio padre ed Anchesenaphy con lo sguardo.
-Tu rincorri pure le tue follie. Io sto qui a divertirmi!!!!- urla, e si fionda nella mischia, ancheggiando abilmente.
-Unica, irrecuperabile, inimitabile Shabti- mormoro fra il divertito e il seccato.
-A me- dico poi, e m’inoltro nella selva di betulle che costeggia le rive del Nilo.
Lì i rumori della festa s’attutiscono d’un poco. Lo scroscio del fiume mi rilassa, facendomi chiudere le palpebre per pochi attimi, che assaporo con dolcezza.
Ippopotami. Caccia. Padre. Ricatto. Omicidio. Osiride.
I miei occhi si spalancano tanto da farmi male, e dalla bocca mi esce un suono strozzato.
Ma dove possono essere andati? Sembrano spariti, scomparsi fra i canneti e le betulle.  
Il muggito di un ippopotamo, verso est.
-Papà!-
Il grido mi sfugge senza trovare controllo.
Perché sotto quel muggito c’era un urlo, un urlo umano.
Quello di mio padre...
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: _Ametista_