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Autore: Dark_soul    17/11/2008    4 recensioni
Nami era preoccupata. Erano giorni ormai che stavano navigando verso l’Isola Orange, e ancora, orizzonte dopo orizzonte, non si vedeva altro che mare, infinito. L’acqua potabile non mancava, e così anche il cibo, eppure lei non smetteva di torcersi le mani, ansiosa di arrivare.
Una FF avventurosa, nata per dare inizio a quella che mi sembra la coppia più bella: NamixZoro. Buona lettura!
Genere: Azione, Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Going Merry entrò nel porto poco prima del tramonto, con immenso sollievo da parte dei rematori, a cui non sarebbero certo mancati i dolci toni soavi della navigatrice. L’isola si rivelò essere un fiorente luogo di scambio commerciale, dove si potevano trovare merci e persone di ogni genere e classe. Proprio per questo i pirati non erano temuti, né evitati, -a patto ovviamente che non creassero confusioni di sorta-. I commercianti guadagnavano grazie agli scambi con loro, e i pirati potevano rifornirsi di cibo e acqua per continuare il viaggio. Una specie di simbiosi, dove l’uno guadagnava sull’altro.

Non appena venne gettata l’ancora, Nami corse in cabina a prendere uno zainetto con poche cose all’interno, tra le quasi il suo importantissimo portafoglio, e scese a terra, senza proferir parola. Robin si affacciò al parapetto, e la richiamò: “Dove vai, navigatrice? E’ quasi buio! Visiteremo l’isola domani, alla luce del sole.”
Nami le rivolse un sorriso tirato, cominciandosi ad incamminare verso il centro. “Tornerò presto, non preoccupatevi.” E detto questo sparì tra la folla di persone che ancora sciamavano nella via principale.

Robin fece un sospiro di rassegnazione, voltandosi poi verso lo spadaccino steso a dormicchiare accanto a lei: “Non sarebbe il caso che qualcuno la accompagni?”
Zoro sbuffò, alzando le spalle. “La mocciosa sa cavarsela da sola. E poi credo che sia una cosa che riguardi lei sola.”
L’archeologa gli rivolse uno sguardo incerto, ancora indecisa, ma sentì la voce del cuoco chiamarla a gran voce: “Mia carissima Robin! E’ pronta la cena! Sbrigati presto prima che questi buzzurri spazzolino fuori tutto.”

Improvvisamente, si levò una folata di vento, che si rivelò essere Rufy e Chopper, che passò accanto a Zoro, e travolse Sanji fermo sulla soglia della cucina.
Robin ridacchiò divertita della scena, poi si rivolse ancora una volta allo spadaccino: “Si, forse hai ragione tu. Diamole fiducia.” E detto questo si avviò verso il luogo dove Sanji stava punendo i due malcapitati.
Zoro non rispose, ma gettò un’occhiata nella direzione dove era sparita Nami: “Speriamo bene, mocciosa.”

***


Nami intanto stava camminando spedita per la via principale, piena zeppa di negozi e di taverne. Neanche guardava le vetrine dove facevano bella mostra di sé eleganti vestiti firmati all’ultima moda, non aveva tempo. Teneva ancora la fogliolina di mandarino stretta nel pugno.
All’improvviso una vetrina catturò la sua attenzione: c’era  esposta una strana varietà di pompelmo allungato, di colore arancione, e accanto quella che doveva essere un albero limone, sempre arancione. A quanto sembrava, ogni frutto che cresceva in quel luogo era di quel colore.
Nami entrò e si guardò intorno. Un intenso profumo di fiori la colpì, un misto tra violette, gigli, margherite, ma anche e soprattutto agrumi, leggermente acre ma piacevole. Guardandosi attorno, scoprì che non solo i frutti erano arancioni, ma anche tutti i fiori in vendita, rose, orchidee, perfino i papaveri!

“Beh, c’è un motivo se si chiama isola Orange, no?” borbottò fra sé Nami, e raggiunse il balcone, dove notò una rigogliosa pianta di mandarini, i cui frutti erano grossi e maturi, e le foglie lucenti. Le si strinse il cuore nel constatare la differenza tra l’albero che aveva davanti agli occhi, e quelli che invece teneva sulla nave. Avvicinò il viso alle foglie, e annusò quell’odore familiare, mentre nella sua mente si affacciavano ricordi felici.

“Desidera?” chiese una signora, spuntandole alle spalle.
Nami presa alla sprovvista, capitombolò all’indietro, e mancò poco che non andasse a finire proprio sopra un cactus, ovviamente arancione.
“Ma le pare questo il modo..!” esclamò Nami, massaggiandosi il sedere.
“Mi scusi!” esclamò la commessa, mentre accorreva per aiutarla ad alzarsi.
“Niente, niente, non si preoccupi. –rispose la ragazza, agitando la mano– colpa mia. Ultimamente ho i nervi a fior di pelle …” ma non aggiunse altro. Era rimasta a fissare i capelli della donna che le porgeva la mano, che erano di un arancione vivo, proprio come i suoi. Sorpresa, accettò l’aiuto, e si ritrovò in piedi, mentre la donna le sorrideva cortese.

“Mi dispiace lo stesso. Mi dica, in cosa le posso essere utile?”
Nami si riscosse dallo stupore, e la guardò sicure negli occhi. “Si, vado subito al punto. Io possiedo qualche albero di mandarino sulla mia nave, ma ultimamente credo abbia contratto una malattia. Guardi, ho qui con me una foglia.”
La donna prese in mano la fogliolina che Nami le porgeva, e la esaminò portandola vicina agli occhi. “Uhm. Una malattia? No, io credo solo che i suoi mandarini siano stressati.”
La navigatrice strabuzzò gli occhi. “Stressati?”

La commessa annuì. “Si, mi ha detto che questi alberi li ha sulla nave giusto? Scommetto che ha navigato con questi per tutto il Grande Blu fino a qui. Non è facile per loro sopportare condizioni climatiche che mutano velocemente come succede nella Rotta Maggiore, magari all’aperto e sottoposti alle intemperie. Si, credo proprio che siano stressati.”
Nami strinse le mani sul balcone. “E quindi? Cosa dovrei fare?”
La donna soppesò con cura la risposta, prima di guardarla negli occhi, sicura. “Se tiene alla salute delle sue piante, ha due possibilità. La prima, la più semplice, è che può affidare le sue piante alle mie cure e proseguire la navigazione, questo è senza dubbio il loro clima ideale. Quando vorrà, verrà a riprendersele.”
“No –sbottò la ragazza, senza nemmeno prendere in considerazione l’ipotesi– la seconda possiblità?”
L’altra fece un sospiro, porgendole la foglia di mandarino che le aveva consegnato Nami. “Ha notato che ogni fiore o frutto di quest’isola è arancione? E che perfino i suoi abitanti hanno i capelli arancioni?”

La navigatrice annuì, chiedendosi dove voleva andare a parare.
“Una leggenda narra che sia perché nel sottosuolo, scorre una falda acquifera, che viene alimentata da una sorgente sulla montagna dell’isola. Si dice che è proprio grazie a questa, con i suoi poteri miracolosi, che i frutti e i fiori siano arancioni, e che le piante non conoscano malattia. Ovviamente non c'è niente di certo.”
Nami rifletté, prima di rispondere: “Se è solo una leggenda, perché me la racconta?”
La donna sorrise. “Se fosse solo una leggenda, come si spiega il fatto che sia tutto arancio qui? Perfino il colore dei miei capelli dimostrano che non sono solo dicerie. Infatti, è probabile che noi abitanti, alla lunga, attingendo acqua dalle falde, abbiamo “contratto” il colore.”
“E quindi, se io trovassi questa fantomatica fonte, potrei prendere un po’ di acqua e curare i miei mandarini!” esclamò Nami, con la speranza nella voce.

La commessa annuì, contenta di aver aiutato la ragazza. “Sono certa che sia sufficiente qualche goccia, per riportare i tuoi mandarini rigogliosi."
La navigatrice quasi si mise a saltare per la gioia, abbracciando la signora. “Grazie! Lei non sa quanto mi ha aiutato!”
La donna, dopo il primo sconcerto iniziale per quel gesto inaspettato, si mise a ridere. “Di nulla! L’ho aiutata molto volentieri, dato che ho visto prima quando sa apprezzare una bella pianta di mandarino. E poi credo che lei sia affezionata non poco agli alberi che possiede, visto che li ha portati perfino sul Grande blu! Davvero, sono stata molto felice di aiutarla.”
Nami sorrise, e si avviò verso la porta. “E allora quando avrò guarito i mie mandarini, le porterò un frutto per ringraziarla!”

La signora le sorrise di rimando, mentre la ragazza usciva dal negozio alla velocità della luce. Contenta, la guardò sparire nell’oscurità della notte che avanzava ormai, quando improvvisamente le venne in mente un dettaglio molto importante che non aveva detto a Nami, e, portandosi le mani al viso, esclamò: “O cielo, non le ho detto delle prove da superare! Povera ragazza.. Spero che non le accada niente.”

 

 

 

Salve! ringrazio tutti per la lettura, e spero di riuscire a meritarmi la vosta attenzione! Anche qui, gli accenni ZoNami sono un po' scarsetti, ma non vi preoccupate, mi rifarò più avanti! :)

Nanni92: grazie molte per la fiducia! Spero che ti piaccia anche questo capitolo!

Nana_style: xD io davvero non so cosa fare con te, leggi sempre le mie FF, davvero non so come ringraziarti :). Sono contenta di essere riuscita a mantenerli il più possible IC, è veramente difficile. Altro che HP xD. Spero di essere l'altezza delle tue aspettative :)

favola88: grazie! Mi fa piacere che come primo capitolo sia riuscita a scrivere qualcosa di interessante, anche se a me non piaceva poi molto xD. Ho aggiunto qualche elemento in più, ma devo andare piano, perchè si sa, l'amore non nasce per magia. Se fosse così facile!

Marie_92: *alza striscioni e si mette a cantare* zoronami alè alè! xDDDDDDDD ZoNami foreveh xD Davvero ti rigrazio per aver letto, e spero di essere all'altezza! Peccato solo che io non riesca ad avere la tua stessa velocità di aggiornamento. Io faccio un capitolo ogni 25 dei tuoi xD. Anche se l'importante è che sia ZoNami ù.ù. :) Grazie ancora!

E ringrazio quanti hanno messo la mia storia fra i preferiti: giady92, nana_style, ny152, Valy_Chan. Grazie a tutti!

 

 

  
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