Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: Alexiel Mihawk    15/11/2008    3 recensioni
Inizia una nuova avventura per Rufy e la sua ciurma.
Nuovi compagni li accompagneranno in un viaggio verso lo One Piece.
Un viaggio in cui scopriranno che il tempo non è affatto ciò che loro credevano fosse.
Genere: Azione, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Little By Little





La donna stava là.
Seduta sul divano di velluto scuro, fumava tranquillamente una sigaretta.
Una sottile scia di fumo saliva lenta da un lungo bocchino smaltato di nero.
Lunghe unghie rosse, grandi occhi neri e una scia di boccoli scuri.
- E tu chi diamine sei? – ruggì Roronoa guardandola in cagnesco.
- Stai zitto, moccioso – disse la donna alzandosi lentamente – Chi di voi è Rufy dal Cappello di Paglia? –
- “Moccioso” tua sorella!! – esclamò lo spadaccino alterato.
E si sarebbe prontamente gettato contro quella sconosciuta se Rufy non si fosse fatto avanti.
- Io sono Rufy e tu chi diavolo sei? –
La donna si avvicinò di qualche passo al capitano e sorrise indulgente.
- Sei poco più di un bambino –
- E tu sei una vecchiaccia! – celiò innocentemente il ragazzo.
- Ho ventisette anni, brutto impertinente maleducato!! – sbraitò la donna seccata – Il mio nome è Eveline Andrews – riprese ricomponendosi immediatamente.
- Guarda per me potresti anche chiamarti Babbo Natale, ma voglio sapere perché sei qui - sibilò Zoro seccato.
- Senti, buzzurro di uno spadaccino che non sei altro, le donne non si trattano in questo modo – esclamò Sanji tirandogli un calcio per lanciarsi poi con una piroetta verso la nuova arrivata che vedendolo avanzare minacciosamente verso di lei gli tirò un cazzotto tra i denti mandandolo dritto, dritto tra le gambe di Roronoa il quale provò un improvviso moto di simpatia per la sconosciuta.
- Signorina Eve, che occhi magnifici ha – aggiunse Brook avvicinandosi con classe – Mi farebbe vedere le sue mutandine? -
- Perché sei qui? – ripeté Rufy, scavalcando il cadavere di Brook sdraiato in mezzo alla stanza.
La donna gli si avvicinò lentamente e gli porse una busta bianca sulla quale spiccava in caratteri chiari ed eleganti il suo nome.
- Questa te la manda Shanks –
Rufy osservò la lettera, quasi incredulo, eppure lui quella calligrafia la ricordava molto bene.
- Tutti seduti – disse girandosi verso la ciurma.
In breve il salotto della nave si trasformò in una specie di sala da tè.
- Quindi tu fai parte della ciurma di Shanks il Rosso, giusto? – domandò Nami squadrando la donna da capo a piedi – E sei venuta qui per consegnare una lettera? –
- Sì, esatto, tesoro – rispose tranquilla Eveline controllandosi lo smalto sulle unghie.
- Ottimo, grazie mille, puoi andare – esclamò Rufy aprendo la lettera.
La donna gli tirò un cazzotto sul capo.
- Ti pare che sono venuta solo a portare una lettera? – sbraitò la donna - Leggi quella roba e poi ne parliamo. –
Il capitano la guardò strabuzzando gli occhi.
- Ma veramente l’ho già letta –
- Non credo proprio! – ribattè Nami – Quanto poco ci hai messo? -
- No davvero, guardate – rispose sventolando il foglio.
- Ma è bianco! – notò Usopp stupito.
- No, ti sbagli, guarda meglio, qualcosa c’è scritto. – esordì Robin avvicinandosi e prendendo il foglio dalle mani del Capitano.
 
“Ti Aspetto a Tortuga”
 
La Andrews si sporse oltre la spalla dell’archeologa e sbirciò la lettera, una piccola venuzza comparve sulla sua fronte, seguita da una seconda e poi da una terza.
- Quell’idiota!! A cosa cacchio serviva questa roba?! - urlò seccata gettandola a terra.
- Suvvia, meraviglia, calma – tubò Sanji porgendole una tazza di tè caldo.
La donna si lasciò cadere mollemente su una sedia mentre Nami le batteva con comprensione una mano sulla spalla.
- Non so perché, ma ti capisco molto bene -
Robin sorrise osservando la scena.
- Probabilmente il Ross oltre al cappello ha dato al nostro capitano anche parte della sua intelligenza – ironizzò.
- Siamo finiti – fu la pallida osservazione corale di Eve – Comunque, quella lettera è una puttanata, ma riassume in breve quello che è il mio compito. Sarò io a scortarvi fino a Tortuga. –
Zoro alzò un sopracciglio.
- Non abbiamo bisogno di una scorta, tantomeno della scorta di una donna –
- Davvero? E come pensate di trovare Tortuga? –
- Con il log pose – rispose pragmatico Franky.
- E con l’aiuto della nostra navigatrice – aggiunse Robin accarezzando la testa all’interessata.
- Come no. Forse non lo sapete, ma Tortuga è…  
- E’ un’isola viva, sì lo sappiamo. – Risposero tutti in coro.
- Ah, voi… ma… Io credevo, cioè il capitano pensava … -
Robin le sventolò sotto il naso il libro appena comprato.
La donna allibì, quindi guardò seccata Rufy come se fosse tutta colpa sua.
- Mi state dicendo che sono venuta qui per nulla? Sono venuta qui per nulla?!! –
- Mi pare leggermente isterica – sussurrò Chopper a Usopp.
- Già, mi ricorda Nami – rispose il nasuto.
- Vero, proprio Nami – annuì la piccola renna con decisione.
Una coppia di tazze da tè volarono in sincrono sulla testa dei due.
- Isterica a chi?! – esclamarono le due donne chiamate in causa.
- Sia maledetto quel cretino di un uomo che mi ha spedito fino qui!! –
 

- Aetciuum! –
- Capitano si è preso il raffreddore? – domandò ridendo Yasopp.
- No, probabilmente qualcuno sta parlando di me – rispose Shanks
- No, guarda, è più probabile che qualcuno ti stia insultando – rispose pragmatico Ben, osservandolo con un sopracciglio alzato.
- In quel caso starnutirebbe in continuazione – celiò Lucky.
 

- Avete già stabilito una rotta, cosa indica il vostro log pose? – Eve sembrava avere recuperato la calma.
- Sì, ma prima faremo una deviazione. – sussurrò Rufy, seduto accanto a Zoro che dormiva.
- Cosa? Sei diventato scemo? – sbottò la donna – E dove? –
- Krakatoa – rispose Brook, che ancora stava sdraiato per terra, tentando vanamente di sbirciare sotto la lunga gonna della nuova arrivata.
- Escluso. Non se ne parla neanche. Andremo dritti a Tortuga. – dissentì questa con vigore.
- No. Questa è la mia nave e qui comando io. Se non ti sta bene puoi sempre scendere. Ho la navigatrice migliore del mondo, arriverò in ogni caso a Tortuga senza problemi. –
Il capitano si era alzato in piedi e ora guardava quella donna con aria di sfida.
- Molto bene – si arrese Eveline – Ma se arriveremo in ritardo per il compleanno di mia figlia, o se ci arresteranno, cosa molto probabile, sappi che provvederò personalmente a strangolarti –
Sanji si accasciò a terra.
- “Figlia”…  Addio, mio sospirato giglio, tra noi non avrebbe mai potuto funzionare – esclamò, nel bel mezzo di un pianto dirotto, attaccato alle sottane di Eve che lo osservava disgustata.
- Visto? Lo dicevo che era una vecchiaccia! Ha anche una figlia! – fece notare Rufy tutto convinto, come se avesse appena detto la cosa più intelligente della terra.
Ma questa volta non fu la straniera a menarlo bensì Robin che, avendo ventotto anni, si sentiva chiamata in causa.
- Capitano, metti un tappo al cervello – disse sorridendo.
- Lui non ha un cervello – le ricordò pragmatica Nami.
- Questo spiega l’intesa con quell’imbecille del mio capitano –

 
- Eetcium! -
- No, seriamente, babbeo, fai qualcosa per ’sto raffreddore! –
 

Krakatoa: 10.20 del mattino.
 

Ariel quella mattina era piuttosto seccata, a parte il fatto che Kira era completamente sparita, il locale era pieno di gente, la marina era già venuta a perquisirlo due volte alla ricerca di non sapeva quale pericoloso criminale. I suoi due camerieri avevano già rotto tre piatti e il cuoco era arrivato in ritardo di due ore.
- Qualcuno ha visto mia sorella? – domandò seccata rivolta ai clienti fissi del locale, ma nessuno seppe darle una risposta.
Nel frattempo la bambina in questione stava davanti alle bancarelle del pesce al mercato e osservava con aria rapita un bel biondino con un vestito nero che si aggirava con nonchalance tra i banchi sorridendo a tutte le fanciulle che incontrava.
- Ho deciso cosa farò oggi – berciò allegra come una bertuccia.
Quando la porta dell’East Blue si spalancò due o tre dozzine di teste si posarono su un metro e venti di mocciosa che si catapultò urlando verso Ariel attaccandosi alla sua gonna.
- Ma si può sapere dove diamine eri finita? C’è un sacco di lavoro da fare o ti rendi utile o sparisci.–
- No, no, aspetta Ariel, ho trovato l’uomo della mia vita! – esclamò tutta allegra la bambina.
La sorella alzò gli occhi al cielo. Non era possibile. Di nuovo?!
Almeno una volta a settimana Kira entrava correndo dalla porta asserendo con voce squillante che aveva trovato l’uomo della sua vita, ma non si riferiva mica a un bambino della sua età, eh no! Sarebbe stato troppo semplice in quel modo. Si trattava sempre di uomini adulti di passaggio a Krakatoa, pirati, marine, mercanti. E ogni volta il poveretto di turno finiva a doverle fare da babysitter. Per fortuna visto l’ingente numero di soldati presenti sull’isola era raro che la bambina si trovasse di fronte a qualche malvivente, senza contare che aveva una specie di sesto senso per le persone gentili e pazienti. Ariel era sicura che prima o poi le avrebbe messe entrambe nei pasticci, ma era l’unica parente che le era rimasta e le voleva bene quindi la assecondava quasi in ogni suo capriccio.
- Sai che novità e dimmi ancora non l’hai ammorbato con le tue chiacchiere? –
- Questo significa che posso? – senza aspettare una risposta abbracciò la sorella e sparì nuovamente.
- Quella marmocchia mi farà diventare scema. –
Nel frattempo la marmocchia in questione era tornata al mercato e osservava con attenzione la sua preda.
Ponderò la cosa per bene, poteva avvicinarsi e parlarci o poteva semplicemente pedinarlo. Ma il secondo caso si prospettava meno divertente del primo che le avrebbe fornito la possibilità di rompere le scatole al pover’uomo di turno.
 

La Sunny aveva attraccato quella mattina all’alba in un’insenatura nascosta poco lontana dalla città. Nami aveva disposto le cose con ordine e decisione e aveva lasciato la ciurma libera di scendere dalla nave, solo Usopp, Brook e Eve erano rimasti a bordo, il primo per un attacco di panico causato dalla vista dell’imponente complesso edilizio della marina, il secondo perché troppo riconoscibile e la terza per pura e semplice pigrizia. Avevano deciso che si sarebbero ritrovati alle undici presso il porto principale, in un vicolo secondario, per non attirare troppo l’attenzione e da lì avrebbero trovato una locanda in città da cui mettere in atto il piano di Nami per entrare nell’archivio della marina, piano che ancora la rossa non aveva voluto rivelare.
Sanji si trovava in quel momento al mercato, aveva adocchiato degli sgombri freschi di giornata che sarebbero risultati perfetti per quel branco di caproni perennemente affamati. Inoltre quel posto era pieno di belle donne, tanto che il giovane cuoco non sapeva da che parte girare la testa. Proprio quando stava per buttarsi a pesce su una stangona bionda si sentì tirare per un lembo della giacca. Quando si voltò vide una bimbetta dagli occhi celesti e i capelli neri che gli sorrideva.
- Buongiorno tesoro – la apostrofò gentile come sempre con gli esponenti del gentil sesso.

- Tu! – esclamò la mocciosa allegra.
- Si io? –
- Tu mi piaci! – completò attaccandosi al braccio del ragazzo – Giochi con me? –
E fu così che la mattinata del cuoco andò allegramente a puttane.
Verso le undici e dieci il cuoco raggiunse finalmente il luogo dell’appuntamento con Kira che gli trotterellava allegramente dietro.
- Sanji! – lo apostrofò Nami – Sei in ritardo! –
-Perdonami mio dolce angelo! – esclamò il cuoco sinceramente dispiaciuto, emanando cuoricini da tutti i pori.
- Oh, stai luccicando! – osservò Kira stupida facendo così notare la sua presenza.
- Ehi cuoco non è che sei diventato pedofilo? – domandò Franky squadrando la bambina.
- Ma sei scemo? – si difese l’interessato – E’ lei che mi ha seguito! –
- Ciao! Io sono Kira – si intromise la mocciosa aggrappandosi alla mano di Nami.
- Che carina che sei! – esclamò la rossa accarezzandole il capo – Io sono Nami, riesci a dire il mio nome? Na-Mi –
- Nami – sorrise la bimba.
- Brava tesoro! – disse la navigatrice dandole una caramella.
- Guarda che è una bambina, non un cane. – le fece notare Chopper.
- Un tasso!! –
- Sono una renna!! – berciò il medico.
In quel momento arrivò Rorona, come sempre in ritardo, che andò a fermarsi vicino a Kira e la situazione degenerò del tutto.
- Chi è che ha procreato? –
- Il cuoco – rispose Robin.
- Che cosa vuol dire procreare? – fu la domanda che posero all’unisono la bimba e il capitano.
- Conosci una parola come procreare? – fu invece la brillante domanda della rossa.
- Ehi Sanji sei pure pedofilo adesso? – rispose lo spadaccino deciso a ignorare qualsiasi commento riferito alla sua intelligenza fatto da Nami.
- Io non sono pedofilo, sottospecie di Marimo, se alle donne piaccio è colpa del mio fascino –
- Come no, ma se alla fine non combini mai nulla! –
- Parla per te! –
Il loro litigio fu stroncato sul nascere da un paio di poderosi pugni che calarono inesorabili sulla testa dei due.
- Finitela idioti!! E cerchiamo una locanda! – ululò Nami che iniziava a perdere la pazienza.
Fu Kira a salvare la situazione.
- Io conosco un posto dove potete mangiare tutto il cibo che volete con lo sconto –
La rossa la prese in braccio e la fissò intensamente, lei non se ne rendeva conto, ma aveva appena pronunciato la parola magica, e non si trattava di “cibo”.
- Andiamo! – esclamò stampando un grosso bacio sulla fronte di Kira.
 

La porta dell’East Blue si spalancò con un colpo, era la seconda volta quella mattina e Ariel sapeva perfettamente chi sarebbe entrato, così quando si sentì tirare le sottane non si stupì di vedere la sorella.
- Hai finito di rompere le scatole al prossimo? –
- No, però ti ho portato dei clienti – esclamò allegra come una pasqua.
Ad Ariel luccicarono gli occhi, ma allora anche quella sottospecie di bertuccia serviva a qualcosa! Clienti! Si girò verso l’ingresso giusto in tempo per farsi venire un infarto. Ma chi diamine era andata a raccattare sua sorella? Non guardava mai gli avvisi di taglia per le strade? E tra tutti i pirati che esistevano a quel mondo proprio quella ciurma doveva raccattare, ottimo, come se lei con la marina non avesse abbastanza problemi!
- Tu sei completamente idiota! – sussurrò lentamente alla sorella per poi avvicinarsi a passo di carica alla ciurma di Cappello di Paglia. – Voi, venite con me, da questa parte, prima che vi veda qualcuno. –
Quindi presa Nami per mano li trascinò dietro al bancone, facendoli scendere in una botola nascosta.
Sotto la locanda si trovava un enorme scantinato adibito a sala da pranzo, era pieno di tavoli, anche se solo un paio erano occupati.
- Qui sarete al sicuro, la marina non vi troverà – borbottò la ragazza lanciando un’occhiataccia alla sorella – Che cosa posso portarvi? –
- Tutto quello che c’è in cucina – celiò il capitano come se fosse la cosa più ovvia del mondo – Ho taanta fame! –
- Non vi costerà poco –
- Kira ha detto che ci avresti fatto uno sconto – aggiunse Nami sbattendo gli occhioni.
- Il dieci per cento –
- Cinquanta –
- Quindici –
- Quaranta –
- Venticinque o niente sconto e potete anche uscire e farvi catturare dalla marina, i vostri avvisi di taglia sono appesi in tutta la città –
- Vada per i venticinque – asserì la rossa – E ci lasci rimanere qui fino a domani mattina –
- Ngh, e sia –
In breve si ritrovarono di fronte a una tavola imbandita, sembrava che davvero Ariel avesse portato loro tutto quello che c’era in cucina. Ma la cosa più stupefacente era che erano davvero riusciti a mangiare tutto. Soprattutto il temibile pirata dal cappello di paglia, che si era gonfiato tanto da sembrare una botte.
- E’ tremendo! Sembra un ippopotamo! –
- No fiorellino – celiò Sanji prendendole la mano – è molto peggio! –
La ragazza, che era la fotocopia sputata di Kira solo con una decina di anni di più, gli rifilò una padellata tra i denti.
-Piuttosto – disse sedendosi con loro al tavolo – Come mai dei pirati con una taglia come la vostra hanno deciso di venire qui? Vi faccio notare che la base della marina presente in quest’isola è molto sorvegliata e i vostri volti sono più che conosciuti. –
- Credimi è meglio se non vieni coinvolta – le sorrise gentile Robin.
- Peggio di così, oramai siete nel mio locale, vi hanno visti entrare in molti sapete? Non siete esattamente la quint’essenza della discrezione voi sette – disse osservando il gruppo. Due ragazze con una quinta a testa, uno spadaccino con i capelli verdi, un biondo che sembrava un becchino, un ragazzo di gomma con un evidente cappello di paglia, una specie di gigante in mutande e un tasso.
Sicuramente non era facile che passassero inosservati.
- Per fortuna in questa città la marina non è vista molto di buon occhio quindi nessuno andrà a denunciarvi, per lo meno spero, questa locanda è tutto quello che ho in questo posto, se dovessero requisircela, non so proprio come farei –
- Tranquilla, non succederà – la rassicurò Rufy sorridendo.
Chissà come mai il suo sorriso aveva sempre il potere di illuminare la situazione.
- Rufy, taci, cerchiamo di capire come cavolo entrare all’archivio – sbottò Nami tirandogli un cosciotto tra i denti.
- Entrare nell’archivio? – Ariel scoppiò una risata genuina.
- Lo trovi divertente? – ironizzò Zoro guardandola con un sopracciglio alzato.
- Ma soprattutto sei ancora qui? Nessuno ti ha insegnato a farti i fatti tuoi? – sibilò Nami.
- No, scusate, avete ragione, è solo che – improvvisamente la ragazza si fece seria – Non ci riuscirete mai, nessuno ci è mai riuscito. E anche se riusciste a entrare, non trovereste mai quello che cercate, quell’archivio è immenso. –
Robin si scambiò un’occhiata con Franky.
- E dimmi tu lo sai perché ci sei stata spesso vero? – fu la sarcastica domanda del cyborg.
La fanciulla arrossì vistosamente.
- No ecco io, non esattamente, però una volta un Marine ubriaco me ne ha parlato –
Robin le appoggiò con fare materno una mano sul capo.
- Certo tesoro, se è così, dicci tutto quello sai, vuoi? –
L’archeologa sapeva essere molto dolce quando voleva, ma anche molto convincente.
- So soltanto che l’archivio è immenso, i fascicoli sono disposti in ordine alfabetico, per entrare bisogna avere un pass magnetico che apre la porta, senza contare il numero di marine di guardia –
- Dolce bocciolo di rosa – Sanji le si avvicinò in un mare di cuoricini – Come sei intelligente, come sei gentile ad aiutarci ancora!! –
- Oh beh grazie – convenne Nami prima di riprendere - E come lo otteniamo questo pass? –
Ariel si mordicchiò il labbro.
Non aveva nessun problema ad aiutare dei pirati, nel suo locale gestiva un sacco di attività sottobanco e conosceva anche la persona giusta, solo, solo aveva paura che questa volta avrebbe rischiato troppo. Se la marina avesse scoperto che aiutava dei fuorilegge l’avrebbero arrestata togliendole così definitivamente la possibilità di tornare a casa. E lei voleva assolutamente tornare a casa.
- Non devi aiutarci gratis – asserì Rufy – Ti pagherò –
Nami non sembrava essere esattamente dello stesso avviso quando lo prese da parte chiedendogli con aria assassina se fosse per caso diventato scemo.
- Molto bene, ma vi avviso che vi costerà un bel po’ –
- Vipera – sibilò la rossa.
- Ti assomiglia – sussurrò Chopper prima di finire cianotico in un angolo della stanza.
Nel frattempo Kira che stava seduta sulla gamba si Sanji con un lecca lecca in bocca scese e andò a controllare il piccolo amico peloso, punzecchiandolo con un osso di pollo.
- Sei morto? –
La renna si alzò di scatto.
- Non portare rogna!! –
Chi dava ordini in quella ciurma era lei.
- Avete due possibilità, la prima è darmi diecimila berry, la seconda è comprare due biglietti a Nome mio e di Kira per la prossima nave che partirà verso est. In ogni caso non vi verrà a costare molto meno. Prendere o lasciare. –
- Sei ubriaca!! Non vado oltre i cinquemila – ribatté convinta a rossa.
- Ho detto prendere o lasciare, non ti vanno bene diecimila berry? Mi sta bene, ma non venirmi a chiedere di buttare all’aria tutto quello che ho costruito in dieci anni su quest’isola per il capriccio di qualcuno che nemmeno conosco. –
Non aveva nemmeno tutti i torti, pensò Nami turbata, dannazione era così difficile, dare via una minuscola parte dei soldi o buttarsi alla ceca verso l’archivio. In fondo buttandosi alla cieca avevano sempre risolto le cose senza problemi, e c’era da aggiungere che i soldi avevano quel colore dorato così bello.
- Accettiamo – dichiarò Rufy convinto e la sua voce non ammetteva repliche.
- Molto bene. In questo caso ci sarebbe un uomo che potrebbe aiutarvi, ma temo vi costerà altri cinquemila. E’ un ottimo falsario vi procurerà un pass magnetico senza problemi entro domani mattina, ma ovviamente non lo farà gratis. –
Questa volta Nami annuì, le sembravano soldi spesi meglio dei precedenti.
Ariel era uscita da qualche minuto insieme a Kira, aveva loro promesso che sarebbe andata a recuperare quell’uomo, un tale di nome Rasky, così aveva detto, aggiungendo che non sarebbe tornata prima di un paio d’ore.
Di quel passo sarebbero riusciti a fare il colpo quella sera stessa. In quel modo la mattina successiva si sarebbero potuti allontanare indisturbati, nessuno avrebbe osato seguirli e onestamente dubitavano un po’ tutti che su un’isola di quel genere ci fosse qualcuno capace di tenere loro testa. Si trattava semplicemente di un archivio della marina e per altro solo uno dei tanti.
Durante la mattina aveva fatto con Robin un giro di perlustrazione attorno all’edificio, si trattava di una costruzione lunga una cinquantina di metri e larga una trentina, era circondata da alte mura di pietra rinforzate da pilastri di ferro che avevano la funzione di torri di guardia. Vi era un’unica entrata sul lato nord, un cancello di tre metri che per quanto aveva potuto costatare dava su un cortile interno ben protetto. Dell’interno non sapeva nulla, se non che gli archivi si trovavano al secondo piano.
- Non sarà facile – borbottò Nami guardandosi intorno.
- Ce la caveremo in ogni caso – replicò lo spadaccino attaccandosi alla bottiglia di Sakè.
- Basterà elaborare un piano – fece eco Robin.
- E distrarre le guardie – continuò Franky.
Sanji si avvicinò alla navigatrice e dopo averle appoggiato una mano sulla spalla, le sorrise con fare sornione.
Era inutile preoccuparsi.
Ce l’avrebbero sicuramente fatta.
Ce la facevano sempre.
Erano in una botte di ferro, glielo diceva sempre anche Brook, non si poteva perdere quando si aveva una fortuna sfacciata come loro, e ovviamente anche una buona dose di coraggio e faccia tosta.
- Stai tranquilla Nami, ci sarò io a proteggerti! –
- Grazie Sanji – replicò la rossa che di farsi proteggere da lui non aveva certo voglia, anzi probabilmente sarebbe stata lei a doversi difendere dalle sue avances moleste.
Dopo un paio di ore apparente tranquillità, verso le quattro del pomeriggio, la botola che dava nello scantinato si aprì.
A entrare fu un uomo sulla trentina, occhi piccoli e grigi, capelli lunghi raccolti in un codino, il fisico era quello di uno scaricatore di porto ma le mani erano sottili e ben curate.
Scese lentamente le scale e si guardò intorno con fare guardingo, quindi indugiò con lo sguardo sul piccolo gruppo di persone radunate sulla destra che lo osservavano a loro volta con aria dubbiosa.
Si girò verso Kira che lo seguiva senza fiatare e alzò un sopracciglio.
- Sono loro? –
La bambina annuì e superatolo tornò a posizionarsi sulle gambe di Sanji, la sua postazione preferita.
- Il mio nome è Rasky – disse l’uomo avvicinandosi – Ariel mi ha detto che avete bisogno di un pass magnetico –
Rufy annuì convinto e gli fece segno di sedersi accanto a lui. L’uomo lo scrutò per qualche secondo poi lo raggiunse e riprese a parlare.
- Quando mi ha detto chi eri non ci volevo credere, ma vedo che mi sbagliavo. Sei piuttosto famoso sai? Il pass che avete chiesto e qui e vi ho portato anche una mappa. –
- Quanto ci verrà a costare? – chiese Robin pragmatica.
- Nh, il pass cinquemila. Ma il mio aiuto e la mappa ve li dò gratis – replicò Rasky accendendosi un sigaro.
Quindi tirò fuori dalla tasca una carta piegata in quattro e la aprì sul tavolo.
- Molto bene – esclamò Nami strofinandosi le mani.
- Come potete notare la sorveglianza è molto stretta e se volete raggiungere quegli archivi l’entrata è una sola –
- Ora statemi bene a sentire – iniziò la navigatrice – Faremo così … -
 







Spazio Autrice:
Ok eccomi di nuovo qui. Sì ci ho messo una vita ad aggiornare, ma non è colpa mia!
Fissa ostile due persone a caso. La prossima volta torturerò saggiamente le mie beta.
In ogni caso cercherò di fare più in fretta da ora in avanti.

giodan: Grazie. Ti ho incuriosito dici? Sono felice, come vedi Eve è un mio OC e devo ammettere che ce ne saranno un bel pò in questa storia, spero solo di renderli decentemente. L'associazione non c'entra nulla con Dragon, è un'altra cosa. Nuova.
QueenLilly: Grazie tesoro! Quanti numeri! Comunque come vedi ho aggiornato non c'è bisogno che mi affoghi. E Eve hai capito chi è no? Guarda bene, cognome, nome della figlia. Si vede a chi mi sono ispirata <3
Ino_The_Demon: Sì è un periodo strano in cui ambientarla, ma va bene così. Cercherò di farmi in otto per gestirli tutti. Stupita? So che non era chi ti aspettavi, ma per vedere la mia pupilla dovrai aspettare ancora qualche capitolo. E per la cronaca e mezzanotte passata. Uno dei miei orari assurdi. Ti lovvo sister.
Ly: Sì la scelta temporale è insolita, e non doveva essere così in orgine, ma mi sono innamorata di Brook a prima vista e Franky, diamine, Franky mi serviva proprio! In ogni caso per OC vedrò di fare del mio meglio. Comunque amore, sì, è quella fic. E aspetto i commenti più tosti da te. Cattiveria cucciola. (L)







   
 
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