CAPITOLO DUE
La stagione stava cambiando, lentamente l’autunno stava tramutando in
inverno: l’aria si era fatta molto più fredda e pungente e ormai gli alberi
erano completamente privi di foglie. Erano pochi gli studenti che si fermavano fuori
per studiare, e tra questi vi era Victoire, alle
prese con Trasfigurazione. L’indomani la professoressa Lewis, che aveva preso
il posto della McGranitt mollti
anni prima, avrebbe valutato gli studenti sul programma svolto dall’inizio
dell’anno, non tantissimo come quantità ma alquanto difficile.
“Toc-toc”, disse Ted, comparendo alle
spalle della ragazza e battendole delicatamente il pugno sulla testa, come se
stesse bussando ad una porta, “C’è nessuno?”
“E tu che ci fai qui?” Chiese Victoire girandosi.
“Un Gufo mi ha detto che hai qualche problema con la Trasfigurazione.”
Victoire sembrò pensarci un istante,
“Non è che quel Gufo è rosso, ben messo e petulante?”
“Sì, è stata Molly.” Ammise. “Mi sembrava di essere stato chiaro con voi
due, o no? Se avete dei problemi potete sempre contare su di me.” Nel dire
l’ultima frase si era fatto improvvisamente serio, “Forza, fammi vedere cosa
non ti riesce.” Detto questo si sedette vicino a lei e osservò il libro poi le
indicò la tazzina che aveva davanti, “Prova!”
Victoire agitò la bacchetta in aria,
pronunciò l’incantesimo e puntò in direzione della tazzina alla quale spuntò
una coda da topo.
“Non vado oltre questo,” ammise, sconfitta.
“Prova ad accentare un po’ di più la lettera i.”
“Reformurìs!” Tentò nuovamente e questa volta
alla tazza vennero anche dei bellissimi baffi.
“Molto meglio!” Ted riportò alle sembianze originarie l’oggetto. “Di
nuovo!”
“Reformurìs!” Ma questa volta non ci fu alcun
miglioramento. “Oh!” Sbottò, “Ma cosa mi serve saper trasformare una tazza in
un topo! A chi mai verrebbe in mente di fare una cosa del genere!”
“Oh, sono sicuro che se Albus ne avesse la
possibilità lo farebbe, eccome!”
Entrambi scoppiarono a ridere.
“Senti, ma… sei sicuro che Amelia non si offende
se stai qua con me?”
“No, tranquilla, lei sta studiando. E non vuole essere disturbata.”
Specificò Ted.
“E tu, non devi studiare?”
“No, io sono intelligente.” Si pavoneggiò non riuscendo a trattenere un
sorriso.
“Modesto.”
“Anche. Ma non divaghiamo! Al lavoro.”
Ted si era dimostrato un maestro esigente ma altrettanto bravo. Dopo un
paio d’ore Victoire riuscì a trasfigurare
perfettamente la sua tazzina in un topo.
“Lo sai che sei severo?” Lo riprese Victoire, poi
scherzando aggiunse, “Ah, ma questa Molly me la paga.”
“A proposito di Molly… “ La interruppe, serio,
Ted. “Da quanto gli piaccio?”
Victoire rimase di sasso. “E tu, come
lo sai?” Chiese stupita.
“Sono intelligente, te l’ho detto.” Si pavoneggiò nuovamente per non
rivelare le sue fonti. “Scherzi a parte, non voglio rovinare la nostra
amicizia. Dimmi che non ha intenzione di dichiararsi!” Aggiunse in tono
disperato. “È da quando l’ho scoperto che sono terrorizzato!”
Victoire rise. “Non lo farà. Me lo ha
detto.”
“Grazie!” Mormorò il ragazzo appena liberatosi di un peso enorme.
“Comunque tranquillo, non le interessi solo tu.”
“Come?”
“Sai, ormoni.” Si giustificò Victoire con un
sorriso. “Oh, c’è Amelia all’orizzonte, vi lascio soli. Grazie per l’aiuto!”
“Vic!” La bloccò Ted. “Mi raccomando, non dire a
Molly che so…”
La ragazza annuì con la testa poi si avviò verso il suo dormitorio.
“Vilipendio!” Victoire disse la parola d’ordine
alla Signora Grassa che la lasciò entrare nel dormitorio di Grifondoro.
“Ciao Molly!” La salutò andandosi a sedere allo stesso tavolo della ragazza,
lasciando cadere un po’ troppo violentemente il libro.
“Come è andata?”, chiese Molly senza però alzare gli occhi dalla pergamena
su cui stava scrivendo.
“Bene!” Ammise Victoire posando poi sul tavolo la
sua tazzina ed eseguendo l’incantesimo. “E per la cronaca, sapevo che c’eri tu
dietro a tutto questo.”
Molly sogghignò e si decise a posare la sua piuma. “Certo che anche tu sei
testarda, dove chiedergli aiuto da sola e prima!” La ammonì. “Non rischiare di
prendere T con la Lewis, sarà vecchia, ma se si incavola sono dolori… e anche tua madre…”
“Hey, mi arrendo, hai ragione. Dai, metti via
quella roba e andiamo a cena.” Rispose alzandosi di scatto e dirigendosi verso
il dormitorio femminile.
Scesero mezz’ora più tardi per andare a cena, Molly odiava lasciare le sue
cose in disordine e prima di uscire dal dormitorio doveva mettere a posto tutto
e preparare le cose per la notte.
“Oh, te l’ho detto che Mercoledì mi vedo con Brian? Mi ha invitata a fare
un giro…” Buttò lì con noncuranza Molly mentre
scendevano le scale.
“Quello di Serpeverde? Mmm…
sì, approvo, molto carino!”
“E di Paul che mi dici?” Chiese Molly, maliziosa.
“Approvo anche lui, anche se solo di vista, non ci ho mai parlato.”
“Sono contenta, perché il Sabato successivo all’appuntamento ho pianificato
un’uscita a quattro ad Hogsmeade.”
Victoire annuì continuando a scendere
la rampa di scale e saltando poi su una che stava cambiando. Improvvisamente si
girò e guardò la cugina. “Cosa hai fatto?” Aveva capito solo in quel momento
quanto le aveva detto Molly.
“Dai Vic, non ti arrabbiare. Ti prego vieni!” La
implorò Molly cambiando tono di voce e congiungendo le mani; la ragazza saltò
gli ultimi due gradini andando davanti a Victoire.
“Verrai, vero?”
Il volto di Victoire si era fatto scuro, anche
l’anno prima Molly le aveva giocato un tiro come quello, ma pensava di essersi
già chiarita: di appuntamenti al buio non ne voleva sapere.
Ricordava ancora perfettamente quello dell’anno precedente: solo perché a Molly
piaceva un ragazzo di Tassorosso lei si era dovuta
sorbire il miglior amico di lui, una delle persone più pesanti che avesse mai
incontrato. La giornata, quella volta, non le era mai parsa tanto lunga, in
particolare poi quando sua cugina e l’ex ragazzo si erano defilati lasciandola
sola con la palla al piede. L’immagine di lui che ci provava era ancora adesso
nella top ten dei suoi incubi peggiori.
“Sai benissimo come la penso, Molly,” rispose irritata Victoire.
“Ti pregoooo!” Continuò la cugina imperterrita.
“Pensiamo alla cena adesso.” E allungando il passo entrò nella sala
grande andando a sedersi vicino a due sue compagne di corso.
Molly si era seduta poco distante e ogni tanto lanciava qualche occhiata
implorante alla cugina, speranzosa, ma inutilmente, Victoire
non la degnò di nota per tutto il resto della serata.
Grazie a: Kimly, sorellinadolce, piccola_puffola e ninny per aver
lasciato un commento al primo capitolo. E grazie anche a chi ha messo la storia
tra i preferiti.