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Autore: MrsScarlett90    03/02/2005    12 recensioni
Harry ha dentro di sé il gene di un angelo; esso si risveglia ogni 5000 giorni dalla nascita dell’individuo che lo contiene, più precisamente al suo diciassettesimo compleanno. I DeathEaters (e non solo) di tutto il mondo lo cercano, tentando di usufruire dell’immenso potere del gene risvegliato per i propri scopi malvagi. Per la salvezza sua e dell’intero mondo, il ragazzo si ritrova a farsi proteggere delle uniche persone con cui non vorrebbe avere niente a che fare ma che, invece, devono salvarlo a tutti i costi. C’è solamente un piccolo, piccolissimo particolare: ogni volta che sente il profumo di una rosa bianca, si trasforma nell’angelo 'Maria Bianca'... solo che questo è una donna! Se a ciò ci aggiungiamo l’irresistibile attrazione che prova per Draco Malfoy, i membri del Angelic Woods, i protettori più sensuali che si possono desiderare e tanti, troppi nemici che vogliono sottrarre al ragazzo i suoi potere angelici, Harry è veramente nei pasticci.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'alleluja des anges - Chapitre II -

Malfoy si avvicinò e si mise inaspettatamente a cavalcioni su Harry, il quale diventò viola per la vergogna. [...]Il moro scosse il capo. Percepire il corpo caldo di Malfoy sopra di sé e sentire il suo odore di menta inebriargli i sensi gli procurava molto... ehm... calore. Come mai? Cos'aveva di speciale quel ragazzo biondo, oltre la magnetica e dannata bellezza? Beh, come se fosse poco...
Malfoy sistemò le ginocchia accanto ai fianchi del moro, ben attento a non sedersi sopra la gamba dolorante, e scrocchiò le dita con fare minaccioso.

 

L’alleluja des anges
Chapitre II
Compagnie dangereuse

 

"Salve a tutti!"

 

La figura avvolta dal fumo parlò con estrema tranquillità, spegnendo il motorino. La sua voce era calda e sensuale a dir poco, tuttavia aveva una nota di cattiveria non indifferente. No, cattiveria non era l'aggettivo esatto: era maliziosità, forse addirittura ribellione.

 

Harry aveva già sentito quella tonalità da qualche parte, anche se non riusciva proprio a ricordare dove. Osservò prima Malfoy svenuto, poi il DeathEater sopra di lui che sembrava pietrificato e infine la figura nascosta dal fumo, cercando di analizzare i caratteri somatici di quest'ultima. L'intruso era sistemato in maniera casuale sopra alla sella della motocicletta di enormi dimensioni, e fissava con quegli occhi blu oltremare gli uomini presenti con disprezzo.

 

"Cazzo sei?" Urlò un incappucciato estraendo la bacchetta simultaneamente ai 'colleghi'.

 

Tutti i DeathEaters sembravano sorpresi (e molti anche spaventati) della venuta del misterioso personaggio. Il moro stesso, premendosi una mano sopra al naso, osservò sorpreso e grato la figura che si stagliava dentro la nuvola di fumo. Gli occhi blu brillavano di una luce sfacciata e incredibilmente irriverente, colma di disprezzo e disgusto.

 

"Non vi vergognate a tentare di violentare un ragazzo e poi a Schiantare un giovane che lo ha, giustamente, aiutato?" Continuò il nuovo arrivato senza prestare particolare attenzione alla domanda, fra l'altro logica, posta dall'uomo incappucciato.

 

Stranamente i DeathEaters parvero shockati da una risposta tale, pronunciata con ironia sprezzante. Tuttavia, e il Gryffindor lo aveva notato anche fin troppo bene (ma parve l'unico), sotto a quella tonalità sfrontata vi era molto rancore.

 

"A te che te ne frega di quello che facciamo noi?" Una donna nella folla abbigliata di nero, indistinguibile per via del fumo che avvolgeva la stanza, esclamò tali parole con rabbia mal celata.

 

"Me ne frega brutta troia senza più clienti, eccome se me ne frega." Ribatté non molto finemente il personaggio avvolto dal fumo con incredibile tranquillità "Vi consiglio vivamente di liberare quei due, altrimenti finirete nei guai. E io non parlo giusto per parlare."

 

Harry trasalì; quella voce gli sembrava sempre più quella di un ragazzo. Non era adulta, però nemmeno acuta come quella di un bimbo. Era un ragazzo che aveva presso a poco la sua età. Anzi, era straconvinto di averlo già sentito parlare da qualche parte. Ma chi poteva essere?

 

I DeathEaters al contrario del moro sghignazzarono, profondamente derisori. Ma erano scemi? Quel ragazzo poteva essere chiunque, come mai si comportavano così? Volevano forse morire? Harry non li capiva proprio.

 

Un uomo rise più forte di tutti gli altri: "Moccioso, scendi da quel coso e fatti vedere."

 

"Credetemi, rimpiangerete di non avermi dato retta." Disse semplicemente il ragazzo dietro la nuvola, gli occhi color zaffiro che avevano mantenuto la loro solita espressione arrogante e irriverente.

 

I servi dell'Oscuro si guardarono in una sorta di muta sfida, poi corsero tutti verso l'ombra evanescente del ragazzo, le bacchette impugnate come antiche spade medievali. Il Gryffindor si mise seduto in posizione retta e guardò con curiosità i maghi che caricavano contro il ragazzo sconosciuto. Voleva proprio vedere cosa succedeva, era estremamente curioso. Per un attimo si dimenticò pure che Malfoy era svenuto e che erano entrambi in pericolo di vita, da quanto era preso a osservare con muta attenzione la scena che si stava svolgendo dinnanzi ai suoi occhi.

 

Pensava che i DeathEaters avrebbero vinto, data la maggioranza fisica e numerica (dall'ombra, infatti, il ragazzo era poco muscoloso se confrontato con gli energumeni che componevano le persone nemiche), ma non fu tutto come ebbe previsto: nemmeno il tempo di dire 'a', infatti, che tre DeathEaters svenuti vennero sbalzati fuori dalla nuvola di fumo, finendo ai piedi del letto matrimoniale. Stessa sorte toccò ad alcune donne e ad altri quattro uomini, che, se non erano svenuti erano probabilmente morti. I colpi del ragazzo-tornado, notò Harry esaminando con lo sguardo un corpo steso davanti a lui, erano precisi e ben ponderati, tuttavia dotati di potenza devastante. Non era senz'altro alle prime armi il tornado umano, poco ma sicuro.

 

I DeathEaters scampati al massacro, che contavano solo quattro elementi, si Smaterializzarono velocemente. Chissà se erano stati bravi ad evitare almeno di essere colpiti oppure, con più semplicità, il ragazzo li aveva graziati. E Harry era sano e salvo grazie a lui. Abbandonò il capo sul cuscino, inspirando profondamente. Era tutto finito. Era salvo.

 

Lanciò un'occhiata alla figura avvolta dal fumo, la quale si stava avvicinando sempre di più. Pian piano iniziò a distinguere la persona che si era incamminata con lentezza esasperante verso di lui: era un ragazzo, uno dei più belli che avesse mai visto. Aveva i capelli nerissimi tenuti legati in un codino, dal quale alcuni ciuffi lisci erano sfuggiti e ora andavano a contornare quel volto dai lineamenti scolpiti. Il naso alla francese, le labbra rosse come le ciliege, incredibilmente carnose (quasi peccaminose), il ghigno sprezzante dipinto nel volto da diavolo e gli occhi blu oltremare lievemente a mandorla lo rendevano un individuo molto... ehm... appariscente nella sua impossibile bellezza. Il fisico, come aveva intuito in precedenza il Gryffindor, era scattante e agile, ben modellato e lievemente muscoloso. Senz'alcun dubbio era un ragazzo piacevole alla vista, ma doveva esserlo molto meno in comportamento.

 

In quanto a vestiti, era senz'altro 'all'ultimo grido'. Dudley probabilmente avrebbe apprezzato parecchio il modo in cui il moro era combinato, tuttavia Harry non amava i punk. Tutt'altro, non riusciva a concepirli. Come potevano andare in giro con tutti quei cosi addosso? Infatti il ragazzo che si stava incamminando era senza maglietta (il Gryffidor arrossì quando pensò che lui era messo molto peggio, dato che era in boxer e basta), ma portava comunque (e grazie al Cielo) un paio di jeans strappati alle ginocchia particolarmente aderenti che nulla lasciavano all'immaginazione. Una catena d'argento pendeva dalla tasca sinistra, e un bracciale borchiato era sfoggiato nel polso destro. Nella cintura nera piena di borchie dei jeans vi era un coltello dalla lama affilata e un lungo, nodoso e pesante bastone. Ai piedi calzava un paio di Squalo nere un po' rovinate che comunque non stonavano affatto con il resto dell'abbigliamento.

 

Harry, comunque, rimase vagamente stupito quando notò il piercing che era sfoggiato al sopracciglio sinistro e l'anellino all'ombelico. Pensava che i maghi non conoscessero certi aspetti della moda, invece loro stessi si vestivano in modo 'babbanesco'. E lo si notava dall'enorme e bellissimo tatuaggio a forma di drago che gli prendeva tutto il fianco sinistro.

 

"Che c'è Potter, sono così bello?" Domandò ironico il ragazzo col codino, gli occhi profondi scintillanti di ironia.

 

Le guance del Gryffindor s'imporporarono parecchio non appena notò che forse si era fermato un po' troppo a osservare le fattezze del ragazzo appena entrato.

 

"Bi rigoddi gualgudo, ba dod do ghi..." Si giustificò con una voce sottile e affievolita dall'imbarazzo.

 

E l'altro rise. Una risata genuina, allegra e un po' canzonatoria. Senza badare a Malfoy, il quale era ancora Schiantato e ben legato ("Non morirà, tranquillo" Lo tranquillizzò con un sorriso giovale non appena gli fece notare che il biondo era bloccato da una corda spessa e oltretutto incosciente), si avvicinò a Harry, il quale divenne viola dalla vergogna, e si sedette nel letto sporco di sangue.

 

Una volta che si fu sistemato bene, continuò sornione: "Ci conosciamo vagamente, anche se non ci siamo mai parlati... dai, prova a indovinare!"

 

"Sci do bobaddo da guaddo dei addibado, ba dod bi biede id bedde deddudo." Ammise l'altro abbassando lo sguardo.

 

Lo sconosciuto gli lanciò un'occhiata profonda "Vediamo un po' come posso aiutarti... siamo dello stesso anno, e le nostre Case non si amano molto. Non ci siamo mai parlati, quindi non posso dire di odiarti pure io. Ma laggiù non sei simpatico a nessuno."

 

"Lo do, lo do!" Il suo tono semplice nonostante il naso rotto, e ciò strappò un sorriso al nuovo arrivato "Dei udo Dlydedin! E dei..." Riflettè intensamente arricciando le labbra carnose in una maniera inconsapevolmente molto sensuale "...Dodd!"

 

"No, Theodore va bene a scuola. Magari fossi come lui!" Lo Slytherin scosse il capo senza smettere di sorridere in quel suo modo arrogante e ironico.

 

"Ah do?" Esclamò il moro Gryffindor sinceramente stupito. Lui assieme agli Slytherin frequentava solamente Pozioni, quindi non poteva dire di aver una grande familiarità con gli studenti della Casata grigioverde. Theodore Nott se lo ricordava bravo in quella materia, ma mai avrebbe pensato che fosse un secchione. Senza contare che non ci aveva mai parlato, se non al quarto anno per una ricerca in coppia sulla Pozione Mutaforma. In quell'occasione, comunque, era stato talmente antipatico, pomposo e saccente (anche più di Hermione) da essere rimasto impresso nella sua mente per molto tempo.

 

"No, spiacente. Dai che ci sei vicino!" Lo Slytherin gli mostrò il dito medio con un ghigno strafottente, poi utilizzò una voce arrogante e assai altezzosa "Non per offenderti Potty, ma fai letteralmente schifo a ballare!"

 

"Ba geddo! Bi abebi idduldado dudande il Ballo dell'addo sgoddo! Du dei Dabidi!"

 

"Blaise Zabini al tuo servizio!" Continuò baldanzoso l'altro.

 

Si alzò dal letto e andò a slegare il biondo utilizzando il pugnale nella cintura, lo fece rinvenire con l'ausilio della bacchetta e lo guardò con aria professionale.

 

Malfoy si alzò di scatto, afferrando da terra la pistola e infilandola nella cintura dei jeans, e urlò infuriato:

 

"Quanto cazzo ci hai messo a venire qui? Io ci stavo per rimettere la pelle - pistola di merda - e Potter..." Indicò Harry che si fece piccolo piccolo dalla vergogna "...la verginità! Cazzo, non puoi fare così! Se non c'ero io sarebbe stato perso!"

 

"Calmati, insomma!" Il moro Slytherin gli diede alcune pacchettine nella spalla destra "Io sono stato alla Sede, è per questo che non sono venuto subito. Comunque Hagrid mi ha regalato questa motocicletta..." Accennò all'enorme moto che sostava in mezzo alla porta. Harry notò con un sorriso che il biondo era sbiancato ed era sul punto di strapparsi i capelli dall'esasperazione "...per fare in fretta. Comunque sei un coglione, non dovevi sprecare tutti quei proiettili! Aspettavi che fossero uniti, no? Io, modestamente, ho fatto un lavoro eccellente..."

 

"Beh, fanculizzati allora!" Ribattè acido Malfoy "Vorrei vedere te a fare da cavallo ad un ragazzo pesante con cinquanta DeathEaters al seguito... è logico che per difendermi utilizzo la pistola! Cosa dovevo fargli, sputargli in faccia?"

 

Zabini ghignò: "No, ma potevi prenderti un'arma con più proiettili... la Beretta ne ha solamente quindici, cosa pretendi?"

 

"Fanculo!" Ripeté il biondo.

 

"Ok, me ne ricorderò fottuto bastardello."

 

I due si voltarono a fissare Harry, che per seguire il discorso aveva fatto saettare lo sguardo da un ragazzo all'altro in una maniera incredibilmente veloce. Era sinceramente molto confuso, senza contare che non ci stava capendo nulla. Stavano parlando di lui e non stava comprendendo il senso delle frasi enunciate: che c'entravano Zabini e Malfoy con lui?

 

"Tranquillo Potty, ti spiegheremo tutto dopo." Disse Zabini pacato.

 

"Devi venire a casa nostra San Potter, abbiamo il dovere - assai sgradito, direi - di rimetterti in sesto. E non fare quella faccia, fa schifo pure a me ospitarti." Continuò glaciale e risentito Malfoy "E poi dovrai vestirti o no? Se torni a casa dei Muggles così penseranno male, e non solo loro."

 

"Nessuno deve sapere di questa notte, capisci?" Soggiunse l'altro un po' più confortante.

 

Harry annuì senza parlare, ma quell'improvviso e repentino cambiamento d'umore da parte del biondo lo aveva spiazzato: fino a pochi attimi prima era stato, pur mantenendo la sua freddezza, molto più sensibile di ora. I suoi occhi erano due pezzi di ghiaccio, davvero. Quasi mettevano paura. Il volto era un po' sporco di sangue dei numerosi DeathEaters che aveva ucciso, e ciò donava al suo aspetto un aria da angelo assassino ancora più del solito.

 

Senza dire una parola i due Slytherins lo aiutarono ad alzarsi, poi Malfoy attivò utilizzando un coccio del vaso da notte rotto in precedenza una PortKey e la porse agli altri due (il Gryffindor era sorretto da Zabini, il quale non parve fare nessuna fatica a tenerlo).

 

"Non è mica pesante, sai?" Disse all'improvviso il moro Slytherin.

 

"Tappati quella fogna e pensa ad afferrare 'sto coso al mio tre, non ho tempo da perdere con te." Sventolò con aria stufata il coccio.

 

"Fanculo!"

 

"Fottiti!"

 

"Binidela, dai..." Mormorò Harry. La sua voce risultò involontariamente come miele puro e, unita alla sua parlata nasale da paperotto, fece placare i due Slytherins con la sua innocenza e dolcezza.

 

"Uno..." Contò il biondo seccato "Due... tre!"

 

Gli altri due afferrarono simultaneamente la PortKey, sentendo entrambi uno strappo all'altezza dell'ombelico. Tutto quanto si dissolse attorno a loro, l'ambiente divenne un miscuglio di colori fino a quando Harry non atterrò su qualcosa di duro. La gamba si piegò sotto il suo peso e lanciandogli una fitta non indifferente lo fece precipitare a terra con un rumore sordo.

 

"Siamo a casa!" Trillò Zabini, atterrato, come Malfoy, in maniera perfettamente dritta e stabile.

 

Harry si morse il labbro, già spaccato di suo, per impedirsi di cacciare un grido di dolore. Gli occhi erano ancora ben chiusi, e la mano destra era appoggiata sopra la gamba dolorante.

 

"Dai, che ti aiuto..." Continuò il moro Slytherin afferrandolo per un braccio e tirandolo su senza alcuno sforzo apparente.

 

Il Gryffindor aprì gli occhi e ciò che vide lo stupì non poco. Si trovava, incredibile a dirsi, in un salotto grosso quanto il piano terra di casa Dursley. Arredato con gusto e sfarzo, giocava molto sui toni del rosso acceso e sull'oro. Un enorme tappeto morbido e prezioso color porpora e dai bordi e decorazioni in oro puro copriva più dei tre quarti del salone, dando all'ambiente calore e assieme imperiosità. Al centro della stanza vi era un enorme divano a ferro di cavallo di pelle vera corvino che dava le spalle al ragazzo moro, e di fronte ad esso vi era un enorme televisore al plasma che copriva tutta la parete. Un tavolino basso di cristallo stava tra il televisore e il divano, con sopra diversi contenitori colmi di dolci e caramelle.

A sinistra sostavano due enormi vetrine, stracolme di oggetti da collezione: da fossili a pietre preziose, da animaletti vari in swaroski a oggettini in porcellana. Tra i due mobili vi era appeso un enorme quadro estremamente realistico ad altezza naturale che ritraeva tre persone, uno dei quali, sistemato sulla sinistra, era indubbiamente Malfoy. A destra vi era una ragazzina decisamente carina che Harry non conosceva, ma che possedeva una pelle lattea e dei lisci capelli castano chiaro con un paio di brillanti e vispi occhi grigi. In braccio ai due sedeva, sorridendo allegramente, la bambina più bella che il moro avesse mai visto: una cascata di capelli lunari che terminavano in dolci boccoli incorniciavano il volto paffuto e sereno della bimba, e gli occhi azzurro cielo trasmettevano dolcezza e allegria.

Harry lanciò una breve occhiata alla parete sinistra, ricoperta di foto e ritratti di svariati ragazzi e ragazze. Non stette ad osservarli molto, ma notò che la maggior parte di essi ritraevano Malfoy, la bambina e la ragazzina di poco fa. Dato che Malfoy e la bambina si somigliavano parecchio, immaginò che fossero cugini o fratelli. La ragazzina poteva essere un'amica di famiglia, oppure una parente anch'ella.

 

"Maledetti!" Strillò qualcuno alle loro spalle.

 

Il trio si voltò e si ritrovò faccia a faccia con un ragazzo dall'aria seria ma preoccupata, che brandiva minacciosamente in mano una padella decisamente pesante. Aveva i capelli tagliati a spazzola castano chiaro con due basette che gli scendevano fino agli zigomi e un paio di occhi nocciola profondi e particolarmente espressivi i quali in quel momento lanciavano fulmini e saette dalla rabbia. Non era molto alto, anzi: smilzo e magrolino, la sua testa sfiorava il mento di Zabini.

Indossava una tuta nera di marca, un paio di scarpe della Nike bianche e un grembiule bianco sporco di sugo, segno evidente che stava cucinando qualcosa. Avrebbe riconosciuto quello sguardo serio contornato da un paio di occhiali rettangolari dalla montatura sottile grigia: senz'alcun dubbio era Theodore Nott, lo Slytherin più secchione e perfettino degli ultimi cento anni.

 

"Ehi Teddy!" Esclamò Zabini ghignando "Dove l'hai preso quel grembiulino?"

 

Nott lo ignorò e si rivolse a Draco: "Lo sai che sei in ritardo, vero?"

 

"Lo so, ma quello stronzo di Blaise..." Harry e Nott arricciarono il sopracciglio sinistro dal disgusto. Entrambi odiavano le parolacce "...oh, finiscila, mica ho bestemmiato... è arrivato tardi."

 

"Cazzo, ho lasciato il motorino nella catapecchia!" Strillò Zabini sconcertato.

 

"Motorino?! Motorino?! Quel coso è un elefante, altroché!" Contestò Malfoy irritante.

 

"Finitela, una buona volta!" Ordinò Nott pestando i piedi a terra "Come sta lui?" Accennò al Gryffindor che era ancora saldamente aggrappato al moro Slytherin.

 

Come se si fosse ricordato solo in quel momento che aveva qualcuno aggrappato alla schiena, Zabini sobbalzò istintivamente. Si avvicinò all'orecchio del moro, gli mormorò parole di scusa e lo fece stendere con un po' di difficoltà nell'enorme divano in pelle.

Nott, con passo frettoloso e spiccio degno della sua esile figura, si avvicinò assieme a Malfoy al ragazzo moro che si guardava intorno spaesato.

 

"Ha il naso rotto, un polso slogato e una gamba malandata." Spiegò velocemente il ragazzo biondo evitando, chissà perché, di guardare in faccia il Gryffindor.

 

Harry sospirò stufato. Dentro quella stanza, da quando era arrivato Nott, si respirava un'aria molto tesa. Sembrava un po' Hermione al maschile: diligente, composto e autoritario, tuttavia si preoccupava seriamente per i suoi amici e per le persone a cui voleva bene. E il suo intuito gli diceva che avrebbe faticato parecchio a guadagnarsi la sua amicizia. Un momento... cosa stava pensando? Lui mica sarebbe rimasto lì a lungo! Lo avrebbero curato, poi forse avrebbe dormito lì, e l'indomani lo avrebbero riportato dai Dursley. O no?

Nott nel frattempo aveva fatto apparire dal nulla alcune bende, una pomata e dei cerotti che aveva posato successivamente sul tavolino di cristallo di fronte al divano. Guardò gli amici, in una sorta di muta domanda.

 

"Naso!" Disse subito Malfoy.

 

"Naso!" Ripeté Zabini con un sorrisetto.

 

"Dado?" Domandò Harry sorpreso.

 

"Naso." Confermò Nott mantenendo la sua espressione imperscrutabile.

 

"Allora Potter, dobbiamo raddrizzarti il setto" Continuò tranquillamente "Sarà doloroso, ma solo così potremo darti il ghiaccio e potremo farti guarire con incantesimi appropriati. Preparati."

 

Pronunciò tali parole con gravità. Harry, in cuor suo, pensava che non fosse così doloroso farsi raddrizzare il setto. Ne aveva passate di peggio, non poteva essere così grave! Annuì e si mise seduto, certo che dopo quel piccolo dolorino l'enorme dolore che stava provando al naso sarebbe svanito.

 

"Chi lo fa?" Domandò il mago con gli occhiali rivolto ai suoi amici.

 

Questi iniziarono a battibeccare un po' su chi era il migliore, alla fine decisero di contendersi l'onore facendo una veloce partita a scopa sotto lo sguardo shockato di Harry e quello esasperato di Nott.

Sdraiato per terra come l'amico, Malfoy stava per fare per l'ennesima volta scopa quando Nott, con una voce stanca e irritata, bruciò con la bacchetta le carte.

 

"Cazzo, stavo vincendo!" Urlò il biondo.

 

"Ma perché?" Domandò Zabini curioso.

 

"Draco, muovi le chiappe e vallo a fare - non guardarmi così, Blaise, non l'ho fatto perché sei il mio migliore amico; anche Draco lo è. Non protestare, sai?" Nott, con il dito indice puntato su Malfoy, impartiva ordini a destra e a manca ai due ragazzi, uno felicissimo e l'altro sul punto di scatenare una rissa "Tu sei quello che non ha fatto in tempo, non io! Su, forza, muoviti!"

 

Harry paragonò Nott alla signora Weasley: sapeva essere inflessibile quando voleva, ma si vedeva che voleva molto bene ai due.

Malfoy si avvicinò e si mise inaspettatamente a cavalcioni su Harry, il quale diventò viola per la vergogna.

 

"Non voglio abusare di te Potty, non sono caduto così in basso. Mi devo mettere comodo se vuoi che ti rimetta il naso a posto..." Lo guardò maliziosamente "O forse vuoi tenerti un naso simile per tutta la vita e parlare come un anatra?"

 

Il moro scosse il capo. Percepire il corpo caldo di Malfoy sopra di sé e sentire il suo odore di menta inebriargli i sensi gli procurava molto... ehm... calore. Come mai? Cos'aveva di speciale quel ragazzo biondo, oltre la magnetica e dannata bellezza? Beh, come se fosse poco...

Malfoy sistemò le ginocchia accanto ai fianchi del moro, ben attento a non sedersi sopra la gamba dolorante, e scrocchiò le dita con fare minaccioso.

 

"Finiscila, dai, che lo terrorizzi!" Borbottò Zabini cupo.

 

"Sì, sì."

 

Il ragazzo biondo non parve molto convinto quando pronunciò quell'affermazione, tuttavia non andò oltre. Appoggiò le mani sul setto di Harry, il quale represse a fatica un gemito. Di dolore, ovviamente. Il punto sfiorato da Malfoy gli doleva da matti, era come se ci fosse passato sopra un camion merci.

Lo Slytherin lo guardò negli occhi, poi stupendolo iniziò a tirargli il naso. Dolore? No. Peggio. Era come se... se il naso gli scoppiasse. Non era, ovviamente, come il dolore che provava in precedenza. Era di gran lunga peggio. Cacciò un urlo, tuttavia la tortura non finì: durò un paio di secondi, tempo per il ragazzo infinito. Dopo cinque/sei secondi circa, si udì un crack e il dolore terminò, divenendo addirittura più debole di quello provato in precedenza.

Malfoy ghignò, soddisfatto della sua 'opera buona', e si alzò squadrando il Gryffindor dall'alto in basso. Da eco per il suo gesto, gli applausi di Zabini e i complimenti mormorati a bassa voce di Nott. Harry si sfiorò il naso, che non sanguinava più ma in compenso era rosso e gonfio, e mormorò al biondo:

 

"Grazie."

 

La sua voce voleva apparire fredda e distaccata, ma non ci riuscì: non era mai stato bravo a fingere. Invece ottenne una tonalità dolce e gentile come poche, addirittura riconoscente.

 

Lo Slytherin non rispose, tuttavia osservò attentamente il moro di fronte a lui con... che cos'era l'espressione dipinta nel suo volto? Tenerezza? Malinconia? Qualunque cosa fosse, ma che fece avvampare Harry, sparì nel giro di poco venendo sostituita dal solito sguardo freddo e distaccato.

Nel frattempo Nott, con fare materno e un poco dolce, gli passò un po' di ghiaccio e glielo sistemò sul punto offeso.

 

"Dovrai tenerlo per un quarto d'ora, almeno. Ti leverà il gonfiore, poi dopo potremo sistemartelo per bene." Spiegò il ragazzo professionale.

 

"D'accordo." Annuì Harry, accorgendosi solo in quel momento di aver riacquistato una parlata decente.

 

Certo, la voce era un po' tremante per il dolore provato e per la forte emozione percepita quando Malfoy per sistemargli il naso gli era salito sopra, però se non altro non parlava più nasalmente. Ringraziò il Cielo per avergli levato quella tonalità idiota.

Mezz'ora dopo si ritrovava con il polso sinistro rimesso a posto (scoprì infatti che Nott, poiché aspirava a diventare Guaritore, sapeva molto sull'argomento di guarigione) e con la gamba sinistra lussata (avrebbe dovuto tenere una fasciatura per tre giorni), ma in compenso stava bene.

Sempre seduto comodamente nel divano, ora Harry squadrava con attenzione i tre individui di fronte a lui. Uno era l'immagine della serietà e della tranquillità, l'altro giovale e 'particolare' e l'ultimo era arrogante e un po' pomposo. Erano completamente diversi, non c'era altro dubbio. In fondo, nonostante fossero Slytherins, avevano messo da parte l'odio che provavano per lui (in particolare, e forse solamente Malfoy) arrivando addirittura a curarlo.

Ora la domanda gli sorgeva spontanea... Che ci faceva Malfoy durante il momento esatto dell'aggressione di Harry nel posto in cui il ragazzo veniva aggredito e, casualmente, aveva a portata di mano una pistola? Come mai lo aveva difeso, comportandosi meno freddamente del solito e dimostrando di avere un briciolo di umanità? E poi chissà come mai Zabini era arrivato nel momento in cui tutto sembrava perduto, salvandoli e portandoli in un castello (perché, ne era certo, un'abitazione che aveva un salone del genere non poteva assolutamente essere un monolocale londinese)... Tutte queste coincidenze gli facevano pensare che fosse stato tutto pianificato in precedenza. Ma loro che c'entravano in tutto quello che gli era accaduto?

 

"Ehm... dove sono?" Mormorò Harry in imbarazzo. L'atmosfera era pesante come prima, molto silenziosa e tesa.

 

"Nel nostro castello." Risposero in coro i tre.

 

"L'avevo capito che era casa vostra..." Il moro non osò più di tanto un tono deciso "...ma dove ci troviamo di preciso?"

 

"Italia. Siamo nella parte meridionale della Sardegna, un'isola italiana che possiede spiagge bellissime e incontaminate. Molte spiagge sarde sono paragonabili a quelle hawaiane." Spiegò Nott serio.

 

Il moro sgranò gli occhi. Sardegna?! Che ci faceva lui in Sardegna?! In Italia, poi!

 

"Ehm..." Prestò improvvisamente attenzione al pavimento, non trovando il coraggio di guardare in faccia il trio "...Come mai mi avete portato qui?"

 

"È una lunga storia, ma penso che tu abbia il diritto di conoscerla." Zabini in quel momento gli parve incredibilmente serio, forse troppo per i suoi canoni.

 

"Io voglio conoscerla, è diverso!" Ribatté il Gryffindor deciso.

 

Sul volto dei tre si dipinse un sorriso amaro. Sembrava che fossero a conoscenza di qualcosa che Harry non sapeva e che, in effetti, lo riguardava in maniera stretta. Possibile che tutti conoscessero tutto di lui, ma lui, Harry James Potter, il diretto interessato, non ne sapesse nulla?

 

"D'accordo, ma ora è molto tardi. Io dico di andare a dormire, poi domani ti raccontiamo tutto. Ho veramente sonno."

 

Malfoy, che fino a quel momento si era limitato a guardare, decise d'intervenire con quella frase di sicuro effetto sul ragazzo moro. Il quale lo squadrò con molta curiosità, sebbene non gli piacesse che gli tenessero nascoste cose che riguardavano strettamente il suo passato.

E mentre gli altri due sbadigliavano annuendo con rapidi cenni positivi del capo, Harry notò che il ragazzo biondo guardava con un'espressione malinconica l'enorme quadro nella parete destra, quello che lo ritraeva assieme alla ragazzina e alla bambina.

 

Continue...

 

 Le petit angle de l'autrice

Ed eccomi giunta al secondo capitolo! Sono fiera di me stessa, è da un paio di giorni che scrivo come una macchinetta! Combattendo contro virus intestinali e 'influenza femminile', ce l'ho fatta ad aggiornare! *me saltella tutta contenta per la stanza*
Questo capitolo è abbastanza noioso, ma in compenso penso che sia venuto bene. È molto descrittivo, ecco. Non ho potuto fare a meno di lanciare descrizioni di qua e di là e molte allusioni velate (ce n'è una in questo capitolo molto grossa, chi può indovinare qual è?), pertanto chiunque sappia si faccia avanti. Io risponderò con pazienza come al solito!
Blaise... il mio Blaise! *_______* Me ama questo ragazzo! ^ç^ Così figo, così... Slytherin! Ve lo avevo detto, no, che chi conosceva le mie fic sapeva senz'altro di chi si trattava! Per descriverlo mi sono ispirata ad una fanart di Sanzina davvero bella, e mentre lo descrivevo sbavavo copiosamente.
Theodore... lui ammetto che mi è venuto molto palloso (sembra un incrocio fra Hermione, Percy e la signora Weasley... brutta roba), ma saprà riscattarsi nei prossimi capitoli. Me lo odia in questo capitolo, è molto rompiscatole!
Non sapevo proprio come introdurre la casetta (casetta? ?___?) e dove sistemarla, ma alla fine ho optato per la bellissima Sardegna e per l'altrettanto bella Italia! Sennò l'avrei messa in Francia, ma non mi piace! >.<'' Spero di rendere giustizia al nostro bellissimo Paese, quindi!
Draco in quella posizione con Harry... waaa! *ç* Sono certa di aver reso Harry felice, poverino! Qui è sempre in imbarazzo, non è proprio a suo agio assieme a tre bei ragazzi del genere. La cosa di giocare a scopa è un po' stupida, ma non ho proprio resistito!^^'
Riguardo i tre personaggi del quadro: uno ho già detto chi è, per gli altri due aspetto che voi mi sappiate dare una risposta. Anche se dubito che riusciate ad indovinare, me troppo astuta! *evil smile* Io sono estremamente consapevole di chi sono quelle due (e vorrei ben dire, sono l'autrice!), voglio vedere se ci arrivate. Per chi ci arriva, una dedica nel prossimo capitolo!
So che interrompere sul più bello è da bastardi, ma dovevo assolutamente interrompere lì. Dieci pagine di word, ho superato il mio record! ^_^ Quindi sappiatevi accontentare, anche se questo capitolo è più corto del precedente. Il successivo, però (ossia il terzo) sarà più lungo, tranquilli. Certo, in molte parti sarà noioso, ma ho bisogno di scrivere questi capitoli come 'introduzione' alla saga vera e propria. Il prossimo capitolo è l'ultimo noioso, poi gli altri saranno più 'movimentati'. Giuro!

Grâce à...

Arc en Ciel: Ma grashie, sono troppo commossa! ^////^ È sempre un onore per me ricevere commenti da un genio come te! Comunque, x il manga: sì, l'origine l'ho tratta da lì, ma la trama è diversissima. Solamente la cosa del sangue angelico è presa da lì (infatti quei tre bonazzi nel manga fanno modelli e attori, mentre invece qui mi sembra un incrocio fra Resident Evil e un film sparatutto!^^).
Darkness: Grashie! *sweet smile* Il francese anche se lo studio a scuola lo so veramente poco (anzi, non ne so nulla...), quindi non sei la sola ad essere ignorante in materia! ^______^
Goten: Un altro genio dello yaoi, vedo! *me si prostra* Grashie tantissimo x il complimento!
Lux: Un altro genio! Ma io sfiguro davanti a tutti questi volti noti! XD Più che volti sono nick, comunque... Ok, basta coi vaneggiamenti! Il tuo complimento mi ha resa veramente felice, sai? Hai ricevuto comunque la risposta alla tua domanda in questo capitolo... ^___^
Ly-chan: Anche tu l'hai letto quel manga? Io lo trovo divino! *.* Comunque, come ho già spiegato ad Arc en Ciel, ho preso spunto dal manga ma in una parte ridotta: solamente x il titolo e x la storia degli angeli (parte ridotta? ?.?), ma x il resto sarà tutta farina del mio sacco! Poi mi sento in dovere di fare un'ultimissima precisazione (ma quanto sono rompi stasera?^^): una cross-over è una fanfic che prevede l'utilizzo di personaggi di varie serie (se avessi fatto incontrare Harry&Co con i protagonisti del manga, quello sarebbe stata una cross-over!)...
Riley: Ho mai dubitato di te, cara? Ma... scusami... Mi sorge un dubbio: non è che hai sbagliato proprio autrice? ?.? Sono perplessa! O.o Guarda, io non lo so... Mi stai facendo montare la testa, sei infida! XD
Rowan_MayFair: Penso che la tua intuizione sia giusta, ma questo è per ora. Non so sinceramente cosa farò accadere in futuro, ma ti giuro che ne vedrai delle belle... Comunque grashie 3000000000! Me commossa! Draco... Sinceramente l'ho visto in tutte le salse, ma così mai! È più che altro uno sfizio personale, niente di che!
Sanzina: Tesoruccia miaaaaaa! ^_______^ M'illumino d'immenso quando vedo il tuo nome tra le recensioni (come la poesia d'Ungaretti... ghghgh!^^) Grashiiiieee! Non abusare della tua posizione come mia beta, eh? Machissenefrega, tanto anche me abusa tantissimo della sua posizione di beta (e non solo di quello!^o^)!
Saya82: Grazie mille!! ^___^
Titi: Grashie tante, sono felice che ti piaccia!

  
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