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Autore: JustAHeartBeat    26/12/2014    6 recensioni
Raccoltina di Missing Moments natalizie sulla storia 'Qualche lentiggine di troppo'.
“Oh, Scorp, vuoi alzarti?!” sbuffò, scoprendo l’amico, che, colto dall’improvviso freddo dei sotterranei portò le gambe al petto, stringendo gli occhi quasi a voler fingere d’essere ancora addormentato. Poi, arrendendosi all’evidenza, li riaprì rivelando due acquose iridi d’un grigio chiaro, quasi la sfumatura del cielo nuvolo, quando è appena smesso di piovere ed il terriccio bagnato profuma di muschi e licheni, quella sfumatura che assume la mattina presto, poco prima dell’alba. “Secondo te, Severus?!” fu l’acida risposta di Scorpius Malfoy, farfugliata con voce ancora impastata dal sonno. Buttando una gamba dietro l’altra fuori dal materasso, si alzò in piedi barcollando a destra ed a sinistra, braccia tese in avanti come se si aspettasse di colpire il mobilio dell’intera stanza. Albus lo ignorò, prendendo a camminargli accanto, un sorrisone enorme disegnato sul volto paffuto. “Ma hai capito, Scorp? E’ Natale! Oggi è Natale!” continuò a ripetergli tutto felice, prendendo a camminargli di fianco. “Si, Al, l’ho capito.” Rispose, infilando lentamente la felpa nera, raffreddato ed insonnolito come al solito. Albus lo prese come un 'Buon Natale anche a te'.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: James Sirius/Dominique, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Qualche Lentiggine Di Troppo'
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Okkkayyyy, fermi tutti!
Sto aggiornando!
Con qualche secondo di ritardo (ore 00:00), ma lo sto facendo!
Va bine, oggi non vi dico nulla perchè sono cotta come una zucchina(soltanto che mi dispiace per la lunghezza ridotta del capitolo, ma davvero sono tornata a casa dalla cena di famiglia poco fa e son stata tutto il giorno fuori), vi dirò tutto domani con l'altro capitolo, o forse modificherò le note iniziali..chi lo sa!
Ad ogni modo ora vi dico buona lettura, buona notte, e buon stao Stefano!
Bacionissimi(?)
JustAheartBeat



(terzo anno di Rosie, quarto di Dominique)

Just a skate on the head
 
“Merlino, James! Ma dove diavolo siamo?” urlò una ragazzina sui quattordici anni, i capelli perlacei sciolti al vento a volteggiare  assieme alla brinata brezza mattutina di quel giorno; gli occhi di ghiaccio bendati dalla cravatta del cugino; l’esile corpo acerbo avvolto in un lanoso vestito corto di un chiaro albicocca; le gambe snelle fasciate da una pesante calzamaglia bianca.
Una risata cristallina alle proprie spalle l’avvisò della presenza di James, che seppur silenzioso e cauto, la stava guidando da mezz’ora a quella parte verso una meta a lei ignota. “E’ il mio regalo di natale!” le aveva detto quella mattina quando con la grazia di un assassino seriale l’aveva scortata  via dal tepore del castello, fuori, nel candido gelo delle stradine di Hogsmeade.  
“Oh, Domi! Sono venti minuti che me lo chiedi! Capisci che da me non otterrai alcuna risposta a parte il ‘lo vedrai dopo’?” le rispose, per quella che gli parve milionesima volta, senza però perdere il sorriso che gli illuminava il volto da tutta la mattinata. L’avrebbe fatta felice, ne era sicuro. La ragazza, per tutta risposta,gli fece una grande e rumorosa pernacchia. Già, anche lei aveva i suoi momenti maturi …
Continuarono a camminare in silenzio lungo la via principale del paesino di montagna. Dominique, ormai abituata all’essere guidata da qualcuno, aveva ripreso il suo abituale passo svelto, occasionalmente velocizzato dall’impazienza, testa alta ed  entrambe le mani arpionate sulle mani del cugino, delicatamente poggiate sui suoi fianchi quasi inesistenti. Delle volte la bionda desiderava ardentemente una costituzione sinuosa quanto quella di Rosie, insomma..perché la cugina, per inciso più piccola, aveva già tutte le curve al loro posto (seppur più accentuate e più tonde del normale) , e lei doveva essere secca come una  prugna?
James iniziava davvero a faticare per stare al passo della ragazza, ed a pentirsi di non averla portata a forza sul manico di scopa. Le strinse la vita costringendola a rallentare, poi, comprendendo da un anormale cumulo di neve sporca di essere quasi arrivato a destinazione, lasciò la presa per prenderle la mano.
“Domi, siamo quasi arrivati, un attimino e potrai aprire gli occhi” le sussurrò all’orecchio. La ragazza tremò quando il sospiro caldo del ragazzo venne a contatto con il suo collo latteo, pressoché ghiacciato. Non ebbe la forza di replicare, perciò annuì flebilmente, strizzando  gli occhi per non farsi prendere dall’adrenalina pre-sorpresa. Battito uno. James si separò da lei, poté solamente sentire il tepore del corpo del cugino allontanarsi ed il fruscio delle sue scarpe di cuoio che sprofondavano nella neve alta e vaporosa, lasciando impronte più o meno simile alla scarpa a seconda della velocità del passo, rovinando quei meravigliosi mucchietti naturali di manto d’inverno.
“Jamees, ho paura. Cosa mi vuoi fare?” gli chiese a quel punto lei, che, presa dall’ansia, aveva iniziato a tremare impercettibilmente, veniva ricoperta da tanti piccoli brividi ad espandersi a macchia d’olio, recependo il vento gelido molto più di quanto non avesse fatto prima. Alla fine, Jamie non le faceva mai regali così, ci doveva per forza essere qualche scherzo sotto!
Il volto del ragazzo venne acceso da un piccolo sorriso quando, intento a fare il meno rumore possibile, nel tentativo di accettarsi dell’effettiva sicurezza del suo regalo, la vide lì, la sua cravatta ancora sugli occhi, immobile, esattamente come gliel’aveva allacciata lui, stretta nel mantello di lana che le aveva regalato zio Bill il Natale precedente, a tremare come una fogliolina, una di quelle piccole e verdi, di quelle che appena nate lottano contro le tempeste per non scivolare a terra, fidandosi del ramo d’appartenenza. Ecco cos’era Dominique, in quel momento: una piccola foglia che lottava contro i propri timori, fidandosi di lui. Si stava fidando di lui. Nonostante sapesse bene quanto fosse difficile farsi guidare dall’unica persona al mondo in grado d’inciampare stando seduta, lei si stava fidando. E l’innocenza ad imporporarle le guance essendosi accorta della frase ambigua appena pronunciata? Merlino e Morgana, James le avrebbe volentieri baciate entrambe per poter appurare con certezza la consistenza di quel velo di visibile immatura morbidezza.  ‘Cosa mi vuoi fare?’ . James non le voleva fare nulla. Nulla, a parte farla ridere per sempre. Nulla, a parte poterle confessare la sua cotta secolare. Nulla a parte poggiare le labbra sulle sue, quelle tonde e piene, quelle perennemente stese in sorrisi mozzafiato . Nulla a parte tenerle la mano fino farla fondere con la sua. Nulla a parte … nulla, non le avrebbe fatto nulla.
“Puoi aprire gli occhi, Dominique” le sussurrò, distante, ma allo stesso tempo vicinissimo.
Dominique aprì le palpebre, rivelando al mondo il colore del cielo in Agosto, quello luminoso e sereno, senza una nuvola, senza un ostacolo, soltanto libero, felice, un  colore soltanto suo. Poi successe, o meglio, poi successero tante cose: prima di tutto, James si ritrovò spiaccicato sul duro suolo di ghiaccio di quella che era una vera e propria pista circolare, nata dalla gentile natura da un laghetto di più o meno 40 metri di diametro, la ragazza sopra di lui ad urlare ringraziamenti sconnessi dei quali il povero ragazzo afferrò solamente le parole ‘Merlino’, ‘Mutande di Barnaba il Babbeo’ e ‘ti voglio troppo bene’ ; poi la ragazza si alzò e, senza curarsi del ridente cugino ‘ferito’ si diresse verso il centro del cerchio di gelo,dove due piccoli stivaletti bianchi leggermente rialzati da un tacchetto, poggiati elegantemente su d’una sottile lama argentea, facevano bella mostra di sé. Per tutte le mutande leopardate di Piton. La ragazza, colta un attimo di lucidità, si girò verso il cugino con l’intendo di ringraziarlo, ma poi, nel vederlo sfrecciare da una parte all’altra del laghetto, su un altro paio di bellissimi pattini, perse il lume della ragione. Ed in quel momento successe l’ennesima cosa: Dominique, s’innamorò di suo cugino. Merda.
Caro Babbo Natale, quest’anno non ti chiedo molte cose, ma fammi cadere dal cielo un pattino in testa. Ora. Qui. In questo instante. Ti prego.
   
 
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