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Autore: JustAHeartBeat    24/12/2014    4 recensioni
Raccoltina di Missing Moments natalizie sulla storia 'Qualche lentiggine di troppo'.
“Oh, Scorp, vuoi alzarti?!” sbuffò, scoprendo l’amico, che, colto dall’improvviso freddo dei sotterranei portò le gambe al petto, stringendo gli occhi quasi a voler fingere d’essere ancora addormentato. Poi, arrendendosi all’evidenza, li riaprì rivelando due acquose iridi d’un grigio chiaro, quasi la sfumatura del cielo nuvolo, quando è appena smesso di piovere ed il terriccio bagnato profuma di muschi e licheni, quella sfumatura che assume la mattina presto, poco prima dell’alba. “Secondo te, Severus?!” fu l’acida risposta di Scorpius Malfoy, farfugliata con voce ancora impastata dal sonno. Buttando una gamba dietro l’altra fuori dal materasso, si alzò in piedi barcollando a destra ed a sinistra, braccia tese in avanti come se si aspettasse di colpire il mobilio dell’intera stanza. Albus lo ignorò, prendendo a camminargli accanto, un sorrisone enorme disegnato sul volto paffuto. “Ma hai capito, Scorp? E’ Natale! Oggi è Natale!” continuò a ripetergli tutto felice, prendendo a camminargli di fianco. “Si, Al, l’ho capito.” Rispose, infilando lentamente la felpa nera, raffreddato ed insonnolito come al solito. Albus lo prese come un 'Buon Natale anche a te'.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: James Sirius/Dominique, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Qualche Lentiggine Di Troppo'
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Ecccomi quiii!
Mi avevate dato per dispersa eh! Ed invece no! Vi avevo promesso la puntualità e sto aggiornando ora, alle 23:40 del giorno 24! Mahahaha. Tempismo, sei mioo. *risata malefica*
Okay, la smetto di cazzeggiare.. Bene, che dirvi di questo capitolo? Ah si, non uccidetemi ma in questo non ho potuto inserire la Jaminique, lo so.. mi volete accoltellare nel sonno.. ma.. non lo fate, vi prego!! No, scherzi a parte, facciamo così, vi prometto che il prossimo sarà interamente Jaminque con contorni vaghi di altre coppie, okay?
Beeene, ora mi dileguo!
Buona lettura e buon Natale a tutti!
Bacionissimi(?)
JustAHeartBeat

(secondo anno)
…Make her
smile forever
 
“Roxanne, obbligo o verità?” Fred Weasley, seduto sulle spalle di un James leggermente scocciato, ammiccò alla sorella, malizioso. Roxanne sbuffò. Ma proprio quel giorno Fred doveva mettersi a fare il deficiente? Va bene che lo era sempre, faceva parte del suo DNA, ma proprio un giorno tanto importante per lei? Ad ogni modo non si sarebbe tirata indietro.. lei era la figlia di George Weasley, no?!
Cugini e fratelli Potter-Weasley, con l’aggiunta di amici e parenti di amici (che comprendevano anche il pesciolino del cugino del nipote del nonno di John), erano seduti il cerchio, appiccicati l’uno accanto all’altra, tutti attorno ad una piccola bottiglietta di vetro, parzialmente squagliata da un lato, ma abbastanza simmetrica da poter essere utilizzata per giocare tutti assieme, come tutti gli anni. Era ormai una tradizione, quella. 
Roxanne cercò di non incontrare lo sguardo di Nicolas, il nuovo membro della squadra di Quidditch, un anno più grande di lei, che l’aveva invitata ad Hogsmeade soltanto qualche giorno prima, l’unico ragazzo che le facesse venire i capogiri, o almeno l’unico che lo facesse non per la puzza. Era terribilmente bello, Nick, con quella carnagione caffellatte, perfettamente liscia ed omogenea, con quel fisico snello, anche se privo di qualsivoglia muscolo. Okay, forse non era il più bello della scuola, Roxanne lo doveva ammettere, ma c’era qualcosa in lui, forse il suo modo di arrotolarsi tra le dita affusolate la manica della divisa quando era teso pe una partita, forse il suo frequentare la biblioteca scolastica per leggere milioni di libri sulle pozioni e far saltare per aria il calderone ad ogni lezione, o forse erano quei riccissimi capelli corvini, che il ragazzo si ostinava a pettinare, con nulli o scarsi risultati, o ancora le labbra, quelle due labbra carnose e morbide persino alla vista, che le facevano mancare un battito.
“Obbligo” rispose, gonfiando il petto in un gradasso atteggiamento davvero poco femminile, portandosi impacciatamente una ciocca di capelli, insolitamente sciolti, dietro all’orecchio. Mpf, nei film funzionava sempre, perché lei era sembrata una cane con la rabbia e le pulci? Qual era il problema?
“Mh, obbligo eh? Dunque…ti obbligo a saltare dieci volte attorno a Nick.. a gambe unite”  le disse Fred, negli occhi un lampo di malcelata crudeltà, se avesse potuto (o se non fosse sembrato troppo sospetto, punti di vista) sarebbe scoppiato a ridere in una quelle risate malefiche tipiche del cattivo dei cartoni animati babbani, per intenderci. Sapeva quanto fosse importante per la sorella quel giorno, aveva passato addirittura un’ora in bagno per farsi bella per quel.. coso, le voleva davvero bene, ma davvero non poteva permettere che Nido-Di-Passeri le mettesse le mani addosso. Non era geloso, non lo era assolutamente, insomma, non era mica il tipo di fratello-orso-geloso, lui. Okay, forse un po’ lo era. Ma solo un pochino.
Roxanne spalancò gli occhi, scioccata, lui sapeva quant’era importante evitare le figure d merda quel giorno. Fratello bastardo. Si alzò da terra, spolverandosi agilmente la polvere di diversi secoli di storia, per poi, testa alta e passo veloce, raggiungere il ragazzo. ‘Roxanne, hai fatto cose peggiori, non saranno tre saltelli a fargli cambiare idea’. Postagli accanto, gli sorrise, e poi iniziò a saltare, tra le risate generali. Un elefante sarebbe stato più elegante. Uno. ‘Fred, la befana ti porterà tanto carbone quest’anno’. Due. Tre. Quattro. ‘Perché sta ridendo, non deve ridere!’. Cinque. ‘Merlino e Morgana che bel sorriso’. Sei. Sette. Otto. ‘Okay, sono molto affascinante così’. Nove. ‘Fred Weasley, sai che passerò un bel po’ di tempo con papà e con le pasticche vomitose, proteggiti’. Dieci. Roxanne, concluse i suoi dieci salti in bellezza: cadde a peso morto sul povero ragazzo, che non sapendo come proteggerla dalla caduta e non farsi male, optò per i l lasciar correre, venendo letteralmente spiccicato dal peso della ragazza. ‘Fred Weasley. Ti odio.’
Roxanne sorrise impacciatamente. “Io.. ehm.. non volevo.. cioè…scusa.. davvero..” balbettò, senza però preoccuparsi di alzarsi. “Rox, non fa nulla, davvero, ma leveresti il tuo gomito dalle mie costole, temo di averne rotte almeno due” fu la risposta di Nicolas, che, seppur imbarazzato per l’improvvisa vicinanza della ragazza, volendo evitare conseguenze indesiderate al suo buonissimo profumo, l’aiutò a sollevarsi. Roxanne, in un primo momento, desiderò con tutto il cuore che una voragine la inghiottisse, poi, in un secondo momento, desiderò che suo fratello venisse ricoperto da cima a fondo di cacca di Schipodo Sparacoda .
“Vai, Roxanne, tocca a te girare la bottiglia” le ricordò John, il miglior amico di sua cugina Lily. Era un ragazzino molto carino, John, poteva avere massimo undici anni Era bassino, più basso di Lily di un paio di centimetri, aveva un paio di grandi occhioni color castagna, i capelli erano spighe di grano bionde cenere. Andava forte ad incantesimi, ma se lo si lasciava all’aperto con un manico di scopa, il massimo risultato che si sarebbe ottenuto sarebbe stato un giardino pulito e privo di foglie. Il Quidditch non era il suo sport.
Roxanne diede un colpetto di bacchetta alla bottiglia e quella prese a girare velocemente, il vetro tintinnante come unico suono nel raggio di metri. McGrow. Dominique. James. Rose. Albus. Hilary. La bottiglia continuò imperterrita a compiere il suo giretto circolare, indisturbata, ignara di essere la fonte dell’attenzione generale. Scorpius. La bottiglia cessò di ruotare.
“Bene, Scorpius, sembra che tocchi a te: obbligo o verità?” esclamò Roxanne, approfittando della penitenza appena vinta per sedersi accanto a Nick. Fred, alla vista del braccio del ragazzo che passava sopra alle spalle della sorella, ridusse gli occhi a fessure. ‘Io dovevo farti cambiare idea, non darti un alibi per palpare mia sorella’. Si morse il labbro per non prenderlo a parolacce.
“Verità” fu la semplice risposta del ragazzino che, a dispetto dell’aria indifferente, si stava torturando le mani sotto il mantello dell’uniforme. Era la prima volta che giocava ad un gioco come quello, neppure gli avevano fatto la domanda e già si sentiva fregato.
“Dunque, una domanda facile al novellino.. perché odi il Natale?” gli chiese, sinceramente curiosa, portando le braccia ad incrociarsi sul petto, ed accavallando le gambe. Bella domanda. Scopius si era sempre vergognato della realtà. Era consapevole che la risposta a quel quesito avrebbe aperto una notevole porta sul passto ed avrebbe senz’altro modificato l’atmosfera spensierata ma d’altronde, accettando di giocare aveva firmato una specie d contratto con la bottiglia, come in tutti i giochi simili magici. “Io.. suppongo che l’odiare il natale sia stata una conseguenza diretta degli invitati al cenone..” rispose vago, abbandonando l’aria di nonchalance, ed abbassando il cpo, quasi a coprire gli occhi pieni di timore ed il cuore pieno di dolore represso, senza aspettarsi di essere capito, loro avevano tutti una bellissima famiglia, ed immaginava la cena alla Tana come un epico momento familiare ed intimo (nel limite della portata della famiglia), non si aspettava che capissero quanto fossero orribile le cene con suo nonno e gli amici di suo padre, anime avviluppate in veli di rancore. Aveva passato tutta l’infanzia a fare inchini a rispettabili colleghi di Draco, tutte persone che il camice lo indossavano persino a Natale e che iniziavano col farti i complimenti, proseguendo col diagnosticarti patologie sconosciute, concludendo col donarti un pacchetto pieno di rimpianti. Perché ecco cos’era il natale in casa Malfoy, una tavola imbandita di rammarico, colma  di depressione e frustrazione.
Eppure, al contrario delle sue aspettative, annuirono tutti complici. Scorpius spalancò gli occhi.? A rispondere al suo sguardo, fu l’ultima persona che si sarebbe aspettato: Rose Weasley, si alzò da terra, e gli sorrise, per la prima volta in vita sua, gli sorrise.  “Beh, perché pensi che sia passiamo ad Hogwarts il Natale? Mamma e papà lavorano, e se non lavorano hanno ben altre faccende da sbrigare. Salvare il mondo dai gatti sugli alberi non deve essere facile, dopo tutto.” Gli sussurrò, arrossendo per l’inaspettata confessione. Che poi. Carota sarebbe potuta essere anche quasi, e ribadiamo quasi, simpatica, se si fosse applicata un pochino. Scorpius le sorrise di rimando, mozzicandosi il labbro quasi se il suo inconscio lo stesse rimproverando. Si, sarebbe stata senz’altro simpatica. O almeno lo sarebbe stata solo per le prossime dodici ore. Ma d’altronde a Natale si è tutti più buoni, no?!
Caro Babbo Natale, perché non fai in modo che Carota sorrida in eterno? Così sembra quasi innocua!
Il giorno dopo Scorpius capì che quel sorriso era stato il primo.. ed anche l’ultimo. Ah, maledetta luna e maledette donne!

 
   
 
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