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Autore: debblovers    07/11/2008    4 recensioni
"Sapevo solo che adesso sarebbe stato il momento decisivo, anche se la mia decisione era stata presa. E nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea. Nemmeno il vampiro che avevo sempre amato e che avrei amato per sempre"
Spoiler Breaking Dawn!
Ciao a tutti! Questa FF è frutto della mia mente bacata che si è immaginata tutta la gravidanza completa vista da bella invece che da Jacob, spero che vi piaccia!
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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cap3                                                                                     Capitolo 3


                                                                Comunicazione a Charlie


Sentivo solo confusione intorno a me. Ma poi distinsi una voce dolce che mi parlava piano all’orecchio.

“Bella?” chiese Esme. “Bella, cara. Riprenditi.”

Oltre alla sua voce sentivo quella di due persone che si urlavano contro.

“Non capisci, idiota! Morirà! È questo che vuoi? So benissimo che non ti importa niente di lei! Vuoi solo ciò che porta in grembo!” la voce di Edward era dura, distorta dalla rabbia.

“Non morirà. La salverai. E io la proteggerò!”

Volevo che la smettessero di litigare, perciò aprii gli occhi, e subito Esme li avvisò.

“Si è svegliata grazie a voi.”

Subito ebbi vicini i due litiganti.

“Stai bene tesoro?” mi chiese Edward.

“Si, si. Sto bene.”

“No invece. Non vedi come ti ha già ridotto? Ti prego. Almeno questa volta ascoltami!”

“Per favore Edward. Ti prego. Non posso.”

“Ma Bella….” Iniziò, ma fu interrotto immediatamente da Rose.

“Non l’ha ridotta così il bambino, ma tu idiota! Con le tue scenate da malato mentale che si crea i problemi in testa!”

Edward sibilò.

“Ti consiglio di smetterla, Rose. Potresti ritrovarti ridotta in fumo senza che tu te ne accorga!”

“Provaci, Cullen! Vediamo cosa sai fare!”

E detto questo si acquattarono entrambi.

Io scoppiai immediatamente a piangere e corsi a mettermi in mezzo a loro. Avevo sentito dire che le donne incinte aumentavano la percezione delle loro sensazioni.

Si rimisero immediatamente in piedi e Rose mi fu accanto.

“Non preoccuparti, va tutto bene. Rilassati. Jasper?” lo chiamò lanciandogli in occhiata eloquente.

Subito mi rilassai. “Adesso andiamo in camera. Dobbiamo sistemare un paio di cose.” S’interruppe per girarsi verso gli altri. “Carlisle ed Edward. Non voglio che vi avviciniate a lei senza il mio controllo. Sono stata chiara?”

Carlisle annui.

Edward invece la fissò rabbioso.

“Dovrei chiederti il permesso per stare vicino a mia moglie??”

“Non per starle vicino. Perché tu non le starai vicino da solo. Non mi staccherò mai da lei.”

Edward cominciò a ringhiare, ma Rose con un atteggiamento indifferente mi prese in braccio e mi portò verso la sua camera da letto.

Mi depositò gentilmente sulle coperte ricamate e di inginocchiò per fissarmi negli occhi.

“Stai bene?”

“S-si…”

“Bene. Adesso viene Esme per restare un po’ con te.” E subito sulla porta si materializzò la mia mamma acquisita.

“Tu dove vai?”

“Devo parlare con Carlisle per vedere cosa fare.” Notò la mia espressione interrogativa e mi spiegò. “Non possiamo portarti in ospedale per i controlli. Non sappiamo che tipo di bambino sia. Perciò dobbiamo trovare il modo per attrezzare la casa con tutto quello che ci serve per far procedere la gravidanza nel modo migliore possibile.”

“Ah ok..”

Si rivolse ad Esme.

“Non lasciare mai Bella da sola. Devi restare sempre con lei. Per nessun motivo poi devi lasciarla da sola con Edward. Avrà pure solo gli studi teorici. Ma potrebbe fare qualsiasi cosa.”

“Non ti preoccupare, Rose. Non mi muovo.” E detto ciò si sedette sulla poltroncina in velluto rosso sangue che si trovava nell’angolo.

Rose annuii soddisfatta e andò di sotto. Immediatamente sentii la porta d’ingresso sbattere delicatamente e un auto allontanarsi.

Pochi secondi dopo arrivarono gli altri, tranne Edward. Chissà dov’era.

“Esme cosa facciamo con Charlie?” chiesi ansiosa. Ecco un’altra cosa dolorosa da affrontare.

“Io e Carlisle prima ne abbiamo parlato, cara. Diremo a Charlie che hai contratto una grave malattia contagiosa in Sud America e che sei in quarantena. Perciò non potrò vederti. Anzi. Adesso lo chiamo per dirglielo.”

“Esme per favore potresti mettere il vivavoce? Vorrei sentire come reagisce?” chiesi con voce debole.

“Certo tesoro.”

Prese un bellissimo cellulare di ultima generazione e premette alla velocità della luce un numero, immagino che fosse quello di Charlie, poi premette un tasto per il vivavoce.

“Pronto?”

“Pronto Charlie? Sono Esme.”

“Ciao Esme! Che bello sentirti! Allora come stanno i due novelli sposini? Ancora nessuna intenzione di tornare?” e si lasciò andare ad una risata spensierata. Ancora non sapeva che probabilmente il mondo gli sarebbe crollato addosso.

“Ecco… Ehm.. si Charlie. Ti ho chiamato proprio per questo.” Era bravissima a fingere dolore.

“Cosa è successo Esme?” improvvisamente la sua voce si fece grave.

“Non si sa come, ma Bella ha contratto una malattia molto grave in luna di miele. È in quarantena. Carlisle si sta occupando di lei a casa nostra.”

Dall’altra parte del telefono silenzio.

“Charlie?” chiese Esme, questa volta ansiosa sul serio. Io stavo per scoppiare di nuovo a piangere, mi alzai e tesi una mano verso Esme. Volevo il telefono. Gli avrei parlato io. Ma lei fece segno di no con la testa.

“Esme… come sta? Che tipo di malattia è?”

“Sta abbastanza bene, Charlie, è piuttosto debilitata, non riesce praticamente a muoversi. Grazie al cielo Edward conosceva un vaccino e gliel’ha somministrato subito, ma anche con quello la malattia continua. Comunque è meglio che tu non sappia che effetti avrà in futuro se non viene curata a dovere.”

“C’è… c’è il rischio che possa mo-morire?” lo sentivo singhiozzare, e iniziai anche io, non volevo che soffrisse così.

“Non si sa ancora Charlie. Carlisle vuole parlare con alcuni specialisti di Atlanta, ed è molto probabile che la trasferiscano lì.”

“Voglio vederla.” Disse Charlie co voce decisa.

“Mi dispiace, rischieresti di venire infettato anche tu.”

“E allora chi le sta vicino? L’avete lasciata al suo destino?” chiese con voce rabbiosa, che non era per niente naturale nel mio papà dolce e impacciato.

“Come puoi pensare anche solo ad una cosa del genere? Pensi che non le vogliamo bene?” Esme assunse un’aria veramente offesa.

“Io.. ecco… non volevo dire questo Esme. Scusami. Ho solo paura di perderla.”

“Non preoccuparti. Siamo tutti nella stessa condizione. Edward non riesce a darsi pace. Direi che è quello che sta peggio. Mi hai chiesto chi le sta vicino. Bhe Carlisle ha alcune conoscenza, ed è riuscito a farsi dare 3 flaconi di vaccino. Uno per lui, uno per me e uno per Edward. È stata un’eccezione che ce l’abbiano dato. Di solito lo tengono solo per le emergenze.”

“Capisco. Ma io non posso proprio vederla?”

“No Charlie.”

“Ma come posso dormire stanotte senza sapere se mia figlia sia ancora viva o no? Come puoi chiedermi questo?”

“Mi dispiace veramente molto Charlie. Come ti ho detto prima stiamo tutti male per quello che è successo. Nessuno di noi riesce a fare nulla. Sembriamo come morti.”

“Capisco, Esme. Per favore dille che.. che le voglio bene, e che gliene vorrò per sempre. E di non darsi per vinta, perché lei è forte. Ce la farà. Ce la deve fare!” e poi iniziò a singhiozzare.

“Certo Charlie. Adesso vado di la a vedere se ha bisogno e glielo dico immediatamente. Sarà felice di sapere che ho parlato con te. Mi raccomando Charlie. Cerca di sollevarti il morale. Ti siamo tutti vicini.”

“Grazie, Esme. Vi sono debitore di tutto. Se vi servono dei soldi per pagare le sue cure… non ho moltissimo ma spero di potervi aiutare.”

“Non ti preoccupare. Abbiamo abbastanza risparmi per permetterci tutte le migliori cure. E poi lo facciamo con il cuore. Bella per noi è come una figlia. Non riusciremmo più a vivere se… bhe.. adesso devo andare Charlie. Devo vedere come sta. Ti terrò aggiornato, e ti chiamerò appena mi sarà possibile.”

“Grazie mille, Esme. Grazie di tutto.”

E poi Esme mise giù il cellulare. In tutto questo non ero riuscita a spiccicare parola. Non sopportavo che mio padre dovesse stare così male. Faceva male anche a me. Ma non potevo pensarci. Per adesso dovevo solo pensare alla salute del bambino.

Volevo vedere Edward. Volevo che mi dicesse di volere questo bambino. Volevo che mi facesse quel sorriso sghembo che non vedevo da 2 giorni e che mi faceva andare il cuore a 1000.

Come ad eco dei miei pensieri, eccolo entrare nella stanza. Di certo non ha il mio sorriso sghembo, ma almeno non ha più quell’espressione torturata. Addolorata. Affranta. Mi guardava con gli occhi tristi dallo stipite della porta, e io come segno dì incoraggiamento gli feci un sorriso timido. Lui non sorrise. Ma entrò nella stanza.



Grazie ancora a chi ha recensito! =) mi fa piacere che la mia storia sia seguita, motivo in più per mettermi d'impegno!! alla prossima! kiss      
ringrazio:
cassandra287   
ledyang
mistica88
saraligorio1993
Wind          
  
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