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Autore: 20maggio2013    03/01/2015    1 recensioni
Sono passati due anni da quel ‘Ti amo’ sussurrato sotto il balcone della casa di Giulietta.
Molte cose cono cambiate.
Alcune in positivo, altre in negativo.
Nuovi e vecchi amori.
Delusioni e speranze.
Passioni nascoste venute allo scoperto cambiando la vita dei protagonisti.
***
Kiss me like the first time
Leave your lips on mine
I can't remember why
We ever said goodbye
(Kiss me, Lucy Hale)
***
Continuazione ‘Innamorarmi? No, grazie.’ vi consiglio di leggerla prima di iniziare questa.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Afraid of love'
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CHAPTER 19

 
LIZ
 
Erano passati dieci giorni da quando Hannah si era risvegliata. Purtroppo non aveva ripreso la sensibilità alla gambe e quando sarebbe uscita dall'ospedale sarebbe dovuta stare con la sedia a rotelle.
Avevo deciso di mettere da parte la mia idea è abbandonare l'idea di aprire la scuola, almeno per il momento. Hannah però mi aveva quasi costretto a non abbandonare l'idea e con Megan avevo cominciato i lavori. Avrei cercato qualcuno che insegnasse Hip Hop al posto di Hannah. 
"Ci vediamo dopo." Salutai mio fratello. L'avevo accompagnato alla palestra e ora andavo al garage per sistemare le ultime cose. 
Immersa nei miei pensieri urtai qualcuno. 
"Mi scusi." Dicemmo in coro. 
Alzai lo sguardo incontrando uno azzurro. 
Un bellissimo ragazzo si nascondeva sotto un cappuccio di una felpa nera. Si intravedevano alcune ciocche bionde di capelli che uscivano dal cappuccio. I lineamenti del suo viso erano tutti tirati, sembrava arrabbiato. 
Sorrisi timidamente e lui ricambiò. I suoi lineamenti si rilassarono ma rimase comunque l'idea che prima era successo qualcosa che l'aveva reso nervoso. 
"Sei di questa palestra?" 
Mi chiese il ragazzo abbassandosi il cappuccio per sistemarsi i capelli. 
"No, ho solo accompagnato mio fratello. Perché?" 
"Non ricordo da dove si esce."
Ammise imbarazzato mentre si copriva di nuovo con il cappuccio della felpa. 
"Oh se vuoi possiamo andare insieme."
Il ragazzo annuì e mi seguì. 
"Prima volta in questa palestra?"
"No, ero venuto per la scuola di danza ma qualcuno ha chiesto meno di me e hanno dato il lavoro a lui."
Vidi i suoi lineamenti indurirsi di nuovo. 
"Tu balli?" Chiesi con un sorriso. Avevo sempre amato i ragazzi che ballavano. 
"Ho studiato Hip Hop e Brek per diversi anni, volevo insegnare ma non c'è nessuna scuola di danza che cerca insegnate."
"Il sto aprendo una scuola di danza."
Quelle parole mi uscirono automaticamente dalla bocca. 
"Dovevo aprirla con una amica ma ha avuto un incidente e non può più." Continuai a parlare. 
"Che corsi ci sono?" Si informò il ragazzo mettendosi gli occhiali da sole per proteggere gli occhi quando uscimmo all'aperto. 
"Cercavo qualcuno per i corsi di Hip Hop, se ti va di fare un salto questo è l'indirizzo." Sorrisi prendendo un fogliettino e scrivendo sopra l'indirizzo del garage. 
"Grazie.-sorrise nuovamente il ragazzo misterioso.-Io sono Jace, Jace Wayland."
Si presentò porgendomi una mano. 
"Elisabeth Payne."
 
"Ti dispiace se vengo a vederla ora? Sempre se non hai impegni." 
"No, stavo andando giusto li."
Sorrisi. 
Jace so avvicinò alla moto parcheggiata dall'altro lato della strada. 
"Vuoi un passaggio?"
Disse il biondino indicando la moto. 
 
"Lizzie vieni con me?" Mi chiese Zayn. 
"Dove?"
"Vieni e vedrai." Disse mostrandomi uno di quei sorrisi che avevo iniziato ad amare. 
"Lou ti dispiace se vado?" Chiesi al mio migliore amico. 
"Non ti preoccupare. Grazie Liz."
Gli sorrisi ed andai dal moro. Quest'ultimo mi prese per mano e mi portò fuori in giardino. Lo vidi prendere due caschi e avvicinarsi alla moto parcheggiata fuori casa. Mi bloccai di colpo quando capii che avremmo dovuto raggiungere il luogo misterioso in moto. 
"Lizzie tutto ok?"
"Io non ci salgo li sopra"
"Perché?"
"Ho una paura matta delle moto."
"Ma io sono un ottimo guidatore."
"No non se ne parla. Non sono mai salita, non ho intenzione di salire e mai salirò su una moto."
"Dai Lizzie, guiderò piano. Promesso."
"Nono."
"Fidati di me."

Mi fece una faccia da cucciolo. Cercai di rimanere impassibile ma non ci riuscii. Svogliatamente presi il casco che mi stava porgendo, li indossai e cercai di salire sulla moto. 
"Puoi abbracciarmi se ti senti più sicura."
 
Cercai di scacciare via quel ricordo e mi concentrai sul ragazzo. Oltre che con Zayn, non ero mai salita su nessuna moto. 
"Non ti preoccupare, preferisco andare a piedi. Tanto non è lontano."sorrisi al ragazzo. 
Jace si infilò il casco e accese la moto. 
"Ci vediamo lì allora." Disse prima di partire e scomparire dalla mia visuale. 
 
Quando arrivai alla scuola il ragazzo era già arrivato. 
Era poggiato di schiena alla moto che era parcheggiata proprio davanti la scuola. 
Il cappuccio era ancora alzato e i muscoli della sua schiena erano rilassati. 
"Sei qui da molto?" Gli chiesi dispiaciuta di averlo fatto aspettare. 
"No, sono arrivato non più di cinque minuti fa." Sorrise conservando il telefono nella tasca posteriore del jeans. 
"Vieni, entra."gli feci segno di seguirmi mentre aprivo la porta che era stata messa il giorno prima. 
"Scusa il disordine ma fino a due settimane fa questo era un garage." 
La parta del garage era stata sostituita da una grande vetrina e una porta. Avevamo costruito un muro per separare la sala dall'entrata. Avevamo costruito un piccolo bancone dove avremmo messo poi la cassa. 
La stanza era piena di polvere e terra. 
Feci segno a Jace di seguirmi nella sala. 
"Qui dovremmo mettere una porta."
Il ragazzo annuì seguendomi.
"Volevo appendere degli specchi su tutte le pareti e su quelle due- dissi indicando una laterale e quella in fondo- attaccare due sbarre fisse." Informai il ragazzo che guardava incuriosito la sala.
"C'è nessuno?" Una voce maschile proveniva dall'entrata.
"Torno subito, dovrebbero essere gli operai per montare la porta." Informai il ragazzo che girò per la sala.
 
"Ci sono degli spogliatoi?" Si informò il ragazzo quando tornai da lui.
Annuii e gli feci segno di seguirmi. 
Aprii la porta di quello che una volta era uno stanzino. Non era molto grande, ma era adatto a quello che serviva. 
"Qui c'è anche il bagno." Quella era l'unica parte del garage a non essere stata modificata. C'era un water e un piccolo lavandino. Nello stanzino erano state aggiunte due panche e degli appendiabiti. 
 
“Che te ne pare?” gli chiesi dopo che gli operai erano andati via.
“È piccola, ma molto accogliente. Credo mi piacerebbe lavorare qui.” sorrise.
“Ti piacerebbe anche diventare socio?” chiesi speranzosa. Vidi una scintilla negli occhi azzurri di Jace.
“Ti fidi così tanto di me? Ci siamo appena conosciuti.”
Alzai le spalle prima di parlare.
“Non so, ma c’è qualcosa che mi spinge a fidarmi. Ho visto nel tuo sguardo quanto è importante la danza per te.”
“Ho sempre desiderato avere una scuola di danza, ma non credo d potermelo permettere. Devo già pagare l’affitto di casa, non riuscirei a pagare anche quello della scuola.”
“Non c’è bisogno, -
sorrisi- il garage è di una mia amica e non dobbiamo pagare nessun affitto.”
Jace sembrò pensarci su.
“Ti prego, sei la mia unica salvezza.” lo pregai quasi quando vidi che non rispondeva. Non sarebbe stato facile trovare qualcun altro che teneva alla danza come Jace.
“Devo firmare qualcosa?” chiese facendomi sorridere.
Presi il contratto che Hannah non aveva più firmato e lo porsi al ragazzo. 
"Hai già deciso come chiamare la scuola?" Chiese Jace mentre mi ridava il contratto. 
"No, sono una frana con i nomi."
"Io ho sempre desiderato chiamare la mia scuola 'Urban Dance Factrory'."
"Ti dispiace se ti rubo l'idea?"

Il ragazzo rise e rimanemmo per un po' a parlare della scuola.
 
"O mio dio. È tardissimo." Esclamai all'improvviso. Tra cinque minuti dovevo trovarmi al ristorante vicino il negozio di Hope e Cher e ci avrei impiegato lamento trenta minuti per arrivarci. 
"Non arriverò mai in tempo." Harry mi avrebbe sicuramente ammazzato. 
"Dove devi andare? Potrei darti un passaggio." Si propose il ragazzo.
Guardai Jace non sapendo se accettare la sua proposta. 
"In moto?" Bisbigliai. 
"Non dirmi che non ti fidi abbastanza di me per salire in moto, però per aprire una scuola insieme si." Il tono del ragazzo era divertito. 
"Non è questo.. Solo che.. Va bene." Mi convinsi infine.
In dieci minuti arrivammo a destinazione e ringraziai Jace. 
"Grazie davvero.."
"Figurati.."
Sorrise. 
Gli lasciai il mio numero e poi entrai nel locale. 
 
ZAYN
 
Avevo passato la mattinata con Harry e lo avevo accompagnato al ristorante dove si doveva vedere con Lizzie. Dopo la notizia del mio matrimonio, io e lei ci eravamo allontanati molto. Pur vivendo sotto lo stesso tetto, non ci scambiavamo nessuna parola. E, dopo tre anni di battibecchi, litigi, baci e abbracci, faceva uno strano effetto vivere nella stessa casa. 
"Ovviamente in ritardo." Sbuffò il riccio. 
 
Sbuffai guardando l'orologio al polso. Erano le cinque di pomeriggio e stavo aspettando la mia ragazza da ben trenta minuti. Giocherellai con i bordi della busta che tenevo in mano mentre aspettavo ansioso l'arrivo della ragazza. 
"Scusa il ritardo." Due occhi color nocciola, delle guance arrossate come il naso e delle labbra rosse per il freddo apparirono di fronte a me. Era il ventitré dicembre e quel giorno faceva più freddo del solito. La ragazza di fronte a me si strinse nel cappotto per il freddo e si alzò la sciarpa per coprirsi la bocca. Dal cappellino di lana nero, che le avevo regalato al compleanno, uscivamo delle ciocche dei suoi capelli sparse qua e là. Era perfetta ai miei occhi. 
Mi alzai dalla panchina per salutarla. Rabbrividii quando le mie labbra toccarono la guancia fredda della ragazza. 
"Ti va una cioccolata calda?" Proposi sapendo che andava matta per questa bevanda. Mi sorrise felice e in quel momento capii di essere innamorato di quella ragazza. Lo capii dal fatto che l'avevo aspettata per mezz'ora fuori al freddo. Lo capii dal fatto che invece di stancarmi ogni volta dei suoi ritardi, ogni volta che la vedevo sorridevo felice come un bambino il giorno di Natale.
 
"La conosci, è sempre in ritardo." Scherzai. Qualche minuto dopo una moto parcheggiò davanti l'entrata. Una ragazza scese e quando si tolse il casco la riconobbi. Era Lizzie. Chi era il ragazzo che stava con lei? Non l'avevo mai visto prima. Porse il casco al ragazzo e poi si avviò verso il locale. Nello stesso istante in cui la porta del locale si aprì, il mio telefono iniziò a squillare. 
Feci un segno di saluto ad Harry e alla ragazza che era appena entrata e riposi alla chiamata uscendo dal locale. 
 
LIZ
 
Entrai nel locale e trovai subito Harry. Era insieme a Zayn all'entrata del locale. Il riccio mi guardava con aria maliziosa, il moro invece prendeva il telefono dalla tasca e dopo avermi fatto un cenno di saluto mi passò accanto uscendo dal locale. 
"Chi era quel ragazzo?" 
"Jace.."
Il riccio mi guardò confuso. 
"Un ballerino che ho conosciuto oggi.." 
"Spiegami, tu hai conosciuto quel tipo oggi e ci sei salita in moto?" 
"Harry è un bravo ragazzo.."
"Ma se l'hai conosciuto oggi."
Ribatté. 
"Lo so, ma.. Harry non ho più dieci anni. Sono cresciuta e so capire se posso fidarmi delle persone, ok?" Sapevo che Harry era solo preoccupato per me, ma non c'era bisogno che lo fosse. 
"Se lo dici tu..- sbuffò arrendendosi.- non è che ti piace?" Aggiunse infine con aria maliziosa. 
"Non so Harry. È un bel ragazzo, è simpatico. Ma è troppo presto per giudicare." Ammisi. 
"E poi sei innamorata di Zayn." Aggiunse lui. 
Alzai gli occhi al cielo pensando a Jace. Ero stata bene con lui, era un bel ragazzo. Magari con lui sarei riuscita a dimenticare Zayn. 
  
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