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Autore: Lilu_wolf    26/12/2014    2 recensioni
(Prologo all'interno)
Come tutte le avventure, questa storia parla di una normalità dietro la quale si cela la magia.
E l'amicizia più forte che ci sia... Ma questa volta i protagonisti hanno la possibilità di scegliere.
DAL TESTO
-Sei uno di loro, vero?- silenzio, silenzio, silenzio.
-Si- disse alla fine. Una sorta di brivido mi trapassò la schiena.
-E cosa sei in grado di fare- domandai, avvicinandomi.
Lui si sporse verso di me
-Molto più di quanto immagini- sussurrò
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3: Xavier


Sentivo la pioggia scorrere. Tamburellava contro qualcosa che non era vetro. Dovevo aprire gli occhi? E se mi fossi trovata davanti il paradiso? Oppure dovevo restare lì? Ero morta? Ma potevo effettivamente aprire gli occhi? O no? Contai fino a tre, poi li spalancai. Vidi la roccia sopra di me. Ero in una caverna. Ma come ci ero arrivata in una caverna?! Tentai di mettermi a sedere, ma una fitta me lo impedì. Mi tastai il fianco con la mano, e sussultai per il dolore. Sotto la mia maglietta.. a proposito, che maglietta?! La mia si era sbrindellata! Portavo una maglietta nera, molto larga, che profumava di sottobosco. E sotto la maglietta, sentivo delle bende che mi fasciavano il fianco.
-Cosa…?- mormorai flebilmente. Poi, aiutandomi con le braccia, mi sporsi verso l’imboccatura della caverna. Pioveva, non riuscii a distinguere il paesaggio. Poi tentai di sedermi, e mi accorsi di avere sete. Molta sete.
-Stai ferma. Ti ha colpito superficialmente, ma il veleno è riuscito ad entrare in circolo. Devi riposare- mi voltai verso la voce. Non c’è bisogno che vi dica che lui era lì.
-ANCORA TU!?!- urlai con tutto il fiato che avevo. Mi sorpresi di quanto fosse poco.
-Ssh- mi zittì lui, avvicinandosi. Mi scostai
-Stammi lontano- sibilai. Lui alzò gli occhi al cielo.
-Sei stata incosciente per dodici ore. Avrei potuto farti del male, ma ti ho medicata. E ora sta ferma- mi immobilizzai, mentre lui si avvicinava. Mi sfiorò il fianco con la punta delle dita, e sussultai per il dolore. Trattenni il fiato, quando mi medicò la ferita, e poi si sedette accanto a me, meditabondo
-Hai la febbre molto alta-  annunciò. Poi prese una bottiglietta d’acqua, da una sacca lì vicino
-Toh, prendi- svuotai mezza bottiglia in un lampo, prima che mi dicesse di andarci piano. Mi sentivo la testa estremamente gonfia, e girava tutto come una trottola. Ma almeno riuscii a domandare
-Cosa c’entri tu con la pianta, e con gli Elios?- tossii. Lui mi sistemò una coperta dietro la schiena, in modo che potessi stendermi guardandolo in faccia.
-Io non so chi tu sia, ne come tu riesca a farlo. Ma tu puoi vedere delle cose.. che le altre persone non vedono. La magia che hai visto sulla porta, non dovrebbe essere visibile, agli occhi dei Mortali
-Quello che hai visto, è uno dei sette Raggi presenti in tutto il mondo, che ti consentono di arrivare alla Scuola del Sole. È l’unico posto sicuro per gli Elios, ma lo cambiamo una volta ogni vent’anni.
-Gli Elios sono un gruppo di persone che fanno in modo di non far scontrare il mondo reale con quello paranormale. Come avrai visto, esistono creature pericolose, mostri Acrit, Tarken, demoni, Piket, Salamandre, eccetera. Gli Elios sono un gruppo di ragazzi scelti dal sole stesso. Loro, noi, siamo i raggi del sole. Possiamo fare cose speciali, e possiamo scegliere cosa diventare. So che è complicato, ma devi credermi. Io ho provato a salvarti. Ma quando ti sei gettata nel varco, non ho potuto far altro che seguirti. Solo che ti sei gettata in quello sbagliato. La pianta è finita da un’altra parte. Se non ti fossi gettata, io sarei corso a salvare tuo fratello. Non capiscono cosa possa volere da voi un Bolcher e un Piket, solitamente non lavorano in coppia-
Ma io non lo ascoltavo più
-Nico! Hanno preso Nico!- esclamai. Ed è stata colpa tua. Mi sussurrò una voce nella mia testa. Lui si sarebbe potuto salvare. Scattai in piedi, e corsi fuori dalla grotta il più velocemente possibile. Non avevo idea di cosa fare, ma non me ne rendevo minimamente conto. Mi venne un capogiro, e mi appoggiai contro la parete della roccia, in preda ai conati. Vomitai tutta la cena del giorno prima, mentre brividi di freddo mi salivano su per la spina dorsale. Sentii una mano gelida reggermi la fronte, e mi vergognai ancora di più. Quando il mio stomaco fu completamente vuoto, mi accasciai addosso al mio salvatore. Vedevo tutto grigio, mi sentivo debolissima.
-Mi chiamo Virginia- sussurrai, prima di svenire nuovamente.

La seconda volta scattai più rapidamente
-Quanto sono stata così?- chiesi. Stavolta ero in un sacco a pelo, addossata contro una parete di roccia. Il ragazzo stava armeggiando con qualcosa nel suo zaino.
- Venti minuti- borbottò. Poi tirò fuori un paio di gallette di riso.
-Non dovresti avere più la nausea, ma devi mangiare, e per il momento è meglio roba asciutta- presi una galletta, e masticai lentamente
-Comunque, io sono Xavier- disse.
-Virginia-
-Lo so-
-Simpatico-
La pioggia riempì il nostro silenzio
-Tu sei uno di loro? -  silenzio, silenzio, silenzio.
 -Si- disse alla fine. Una sorta di brivido mi trapassò la schiena. C’era una strana affinità tra noi.
- E cosa sei in grado di fare- domandai, avvicinandomi. Lui si sporse verso di me
-Più di quanto immagini-  sussurrò. Mi scostai, leggermente turbata. Cosa mi era preso?! Anche Xavier sembrò richiudersi in quella bolla di apatia che lo contraddiceva.
- Penso che la domanda più adatta sia: cosa sei tu? - battei le palpebre, con aria interrogativa
-Tu puoi vedere. Hai visto la scritta, hai visto me-
-Che significa?!- domandai. Lui sospirò. Poi mi annunciò con tutta semplicità
-Penso che tu sia una Elios-
-Una di voi pazzi? Impossibile- urlai.
-Ehi, non siamo dei pazzi! Salviamo le persone. Come puoi vedere tu stessa- ribatté lui
-Bah, non ti ho chiesto io di salvarmi! - scattai
-Oh, ma guarda chi dovevo salvare, una ragazzina ingrata e irresponsabile. Peccato, perché sei carina. Soprattutto quella voglia che hai sulla coscia- rise beffardo. Avvampai
-Come osi, brutto pervertito! Io ti...- ma Xavier, che stava ridendo bellamente, si bloccò. I suoi lineamenti si irrigidirono, e mi bloccò a metà frase, tappandomi la bocca.
-Ssh!- sussurrò. Poi prese una torcia dalla giacca, e la puntò verso la pioggia. Rabbrividii.
-Chi..-
- C’è qualcuno. Sta giù-
I secondi che seguirono furono terribilmente stressanti. Mi acquattai, mentre Xavier puntò la torcia verso la pioggia. Aspettammo…. Fino a quando non udimmo un verso stranissimo, sembrava un nitrito di una foca. Il verso fu seguito da un lampo di luce arancione
-Spostati!- urlò Xaver, gettandosi a terra. Scintille volarono intorno a noi, bruciandomi le orecchie, e crepitando. 
-Cos’è?!- urlai di rimando
-Un Tarket- sputò velenosamente lui –In forma demoniaca- un secondo attacco venne sparato, ma Xavier stavolta era pronto. Con una velocità incredibile, afferrò il colpo di energia, e lo rigettò al mittente. Il mostro, che ancora non riuscivo ad identificare, sembrò infuriarsi, e sparò un terzo attacco. Ma non ci raggiunse mai. L’attacco si bloccò  a mezz’aria, mentre una fiammata si alzò dove presumevo ci fosse il mostro. Xavier allora iniziò a ridere
-Cos’hai da ridere?!- domandai sconvolta. Ma lui non mi rispose
-Deficienti siamo qui!- urlò alla pioggia. Prima non distinsi nulla, ma poi notai due sagome avvicinarsi. Quando entrarono di corsa nella caverna, le notai per bene. Erano un ragazzo e una ragazza. Il primo aveva i capelli ricci, quasi biondo cenere, e gli occhi castani.. ma di un castano bollente, sembravano oro bruno fuso.. erano veramente ammalianti. Aveva stampato in faccia un sorriso candido, e anche la pelle era candida.. beh, mai quanto quella di Xavier. La ragazza, invece, aveva i capelli bruni, e occhi verdi. Saltò al collo di Xavier con impeto, e pensai che fossero più di ‘grandi amici’
Dovevano avere un legame indissolubile. Era così, infatti, e lo avrei scoperto presto.
-Oh, mio dio, siete voi! Brutti deficienti, cosa ci fate qui!- esclamò Xavier, restituendo l’abbraccio, e dando un cinque al ragazzo
-Siamo venuti a prenderti. Allora dov’è lei?- domandò la ragazza, con aria maliziosa
-Non possiamo ancora muoverci, il veleno è in circolo, e lei ha la febbre alta. Come riusciremo a difenderci?! Il posto pullula di Tarket, e altri demoni- il ragazzo annuì, ma la ragazza lo squadrò
–Perché diamine non ti sei trasformato?!- domandò. Xavier scosse la testa
-Lays, lei è ancora molto scossa.. io non credo che le farebbe bene sapere cosa sono- Lays, la ragazza, annuì pensierosa.. era evidente che si erano scordati di me
-Ahem.. io sono qui- dissi, lievemente indispettita. La ragazza mi fissò un momento, poi corse verso di me, e iniziò a scrutarmi
-Oh, mio dio, ha la febbre alta! Hai fatto benissimo a chiamarci, Xavier- mosse rapidamente le mani, come se stesse giocando a modellare una pallina di plastilina. Lentamente, iniziò a formarsi della luce tra le sue mani
-Ares, reggi questa per piacere- sbuffò lei, consegnando al riccio la palla di luce. Lui la prese, come se fosse la cosa più normale del mondo
-Fammi luce-
la ragazza chiuse gli occhi, e mi prese le mani
-Tarana smetzir crenderti akert- recitò. Poi mi passò una mano sulla fronte. Sentii le forze tornarmi nelle ossa
-Okay, ora puoi metterti seduta- ridacchiò lei, riprendendo la sfera. La guardai strabuzzando gli occhi
-Oh, questa? Io la chiamo Lucciola. È uno dei miei incantesimi più simpatici. Io sono Lays, e sono una strega- sorrise dolcemente. Ancora non lo sapevo, ma quella sarebbe diventata la mia migliore amica.
-Ehm, Virginia-
-E io sono Ares!- esclamò il riccio.
-Ares? Come il dio della guerra?- sorrisi, alzando un sopracciglio
-Ovvio, quando mi fanno arrabbiare io faccio scoppiare l’apocalisse- rise lui –Sta a guardare- chiuse la mano a pugno, inginocchiandosi accanto a me. Poi alzò un indice. Dopo tre secondi una fiammella si accese su di esso. Spalancai gli occhi. Lui aprì la mano,  un dito alla volta, fino a quando non ebbe cinque fiammelle. Poi richiuse il palmo, e lo riaprì, mostrando un’unica grande fiamma
-Oh, Ares, falla finita!- sbuffò Xavier. Ares rise, e fece per lanciare in aria le fiamme. Esse schizzarono via, e formarono una sorta di fuoco d’artificio.
-Wow- sussurrai –non posso essere una di voi-
-Invece sei sulla buona strada per diventar lo- sorrise Ares
 -Chissà quale potere sceglierai di sviluppare…- gli diede manforte Lays. Xavier si scostò dalla parete
-Io vado a procurarci un po’ di carne, se ci siete voi a fare la guardia- disse, prima di uscire.
-E Xavier cosa sa fare?- domandai a Lays. Lei mi guardò
-Non lo sai? Lui si trasforma-  sbattei le palpebre, confusa
-Non mi ha detto nulla- dissi. Lays si morse un labbro
-Allora ci sarà un motivo. C’è sempre un motivo- rispose quasi a se stessa. Cambiai discorso
-Che magie sai fare?- chiesi. Lays sorrise
-Di tutto. Posso fare pozioni, incantesimi, e molto altro. Però non posso interferire con la natura. Quello è compito degli Elementali. Uno di questi è Ares. Lui è il fuoco. Poi ci sono.. acqua, aria e terra. Vedrai, ti piaceranno, sono molto simpatici. Ti troverai bene al tempio del sole-
-Che cosa?! Io devo tornare a casa, anzi, devo trovare il mio fratellino. Non posso andare al tempio del sole, o qualunque cosa sia!- esclamai. I due si guardarono
-Ci sono molte cose che devi capire, Virginia- sospirò Ares.
-Però perché l’incantesimo faccia effetto devi riposare. Quando ti sveglierai, inizieremo il cammino verso casa. Andrà tutto bene, Virginia- disse Lays, muovendo la mano nell’aria, e formando un cerchio
-Andrà tutto benissimo-
e fu così che crollai addormentata.



ANGOLO DELL'AUTRICETTA ESAURITA EHEHEHEHE!
Ringrazio Amisa e Kibo_No_Sakebi (ghi hi) per aver messo la storia tra le preferite, e ovviamente ricordo DiamanteLightMoon e Zampa di lupo per averla messa tra le seguite.. lasciate una recensione ogni tanto... BUON NATALE PICCOLI ELIOS :3 AL PROSSIMO CAPITOLO!

   
 
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