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Autore: StephEnKing1985    26/12/2014    2 recensioni
Inghilterra, primi del '900. Louis Tomlinson è un giovane professore d'inglese, che viene chiamato ad insegnare in un prestigioso college maschile poco fuori Londra. Da subito dovrà fare i conti con colleghi anziani un po' troppo altezzosi, e con ragazzi sottomessi che vivono nel terrore degli altri insegnanti. Un giorno assiste per caso a un tentativo di suicidio di un ragazzo che beve della soda caustica. Ogni indizio porta a concludere che il ragazzo soffrisse di un esaurimento nervoso, ma diversi fatti ed elementi fanno supporre a Louis che ci siano altre e più terribili spiegazioni al suo gesto. Intanto, mentre nell'istituto fa la sua comparsa Harry Styles, un ragazzo taciturno e dal passato oscuro, iniziano a verificarsi strani ed agghiaccianti fenomeni, tutti legati al filo rosso di un incendio che distrusse un'ala dell'edificio una ventina d'anni prima...
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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21.

 

Prima che Louis avesse cominciato, George lo pregò di dargli del tu, perché, disse, a quanto sembra siamo coetanei.

E così Louis narrò tutto ciò che sapeva. George lo ascoltava con espressione assorta, facendo di tanto in tanto qualche domanda di approfondimento, e quando Louis rispondeva, ci rifletteva un momento su e poi annuiva e lo incitava ad andare avanti.

La domanda ricorrente che gli aveva posto era stata: ci sono stati segni fisici di ciò che hai visto? Per esempio sangue, acqua, fluidi corporei o di qualche altro tipo?

 - Be’, non me ne sono mai accorto – aveva risposto Louis, senza pensarci.

- Pensaci meglio. Del sangue, o dell’acqua…? –

- Nulla. –

George lo guardò attentamente, tenendo le mani congiunte davanti alle labbra, con gli indici che toccavano il labbro superiore. Dopo un lungo silenzio, si pronunciò.

- Caro Louis – esordì – a quanto mi pare di capire, il posto dove lavori e vivi è oggetto di un’intensa attività di manifestazioni psichiche. –

- Così pare, George. Che cosa posso fare…? –

George sospirò. Tamburellò con le dita sul tavolino del pub dove erano andati a parlare, pensando a cosa si poteva fare. Poi, improvvisamente, dopo un’ultima tamburellata, distese le dita e diede un leggero colpo sulla tavola, attutito dal velluto verde.

- Dovrei vedere il posto e fare qualche analisi. Pensi che sarebbe possibile? –

Louis sgranò gli occhi. George gli aveva davvero chiesto ciò che aveva appena sentito?

- C-come? – balbettò.

George lo guardò negli occhi con espressione grave. – Louis, so che ti sto chiedendo una cosa abbastanza onerosa in termini di reputazione professionale, ma credimi: da quanto mi hai narrato, c’è bisogno di fare qualche controllo in più. –

- Perché? Pensi che ci potrebbe essere pericolo? –

George alzò la mano, contemporaneamente chiudendo gli occhi, in segno di diniego.

- Non ho assolutamente detto ciò. Neanche volendo potrei dire una cosa del genere, poiché non ho alcun dato sul quale riferirmi. –

 - George… la scuola non è mia. È retta da un preside, il Professor Umbridge. La tua non sarebbe una richiesta ufficiale. Che cosa direbbero se ci vedessero arrivare, a me e a te, a girare per la scuola magari con un taccuino e una penna a fare rilevazioni su una cosa che viene per giunta tenuta sotto silenzio da chi di dovere? Ci hai pensato? –

- Hm. Allora, potrei presentare un’istanza ufficiale. –

- Su quali basi, in nome di Dio? Sulla mia storia? Di quanto ti ho raccontato poc’anzi ce n’è abbastanza da farmi radiare dall’ordine dei docenti dell’intero Regno Unito! –

- Perché, che cosa mi avresti raccontato? Hai solo detto che la scuola dove lavori è infestata da fantasmi di ex-studenti. Nulla di compromettente. –

- Forse non hai capito – ripeté Louis a bassa voce – che un’indagine ufficiale mi metterebbe nei guai, poiché ho rivelato cose che non avrei dovuto svelare! –

- Hm-hm. Capisco. Allora mi sa che dovremo procedere altrimenti. –

Louis lo guardò a bocca aperta. Improvvisamente si era pentito di avergli raccontato tutto, ma stranamente aveva fiducia di quel ragazzo. Non sembrava intenzionato a rovinargli la carriera, ma solo a saziare la sua sete di curiosità per i fenomeni che gli aveva raccontato.

- Ho bisogno di raccogliere informazioni – disse George - Tu non devi preoccuparti. Sarà una cosa molto discreta, sia prima, che durante, che dopo. Fidati di me. –

George gli fece l’occhiolino e alzò il bicchiere di birra scura che aveva ordinato. Louis prese il bicchiere con fare titubante, quindi rialzò lo sguardo e poi l’alzò, avvicinandolo a quello del ragazzo e facendone tintinnare il vetro.

   
 
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