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Autore: izayoi007    07/11/2008    4 recensioni
Diversi anni dopo un'ipotetico seguito del manga: una missione conclusa nel migliore dei modi, si rivelerà portatrice di conseguenze inaspettate.
Naruto potrà mai essere più "bambino" di quanto già non sia?
E Sasuke? Sasuke odia i bambini. Riuscirà a sopportarlo senza cedere all'irrefrenabile impulso di ucciderlo con le sue stesse mani?
Non fatevi ingannare dall'ironia della presentazione. A tratti comico, ad altri serio e riflessivo; situazioni di diverso genere si alterneranno all'interno della storia. Non tutto è come sembra...
Sasuke/Naruto principalmente [friendship and brotherhood only]
Genere: Drammatico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 2.

 

 

 

Sakura guardò distrattamente un grosso pesce guizzare sulla superficie dell’acqua poi, stufa, si concentrò sul suo maestro che come al solito, leggeva uno degli stupidi libricini di Jiraya-sama. Si chiedeva ancora come Naruto avesse fatto ad andare in giro con lui per anni senza essere stato influenzato in alcun modo dalla vena pervertita del ninja leggendario.

Sospirò e si rivolse al jonin.

- Kakashi-sensei, lei non sa perché Naruto, e soprattutto Sasuke, sono così in ritardo? - già, straordinariamente, il sensei era arrivato addirittura prima di loro all’addestramento, il ché era insolito quanto il fatto che Sasuke era in ritardo di ben un’ora. 

- No, effettivamente è raro che quei due siano in ritardo, specialmente Sasuke, di solito è sempre il primo…- appena concluse quella frase, la figura del moro comparve all’orizzonte e si avvicinò progressivamente, con aria esasperata.

- Ehi, Sasuke, ohayo! Come mai così in ritardo? E dov’è Naruto? - appena Sakura concluse la domanda, una testolina bionda spuntò timidamente da dietro le gambe del moro e la fissò con immensi occhi azzurro-cielo. Ciò diede risposta ad entrambe le sue domande.

- Ohayo, nee-chan! Chi sei? Io sono Naruto, piacere! -

Sia lei che Kakashi fecero scorrere lo sguardo dal bambino a Sasuke, shockati.

- Che…- fece per chiedere Sakura, prima che il moro la bloccasse con un movimento secco della mano.

- Questo me lo dovrai dire tu Sakura, stamani mi sono svegliato e l’ho trovato così…- senza dilungarsi più di tanto, come era solito, Sasuke spiegò la situazione hai due e illustrò le sue riflessioni riguardanti le cause e le conseguenze.

- Capisco…- sospirò infine, la rosa - Ma non riesco a comprendere come mai ieri non sia riuscita a trovare nulla di anomalo…probabilmente è successo a causa del fatto che gli effetti di quel fumo sono sconosciuti, sarà stato creato apposta perché non sia percepibile con una semplice visita medica…- mormorò, posando lo sguardo su Naruto che ancora la guardava curioso. Si abbassò al suo livello e gli sorrise.

- Dimmi Naruto, quanti anni hai? - domandò addolcendo il tono della voce. Il bimbo la fissò, poi portò gli occhi sulla sua piccola mano abbronzata e dopo qualche secondo di riflessione con il viso atteggiato in una smorfia che la kunoichi reputò tenerissima, abbassò il pollice e le sventolò la mano davanti al suo viso.

- Quattro - mormorò orgoglioso, gonfiando il petto. Lei si lasciò sfuggire una risata leggera, seguita subito dopo da Kakashi dietro di lei.

Naruto spostò la sua attenzione allo strano signore con la maschera dietro la “sorellona” e inarcò un sopracciglio in un’espressione riflessiva.

- Oji-chan, perché porti quella maschera? - domandò ingenuamente, guadagnandosi uno sguardo sorpreso da parte dell’uomo e una leggera smorfia divertita da parte di Sakura e -incredibilmente - anche di Sasuke.

- Oji-chan?! - mormorò scettico, il jonin.

Non ottenendo risposta, il bambino, indispettito, si voltò verso Sasuke e gli strattonò lievemente i pantaloni, guardandolo dal basso verso l’alto.

- Né, Sasuke-nii-chan, perché oji-chan porta quella strana maschera?! - insisté, guadagnandosi un’occhiataccia da parte del moro che ormai si era stancato di ripetergli di non chiamarlo in quel modo. Fece spallucce e incrociò le braccia, dopo tutto nemmeno lui ne sapeva il motivo. Il biondo, insoddisfatto, continuò imperterrito.

- Perché è brutto? - Sakura non riuscì a trattenere le risate e il moro strinse le labbra nel tentativo di fare altrettanto, coprendosi la bocca con una mano.

Kakashi semplicemente sospirò afflitto.

 

 

***

 

 

- Regressione fisica e mentale - decretò Tsunade, una volta conclusa l’accurata visita medica - il suo corpo e il suo cervello sono tornati a quando aveva quattro anni, per questo non riconosce nessuno di noi. Farò un prelievo di sangue per trovare l’antidoto, nel frattempo, Sasuke, tu ti occuperai di lui. - le labbra di Sasuke assunsero una piega irritata e il ragazzo fisso prima la bionda Hokage sulla cui fronte pulsava pericolosamente una vena, anche se apparentemente sembrava tranquilla, poi spostò lo sguardo sul piccolo Naruto, seduto sul lettino dello studio medico con un grosso bernoccolo in cima al capo, l’aria imbronciata e un po’ meno voglia di fare domande imbarazzanti.

Decise che non era il caso di farla infuriare ulteriormente, quindi tacque, annuendo furbamente. Quella donna sapeva essere davvero terribile.

Inaspettatamente fu il piccolo ad aprire bocca. Evidentemente la lezione non gli era bastata.

- Me la caverò da solo, non ho bisogno di un antipatico come lui! - sbottò con voce stridula. Tsunade gli scoccò un’occhiataccia e dissentì.

- No, ho detto che sarà lui ad occuparsi di te. È l’unico che può: Sakura e Kakashi sono troppo impegnati e io non mi prendo nemmeno in considerazione…già è dura fare l’Hokage…figuriamoci se mi posso occupare di un moccioso! Ed, inoltre, anche se non te lo ricordi, è il tuo migliore amico. Non puoi certo stare da solo! - Naruto non cambiò espressione, anzi, sembrò ancora più arrabbiato.

- Non voglio! Ho sempre fatto da solo! Non ho bisogno di nessuno! E poi lui mi odia! Mi odia come tutti qui! Nessuno mi ha mai voluto bene! Perché devo ascoltarti?! Lasciami stare! - cominciò a dimenarsi e saltò giù dal lettino, tentando di scappare verso l’uscita ma venne prontamente bloccato da Kakashi.

Un pesante silenzio cadde a quella reazione. Tutti loro lì, chi meno e chi più vagamente, sapevano che cosa intendesse il biondo.

Tsunade fu la prima a riprendere un po’ di lena.

- Sasuke non ti odia e questa è la mia decisione, per cui, adattatici. - e con questo, anche se a malincuore, chiuse la conversazione.

 

 

***

 

 

- Sasuke nii-chan…? - il moro grugnì in risposta, senza nemmeno guardarlo. Naruto prese quel verso per un assenso.

- Ho fame…- Sasuke alzò gli occhi al cielo, esasperato.

- Diavolo Naruto, hai mangiato meno di tre ore fa! Che cavolo sei una sorta di mocc…- si bloccò, ricordandosi solo in quel momento che sì, quello era a tutti gli effetti un bambino e necessitava di più cure di un adulto qualsiasi. Sospirò e attraversando il giardino, si avvicinò al biondino che lo guardava allenarsi dalla veranda di villa Uchiha.

Con movimenti meccanici afferrò l’asciugamano e si asciugò il sudore, dopodiché rivolse la sua attenzione al mini-compagno in attesa.

- Faccio una doccia poi mangiamo. - lo informò freddo, cominciando ad allontanarsi verso il bagno.

Una volta giuntovi si spogliò e si infilò nella vasca, deciso a rimanerci diverso tempo, solo con i suoi pensieri.

Quando finalmente ne uscì, completamente rilassato, vestito e pulito, si diresse verso la cucina, dove sapeva avrebbe trovato Naruto. Quando vi giunse, restò leggermente senza fiato alla vista che gli si parava davanti: la tavola era perfettamente imbandita e apparecchiata di ogni ben di Dio e il tutto aveva un aspetto piuttosto invitante e anche l’odore che si espandeva per la cucina era piacevolmente squisito. Guardò Naruto seduto compostamente a tavola che sembrava lo stesse aspettando e inarcò un sopracciglio, dubbioso. 

- Sei stato tu? - il biondo assentì.

- Ve l’ho detto, vivevo da solo, me la so cavare! - bofonchiò con la sua vocina infantile.

Il moro tacque e si mosse per sedersi a tavola. Afferrò le bacchette e silenziosamente cominciò a mangiare. Poco dopo si accorse di avere lo sguardo carico di aspettativa, di Naruto puntato addosso. Arrossì lievemente e mormorò con tono che voleva essere disinteressato.

- Mhm…non male per un moccioso. -

Naruto, che orami aveva compreso quanto il più grande non fosse avvezzo a elargire complimenti, semplicemente sorrise.

 

 

***

 

Nel pomeriggio, ancora non aveva compreso come, Sasuke si ritrovò nel parco centrale di Konoha, seduto su una panchina, circondato dai suoi coetanei, dopo aver assecondato il piccolo Naruto che voleva uscire.

A quanto pareva, la notizia che il biondo era tornato bambino aveva fatto il giro del villaggio e ora, tutti i loro amici erano lì, chi per controllare e farsi due risate, chi per guardare il giovane ed algido Uchiha alle prese con un Naruto di quattro anni e chi per giocare con il piccolo shinobi biondo, intenerito dai suoi immensi occhi chiari e la spontanea genuinità.

- Vorresti dirmi che l’hai davvero trovato così? - il moro sbuffò infastidito.

- Sì, Kiba, per la duecentesima volta, sì. Stamattina mi sono alzato e l’ho trovato così. - e Kiba scoppiò in una fragorosa risata per la duecentesima volta.

Shikamaru, al suo fianco, fissava scettico le ragazze starnazzare eccitate e intenerite poco più in là mentre osservavano il bambino giocare nella sabbia con gli altri.

- Bah, che immensa seccatura…non ti invidio per nulla Uchiha - mugugnò piano, intervallando le due frase ad un enorme sbadiglio.

- Già, soprattutto ora che le ragazze, con la scusa di aiutarti con “il piccolo”, ti ronzeranno più attorno…- gli fece notare - come se non lo sapesse già, dannazione - diabolicamente Kiba, sogghignando maligno.

- Non mi sembra il caso di infierire Kiba, Uchiha avrà già di per sé i suoi problemi. - gli fece notare piatto Neji, Shino, accanto a lui, annuì appoggiandolo silenziosamente. A quel punto, come se la situazione non fosse già di per sé abbastanza assurda, Rock Lee, con il pugno alzato e negli occhi una sinistra luce determinata, esclamò entusiasta.

- Avanti ragazzi, non mi sembra il caso di farsi abbattere così! Prendila solo come una nuova sfida che la vita ti offre, Sasuke-kun, da affrontare nel prezioso nome della giovinezza! -  fu prontamente ignorato da tutti, tranne che da Choji che, troppo buono di cuore, non riuscì a non regalargli un sorriso d‘incoraggiamento.

Prima che qualcun altro potesse aggiungere qualcosa, la voce allarmata di una delle ragazze giunse loro, attirandola loro attenzione sulla scena che si svolgeva poco più in là.

Sasuke assottigliò pericolosamente lo sguardo, osservando innervosito la scena che gli si presentava davanti: una signora, piuttosto anziana, dopo aver allontanato suo -presumibilmente - nipote da Naruto, mentre i due giocavano insieme, aveva tirato un calcio al biondo, facendolo ruzzolare poco più in là.

Si alzò, raggiungendo le ragazze.

- Che succede, Sakura? - domandò truce, con gli occhi ancora fissi sulla scena.

La rosa sobbalzò, accorgendosi solo in quel momento della presenza del compagno.

Insicura, prese a balbettare confusamente.

- I-io non so…quei due stavano giocando tranquillamente poi quella donna è arrivata e dopo averli separati ha gridato contro Naruto, dandogli del “mostro” e gli ha ordinato di non avvicinarsi più a suo nipote…- senza attendere oltre, Sasuke si allontanò, dirigendosi verso il biondino, mentre questi si stava alzando dolosamente. Si piegò e senza dire nulla  lo prese in braccio, premurandosi di lanciare un’occhiata gelida, con tanto di sharingan alla vecchia poi si allontanò, sparendo alla vista dei presenti.

Sakura decise che sarebbe stato meglio che quella volta lei fosse andata con loro e si allontanò a passo veloce.

 

 

***

 

 

Una volta arrivata a villa Uchiha, senza dire nulla, Sasuke la fece accomodare in soggiorno.

- Dov’è Naruto? Come sta? -

- Non lo so. Si è chiuso in camera sua e non vuole uscirne. - la ragazza si acciglio, poi esalò un sospiro, affranta.

- Portami da lui. Almeno vedrò se si è fatto male…- il moro si alzò e, silenziosamente come al solito, la condusse davanti alla porta della stanza del più piccolo.

Una volta arrivativi, Sakura si fece strada nella camera e si accostò ad un grosso groviglio di coperte in un angolo.

- Naruto, sono io, Sakura…vieni fuori di lì per favore, voglio solo vedere come stai…- mormorò dolcemente, scotendolo appena. Il biondo all’interno di quell’ammasso di coperte si mosse lievemente ma non diede segno di volersi far vedere.

Sakura si voltò a guardare Sasuke appena dietro di lei che si limitò ad un’alzata di spalle, allora, cercando di non perdere la pazienza, fece un altro tentativo.

- Naruto…- fu interrotta proprio dalla vocina infantile di quest’ultimo che le giunse ovattata da sotto la coperta.

- Sto bene! Non è niente, ci sono abituato, è tutto a posto! Sono forte io! - Sakura sentì qualcosa dentro di lei spezzarsi a quelle parole e per un attimo si ritrovò indecisa sul da farsi.

Come poteva un bambino di soli quattro anni essere abituato a una cosa del genere?

- Naruto, per piacere, so bene che sei forte, ma che ne dici di farti vedere cosicché io sia più tranquilla dopo? - ci fu qualche istante di silenzio poi, inaspettatamente, il visino corrucciato del bambino spuntò da sotto quell’ammasso confuso e Sakura sorrise.

- Va bene, ma solo perché è Sakura nee-chan a chiedermelo! - biascicò inorgoglito, scoprendosi del tutto.

Sakura gli sorrise nuovamente poi, delicatamente, gli sollevò la maglietta. Una smorfia ed un verso strozzato sfuggirono al suo controllo, quando vide il livido violaceo svettare sulla pelle bronzea del fianco del bambino. Sentì distintamente Sasuke dietro di lei muoversi nervosamente sul posto.

Senza attendere ulteriormente, passò la mano ricoperta di brillante chakra verde sul punto leso e il livido scomparì lentamente poi, dopo aver controllato accuratamente il resto del suo corpo, fece lo stesso sui palmi delle mani e sulle ginocchia, graffiati dalla caduta.

Quand’ebbe finito, Naruto la ringraziò timidamente e lei gli posò un leggero bacio sulla fronte.

- Sasuke-kun, forse non è il caso che tu lo porti fuori ancora, almeno fino a che è ancora in questo stato…- suggerì preoccupata la ragazza, mentre si stava congedando dal moro, sull’uscita di casa.

- Lo so. - borbottò solo, lui, in risposta. La kunoichi allora, lo salutò e sparì nel buio della notte, lasciandolo solo.

Sasuke fece per tornare indietro ma si fermò, folgorato da un pensiero.

Con tutto quel trambusto aveva dimenticato di fare la spesa.

Imprecò mezza voce e si rivolse nuovamente verso l’uscio.

- Naruto, sto uscendo. Aspettami qui e non combinare disastri! - gridò. Un urlo d’assenso gli arrivò in risposta. Annuì tra sé e sé e uscì velocemente, ma non appena attraversò la soglia, la famigliare figura di Iruka-sensei gli comparve davanti. Lo scrutò in attesa che parlasse e questi gli sorrise prima di avvicinarsi.

- Oh, Sasuke-kun, stavo giusto venendo da te…volevo parlarti a proposito di Naruto! - spiegò con tono leggero, ma il moro shinobi comprese che il discorso che voleva affrontare con lui era tutto fuorché frivolo.

In quel momento pensò che non si era mai sentito tanto preso in considerazione dai ninja della Foglia, se non quando centrava Naruto. Persino quando il biondo gli correva dietro nel tentativo di riportarlo a casa con sé, non si era sentito così ricercato come durante quella giornata…

 

 

 

***

 

 

- Allora, di cosa voleva parlarmi? - Iruka sorseggiò lentamente il suo the e gettò un’occhiata distratta al locale in cui si erano fermati per parlare tranquillamente, poi concentrò la sua attenzione sul suo ex-allievo e si preparò a parlare.

- Come ti ho già accennato, volevo parlarti a proposito di Naruto, vedi ci sono cose di lui che tu non sai e potreb…- il moro lo interruppe, irritato dal fatto che il suo vecchio insegnate credesse che non sapeva nulla del suo migliore amico.

- So benissimo di Kyuubi, non c’è alcun bisogno che sia lei a dirmelo. - l’uomo davanti a lui si irrigidì impercettibilmente e lo guardò serio, sospirò e puntò lo sguardo di lato, evitando i suoi occhi d‘onice. Quello era un argomento spinoso.

- Oh, ma io non mi riferivo a quello…o almeno, non del tutto…- Sasuke sollevò un sopracciglio, perplesso; a che si riferiva allora? - …io parlo della sua infanzia: di come è stato trattato dagli adulti della vecchia generazione e di come questi incitavano i figli ad evitarlo e disprezzarlo…- il ragazzo cominciò a comprendere a cosa alludesse il più grande e si fece più attento.

- Naruto è sempre stato solo, Sasuke-kun. - quella frase, sebbene il giovane Uchiha fosse già a conoscenza di tale informazione, gli arrivò dritta come un pugno nello stomaco - Non voglio rivangare eventi dolorosi né tanto meno rinfacciarti o farti pesare il passato ma, Sasuke-kun, seppur per un breve periodo, tu hai conosciuto l’amore e il calore di una famiglia. Naruto no, non ha mai conosciuto i suoi genitori e tutt’ora non sa chi fossero…- il moro comprese, dal tono e dalle parole del vecchio maestro, che lui fosse a conoscenza invece, di chi fossero.

- Lei sa chi sono i genitori di Naruto. Me lo dica. - non era una domanda e non accettava un rifiuto, ma Iruka, suo malgrado, si ritrovò a negare con il capo.

- Mi dispiace, non mi è permesso rivelartelo…- Sasuke digrignò i denti - …e comunque, non è questo il punto della questione. -

Il più giovane tacque, in attesa che l’altro proseguisse.

- La vera questione è che oggi sono venuto a sapere dalla Godaime quello che è accaduto e Ino e Choji mi hanno riferito dello spiacevole episodio di questo pomeriggio. - nuovamente fu interrotto dall’altro che non si risparmiò un tono volutamente acido.

- Per ciò che è accaduto oggi pomeriggio, il problema non c’è, maestro, è già stato risolto. - sibilò a voce bassa.

- Il problema non è affatto risolto, Sasuke. - la voce del più grande si fece dura ed egli intrecciò le mani, sopra il tavolo, puntando gli occhi scuri su quelli del suo interlocutore, infine riprese - L’infanzia di Naruto è stata segnata da episodi del genere, tutti i giorni , e credimi, è stata dura per lui. Il terzo Hokage mi ha affidato Naruto quando aveva dieci anni: a quel tempo potei vedere con i miei occhi, inorriditi, come quel povero bambino veniva maltrattato senza saperne il motivo. Non solo Naruto aveva perso entrambi i genitori ma portava dentro di sé un mostro senza neppure saperlo. - Sasuke sussultò e sbatté le palpebre confuso. Il Dobe non sapeva nulla?!

- Sì, veniva denigrato, maltrattato, allontanato e picchiato e non ne sapeva o comprendeva il motivo, perché nessuno poteva rivelarglielo. Fu quando aveva dodici anni che Mizuki-sensei, nel tentativo di ingannarlo, gli fece rubare i rotoli proibiti per suo conto, convincendolo che così sarebbe finalmente potuto diventare un ninja ed essere rispettato da tutti. Gli rivelò tutto: gli parlò di Kyuubi al suo interno e gli confessò anche la parte che riguardava l’ordine del Terzo di non parlare mai davanti a lui di quella storia. Immaginati come deve essersi sentito…- il moro non faticò a fare come gli era stato suggerito, strinse i pugni e chinò il capo.

- Va bene, ma non capisco come questo possa servire ora. Insomma, cosa cambia, ora che me l’ha detto? - Iruka sorrise gentilmente e il suo sguardo mutò, divenne malinconico.

- Sei un ragazzo intelligente Sasuke-kun. Un vero e proprio genio . Sono sicuro che dentro di te hai già compreso il motivo per cui ho voluto parlartene ora…- il più giovane si ritrovò ad annuire, concorde - …questa situazione può rivelarsi più positiva di quanto si creda, Naruto ha ricevuto una seconda possibilità e anche se non so per quanto ancora, voi avete l’opportunità di aiutarlo perché episodi spiacevoli come quello di oggi, in futuro non avvengano più, perché Naruto possa ricordare un’infanzia felice e cancellare i brutti ricordi di quella vissuta ingiustamente…Insomma, voi siete - tu, Sakura, Kakashi-san e tutti gli altri, i suoi amici più cari. Questa è l’occasione per aiutarlo a “riscrivere la sua infanzia“. - .

Ci furono attimi di silenzio di riflessione, infine Sasuke si alzò ed afferrò la borsa della spesa ai suoi piedi.

- Ho capito. Arrivederci. - e si allontanò tranquillamente.

Iruka si rilassò e si lasciò andare ad un sorriso.

- Buona fortuna, questa volta, Naruto…-.

 

 

***

 

 

Aprì lentamente la porta di casa, le parole del vecchio maestro ancora gli ronzavano nel cervello, facendolo riflettere.

Giunse in cucina e cominciò a sistemare la spesa ma, ad un tratto, voci ovattate giunsero al suo orecchio e si bloccò, concentrandosi. Una delle due era sicuramente quella di Naruto.

- Sei sicuro? Beh, a me piace! - ci fu una risposta di cui avvertì solo un leggere brusio, senza comprendere le parole e poi il biondo riprese entusiasta.

- Già, sai…mi sei simpatico! - stranamente incuriosito, Sasuke decise di andare a controllare di persona con chi stesse parlando il suo compagno e, dopo aver appurato che le voci venivano dalla veranda che dava sul giardino posteriore della villa, vi si diresse.

Quando giunse nel luogo prefissato, poté finalmente constatare che la persona con cui stava discutendo Naruto non era altri che Kakashi.

- Oh, Sasuke nii-chan, guarda che bello! - esclamò il bambino, sorridendogli, quando si accorse della sua presenza. Gli indicò un cane di piccola taglia che Sasuke riconobbe come uno dei cani ninja del loro maestro, Pakkun, se non ricordava male, poi tornò a ridare attenzione alla bestiola che gli stava giocosamente leccando la faccia.

Il moro fece un lieve cenno di saluto a Kakashi poi si avvicinò al biondo.

- Naruto…- lo richiamò, ma qualsiasi cosa avrebbe voluto dire dopo, fu bloccata dal più

piccolo che si alzò e si lanciò contro di lui, abbracciandogli una gamba.

- Ben tornato, nii-chan! Ho fatto il bravo, hai visto?! Non ho combinato disastri, proprio come mi hai detto! - spiazzato, Uchiha non poté fare altro che accennare a un breve segno di assenso con il capo. Naruto sorrise ampliamente e gli strofinò la guancia sulla stoffa dei pantaloni. Sasuke sentì il maestro al suo fianco ridere sommessamente e si voltò a guardarlo.

- Perché è qui? - domandò gelido. L’altro lo guardò e portò entrambe le mani nelle tasche.

- Oh, nulla, volevo solo vedere come ve la cavavate voi due! - esclamò in tono casuale. Il moro si irritò.

- Bene, come può vedere, qui è tutto a posto. Ora può andare, arrivederci! - disse sbrigativo. Il maestro incrociò le braccia al petto e lo scrutò divertito.

- Oh, Sasuke, non vorrai mandarmi via adesso…il piccolo Naruto si diverte così tanto con Pakkun! Non credi che dopo oggi abbia bisogno di un po’ di svago? -

Maledetto Kakashi!

Gettò un’occhiata a Naruto che si divertiva spensierato con il cane e sbuffò spazientito.

Le parole di Iruka gravavano troppo sulla sua maledetta coscienza.

- Solo pochi minuti. - concesse, dandogli le spalle. Si sedette e concentrò la sua attenzione sul bambino biondo.

Kakashi, invece, sorrise e si avvicinò lentamente a Naruto.

- Allora Naruto, com’è vivere con Sasuke? - domandò, con tono colloquiale. Il più piccolo smise di prestare attenzione al cane per un attimo, il quale emise un basso lamento, e si concentrò sulla domanda, corrucciandosi.

- Mhm…non saprei, oji-chan, direi…abbastanza bello! Cioè…Sasuke nii-chan è antipatico ma non mi caccia via e non mi picchia…- borbottò spontaneamente e l’altro non poté fare a meno di esserne felice. Sasuke sapeva essere migliore di quanto si potesse credere e di quanto credeva lui stesso.

Kakashi posò la mano sul capo di Naruto e abbassò il viso al suo livello.

- Sasuke brontola molto ma tu non preoccuparti…- scherzò e l’altro annuì

vigorosamente.

- Oji-chan…? - lo chiamò ad un certo punto, il biondo - tu sei un ninja? - il jonin sussultò, poi si ritrovò ad annuire dubbioso ma l’altro proseguì, comunque soddisfatto - sai, anche io voglio diventare un ninja! Un ninja fortissimo! E un giorno diventerò Hokage così tutti vedranno quanto sono forte e mi rispetteranno! - Kakashi si ritrovò a sorridere, memore della prima volta che aveva sentito un discorso del genere, proprio dal biondo in questione. Non pensava però, che già a quella giovane età avesse elaborato certe idee.

- Ah, sì…? - fece, e Naruto scosse energicamente il capo in senso affermativo. I suoi occhi si illuminarono.

- Sì, e…quando sarò grande, mi insegnerai qualcosa oji-chan? Sarai il mio maestro? Mi piacerebbe moltissimo! Sei simpatico! - l’altro non poté trattenere una leggera risata: se solo Naruto avesse saputo…e nello stesso momento una piacevole sensazione gli scaldò il cuore. Era contento di piacere al bambino, ed era contento di aver avuto la possibilità di conoscerlo a quell’età, in modo da capire qualcosa di più di lui e poter ascoltare i suoi pensieri spontanei, perché Naruto era sì, sincero e spontaneo, ma con l’andare degli anni, la crescita e la maturità l’avevano portato, come per tutti, a sviluppare un certa velata “ipocrisia di convenienza“. Un’ipocrisia diversa da quella degli altri, certo, ma pur sempre una sorta di “falsità”.

Tutti infatti, volenti o nolenti, con lo sviluppo erano portati ad essere un po’ meno sinceri e più “prudenti” nel loro modo di vivere e relazionarsi con gli altri, più per una sorta di quieto vivere che per altro, ma sempre quel filtro c’era, a fare da silente sfondo delle relazioni sociali.

E Naruto non faceva eccezione. Certo, era abituato a dire le cose come stavano, senza tanti giri di parole, molto più che altri. Così come Sasuke.

Forse la loro infanzia così traumatica li aveva segnati non solo negativamente ma gli aveva insegnato a vedere le cose così per come stavano ed a attuare una sorta di difesa con il mondo che prevedeva la vecchia strategia dell’”attacco come miglior difesa” e, seppur in due modi diversi, entrambi avevano appreso quanto la vita andasse presa di petto, senza preamboli e senza tanti complimenti. 

Ma così come gli altri, e forse anche di più, avevano sviluppato una sorta di sensibilità particolare, legata ad un personale modo di vivere che li costringeva a non far scorgere mai a nessuno i proprio punti deboli poiché, essendo cresciuti da soli avevano sviluppato, troppo presto e troppo radicalmente, la convinzione di doversela cavare a tutti i costi da sé e che più che orgoglio, come lo identificavano tutti, si potrebbe definire “istinto di sopravvivenza”. Certo, anche l’orgoglio, per tutti e due, era importante, ma il confine tra le due cose era piuttosto labile.

Ad ogni modo, quella particolare sensibilità, la quale si era sviluppata non prima dell’incontro con quelli che ad oggi ritenevano le persone a loro più care e per le quali, una volta completamente affezionaticisi avrebbero dato tutto loro stessi, li aveva portati a preoccuparsi non solo di questi ultimi, ma anche al fatto che questi non si preoccupassero per loro stessi.

Ed era questo il sottile velo di ipocrisia che ricopriva i loro gesti e le loro parole: quella che li portava a negare il bisogno e l’aiuto di qualcun altro e di evitare di pesare sulle spalle altrui anche solo semplicemente con una qualsiasi sorta di problema, anche il più insignificante.

Questo tendenzialmente li aveva portati a portarsi tutto dentro, anche ciò che riguardava gli altri e che loro si erano volontariamente caricati sulle proprie spalle, in aggiunta al proprio.

E questo non riguardava solo Naruto, anche Sasuke inconsciamente ne era coinvolto, seppur nel suo caso si manifestasse poco e in rarissime occasione.

Per questo i due, nonostante fossero apparentemente così diversi, erano sostanzialmente uguali e si ritrovavano. Andavano d’accordo a modo loro; litigavano ed erano spesso in disaccordo, ma inconsciamente sapevano ed avevano la certezza che entrambi ci sarebbero sempre stati l’uno per l’altro: come due fratelli. E non erano necessari legami di sangue fra quei due perché lo fossero, a livello ancestrale lo erano, e il loro legame era più forte che quello genetico.

- Bene, tempo scaduto: arrivederci! - Kakashi si ridestò dalle sue riflessioni al suono del tono rigido di Sasuke, ora accanto a lui, e si voltò a guardarlo.

- Ho capito, vado! - si voltò a salutare il piccolo Naruto e dopo aver sciolto la tecnica che aveva evocato Pakkun, se ne andò, scomparendo in uno sbuffo di fumo.

Il moro rimase a fissare il punto in cui fino ad un attimo prima c’era il loro maestro, riflessivo, fino a che la vocina infantile del biondo non lo richiamò.

- Sasuke nii-chan, ho fame! - lui non rispose, semplicemente gli lanciò un’occhiata e si mosse per tornare in casa, seguito subito dal più piccolo, ormai abituato a interpretare tali gesti.                                                                                                                               Dopo che consumarono - più o meno silenziosamente -  il loro pasto, Sasuke optò per un bagno caldo ristoratore. Quindi, preso il necessario per mettere in pratica le sue intenzioni, il giovane si diresse verso l’apposita stanza adibita a bagno e vi entrò senza tante cerimonie,  spogliandosi in fretta dei suoi abiti giornalieri e immergendosi, con un leggero sospiro di sollievo, all’interno della vasca stracolma di acqua calda.                                       Non passarono però che alcuni minuti, quando, seguito da un leggero bussare, una piccola testa bionda fece timidamente capolino dall’entrata dell’anticamera del bagno.                      

– Cosa c’è? – chiese, con voce annoiata, il moro. Naruto sussultò ma si fece lievemente avanti, le guance brunite spruzzate di un tenue e tenero rossore.                                             

– Nii-chan, posso fare il bagno con te? – l’altro lo squadrò con un sopracciglio impercettibilmente arcuato, come se stesse soppesando la proposta dell’altro, poi si voltò imperturbabilmente dall’altro lato.                                                                                            

– No – esalò schietto. Fu in quel momento, mentre gongolava fra sé poiché il biondo, da bambino almeno, sembrava essere molto più timido ed impacciato, per nulla pronto e predisposto a rispondere a tono alle sue provocazione o, come in quel caso, imposizioni, che percepì un leggerissimo sibilo, dal tono irriverente, provenire dalla figura imbronciata del biondo. Un appena sussurrato “teme” raggiunse le sue sensibili orecchie di Uchiha. Furibondo, si voltò di scatto e lo sharingan brillò pericolosamente nelle sue iridi divenute scarlatte. Notò il sussulto spaventato del più piccolo.                                                                                                                    

– Come hai detto...Dobe d’un moccioso?  - lo richiamò, sputando quella frase come veleno. Ma Naruto, seppur inizialmente scosso da quell’improvviso cambiamento negli occhi e nel comportamento dell’altro, forte nella sua spavalda incoscienza di bambino, non si lasciò piegare e replicò bellicoso.                                                                                          

Teme! Ti ho chiamato Teme! Cosa c’è, ora sei pure sordo, oltre che bastardo?! – sbottò, guardandolo iroso, gli occhi ridotti a due fessure e i pugni stretti in fondo alla braccia, tese lungo i fianchi. Sasuke, la pazienza ormai persa tra le bolle di sapone e l’acqua della vasca, scattò in piedi, precipitandosi rigido e furibondo, fuori da essa.                                            

Fiutato l’imminente pericolo, il biondo spalancò gli enormi occhi da bambino e si affrettò a voltarsi e a scappare fuori di lì, il più lontano possibile dall’altro, almeno fino a che non avesse sbollito la rabbia e si fosse calmato del tutto. Non fece però in tempo ad allontanarsi, se non di qualche misero passo, che si sentì afferrare per la collottola e sollevare di peso, quasi fosse un pulcioso cucciolo di cane. Fu proprio in virtù di questo paragone che si dimenò scoordinato, proprio come un bastardo randagio, fra le braccia del moro.                                                                                                                               

Uchiha non demorse e, dopo averlo spogliato frettolosamente dei suoi preziosi abiti – i propri di quand’era bambino - , lo gettò con malagrazia nella grande vasca.                                        

Naruto riemerse sputacchiando sgraziatamente l’acqua che non aveva fatto in tempo a escludere dalla sua bocca, mentre la chiudeva durante il volo. Il suo viso si corrucciò in un’espressione furibonda ma, prima che potesse dire – o meglio, gridare – qualunque cosa, la mano di Sasuke, che ne frattempo era rientrato nella vasca insieme a lui, premette sulla sua testa e lo costrinse ad un’altra sgradevole immersione forzata.                        

– Allora, moccioso…- sibilò, ghignando perfido -…com’è che mi hai chiamato?! – invece di rispondergli, una volta riemerso per l’ennesima volta, Naruto lo fissò per qualche istante, sovrappensiero. Poi scoppiò a ridere. Così, senza un’apparente motivo.                                       
Il moro si bloccò, fissandolo perplesso.                                                                                                               

– Alla fine l’hai fatto, il bagno con me, nii-chan! – rantolò, a mo di spiegazione, il più piccolo, fra le risate. In quel momento, Sasuke prese coscienza della situazione, allora sbuffò irritato.

- Va bene Dobe, hai vinto tu. Ma bada…questa è la prima ed ultima volta! – concluse sconfitto, ma con tono perentorio e caustico.

Il biondo sorrise ed annuì vigorosamente, mentre l’altro cominciava a sfregargli energicamente la schiena con una spugna.                             

 Almeno, se avesse fatto il bagno con lui avrebbero risparmiato tempo e acqua, visto che la sera prima, dopo che il più giovane (che allora era ancora nella sua forma di “adulto di fatto, ma non di cervello”) era uscito dal bagno, la quantità d’acqua sparsa sul pavimento era maggiore di quella nella vasca.                                                                                    

Sorvolò, con accurata nonchalance, sul fatto che quella sera, grazie alla loro simpatica performance, era ridotto persino peggio.   

 

 

 

Dunque…non c’è molto da dire di questo capitolo. Come avete potuto constatare voi stessi, questo rappresenta l’esempio perfetto del genere di capitoli che, come avevo precedentemente annunciato, vede un alternarsi continuo di situazioni più o meno divertenti a situazioni più serie o tristi. Detto questo, passo a ringraziare velocemente chi ha commentato, quindi, un saluto e un ringraziamento speciale a azrael e miyuk. Grazie davvero di cuore!                                                                                                                                                                                

Per quanto riguarda tutti coloro che hanno solo letto, vi ringrazio, anche se avrei gradito molto di più avere un vostro parere. Mi ha un po’ delusa vedere un numero così scarso di recensioni in proporzione al gran numero di letture.                                                        

Ma vabbè…confido in voi. Alla prossima, un saluto Izayoi007

 

 P.s. Scusate lo spazio in più, lasciato tra una riga e l’altra nell’ultima parte, ma ho problemi con il computer e non riesco a fare altrimenti, spero solo che la cosa non abbia disturbato troppo la vostra lettura.

 

  
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