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Autore: _Fire    27/12/2014    7 recensioni
Questo cross-over può essere letto anche da coloro che non hanno visto Once Upon a Time, perché la trama verrà modificata, e verrà tutto spiegato nella storia; e da coloro che non hanno letto Shadowhunters (in quanto non ci sono spoiler sulla trama originale)
“Una foresta incantata popolata dai personaggi classici che conosciamo.
O che pensiamo di conoscere.
Un giorno si ritrovarono intrappolati in un luogo dove a tutti era stato rubato il lieto fine.
Il mondo reale.
Ecco com’è andata…”
[SOSPESA]
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Camille Belcourt, Magnus Bane, Max Lightwood, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scomparso

 

-Mondo reale, presente-

Alec uscì dal negozio del Signor Bane e si strinse nella giacca di pelle, rabbrividendo.
Camminò lungo il marciapiede che portava a casa di Max, dove aveva lasciato l’auto. Alzando gli occhi, vide un paio di occhiali neri da dietro una finestra. Provò ad alzare una mano per salutare, ma il bambino era già scomparso.
Alec sospirò, pensando che Max non aveva tutti i torti. Lo stava abbandonando di nuovo. 
Salì in macchina, prima di cambiare idea. Era buio e la strada era bagnata, quindi cercò di guidare il più prudentemente possibile, anche se non vedeva l’ora di andarsene da quel posto. Una cittadina sperduta nel Maine, sconosciuta a chiunque tranne che ai suoi abitanti.
Si girò e notò che sul sedile accanto al suo c’era il libro di Max. Le parole “Once Upon A Time” scintillavano di luce dorata nel buio.
Alec scosse la testa. «Furbo il ragazzino.» pensò. Probabilmente, Max glielo aveva lasciato apposta per farlo tornare indietro, opeggio, per convincerlo che lui c’era sul serio nel libro.
Proprio mentre tornava a prestare la sua attenzione alla strada, un grande lupo dal pelo bruno gli si parò davanti. Voltò il muso verso di lui, gli occhi verdi che brillavano.
Alec sterzò per non andargli addosso, ma di conseguenza la sua macchina andò a sbattere contro l’insegna “Welcome To Storybrooke”.
«Sembra proprio che qualcosa mi impedisca di andarmene.» pensò, un secondo prima di sbattere contro il manubrio e perdere i sensi.
 
~~~~
-Foresta Incantata, passato- 

Biancaneve era affacciata al balcone del grande castello, guardando Geppetto e Pinocchio lavorare alla teca dove lei sarebbe dovuta entrare con il bambino che portava in grembo.
Rientrò nella stanza sbattendo i piedi. «Non posso.»
Jace sospirò, passandosi una mano tra i capelli biondi. Avevano già affrontato il discorso più volte. Biancaneve si sarebbe messa in salvo mentre lui sarebbe rimasto a difendere la teca dai soldati della Regina. «Devi.»
«Non posso.» ripeté Biancaneve, stavolta con la voce che tremava. Gli si avvicinò, con l’orlo del vestito bianco che strisciava per terra. «Non senza di te.» sussurrò.
Lui le sorrise dolcemente, stringendola tra le braccia. «E’ l’unico modo. Così sarai protetta dal sortilegio.»
Biancaneve gli accarezzò una guancia, prima di allacciare le mani dietro il suo collo. «Ma Magnus ha detto che dovremmo aspettareventotto anni…»
«Non è nulla in confronto all’amore eterno. Ti amo e ti amerò fino alla morte e se c’è una vita dopo la morte, ti amerò anche allora.*»
Lacrime salate cominciarono a rigare il bellissimo volto di sua moglie. Jace le asciugò piano col pollice. «Io ci credo. Tu mi salverai come io ho salvato te.»
Biancaneve si alzò sulle punte e lo baciò. All’improvviso però, si staccò da lui con una smorfia di dolore. «Ti ho morso il labro?» scherzò Jace.
Lei sorrise, ma si vedeva che stava male.
«Biancaneve, cosa c’è?» chiese preoccupato.
«Il bambino.» Lo guardò negli occhi con espressione seria. «Sta per nascere
Proprio in quel momento, una nebbia viola si avvicinava.
Il sortilegio.
 
~~~~
 
-Mondo reale, presente-

Alec sentì un fischio nelle orecchie.
Per un attimo pensò di essere morto. Spalancò gli occhi azzurri, girandosi verso la fonte del suono.
«Che guardi, fratello?» chiese un uomo, che gli assomigliava in modo inquietante, nella cella accanto a lui.
Cella?
Era steso su una panca. Si tirò su, con la schiena a pezzi. Dormire lì sopra non era certo stato molto comodo.
Un uomo dai capelli rossi e gli occhi nocciola, nella centrale, guardò prima lui e poi l’uomo che gli aveva parlato. «Will.» lo richiamò. «Sii gentile, è appena arrivato.»
Poi si rivolse ad Alec. «Così tu sei il fratello di Max. E’ bello che tu sia tornato nella sua vita.»
«In realtà volevo solo portarlo a casa.» borbottò lui, stiracchiandosi, convinto che la sua schiena avrebbe fatto crac.
«Ho sempre desiderato un bambino. Io e mia moglie Charlotte ci abbiamo provato a lungo, ma forse non era destino.»
In quel momento, l’uomo che Alec aveva visto la sera prima a casa della madre di Max, entrò.
«Su, Herondale, fuori.» disse al suo “compagno di prigione”.
Alec lo osservò, mentre poggiava il mento tra le sbarre. I capelli erano talmente biondi da sembrare bianchi, a contrasto con gli occhi nerissimi. «E’ uno scherzo?» chiese.
«Il drink di Camille era più forte del previsto.» rispose lui, alludendo alla sera prima, quando aveva accettato di bere con la madre di Max.
Alec sospirò scocciato. «Non ero ubriaco. Ho sbandato perché c’era un grosso lupo in mezzo alla strada.» disse con voce da saputello, come se fosse la cosa più logica del mondo.
Lui sorrise comprensivo, come se avesse a che fare con un pazzo. «Un lupo, certo.»
«Sebastian!» urlò una voce femminile, che Alec identificò come quella di Camille. «Max è scappato di nuovo!»
La donna infatti entrò pochi istanti dopo. Si interruppe però non appena notò Alec, e puntò i grandi occhi verdi nei suoi. Sembravano scintillare di rabbia.
«Cosa ci fa lei ancora qui?» gli chiese. Poi si calmò. «Sa dov’è Max?»
«Non lo vedo da quando l’ho lasciato a casa sua ieri. E…» indicò se stesso e la cella. «Ho un ottimo alibi.»
Camille deglutì seccata.
«Ha chiamato i suoi amici?» azzardò Alec.
«Max non ha amici.» rispose la donna strizzando gli occhi.
 Lui alzò le mani. «A quell’età ce li hanno tutti.» Allo sguardo tagliente di Camille, Alec si affrettò a dire qualcos’altro. «Ha controllato sul computer? Potrebbe trovare qualcosa nelle mail.»
«Ma cosa ne sa lei?» sbottò Camille, avvicinandosi alla cella. Le mani pallide perfettamente curate tremavano.
«E’ il mio lavoro.» spiegò Alec. «Facciamo così: voi mi liberate e io vi aiuto a trovare il ragazzino. Ci state?»
Sebastian e Camille si guardarono per un secondo. Poi annuirono.
 
~~~~
 
«Furbo il ragazzino.» si ritrovò a pensare Alec per la seconda volta.
«Ha cancellato tutte le mail.» comunicò a Sebastian e Camille, presenti nell’ufficio della donna dove Alec stava lavorando. «Ma io sono più furbo. Con questo» tolse dalla tasca della giacca un oggetto metallico. «Possiamo recuperare tutti i dati cancellati.»
Sebastian lo guardava come se fosse un alieno arrivato da Marte. «Io sono un po’ più…tradizionale.» spiegò. «Busso alle porte, controllo le strade…»
«Io vengo pagato alla consegna quindi…Trovato!» si interruppe, guardando lo schermo. «E’ una ricevuta. Ha una carta di credito?»
«Ha dieci anni.» gli ricordò Camille.
«E’ intestata a una certa Clary Fray. Chi è?»
Lo sguardo di Camille si rabbuiò. «La sua insegnante.» rispose, sputando le parole come veleno.
 
~~~~
 
Nella scuola elementare di Storybrooke suonò la campanella.
«Ci vediamo dopo la ricreazione! Non correte!» gridò Clary ai bambini della sua classe di arte, che però uscirono senza ascoltarla.
Nonostante tutto, lei sorrise, adorava i bambini. Avviandosi verso la cattedra, si sfilò un pastello dai capelli rossi, lasciandoli ricadere sulle spalle.
«Signora Belcourt.» disse, non appena vide Camille avvicinarsi a lei. «Cosa c’è?»
«Dov’è mio figlio?» sibilò lei, infuriata.
«Io credevo che fosse a casa malato.» rispose Clary, riponendo il pastello nell’astuccio.
«Sarei qui, se così fosse?» sbottò Camille, la voce tagliente. «Gli ha dato la sua carta di credito per rintracciare lui?» Indicò Alec, fermo alle sue spalle davanti alla porta.
Clary guardò confusa prima lui e poi Camille. «Lui sarebbe?»
«Io…» balbettò Alec.
«L’uomo che dieci anni fa lo ha abbandonato.» tagliò corto la donna.
Clary fece scivolare la tracolla della borsa giù dalla spalla.
«Non sa niente di questa storia, vero?» domandò Alec, mentre Clary appoggiava la borsa su un banco e tirava fuori il suo portafoglio.
«No.» sospirò. «Furbo il ragazzino.»
«Già.» si ritrovò a concordare Alec: era quello che pensava da quando l’aveva incontrato.
«Non avrei dovuto dargli quel libro…» borbottò Clary, chiudendo la borsa.
«Ma cos’è questo libro di cui tutti parlano?» il tono di Camille era sempre più alterato.
«Nulla.» si affrettò a rispondere la ragazza. «E’ solo un vecchio libro di favole. Come di certo si sarà accorta, Max è un bambino molto speciale, ma anche molto solo. Il libro gli serviva.»
«Gli serve solo tornare alla realtà.» rispose fredda Camille, un attimo prima di uscire dall’aula, accurandosi di buttare per terra i libri sul banco più vicino. «Buon ritorno a Boston» sibilò all’orecchio di Alec, poi se ne andò.
Clary cominciò a raccogliere i libri e Alec si abbassò ad aiutarla. «Perché gli ha dato il libro?»
Clary sospirò. «Questi libri, i classici, ci aiutano ad accettare il mondo. Un mondo che non sempre ha senso. Max non ha avuto una vita facile. E’ un bambino adottato e, di conseguenza, si sarà posto l’inevitabile domanda “Perché sono stato abbandonato?”»
Un secondo dopo, Clary si portò una mano alla bocca. «Mi scusi. Non intendevo giudicarla.»
Alec si passò una mano sul viso. «No, va tutto bene.»
«Ascolti.» Clary alzò la testa per guardarlo negli occhi. «Gli ho dato quel libro perché volevo che avesse la cosa più importante di tutte: la speranza. Credere anche lontanamene a un lieto fine può essere d’aiuto.»
Alec la osservò. «Lei sa dov’è, vero?»
Clary sorrise e gli strizzò l’occhio. «Provi a cercarlo nel suo castello.»
 


 
*citazione di Città di Vetro.
Note:

Boom Baby! (alla Cuzco de "Le follie dell'imperatore")
Comunque.
Anche se inizio in modo demenziale le note ogni volta, vi prego stavolta di
leggerle, anche per qualche chiarimento sulla storia.
Prima di tutto però, spero che abbiate passato un buon Natale.
 Ora passiamo agli appunti:
Ho aperto una pagina Facebook, se vi va di seguirla per essere informati degli aggiornamenti e pubblicherò vari spoiler :3 https://www.facebook.com/pages/Fire-Efp/1519201814958472?sk=timeline o
1. Will aka Brontolo. Probabilmente vi sembrerà strano, ma non 
preoccupatevi, sarà tutto spiegato e capirete il perché di questa scelta.
2. Henry e Charles aka Geppetto e Pinocchio. Henry è un inventore, quindi potrebbe essere compatibile
con Geppetto e Pinocchio, be' è suo figlio Charles.
3. Sebastian aka Graham. Sebastian è un personaggio conosciuto come cattivo, ma ha anche
un lato buono, proprio come Graham è conosciuto come buono, ma ha
anche il suo lato oscuro.
Bene, spero di aver detto tutto. In caso contrario, potete sempre chiedere
spiegazioni nelle recensioni (sempre ben accolte, sia positive che critiche).
Spero anche che questo capitolo con cui torno dopo più di un mese
non vi abbia delusi. Scriverlo mi ha aiutata a superare un po' l'astinenza
da OUAT (cos'è l'ultimo episodio.  Chi l'ha visto mi dica che ne pensa).
Ora vado, ma prima vi auguro di trascorrere buone feste 
 Ringrazio ancora Alice (credo che non smetterò mai di farlo) per
tutto l'aiuto che mi da ogni volta quando sono alle prese con questa storia 
Ringrazio tutti quelli che leggono e che mettono la storia nelle
seguite/ricordate/preferite 
Ringrazio Life before his eyes, dragon24, _Marty01_, Princess Leila, kiakkera07, vampiretta98
e mrslightwood per le recensioni allo scorso capitolo. (Come farei senza di voi?) 

Alla prossima,
Fire.

 
 
 
 
 
 
 
 

 

   
   
 
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