Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Jomaima    05/01/2015    0 recensioni
"Senti Justin" dissi con voce più tranquilla "Mi è piaciuto cio che abbiamo fatto insieme. beh, ieri e stamattina, ma questo era un piccolo gioco, una specie di fuga dalla realtà. Ma deve finire qui, la realtà non è quella, è questa" dissi aprendo le braccia e indicando il corridoio semivuoto "E ci sono persone che non voglio ferire solo per soddisfare i miei piaceri, ci sono cose molti più importanti del sesso" dissi
Due mondi diversi, due persone completamente diverse, che non si conoscono, che si odioano.
Robyn, perfetta, figlia di buona famiglia e un fidanzato perfetto. Ha tutto, ha sempre ottenuto quello che voleva.
Justin, stronzo, arrogante, menfreghista e che vive in un mondo proprio, l'opposto di quello di Robyn e che ha sempre lottato per avere tutto.
Ma che cosa li legherà?
TRAILER: http://www.youtube.com/watch?v=a6lF6Fgg8zg&feature=youtu.be
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Cross-over, Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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A new frined.

 

"Da quand'è che fumi tu?" mi chiese alzando un sopracciglio sconcentrato, come se non fosse abituato a vedere una ragazza fumare.
"Non da molto" dissi facendo un altro tiro dalla sigaretta "Ma sai, il nervoso"
"Ci sono altri modi per alleviare il nervosismo" mi disse Michael continuando a guardarmi in modo perplesso.

Mi limitai ad alzare le spalle e continuare  fumare senza dire una parola.
In realtà, non sapevo nemmeno cosa rispondergli. Si, c'erano molti modi per alleviare lo stress. C'era chi faceva pugilato, chi si sfogava scrivendo o altro, E c'era chi fumava. I o ero nella cerchia dei fumatori. Non che fumassi da tanto, ma avevo cominciato perchè avevo il bisogno di farlo, anzichè farmi fare un occhio nero in un incontro preferivo fumare, e mi piaceva il sapore del tabacco sulla lingua, dannazione se mi piaceva.
Quindi continuai a fumare senza dare troppo peso alle occhiatacce di Michael. 

Decisi anche che era meglio cambiare argomento, ma cosa dirgli?
Avevamo parlato davvero tanto. Gli avevo parlato di Katrin e David, dei miei hobby e stronzate simile.
In pratica una normale chiaccherata che si ha tra amici.


Eravamo seduto sotto un albero da praticamente mezz'ora, nel parco di fronte alla grande scuola, nascosti dalle finestre scolastiche e dalle varie persone, in modo che nessuno si accorgesse di noi e della nostra assenza alle lezioni.

"Sicuro che non ti dispiace perdere un ora di lezione?" gli chiesi
"No" disse scuotendo la testa "Matematica posso recuperarla"
Gli sorrisi debolmente e feci un ultimo aspiro dalla sigaretta, prima di buttare il mozzicone per terra e calpestarlo con la suola delle scarpe.

"Con il tuo ragazzo come va?" mi chiese Michael per rompere il ghiaccio
"Niente, litighiamo molto, anzi, troppo" dissi alzando gli occhi al cielo "E lui è troppo orgoglioso per chiedere scusa o per ammettere di avere torto. E' lunatico, cambia sempre umore, certe volte mi aggredisce senza motivo" dissi facendo spallucce, come se la cosa fosse assolutamente normale.

Ma non era normale, per niente. Pensai.

"E perchè ci stai insieme allora?" chiese Michael, senza però guardarmi. Teneva lo sguardo fisso di fronte a sè.
Seguii la sua stessa traiettoria e vidi che stava guardando due ragazzine, probabilmente del primo anno avvinghiati l'uno con l'altro.

Poveri stupidi, pensai, sicuramente credono di essere innamorati ma loro cosa ne sanno dell'amore?


"Non lo so" dissi dopo averci riflettuto un attimo.

Davvero, non lo sapevo. 
Lui mi faceva urlare, arrabbiare e farmi pentire di aver lasciato David per lui.
Lui era l'opposto di me, lui è inaffidabile,  uno stupido ragazzo.
Non capivo nemmeno cosa ci trovassi in lui.


"E perchè hai lasciato David per lui?" chiese
"Perchè.." dissi "Perchè David non è Justin"

Michael corrugò la fronte, come se la mia risposta provenisse dalla bocca di un bambino.
E in effetti sembrava una risposta stupida, però era la verità. 
Michael però non disse niente, rimase in silenzio come per riflettere su quelle mie parole.
Io invece non avevo bisogno di pensare a quelle parole, erano vere e basta.

"Scusa se mi intrometto così" disse interrompendo il silenzio di nuovo "E' che davvero non capisco le scelte di certe persone"
"In che senso?" chiesi scrutandolo attentamente
"Cioè, perchè scegliere la via più insidiosa e non quella più facile? Perchè scegliere qualcuno che già sai che ti farà stare male e non uno che sai che non ti ferirebbe mai?" chiese

Sgranai gli occhi a quelle sue parole. Aveva ragione, aveva dannatamente ragione però io non lo volevo ammettere con me stessa.
Io ero di un opinione diversa al momento.

"Non è vero.. David mi ha ferito.. lui mi ha tradito con Katrin" dissi scuotendola testa, non volevo ancora crederci.
"Si ma anche tu l'hai tradito, quindi non lo dovresti biasimare" mi disse 
"Lo so.. ma la cosa è diversa" obbiettai "Lui mi ha tradito con la mia migliore amica, non con una qualunque. Io sono andata con Justin, uno sconosciuto per David e Katrin, non sono andata con un amico di David o l'ex di Katrin. Lui è andato con Katrin, la mia migliore amica"
Disse le ultime parole con rabbia, gli occhi cominciarono a pizzicarmi segno che stavo per piangere.

Michael si passò una mano tra i capelli, non sapendo cosa dire.
"Non sto dicendo che hanno ragione loro, per carità" disse "Ma sto semplicemente dicendo che in fondo dovresti capirli, che anche loro, come te, sono stati" disse cercando di trovare la parola giusta "Spinti in un certo senso, nessuno di loro se lo aspettava, e nessuno di loro voleva ferirti. Come te con Justin. Scommetto che tu non volevi farlo soffrire e pensavi che prima o poi sarebbe finita"

Riflettei su quelle parole.
Aveva ragione, non volevano farmi del male, ma era troppo tardi, lo avevano fatto.
Ma anche io avevo ferito David, e non posso dire di non essere dalla parte del torto anche io.

"Smettila di farmi sentire in colpa" dissi dandogli una leggera gomitata
Michael si mise a ridere e mi mise un braccio intorno alle spalle, attirandomi a lui
"Sei davvero un ingenua" e continuò a ridere

Fui sorpresa da quel gesto inaspettato.
Sapevo che era un gesto amichevole.. ma una leggera ondata di calore mi avvolse lo stesso a quel contatto.
Gli sorrisi a mia volta "Idiota"


Mi staccai da lui e mi alzai da terra, pulendomi il sedere con entrambe le mani.
"Forse è meglio se torniamo a scuola" dissi mentre mi inchinavo a raccogliere la borsa da terra.
"Forse è meglio" disse alzandosi a sua volta e raccogliendo lo zaino
Una volta che se lo mise sulle spalle e mi fu di fianco, non potei fare a meno di sorridergli calorosamente e ringraziarlo.

"Smettila di ringraziarmi, non hai fatto altro oggi" si lamentò lui in tono scherzoso
"Mi dispiace, non posso fare a meno di ringraziarti" dissi ridacchiando "Mi hai aiutato molto, mi hai dato consigli e fatto aprire gli occhi!"
"Lo so, sono un fenomeno in questo" disse spazzandosi un granello invisibile dalla maglia in modo vanitoso
"Dai" dissi spingendolo "Non fare l'idiota"
"Non mi chiamo mica Robyn" mi disse strizzandomi un occhio

Mi misi a ridere e lo spintonai di nuovo "Stronzo"
Lui fece spallucce e continuò a camminarmi di fianco

"Ma soprattutto" continuai "Mi hai fatto ridere, proprio oggi, proprio nel momento in cui ne avevo più bisogno"
Michael mi sorrise in modo affettuoso e mi circondò le spalle di nuovo, stringendomi a sè
"Gli amici servono a questo, anche se ci conosciamo da poco"
"Già" dissi poggiandogli la testa sulle spalle "Gli amici fanno questo"


E mentre camminavamo, uno stretto nell'altro, coi sorrisi che aleggiavano sui nostri volti, una voce ghiacciante mi riportò sulla terra ferma.
"Finito con le smancerie?" sentii dire e mi voltai.
Justin ere lì, due passi da noi, la schiena poggiata contro gli armadietti verdi di metallo e le braccia rigorosamente incrociate al petto.

"Justin" boccheggiai allontanandomi da Michael "Che ci fai qui?"
"Forse la domanda dovrei fartela io" disse freddamente
"Sono qui con.. Michael" dissi indicando con un dito Michael di fianco a me
"E perchè?" disse freddamente
"Avevo bisogno di parlare con qualcuno" mi giustificai cercando lo sguardo di Michael come conferma
"E non potevi chiedermelo a me anzichè prenderti il primo che capita?" sbottò lui
"Io faccio quello che voglio" sbottai a mia volta irritata.
"No invece" disse lui avvicinandosi in maniera minacciosa a me

"Senti amico" dissi Michael mettendosi in mezzo a noi due "Non è il caso di prendersela così tanto"
"Perchè non ti fai i cazzi tuoi?" gli urlò Justin in faccia.

Caspita, Justin era davvero arrabbiato!

"Dovresti smetterla di aggredire Robyn in questa maniera, non se lo merita, non ti merita" sbotto Michael a sua volta, con tono leggermente alto.

Arrossii leggermente a quelle parole.

"Non ti permettere a dirmi quello che devo fare stronzo" lo minacciò Justin dandogli una spintonata "Se no giuro che ti riduco in poltiglia"

Sgranai gli occhi quando vidi Michael barcollare all'indietro, rischiando quasi di cadere.
Lui stava per reagire, ma io glielo impedii mettendomi in mezzo a loro due.
"Basta!" urlai alzando le braccia, toccando entrambi i loro petti "Smettetela subito!"
"Levati" sbraitò Justin spingendomi via, e facendomi andare a sbattere contro gli armadietti.

Per fortuna non mi feci male.. ma ero vicina al sbattere la testa e farmi male davvero.

"Robyn" disse Michael avvicinandosi a me "Ti sei fatta male?"
Scossi la testa "No, ma forse è meglio se te ne vai" dissi piano "Non voglio che litighiate"
Michael inspirò profondamente, e poi, dopo avermi guardato negli occhi, si allontanò da me poco convinto.
"Okay" disse "Se hai bisogno sai dove trovarmi" e poi se ne andò.


Staccai la schiena dagli armadietti e mi liasciai la maglia poi alzai lo sguardo su Justin, che non aveva ancora detto una parola.
Ero veramente arrabbiata con lui, davvero tanto.
Però la mia rabbia sparì nell'istante in cui incrociai il suo sguardo.
Era spaventato, impaurito.. perchè?
Fui sorpresa da quel suo cambio improvviso d'umore.

Senza dire una parola, si avvicinò a me e mi circondò il corpo in un abbraccio cogliendomi di sorpresa.
Non risposi al suo abbraccio subito, non capivo perchè lo stesse facendo.

"Scusami" mi sussurrò.

Rimasi altrettanto sorpresa nel sentire quelle parole dalla sua bocca.
Lui non si scusava quasi mai e sopratutto dopo una cosa simile. Non era da lui.

Non ricambiai l'abbraccio, avevo il timore che lui stesse architettando qualcosa o mi stesse mettendo alla prova. Ero ancora arrabbiata con lui.

"Ti prego scusami per tutto, davvero" disse stringendomi più forte.
Quelle parole mi sembrarono tanto sincere al momento che non potei fare a meno di abbracciarlo a mia volta, gli occhi lucidi pronti ad esplodere.
Ma mi trattenni, e strofinai il viso sul suo petto.

"Scusa ma invece" dissi con voce dolce
"No" disse staccandosi dall'abbraccio ma rimanendo sempre a pochi millimetri dal mio volto "Sei tu che devi perdonare me, ti prego. Non lo so cosa mi prende quando mi arrabbio in quel modo con te, non è mia intensione ti giuro. Voglio solo il meglio per te."

Gli sorrisi e lo baciai, lo baciai teneramente, dimostrandogli con quel bacio che lui era perdonato.

"Okay" dissi staccandomi da lui "Ti perdono"
Justin mi sorrise e mi prese per mano e cominciammo a camminare verso l'uscita della scuola, verso fuori, dove poter stare soli, in intimità.

"Cosa stavate facendo te e quello?" mi chiese dopo un po.

Sapevo che me lo avrebbe chiesto, sapevo che lui era talmente testardo che non si sarebbe arreso facilmente su sta cosa.
"Niente, abbiamo parlato di quello che è successo prima.." dissi
"Prima?" chiese Justin scrutandomi sconcentrato "Cosa è successo prima?" 

Merda, è vero che non lo sapeva.

"Hum.. prima.. quando abbiamo avuto da ridire.." cominciai grattandomi la testa "Sono corsa via dalla frustrazione.. e voltando l'angolo.. ho trovato.." 
"Hai trovato?" mi chiese Justin con sguardo curioso
"Ho trovato David e Katrin" sbottai con rabbia

Justin rimase scioccato, poi diventò rosso.
Poi fu il colmo.
Si misi a ridere, non smettendo più.

Lo guardai con gli occhi spalancati.
Come si permetteva di giocare con i miei sentimenti? Io ci stavo male per queste cose.

"Justin!" dissi spingendolo e quasi non si ribaltò dalla panchina "Smettila, non è divertente!"
Justin continuò a ridere, con le lacrime agli  occhi, e cingendosi la pancia con le braccia.

"Oh vaffanculo!" dissi alzandomi e andandomene con passo furioso.

Come si permetteva? Lui rideva e io piangevo?!

"Dai Robyn!" mi sentii chiamare, ma non mi voltai, ero troppo arrabbiata con lui.
"Non fare la bambina e torna qui" disse con tono divertito.

No, questo no.
Mi voltai con rabbia e tornai da lui, ancora più arrabbiata di prima.

"Bambina lo dici a te stesso, visto che ti permetti di ridere su ste cose mentre io ho passato l'intera mattinata a piangere!" urlai a lui "Non ti rendi conto di quanto puoi essere irritante e stronzo?! Io ci sto male per ste cose e tu ti permetti di ridere e darmi della bambina!"

Justin rimase sconcentrato dalla mia reazione, e non disse niente

"Sei uno stronzo e pensi solo a te stesso, Michael aveva ragione, tu non mi meriti!" e mi voltai andandomene, con la rabbia che mi si leggeva negli occhi palesemente.

Ero incazzata, e non poco.
  
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