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Autore: Blueorchid31    11/01/2015    10 recensioni
Doveva essere una one, ma sarebbe uscita un papiro, quindi è diventata una mini long. Sasusaku. Sbrocco Natalizio Non è per cuori deboli. Dovrebbe far ridere e anche un po' piangere. Con questa introduzione entro di diritto tra le introduzioni scelte del sito , quelle più brutte. Buon Natale!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ''' Il secondo tragico Sasuke '''
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2. Presente







A differenza della mattina precedente Sasuke non provò alcun tipo di stupore nel risvegliarsi in una stanza che non era la sua. Riusciva ancora a sentire il profumo di sua madre nelle narici e nelle orecchie l'eco della sua dolce voce che gli augurava "Buon Natale".

Sembrava tutto troppo reale per non essere accaduto davvero.

Lui aveva parlato con sua madre, aveva toccato i suoi capelli e l'aveva vista sorridere.

Forse stava semplicemente impazzendo - di nuovo e in modo irreversibile - ma se fosse stato quello il prezzo da pagare per poter rivedere ancora la sua famiglia, lo avrebbe pagato volentieri.

Si girò su un lato e sbatté ripetutamente le palpebre dopo aver incrociato gli occhi gialli del gatto nero che dormiva raggomitolato al suo fianco.

Stranamente non provò l'istinto di scacciarlo, anzi trovò la sua presenza quasi rassicurante e allungò una mano per accarezzarlo.

Il gatto cominciò a produrre un suono che in un'altra situazione Sasuke avrebbe trovato irritante, ma che invece quella mattina sembrava avere l'inatteso potere di farlo sentire in pace : tutto quello che era accaduto quella notte aveva dell'incredibile e affondare la mano in quel pelo morbido era la prova che non fosse stato solo un bel sogno.

Il gatto continuò ad esternare il suo piacere felino miagolando sommessamente e facendo vibrare i suoi lunghi baffi.

Baffi?

L'associazione mentale fu immediata.

Balzò giù dal letto come una furia scatenata, spaventando la povera bestiola che non aveva minimamente idea di chi avesse trovato come nuovo padrone e si precipitò fuori di casa con una meta ben precisa.

Corse per le strade di Konoha e, raggiunto il suo obbiettivo, cominciò a bussare insistentemente alla porta sperando che quel qualcuno fosse già sveglio.

"Sasuke-kun"

La Hyuga sembrò molto stupita di vederlo. Come poteva non esserlo visto che da quando aveva fatto ritorno poteva contare le volte che lo aveva visto sulle dita di una mano.

"P-posso esserti utile? " gli aveva chiesto con la sua innata gentilezza e Sasuke, con altrettanto innato sgarbo, si era fatto strada in casa sua, ignorandola completamente; era salito al secondo piano e, seguendo la scia di ramen, aveva percorso il corridoio fino alla camera da letto. L'immagine che gli si parò di fronte sarebbe rimasta per sempre impressa nella sua memoria, come la ruga sulla fronte determinata dall'inevitabile smorfia di disgusto che si dipinse sul suo viso: Naruto Uzumaki, l'eroe di Konoha, la forza portante della Volpe a Nove Code, il futuro settimo Hokage, giaceva a quattro di spade sul suo talamo nuziale, con indosso solo un paio di boxer arancioni e una papalina dello stesso colore in testa - una scena che definire disgustosa gli sembrò quasi eufemistico; dalla sua bocca spalancata fuoriuscivano suoni che avevano ben poco di umano e il suo torace si alzava e abbassava ritmicamente e con esso... una visibilissima erezione - abominevole poteva essere un termine appena passabile.

Fece davvero tanta fatica a ricordare il perché di quella invasione, quell'immagine aveva avuto il potere di bloccargli le sinapsi più di un mangekyou sharingan.

Come aveva fatto la Hyuga a innamorarsi di quel... di quell'essere? La volpe per quanto bestiaccia malefica, aveva sicuramente più classe.

Si avvicinò al letto, dando adito a tutto il suo coraggio, con cautela, per non rischiare che l'amico per lo spavento potesse muoversi bruscamente e rivelare più di quello che era già abbastanza evidente - in tal caso aveva già messo in conto di autoipnotizzarsi con lo sharingan e rimanere in coma almeno per una decina di anni per superare il trauma.

"Naruto?" lo chiamò, schiarendosi prima la voce che improvvisamente sembrava non avere la forza di fuoriuscire.

Nessuna risposta.

"Usurantonkaki?" riprovò, alzando un po' il tono, mentre Hinata compariva sulla porta.

Niente di niente.

"Devi scuoterlo un po'." suggerì la ragazza "la mattina adora dormire... è un pigrone" cinguettò con una dolcezza tale da provocare l'ennesima smorfia di disgusto sul viso dell'Uchiha che iniziava seriamente a pensare che quella ruga sulla fronte sarebbe rimasta in eterno.

L'idea di toccarlo - con quella pertica in bella mostra - lo fece rabbrividire e si chiese per un attimo se ne valesse davvero la pena, se fosse poi così importante.

Sfoderò il dito indice della mano sinistra che non aveva ancora una gran sensibilità tattile e toccò appena la spalla dell'amico, pensando che, essendo un ninja, bastasse a farlo svegliare - lui avrebbe tirato fuori un kunai e lo avrebbe puntato alla gola del suo aggressore - ma evidentemente Naruto non aveva la sua stessa prontezza di riflessi e incurante si era appena scomposto, farfugliando qualcosa di incomprensibile.

Riprovò ancora con più decisione dopo aver sentito HInata ridacchiare divertita - come osava.

Naruto biascicò ancora qualcosa di incomprensibile terminando la frase con un "Hinata-chan" prima di abbracciare il cuscino alla sua destra e mostrare...

Era troppo.

Hinata si nascose dietro lo stipite della porta una volta notata una luce azzurra diventare sempre più intensa.

Un allegro cinguettio riempì la stanza seguito da un urlo disumano.

Fu così che Naruto scoprì che non ci fosse al mondo sveglia più efficace di un chidori.

"Teme, ma sei impazzito?" urlò, sbruciacchiato, ma soprattutto non più eccitato - con grande soddisfazione e sollievo da parte di Sasuke.

"Dov'è?" gli chiese, senza troppi preamboli.

"Che cosa?"

"Tu sai cosa?"

"Io so cosa, cosa?"

Vicolo cieco, doveva aspettarselo.

L'Uchiha si portò una mano al viso, scuotendo la testa: l'idea di raccontargli quello che era accaduto era impensabile - non ci aveva capito molto lui, quindi era quasi utopico che il Dobe potesse riuscirci.

"Tu hai rubato un mio kunai qualche anno fa" tagliò corto, sperando che avesse almeno buona memoria.

"Un kunai? Vorrei ricordarti che mentre tu ti divertivi a fare il vendicatore solitario, io sono diventato l'eroe di Konoha: a me i kunai li regalano, non ho bisogno di rubarli" si piccò, incrociando le braccia e assumendo quella posa da offeso, con la bocca a becco di pulcino che aveva sempre detestato - solo per quello avrebbe meritato un altro chidori.

"Mi riferivo a quando eri un povero Jinchuuriki sfigato, quando tutti ti odiavano, compreso me" precisò, provando anche un sottile gusto nel ricordargli che una volta valeva quanto una mezza calzetta.

Naruto sembrò rifletterci un attimo. Sembrò... Sasuke non era poi tanto certo che stesse riflettendo, in realtà sembrava alla ricerca di una via di fuga.

Aveva bisogno di una spintarella e così Sasuke fece brillare nuovamente il chidori.

Naruto consapevole che due chidori appena sveglio sarebbero stati letali, si persuase a collaborare.

"Aspetta, adesso che mi ci fai pensare..." esclamò per poi gattonare fino all'armadio dove era riposta una grossa scatola.

Ciò che fuoriuscì da quel parallelepipedo di cartone aveva dell'incredibile; sembrava come se avesse avuto un doppio fondo per la quantità di roba che in pochi minuti si era sparpagliata sul pavimento della camera da letto.

"Ti riferisci forse a questo?" gli chiese, facendolo roteare.

"Dammelo"

"NO, è mio!"

I muri di casa Uzumaki-Hyuga iniziarono a tremare e una terrorizzata Hinata, conscia del rischio di rimanere vedova prima del tempo, corse a chiamare l'unica persona che probabilmete sarebbe stata in grado di sedare gli animi dei due ragazzi.



-§-



"Si può sapere che cosa vi ha preso?" tuonò un'iraconda Sakura che era stata costretta a distruggere il talamo e gran parte della camera da letto per riuscire a fermare quei due idioti che, tumefatti a dovere, sedevano sul divano del salotto guardando in direzione opposte, a braccia incrociate, sinceramente contrariati.

"Ha iniziato lui" esclamò subito Naruto, sapendo di potersi giocare la carta " Sakura ce l'ha a morte con Sasuke quindi mi crederà per principio".

"E di grazia, quale sarebbe stato il motivo?"

"Questo stupido teme..."

Naruto non capì bene cosa successe, ma si ritrovò spiaccicato contro il muro portante della sua casa.

"Ci stavamo allenando" rispose Sasuke "Il fatto che non ci siano missioni non vuol dire che dobbiamo abbassare la guardia, vero Dobe?"

Sakura alzò un sopracciglio, non molto convinta della spiegazione, ma di stranezze partorite dalle menti di quei due ne aveva viste parecchie e poteva anche essere plausibile.

"E' così Naruto?" chiese per scrupolo all'amico che, tentando inutilmente di riattaccarsi un dente, le diede un lieve cenno di assenso onde evitare che l'Uchiha lo rimettesse a tacere, distruggendo qualcos'altro - già spiegare a Hyashi che la camera da letto era andata distrutta non sarebbe stata una passeggiata, spiegargli che l'intera casa era stata demolita, per di più da un Uchiha, avrebbe fatto nascere un vero caso diplomatico.

"Sapete che giorno è oggi?" chiese Sakura ai due geni incompresi che passavano il loro tempo ad amputarsi parti del corpo al posto di pensare a porre fine allo strazio natalizio che gli era stato imposto.

I due si guardarono per un istante un po' spaesati: il primo, Naruto, era ancora troppo intontito per capire che la domanda di Sakura fosse retorica, il secondo, l'Uchiha, aveva cancellato il 25 di Dicembre dal calendario ergo non si era neanche sforzato di comprenderla.

Sakura respirò profondamente, chiudendo gli occhi, sperando di trovare la pazienza necessaria per non aprire una voragine nel salotto di Hinata e spedire entrambi al Creatore.

"E' il 24 di Dicembre. Quei bambini si aspettano di trovare dei regali da scartare e fino ad ora abbiamo raccolto solo cianfrusaglie" gli ricordò, supponendo che lo shannaroo di poco prima potesse aver creato in uno di loro - perché nell'altro non riponeva alcuna speranza - una specie di amnesia.

"Sakura-chan ha ragione" concordò Naruto con un rivoletto di sangue ancora fresco che gli scendeva dal naso "Non abbiamo tempo da perdere"

Sakura ringraziò i Kami che almeno uno dei due avesse mostrato un minimo di buon senso e rimase in attesa che anche l'altro mostrasse segni di attività cerebrale dato che era rimasto immobile a fissare un punto indefinito davanti a lui.

"Naruto, tu continua a girare per le case. Io e Sakura ci occuperemo di impacchettare quei dannati regali" ordinò, quindi, il redivivo, il cui silenzio era forse dovuto all'organizzazione del piano che prevedeva che lui e Sakura rimanessero da soli.

Soli?

La ragazza iniziò a sentire di nuovo quella fastidiosa tachicardia che da quando si era trasferita a Suna aveva smesso di ammorbarla - forse per merito della sabbia - e uno strano senso di inquietudine.

"Io non prendo ordini da te!" ribatté Naruto.

"Così ho deciso"



-§-





Percorsero la strada da casa di Naruto a casa Uchiha in un silenzio talmente agghiacciante che era possibile udire il lieve rumore del respiro dell'Uchiha - Sakura aveva smesso di respirare appena lui aveva esposto il piano e non ne sentiva quasi il bisogno, temendo che anche un piccolissimo rumore potesse scatenare qualche reazione inconsulta. Nella sua mente, intanto, efficentissimi operai che, strano a dirsi, sembravano avere tutti le fattezze di Ino Yamanaka, avevano iniziato a elaborare le più assurde ipotesi. Fu totalmente inutile l'opera di autoconvincimento (che verteva sulle seguenti tesi: "Mi sono disintossicata", "Non penso più a lui", "Dobbiamo solo lavorare", " Che sarà mai"), una volta giunti a casa Uchiha e varcata la soglia insieme, le antitesi presero totalmente il sopravvento("Da quanto tempo aspettavo questo momento","Adesso che gli dico?","Oh Kami quant'è bello!") mandando alle ortiche mesi di terapia a Suna con il fratello della vecchia Chiyo.

"Io arrivo subito" le comunicò, avviandosi fuori, verso il corridoio che portava alle camere da letto.

Sakura annuì, farfugliando qualcosa di poco comprensibile, che doveva essere un "Sì, certo, fai pure" ma in realtà era stato un"Si... cer... fu... re" per cui si maledì nuovamente.

Per evitare di incorrere in altre conversazioni balbettanti, decise di rimboccarsi le maniche e farsi trovare all'opera.

Sasuke, che a sua volta si stava ponendo la domanda "Perché diavolo non ho mandato Sakura al posto di Naruto", una volta nella sua stanza, tirò fuori il kunai che aveva sottratto all'amico e che aveva accuratamente nascosto sotto la maglietta, incastrandolo nell'elastico dei pantaloni. Era proprio lo stesso che aveva visto quella notte, solo che al posto del suo nome che era stato brutalmente scucito da quella testa quadra cleptomane, vi era una "N" ricucita altrettanto malamente.

"Stupido idiota" ringhiò e dopo aver stracciato una maglietta, vi ripose l'arma, avvolgendola con delicatezza e riponendola poi nel cassetto del suo armadio - di fianco alla foto del team 7.

Sakura aveva iniziato a impacchettare un bambolotto con le fattezze di Hashirama Senju quando sentì una presenza inquietante alle sue spalle.

"Posso aiutarti?"

Voleva aiutarla? Aveva sentito bene o stava ancora sognando a occhi aperti?

"O-ok" rispose incerta, preparandosi all'imminente delusione che sicuramente le avrebbe dato da lì a poco.

Straordinariamente l'Uchiha si mise a sedere dalla parte opposta del tavolo della cucina e cominciò a valutare l'idoneità di alcuni giocattoli. Intanto uno strano gatto nero si era presentato sulla tavola, facendo sobbalzare Sakura per due motivi: il primo che il felino era comparso all'improvviso; il secondo " che cosa ci faceva un essere vivente in casa Uchiha?"

Il gatto scese elegantemente sulle sue gambe dove poi si acciambellò tranquillo, come se la conoscesse da sempre.

"Da quando hai un gatto?" chiese, quindi, a Sasuke.

"Da questa notte. Deve essere entrato dalla finestra" le rispose come se fosse stata la cosa più normale del mondo "Sembra che tu gli piaccia" aggiunse.

"Le piaccia... è femmina" gli fece notare, ma d'altronde che cosa ne poteva sapere lui "Ha un nome?"

"Ha senso?"

Giusto, se le avesse dato un nome avrebbe creato un legame e Sasuke Uchiha era allergico a tutte quelle cose che richiedevano impegno, rispetto e affetto reciproco. Un nome? No, troppo complicato per lui.

"Ok. Te lo darò io allora" dichiarò la ragazza accarezzando il gatto. 

Sakura ci pensò su un attimo per trovare qualcosa che potesse andar bene per l'unico essere vivente che Sasuke aveva accolto in casa sua. 

"Ti chiamerò..." 

Sasuke fece finta di non essere interessato quando in realtà lo era eccome. Non aveva pensato che forse quella povera bestiola potesse avere bisogno di un nome, in fondo fino a pochi minuti prima non sapeva neanche che fosse una femmina e fino a quella mattina non avrebbe mai creduto di poter mai possedere un gatto. 

"Katon"  

Katon? L'arte del fuoco? 

A Sasuke scappò quasi un sorriso che cercò subito di reprimere per non mostrare alcun tipo di soddisfazione per l'appropriatezza della scelta fatta dalla ragazza. 

"C'è un criterio?" le chiese, cambiando argomento, fingendo di guardare attentamente degli shuriken di plastica. 

"Per il momento no. I giocattoli che abbiamo raccolto sono pochi, quindi non penso che riusciremo ad accontentare tutti i bambini" gli rispose con sguardo basso e triste. 

"Tsk" 

"Giusto, a te cosa importa" ribattè lei con amarezza: come aveva previsto, non ci aveva messo molto a deluderla. 

L'Uchiha alzò lo sguardo e la osservò: era cambiata; non era più una ragazzina, ma una donna che non temeva di dire quello che pensava. Era cambiata anche fisicamente: i capelli di quell'assurdo colore erano ancora corti, ma aveva scelto di portarli con una riga laterale che nascondeva appena il piccolo rombo sulla sua fronte; spesso li metteva dietro le orecchie, mostrando il viso, proprio come in quel momento, forse per il nervosismo causato dal fatto che dopo tanto tempo fossero da soli; si mordeva le labbra, cercando di rendere presentabile quel pacchetto che non voleva saperne di prendere una forma accettabile. Era bella Sakura, lo era sempre stata, ma in quegli anni in cui lui era stato troppo occupato con i suoi molteplici propositi di vendetta e poi con  quelli di redenzione, lei era cambiata, mentre lui era rimasto sempre lo stesso, non si era evoluto in alcun modo. Si era creata una carriera, una posizione, conquistando la stima di tutti. Era successo troppo in fretta e lui si era ritrovato di fronte una persona diversa da quella che ricordava e non aveva la più pallida idea di come gestirla - la solita mania del controllo. Inoltre c'era quella faccenda dei sentimenti in cui lui era totalmente negato. Durante i suoi viaggi aveva riflettuto circa quella "questione irrisolta" e ogni volta aveva provato una sensazione di soffocamento: l'idea che lei potesse avere delle aspettative al suo ritorno, gli creava una certa ansia, pertanto aveva posticipato di giorno in giorno il rientro a casa fino a che non si era reso estremamente indispensabile. 

Lei non lo aveva forzato in alcun modo, gli era stata vicina con la sua solita delicatezza, ma il pensiero costante di "doverle qualcosa" lo aveva reso intrattabile e scontroso più del solito, tanto da farle scegliere di andare a Suna. 

Sapeva di averla fatta soffrire, e tanto, ma nonostante i buoni propositi di rimediare, l'unica cosa che riusciva a fare era tenerla a debita distanza. 

Naruto arrivò di lì a poco con il pranzo - ramen ovviamente - salvandolo da quei pensieri e dalla situazione imbarazzante in cui si era ficcato. 

Purtroppo il reperimento dei doni non era andato molto bene. Come aveva pronosticato Sakura, non ci sarebbero stati abbastanza regali per tutti i bambini. Non riusciva davvero a capire perché lei e Naruto provassero così tanto dispiacere per quella faccenda. Anche lui era stato un orfano e nessuno - a parte Sakura - si era mai preoccupato di regalargli qualcosa a Natale.  

"Potremmo comprarli" propose Naruto. 

"E con quali soldi? A meno che tu non sia diventato miliardario, con il nostro stipendio non riusciremmo a comprare tutti i regali!" 

Sakura non aveva tutti i torti, ma in quella stanza c'era qualcuno che poteva risolvere il problema. Naruto si voltò quindi verso di lui. 

"Scordatelo!" ringhio Sasuke. 

"Dai Teme, sei l'unico che può aiutarci!" 

"Chiedete a Kakashi di alzarvi la paghetta oppure di comprare lui i regali, dopotutto l'idea è stata sua." 

" Sei veramente impossibile! Andiamo, Sakura-chan, Kakashi-sensei ci darà una mano"  

"In bocca al lupo" gli augurò Sasuke con un ghigno sul viso: dopo la guerra e senza missioni, le casse del Villaggio dovevano sicuramente essere semivuote, motivo per il quale Kakashi aveva dato loro quel compito. 

Sakura seguì Naruto senza fiatare, probabilmente come l'amico, anche lei stava pensando di lui che fosse un avaro senza cuore, ma non era scritto da nessuna parte che utilizzasse i soldi della sua famiglia - quella che Konoha aveva fatto sterminare - per i poveri orfanelli della guerra - che lui aveva contribuito a scatenare. Come se fosse stato un suo problema poi... mica era l'Hokage. 

Disgustato dal caos che regnava nella sua cucina, tra fiocchetti e carta da regalo, decise di ritirarsi nella sua stanza a leggere qualcosa. 

Essendo quasi ora di pranzo, decise di abbassare le tapparelle per godere di un po' di oscurità - quanto gli mancavano i rifugi di Orochimaru in alcuni momenti.  

Si sdraiò sul letto e accese una candela, attendendo che il gatto, che fino a pochi minuti prima era stato comodamente seduto sulle gambe di Sakura, si decidesse a raggiungerlo: lo rilassava. 

La palla di pelo nera non tardò ad arrivare, ma al posto di entrare e accoccolarsi al suo fianco sul letto, rimase immobile sulla soglia della porta. Fissava l'angolo più buio della stanza con curiosità, come se ci fosse qualcuno. 

Sasuke fece spallucce: non era pratico in psicologia umana, figuriamoci felina.  

Prese a leggere il rotolo che trattava di una particolare tecnica che si poteva attuare mediante il rinnegan, quando dallo stesso angolo buio che il gatto stava insistentemente fissando un'ombra comparve all'improvviso. 

In un occhio il rinnegan, nell'altro lo sharingan. 

"Ciao Sasuke" 

"Ci risiamo" pensò l'Uchiha, fissando l'uomo davanti a lui "E tu che ci fai qui?"gli chiese. 

"Sono venuto a mostrati alcune cose" 

"Avrebbero potuto mandare qualcun altro" 

" In realtà sarebbe dovuto venire Madara, ma sta aiutando tuo padre con il colpo di Stato" 

Allora era vero! 

"Sai sono tutti molto occupati lassù e io avevo bisogno di cambiare aria" 

"Non ti trovi bene? No, aspetta, non dirmelo, non me ne frega niente. Fai quello che devi fare e in fretta, vorrei riposare un po'." disse, sperando che in quel modo il suo inatteso ospite tagliasse corto. 

L'uomo si avvicinò al letto e vi si mise a sedere. 

"Il fatto è che io le donne proprio non le capisco" cominciò a raccontare per la felicità di Sasuke che non poté fare altro che alzare gli occhi al cielo e sperare che quel calvario finisse in fretta "pensavo che una volta lì, lei sarebbe stata contenta e invece - tu non sei diventato Hokage; hai tradito il Villaggio; vedi, Kakashi ce l'ha fatta, lui sì che è un grande ninja - Kakashi, Kakashi, sempre Kakashi. Io ho scatenato una guerra per lei!" 

Obito Uchiha: un uomo che ha dedicato la sua vita alla f... 

Per Sasuke non poteva esserci niente di più patetico. Era in pratica la versione maschile di Sakura, con l'unica differenza che la ragazza non aveva bisogno di sedute di psicoterapia per l'autostima e non aveva tendenze autolesionistiche. 

"Capisci, Sasuke? Io ho sempre pensato che lei sarebbe stata orgogliosa di me, che mi avrebbe considerato un eroe... però mi ama, me l'ha detto..." 

Sasuke iniziò a pensare che se quella era la punizione divina per tutte le sue malefatte, in futuro avrebbe rigato davvero dritto. Preferiva di gran lunga la versione di Obito posseduto da Zetsu Nero - sicuramente più psicopatico, ma meno logorroico. 

"Obito" lo interruppe per avere un'idea di ciò che lo aspettasse "sei qui per questo?"  

"No, ma Madara, quell'approfittatore, passa tutto il suo tempo a litigare con Hashirama e mi ha detto che è stufo di sentir parlare di Rin" 

Sasuke non poteva dargli torto, di sicuro Madara si era dovuto sorbire anni e anni di piagnistei durante la sua convivenza forzata con Obito - la morte doveva essere stata una liberazione. 

"Quindi?" lo incitò Sasuke. 

"Quindi andiamo" gli rispose, risucchiandolo con il kamui. 

Si ritrovarono per strada, davanti alla porta di casa Yamanaka - Sabaku - Nara. Questa idea della "comune" aveva qualcosa di bislacco, ma trattandosi di Ino, Sai, Temari e Shikamaru, non poteva essere diversamente. 

Obito si avvicinò alla finestra e lui lo seguì a ruota. Alla fine anche Gaara era stato invitato - un altro irriducibile single - forse dalla sorella. I suoi amici erano tutti seduti intorno a un lungo tavolo e stavano ridendo per qualcosa che doveva essere veramente divertente. 

Obito gli fece strada all'interno per poi appoggiarsi allo stipite della porta con le braccia incrociate. Sasuke tese l'orecchio per sentire cosa stesse causando tanta ilarità nei suoi amici. 

"Forse Orochimaru ha già creato dei suoi cloni in provetta" stava abbaiando Kiba Inuzuka. 

"O forse pensa di riprodursi per gemmazione" aveva ipotizzato Rock Lee. 

"Certo che non usare quel coso è un crimine contro l'umanità..." era intervenuta mestamente Karin. 

"Magari ce l'ha piccolo, che ne sai?" 

L'ultima ipotesi della Yamanaka aveva fatto esplodere un'altra risata collettiva. 

Ma di chi stavano parlando? 

L'unica che non sembrava trovare affatto divertente l'argomento era Sakura che ogni tanto accennava qualche sorriso forzato.  

"Anche Sai alla fine si è dimostrato più umano di lui o comunque ci prova, vero passerotto?"aveva poi continuato la Yamanaka schioccando un bacio sulla guancia del suo Toyboy. 

"Stanno parlando di te" gli rivelò Obito onde evitare fraintendimenti. 

"Di me? Ti sbagli" ribatté prontamente "Naruto non riderebbe mai di me" 

"Quel teme è un caso disperato!" esclamò quindi Naruto togliendogli ogni dubbio: c'era solo una persona al mondo che lui chiamava teme. 

"Usurantonkachi traditore!"esclamò Sasuke, ferito nel profondo. 

"Hai deciso di passare la Vigilia di Natale da solo" gli spiegò Obito. 

"Certo! Questa festa era un'idea stupida" 

Sakura si era improvvisamente alzata ed era andata in cucina. 

"Seguimi" lo invitò l'Uchiha, facendogli strada. 

Sakura aveva poggiato i palmi delle mani sul piano di lavoro della cucina ed era ferma, immobile, con lo sguardo triste. 

"Non ti diverti?" 

La voce del Kazekage l'aveva fatta trasalire. 

"Sono discorsi triti e ritriti, sono stufa di sentir dire sempre le stesse cose" gli aveva risposto, voltandosi verso di lui. 

"Sasuke è un bersaglio fin troppo facile da colpire e il fatto che questa sera non si sia presentato non ha deposto a suo favore" 

"Già, ma lui è fatto così. Non ama stare in compagnia... in realtà non so se esista al mondo una persona con cui gli piaccia stare oltre se stesso." 

"Sei preoccupata per lui?" 

Sasuke smise di respirare senza una ragione apparente. 

"N-no, non più" 

 Aveva tentennato, era palese, ma aveva comunque risposto di no e Sasuke non riuscì a non provare una sorta di delusione. 

"Ho passato anni a preoccuparmi per lui" aveva continuato la ragazza "ma lui ha dimostrato di non aver bisogno di nessuno, men che meno di me, quindi..." 

" Non c'è bisogno che aggiungi altro, ho capito perfettamente e penso che sia giusto che tu abbia deciso di pensare a te stessa. Un bel giorno si accorgerà di quello che ha perso." 

"E sarà troppo tardi" aggiunse Obito per accentuare la drammaticità della cosa, prontamente fulminato da Sasuke che iniziava sul serio a valutare l'ipotesi di compiere un kazekagecidio. 

Cosa stava facendo Gaara? Stava portando acqua al suo mulino o si divertiva solo a elargire perle di saggezza? 

"A Suna ti stai creando una nuova vita, non può farti che bene" 

Ancora? Ci stava mettendo il carico da novanta? 

"Non vedo l'ora di tornare... a casa."gli aveva detto sorridente. 

Casa? 

Sakura aveva davvero apostrofato Suna come "casa"? 

Ma che stava succedendo? 

La sua casa era Konoha, non il Paese sabbioso e lei... lei aveva sorriso al Kazekage come a un amico di vecchia data, come un tempo sorrideva a... 

"Si chiama gelosia, amico" disse Obito " l'ho provata anch'io verso Kakashi , quando pensavo volesse Rin solo per sè" 

Rin, Rin, Rin, Obito sapeva parlare solo di Rin. 

"Taci" lo zittì Sasuke che era molto più interessato alla conversazione tra la rosa e Gaara che alle sue paranoie sentimentali. 

"Sono contento che la pensi così" aveva continuato il Kazekage, che con l'ausilio di un vortice di sabbia - dato che anche lui non era molto incline a toccare e farsi toccare - le aveva gentilmente scostato i capelli dal viso portandone una ciocca dietro le orecchie.  

Sakura era arrossita. 

Sakura. Era . Arrossata. 

Sakura. Era. Ar-ros-si-ta. 

Sasuke non aveva parole. 

Per quel misero trucchetto da prestigiatore sabbioso, poi? 

"Ci vuole poco per far felice una donna" sentenziò Obito, come se lui fosse stato un esperto in materia. 

Sasuke evitò di distruggere in maniera definitiva la sua scarsa autostima ricordandogli che circa una ventina di minuti prima si era presentato al suo cospetto dichiarando di "non capire le donne" e si concentrò su Sakura che continuava a guardare Gaara con aria sognante come un cavaliere senza macchia e senza paura o il principe azzurro - rosso - arrivato in sella al suo monocoda per salvarla.  

E lui, quindi, chi era? L'orco cattivo? 

"No, tu sei uno sfigato. Non hai un ruolo in questa faccenda. Sarai forse un ricordo e nient'altro" 

Un ricordo? Lui sarebbe stato un ricordo e anche brutto probabilmente.  

"Non puoi biasimarla se ha deciso di rifarsi una vita. In fondo tu non l'hai voluta al tuo fianco. Che sciocco! Se Rin mi avesse fatto la corte..." 

"Smettila! Riportami a casa!" 

"Come vuoi" 

Obito lo risucchiò nuovamente con il kamui e lo riportò a casa.  

Era buia, come sempre. Solo la luce fioca di una candela illuminava appena il corridoio. Il silenzio era quasi opprimente. Lo stacco tra l'immagine della casa dove i suoi amici stavano festeggiando e la sua abitazione era nettissimo.  

Percorsero il corridoio fino alla camera da letto dove Sasuke, sdraiato sul letto con accanto Katonstava leggendo un rotolo. 

Vedersi dal di fuori fu abbastanza scioccante: Sasuke si rese conto di quanto fosse deprimente quell'immagine di lui, da solo. E il peggio era che aveva scelto lui di esserlo. 

"Caspita che depressione!" 

Obito iniziava a dargli sui nervi. 

"Tuo fratello Itachi era molto più allegro di te, sai?" 

Sasuke non colse la provocazione. In realtà desiderava solo che lui se ne andasse per avere modo di riflettere su tutto quello che aveva visto. Mille pensieri contrastanti affollavano la sua mente e con lui che sparava cazzate non riusciva a elaborare niente di razionale. 

"Quale sarebbe la morale?" gli chiese. 

"Tu sai qual è" 

Per tutta la vita ho creduto di essere solo, adesso, lo sono davvero. 

"Esattamente. Ma sei ancora in tempo per rimediare" 

"E come?" 

"Lo capirai. Questa notte riceverai un'altra visita, l'ultima, e forse riuscirai a comprendere" disse Obito, prima di dissolversi. 

"Idiota non dovevi dirglielo" una voce femminile rieccheggiò nella stanza. 

"Scusa Rin hai ragione, ma mi ami lo stesso,vero?" 

"Certo che ti amo stupidino" 

L'ultima cosa che Sasuke udì fu il fastidioso, quanto inopportuno, schioccare di baci. 

 

 

 

 

Angolo Autrice 

Vi chiedo immensamente perdono per questo mostruoso ritardo, ma gli impegni mi hanno tenuta lontana dalla tastiera. Tra le feste natalizie, la famiglia e il lavoro, trovare il tempo per scrivere è stato impossibile. 

Ringrazio tantissimo tutti i lettori che mi hanno scritto in privato. Non avete idea di quanto mi abbiano fatto piacere le vostre parole :-) vi lovvo tutti! 

Ringrazio anche tutti coloro che hanno recensito finora e hanno inserito la storia tra preferiti, seguiti e ricordati. Siete davvero tanti e questa cosa è meravigliosa. :-)  

Spero, prossimamente, di riuscire ad aggiornare più spesso e soprattutto cercherò di rispondere alle vostre recensioni. Credo che questa sarà la storia che finirò prima perché Natale ormai è passato e poi manca solo un capitolo, massimo due. Quest'ultimo è venuto molto lungo, ma non mi andava di spezzarlo ( perdonatemi!)  

Cercherò di aggiornare al più presto anche le altre fan e confido vivamente nella vostra pazienza. Sappiate che non lascio mai nulla di incompiuto quindi porterò a termine tutte le storie anche perché ne ho altre in cantiere( per ora solo nella mia testa). Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e aspetto le vostre considerazioni. Vi aspetto! 

Chi sarà l'ultimo fantasma? 

Visto che non c'è stata occasione, vi auguro anche un felice 2015!  

Un bacione 

Blueorchid31

   
 
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