Oliver. 

Camminavo per le vie della Londra babbana in cerca di un regalo per Katie in vista del nostro anniversario di fidanzamento. 5 anni e sembrava che le avessi fatto la proposta solo il giorno prima.
Erano circa due ore che vagavo per le strade. A Diagon Alley non avevo trovato niente che potesse essere un regalo perfetto per Katie. Certo, potevo regalarle qualcosa che riguardasse il Quidditch, ma volevo farle un regalo speciale che non fosse sempre la solita cosa.
Ad un tratto mi fermai di fronte ad una vetrina che aveva esposti dei cappelli di lana. 
Un'idea mi fulminò all'istante e corsi a cercare un punto da cui potermi smaterializzare.
Dopo altrettante ore di quelle passate a Londra per cercare un regalo, nella soffitta trovai quello che cercavo. 
Non era un vero e proprio regalo, ma sarebbe stato perfetto per la sorpresa. 
Andai in cucina dove Katie stava preparando la cena. 
-Katie- la chiamai -devo dirti una cosa-. Lei si voltò guardandomi con aria interrogativa.
-Ho una cosa per te- dissi, poi le porsi - come anni prima - il cappello di lana che avevo tenuto nascosto dietro la schiena. 
-Oh mio Dio- esclamò con gli occhi lucidi. Prese il cappello dalle mie mani, notando subito che fosse più pesante del normale. 
-Cosa c'è qui dentro?- chiese curiosa.
-Guarda- risposi sorridendole con un pizzico di nervosismo. Mi correggo, molto più che un pizzico.
Lei prese la scatolina di velluto rosso che avevo depositato dentro al cappello.
-Katie, vuoi sposarmi?- recitò, con la voce spezzata per l'emozione, le parole ricamate in oro sulla scatolina. 
-Certo che si!- esclamò buttandomi le braccia al collo per poi baciarmi. 
Quando ci staccamo, presi l'anello e glielo misi al dito.
-Ti amo, Katie- le sussurrai a fior di labbra.
-Ti amo, Oliver- mi sussurrò lei a sua volta, prima di depositarmi un altro bacio sulle labbra. 
Dopotutto, pensai, i cappelli malandati servono a qualcosa.