Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Bumbix    14/12/2014    7 recensioni
In un mondo alternativo, la realtà non è divisa solo in creature magiche e babbani. Ci sono forze, da tempo dimenticate, che riposano dormienti sotto la superficie della terra, forze così spaventose che dovrebbero solo continuare a dormire, ma che si risvegliano al contatto con le paure di un bambino. Un bambino debole, abusato, seviziato, la cui vita è un circolo di miseria infinita a cui nessuno sembra voler porre rimedio. E se questa forze offrissero una scelta al bambino, che altri non è se non Harry Potter? Se si rivelassero migliori e più umane di quanto i babbani stessi siano, crescendolo ed addestrandolo al suo destino come Signore dei Demoni? In un mondo in cui la religione è più che fervida immaginazione, Albus Silente non è un paladino della Luce con una sfolgorante armatura, è solo un uomo vecchio che non riesce a rinunciare ai suoi piani da tempo architettanti, arrivando a fare l’impensabile pur di riottenere il bambino-sopravvissuto. Ed Harry tornerà ad Hogwarts, più forte di quanto sia mai stato, e con una volontà differente da quella di chiunque altro. Il sole continuerà a sorgere ed il mondo a girare, ma lo vedrete più allo stesso modo?
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Harry/Hermione
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
capitolo 2

The Harry Potter’s Forbidden Story

Disclaimer: Non posseggo ne il mondo di Harry Potter, ne quello di High School DxD, che appartengono invece ai rispettivi autori. Questa storia è stata scritta senza fini di lucro.

Capitolo 2

Diagon Alley – Londra
Inghilterra
31 Luglio 1991

Il cuore di Harry batté rapidamente mentre attendeva. Attendeva con trepidazione, mista ad eccitazione e paura, che un'anziana strega venisse a prenderlo  all'ingresso del Paiolo Magico per portarlo con lei a fare spese in quello che gli era stato spiegato essere un viale di negozi. Durante gli anni passati all'Inferno, gli era capitato raramente di poter tornare nel mondo umano, ed il più delle volte le sue mete erano posti esotici come il Giappone o la Corea, questa era la prima volta che tornava in Inghilterra, nel mondo che lo amava e che lo aveva portato alla morte.

Come se questo non bastasse a motivare la sua agitazione, da qualche parte, nella periferia della città, c'era la sua vecchia casa. La casa che aveva abbandonato, ma per la quale provava sentimenti contrastanti. Non avrebbe mai dimenticato le botte e le violenze subite, ma da qualche parte dentro di lui, c'era qualcosa di simile alla nostalgia. Forse per una vita che sarebbe potuta essere diversa, forse per una vita che non avrebbe  mai conosciuto, forse per una vendetta che non potrà mai ottenere... questo non lo sapeva, poteva solo provare queste emozioni mentre il corpo si abbandonava ad un lento sospiro.

I suoi occhi si guardarono intorno per quella che era la decima volta, mentre Harry controllava che il suo camuffamento ancora reggesse. Le mani corsero sulla fronte, percorrendo il bordo della famosa cicatrice, costatando che questa era ancora invisibile sotto lo strato di magia che vi aveva intessuto sopra. Non era ancora pronto per un'uscita pubblica, ne era pronto a tornare, ma gli era stato spiegato che purtroppo questo era qualcosa sul quale non avrebbe potuto negoziare. Albus Silente, il mago che dirigeva Hogwarts, aveva accettato di distogliere la sua attenzione dalla cattura del bambino-sopravvissuto, a patto che questo andasse a scuola quando fosse giunto il momento. In cambio il Maou aveva ottenuto di far iscrivere anche sua sorella e le sue due nuove amiche a scuola con lui.

Tuttavia ora era solo. Infatti un'altra richiesta del preside era stata che Harry fosse affidato alle sue cure per l'acquisto del materiale necessario alla scuola e che il 1° Settembre prendesse il treno insieme a tutti gli altri bambini. Per il primo dei due compiti doveva essere completamente solo, per l'altro poteva portarsi tranquillamente dietro le altre bambine iscritte alla scuola di magia. Rias non era stata contenta quando aveva scoperto di questo, aveva fatto salti mortali per convincere i genitori ad iscriverla ad Hogwarts nonostante questa fosse una scuola per maghi nel mondo umano, ed alla fine aveva perso l'occasione di andare a fare shopping con il suo Harry.

Di nuovo il bambino-sopravvissuto sospirò, passandosi una mano tra gli indomabili capelli quasi per riflesso. In quel momento una voce calda lo raggiunse dalle sue spalle.

“Anche tuo padre si scompigliava i capelli in quel modo.”

Harry si voltò, il suo sguardo incontrò quello di Minerva McGrannit e, per un attimo, i due si fissarono. L'anziana strega era l'incaricata per quel giro di compere, e non appena i suoi occhi incontrarono quelli del bambino, una potente emozione nacque nel suo cuore. “Sei identico ai tuoi genitori sai? Hai gli occhi di tua madre, ed i capelli di tuo padre.” Con un fazzoletto ricamato la donna si tamponò lentamente  le lacrime che avevano incominciato a colarle lungo il viso, avvicinandosi ancora ad Harry.

“Io sono Minerva McGranitt, insegno Trasfigurazione alla scuola e sono qui per portarti a comprare le tue cose. Puoi chiamarmi Professoressa o Signora quando ci sono altri, ma in privato sono Minny per te.” La donna fece un sorriso luminoso, riponendo via il fazzoletto. Per un attimo chiuse gli occhi, come a prendere coraggio, e poi tornò a guardarlo.

Il suo viso ora era una maschera severa, le labbra erano una linea sottile, e perfino la postura era più rigida rispetto a qualche istante prima. “Non saremo soli in questo giro di compere Signor Potter, con noi ci sarà anche un'altra bambina, che come lei non ha mai messo piede nel mondo magico. Ora non so a che punto siano le sue capacità, visto che a quanto ho capito lei è già stato addestrato da persone influenti nell'altro... mondo. Ma ci tengo a chiarire sin da ora, che finché saremo in pubblico, lei terrà il comportamento di un normale bambino della sua età, non si mostrerà scortese verso la Signorina Granger e non le darà modo di sentirsi inferiore. Tutto chiaro?”

Harry era stupito da quel cambio repentino di atteggiamento. Un attimo prima la donna era affabile e gentile, quello dopo si era trasformata in un generale dell'esercito pronto a guidare le sue truppe oltre le linee nemiche. In tutto quel caos mentale che gli si era creato, quasi non notò la piccola bambina dai capelli crespi che ora usciva dall'ombra della donna, sorridendogli timidamente.

Era una bambina graziosa secondo i suoi standard, con occhi castani e una dentatura forse un po' sporgente, ma tolto questo non era male. Certo, in confronto a Koneko, Akeno e Rias impallidiva, ma per un bambino che non è ancora interessato all'amore, tutte queste cose sono superflue.

Rispondendo con un rispettoso “Sì, professoressa”, Harry si ritrovò a sorridere ad Hermione, facendole un timido saluto con la mano. I due si guardarono per qualche istante, tornando poi alla professoressa che sembrava soddisfatta dalla situazione “Bene Harry, vedo che nonostante tutto non sei stato rovinato dallo snobismo d'alta classe dei... purosangue della tua parte. Penso che ora possiamo andare.”

Annuendo alle sue stesse parole, la donna fece dietro front nella bettola, seguita a pochi passi dai due bambini, che ora si limitavano a camminare dietro di lei. “Che cos'è un Purosangue?” Hermione lo chiese timidamente, guardando Harry di sottecchi quasi si aspettasse che lui non le rispondesse.

Dal canto suo Harry non aveva mai sentito quel termine prima d'ora, per quanto sapesse che il suo padrone e Rias, fossero entrambi demoni purosangue. “Mhm... non ne sono sicuro, ma credo si riferisca ai maghi che sono figli di maghi... credo? Tu invece sei figlia di persone normali, vero?”

Harry le sorrise incoraggiante, mentre la strega li portava nel retro del locale, battendo poi la bacchetta su un dato numero di mattoni dietro un secchio dell'immondizia. Il muro davanti a loro si aprì su se stesso, rivelando l'immenso viale ricco di luci e vetrine. Questo impressionò Hermione che rimase a bocca aperta perdendo il filo discorso, e fece invece sorridere Harry che di fronte a quella dimostrazione di magia, era solo divertito. Era abituato a ben altro, soprattutto dopo il durissimo allenamento del suo signore, che ha voluto comprimere un decennio di conoscenze in pochi mesi ed anni.

Anche per il punto di vista dei demoni, che avevano una durata vitale di circa diecimila anni, Harry era piuttosto avanti in quanto a preparazione. Certo, non aveva mai usato una bacchetta, ma in tutta sincerità non ne vedeva la necessità. Era capace di disegnare sigilli in aria ad una velocità impressionante, arrivando a lanciare decine di incantesimi contemporaneamente, cosa che più volte avevano messo in difficoltà i suoi avversari. Ora doveva sorbirsi questa scuola, solo per il capriccio di un vecchio bisbetico che sembrava interessato morbosamente a lui. Tuttavia, volendo prendere il buono dal cattivo, finalmente Harry avrebbe avuto modo di passare del tempo lontano dal castello del suo 'Re', ed avrebbe finalmente fatto amicizia con decine di nuovi bambini. Certo, per loro non avrebbe mai provato l'affetto che lo legava a Rias e alle altre, ma quanto meno sarebbero stati un piacevole cambiamento nella sua vita.

Sorridendo a quel pensiero, il piccolo demone riprese a camminare qualche passo dietro la donna, rivolgendo occhiate divertite ad Hermione, che sembrava affascinata da qualsiasi cosa intorno a lei. Anche lui provava interesse per diversi oggetti, che nel mondo demoniaco non esistevano, ma per la maggior parte del tempo era tranquillo e rilassato. Aveva eretto una piccola barriera difensiva intorno al suo corpo, che si sarebbe attivata in caso di attacco magico, quindi non aveva davvero nulla da temere.

Intorno a loro c'erano negozi di gufi, di calderoni, di scope ed addirittura striscioni pubblicitari in movimento, che raccomandavo l'inchiostro di un dato calamaro per le proprie piume. Incantesimi e magie erano incollati a manifesti che promettevano ricchezza e giovinezza eterna, dimostrando quanto la follia fosse onnipresente in quelle strade.

Ma nonostante il caos e la bolgia che regnavano ovunque, Minerva li condusse rigidamente verso un enorme edificio in fondo alla strada. Non permise ne rallentamenti ne deviazioni, puntò semplicemente all'obbiettivo, senza permettere distrazioni ne per se, ne per i suoi due pupilli.  Alla fine il dinamico trio si fermò di fronte ad un'enorme agglomerato in marmo bianco, che sembrava avere come unico ingresso delle enormi porte dorate.

La donna li guidò all'interno, dando modo ad Harry di rimanere stupito per la prima volta. L'edificio altro non era se non una banca, e non una banca qualunque, ma la più grande banca che lui avesse mai visto. Anche nel mondo dei demoni c'erano strutture simili, ma solo i demoni di media e bassa classe le utilizzavano, in quanto i possedimenti degli altri erano semplicemente troppo cospicui per essere conservati. Per ogni castello, di ogni demone nobile, vi erano interi piani interrati creati appositamente per contenere tutte le ricchezze della famiglia.

I Gremory avevano cinque piani interrati, il suo padrone, il Maou, ne aveva dodici.  Di quei dodici uno era dedicato solo ad Harry, che in quanto servitore, aveva ricevuto parte dei possedimenti del suo padrone, come pagamento per la sua fedeltà.

“Cos'è questo posto professoressa?” la voce di Hermione era estasiata, mentre si guardava intorno, spaziando dai bianchi muri in marmo, alla perfetta pavimentazione in legno placcato.

“Questa signorina Granger, è la Gringott, la banca dei maghi, e quelle creature dietro gli sportelli li in fondo sono folletti, colore che la gestiscono.” la McGranitt rispose così. La donna sorrise al volto stupefatto della bambina, avviandosi oltre il primo set di porte. Ad accogliergli c'era uno dei famosi folletti appena indicati dalla donna.

Il folletto posto all'ingresso era poco più alto di Harry, aveva una carnagione scura ed un volto intelligente, con la barba a punta ed enormi dita di mani e piedi. L'essere si inchinò mentre loro gli passavano davanti, facendogli superare un'altra serie di porte, questa volta d'argento, con delle parole incise sopra.

Straniero, entra, ma tieni in gran conto
Quel che ti aspetta se sarai ingordo
Perché chi prende ma non guadagna
Pagherà cara la magagna
Quindi se cerchi nel sotterraneo
Un tesoro che ti è estraneo
Ladro avvisato mezzo salvato:
Più del tesoro non va cercato.

Il messaggio era estremamente chiaro, non pensate nemmeno lontanamente di rapinare questa banca, o la pagherete a caro prezzo. Un'altra coppia di folletti si inchinò al loro passaggio nelle porte d'argento, arrivando infine nella sala di marmo, prima solo visibile dall'esterno. Circa un centinaio di altri folletti erano seduti su sgabelli alti dietro un lungo bancone, scarabocchiando in grandi libri, pesando monete in bilance d'ottone ed esaminando pietre preziose attraverso antichi monocoli. Nella parete a sinistra della sala   c'era un enorme foro nel muro, che portava a quella che sembrava una galleria. Diversi folletti continuavano a scortare dentro e fuori dei Maghi che avevano tutti l'aria nauseata. La professoressa, Harry ed Hermione, si diressero verso uno dei folletti liberi ed in attesa di clienti.

“Buongiorno” disse la McGrannit al folletto. “Siamo venuti a prelevare dal conto del signor Potter, ed a cambiare dei soldi babbani per la signorina Granger.”

Intorno a lei ogni altro suono si spense, mentre l'attenzione di tutti, folletti e maghi, si focalizzava sulla professoressa. Quella screanzata non era stata abbastanza attenta, ed ora tutti sapevano che lui era lì. La pressione di Harry cominciò a salire, e l'agitazione a farsi sentire. Sarebbe voluto tornare indietro nel tempo per raccomandarsi con la professoressa di non fare quella stupidaggine, ma ormai era troppo tardi, non poteva cambiare il corso della storia. Passandosi una mano sul volto, Harry sospirò pesantemente, estraendo dalla sua borsa due pesanti lingotti in oro che prima non c'erano. Aveva usato le sue capacità per creare un gap dimensionale che dalla sua borsa, portava direttamente al suo piano sotterraneo all'interno della residenza del Maou.

La professoressa lo guardò con tanto d'occhi, ma Harry si limito a ricambiare il suo sguardo con aria truce. “Non ci sarà bisogno di accedere a nessuna camera blindata. Anzi non la voglio nemmeno una camera blindata, ho tutti i soldi che voglio lei-sa-dove. La svuoti, e doni tutto in beneficenza. Se voi maghi avete un ospedale, allora li dia a loro, a me non servono.” Il suo tono di voce era duro e freddo, mentre intorno a lui iniziava a diffondersi un cicaleccio insistente.

Lo avevano ormai riconosciuto, anche senza cicatrice sapeva di essere l'immagine sputata dei genitori, cosa che rendeva facile distinguerlo per chi li aveva conosciuti. Il folletto che vide i due lingotti posati sul suo fragile banchetto, guardo Harry con insistenza, quasi volesse minacciarlo in qualche modo, ma alla fine prese i materiali, e dopo una breve analisi iniziò a sostituirli con moneta sonante.

“Signor Potter, la pregherei di riflettere sulle sue azioni! Quelli nella sua camera blindata sono i soldi che i suoi genitori hanno lasciato per lei, sarebbe un grave affronto alla loro memoria se lei...” Harry alzò una mano interrompendo la donna. L'aria intorno a lui aveva inizio a fremere, ma tenne a freno la sua magia ed i suoi poteri demoniaci. Del resto gli era stato detto di comportarsi come un bambino normale no?

“Se io cosa? Se facessi opera di carità, donando quei soldi a chi ne ha più bisogno di me? Questo sarebbe sbagliato? Mi stia sentire professoressa....” La donna immerse la mano nella veste, estrasse la bacchetta, erigendo un cubo del silenzio intorno a loro. Ora non sentiva più le voci di tutti i presenti, e loro non sentivano la sua. Solo lui, la professoressa ed Hermione si trovavano all'interno dell'incantesimo.  Harry annuì alle azioni della donna, consapevole, anche senza conoscerla, dell'effetto della magia. Del resto aveva usato due movimenti della bacchetta, che insieme formavano il sigillo cinese del silenzio. Non sarebbe stato troppo difficile per lui capire gli effetti della magia. “... dicevo, lei mi deve stare a sentire. Io non volevo questa situazione, stavo bene dove stavo, e se frequenterò la sua scuola non è per qualche misteriosa sete di conoscenza o per qualche straordinario obbligo morale, lo farò perché la mia vita è stata messa in pericolo. Non provo nessun sentimento di fiducia nel mondo magico, non voglio avere legami con esso, ne desidero avere qualsiasi legame con la scuola. Tuttavia mi comporterò bene, cercherò di trarre il massimo da questa situazione, e farò in modo che nessuno possa lamentarsi di me. A patto che non si cerchi di cambiarmi o manipolarmi in qualsiasi modo. Sono stato chiaro?”

“Signor Potter lei sta...!” La voce della donna si era alzata di un’ottava, ed il suo viso era chiazzato di rosso per quanto cercasse di controllarsi. “Si, lo so, sto esagerando, questo comportamento non sarà ammesso ad Hogwarts e via dicendo. Le prometto che d'ora in poi starò tranquillo, ma la prego di non tornare sull'argomento, e di stare più attenta a non pronunciare a voce alta il mio nome. Consideriamo questa come una missione in incognito.”

Harry vide le narici della donna allargarsi, ed era quasi sicuro che stesse per lanciargli un incantesimo, tuttavia la donna alla fine chinò il capo in maniera arrendevole, facendo svanire il cubo di silenzio. “Molto bene signor Potter, faremo come dice lei. Ma si ricordi che ad Hogwarts pretenderò il rispetto che merito in quanto sua insegnante, sono stata chiara?” Il cipiglio della donna era ancora molto serrato, ma sul suo viso c'era l'ombra di un sorriso.

“Lo prometto.”

“Bene, allora direi che possiamo continuare le nostre compere.” La donna si voltò, torno allo sportello, dove il folletto aveva ammonticchiato circa seimila galeoni d'oro in due enormi pile. “Credo che tutti questi soldi non entrino nella sua borsa, e sarebbe sbagliato portare così tanto contante dietro. Questa cifra, Signor Potter, le basterà almeno per dieci anni di scuola, quindi le consiglio di depositarla, o rimandarla da dove è venuta.”

Al sentire le sue parole Harry annuì, e riaprendo la sua borsa iniziò a trasferire le monete nel suo sotterraneo all'inferno. Tenne per se circa mille galeoni, che erano dieci volte la cifra che gli serviva per i suoi acquisti. Durante questa operazione la professoressa aveva nel frattempo cambiato i soldi babbani di Hermione, passandole un piccolo borsellino con una cifra più ragionevole di quella che possedeva lui. Solo in quel momento Harry si ricordò di lei.

La guardò con ancora la sua maschera seria sul viso, rendendosi conto dal suo sguardo di averla spaventata. Gli capitava spesso di dimenticare che i bambini normali non erano come lui. Non avevano la sua forza, il suo carattere o il suo passato. Anche tra loro si sarebbe trovato male e sarebbe stato escluso, riducendosi ancora una volta ad essere il mostro che tutti disprezzano. La sua espressione mutò, divenendo triste, ed insieme ai suoi compagni uscì dalla banca, lasciandosi alle spalle chiacchiere e vociare inutile.

Non guardò più Hermione quel pomeriggio, si costrinse con forza ad evitare il suo sguardo, ed anche se spesso si trovavano in negozi in cui dovevano comprare le stesse cose, lui stava in disparte guardando fuori dalla vetrina, fino a che non toccava a lui ordinare. In tardo pomeriggio però, le loro commissioni non erano ancora finite a causa del crescente pubblico e vociare che li accompagnava.

La notizia che Harry Potter era vivo, che sarebbe andato ad Hogwarts e che al momento stava girando per negozi con la McGranitt, aveva rallentato di molto il processo d'acquisto dei prodotti, costringendo la strega ad allontanare più volte gli ammiratori del bambino-sopravvissuto-ancora-una-volta, fino a che la cosa non divenne insostenibile.

“Signor Potter, Signorina Granger, i negozi stanno per chiudere e non ho assolutamente voglia di affrontare tutto questo un'altra volta in un altro giorno, quindi ecco cosa faremo. Voi due vi chiuderete nel negozio di Olivander, scegliere una bacchetta, e poi mi aspetterete all'interno del Paiolo Magico. Io nel frattempo andrò in farmacia e nel negozio di calderoni e comprerò quel che manca. In questo modo dovremmo farcela a finire per oggi. Tutto chiaro?” La voce della donna era severa ed autorevole, e già se la immaginava a spiegare ed interrogare in classe. Sarebbe stato uno spasso vedere le reazioni agitate o sotto pressione degli altri bambini, mentre cercavano di ricordare che procedimento gli era stato chiesto per fare chissà cosa.

““Sissignora”” Harry ed Hermione parlarono in contemporanea, forse avendo avuto la stessa fantasia di una McGranitt con pantaloni mimetici ed elmetto, cosa che causò ad entrambi un sorriso. Hermione cercò lo sguardo di Harry, ma lui ancora rifug da lei. Sarebbe stato giudicato ed escluso, ne era certo.

Alla fine il gruppo si separò, ed Harry accompagnato da Hermione entrò nel negozio di bacchette. Quello era il posto che riteneva più inutile in tutto il suo itinerario. Ancora una volta penso di non aver bisogno di nessuna bacchetta, ma purtroppo era all'interno del materiale richiesto dalla scuola, quindi non poté farne a meno.

“Oh, ma salve...” Una voce stanca li raggiunse dai lontani scaffali che ingombravano il negozio. Insieme alla voce, comparve un uomo anziano, con lunghi capelli grigi, e profondi occhi azzurri, quasi bianchi. Dire che fosse un tipo bizzarro era poco, ma non appena si avvicinò, Harry poté capire che non aveva cattive intenzioni.

“Salve.” Harry rispose per entrambi, visto che Hermione sembrava troppo intimorita per farlo. “Siamo studenti della scuola, ed avremmo bisogno di una bacchetta ciascuno. Può consegnarcene una così possiamo andare?” La voce di Harry era calma e sicura, sperava di poter concludere quella transazione il più in fretta possibile, in modo da concludere quel giro nel mondo magico e poter finalmente tornare nel mondo degli inferi.

Tuttavia di fronte alle sue parole, l'uomo sorrise scuotendo il capo. I suoi occhi erano aperti e fissi su di loro mentre negava quella possibilità. “Oh, signor Potter, non è così che funziona nel mondo magico, lo sa? Qui certe cose richiedono tempo. È un'arte precisa quella della bacchetta, un'arte antica e precisa...” L'espressione eterea del vecchietto gli diede un brivido, mentre questo prendeva dei nastri incantati da sopra il bancone.

“Sa signor Potter, ricordo ogni bacchetta che io abbia mai venduto, comprese quelle dei suoi genitori, ed ovviamente quella che le ha lasciato la sua famosa cicatrice.” Una nota divertita accompagnò le parole del vecchio, ed Hermione si strinse un po' più vicino a lui. I nastri iniziarono a muoversi, ed alcune cifre e misure a venire scritte su un foglio, anch'esso incantato. “La bacchetta di suo padre era in mogano, 11 pollici di lunghezza, bella flessibile, un po' più potente della norma, ma ottima per le trasfigurazioni, quella di sua madre invece era di Salice, 10 pollice ed ¼, sibilante, ed ottima per gli incantesimi. Ma per lei... cosa posso trovare per lei?”

L'uomo lo guardò fisso negli occhi, quasi sentì immergere la sua coscienza nella propria, e per precauzione eresse le sue barriere d'Occlumanzia. “Oh, così giovane eppure così capace. Lei è molto oscuro Signor Potter, molto, molto oscuro. Lasci che le faccia provare una bacchetta che sarà degna di lei. L'uomo si voltò, si allontanò verso il suo studio, e tornò con una bacchetta finemente lavorata, costruita con un legno nero pregiato, ed incisa con decina di centinaia di minuscole rune. Rune che se la conoscenza non lo ingannava, erano di contenimento. “Questa signor Potter, è una bacchetta senza alcun nucleo, nulla di più che un pezzo di legno, ma sono sicuro... si, sono sicuro che con lei andrà bene. La agiti, forza...”

Harry prese la bacchetta tra le mani, alzò scettico un sopracciglio, e sferzò l'aria con la bacchetta. Non accadde nulla, assolutamente nulla. Harry guardò l'articolo, poi il venditore, ma quello ora sembrava esaltato oltre ogni possibile dubbio. “Si signor Potter, questa è di certo la bacchetta per lei. Si ricordi solo di non perderla mai, e di non romperla mai. Cose orribili accadrebbero in quel caso, cose davvero orribili.”

L'espressione di Harry si fece più confusa ed il bambino ebbe l'impulso di restituire il pezzetto di legno per farsi dare un'altra bacchetta, una qualsiasi, una che non gli desse quella pessima prima impressione… eppure non parlò. Il disagio iniziale, e quel senso di oppressione derivate dal tenere in mano la bacchetta, si trasformarono lentamente in una sensazione familiare che connetteva la sua mano con il manico dell’oggetto incantato, come se quello fosse stato fatto apposta per lui. Senza commentare il demone mise l’artefatto in tasca promettendosi di indagare a fondo sulla questione.

Con Hermione ci volle più tempo. Il vecchio si comportò più normalmente con lei, senza professare future minacce, ne ricordare che bacchette avesse venduto a chissà chi. Alla fine anche la ragazza trovò un articolo che andasse bene per lei, ed i due poterono congedarsi dall'inquietante luogo senza mai voltarsi indietro.

Fu quando si avviarono verso il punto di incontro che avevano deciso con la McGrannit, che Harry si senti afferrare una manica. La stretta era gentile, ma decisa, ed il ragazzo non fu sorpreso di vedere Hermione ferma con gli occhi bassi, che lo tratteneva.

“Ti ho offeso in qualche modo?”

La sua voce era normale e tranquilla ma il suo sguardo era basso, ed anche attraverso quel piccolo contatto tra di loro, Harry poteva sentirla tremare. “Non mi hai fatto nulla. Ora andiamo, la professoressa ci starà aspettando.” La sua voce era impacciata, non sapendo bene come comportarsi con la ragazza, che a dispetto del suo invito, rimase ferma, sebbene lo avesse lasciato andare.

“Tu... mi odi?”

La domanda arrivò a sorpresa, lasciando Harry confuso e leggermente disarmato. Non la odiava di certo, ma non voleva che lei lo allontanasse come facevano tutti quelli della sua vecchia vita, quindi la distanza era scelta più razionale. Eppure di fronte a lei, che ora piangeva in silenzio... no, non avrebbe potuto portare avanti il suo proposito.

Harry sospirò per l'ennesima volta, alzando gli occhi al cielo. “Ti piacciono i libri vero?” Il sorriso germogliò sul suo volto. “Ti ho visto prima al Ghirigoro, eri come un bambino davanti l'albero di natale. Eri davvero molto carina quando sorridevi in quel modo...” Harry parlò con tranquillità, ma le sue parole ebbero l'effetto di una valanga che cade dal fianco di una collina. Hermione smise di piangere, si strofinò gli occhi con forza, tornando a guardare Harry con il viso arrossato.

“N-Non è vero!” Ecco, questo era un comportamento che capiva di più. Rias faceva sempre così quando era contenta di Harry. Lo cercava di nascondere ed arrossiva, ma poi gli sorrideva quando era convinta che lui non stesse guardando. “Bhe, se non è vero, allora non ti dispiacerà se andiamo a fare un altro giro in libreria? Potrebbe essere ancora aperta, e penso che qualche libro in più farebbe bene ad entrambi no? Cioè, nessuno dei due conosce Hogwarts, o la magia che insegnano, pensò che dovremmo arrivare un po' più preparati degli altri se vogliamo trovarci bene.”

Harry sorrise, porse una mano ad Hermione, aspettando una sua reazione. Lei esitò per qualche istante, ma poi la strinse.

“T-Tu non lo fai per prendermi in giro vero? Da dove vengo io mi prendono sempre in giro perché studio tanto e cose così...” sentiva il suo piccolo palmo caldo stretto nella sua mano, ed incrociando le dita con quelle della ragazza si ritrovo a sorriderle. “Perché dovrei prendere in giro qualcuno che è come me? Tranquilla, se avrai bisogno sarò sempre tuo amico, ti basterà chiamarmi ed io arriverò sempre per difenderti.”

Prese esempio dal suo Maou, e fece un occhiolino alla ragazza così come lui faceva con sua moglie. Come risultato Hermione avvampò. Le sue piccole guance avevano il colore delle fragole mature. Lei si limitò ad annuire, ed insieme cambiarono strada. Che la McGrannit li aspettasse, loro avevano cose più importanti da fare.

E poi lo vide. Quando lei era convinta che lui non stesse guardando, il più piccolo dei sorrisi era nato sul volto della ragazza.

Contento, ma imbarazzato, Harry aggiunse un'altra persona alla sua lista di amici, che per ora comprendeva solo ragazze.

Bhe, alla fine non è che gli cambi poi tanto no?

******************

N.D.A. Salve e rieccoci puntuali come sempre (o anche in anticipo xD) con un altro capitolo! Questa volta, tra le note dell’autore, non posso fare a meno di ringraziare voi lettori e recensori, che seguite con così tanta passione questa mia piccola storia, ed è proprio a voi che oltre a dei ringraziamenti devo porgere delle scuse (forse). Infatti, come sono sicuro avrete notato, questo capitolo è leggermente più corto di quelli che lo hanno preceduto e tutta l’attenzione è rivolta unicamente ad Harry ed al suo giro di compere. Ammetto di averlo fatto di proposito, ho dato molto spazio a questo primo incontra tra Harry ed Hermione cercando di mostrare sia come Harry si relaziona con i suoi coetanei, sia come si rivolge agli adulti. Mi è stato detto che il mio Harry sembra fin troppo maturo per la sua età, ma sperò di aver reso chiaro che purtroppo queste non sono cose che dipendono da lui.
Harry ha sofferto tanto, è stato costretto a crescere prima del tempo e nonostante tutto il bene che Lucifer ha fatto per lui, le cicatrici lasciate dai suoi zii non sono sparite, soprattutto quelle emotive che lo portano a credersi diverso, a reputarsi un mostro destinato a restare solo.
Detto questo mi scuso anche per il salto temporale di due anni, forse qualcuno di voi avrebbe voluto vedere nel dettaglio come Harry ha incontrato Akeno e Koneko, ma prometto che più avanti ci saranno delle side-story dedicate solo a questo.
Ora non mi rimane che ringraziarvi ancora per l’ascolto, sperando che nonostante tutto il capitolo sia di vostro gradimento. Io sarò di nuovo qui domenica prossima con un altro capitolo e questa volta si arriva ad Hogwarts! Non mancate ^_*
Ps. Nota a margine. Finito di scrivere il capitolo 6, con il quale si conclude ufficialmente il primo anno di scuola. Ora inizierò a distaccarmi maggiormente dalla storia originale =)

                                                                                                                                                   Bumbix

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Bumbix