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Autore: Luna Malfoy    04/02/2005    17 recensioni
Di motivi per cui aveva deciso di intraprendere la strada "sbagliata" ce n'erano vari. Non solo uno. Forse troppi. Alcuni importanti e di rilevanza straordinaria, altri probabilmente trascurabili. Motivi suoi, comunque, che aveva preferito continuare a nascondere, a tutti. Nessuno escluso.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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*Questa fanfic contiene alcune scene di carattere violento e alcune relative al sesso. Non sono particolarmente eccessive e descrittive, tuttavia chi pensasse di poter non sopportare questo genere di situazioni, è pregato di non continuare a leggere.*

 

 

 Il morso del serpente

 

CAPITOLO 9 

 

“Ginevra mi serve viva e… vergine.”

Le parole del Signore Oscuro, risuonarono per l’ennesima volta nella sua testa. Era ormai un’ora, o forse di più, che se ne stava disteso sul letto a baldacchino dei suoi appartamenti, ignorando le continue richieste di alcuni colleghi, di uscire con loro a bersi un Whisky Incendiario.

Tremò al solo pensiero di ciò che era accaduto appena poche ore prima.

 

Se non fosse stato per l’intervento inatteso di suo padre… avrebbe fatto sesso con Ginevra. Avrebbe continuato a sfiorarla, toccarla, baciarla… fino a quando non l’avesse pregato di darle di più. Perché sapeva che sarebbe successo. Era come una droga per lui, oramai. Da quando aveva assaggiato le sue labbra e l’aveva sentita sospirare il suo nome, gemere parole incoerenti… si era perso. In lei, e in quello che riusciva a provocargli il contatto con il suo corpo.  

 

E Dio solo poteva sapere che cosa gli avrebbe riservato il futuro, qualora il Signore Oscuro ne fosse venuto a conoscenza.

 

Appoggiò le braccia sugli occhi, nascondendoli alla semi oscurità della camera. Una fitta fastidiosa, all’addome, lo costrinse a cambiare posizione. “Maledetto Lenticchia… pagherai anche questa.”

 

“Parli da solo?!”

 

Draco alzò gli occhi al cielo e maledisse la sua sfortuna. Perfetto! Gli mancavano giusto i commentini pungenti e sarcastici di Zabini. “Che vuoi, Blaise?!”

 

“Ho saputo che sei stato ferito.” Giunse immediatamente al sodo il moro, arricciando le labbra pallide in un sorrisino compiaciuto.

Non si erano mai amati particolarmente, loro due. Fin dai tempi della scuola c’era sempre stato un grande rispetto ed un’accesa rivalità. Entrambi Serpeverde, entrambi purosangue, entrambi ottimi elementi e fedeli servi del Signore Oscuro. O quasi.

 

“...e punito.” Marcò bene l’appunto, interrompendo qualsiasi tentativo di Draco di parlare, mentre un guizzo particolarmente soddisfatto attraversava i suoi grandi occhi blu pervinca.

 

Il biondino serrò la mascella, stringendo la presa sulla coperta per reprimere il nervoso. “Vedo che le notizie volano, qui al residence. Bene… un errore capita anche ai migliori, specie a quelli che osano… in battaglia. Ah già… ma tu cosa puoi saperne…”

 

Blaise ridacchiò divertito. “Vero… è da un po’ che non combatto, però c’è da dire che uso il mio cervello, Draco.” Disse, toccandosi la tempia col dito indice. “E nonostante tutto resto uno della cerchia dei fedelissimi. Non lo trovi… perfetto?!”

 

Il tono da folle che aveva utilizzato, lo irritò. “Un perfetto alibi, per un perfetto codardo… sì. Perfetto è il termine che più ti si addice.”

 

“Codardo o no, quello ancora integro tra i due sono io.” Lo sbeffeggiò, prendendo a giocherellare con la bacchetta. “Piuttosto… circola voce che te la fai con una delle protette…

 

A quelle parole, Draco ebbe un sussulto impercettibile. Maledisse le lingue lunghe dei suoi colleghi Mangiamorte, ma non si scompose, mantenendo il cipiglio altero e distaccato di sempre. “Voci sbagliate. Non sono così ingenuo da rischiare la vita, per una delle protette del Lord Oscuro. Ho donne ben più appetibili che frequentano le mie stanze. A differenza di qualcun altro.” Lo sguardo furbo e malizioso, si posò sull’ex Serpeverde.

 

“…Draco, Draco, Draco… dovresti aggiornare il tuo repertorio. Stai diventando banale.”

 

Il giovane Malfoy appoggiò nuovamente la schiena sui cuscini di morbido raso nero, e sorrise soddisfatto. “Meglio essere banale, piuttosto che infilarsi sotto le gonne di una lurida mezzosangue.” Riaprì gli occhi grigi, sentendo qualcosa premere contro il suo pomo d’Adamo. “Che c’è?! La verità brucia, Blaise?!”

 

Il moro era stato velocissimo. Era scattato in avanti e con un’agilità inaudita gli aveva puntato la bacchetta contro la gola. I denti digrignati e gli occhi blu ridotti a fessura, esprimevano appieno tutta la sua collera. “…non chiamarla a quel modo!”

 

Draco spostò l’arma dell’altro con un gesto secco, inarcando un sopracciglio e mettendo mano alla sua di bacchetta, nascosta sotto al guanciale. “E’ una sporca mezzosangue e le do il nome che merita. Continua a sbatterti la tua puttanella, Blaise… e non rompere i coglioni al sottoscritto.”

 

Un ringhio nervoso sfuggì alle labbra del mago, mentre le dita della mano si stringevano attorno alla bacchetta. Avrebbe voluto schiantarlo o peggio, là sul suo letto… lasciandolo incapace di muoversi. Una luce strana attraversò il suo sguardo e lo fece sorridere. “Attento a chi ti sbatti tu, piuttosto. Potrebbe avere ripercussioni piuttosto gravi, sulla tua già cagionevole salute… arrivederci, Malfoy.”

 

Blaise infilò la porta e la richiuse alle spalle, nel frattempo che Draco, inviperito, metteva mano alla sua arma e scagliava un incantesimo sull’uscio, cercando di sfogare l’ira accumulata durante quella sgradita conversazione.

Chiuse gli occhi, respirando a pieni polmoni e rilassando le spalle.

 

Dannazione! Aveva bisogno di riposo! Non voleva certo che le sue condizioni peggiorassero o non sarebbe riuscito a combattere nella prossima battaglia… e lui doveva combattere. Aveva un conto in sospeso con un certo pel di carota.

 

Il rumore della porta che si apriva, cigolando appena, lo fece imprecare. Ma che diamine volevano tutti da lui?!

 

“Draco… posso entrare?!”

 

…forse però… la serata poteva prendere una piega inaspettata.

 

_____

 

Hermione se ne stava accoccolata sulla poltrona del salotto di casa Black. Aveva le gambe incrociate e coperte da un morbido pantalone di lino beige, e su di esse, aperto e pronto ad essere consultato, quello che doveva essere il sesto libro della giornata. In una mano, stringeva e ruotava una piuma, rovinata all’estremità da numerosi morsi dovuti al nervoso. Una pergamena ingiallita e piena di scritte, giaceva abbandonata sul bracciolo della poltrona.

Stanca di tutte quelle ore di ricerca, la ragazza abbandonò la piuma nella scanalatura del libro e tirò le braccia in aria, stiracchiando la schiena indolenzita. Si lasciò andare con uno sbuffo sullo schienale e mugugnò qualcosa di molto poco comprensibile.

 

“Finito, per oggi?!”

 

Sobbalzò sul posto, colta di sorpresa dalla voce del suo migliore amico. “Ron! Accidenti, mi hai fatto prendere un colpo!”

 

Il ragazzo dai capelli rossi inarcò un sopracciglio, grattandosi una guancia con fare perplesso. “So di non essere così affascinante, ma addirittura spaventarti così… mi sembra un po’ offensivo.” Scoppiò a ridere sguaiatamente, sotto lo sguardo divertito di Hermione, che gli riservò una linguaccia.

 

“Scemo…” Lo apostrofò, riacquistando la postura composta sulla poltrona. “Sì, credo di aver finito. Non ho trovato molto, ma mi sto dando da fare.”

 

Improvvisamente, un profumo di dolci invase il soggiorno e il salotto. La maga dai capelli ricci chiuse gli occhi e inspirò a fondo, passandosi la lingua sulle labbra. “…qualcosa mi dice… che Molly ha preparato la torta di mele.” Sospirò con tono sognante.

 

Adorava quella torta. Era l’unico dolce che riuscisse a rilassarla dopo interminabili ore di compiti e ricerche. Dischiuse gli occhi color caffè, per trovarsi di fronte Ron che la osservava con una smorfia decisamente allegra.

 

“Che c’è da guardare?!” Domandò arrossendo e gonfiando appena le guance come una bambina, che  è appena stata colta a compiere qualche marachella.

 

Il mago ridacchiò, puntandole addosso lo sguardo azzurro cielo. “Nulla. Hai indovinato. Mamma sapeva che dovevi fare alcune ricerche importanti per l’Ordine e ha pensato bene di prepararti il dolce per la merenda. Quasi quasi… sono geloso… con me non ha mica tanti riguardi.”

 

“…forse perché tu non fai nulla per meritarteli.” Lo canzonò, mostrando appena la punta della lingua e scoccandogli un occhiolino.

 

Ron si finse offeso. Curvò un angolo della bocca all’insù e sorrise beffardo. “Ah ma davvero?! Scommetti che adesso ritiri tutto quello che hai detto, signorina?!” Le chiese con voce bassa, alzandosi dalla poltrona di fronte alla sua e avvicinandosi con passo felino.

 

Hermione sgranò gli occhi e istintivamente arretrò verso lo schienale, schiacciandosi contro il tessuto morbido del sedile. Le bastò guardare le mani alzate del suo migliore amico per incominciare a ridere come una matta, bisbigliando qualcosa che suonava molto come un “no… no ti prego… niente solletico… no no…”

 

Ma il ragazzo dai capelli rossi non sembrò per nulla turbato da quella supplica. Quando le fu accanto la imprigionò tra il suo corpo e la poltrona e incominciò a farle il solletico all’altezza della vita, godendosi con sguardo compiaciuto, tutta una serie di mugolii e risatine disperate della ragazza. Non l’avrebbe mai ammesso, specialmente a lei, ma era un vero e proprio piacere torturarla a quel modo. Aveva un’espressione ed emetteva dei versetti che avevano il potere di farlo sciogliere. Sì, non aveva dubbi. Le avrebbe fatto il solletico in eterno, se avesse potuto.

 

“Basta Ron! Ti prego… non-non respiro… ahahaha…”

 

Il giovane Weasley sembrò soddisfatto, almeno per il momento e la lasciò andare, incrociando le braccia al petto e osservandola contorcersi sulla poltroncina che occupava, in preda ad una crisi di riso.

 

“…allora, signorina?! Ancora convinta di quello che dicevi poco fa?!” Domandò con fare provocatorio, arcuando le sopracciglia in maniera eloquente.

 

Sulle labbra rosee di Hermione si distese un sorrisetto furbo. “Sì.”

 

Prima che Ron potesse afferrarla di nuovo e farle il solletico, balzò via dalla sua postazione e sgusciò in cucina, dove Molly stava preparando la cena e aveva apparecchiando per la merenda. Con i capelli ricci spettinati, a metà sul viso, il volto arrossato e il respiro affannoso per la corsa, toccò il tavolo in legno massiccio e si voltò  a guardare la faccia sconvolta del suo migliore amico.

 

“Prima! E… la prima fetta di torta è mia… così impari a farmi il solletico, brutto antipatico!” Lo canzonò, prendendo posto accanto alla signora Weasley, che li guardava intenerita scuotendo la testa.

 

Ron mise le mani, strette a pugno, sui fianchi. “…ma sentila un po’ questa sfacciata! Visto che fai tanto la superiore… verrai punita severamente.”

 

Hermione posò la caraffa di latte fresco che c’era sul ripiano, dopo averne versato una buona quantità nel bicchiere di vetro trasparente e lo guardò accigliata. “Prego?!”

 

“Hai capito bene! Sei obbligata… ad uscire con me, stasera! Pizza… e offro io, naturalmente!” Fece con tono duro e cipiglio ostinato, prima di prendere posto accanto a lei, aspettando la torta di mele.

 

Un sorriso felice si fece largo sul volto di Hermione Granger.

 

_____

 

Ginevra percorreva a passo svelto i corridoi che collegavano i vari appartamenti del residence. Aveva ancora addosso la tuta da Mangiamorte, reduce da una riunione col Signore Oscuro, che pareva non volesse terminare mai.

 

Draco non si era presentato e a nulla erano valse le richieste a Malfoy Senior o a Theodore, su dove si trovasse il ragazzo. Nessuno dei due aveva saputo dirle niente al riguardo e l’idea che potesse essere peggiorato, la mise un po’ in agitazione. In effetti, se quel damerino da strapazzo avesse sofferto un po’ per la ferita infertagli da suo fratello, lei ne avrebbe goduto parecchio. Ma… qualcosa da un po’ di tempo era cambiato e complice ciò che era accaduto poco prima, unito a un po’ di sana insensatezza tutta made in Weasley, l’ansia era accresciuta e l’aveva portata a correre svelta lungo quei labirinti, per andare ad accertarsi di persona delle sue condizioni.

 

Era tutto il giorno che ripensava a quello che era avvenuto, o meglio, che non era avvenuto nella camera da letto di Malfoy. Non riusciva a capacitarsi di come il suo cervello e il suo corpo si fossero totalmente separati, trasmettendole pensieri e sensazioni opposte. La sua parte razionale che la supplicava di mollargli un ceffone e rimetterlo al suo posto e quella emotiva, che ancora bruciava per le carezze e i baci di Draco.

Chiudendo gli occhi, aveva ancora l’impressione di vederlo steso su di lei, con le sue iridi grigie come un cielo autunnale fisse sul suo viso. I suoi capelli biondi solitamente impeccabili, appiccicati alla fronte imperlata di sudore. Il suo profumo speziato e pungente, capace di annullare qualsiasi pensiero coerente avesse nella testa. Il fiato caldo e la voce roca, bassa, dannatamente sensuale. Quelle mezze frasi sussurrate al suo orecchio. Le sue labbra, morbide e fresche sulla sua pelle e la sua lingua – ma che diamine stava pensando?!

 

No.No.No. Tutto ciò era sbagliato. Si era ripromessa sin da quando aveva messo piede nelle schiere dei Mangiamorte di Lord Voldemort, che sarebbe stata alla larga da quel viscido serpente. Sapeva di che cosa era capace, lo aveva sempre saputo. Sin dai tempi della scuola. E se si era avvicinata a lui come una… pseudo amica, non significava necessariamente che dovesse – sì insomma… infatuarsene.

 

Sospirò scuotendo la testa e si accostò alla porta degli appartamenti di Malfoy Junior. Un enorme uscio scuro la divideva da quell’arrogante e presuntuoso ragazzino viziato.

Le sue mani si mossero veloci contro il legno e la maniglia in ottone, abbassandola con cautela, provocando il minor rumore possibile. Non voleva certo rischiare di svegliarlo.

 

Ciò che giunse alle sue orecchie, quando la porta fu socchiusa, la paralizzò sulla soglia. Dallo spiraglio appena aperto, poté chiaramente vedere la schiena nuda di una donna.

 

Lunghi capelli neri boccolosi e un corpo alto e statuario. Non c’erano dubbi.

 

Michelle

 

Quella era la ragazza che aveva incontrato qualche tempo prima, in quello squallido pub dove l’aveva portata Draco. Non poteva sbagliarsi. Riconosceva il tono di voce più alto di un’ottava, quella stessa voce che -in quel momento- emetteva gemiti morbidi e sconnessi.

 

Ginny abbandonò le mani lungo i fianchi e deglutì. Nell’aria invasa dai sospiri di piacere dei due amanti, si respirava un forte odore di… sesso. Beh -si disse, dandosi mentalmente della sciocca- in fondo era ciò che stavano facendo.  

 

Lottò contro se stessa per lasciare quel posto, per chiudere gli occhi a quella vista che la nauseava. Sentiva lo stomaco contorcersi e la gola serrarsi. Un forte capogiro la costrinse ad appoggiarsi nuovamente allo stipite esterno dell’ingresso.

Eppure più guardava la schiena nuda di Michelle, accarezzata dai lunghi capelli color notte, muoversi in maniera regolare, al ritmo delle sue gambe strette al bacino di Draco… più uno strano turbamento si faceva strada in lei. Annebbiandole la ragione.

Guardò ancora le mani del mago, poste sui fianchi formosi della ragazza, risalire e sparire dietro il suo corpo flessuoso. Lo osservò gettare la testa indietro e chiudere gli occhi, col respiro corto e la fronte corrugata, probabilmente prossimo all’orgasmo.  

 

Lo sentì gridare, nello stesso istante in cui anche lei invocava il suo nome e prendeva possesso delle sue labbra in maniera violenta, vogliosa.

 

E non ce la fece più.

 

Sedette a terra, con la faccia nascosta tra le mani e il battito cardiaco accelerato, mentre la bizzarra consapevolezza che qualcosa in lei si era rotto, si faceva reale e tangibile.

 

_____

 

La luce aranciata del sole al tramonto, penetrò attraverso le sottili tende bianche della camera da letto, risvegliando Harry Potter da un obbligato sonnellino pomeridiano.

Da quando lui e Ron avevano litigato, il tempo sembrava non voler passare mai. Troppe volte si era ritrovato senza nulla da fare ed era stanco, di dover attendere nuove missioni o turni di ronda con Remus o Sirius, da parte del comandante Betrayal. Iniziava ad odiarlo quell’uomo e non sapeva dire perché, ma era certo che il sentimento fosse reciproco. A partire dal gioco di sguardi assassini che si lanciavano con piacere, quando venivano indette riunioni, durante le quali non solo non si venivano a sapere sviluppi riguardo la faccenda “Ginevra” o “diario”, ma si perdeva tempo. Assegnando turni di guardia in zone pericolose a novellini senza spina dorsale e relegando gli Auror più competenti a missioni stupide.

Non si sarebbe di certo stupito se da un momento all’altro lo avessero richiamato per salvare uno dei gatti della signora Figg.

 

Sbuffò mettendosi seduto e passandosi una mano tra i capelli. Quella situazione stava diventando davvero insostenibile. Ok, lo capiva. Aveva commesso un errore. Ma quale essere umano non ne commette uno in tutta la vita? Ron aveva sotto al naso l’amore della sua vita eppure sembrava far di tutto per non rendersene conto e lui, solo perché aveva tradito la donna che gli riscaldava il cuore -ok, forse era il caso di tralasciare il ‘solo’- doveva essere usato come punchball dal resto della truppa? E tutto perché suddetta donna era la sorellina del suo migliore amico.

 

No, ok, non c’erano giustificazioni. Il suo comportamento era stato a dir poco allucinante, ma era anche vero che lo sapeva, che ne era pentito e che l’avrebbe raggiunta in capo al mondo se questo fosse bastato a farla tornare indietro.

 

Peccato che nessuno volesse capire che Ginevra tutto voleva, meno che varcare la stramaledette soglia del numero dodici di Grimmauld Place. Pensavano davvero che Draco Malfoy si fosse messo in contatto con lei, per puro caso? No, non lo credeva possibile. E sì che aveva pensato a tutte le possibili spiegazioni, senza però trovarne una adeguata e sufficientemente convincente.

 

Toc toc

 

Decisamente sorpresa, Harry si voltò velocemente verso la porta della camera. “Avanti.” Chi diavolo poteva voler parlare con lui? In quella casa metà delle persone lo ignoravano bellamente, mentre l’altra metà -per quanto ne sapeva lui- a quell’ora doveva essere a lavoro.

 

La figura di Luna Lovegood, con la sua classica aria spaesata e fuori dal mondo, entrò un po’ titubante, fissandolo coi grandi occhi grigi sbarrati. “Ti disturbo, Harry?!”

 

“No, entra pure… mi sono appena svegliato.” Fece conciliante, reprimendo uno sbadiglio poco signorile ed educato e sorridendole, per quanto l’aria ancora assonnata potesse permetterglielo. “Che succede?!”

 

Luna si spostò una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio e abbassò lo sguardo verso l’enorme borsa, che portava a tracolla. Uno strano pezzo di stoffa verde marcio, con decorazioni e pendagli di tutti i tipi. “Ho trovato questo…”

 

Il mago inarcò un sopracciglio, allungando una mano verso il tomo che l’amica aveva estratto dalla borsa e gli aveva porto. “Cosa sarebbe?!”

 

La ragazza guardò fuori dalla finestra, prendendo un ciuffo della chioma bionda su un dito e arrotolandolo con aria distratta. “…credo sia uno dei libri che stanno cercando Hermione e Ron. L’ho trovato nella vecchia biblioteca di casa Black, l’altro giorno… c’era una strana tana di Doxy e-”

 

“Aspetta…” La interruppe Harry, improvvisamente interessato, dopo aver aperto e sfogliato le prime pagine di quel libro dalla copertina marrone scuro. “Era in biblioteca?! Nella libreria personale di casa Black?!”

 

Luna riportò l’attenzione su di lui, annuendo piano. “Ho pensato di andare ad avvisare Hermione, ma quando sono scesa, Molly mi ha detto che lei e Ron erano usciti e quindi…”

 

“…l’hai consegnato a me.” Sorrise compiaciuto il mago. Un lampo di soddisfazione attraversò i suoi occhi verdi. “Grazie. Lo consegnerò io agli altri.”

 

La bionda afferrò saldamente la bretella della borsa e ricambiò il sorriso. “Io… allora vado. Ci vediamo a cena, Harry.”

 

Il mago ricambiò il saluto velocemente e con altrettanta fretta riaprì il libro, tornando a sfogliare le pagine che aveva intravisto durante la prima lettura. Qualcosa… una frase, per la precisione, lo aveva colpito.

 

Lo avrebbe consegnato ad Hermione e Ron, certamente, ma prima avrebbe svolto qualche indagine per fatti suoi.

 

_____

 

Ginevra era ancora lì, seduta sul pavimento di quei corridoi sudici, quando il sole tramontò del tutto. Non c’era differenza in quei luoghi bui e tetri, comunque.

 

I gemiti e i sospiri erano cessati da un po’ di tempo. Aveva atteso, immobile, come una bambola rotta, sino a quando i due non avevano placato la loro lussuria e si erano -perlomeno così immaginava lei- addormentati. Aveva ascoltato in silenzio il loro piacere e ne era stata trafitta.

 

Se uno dei suoi pensieri infelici, era stato quello di aver provato gelosia, lo aveva cancellato dalla sua testa. Nonostante ciò, però, tornava insistente, martellante nella sua mente come un chiodo fisso. Ma no… forse era solo questione di orgoglio e puntiglio.

Fino a qualche ora prima le mani di Draco vagavano sul suo corpo e ora che lei non era lì, disponibile a sfogare i suoi bisogni, aveva accolto nel suo letto quella.

 

Fu disgustata di se stessa e di ciò che stava pensando.

 

Non si era neppure accorta che aveva pianto, fino a quando non aveva passato la manica della tunica sulle guance e aveva visto gocce trasparenti bagnarla. Ridicola… era solo una bambina ridicola. Ecco cos’era.

 

Sentì dei passi, lontani, poi sempre più vicini, ma non ci badò più di tanto. Voleva che chiunque fosse andasse via, che la lasciasse alla sua confusione. Che la lasciasse in pace. Quando due braccia forti e robuste la sollevarono da terra e alzando la testa, si ritrovò a pochi centimetri da un volto pallido e bello, coi serici capelli biondi appena scompigliati e due occhi chiari e profondi. Le sorrise incoraggiante, baciandole una tempia e la guancia, ad asciugare le sue lacrime.

 

“Ginevra…”

 

Ginny pianse di nuovo, gettandogli le braccia intorno al collo e baciandolo a fior di labbra. Si accoccolò contro il suo petto e cercò di rilassarsi, cullata dalla sua fragranza fresca e pulita. “Theodore…”

 

 

Continua... 

 

 

Note dell’autrice:  ok, se mi lasciate spiegare… forse… [Luna guarda le lettrici, armate sino ai denti, che avanzano.] ma se mi uccidete io come la continuo la storia?! Proprio ora che ho ritrovato l’ispirazione!! E su, fate le brave ^^

Piega inaspettata in questo capitolo eh?! Ebbene sì, il nostro Dracuccio (non chiamarmi così -.- ndDraco zitto, non hai diritto di replica -.- ndGinny  giusto ndLettriciInferocite  miao… ndDraco) ha trovato conforto tra le braccia della dolce Michelle e Ginny… beh Ginny ha tutto il diritto di farsi coccolare un po’ da Theo no?! E che cos’è quella sensazione? Si tratta veramente di orgoglio femminile oppure finalmente la nostra Ginevra ha aperto gli occhietti e si è resa conto di cosa prova per il bel Malfoy?! Chissà… ed Harry? E Ron? Hermione? Che combineranno con la storia del diario?! Ehhh ^^ Tempo al tempo, intanto mi darò da fare ad aggiornare UANB ^^ Il quarto capitolo dovrebbe arrivare ad inizio settimana prossima, salvo imprevisti ^^

 

Passiamo ora ai ringraziamenti. *-* Vi adoro, lo sapete, vero?! ^^

 

_Kristel_: grazie mille per i complimenti…e scusa per l’abnorme ritardo dell’aggiornamento… ^^’ Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto… ^^

Oryenh: adori ancora Blaise? Io spero vivamente di sì… perché ancora non si è svelato molto sul passato/presente/futuro di questo personaggio. Si è capito solo che fa il doppio gioco e… d’altronde, come dargli torto?! Preparate le armi per Michelle?! Mi raccomando eh! Conto su di te ^^

Marcycas – The Lady of Darkness: ehm ecco… ora come ora… più che con me, io me la prenderei con la morettina tutta curve che ha insidiato il letto di Draco. Una nuova Beatrice è nata! (e io la uccido! ndLadyFestosa  fa’ pure -.- ndLuna&Ginny)

Serendi: ovvio! Sempre w DracoxGinny! Sono una coppia assolutamente adorabile ^^ a mio modesto parere =P

Erda: grazie mille dei complimenti. Sei sempre gentilissima e mi dispiace un casino di aver tardato così tanto ad aggiornare… ma quando prendono le crisi d’ispirazione e la mancanza di tempo… è tragica ç_ç

JalyChan: ahhh io non saprei che fare senza le tue recensioni ^^ Adoro il modo in cui tieni in pugno i Malfoy, brava, così si fa!! ^^ (ma… ma… ndLuciusAncoraDolorantePerIlPosacenere)

ScarletBlood: lo so, lo so… appena vedrai l’aggiornamento (se lo vedrai :P) griderai al miracolo ^^ e pensa che ho quasi pronto l’aggiornamento di UANB XD Tremendo!

Kagura: accontentata ^^ eccoti qui il nuovo capitolo… fammi sapere che ne pensi eh! ^^

Opalix: *me molto lusingata dai tuoi complimenti* è un onore ricevere simili incitamenti da un’autrice brava come te ^^ Spero che continuerai a seguire questa storia e a dirmi cosa ne pensi ^^

Cass93: dai! Meglio tardi che mai no?! Adesso hai anche un nuovo capitolo da leggere, così mi dici se vuoi ancora uccidere Harry XD tanto non sei l’unica, tranquilla ^^

Lily90: in effetti della verginità di Ginny io non ho mai parlato. Chissà! Potrebbe esserlo, come anche no. In fondo storie ne ha avute eh! Ti ringrazio per i complimenti e spero di non aver deluso le tue aspettative con questo nuovo capitolo. ^^ Attendo di sapere…

 

Mi raccomando... recensite ^^

   
 
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