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Autore: _Giuls17_    13/12/2014    3 recensioni
Cosa resta di Hermione Granger se togliamo l'allegria, il coraggio, l'intelligenza e lasciamo la pazzia. Pazzia causata da un dolore così grande che non le ha lasciato alternativa, se non quella di spezzarsi.
Tratto dal testo:
•In realtà i suoi occhi non riuscivano più a scorgere tutte quelle cose [...]
•-Hermione ti va di fare il nostro esercizio, [...] , Mi chiamo Hermione Granger. Ho vent’anni. [...]
Io… Io non me lo ricordo.
• [...] Non sarò mai più lei.-
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo, Da VII libro alternativo
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Buonasera a tutti o Buongiorno visto che sto aggiornado all'1.30 del mattino
XD
Scusatemi l'orario ma non sono riuscita ad aggiornare prima, ma in 
realtà vorrei parlare con voi a fine capitolo, quindi...
Buona lettura ^^


 
Finally Home
 
-Mi chiamo Hermione, ed abito a Grimuld Place con Ginny ed Harry e il piccolo James.- inspirò a fondo, continuando a guardarsi nello specchio.
-Sono passati quasi due anni da quando sono uscita dal mio carcere con le pareti bianche.-
Osservò la sua immagine riflessa e sentì un brivido percorrerle la schiena, nonostante le apparenze sapeva che la sua mente non stava del tutto bene, se lo ripeteva ogni giorno e lo ripeteva anche a Conforti, ma lui non le credeva, le dava fiducia.
-Sono miei amici dall’età di undici anni, ogni tanto ne vengono altri a trovarmi, ma lui non è ancora venuto… Draco ancora non è venuto da me.-
Il Medimago pensava che la sua mente stesse rielaborando a modo suo la sua intera vita, anche nascondendo pezzi di essa, pur di farla stare bene, ma lei col tempo aveva appreso tutto quello che i suoi amici le avevano evitato.
Anche la guerra.
-Ho partecipato alla Seconda Guerra Magica.- non appena finì di pronunciare quelle parole dovette aggrapparsi alla trapunta del letto con tutte e due le mani, si morse il labbro per reprimere l’urlo che avrebbe potuto svegliare i suoi amici e chiuse gli occhi.
Non stava bene, e questo ne era la chiara dimostrazione.
-Ho lasciato che il mio fidanzato prendesse il Marchio Nero… Ho lasciato la mia famiglia indifesa…
Voldemort li ha trovati… Li ha torturati e li ha uccisi, davanti ai miei occhi.- si asciugò con una mano le lacrime e represse il dolore che le avrebbe perforato ancora il petto.
I suoi flashback la coglievano nei momenti più disperati della giornata, anche quando portava un piatto dal tavolo al lavandino, ne aveva rotti così tanti che ormai non la facevano più sparecchiare, o altre volte si costringeva alla solitudine, rinchiudendosi in qualche vecchio armadio per urlare.
Hermione aveva imparato col tempo a convincersi, soprattutto quando le sue domande erano diventate più mirate e i suoi amici si erano rifiutati di rispondere.
Aveva scoperto da solo i suoi scheletri nell’armadio e aveva imparato a convivere anche con la realtà dei fatti: l’accordo con la sua coscienza era fallito.
Lei le aveva promesso l’immunità, che non avrebbe più ricordato, ma era stato tutto il contrario.
Ed adesso sentiva il suo cuore diviso in due per il dolore.
 
-Hermione? La cena è pronta!-
-Arrivo…- balbettò, si alzò dal letto e stirò con le mani la gonna per renderla più presentabile.
Non aveva accorciato i capelli e forse aveva preso due chili da quando era uscita, ma ancora la sua immagine rifletteva un corpo scarno e malnutrito, poco incline alla risata e alla vita.
Scese le scale e si sedette a tavola accanto a Harry, cercò di nascondere il tremolio della mano e prese la forchetta.
Tagliò il pezzo di carne ma non riuscì a resistere, posò le posate e guardò i ragazzi.
-Lui mi ama, vero o falso?-
Quella domanda gli pesava dentro la mente da quasi due settimane, i ricordi suoi e di Draco erano stati i più difficili da guadagnare e da sopportare, c’era molta tristezza e anche molto amore, non aveva dormito quasi tutte le notti per esaminarli, per capirli.
-Herm…-
-Vero o falso?- bisbigliò.
-Vero.-
-Dov’è allora?- domandò subito dopo.
-Lui… Ti abbiamo mentito…- disse Ginny posando le posate, lentamente.
-Mentito?-
-Non lo abbiamo avvertito, tutto qua.-
-Perché? Io sto me… Meglio.- balbettò, stringendo i pugni.
-Forse si, forse no, ma volevamo dare a Draco la possibilità di essere felice, di andare avanti.-
-Ma io adesso ricordo.-
-Ma lui aveva bisogno di dimenticare, almeno per un po’.-
-Non… Non capisco…- sussurrò, cercando di trattenere le lacrime.
-Anche questo… Tu stai tornando a vivere, ma ancora hai molto dolore dentro, volevamo solo essere sicuri.-
Hermione si alzò, strisciando la sedia, senza aggiungere altro salì le scale diretta alla sua stanza, le parole dei suoi amici non smettevano di risuonarle in testa, aveva parlato anche degli sbalzi d’umore col Medimago ma ancora una volta lui non l’aveva ascoltata, dicendole che era un processo che tutti dovevano attraversare, le avrebbe fatto capire quanto in realtà fosse fragile.
Chiuse la porta velocemente e si sedette sul letto, tenendosi la testa con le mani, iniziò a dondolare automaticamente ed improvvisamente ebbe la sensazione di essere nuovamente in quella stanza, nell’impossibilità di muoversi dalla poltrona, quella poltrona dove aveva marcito per tre anni.
Si alzò e buttò i libri sulla scrivania a terra, prese i vestiti e li buttò fuori dall’armadio, prese in quello sfogo degli oggetti che non le appartenevano e li scagliò contro la parete rompendoli in mille pezzi e poco dopo crollò a terra, in lacrime.
Tutti sapevano meglio di lei cosa le stesse succedendo ma ancora lei non riusciva a capirlo.
La prima Ginny che aveva deciso cosa fosse meglio per lei e per Draco, senza dare la possibilità a nessuno dei due di decidere se soffrire ancora o meno, le aveva fatto credere che avrebbe potuto conquistare il suo posto nel mondo, che nonostante fosse una delle eroine della guerra nessuno avrebbe avuto pietà di lei, in quel mondo dove la diversità non era ancora tollerata.
Le aveva detto come vivere, quando ancora lei non sapeva se ce l’avrebbe fatta.
 
“Ti avevo detto che ci voleva tempo.”
Mi avevi promesso che non avrei ricordato nulla, che mi sarei annullata ma adesso ricordo più di prima, adesso non posso sfuggire dai miei demoni!
“Era quello che dovevi fare, imparare a restare.”
Cosa vuol dire?
“Quando eri ancora chiusa nel tuo subconscio non c’era modo di farti capire la realtà, non c’era modo di farti andare avanti, ma imparando dall’inizio cosa volesse dire vivere, hai avuto la possibilità di imparare il dolore, di sopportarlo.
Non sei più quella ragazzina.”
Sono un mostro, sono quello che resta di Hermione.
“No Hermione, sei te stessa ma ti è stata data una seconda possibilità. Devi imparare ad andare avanti, anche se la follia non andrà mai via.”
Dovrò imparare a conviverci.
“Sì, sarà una parte di te.”
Non so se posso farcela.
“Puoi sempre provarci, almeno ancora un po’.”
 
***
 
Un paio di mesi dopo.
 
Draco posò le valigie fuori dalla porta e senza pensarci girò il pomello del Numero 12 di Grimuld Place, sentendosi a casa.
Anche se il Manor restava il posto dove era cresciuto, la casa di Potter avrebbe sempre avuto un posto speciale nel suo cuore, entrò cercando di non fare rumore, avrebbe voluto fare una sorpresa ai proprietari.
Ma il silenzio della casa e dei suoi passi venne interrotto da un suono dolce e melodioso, improvvisamente riconobbe la provenienza: un pianoforte.
Sapeva però altrettanto bene che non c’erano pianoforti in quella casa, l’aveva studiata da cima a fondo e anche se era mancato negli ultimi due anni né Potter né Ginny si sarebbero mai interessati a qualcosa del genere.
Chiuse la porta alle sue spalle ed avanzò verso il terzo piano, dove una volta Fierobecco aveva vissuto indisturbato prima di essere liberato, scostò piano la porta e quello che vide gli fece gelare il sangue  nelle vene.
Hermione.
Hermione era seduta su uno di quegli sgabelli, aveva gli occhi chiusi e non poteva vederlo, ma stava sfiorando i tasti delicatamente, come se cercasse di raccontare una storia.
La sua.
 
Hermione!
 
Tutte le emozioni che aveva celato nei precedenti due anni vennero fuori e bussarono prepotentemente al suo cuore, colmo di gioia, la ragazza che amava era tornata, non riuscendo a contenersi aprì la porta e fu proprio in quel momento che si accorse della prima sostanziale differenza.
Gli occhi della sua Hermione potevano bruciare il mondo mentre  con un solo sguardo, gli occhi di quella ragazza potevano essere bruciati, per la paura, per il terrore.
-Sei… Sei Draco Malfoy, vero o falso?- domandò, alzandosi dallo sgabello e facendo un passo indietro.
-Hermione.- sussurrò ancora incredulo, credendo fino all’ultimo che fosse un’illusione della sua mente.
Troppe volte aveva sognato quel momento, troppe volte si era svegliato urlando la notte per i suoi incubi che avevano lei come protagonista, troppe volte aveva creduto che la guerra non fosse mai esistita e chi si trovassero ancora ad Hogwarts per l’ultimo anno, e tutte le volte il suo cuore aveva accolto quelle cicatrici, contando che il loro amore avrebbe vinto anche quella volta.
 -Sei qua.-
-Vero o falso?- piagnucolò, muovendosi verso il muro, lontano da lui.
-Non ci posso credere, perché non mi avete detto niente, io…-
-Ver… Vero o Falso.- chiese schiacciandosi contro il muro e raggomitolandosi su se stessa, per sfuggirgli.
-Her…-
 
Hermione chiuse gli occhi, cercando di scacciare la paura che le stringeva il cuore in una morsa dolorosa.
-Draco aspetta!!-
La voce di Ginny gli forò le orecchie e finalmente si rese conto di chi aveva davanti, una ragazza terrorizzata e impaurita, solo perché non aveva risposto a una domanda, una cazzo di domanda.
-Cosa cazzo succede?-
-Scendiamo, è una storia lunga.- si avvicinò ad Hermione e l’aiutò ad alzarsi, -Va tutto bene, la tua prima lezione di volo è andata benissimo, sei riuscita a sollevare la scopa al primo colpo… Vero o Falso?-
-Falso, Harry mi ha battuto quel giorno.- sussurrò, asciugandosi gli occhi.
-Esatto, adesso andiamo, il tè è pronto.-
 
Draco le seguì giù per le scale cercando di cogliere da solo le sue conclusioni ma si ritrovò in un pensiero troppo complicato anche per la sua mente da Serpeverde, si accomodarono in cucina e Ginny servì il tè, silenziosamente.
Osservò quella che una volta era stata la sua ragazza, adesso era più magra, gli occhi che aveva amato erano spenti e delle orribili borse violacee la rendevano più vecchia della sua giovane età, non era rimasto quasi più niente della So-Tutto-Io.
-Harry?- si azzardò a chiedere per spezzare il silenzio.
-Con James, dovevano fare delle cose, non ti aspettavamo.-
-No, volevo tornare… Avevo nostalgia di casa.- disse, guardando Hermione dritto negli occhi.
-Non… Non fare così con lei.- sussurrò la rossa.
-Così come, io non ci sto capendo niente!-
-Hermione è riuscita ad uscire da quel “coma” che si era creata da sola… Ha conosciuto nuovamente se stessa e ancora non sa come comportarsi, in certi casi.-
-Che vuol dire tutto ciò?-
-Mi sono annullata.- rispose la riccia, non alzando lo sguardo dalla sua tazza di tè, -Ogni tanto però il mio cervello fa cilecca.- disse, muovendo il dito vicino ad esso, -E torno ad essere una pazza schizofrenica.
Ma tutti credono che io stia bene, solo che non me lo hanno mai chiesto.- fece scoccare la lingua sul palato, chiudendo forte gli occhi, per reprime un doloroso ricordo.
-Se vuoi parlare con lei devi permetterle di usare i “vero o falso”, adesso vi  lascio soli.-
-Ginevra aspetta…- esclamò Draco, ma l’amica uscì velocemente dalla cucina.
Rimase un attimo in silenzio cercando di analizzare le poche informazioni che aveva ottenuto, ma allo stesso tempo non gli sembrava vero che lei fosse lì, che fosse veramente lì con lui.
-Vero.- disse, semplicemente.
Hermione alzò gli occhi verso di lui, non capendo a cosa si riferisse.
-Vero, sono Draco Malfoy.-
 
-Ci siamo conosciuti ad Hogwarts…-
-Vero, anche se a te ti hanno smistato a Grifondoro.-
-Mi chiamavi Sporca Mezzosangue, vero o falso?-
-Io… Vero.- disse abbassando lo sguardo, non poteva ricordare solo quelle cose cattive, non poteva avere solo questo suo ricordo.
Draco strinse forte il bicchiere, cercando di reprimere la rabbia.
Dov’è finito tutto il nostro amore??
 
-Ho ballato con Ronald al Ballo del Ceppo, mentre tu mi guardavi con disprezzo.-
-Falso, hai ballato anche con me quella sera.-
Hermione si appoggiò allo schienale della sedia e chiuse gli occhi per analizzare quel ricordo.
-Sì… Questo sembra luccicare.-
-Che intendi?-
-Se i miei ricordi luccicano o tremolano vuol dire che sono falsi, ma sta a voi aiutarmi ad identificarli. Io non ci riesco sola.-
-Ti ho presa in giro per i primi quattro anni, ma quando ti ho visto con quel vestito al Ballo del Ceppo ho sentito qualcosa muoversi dentro di me, ma prima di trovare il coraggio sono passati altri due anni.-
-Il coraggio per fare cosa?-
-Per dirti che ti amavo.-
Hermione trattenne il fiato e posò la testa sulle mani, nonostante avesse passato del tempo ad esaminare i ricordi, cercando di scacciare quelli falsi ancora quella questione le era rimasta come un nodo troppo complicato da sciogliere, dentro di lei troppi elementi le confondevano tutte le tesi, facendo acqua da tutte le parti.
-Io non sono la stessa Hermione che ti ricordi.- precisò, non sentendosi pronta a quella parte della verità.
-Io sarò sempre la sua parte difettosa, quella che non funzionerà mai bene, penso che tu debba saperlo, dato che mi guardi in quel modo.
Non sarò mai più lei.-
-Ti guardo così perché sei l’unica cosa che ho sempre voluto vedere.-
-Falso, prima di me ci sono state altre.- commentò asciutta.
-Falso ancora, quelle erano storielle, io e te ci amavamo.-
-Non me lo ricordo.- sussurrò, mentendo.
-Cazzate! Hai avuto due anni per ricordare tutto e non ti credo, sono convinto che me lo stai nascondendo, come una volta.
È sempre stato difficile per te ammetterlo, ma io lo so cosa c’è nel tuo cuore.- scattò e in pochi passi le fece alzare il viso con le dite.
-Non toccarmi.- sussurrò, cercando di divincolarsi.
-Per me non esiste una parte difettosa o una buona, per me sarei sempre e solo Hermione.-
La ragazza provò a scappare, qualcosa dentro di se le stava urlando di ascoltare anche quella parte che lei aveva nascosto a se stessa per non soffrire, quella verità che premeva di uscire.
-Non fuggire, posso aiutarti.-
-Falso, al mio primo anno mi hai classificata senza conoscermi.-
-Ma ti sei vendicata con me.- sussurrò, sogghignando.
-Vero, ti ho dato un pugno sul naso al terzo anno.-
-Ed io ti ho baciato vicino al Platano Picchiatore, al sesto anno.-
-Falso, mi hai baciato il giorno prima di andare da Silente per offrirti come infiltrato.-
-E abbiamo fatto l’amore il giorno che mi hanno marchiato come un’animale, perché tu stavi con me.-
-Vero.- sussurrò la ragazza, guardando quegli occhi grigi tormentati che le stavano perforando l’anima, -Nella mia stanza, ero un prefetto.-
-Tu mi ami. Vero o falso?- chiese Draco, trattenendo il fiato per la paura.
-Vero.-
Senza che potesse evitarlo sentì le sue labbra premute contro e le mani la strinsero dolcemente lungo i fianchi, si sentì a casa, nonostante non sapesse bene come comportarsi, per quella Hermione tutto era nuovo.
-Ti ho aspettata per cinque anni e continuerò ad aspettarti sempre, non mi importa cosa dovrò fare per riportarti da me, ma farò qualsiasi cosa pur di non lasciarti più andare, combatterò io i tuoi incubi.-
-Non ti prometto niente, non posso prometterti di essere sempre felice, non posso prometterti che la notte riuscirò a dormire sogni tranquilli, o che non romperò qualcosa, sono il risultato del mio dolore, il quale non scomparirà mai.-
-Non mi importa.-
-Potrei anche non ricordarmi di te una mattina, potrei farmi male, potrei farti male senza volerlo.-
-Non mi importa, Hermione.-
-Potrei distruggere tutto quello che abbiamo creato e mi odieresti e non voglio farmi odiare da te, perché sei l’unico ricordo bello che ho della mia vecchia vita, qua dentro.- indicò la sua mente, -Tu metti ordine nei miei pensieri confusi e fai spegnere il rumore di quella radio rotta.-
-Io ti amo.- sussurrò il ragazzo, sistemandole il ciuffo dietro l’orecchio.
Hermione si rese conto che, nonostante avesse ancora alcune lacune, che tutto sommato poteva anche riprendere la sua vita da quel momento. I suoi incubi non sarebbero mai andati via, i suoi flashback l’avrebbero resa pericolosa e instabile per tutta la vita ma Draco sarebbe stato accanto a lei, nonostante credesse di ricordare tutto di lui, decise di ignorare la sua coscienza, quella era la sua nuova vita e avrebbe rifatto tutto dall’inizio.
Voleva solo essere felice e con lui si sentiva, finalmente, a casa.
 



Ed eccoci qua, Insanity è un piccolo risultato nella mia lunga scala di obiettivi da realizzare.
In realtà, come vi avevo detto, questa storia è nata così velocemente che si è esaurita altrettanto velocemente.
Una parte di me avrebbe voluto scrivere di più, dare più margine a Draco, scrivere del suo dolore e del periodo in Giappone, forse lo potrei raccontare con qualche one shots, ma l'idea originale era mostrare il dolore di Hermione, la sua sofferenza, il suo punto di vista.
Nonostante Draco abbia un ruolo centrale nella trama, perchè lei decide di tornare per lui, decide di continuare a provarci per lui, è Hermione quella che si è spezzata, Hermione si è chiusa in se stessa per quattro lunghi anni, solo lentamente è uscita da quell'autoisolamento.
Insanity è stata una bella esperienza, ma è stato ancora più bello leggere i vostri commenti, che come sempre mi hanno dato ispirazione e voglia di scrivere ancora, ringraziarvi mi sembra sempre poco ma è quello che mi sento di fare.
Spero di pubblicare qualcosina entro le vacanze invernali, ho una piccola idea che mi frulla nella mente e spero di risentirvi, tutti voi.
Thanks <3
_Giuls17_

 
   
 
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