La Going Merry entrò nel porto poco prima del
tramonto, con immenso sollievo da parte dei rematori, a cui non sarebbero certo
mancati i dolci toni soavi della navigatrice. L’isola si rivelò essere un
fiorente luogo di scambio commerciale, dove si potevano trovare merci e persone
di ogni genere e classe. Proprio per questo i pirati non erano temuti, né
evitati, -a patto ovviamente che non creassero confusioni di sorta-. I
commercianti guadagnavano grazie agli scambi con loro, e i pirati potevano
rifornirsi di cibo e acqua per continuare il viaggio. Una specie di simbiosi,
dove l’uno guadagnava sull’altro.
Non appena venne gettata l’ancora, Nami
corse in cabina a prendere uno zainetto con poche cose all’interno, tra le quasi
il suo importantissimo portafoglio, e scese a terra, senza proferir parola.
Robin si affacciò al parapetto, e la richiamò: “Dove vai, navigatrice? E’ quasi
buio! Visiteremo l’isola domani, alla luce del sole.”
Nami le rivolse un
sorriso tirato, cominciandosi ad incamminare verso il centro. “Tornerò presto,
non preoccupatevi.” E detto questo sparì tra la folla di persone che ancora
sciamavano nella via principale.
Robin fece un sospiro di rassegnazione,
voltandosi poi verso lo spadaccino steso a dormicchiare accanto a lei: “Non
sarebbe il caso che qualcuno la accompagni?”
Zoro sbuffò, alzando le spalle.
“La mocciosa sa cavarsela da sola. E poi credo che sia una cosa che riguardi lei
sola.”
L’archeologa gli rivolse uno sguardo incerto, ancora indecisa, ma
sentì la voce del cuoco chiamarla a gran voce: “Mia carissima Robin! E’ pronta
la cena! Sbrigati presto prima che questi buzzurri spazzolino fuori
tutto.”
Improvvisamente, si levò una folata di vento, che si rivelò essere
Rufy e Chopper, che passò accanto a Zoro, e travolse Sanji fermo sulla soglia
della cucina.
Robin ridacchiò divertita della scena, poi si rivolse ancora
una volta allo spadaccino: “Si, forse hai ragione tu. Diamole fiducia.” E detto
questo si avviò verso il luogo dove Sanji stava punendo i due malcapitati.
Zoro non rispose, ma gettò un’occhiata nella direzione dove era sparita
Nami: “Speriamo bene, mocciosa.”
***
Nami intanto stava camminando spedita
per la via principale, piena zeppa di negozi e di taverne. Neanche guardava le
vetrine dove facevano bella mostra di sé eleganti vestiti firmati all’ultima
moda, non aveva tempo. Teneva ancora la fogliolina di mandarino stretta nel
pugno.
All’improvviso una vetrina catturò la sua attenzione: c’era
esposta una strana varietà di pompelmo allungato, di colore arancione, e accanto
quella che doveva essere un albero limone, sempre arancione. A quanto sembrava,
ogni frutto che cresceva in quel luogo era di quel colore.
Nami entrò e si guardò intorno. Un intenso
profumo di fiori la colpì, un misto tra violette, gigli, margherite, ma anche e
soprattutto agrumi, leggermente acre ma piacevole. Guardandosi attorno, scoprì
che non solo i frutti erano arancioni, ma anche tutti i fiori in vendita, rose,
orchidee, perfino i papaveri!
“Beh, c’è un motivo se si chiama isola Orange, no?” borbottò fra sé Nami, e raggiunse il balcone, dove notò una rigogliosa pianta di mandarini, i cui frutti erano grossi e maturi, e le foglie lucenti. Le si strinse il cuore nel constatare la differenza tra l’albero che aveva davanti agli occhi, e quelli che invece teneva sulla nave. Avvicinò il viso alle foglie, e annusò quell’odore familiare, mentre nella sua mente si affacciavano ricordi felici.
“Desidera?” chiese una
signora, spuntandole alle spalle.
Nami presa alla sprovvista, capitombolò
all’indietro, e mancò poco che non andasse a finire proprio sopra un cactus,
ovviamente arancione.
“Ma le pare questo il modo..!” esclamò Nami,
massaggiandosi il sedere.
“Mi scusi!” esclamò la commessa, mentre accorreva
per aiutarla ad alzarsi.
“Niente, niente, non si preoccupi. –rispose la ragazza,
agitando la mano– colpa mia. Ultimamente ho i nervi a fior di pelle …” ma non
aggiunse altro. Era rimasta a fissare i capelli della donna che le porgeva la
mano, che erano di un arancione vivo, proprio come i suoi. Sorpresa, accettò
l’aiuto, e si ritrovò in piedi, mentre la donna le sorrideva cortese.
“Mi dispiace lo stesso. Mi dica, in cosa le posso essere utile?”
Nami si riscosse dallo stupore, e la guardò sicure negli occhi. “Si, vado
subito al punto. Io possiedo qualche albero di mandarino sulla mia nave, ma
ultimamente credo abbia contratto una malattia. Guardi, ho qui con me una
foglia.”
La donna prese in mano la fogliolina che Nami le porgeva, e la
esaminò portandola vicina agli occhi. “Uhm. Una malattia? No, io credo solo che
i suoi mandarini siano stressati.”
La navigatrice strabuzzò gli occhi. “Stressati?”
La commessa annuì. “Si, mi ha detto che questi alberi li ha
sulla nave giusto? Scommetto che ha navigato con questi per tutto il Grande Blu
fino a qui. Non è facile per loro sopportare condizioni climatiche che mutano
velocemente come succede nella Rotta Maggiore, magari all’aperto e sottoposti
alle intemperie. Si, credo proprio che siano stressati.”
Nami strinse le mani
sul balcone. “E quindi? Cosa dovrei fare?”
La donna soppesò con cura la
risposta, prima di guardarla negli occhi, sicura. “Se tiene alla salute delle
sue piante, ha due possibilità. La prima, la più semplice, è che può affidare le
sue piante alle mie cure e proseguire la navigazione, questo è senza dubbio il
loro clima ideale. Quando vorrà, verrà a riprendersele.”
“No –sbottò la
ragazza, senza nemmeno prendere in considerazione l’ipotesi– la seconda
possiblità?”
L’altra fece un sospiro, porgendole la foglia di mandarino
che le aveva consegnato Nami. “Ha notato che ogni fiore o frutto di quest’isola
è arancione? E che perfino i suoi abitanti hanno i capelli arancioni?”
La
navigatrice annuì, chiedendosi dove voleva andare a parare.
“Una leggenda
narra che sia perché nel sottosuolo, scorre una falda acquifera, che viene
alimentata da una sorgente sulla montagna dell’isola. Si dice che è proprio
grazie a questa, con i suoi poteri miracolosi, che i frutti e i fiori siano
arancioni, e che le piante non conoscano malattia. Ovviamente non c'è niente di certo.”
Nami rifletté, prima di rispondere: “Se è solo una leggenda, perché
me la racconta?”
La donna sorrise. “Se fosse solo una leggenda, come si
spiega il fatto che sia tutto arancio qui? Perfino il colore dei miei capelli
dimostrano che non sono solo dicerie. Infatti, è probabile che noi abitanti,
alla lunga, attingendo acqua dalle falde, abbiamo “contratto” il colore.”
“E quindi, se io trovassi questa fantomatica fonte, potrei
prendere un po’ di acqua e curare i miei mandarini!” esclamò Nami, con la
speranza nella voce.
La commessa annuì, contenta di aver aiutato la ragazza. “Sono certa che sia
sufficiente qualche goccia, per riportare i tuoi mandarini rigogliosi."
La
navigatrice quasi si mise a saltare per la gioia, abbracciando la signora.
“Grazie! Lei non sa quanto mi ha aiutato!”
La donna, dopo il primo sconcerto
iniziale per quel gesto inaspettato, si mise a ridere. “Di nulla! L’ho aiutata
molto volentieri, dato che ho visto prima quando sa apprezzare una bella pianta
di mandarino. E poi credo che lei sia affezionata non poco agli alberi che
possiede, visto che li ha portati perfino sul Grande blu! Davvero, sono stata
molto felice di aiutarla.”
Nami
sorrise, e si avviò verso la porta. “E allora quando avrò guarito i mie
mandarini, le porterò un frutto per ringraziarla!”
La signora le sorrise di rimando, mentre la ragazza usciva dal
negozio alla velocità della luce. Contenta, la guardò sparire nell’oscurità
della notte che avanzava ormai, quando improvvisamente le venne in mente un
dettaglio molto importante che non aveva detto a Nami, e, portandosi le mani al
viso, esclamò: “O cielo, non le ho detto delle prove da superare! Povera
ragazza.. Spero che non le accada niente.”
Salve! ringrazio tutti per la lettura, e spero di riuscire a meritarmi la vosta attenzione! Anche qui, gli accenni ZoNami sono un po' scarsetti, ma non vi preoccupate, mi rifarò più avanti! :)
Nanni92: grazie molte per la fiducia! Spero che ti piaccia anche questo capitolo!
Nana_style: xD io davvero non so cosa fare con te, leggi sempre le mie FF, davvero non so come ringraziarti :). Sono contenta di essere riuscita a mantenerli il più possible IC, è veramente difficile. Altro che HP xD. Spero di essere l'altezza delle tue aspettative :)
favola88: grazie! Mi fa piacere che come primo capitolo sia riuscita a scrivere qualcosa di interessante, anche se a me non piaceva poi molto xD. Ho aggiunto qualche elemento in più, ma devo andare piano, perchè si sa, l'amore non nasce per magia. Se fosse così facile!
Marie_92: *alza striscioni e si mette a cantare* zoronami alè alè! xDDDDDDDD ZoNami foreveh xD Davvero ti rigrazio per aver letto, e spero di essere all'altezza! Peccato solo che io non riesca ad avere la tua stessa velocità di aggiornamento. Io faccio un capitolo ogni 25 dei tuoi xD. Anche se l'importante è che sia ZoNami ù.ù. :) Grazie ancora!
E ringrazio quanti hanno messo la mia storia fra i preferiti: giady92, nana_style, ny152, Valy_Chan. Grazie a tutti!