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Autore: meiousetsuna    26/12/2014    2 recensioni
É quasi Natale, e Damon e Stefan stanno tornando a Mystic Falls. Lungo la strada, nella migliore tradizione di Supernatural, incontreranno un mistero che richiederà il loro aiuto per essere risolto.
Le alunne del Club di Recitazione muoiono durante le prove, vittime di un essere malevolo e sconosciuto. Di chi si tratterà?
“Non vorrei girarti il coltello nella piaga, Stef, ma il tettuccio è un pezzo fondamentale delle macchine, già che hai impiegato quattro mesi ad aggiustare la Camaro, potevi controllare che si chiudesse!”
Il minore abbassò il capo, contrito; ecco, avevano appena fatto pace e suo fratello lo tiranneggiava, anche se aveva ragione..
“E voi chi sareste? L’ingresso è vietato”.
“Siamo i Salvatore, spero che non sia troppo tardi”.
“E voi osate presentarvi ai provini con dieci giorni di ritardo, senza aver lasciato la scheda nel club di recitazione? Nemmeno somigliate a Damon e Stefan! Tu sei basso e hai gli occhi azzurri, sì, ma non sembrano rilucere come schegge di cielo cadute durante una guerra tra angeli; e tu hai il profilo rifinito con l’accetta e i tuoi capelli non sono ‘da eroe’, sono solo sporchi di gel”.
Due brevi capitoli, con molto Amore!
Vostra, Setsuna
Genere: Commedia, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Damon Salvatore, Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Personaggi: Damon, Stefan, vari OC
Rating: Arancione
Genere: Commedia, sovrannaturale, azione, What if?
Avvertimenti: Non è cross-over, è Diversamente Natalizia

 

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A NEW KIND OF XMAS CAROL!
(Omaggio al 200° episodio di Supernatural , “Fan fiction”, dedicato dalla produzione ai  fans!)

Un sinistro cigolio, proveniente dalle spalle dell’ignara ragazza che si muoveva nella stanza rimasta al buio a causa della tempesta, le fece indubbiamente capire che qualcuno era entrato, malgrado la porta fosse accuratamente sbarrata dall’interno.
Da uno sbuffo di nebbia densa e opaca, una sagoma indefinita si sollevò lentamente, fino ad assumere le sembianze di un fantasma apparso in quella dimora, a mezzanotte in punto, per perseguitare la sua vittima fino a condurla alla pazzia.
Dal candido lenzuolo fuoriuscirono due braccia scheletriche che si protesero verso la tenera gola della giovane che, dopo aver opposto un’inutile resistenza, poté solo urlare con quanto fiato le restava, sperando in un soccorso misericordioso.
“Aaaarghh!… coff, coff!” La ragazza iniziò a tossire sempre più forte, finché le luci si riaccesero in sala e la macchina che vaporizzava il borotalco venne spenta.
“Sono già due volte che chiedo di regolare quel ferrovecchio, volete asfissiarmi?”
Una specie di valanga che cominciava con un caschetto rosso fiammeggiante e terminava in un paio di anfibi dalla suola corazzata da far invidia ad un generale dei Marines si alzò dalla tipica sedia di tela nera da regista, lanciandosi con fare minaccioso verso l’attrice, che ormai stava praticamente rantolando.
Due figure dall’aspetto imponente e gradevole si stagliarono nell’arco dell’ingresso del piccolo teatro del Liceo di Savannah, togliendosi i soprabiti inzuppati dalla pioggia dispettosa che, malgrado le attendibilissime previsioni meteo, si era riversata sulla città,  cogliendoli durante il ritorno verso Mystic Falls.
“Non vorrei girarti il coltello nella piaga, Stef, ma il tettuccio è un pezzo fondamentale delle macchine, già che hai impiegato quattro mesi ad aggiustare la Camaro, potevi controllare che si chiudesse!”
Il minore abbassò il capo, contrito; ecco, avevano appena fatto pace e suo fratello lo tiranneggiava, anche se aveva ragione. La preziosissima giacca di pelle nera, simbolo della libertà di Damon, era da strizzare per non parlare del maglioncino nuovo di Varvatos.
Prima che potessero annunciare la loro presenza, la regista girò su stessa, dopo aver energicamente colpito la schiena della povera attrice intossicata, dirigendosi verso di loro.
“E voi chi sareste? L’ingresso è vietato”.
“Siamo i Salvatore, spero che non sia troppo tardi”.
Stefan aveva educatamente espresso rammarico all’idea di essere piombato in una scuola - un luogo che rispettava molto - fuori dall’orario permesso, ma l’espressione disgustata dell’interlocutrice gli accese alcuni dubbi.
“E voi osate presentarvi ai provini con dieci giorni di ritardo, senza aver lasciato la scheda nel club di recitazione? Non solo è una versione Takarazuka*, ma voi non somigliate a Damon e Stefan! Tu sei basso e hai gli occhi azzurri, sì, ma non sembrano rilucere come schegge di cielo cadute durante una guerra tra angeli; e tu hai il profilo rifinito con l’accetta e i tuoi capelli non sono ‘da eroe’, sono solo sporchi di gel”.
Un fattore giocò a favore della sopravvivenza dell’ignara ragazza.
I vampiri erano di fretta e assicurarsi di fare una strage meticolosa di tutte le persone presenti sarebbe stato un lavoro noioso; inoltre l’abbigliamento della loro nuova nemica n.1 la faceva apparire una povera alienata.
“È un cosplay se vi state chiedendo perché indosso una divisa con la minigonna ascellare, la giacca grigia e questo simbolo di rapace bluette; sono una sexy-Corvonero, conoscerete Harry Potter!** Voi non avete neppure un’anello del SalvaBromance fatto bene!”
Cosa non abbiamo?” Damon iniziava a seccarsi e aveva sete di sangue dalla vena. E un Damon doppiamente prosciugato, non era una buona situazione.
“Questo!” La regista prese la mano della ‘vittima’ del fantasma, sbattendogliela sotto la faccia.
Una dozzinale imitazione del suo anello solare, in vendita su Amazon per 5$ più spese di spedizione, molto più argentea, ingombrante e coperta di swarovski blu che formavano la D, surclassò con la sua pesantezza il  modello originale.
“Comunque Arlene rende meglio di te nell’interpretare Damon”.
Il bruno socchiuse le labbra peccaminosamente carnose, aspirando aria come a prepararsi a rispondere la frase più cattiva mai formulata nella sua vita.
Quella ragazzetta che stava per chiamare l’ambulanza per un po’ di talco, indossava dei jeans neri, una t-shirt dello stesso colore, stivaletti con mezzo tacco e guardandola bene, i capelli corvini erano una corta parrucca; in quanto alle lenti colorate erano sfaccettate come un caleidoscopio, in modo da riflettere ogni bagliore di luce, anche i lampioni in strada attraverso le tende chiuse.
Una sua compagna più alta, con un taglio piuttosto corto reso incredibilmente voluminoso da chili di schiuma, gel e lacca coi brillantini, si rimboccò le maniche della camicia azzurra a scacchi, avvicinandosi col copione.
“Anche Stefan ci è venuta bene, no?”
Prima che i veri Salvatore dimenticassero ogni prudenza, un grido di ben altra portata si levò dal cortile scolastico, come se qualcuno stesse lottando per la sua vita.
Non potendo usare la velocità vampirica, si precipitarono fuori insieme agli studenti: non fu necessario cercare, il cadavere scomposto di una donna era riverso a terra, gli occhi sbarrati, un rivolo di sangue tra le labbra schiuse in una contorta versione di un sorriso sensuale, la gonna lunga parzialmente sollevata.
“È la professoressa Lovegood!” esclamarono in coro le alunne.
 L’indice della mano destra era puntato sull’asfalto, dove aveva lasciato un messaggio scritto col suo stesso sangue.
‘Dov’è la verità? È meglio la versione del telefilm o quella dei romanzi?’
Le studentesse erano terrorizzate, ma Stefan e Damon mantennero il controllo, scambiandosi uno sguardo eloquente. Avrebbero risolto quel caso; nessuno poteva andare in giro impunemente ad usare il loro prezioso nome di famiglia per attirare l’attenzione su qualche volgare vendetta, magari tra ex coniugi, o peggio rivalità professionale nel liceo.
Sollevarono gli occhi, guardando il cartellone che pubblicizzava l’opera teatrale. Avrebbero svolto la loro missione, poi l’avrebbero bruciato con piacere, per dimenticarlo per sempre.
La pioggia sempre più forte scese sui disegni che li riproducevano, accarezzandoli soavemente…

 

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“Dunque, con quale essere sovrannaturale potremmo avere a che fare? Licantropo? Strega? Viaggiatore?”
Damon prese un sorso dalla bottiglia di bourbon che aveva prelevato nel bar del Motel dove avevano deciso di trascorrere la notte; poi si decise a rispondere a Stefan, non senza avergli indirizzato un’occhiata che voleva sembrare di scherno: ma non ci credeva più nessuno.
“Nessuna di queste creature, fratellino. Il corpo intatto ma dissanguato mi fa pensare a qualcosa che non è proprio del nostro mondo. Certo, oggi ho ricevuto questo mms dall’altra dimensione, ma non credo c’entri qualcosa”.
L’immagine mostrava Mr Cuddles, l’orsetto di Bonnie, legato e imbavagliato con di fronte un biglietto: “Auguri dal 1994; morirete tutti presto e dolorosamente. XOXO, un anonimo il cui nome comincia con K”.
Stefan sospirò vistosamente. ”Tra poco sarà Natale e noi siamo bloccati qui, invece di aiutare i nostri amici. Cerchiamo di sbrigarci!”
“L’unica cosa che possiamo fare è assistere alle prove, è chiaro che la rappresentazione e l’omicidio sono legati, anche se è l’ultima cosa che mi andrebbe! Forza, bevi anche tu; anzi, passiamo a prendere un’altra bottiglia”.

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Una cosa dovevano riconoscerla: la Camaro realizzata in cartapesta, con le ruote che giravano davvero era stata costruita proprio bene. Chiaramente le studentesse avevano profuso tutto il loro impegno, dovevano essere pazze della storia. Damon si leccò le labbra con anticipazione: almeno uno spuntino fresco se lo sarebbe concesso, dovevano essere tutte assolutamente felici di fare una donazione…
In quel momento, dalle quinte a sinistra, un nuovo personaggio femminile fece il suo ingresso, esibendo un ridicolo accenno di barba e una balestra di halloween che la rendeva chiaramente riconoscibile come Alaric.
“Ohhh! Il Dalaric!” Sospirarono tutte le ragazze, facendo sì che Stefan dovesse nascondersi per non farsi prendere a calci da suo fratello per quanto stava ridendo.
Non avevano finito di emettere tutta l’aria inspirata per pronunciare quella frase, che un’altra attrice, bruna e con degli abiti sporchi come se fosse vissuta da mesi in una cella senza servizi igienici, fece il suo ingresso.
“Uhhh! Il Denzo!” Questa volta c’era più malizia nelle parole. “Con Rick c’è più affiatamento, ma con Enzo c’è più sesso!”
Damon non parlava più. Tutta la sua attività celebrale era impegnata su due ragionamenti che si scontravano: ucciderle o togliersi la curiosità di scoprire l’assassino?
Mentre rifletteva, le luci si spensero e le prove generali ripresero il loro corso.
Arlene, con una tremenda maglietta con scritto: ‘Jon Varvatos’ chiaramente comprata sulle bancarelle delle imitazioni, si posizionò sulla luce del seguipersone rosso e a beneficio del definitivo collasso di Damon, iniziò a cantare.

Stef  and Damon
brothers by hearth
finding home a brand new vamp!
Her name is Katy
she’s sexy, can’t you see?
The perfect triangle
or so it seemed

This demon's plane had just begun
she believed Stef was the döppel one!
For me she don’t care
and she cursed my brother
leaving us in tears

A century so far
yeah, in a time so far
drinking people, hunting wolfs
driving down to Mystic Falls…


Una scenetta raccapricciante, mostrava una Katherine vestita come la più evidente delle passeggiatrici rotolarsi in un letto con le finte Damon e Stefan, finché una terza ragazza con una parrucca grigia, che avrebbe dovuto presumibilmente rappresentare Giuseppe, entrò sparando proiettili di carta da un fucile giocattolo. Spruzzi di vernice vermiglia arrivarono fino alle scarpe dell’entusiasta regista.
“Fantastico! Questo piace al pubblico, erotismo e budella rovesciate, altro che i bacetti dell’asilo dei romanzi o le sottovesti incollate addosso del telefilm!”
Da qualche parte, un’energia malevola si sentì formicolare tutta…
Lily, la regista, sprizzava gioia da tutti i pori.
“Elimineremo ogni traccia di romanticherie disneyane e useremo la musica classica, che è suggestiva! A tutto volume coi Florence and the Machine!”
“Da quando sono classici, scusa?” Stefan era un po’ disturbato.
“È roba vecchia, useremo un album del 2010”.
I due vampiri si scambiarono uno sguardo che diceva: ‘ci ubriacheremo fino a perdere conoscenza appena avremo risolto questo mistero’, che passò inosservato nel fervore del momento.
“Forza, ora fatemi vedere che sapete fare, voglio il meglio!”
La ragazza che impersonava Stefan, Dora, si avvicinò con passo esitante alla Camaro di cartapesta, posando una mano sul cofano; Arlene allungò le dita fino a sfiorarle il dorso con gentilezza.
“Che succede? Perché sono così vicine?”
“È il sottotesto! Non avete mai visto la serie The Vampire Diaries, dove vivete, in un paese cancellato dalle cartine? Basta leggere tra le righe, con attenzione e si trova”.
Cosa?” Il tono di Damon era quello di una persona che vorrebbe tanto vomitare.
“Sono così legati, perché il loro rapporto è Incest! Non è dolcissimo?”
Il rombo del tuono che cadde provvidenzialmente vicino, coprì la sequela di imprecazioni che componeva la risposta del vampiro…

*Celebre genere teatrale giapponese, in cui tutti i ruoli sono interpretati da attrici per affermarsi contro il teatro tradizionale, in cui c’erano solo uomini
** Nel vero episodio, l’uniforme è quella del grifondoro (un po’ camuffata) e la preside si chiama Salazar

 

 



  
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