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Autore: OpunziaEspinosa    25/12/2014    6 recensioni
Edward e Bella sono amici. Oppure qualcosa di più?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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4. Bella
Dio, che vergogna! Non seguirò mai più i consigli di Alice. Mai più! Mi ha fatto fare la figura della stupida di fronte a Edward, ed ora vorrei solo scomparire dalla faccia della terra!
Lo sapevo che non avrebbe funzionato. Lo sapevo che Edward non prova nulla per me. Che io, per lui, sono solo l’amica timida ed imbranata di sua sorella. Invece Alice ha provato a convincermi del contrario, e guarda com’è finita!
Ieri non ce l’ho più fatta e le ho confessato cosa provo per suo fratello. È stato difficile, perché non avevo idea di come l’avrebbe presa, ma sarebbe stato ancora più difficile continuare a tenermi tutto dentro. Sono arrivata ad un livello di disperazione tale che, sempre più spesso, piango da sola chiusa in bagno. Non so esattamente perché. Suppongo che al mondo ci siano cose ben peggiori di una cotta adolescenziale non corrisposta. Il fatto è che ciò che provo per Edward va ben oltre. Mi sta consumando lentamente. È un abisso, e non c’è fondo.
Quando le ho parlato, Alice mi ha abbracciata forte. A quanto pare aveva capito tutto da tempo, aspettava solo che trovassi il coraggio di confessarle ciò che provo per suo fratello. Non solo, è convinta che anche Edward provi qualcosa per me, e che sia solo confuso e abbia bisogno di un piccolo incentivo per rendersi conto che siamo perfetti l’uno per l’altra.
Io, come una stupida, mi sono lasciata convincere. Non mi sembrava possibile: Edward segretamente innamorato di me! Credo di non essermi mai sentita tanto emozionata in tutta la mia vita. Non riuscivo più a ragionare lucidamente, ed ho assecondato Alice, rendendomi complice del suo piano sgangherato: far credere a Edward che ho un appuntamento con un altro ragazzo, possibilmente con uno che lui possa considerare una minaccia, e poi conciarmi come una poco di buono, per stuzzicare la sua fantasia e fargli capire cosa si perde.
Direi che il piano ha funzionato alla grande. Sì, come no. Ho visto come mi guardava Edward. Era disgustato. D’altronde lo sapevo. L’avevo detto a Alice: “Non funzionerà mai! Io non sono questo. Non sono tacchi e gonne corte! Non sono rossetto e chili di mascara!”
Edward mi vuole bene. Non è innamorato di me, ma mi vuole bene. E so cosa apprezza di me: la semplicità. Credo che la mia timidezza e la mia goffaggine suscitino in lui un primordiale istinto di protezione. Ma niente di più.
Alice, invece, crede che la nostra ridicola messa in scena abbia avuto un successo enorme. Saltella per la stanza tutta eccitata, battendo le mani e cinguettando: “Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo! Bella, hai visto che sguardo ti ha lanciato mio fratello quando gli ho detto che saresti uscita con un ragazzo? Era geloso! ”
Mi avvicino zoppicando al comò, recupero qualche salviettina struccante dalla trousse di Alice e comincio a ripulirmi la faccia, gli occhi pieni di lacrime per il nervoso.
Dio, quanto sono scomodi questi tacchi! Perché continuo ad indossarli?
Scalcio via le Jimmy Choo di Alice e riprendo a struccarmi.
“Che fai?” mi chiede lei, avvicinandosi. Improvvisamente ha perso tutto il buonumore. “Perché piangi, Bella? Il nostro piano ha funzionato…”
Mi asciugo rabbiosamente una lacrima che non sono riuscita a trattenere, ed altrettanto rabbiosamente sciolgo i capelli che Alice mi aveva raccolto in alto sopra la testa, in una lunga e morbida coda di cavallo. Il fermaglio vintage di strass finisce sulla moquette.
“Sì, certo,” singhiozzo. “Come no. Ha funzionato benissimo. Sono ridicola, Alice. Guardami!”
Mi guardo nello specchio, e lei fa altrettanto. Non sono riuscita a togliere tutto il trucco, e sembro un pagliaccio, con il mascara che cola lungo le guance bagnate di lacrime, ed il rossetto tutto sbavato attorno alla bocca.
“Edward era disgustato, ed ha ragione: faccio ridere. Non sono neppure capace di camminare con quei trampoli. Gli sono caduta addosso! Per non parlare di questa gonna. È troppo corta, e le mie gambe sembrano due stuzzicadenti. Perché mi hai convinta a conciarmi in questo modo? Mi sento una stupida! E poi, fargli credere che ho un appuntamento con Jake…”
Alice recupera un’altra salviettina struccante e, con estrema delicatezza, comincia a passarmela sul viso, per sistemare il disastro che ho combinato.
“Bella, il tuo appuntamento con Jacob Black non è esattamente una bugia,” dice, con infinita dolcezza. “Lui ti ha chiesto veramente di uscire. Più di una volta. Sei tu che hai sempre rifiutato, perché sei innamorata di mio fratello.”
Abbasso lo sguardo ed incrocio le braccia. Mi sento così vulnerabile in questo momento. Così piccola e stupida. Continuo a singhiozzare come una bambina. Sono una causa persa.
“Forse è meglio che me ne torni a casa,” sussurro. Mi allontano da Alice e recupero i miei abiti. Mi rivesto con spossante lentezza. So che quando uscirò da questa stanza tutto cambierà. Non credo avrò il coraggio di rimettere piede in questa casa molto presto. Non riesco a togliermi dalla testa l’espressione di Edward, così piena di sdegno. Credo di averlo deluso. In fondo sono identica a tutte le altre sciacquette di Forks che lo tampinano e cercano di sedurlo. Le ho sempre compatite. Che arrogante sono stata.
Alice si avvicina, lo sguardo contrito. “Bella,” dice, “non te ne devi andare. Secondo me hai frainteso. Credimi, conosco mio fratello…”
La interrompo prima che si spinga oltre. Provo a sorridere. “Non importa, Alice. Non fa nulla. Ci abbiamo provato. Non ha funzionato.”
“Ma non è vero!” esclama lei, accalorandosi. “Bella, ascolta…”
“Alice, per favore. Ho bisogno di prendere una boccata d’aria. Resta pure qui, non mi accompagnare: conosco la strada.”
Alice sembra triste e delusa, ma non osa contraddirmi. So che non si è ancora data per vinta, e che prima o poi cercherà di convincermi a riprovarci. Ma per ora sembra aver deposto le armi.
“Ok,” dice, dandomi un bacio sulla guancia. “Chiamami stasera, va bene?”
Annuisco tristemente ed esco dalla stanza. Per qualche minuto resto lì, appoggiata alla porta bianca. Istintivamente lo sguardo si sposta verso la camera da letto di Edward.  I pensieri corrono veloci, così veloci che non riesco ad afferrarli, e prima che mi renda esattamente conto di cosa sto facendo, busso alla porta di Edward.
 
5. Edward
Ciò che provo per Bella mi travolge come un fiume in piena. È destabilizzante. È come se avessi ripreso a vedere e a sentire all’improvviso, dopo anni di buio e silenzio.
Santo cielo, come ho fatto a non accorgermi prima di ciò che sento? Come ho fatto a non rendermi conto dei segnali, così evidenti? Io e Bella ci conosciamo da qualche mese, ormai, e in tutto questo tempo non è passato giorno senza che io non abbia avuto voglia di vederla, anche solo per qualche minuto, anche solo da lontano. Mi piace osservarla mentre studia, concentrata sui libri, la fronte aggrottata. Mi piace sentirla ridere mentre guardiamo una sit-com alla televisione. Mi piacciono così tante cose di lei che non so neppure da dove iniziare.
Venire a sapere da Jasper che Bella è segretamente innamorata di me è stato un vero shock. Non me lo aspettavo. So di piacere alle ragazze, ma non credevo di piacere anche a lei. Non in quel senso, almeno. Bella è diversa. Bella è speciale, e il fatto di piacerle rende speciale anche me: meno scontato.
Già, ma Bella non sa che sono pazzo di lei, e per questo ha deciso di voltare pagina ed uscire con un altro.
Chissà se sono ancora in tempo per recuperare… Cosa dovrei fare? Andare da lei ed essere sincero? Dirle che non sopporto l’idea di vederla con un altro ragazzo? E se Jasper avesse frainteso? Che figura farei?
Sto pensando a tutto questo, quando sento qualcuno bussare alla porta.
“Avanti,” dico distrattamente, senza neppure voltarmi od alzarmi dal letto, convinto si tratti di Jasper. Indosso ancora maglietta e pantaloncini. Ero preso così male che non ho neppure pensato di andare a farmi una doccia. Mi sono semplicemente rifugiato in camera da letto.
E poi sento una voce timida e dolce, una voce che conosco bene. “Edward, posso… posso entrare?”
Mi tiro su come se avessi il fuoco sotto il sedere. “Bella… sì, certo entra…”
Non mi aspettavo di vederla così presto. E non mi aspettavo di vederla nella mia stanza. Credo sia la prima volta che mette piede qui dentro. Di solito ci incontriamo in territorio neutrale: in salotto o in cucina. Mi fa uno strano effetto averla qui. Un effetto piacevole, lo ammetto.
Bella entra nella stanza e richiude delicatamente la porta dietro di sé. Si è cambiata. Ora indossa i soliti jeans e la solita felpa con il cappuccio. Si è struccata ed ha sciolto i capelli. È la Bella di sempre. La Bella di cui mi sono innamorato. Mi aspetto che sia avvicini, ma non lo fa. Resta a debita distanza, pronta a fuggire.
Immediatamente noto gli occhi iniettati di sangue e le guance colorite. “Bella,” chiedo, forse con poco tatto, “hai pianto, per caso?”
Non sarà stata mia la colpa, vero? Io non voglio farla piangere. Io voglio farla ridere, voglio farla stare bene.
Lei ha un sussulto. Diventa ancora più rossa ed abbassa lo sguardo. “No-sì-no…” sospira e chiude gli occhi. “Edward, ti devo dire una cosa, ma mi devi promettere che non aprirai bocca, e che non farai nessun commento. Mi vergogno come una ladra, ma non posso andare avanti così. Quando ti avrò detto quello che ti devo dire sono sicura che non mi vorrai più vedere, ma non mi importa. Non ce la faccio più, sto impazzendo.”
La voce le trema, e mi spezza il cuore vederla così. Sembra terrorizzata. Com’è possibile? Sono io a farle così paura? Non ha senso. Se solo sapesse…
Provo ad avvicinarmi, tendendole una mano. “Bella, io non credo…”
Ma lei mi interrompe, indietreggiando fino a sbattere contro la porta. “Per favore, Edward. Promettimelo. Prometti che mi ascolterai senza dire nulla, senza fare commenti. Per favore.”
Annuisco. A questo punto voglio solo che parli, perché allora anch’io potrò parlare, e finalmente riuscirò a far crollare quel muro di paure e silenzi che ci siamo costruiti attorno. “Va bene, te lo prometto. Ti ascolto.”
Bella inspira profondamente e poi comincia. “Non c’è nessun appuntamento, Edward. Jacob Black mi ha chiesto di uscire più di una volta, ma ho sempre rifiutato, perché ho un altro ragazzo per la testa. Penso a lui giorno e notte, ed è patetico, perché so di non meritarlo affatto. Lui è intelligente, brillante, bellissimo e pieno di talento. Mentre io sono… be’, io. Per un brevissimo istante mi sono illusa che lui potesse provare qualcosa per me. Non so perché, ma l’ho pensato, e così ho provato a farlo ingelosire, per capire se mi sbagliavo. Mi sono inventata un appuntamento con un altro, e mi sono vestita e truccata in maniera provocante, per imitare le ragazze bellissime con cui lui esce di solito. Ma ho sbagliato, perché quella ragazza non sono io. Quella ragazza non esiste, e probabilmente non esisterà mai. In ogni caso non importa. Ho capito che lui non mi vede in quel modo. Mi sono solo resa ridicola, nient’altro.”
Bella si interrompe, ed allora penso che sia finalmente giunto il mio turno. Ma quando apro la bocca per parlare, lei mi zittisce nuovamente.
“Immagino tu abbia capito che sto parlando di te, Edward. Mi sono innamorata di te, e mi sento una stupida, perché ho rovinato la nostra amicizia. Avrei potuto starmene buona in silenzio, aspettare che mi passi. Il fatto è che non mi passerà, non se continuiamo a vederci. Non se passiamo così tanto tempo insieme. Così… forse è meglio che mi allontani per un po’. Mi sto comportando come una bambina, ma non so che altro fare. Ti prego, perdonami, Edward. Addio.”
Sono così frastornato che quasi la lascio uscire dalla stanza. Nessuna ragazza mi aveva mai fatto una dichiarazione simile. Neppure Tanya, che diceva di amarmi.
“Bella, aspetta!” Mi avvicino a grandi passi e la costringo a richiudere la porta. “Per favore, non andartene.”
Bella è confusa. Stringe le braccia al petto, come se si volesse difendere, come se mi volesse tenere a debita distanza, mentre tutto ciò che desidero è stringerla a me e baciarla. Non ho mai provato tanta attrazione per un’altra ragazza come la provo per Bella in questo momento.
Dio, perché non mi sono fatto quella doccia?
Oh, chi se ne frega! Ora o mai più.
“Bella, io…”
“Edward, ti prego…” Bella non mi guarda, sembra di nuovo sull’orlo delle lacrime. “Non voglio la tua pietà. Ti ho confessato ciò che provo perché non posso semplicemente smettere di punto in bianco di parlarti e frequentarti. Meritavi una spiegazione. Va tutto bene, mi passerà. Ho solo bisogno di tempo.”
“Ma io non voglio che ti passi!” sbotto.
Finalmente Bella solleva lo sguardo su di me. Ha ancora gli occhi lucidi, ma non sono più tristi. Piuttosto sono confusi, increduli.
Perfetto, finalmente ho la sua piena attenzione.
“Io non voglio che ti passi,” ripeto, con più dolcezza. Mi avvicino ulteriormente, costringendola ad appoggiarsi alla porta, e le scosto una ciocca di capelli dietro un orecchio. Il solo sfiorarla mi eccita da morire. “Tu non hai la più pallida idea dell’effetto che fai ai ragazzi, vero?”
 
6. Bella
Non capisco cosa sta succedendo. Ho confessato a Edward di amarlo e lui non è scappato a gambe levate, al contrario. Dice cose del tipo: “non voglio che ti passi… tu non sai che effetto fai ai ragazzi…” E forse altre cose, non saprei. Lui continua ad avvicinarsi e a guardarmi come se mi volesse baciare, ed io non capisco più nulla. Mi fischiano le orecchie e sento il cuore esplodermi nel petto. Forse mi sta per venire un infarto.
“E-edward…” balbetto. Vorrei aggiungere qualcosa, chiedergli delle spiegazioni, ma averlo così vicino, e sentire i suoi profondi occhi verdi addosso, mi impediscono di ragionare.
Edward mi sfiora una mano, intreccia delicatamente le sue dita alle mie. Non è la prima volta che mi tocca, ma è la prima volta che lo fa in questo modo, con attenzione e consapevolezza, come se stesse controllando ogni singolo muscolo del proprio corpo, come se si stesse trattenendo.
“Tu credi di essere invisibile, Bella,” dice. La sua voce è calda, profonda, dolce come miele. “Ma non lo sei. Non lo sei per me, e non lo sei per gli altri ragazzi. Tu sei speciale. E lo sei ancora di più perché non te ne accorgi. Jacob Black non è il solo a volere uscire con te. Anche Newton lo vorrebbe, e riesco a pensare ad almeno altri dieci nomi. Per questo le altre ragazze ti tengono a distanza. Sono gelose di te.”
Deglutisco. La sua bocca è così vicina… Basterebbe che mi sollevassi in punta di piedi per baciarlo. “Ge-gelose di me?”
Edward annuisce. “Sì, e fanno bene. Tu sei intelligente, dolce, delicata… hai sempre una parola gentile per tutti. Sei silenziosa, ma quando serve ti fai sentire. Non butti via le parole, le custodisci come gemme preziose. Sei incredibilmente sexy, Bella.”
Sembra impossibile, ma Edward si avvicina ancora di più. Ora il suo corpo preme contro il mio, e non posso più fuggire, bloccata tra lui e la porta. Mi sta dicendo cose che mai avrei pensato di sentirgli dire. Mi guarda in un modo che non mi sarei mai aspettata. Come se si sentisse attratto da me, come se ricambiasse i miei sentimenti.
“Se-sexy?”
Sorride, ed io mi sciolgo. “Con quella gonna e quei tacchi, non eri ridicola, Bella. Eri meravigliosa. E sì, preferisco la Bella con jeans e felpa, perché è la Bella di cui mi sono innamorato, ma eri meravigliosa, e detesto che tu pensi il contrario.”
La Bella di cui mi sono innamorato…
La Bella di cui mi sono innamorato…
La Bella di cui mi sono innamorato…
Fisso Edward come se fossi sotto l’effetto di un incantesimo, o di una sostanza allucinogena. Lui si è innamorato di me. Lo ha detto sul serio. Mi ama, ricambia i miei sentimenti. Ma come è possibile? Io non sono nessuno. Io sono solo Bella.
Per un breve istante penso di essere vittima di uno scherzo crudele. Uno come Edward non può amarmi. Mi sta solo prendendo in giro. Eppure sembra così sincero. I suoi occhi non sanno mentire. Bruciano. Mi desiderano, mi vogliono.
Inaspettatamente le sue mani mi accarezzano il viso. Lo fanno con attenzione, con devozione, ed io chiudo gli occhi, perché non riesco a sopportare tanta bellezza. “Voglio provare una cosa,” mi sussurra all’orecchio. “Solo… non ti muovere…”
Non mi muovo. Mi tremano le gambe, e il mio cuore è sul punto di scoppiare, e per qualche strana ragione vorrei scappare via, ma non mi muovo. Sento il suo respiro caldo sul collo. Sento le sue labbra sfiorarmi la pelle, percorrere con lentezza esasperante la mia guancia, fino alla bocca. Il tempo sembra essersi fermato. Restiamo così, labbra contro labbra, e poi, improvvisamente, ci stiamo baciando. All’inizio con dolcezza, quasi con timore. Ma l’urgenza che ho di lui cancella tutto. Cancella la paura e l’imbarazzo. Cancella gli anni passati a credere di non significare nulla, di non essere nulla. E il bacio si trasforma in qualcosa di incredibile, in qualcosa di inaspettato. È fuoco e ghiaccio contemporaneamente, un fiume di lava che spazza via tutto, ed il suo calore è così intenso da far male, ma non mi importa, voglio continuare a bruciare. Voglio che Edward continui a baciarmi così, e a toccarmi così. Sento le sue mani dappertutto, e mi aggrappo a lui come la mia unica ancora di salvezza.
È così che ci si sente, allora? A desiderare e ad essere desiderati? Ad amare e ad essere amati?
È meraviglioso, è incredibile, è come una droga di cui non puoi più fare a meno, è…
“Basta!” esclama improvvisamente Edward, la voce roca, disorientata. Interrompe il bacio, ma non si stacca da me. Affonda la testa nell’incavo della mia spalla. Continua ad accarezzarmi la schiena, a stringermi a sé. Ha il fiatone, ed anch’io. È come se avessi fatto una corsa. Non riesco a respirare.
“Che c’è, Edward?” gli bisbiglio, lasciando scorrere la mie dita tra i suoi capelli con delicatezza. “Cosa c’è che non va?”
Non ho paura. L’idea che lui non mi voglia non mi sfiora neppure per un attimo. So che mi desidera, proprio come io desidero lui.
Edward solleva il viso, mi guarda negli occhi, le pupille dilatate. Poi sorride. Ma non come fa di solito. Questo suo nuovo sorriso è timido, imbarazzato… semplicemente adorabile. “Bella, guardaci… forse è il caso di… rallentare…”
Mi guardo intorno. Non so come, ma sono finita sulla sua scrivania, le gambe saldamente agganciate attorno alla sua vita. Edward non ha più la maglietta, e la mia felpa è da qualche parte, sulla moquette. Ho i bottoni dei jeans slacciati e le spalline della canottiera pericolosamente abbassate.
“Oh,” dico, arrossendo come una scolaretta. E a questo punto sono io a nascondere il viso nell’incavo del suo collo. Dio, che vergogna… Non è la prima volta che bacio un ragazzo, ma è la prima volta che mi trovo in una situazione del genere. Sul punto di… be’, insomma, quello… e senza neppure rendermene conto. Penserà che sono una depravata. “Scusa…”
Edward mi stringe forte a sé, ed io lascio che lo faccia, stringendolo a mia volta. “Non hai niente di cui scusarti, Bella,” mi sussurra nell’orecchio. La sua voce è ancora roca, il suo respiro irregolare. “È colpa mia. Avrei dovuto controllarmi. Il fatto è che tu… Dio, non hai idea di cosa mi passa per la testa in questo momento… Non immaginavo che potesse essere così… Non mi sono mai sentito così.”
Sollevo la testa e lo guardo negli occhi. Sono incredula. Mi pare di vivere in un sogno. “Mai?”
Lui sorride, ed è l’Edward di sempre, quello che conosco, quello provocante e sicuro di sé. “Te l’ho detto, tu non hai la minima idea dell’effetto che mi fai…”
Sentirlo parlare così è inebriante. Stringo le gambe attorno ai suoi fianchi, attirandolo a me. “Uhm… forse un’idea me la sono fatta…” dico, mordicchiandomi le labbra.
Ok, forse le cose mi stanno sfuggendo di mano… ma quanto mi piace giocare alla donna seducente! È la prima volta che ci riesco, e senza sentirmi una perfetta idiota.
Lo sguardo di Edward diventa più cupo. “Ti stai mordendo le labbra... mi piace un sacco…”
Una parte di me vorrebbe che Edward perdesse di nuovo il controllo. Un’altra parte, invece, non lo vuole per niente. In fondo ha ragione lui: stiamo correndo troppo, e rischiamo di fare qualcosa di avventato, rischiamo di farci male.
Edward mi legge nel pensiero, dimostrando, ancora una volta, come sia difficile non innamorarsi follemente di un ragazzo come lui. “Senti,” dice, accarezzandomi il viso e strofinando il suo naso contro il mio. Dio, quanto è dolce! “Facciamo così. Ora tu vai a casa, ti fai bella per me, e poi usciamo. Voglio portarti fuori. Voglio passarti a prendere in macchina, aprirti la portiera, e portarti in un bel ristorante. E poi voglio riaccompagnarti a casa, e baciarti timidamente sotto la veranda, con tuo padre che ci guarda dalla finestra e poi ti costringe a rientrare, perché è troppo tardi, e non si fida di me, perché sono un ragazzo, e nessun ragazzo è all’altezza della sua bambina. Voglio un vero primo appuntamento, Bella. Te lo meriti. Ce lo meritiamo.”
È vero, ce lo meritiamo. Finalmente, dopo tutti questi mesi, ce lo meritiamo.
Torno a casa, camminando sopra le nuvole, il cuore che mi esplode nel petto per la gioia, uno stupido sorriso dipinto sulla faccia.
Tra poco io e Edward usciremo insieme.
Tra poco avremo il nostro primo appuntamento.
È un nuovo giorno, per noi. Un nuovo mondo. E so che tutto andrà bene.




Buon Natale! Arrivederci a presto!
   
 
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