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Autore: ily95    23/12/2014    1 recensioni
Raccolta di one-shots Outlaw Queen ambientate dopo la terza stagione (ma anche AU, flashback e future fics)
Con il ritorno di Marian, Robin si trova diviso tra i doveri verso la moglie e l'affetto che prova nei confronti di Regina. Come se non bastasse, una nuova gelida minaccia incombe su Storybrooke...
[Outlaw Queen, accenni Robin/Marian]
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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♐ Nottingham Hill
She may be the face I can't forget
The trace of pleasure or regret
May be my treasure or the price I have to pay

 
Foresta di Sherwood, Nottingham
La notte è buia e senza luna. Le ombre proiettate dagli alberi sembrano protendersi come fantasmi scuri verso la foresta fitta ed intricata.
Un fuoco è la sola fonte di luce, le sue lingue fiammeggianti danzano nella notte rischiarando il volto dell’uomo proteso verso di esso.
E’ solo, tutti i suoi compagni stanno dormendo, e il sonno minaccia di cogliere anche lui, dopo una lunga giornata di saccheggi. Invece stringe l’arco ben saldo tra le mani forti e aguzza le orecchie in cerca di un eventuale suono che riveli presenze nemiche. Il suo sguardo è fisso sulle fiamme ardenti.
Una notte come tante altre passate nei boschi, a vegliare sui suoi uomini. Una notte ordinaria per Robin Hood, il Principe dei Ladri.
O almeno, lo sembrava, prima che dalla fitta oscurità della foresta emergesse lei.

All’inizio è solo una sagoma indistinta, un bagliore chiaro contro il buio della notte.
Le braccia dell’uomo agiscono da sole, impugnano saldo l’arco, incoccano una freccia.
-Chi va là?- chiede, non una punta di timore nella sua voce.
Un passo in avanti e il fuoco le illumina il viso: è una ragazza, giovane e bellissima.
Robin abbassa l’arco ancora prima di riflettere se possa costituire un pericolo.
E’ incantato dai suoi occhi neri, dai suoi zigomi alti, dalle sue labbra perfetto, dal modo in cui le fiamme gettano ombre sopra il suo viso…Non ha mai posato gli occhi su un creatura più incantevole.
-Non fatemi del male, vi prego.- geme lei e c’è una nota strana nella sua bella voce, come un qualcosa di spezzato, che al fuorilegge fa venire voglia di abbracciarla e proteggerla.
-Non temete, milady.- risponde invece, alzandosi e proferendosi in un inchino. –Vi siete perduta? Posso scortarvi a casa se necessitate.- si offre.
La giovane apre la bocca e la richiude, guarda verso il terreno.
Notando la sua esitazione, Robin propone: -O posso darvi un posto dove passare la notte. Non è il massimo della comodità, ma…
-Sarebbe perfetto!- lo interrompe lei. –Non posso proprio tornare a casa stanotte. Qualunque giaciglio sarete così gentile da procurarmi lo accetterò con riconoscenza.
Robin le sorride di rimando, scortandola verso la sua tenda.
Mentre camminano silenziosamente fianco a fianco, i suoi occhi si soffermano un po’ troppo a lungo su di lei e sorride imbarazzato quando la ragazza lo sorprende a fissarla. Lei sorride di rimando e Robin si rende conto che potrebbe rimanere a guardare quel sorriso per sempre senza mai stancarsi.
-Posso sapere il vostro nome, milady?- chiede garbatamente.
Lei esita ancora, distogliendo lo sguardo da quello di lui. –Non lo ritengo opportuno.- risponde dopo un po’. –E’ meglio… meglio che non veniate coinvolto.
Il ladro è incuriosito e preoccupato da quella risposta. Chi è quella bellissima fanciulla in realtà?
Un’assassina? Una fuggitiva? Una donna di malaffare? No, impossibile: il suo portamento è elegante, i suoi movimenti troppo aggraziati.
È qualcos’altro.
Robin vive nella foresta ed è abituato alla caccia. E lo sguardo che rabbuia lo splendido volto di questa ragazza l’ha già visto innumerevoli volte. Lo vede ogni volta che guarda negli occhi un animale braccato.
 
-Questa è la mia tenda, milady. Fate come se foste a casa vostra.- dice gentilmente l’uomo.
E qualcosa – forse il suo sguardo così limpido, o quel sorriso con le fossette o quel tono di voce dolce – sembra dirle che è sincero. Che vuole che lei sia felice.
Regina scuote impercettibilmente la testa. Non prendiamoci in giro.
Sospira, per poi entrare nella tenda seguita dal suo soccorritore.
Si guarda intorno: niente di lussuoso, c’era da aspettarselo, ma tutto sommato confortevole.
-Andrà benissimo. Vi ringrazio.- trova la forza di dire, ancora incerta se accettare l’aiuto di uno sconosciuto sia una buona idea.
Ma dopotutto qualunque posto sarebbe meglio dell’inferno da cui è fuggita.
L’uomo le fa un cenno con la testa, indugiando ancora un po’ su di lei. Poi si volta e fa per uscire.
-Aspettate.- lo richiama lei.
Lui la fissa con aria interrogativa.
-Dove dormirete voi?
Il fuorilegge ridacchia. –Non vi preoccupate, milady. Il mio posto è lì fuori, a vegliare sui miei uomini.- risponde lui con una punta di orgoglio.
Regina annuisce lentamente e si dirige verso l’ammasso di coperte che funge da giaciglio.
-Buona guardia, allora.- lo saluta.
L’uomo si congeda con un inchino.
 
I raggi del sole penetrano nella tenda, facendole aprire gli occhi.
Con sorpresa, si accorge di aver riposato sorprendentemente bene.
Stira le membra intorpidite e riemerge dalla tenda: tutto è diverso rispetto a quella notte.
Il campo si è animato: uomini di diverse età si affaccendano da ogni parte, chi allenandosi con la spada o altre armi, chi cucinando, chi bevendo, chi cantando qualche ballata popolare.
Un clima ben diverso da quello che accoglie i suoi aridi risvegli a palazzo.
-Buongiorno.
I suoi pensieri vengono interrotti da una voce dall’accento familiare.
La ragazza si volta per trovarsi davanti lui, l’uomo della sera prima.
Regina non riesce a trattenersi dal sorridergli.
-Dormito bene?- le domanda lui, porgendole una ciotola contenente un liquido caldo.
-Splendidamente. Grazie a voi.- risponde, il disagio della sera prima completamente dimenticato. –Chi sono queste persone?
-Loro sono la mia banda, la mia Allegra Brigata.
Il nome fa scattare qualcosa nella mente di Regina, qualcosa di cui Leopold e i suoi diplomatici parlano spesso.
-Aspetta…Allegra Brigata?- domanda, sollevando un sopracciglio. –Non sarete mica quel ladro, quel…
-Robin di Locksley, sì.- la interrompe lui. –Temo di aver scordato le mie buone maniere nella fretta del nostro incontro ieri e di non essermi presentato a dovere. Vi prego di perdonarmi.
Probabilmente si è cacciata in un bel guaio trovando rifugio in un covo di fuorilegge… Ma, osservando l’espressione gentile di Robin, Regina non riesce a provare timore o apprensione, come dovrebbe.
Finito di sorseggiare la zuppa, la ragazza si alza in piedi, lisciandosi il vestito.
-Beh, grazie dell’aiuto, Robin di Locksley, ma ora devo andare.
-Aspettate!- esclama lui allarmato, afferrandole il braccio e rizzandosi in piedi. –Siete certa di stare bene? Sembravate alquanto scossa ieri notte… è sicuro tornare a casa vostra?
Un velo di tristezza cala sopra i suoi occhi scuri, per poi essere spazzato via da un sorriso ironico.
-Certamente più sicuro che restare da sola in un accampamento di ladri in mezzo alla foresta.
-Ma non siete sola.- replica lui, scrutandola con i suoi occhi azzurri. –Io vi aiuterò. Qualunque cosa necessitiate…
-Avete già fatto molto per me.- lo interrompe Regina. –Per una sconosciuta. Non scomodatevi oltre.- continua, tornando a piantare lo sguardo verso il suolo.
La mano di Robin torna a fare presa sul suo braccio, avvicinando i loro corpi.
-Se qualcuno vi fa del male…- sussurra lui contro il suo viso, con un tono che fa perfettamente capire come mai sia tanto temuto nel regno.
La ragazza scuote la testa con vigore, sentendo un moto di riconoscenza per quel ladro.
-Non può ferirmi. Non fisicamente, almeno. Non si può esibire un trofeo ammaccato, no?- risponde lei, con ironica freddezza.
Le dita di Robin trovano la sua guancia, tracciano il suo zigomo, accarezzano le sue ciocche.
-Io non vi conosco, ma so che non meritate quello che state passando. Permettetemi di aiutarvi.- le sussurra dolcemente.
Regina abbozza un sorriso triste.
-Non c’è niente che possiate fare.- risponde, per poi protendersi verso di lui in un impeto di riconoscenza e posare delicatamente le labbra sulle sue.
Un bacio veloce e leggero come un battito d’ali.
Robin non ha neanche il tempo di realizzare quello che sta succedendo, che lei è già sparita tra gli alberi.
 
Misthaven, tre mesi dopo
-Cos’è tutto questo gran baccano, Little John?- domanda Robin, cercando di non farsi travolgere dalla folla.
-Non lo sai? E’ il compleanno del Re.- gli risponde l’amico. –Ci sarà un grande ballo stasera a palazzo, tutta la nobiltà sarà lì. Inoltre, è anche il primo ricevimento pubblico della nuova regina, tutti potranno ammirarla! Dicono che sia persino più bella della regina Eva e della piccola Biancaneve! Dicono che i suoi occhi siano più lucenti di diamanti, le sue labbra più rosse del corallo e le sue gambe… Oh, dicono che gli uomini ucciderebbero per avere anche solo l’occasione di sfiorarla.
Robin solleva le sopracciglia, guardando l’amico con un’espressione di scherno.
-Innamorato di un racconto da taverne!- commenta, sghignazzando. –Scommetto che se non fosse la regina, nessuno la descriverebbe così.
Little John scrolla le spalle. –Lo sai che l’oro rende tutto più lucente.- scherza, per poi farsi serio. –Dovremmo verificarlo di persona.
L’amico lo guarda stranito. –Che intendi?
-Andiamo, Robin! I nobili, l’aristocrazia, i sovrani dei regni vicini… saranno tutti lì stasera. Potremmo raccogliere un gran bel bottino!- propone entusiasmato.
-Rubare nel castello del re? E’ un bel rischio… ma si sa che Robin Hood e i suoi compagni hanno sprezzo del pericolo! Raduna una dozzina di uomini e mettiamo a punto un piano.
-Agli ordini.- risponde John, avviandosi per la strada brulicante di popolani. Poi si volta, continuando a camminare all’indietro. –Ma dì la verità, Robin: lo fai solo per poter dare una sbirciatina alla regina.- lo prende in giro, allargando le braccia pingui.
-Beccato.- scherza il fuorilegge, osservando l’amico venire inghiottito dalla folla.
 
Il castello è decorato sfarzosamente, il salone gremito di persone.
Gli uomini dell’Allegra Brigata scivolano come ombre tra i ricchi tessuti degli abiti degli invitati, le loro dita si chiudono sui gioielli, le loro tasche si fanno sempre più pesanti.
Robin osserva soddisfatto, infilandosi degli orecchini in tasca e agguantando un cosciotto di cinghiale con l’altra mano. Tutto questo lavoro gli fa venire fame, tanto vale approfittare di un così lauto banchetto.
Proprio mentre sta staccando il primo morso, la sua attenzione viene distolta dal re Leopold, che sta annunciando l’ingresso di sua moglie.
Il boccone gli si ferma in gola, la sua bocca si apre dalla sorpresa, mentre i suoi occhi si posano sulla regina. La ragazza che, da tre mesi a quella parte, occupa costantemente i suoi pensieri.

 
♐   ♐   ♐

Disclaimer: i personaggi e l'opera non mi appartengono

Ciao a tutti! Ho deciso di approfittare dello hiatus per portare a termine tutte le idee che avevo lasciato a metà! :)
L'idea per questa os mi è venuta da uno dei miei film preferiti (credo riusciate ad indovinare facilmente quale sia dal titolo del capitolo e dalla canzone iniziale) e ho pensato di creare questa specie di AU/What If in cui Regina ha incontrato Robin casualmente, in cerca di conforto dal suo matrimonio infelice. La vicenda di Tinkerbell potrebbe essere avvenuta come no, però Regina comunque non saprebbe che lui è l'uomo col tatuaggio. Comunque il periodo è più o meno quello, nei primi tempi del matrimonio tra Regina e Leopold, prima che Rumple la plagiasse del tutto.
Potrei anche scrivere un seguito prima o poi, se lo desidererete! Prima però porterò a termine le one shot che ho già progettato (sia AU che ipotetici svolgimenti della 4B che momenti fluffosi :3).

 Fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto e non abbandoniamo le speranze!

Se avete voglia leggete questa mia analisi del personaggio di Regina: http://direttatelefilm.blogspot.it/2014/12/conosciamoli-meglio-4-regina-mills-once.html

Faith, trust and pixie dust,
ily

 
  
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