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Autore: Imyoursmaljk    05/01/2015    1 recensioni
Nella vita di Sunshine non c'era mai stato molto per cui sorridere: la perdita di suo padre, madre e nonna costantemente in conflitto e l'adozione di una sorella le rendevano la vita praticamente impossibile. La sua vita era dipinta su era tela monotona che comprendeva i suoi corsi di letteratura all'università e le chiacchiere inutili con il suo migliore amico Zayn. La sua vita cambiò radicalmente all'arrivo del nuovo vicino, Louis Tomlinson; un ragazzo solare, pieno di vita e sempre con un sorriso stampato sulle labbra. Ma, dietro quel sorriso che tanto ostinava far vedere a tutti, nascondeva qualcosa? 
 
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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-LIVING-

Quel fatidico giorno era arrivato e il calendario segnava il 17 dicembre, precisamente una settimana prima del ventiduesimo compleanno di Louis. Sunshine aveva le mani sudate e non aveva chiuso occhio durante la notte precedente -così come molte altre notti, comunque. Era nella mensa dell'ospedale a fare compagnia a Bailee e alla famiglia Malik. Trisha e Yasar aveva ricevuto la notizia dell'eminente morte del figlio per una donazione degli organi e, come farebbe qualsiasi altro genitori, all'inizio erano contro l'idea di 'sbudellare' il loro unico figlio. Sunshine con capì perfettamente cosa li convinse ad accettare la donazione ma era certa che lo zampino di Bailee c'era stato in mezzo.
«Torno al reparto» disse Sun con un filo di voce, «di sicuro lo stanno già preparando.» La moro strinse la spalla di Bailee per rassicurarla e salutò con un cenno i genitori di Zayn, abbandonando la mensa. Camminava a passo spedito e dire che era nervosa risultava in quel momento un eufemismo; stava letteralmente andando in iperventilazione. Una volta entrata nell'ascensore si sventolò la mano davanti il viso per recuperare un po' d'aria e chiuse gli occhi. Il ding tipico d'ascensore la fece sobbalzare, sospirò e si diresse alla stanza assegnata a Louis. Rimase a dir poco stupita quando trovò la camera vuota, se non fosse stato per la donna intenta a cambiare la biancheria del letto.
«Dov'è il paziente Tomlinson?» chiese allarmata. La donna di mezza età le lanciò uno sguardo stanco ma le sorrise.
«Lo hanno portato via per prepararlo all'operazione, credo. Mi hanno solo informato di pulire la stanza.» Sunshine annuì pur non capendo; Louis le aveva promesso che non avrebbe lasciato la stanza prima che lei venisse. Perché non ha voluto nemmeno salutarla e fargli augurare buona fortuna. Raccolse la borsa che aveva lasciato appositamente nella stanza e si scostò dal viso le ciocche castane che le ricadevano davanti gli occhi, adocchiando qualcosa. Una lettera. Sul retro della busta era stato scritto il suo nome con una calligrafia che tendeva a denstra e spigolosa, senza dubbio quella di Louis. Aspettò che la donna finisce di rivestire il letto prima di aprire la busta e leggerne il contenuto, sedendosi sul letto sterilizzato.

 
“Ciao Pretty Woman,
so che hai sempre odiato questo nomignolo ma a me era sempre piaciuto chiamarti così quindi inizierò questa lettera esattamente in questo modo. Ti starai chiedendo il perché di questa lettera? Beh, lo farei pure io al posto tuo ma sappi che lo ho fatto semplicemente perché se fossi li con te cercherei di fare qualche battutina per sdrammatizzare e non riuscirei a formulare mezza frase in modo serio. Probabilmente quando leggerai questa lettera sarò già sotto i ferri oppure sarò accanto a te ancora stordito dall'anestesia, come potrebbe benissimo accadere che non uscissi proprio da quella sala operatoria. Sai, non ho mai avuto problemi con il mio destino da malato di cuore, che vivessi o meno, ma ora tutto è cambiato perché io voglio vivere. Voglio vivere con te. Vorrei che festeggiassimo il compleanno insieme, così come tutti i nostri compleanni che verranno.
 
«Sunshine, hai visto i miei stivali?» urlò Louis, pronto per uscire. Lei non rispose provocando uno sbuffo da parte del castano, che si tolse il giubbotto da dosso per cercare la sua ragazza in cucina. «Cerca di muoverti, zio Joe è stato chiarissimo quando ha detto che voleva aiuto per addobbare la casa in modo natalizio prima che-» Quando Louis oltrepassò la soglio della porta, i suoi occhi s'illuminarono quando vide un piccolo cupcake infilzato da una candelina blu. Da dietro, si sentì coprire gli occhi e gli venne lasciato un bacio umido sulla guancia.
«Sunshine, cosa-» Gli tolse le mani davanti gli occhi e spense la luce della cucina, lasciando che fosse la minuscola candelina l'unica fonte di luce.
«Shhh. Happy birthday, folletto» le sussurrò sorridendo. Louis la strinse tra le braccia, baciandola sulla fronte.
«Mi era dimenticato che giorno fosse. Credo di star diventando rincitrullito come lo zio Joe» scherzò.
«Tuo zio ha quasi settant'anni, tu ne hai appena compiuti ventisei. Mi sembra abbastanza grave come sintomo, alzheimer precoce?» Louis si lasciò sfuggire un sorriso prima di allungare la mano versa la sua ragazza.
«Ti faccio vedere io cosa abbiamo qui di precoce ed è la tu condanna a morte!» Incominciò a rincorrerla per tutto il salotto, acchiappandola per il busto e facendo inciampare entrambi sul tappetto.
«AAHHH» urlò Sun, alzando la mano per fermarlo, «sposta il tuo omicidio a dopo le feste. Adesso dobbiamo goderci il tuo compleanno.»
«E lo zio Joe?»
«Lo zio Joe può aspettare» sussurrò Sunshine, avvicinando il corpo e le labbra a quelle di Louis.
 
“Non hai idea di quanto vorrei che tu portassi il mio anello al dito, con dentro inciso il mio nome -lo pianifico già da un bel po' di tempo, giuro. Soprattutto voglio vederti vestita come una principessa in quel candido vestito bianco.
 
Era sicuro di avere tutto perfettamente al posto? Diede una fugace gomitata John, ormai sedicenne, facendogli un cenno sul vestito: la cravatta era perfettamente ordinata, la camicia bianca liscia e stirata, lo smocking era immacolato e si era perfino tagliato i capelli e rasato la barba. 
«Sei perfetto, non avere tutte queste paranoie» lo incoraggiò il ragazzo. Louis giocherellò nervoso con le punta delle dita, guardando con ansia il portone in legno della chiesa.
«E se all'ultimo momento cambiasse idea? Ci sono molti-» balbettò il castano ma John scosse la testa.
«Dopo tutti questi lunghissimi anni credi che proprio ora cambierebbe idea? Dai, avete superato mille ostacoli non sarà un stupido matrimonio ad impedire la vostra felicità.» Louis aveva sempre sostenuto che di John sarebbe diventato un giovanotto maturo e intelligente ed ora ne aveva la prova; al giorno del suo matrimonio era proprio lui a doverlo calmare. Quando Louis sentì la prima nota dell'organo suonare capì che era arrivato il momento; drizzò la schiena, tirò un profondo sospiro e vide la sua Sunshine entrare nella chiesa assieme al vecchio zio Joe. Suo padre sarebbe stato così orgoglioso di lei se potesse vederla, bellissima com'era. Le tese la mano e l'aiuto a raggiungerlo all'altare. Non capì molto di quello che farfuglio il prete finché arrivo il momento delle promesse e lo scambio delle fedi.
«Louis William Tomlinson, vuoi accogliere Sunshine Ann Carter come tua sposa, promettendo di esserle fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarla e onorarla finché morte non vi separi?» Agitato ma sicuro più che mai, prese la mano della sua sposa e le infilò l'anello.
«Nella salute e nella malattia. Per sempre.»
 
“Ti vorrei portare in Inghilterra e presentarti mia madre, sarebbe sbalordita se le presentassi una ragazza. Ti mostrerei dove sono cresciuto e i luoghi che sono legati alla mia infanzia ma, tuttavia, questo può aspettare. Prima di mostrarti quel paese nuvoloso e simile a New York, vorrei portarti al mare. Sì al mare, così potrai abbronzare la tua pallidissima ma allo stesso tempo bellissima pelle e io scoppierei d'orgoglio perché nonostante abbia una cicatrice indelebile sul torace, potrò vantarmi di avere una meravigliosa raga sposa al mio fianco. Nessuno vieta di avere dei mocciosi in casa, che ben vengano! Mi piacerebbe avere una bambina, così potrei dirle ogni giorno quanto ti assomigli e quanto sia bella. Scommetterei che anche fino ad all'ora continuerai a terrorizzare i bambini, così come hai fatto quella volta con i figli dei Thompson.
 
«Louis, sono ishgutio.» 
«Cosa hai detto?»
«Sono ishgutio.»
«Giuro, non capisco cosa-»
«Sono incinta!» urlò a pieni polmoni Sunshine. Louis si avvicinò a lei carezzandole la pancia. Sorrise.
«Speriamo che prenda tutta dal papà.»
 
“Se invece avessimo un bel maschietto mi piacerebbe se partecipasse all'incontri sportivi della sua scuola. Vorrei vederlo correre come un freccia e fargli vivere ciò che non ho potuto io al posto suo, a causa della mia malattia. Sarebbe il mio sogno. 
 
«Mamma, io pure posso correre con Zack?» Uno scricciolo di circa cinque anni tirò il lembo di Sunshine. Aveva gli occhi azzurri e capelli lisci castani che le cadevano morbidi sulle spalle.
«No Mary, le corse sono per maschiacci. Noi ci limitiamo a guardare.» La piccola bambina allungò il collo per vedere meglio il fratello che aspettava lo sparo per partire.
«Corri Zack, fai vedere di che pasta sei fatto! Veloce, veloce!» esaltava Louis. Sunshine gli lanciò uno sguardo d'ammonimento.
«Che c'è?» chiese con tono innocente.
«Non urlare in questo modo, lo metterai in imbarazzo!»
«Non importa. Mio figlio sta vincendo la sua prima corsa e io sono l'uomo più felice su questo pianeta.»
 
“Se invece dovessi morire, ti prego, esaudisci il mio ultimo desiderio: continua a vivere per me, così come per Zayn, sii felice e soprattutto ama. Sono sicuro che riuscirai ad innamorati di nuovo. Spero soltanto che...
 
Sunshine dovette distogliere lo sguardo dal foglio. Le lacrima avevano preso vita lungo le sue guance arrossate e i singhiozzi erano impossibili da soffocare. Buttò tutto quanto nella borsa e corsa dagli infermieri, in panico.
«Dov'è Louis? Devo andare da lui!» urlò singhiozzando. L'infermiera la guardò con occhi sgranati essendo stata spaventata e colpa di sorpresa. Non le importava se l'intervento era cominciato o meno, se le era concesso entrare o meno, a lei importava soltanto raggiungere il suo Louis. Quello che Sunshine non sapeva era che Louis era già sotto l'effetto d'anestesie e aveva il torace aperto, con Zayn alla sua sinistra.
«Pressione stabile. Dottore è il mom-» Il suono di un macchinario interruppe l'uomo. Era il tipico apparecchio che segnava i battiti cardiaci, in questo caso troppo accelerati.
«Da dove viene questa emorragia? Pompate via questo sangue!» ordinò il dottore, «chiudete la valvola.»
«Dottore, lo stiamo perdendo.» In un millisecondo, la linea divento piatta e il suono acuto del macchinario riecheggio per l'intero ospedale.
 
 
Angolino Autrice:
Ok, l'ho riletto circa 7 volte e ogni volta sento un dolorino al petto.
Fa così male finire questa storia e soprattutto scrivere questo capitolo mi è costato una fatica immensa.
Questa storia mi ha tenuta impegnata per più di un anno, facendomi amare i miei personaggi e allo stesso aiutandomi a migliorare il mio italiano (grazie a questa storia ho imparato ad usare più o meno decentemente il congiuntivo, dato le mie difficoltà essendo straniera).
Vorrei ringraziare i miei lettori e recensori che mi hanno sostenuta a finire questa storia nel corso della stesura.
Ringrazio i miei idoli che mi hanno ispirata a questa storia, ma ai quali non auguro mai di vivere una vita del genere.
Beh, non so dire. Sono solo emozionata di aver portato finalmente qualcosa a termine nella mia vita.
Spero con tutti il cuore che Heartbeats vi sia piaciuta perchè ci ho messo anima e corpo.
Ma non finirà qua, tornerete a sentire parlare di Imyoursmaljk con altre storie.
Adesso la smetto, lascio a voi l'ultima parola e ancora mille grazie.
Un bacio,
Imyoursmaljk.




 
  
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