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Autore: jbern    12/01/2015    2 recensioni
Prende luogo dopo Harry Potter e l'Ordine della Fenice ma non tiene conto di Harry Potter e il Principe Mezzosangue. Harry Potter e Susan Bones. Gretto realismo, un Harry indipendente e un Voldemort credibile tutti in una disperata battaglia per controllare il fato del mondo magico. Rating Maturo.
Harry Potter - Rating: Maturo - Lingua originale: inglese - Avventura/Romantico - Capitoli: 41 - Parole (nel testo originale): 340,961 - Commenti: 2619 - Tra le fanfiction favorite di: 2,716 - Seguaci: 1,270 - Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2007 - Pubblicata: 3 dicembre 2005 - Harry Potter, Susan Bones - Completa.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Susan Bones
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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To Fight The Coming Darkness

Combattere l'Incipiente Oscurità


Autore jbern

Traduzione a cura di hp_in_my_heart

Betaggio a cura di Luc_y








Disclaimer – Ancora non possiedo Harry Potter. Questa è ancora una fanfiction. Altrimenti, sarei io quello che annuncia un parco a tema. Diavolo, non possiedo nemmeno il titolo di questo capitolo, viene da una canzone di Tone Loc. 


Capitolo 34 – È come dice Mick Jagger… Non posso avere alcuna soddisfazione. (1)


Venerdì 13 Settembre 1996 


Albus Silente si tolse gli occhiali con la mano che gli restava. Li posò sulla scrivania di fronte a sé e poggiò la testa sul palmo della mano. Prendendosi un momento per ricomporsi, misurò attentamente le sue prossime parole per timore di danneggiare la fragile collaborazione che resisteva tra lui e il giovane mago al di là della scrivania. 


Era impressionato, ma anche spaventato allo stesso tempo. Harry aveva parlato col professor Ruf e aveva sfruttato il suo insano fascino per la storia dei Goblin? O aveva avvicinato direttamente i Goblin attraverso i suoi legami politici? Durante le rivolte, i Goblin usavano arieti di ferro grezzo per fiaccare il potere di un posto fortificato con la magia e facevano spostare a Troll e Giganti lingotti di metallo informe nella zona delle barriere mentre loro indebolivano e alla fine esaurivano la forza della magia protettiva. 


Tranne che per qualche leggenda di salvataggi d’ostaggi, nessuno aveva mai pensato di usare ferro grezzo per disabilitare temporaneamente un gruppo di barriere. Harry aveva creato un momentaneo buco nelle barriere dei Mangiamorte e l'aveva riempito con diverse bombe Babbane. Le barriere non avevano avuto alcuna possibilità di ricostruirsi prima di venire distrutte. Era un'idea spaventosamente rivoluzionaria. 


“Harry, parte del problema del nostro lato è che ci siamo divisi troppo. C'è il Ministro e il suo gruppo. Ci sono io e l'Ordine. Infine, c'è... ci sei tu. In verità, tu sei quello con le migliori intenzioni. Semplicemente, desideri finire la guerra il prima possibile.” 


Albus non poteva davvero definire Harry uno studente. A dire la verità, non aveva mai pensato a lui in quel modo. La conversazione stava procedendo nella direzione sbagliata, ma questo doveva essere detto. 


“Cosa sta dicendo?” chiese Harry, con la voce piena di rabbia. “Vorrebbe piuttosto che ci sedessimo senza fare nulla? Avrei dovuto aspettare che rilanciassero l'incantesimo e che tutto diventasse inutile? Mi perdoni se cerco di portare guerra al nemico e di salvare ostaggi. Vorrei soltanto essere riuscito a riportare indietro anche il padre di Neville.” 


Albus annuì saggiamente. Indubbiamente, Harry aveva una certa capacità di compiere l'impensabile. “Non ho considerato che saresti stato capace di prendere questa informazione dalla mente di Peter. Semplicemente, avrei voluto che me ne avessi messo a parte prima.” 


Il livello di ostilità crebbe. Perfino la giovane ed emotivamente ferita Metamorfomagus assegnata ad Harry come guardia del corpo lo guardò con sospetto. 


Non è che potessi esattamente venirmene fuori e dirglielo, no? Non sono capace di parlare falsamente come lei! Mi dica, cosa ne avrebbe fatto di questa informazione se lo avessi fatto?” chiese Harry, battendo un pugno sul tavolo.

 

“Questa è una congettura, ma avremmo potuto farti infiltrare lì dentro uno dei nostri ritratti, sotto apposito camuffamento, e piazzare di fatti una spia nella sua sala operativa. Avremmo potuto capire la ragione dietro la sua recente ondata di rapimenti. Avrebbe anche potuto avvertirci quando Tom Riddle sarebbe stato nel suo quartier generale, per massimizzare gli effetti del tuo attacco. Il punto a cui sto cercando di arrivare è che abbiamo bisogno di fidarci l'uno dell'altro...” 


Harry rise derisoriamente. “Questo vale in entrambi i sensi, Silente! O devo ricordarle come ha cercato di tenermi fuori dalla lettura del testamento di Sirius e dall'essere emancipato? Ha aspettato quattro anni per dirmi la vera ragione per cui Voldemort stava tentando di uccidermi! Dov'è la sua fiducia? Dove sono le informazioni che lei avrebbe dovuto condividere?” 


Incontrò gli occhi del giovane e li trovò pieni di rabbia e risentimento. Non osò menzionare quanto gli ricordavano quelli d’un altro mago, circa cinquant’anni prima. Una simile affermazione non sarebbe stata presa bene e considerata utile. “Nelle ultime settimane, ho cercato di rettificare tutto ciò. Ti ho incluso negli incontri dell'Ordine e ti ho dato asilo nel castello. Siamo entrambi da biasimare per la distanza che c'è tra noi. Non so se conosci la famosa citazione del Signor Franklin (2), ‘Noi dobbiamo davvero restare uniti, o, molto probabilmente, verremo tutti impiccati separatamente.’ Oggi, non è meno vera. Non è in mio potere convincere il Ministro Scrimgeour a coordinare i suoi sforzi con noi, ma tu ed io dobbiamo iniziare a lavorare insieme. Tom è cresciuto oltre la mia capacità di contenimento. Entrambi sappiamo che non sono più una sfida per lui. Per il momento, non lo sei neanche tu. Filius mi ha tenuto informato dei tuoi progressi e intendo iniziare a partecipare pienamente alle tue sessioni per perfezionare ulteriormente le tue capacità crescenti.” 


Aveva cercato di tenere Harry lontano dal punto del discorso. Per un momento, pensò di esserci riuscito. 


“Ancora non capisco perché è così sconvolto dalla cosa,” esclamò Harry. “È lui quello che sta cercando un nuovo quartier generale. È lui quello obbligato a rimettere insieme i pezzi, una volta tanto!” 


“Bene, al fine di ristabilire la fiducia tra noi, ti dirò cosa mi preoccupa, Harry. Immagina cinquanta Mangiamorte sulle scope. Potrebbero replicare il tuo attacco su questo castello, il Ministero, il Wizegamot quando è in riunione? Quanto carico potrebbe portare un drago in schiavitù? Oggi i goblin sono tuoi alleati, ma non pensare affatto che non potrebbero aggiungere questa tattica al loro arsenale quando ci sarà la prossima rivolta. Pensa a una casa normale di una famiglia comune, quelle strutture e le loro barriere reggerebbero a un bombardamento aereo? Posso dire con certezza che questo castello non può. Dovrò deviare delle risorse per assicurarmi che possa. Poi, dovrò soppesare l'opzione se e quando informare il Ministro, così che possa fare lo stesso. Le nostre preparazioni probabilmente non passeranno inosservate e le forze di Tom alla fine capiranno cosa è successo e raffineranno il tuo piano, forse perfino migliorandolo. Da sole, le tue azioni hanno fatto alzare la posta di questa guerra e tutte le parti ora devono rivalutare il loro livello di prontezza.” 


Dentro di sé, Albus si rimproverò. Non avrebbe dovuto gettare questo fardello su Harry. Raramente i maghi attaccavano dall'aria una struttura fortificata. Sperava e pregava che Tom non adattasse questo 'bombardamento a tappeto' ai suoi bisogni. Ora si scopriva a rimproverare Harry per aver ottenuto una vittoria. Doveva correggere questa cosa, immediatamente! 


“Mi scuso, Harry,” disse Albus in tono contrito. “Hai vinto oggi. Hai recuperato tre ostaggi e hai consegnato un colpo tremendo ai nostri nemici. Dovremmo andare oltre e imparare qualcosa dai tuoi successi per evitare che vengano usati contro di noi. Ne riparleremo domani. Per ora, vai a riposare.” 


Silente guardò il giovane uomo andarsene con Tonks. Subito iniziò a pensare a dei modi per rinforzare le barriere che proteggevano la scuola. Le barriere anti scopa erano efficaci solo per un raggio di trecento metri. Finché un campo di gioco adatto non fosse stato recintato, il Quidditch avrebbe dovuto essere cancellato. Forse, un dirigibile nascosto con le barriere ancorate avrebbe sorpreso coloro che pensavano di volare oltre i limiti di una barriera anti scopa ancorata a terra? Albus amava le sfide mentali, ma avrebbe preferito non avere quella, quella sera. 


Fece un cenno alla sua fedele compagna, Fanny. Aveva bisogno di un po' d'aria fresca. Ma prima, doveva usare la Metropolvere. 


“Arabella? Arabella, sei ancora sveglia?” 


“Albus, santo cielo! C'è qualcosa che non va?” 


“Sarebbe più facile fare una lista di quello che va bene in questi giorni. Potrei venire a farti visita?” 


“Certamente, gradiresti una tazza di tè?” 


“Sarebbe bello.” 


Gli era sempre piaciuto viaggiare con Fanny. Era esilarante. Arabella si era trasferita un paio di giorni dopo che i Dursley se n'erano andati. 


L'anziana signora e i suoi gatti lo fissarono appena entrò. Poté vedere pietà e sorpresa nei suoi occhi quando videro che gli mancava un braccio. Lei si posò una mano terrorizzata sulla bocca aperta. 


“Per favore, non preoccuparti delle mie ferite. Non sono importanti.” 


“Cosa ti porta qui questa sera, Albus?” 


“La stessa cosa che mi ha portato qui tre anni fa, mia cara, ho bisogno che Harry venga controllato.” 


“Cosa intendi?”

 

“È stato in grado di lasciare la scuola oggi e ha rischiato la vita per attaccare il nemico. Rendo onore al suo coraggio, ma non posso permettermi di essere ignaro dei suoi movimenti.” 


“Certamente, sospetterà di me se mi vede al castello.” 


“Ah, ma abbiamo diverse copie di questo splendido oggetto chiamato la Mappa del Malandrino. Ti permetterà di sederti in una stanza nel castello e monitorare i suoi movimenti. Infatti, contatterò diversi altri membri di famiglie magiche che purtroppo non hanno avuto la possibilità di usare la magia. Ufficialmente, verrai portata al castello per la tua protezione; a causa delle voci che Lord Voldemort stia prendendo di mira coloro che la società ha scelto di chiamare Magonò. Ufficiosamente, seguirai i movimenti di Harry e mi avvertirai nel caso tentasse di andarsene.”


Dopo aver discusso altri dettagli e i nomi di altri Maghinò, che Arabella riteneva abbastanza affidabili per questo compito, Albus tornò in ufficio. Non era un uomo felice. Ad Albus dispiaceva che fosse necessario, ma la fiducia non andava troppo lontano in tempo di guerra. 


-------- 


Lord Voldemort non era un uomo felice. Osservò il danno al suo quartier generale. L'Incanto Fidelius su una struttura così grande lo aveva costretto a ridurre in maniera significativa la potenza delle altre barriere. L'unica cosa che stava impedendo a ciò che rimaneva della struttura di crollare era la magia delle mura che stava svandendo.


Le tre stanze ancora in piedi erano un disastro. Intere sezioni delle pareti mancavano. Le finestre con incantesimi infrangibili erano semplicemente cadute verso l'esterno, cornici intatte e tutto. Alcune erano perfino state fatte a pezzi, facendo sì che lui si chiedesse che razza di potere era richiesta per superare la magia. Infrangibile era un nome errato tanto quanto il termine Babbano 'antiproiettile'. Le spesse pareti di pietra avevano ceduto nel luogo dell'impatto, aggiungendosi all'instabilità e il cratere era scavato ben oltre a dove era stata la sua camera principale, al primo livello. Se fosse stato lì in quel momento, la guerra sarebbe stata persa. Senza dubbio, Peter sarebbe stato sconvolto dalla perdita del suo tavolo, ma sarebbe stato inutile ora che il quartier generale era effettivamente stato distrutto. 


Gli mancava la sua sedia, però. Era abbastanza comoda e l'incantesimo su di essa era preciso. Sarebbe stato difficile rimpiazzare quel livello di maestria. 


Avvicinandosi per ispezionare le pietre danneggiate, fu colpito dalla portata della devastazione. Erano bucate e spezzate in alcuni punti, con strati di polvere e fuliggine che coprivano la superficie. Il materiale sembrava come se fosse stato ricoperto da un corrosivo e esposto alle intemperie per un secolo. Usando un veloce incantesimo di pulizia, fu chiaro che c'era materiale ferroso scontratosi con forza incredibile contro la roccia. Gli ricordava i suoi vagabondaggi per l'Europa dopo che aveva finito Hogwarts. Aveva visto coi propri occhi le rovine di Dresden e diverse altre città Babbane che erano un monumento alla ricerca senza fine da parte dei Babbani di modi nuovi e migliori per uccidersi a vicenda. 


Appena arrivato nel magazzino con i sette Negromanti Giamaicani, aveva scoperto che la maggioranza delle attività associate al quartier generale erano state improvvisamente fatte lì e avevano interferito con la produzione dell'orda di non morti. Dodici dei suoi seguaci, compreso Rabastan, erano morti. Per cui, era partito per cercare Peter e apprendere di prima mano cos'era successo. La sua rabbia era smorzata dal continuo dolore inflitto dalla presenza dei Revenant. Finché non sarebbero stati vicino a Potter, avrebbero continuato a succhiare energia da lui. Avendoli lasciati nel magazzino, stava già piuttosto meglio, sapendo che il ragazzo avrebbe presto sentito la nausea che lui aveva sperimentato durante il viaggio di ritorno. 


James e soprattutto Lily si sarebbero alimentati delle sue energie, prosciugandolo. Avrebbero invaso la sua mente e inflitto torture psicologiche, privandolo del sonno. Alla fine, Voldemort li avrebbe liberati e avrebbe permesso loro di perseguitare Potter. Nessun alleato di Potter avrebbe avuto il potere di aiutarlo contro un nemico invisibile e la sua notevole magia sarebbe stata inutile – un esempio cardine del motivo per cui i tradimenti familiari contro coloro che praticavano riti Vodoo era un avvenimento così raro. 


L’urlo di comandi catturò la sua attenzione e lo distrasse dalle sue piacevoli fantasie di quello che sarebbe successo quando le sue creature sarebbero state schierate. 


“Bene, prendi altri tre con te e rinforza quel vicolo! Se il sostegno cede, perderemo la maggior parte di questa sezione! Tu, laggiù, porta altri due uomini nella foresta e raccogliete altra legna per le costruzioni di rinforzo. Tagliateli e metteteli a posto lì. Qualcosa interferisce con la nostra Trasfigurazione.” 


Decise di intervenire, “Si tratta di questa grande quantità di ferro, Peter. Fai rapporto!”


L'Animagus ratto sembrò spaventato dall'apparizione del suo padrone. “Mio signore, la struttura è ancora in piedi, ma sembra che stiamo combattendo una battaglia persa...” 


“Sì, lo sembra. Cosa sappiamo sulle forze che ci hanno attaccato?” 


Peter esitò un momento e iniziò lentamente, come se si stesse sforzando di pronunciare quelle parole. “Nulla. Ho parlato con Rabastan dopo l'attacco e mentre stavo raccogliendo rinforzi dal magazzino. Quando sono tornato, era stato ucciso da una Maledizione Esplosiva. Un altro dei suoi seguaci era stato trovato vicino a lui, ucciso da una Maledizione Tagliente da dietro. L'ultimo ucciso non a causa dell'esplosione, è stato trovato al confine delle barriere. Quando Roland Yaxley ha tentato di identificarlo, Yaxley è scomparso e abbiamo trovato tracce dell'attivazione di una Passaporta. Mancano diversi altri, oltre ai prigionieri. Ho richiesto altre informazioni dalle nostre fonti al Ministero, ma sono state insolitamente silenziose.” 


Lord Voldemort guardò il cielo pre alba. Era stato fatto dall’intorno o qualcuno aveva inventato un metodo per spezzare il ruolo di Peter come custode segreto. In un istante la soluzione lo colpì – Potter! Voldemort maledisse la propria distrazione! Il ragazzo era stato nella mente di Peter. Aveva fatto esattamente quello che avrebbe fatto Voldemort nella stessa situazione: estrarre quante più informazioni lesive e usarle in seguito. Questo spiegava i recenti successi del Ministero nel trovare le sue case sicure. 


“Peter, salva quello che puoi. Questo posto è perduto finché la contaminazione metallica non potrà essere rimossa. Semplicemente, ci impadroniremo di un nuovo posto. Ora dimmi, cosa dovremmo fare con questo edificio distrutto?” 


“Ho dieci persone che lavorano qui. Possiamo rimuovere questa contaminazione, se vuoi.” 


“No Peter, non ho alcun desiderio di restare in un posto che ci ricorderebbe una sconfitta. Ovviamente, tu sei troppo coinvolto per apprezzare l'abbondanza intorno a noi. Pensaci! Usa quel processo di pensiero critico del quale parli. Cosa succederebbe, se smettessi di cercare di impedire alla struttura di crollare?” 


“Il resto delle barriere crollerebbe, perfino l'Incanto Fidelius.” 


“Vai avanti, dimmi cosa succederebbe poi.” 


“Questo posto sarebbe esposto al mondo.” 


Voldemort poteva vedere Peter pensare molto e iniziare ad avere un'idea di quello che sarebbe accaduto. “Vai avanti Peter, ci sei vicino.” 


“Il Ministero farebbe indagini…” 


“Infatti le farebbero, specie se informati da una delle nostre fonti al Ministero.” 


“Ma perché, padrone? Perché vorresti averli qui? Cercherebbero barriere nascoste. Non sarebbe adatta come trappola.” 


“E se ti ordinassi di scegliere cinque tra le nuove reclute e ordinare loro di andare in città e incantare alcuni degli abitanti del luogo? Diciamo, circa una trentina. Li porteranno qui e li vestiranno con la divisa dei miei seguaci e sembreranno parte di un gruppo che sta sistemando il posto. Come reagirebbe il Ministero se i loro esploratori trovassero due gruppi di miei seguaci nello stesso posto?” 


“Attaccherebbero in forze, Mio Signore. Scrimgeour vorrebbe cercare di schiacciarci con una superiorità numerica.” 


“Esattamente, porterebbe tutte le proprie forze in questo posto. Sarebbero tutti qui. Ora, Peter, dimmi: dove saremo noi?” 


Il suo servo finalmente comprese, “Ovunque vorremmo essere!” 


“Precisamente, le battaglie vengono combattute. Vengono vinte e vengono perse. Le avversità sono il vero test di una causa come la nostra. Vale a dire, sopporteremo questa difficoltà e la volgeremo a nostro vantaggio.” 


Poteva vedere che Peter si era rilassato. Essere rilassati è il modo in cui si perdono le battaglie, per cui continuò. “Certo, sono arrabbiato per la perdita di questo posto. Eri al comando del quartier generale e questo rende la sconfitta qualcosa di tuo e di cui dovrai rispondere. Non ho il tempo per ricompensarti adeguatamente per questo fallimento, Peter. Perciò dirò semplicemente che hai una possibilità di redenzione, ma non hai altro margine d’errore. Come vedi, il tuo destino ora è nelle tue mani. Deludimi ancora e sarò costretto a farti qualcosa di piuttosto sgradevole di fronte a tutti, ma sarà il risultato delle tue azioni. Mi hai già servito con dedizione. Il ché è l'unica cosa che ti risparmia la vita, al momento. Ora ti chiedo di servirmi distinguendoti.” 


Poteva vedere il baluginio fanatico negli occhi di Peter. Lui era il massimo quando si trattava di manipolare le persone e prendere da loro più di quello che loro stessi ritenevano possibile. I libri Babbani che piacevano a Peter erano stati scritti da amatori di basso livello in confronto a quello che lui era capace di fare. Era il momento di portare a casa quel punto. “Sì Peter, tu sei un mago del destino, perché hai la salvezza nelle tue mani. Come vuoi che la storia ti ricordi, come un leale seguace i cui fallimenti lo hanno condannato alla morte, o peggio, alla mediocrità? O preferiresti essere conosciuto come una leggenda nel tuo diritto – testimonianza di un mago che non solo è sopravvissuto alle avversità, ma vi ha prosperato! Insisti a essere conosciuto come Codaliscia, un traditore dei suoi ‘così detti’ amici? O diventerai Mano d'Argento, un mago che ha colto l'occasione quando gli si è presentata?”

 

Pochi momenti dopo lo guardò precipitarsi ad eseguire i suoi ultimi ordini. Non aveva dubbi che, se avesse insistito, Peter sarebbe rimasto a guidare il sacrificabile distaccamento, ma lui aveva altri usi per quel livello di cieca lealtà. Comunque sia, era stato un bel quartier generale… 


------ 


Lei non ne poteva più. Nessuno avrebbe potuto sopportare quel tipo di tortura. Perfino con i tappi per le orecchie e un Incantesimo Silenziante localizzato sul suo corpo, la canzone maledetta di quel mostro penetrava la sua anima sporca. Ogni trillo era un freddo, crudele, beffardo promemoria che Narcissa Black non sarebbe mai stata considerata 'pura di cuore'. Lasciò che la mano di Charles cadesse dalla propria presa, capendo di averla stretta così forte che la sua stessa mano era piena di lividi. 


Racimolando la compostezza che riuscì a trovare, si allontanò dal mostro miagolante che l'aveva tormentata negli ultimi due giorni e uscì subito. Charles non si era ancora svegliato, ma lei aveva ancora la speranza che lui avrebbe spezzato le catene nella sua mente. Era perfino arrivata a chiedere a Madama Chips di aprirgli gli occhi in modo che lei potesse usare quel poco di Legilimanzia che conosceva. 


Né la Medimaga né il Preside avrebbero permesso un'azione così pericolosa, ma il suggerimento aveva generato una leggera riappacificazione con l'assai lunatica Molly Weasley. Narcissa capiva; praticamente ogni madre avrebbe capito l’essere arrabbiate con qualcuno che tornava con uno dei suoi figli sulla soglia della morte. Se Draco fosse stato al posto del suo amante, lei dubitava che si sarebbe trattenuta dal maledire violentemente qualcuno. 


Molly l’aveva a malapena salutata, ma Arthur le aveva messo una mano sulla spalla in un gesto di conforto e le aveva consegnato una nota con un sorriso di apprezzamento. Chissà quanto Lucius si stesse rivoltando nella tomba nel vedere la sua moglie trofeo cercare il favore di persone che lui considerava solo poco più di animali? Di tutte quelle persone che aveva visto da quando era arrivata, solo quattro l'avevano accolta con altro che disprezzo e sospetto – Silente, Arthur Weasley e i Potter.

 

Mentre apriva l'appunto, venne colpita dal cambiamento avvenuto in Harry Potter. Quando si erano visti l'ultima volta all'apertura del testamento di suo cugino, era pieno di fuoco e zolfo. Aveva espresso con veemenza la sua insoddisfazione per il modo in cui era stato trattato. Ora, era più freddo, come se il calore delle sue esperienze lo avesse temprato – forgiandolo non in maniera dissimile a una spada. Le avevano chiesto di passare da loro il prima che poteva per affari 'di famiglia'. Sistemando le sue protezioni auditive, guardò il testo sul pezzetto di pergamena. 


Draco Malfoy sarà in punizione con la professoressa McGranitt questa sera per comportamento scorretto durante la lezione. Minerva dice che conosci fin troppo bene la strada per il suo ufficio. 


AS 


In effetti la conosceva. Più di vent'anni prima, una giovane strega, fidanzata con il rampollo di una famiglia ricca e potente, aveva sviluppato una bella boccuccia e l'attitudine a usarla durante il suo ultimo anno. Aveva un discreto talento, era bella, ma difettava di tatto e modestia. Sebbene le sarebbe piaciuto incolpare solamente il suo deceduto marito per il comportamento scorretto di suo figlio, c'era una certa quantità di Black nel ragazzo. Orecchie e occhi indiscreti avevano impedito qualunque riunione nei giorni precedenti. 


Il castello era pieno di vita, ma sembrava avere un'energia nervosa. Lo paragonava a un bollitore vicino all’ebollizione. Aveva appreso che c'erano state delle morti quell'anno in quel luogo, il ché era una differenza rispetto all'ultima guerra. Forse, il fatto era che il loro salvatore era uno studente. Era diverso dall'ultima guerra e lei non poteva metterci la mano sul fuoco. 


La sua presenza doveva essere un segreto; perciò, naturalmente, dava per scontato che tutti sapessero che era lì. 


Dando dei colpetti con la bacchetta contro la porta, sentì la professoressa McGranitt ordinarle semplicemente di entrare. Colpì Narcissa quanto lo stato dell'ufficio di una persona fosse indicativo della sua personalità. Quello della McGranitt era impeccabilmente pulito e ordinato, ma privo di ogni calore. Era il tipo di posto in cui una persona si sente a disagio – esattamente come ricordava. Ignorò la donna e si concentrò sul ragazzo che scarabocchiava linee su un foglio. Era cresciuto un po' e aveva aggiunto muscoli al suo fisico.

 

Lo scarabocchiare cessò, alzò lo sguardo e la osservò. “Salve, madre.” 


“Ciao, figlio mio.” 


La McGranitt si alzò. “Vi lascio soli.” 


Ci fu un goffo e persistente momento di silenzio mentre l'anziana strega li lasciava soli. Lui si alzò e le dette un vero e ‘educato’ saluto. Sembrava freddo e distante, ma forse era lei che proiettava le proprie insicurezze.

 

“Quindi le voci sono vere, sei tornata. Dicevano che eri in isolamento in infermeria con uno dei figli Weasley.” 


“È bello vedere che la leggendaria abilità di questa scuola nel diffondere segreti e chiacchiere è rimasta intatta. In questo caso, hanno ragione. La mia guardia del corpo è ferita e spero che il familio del Preside possa rompere la maledizione dalla quale è affetto.” 


L'espressione di suo figlio rimase vaga, “Capisco. Forse avresti dovuto congedarlo come hai congedato me? Sarebbe stato molto meglio per mantenere i tuoi interessi.”

 

Il commento le fece male, ma se lo aspettava. Una cosa che non aveva messo in conto era il logoro stato delle sue emozioni dopo aver sopportato per giorni il canto della Fenice. Trattenne il respiro. “È questo che pensi? Fino a questo momento non mi sono mai permessa di credere di aver dato vita a un idiota.” 


“Bene, allora dimmi, madre, cosa dovrei pensare? Mi hai mandato in vacanza. Sono tornato per scoprire che tu te n'eri andata, papà era morto e che mi avevi messo in pericolo partendo con una gran quantità dei soldi di papà, mentre io sono costretto a camminare negli stessi corridoi con il suo assassino e ad avere un sorriso sula faccia.” 


“Per prendere in prestito una frase che Lucius usava fin troppo spesso, 'Ho fatto quello che avevo bisogno di fare’. Creare una spaccatura tra noi ti impedisce di essere usato contro di me e viceversa. Sottolineerò che tuo padre non è stato ucciso. È stato giustiziato da Harry Potter; da quel poco che mi ha detto, coinvolgeva la vendetta per lo stupro e la tortura di una delle sue amiche.” 


“So quello che papà era capace di fare. Mi faceva perfino guardare.” 


“Bah! Tutto quello che hai visto era lui che sfogava la sua aggressività repressa su qualche povera anima sfortunata, attentamente scelta e procurata. Se vuoi parlare di uccisioni e massacri, vai a prendere un Pensatoio, Draco, e io posso mostrarti ricordi del padre che tu adori così tanto e la folle creatura che era in realtà. Davvero vorresti vederlo? E che ne dici di quello che ho fatto io? Le mie mani sono ben lontane dall'essere pulite. Ti importerebbe sapere quanti Babbani io ho ucciso e torturato per sport, solo perché stavo facendo quello che pensavo fosse richiesto da me al temp? Ti importerebbe sapere come abbiamo festeggiato, la notte che sono rimasta incinta di te? Abbiamo ucciso ciascuno due Babbani quella notte! Ma tanto, erano solo Babbani, poco meglio delle bestie, non lo diresti?” 


“Smettila!” 


“No, hai bisogno di sentire tutto questo. La gente prega per la propria vita prima che tu la uccida. È triste e patetico! Oh, ed è anche un brivido accecante – un delirio di onnipotenza controllare la vita di qualcuno in questo modo. Solo più tardi, i loro pianti assalteranno la tua coscienza, ma solo se tu glielo lasci fare. È quando smettono di infastidirti che dovresti davvero preoccuparti, ma per allora la maggior parte delle persone è troppo andata per preoccuparsi del mostro che è diventata. In realtà io devo ringraziare te per essermi fermata. La mia gravidanza è stata difficile e non potevo andare fuori a partecipare ai giochi di tuo padre come volevo. Lucius mi aveva perfino offerto di andarne a prendere qualcuno e portarmeli al Manor così che potessi ancora godermi il mio sport, ma io semplicemente non ero più la stessa. Ho continuato a dirmi che avrei potuto continuare a farlo una volta che tu fossi nato. Invece rimanevo per prendermi cura di te. La mia coscienza è tornata durante quei mesi e ho scoperto che non mi piaceva la persona che ero diventata. Quindi, mi sono impegnata a farti crescere e a sopprimere la mia esigenza di uccidere ancora. Per allora, il padrone di tuo padre era scomparso. Siamo stati costretti a diventare di nuovo cittadini rispettabili e onesti e a nascondere il nostro comportamento perverso dietro la cultura e la civiltà.” 


Il volto di Draco era pieno di rabbia. “Maledetta! Non un'altra parola! Non voglio sentire tutto questo!” 


Sapendo che avrebbe dovuto fermarsi, ma senza voler farlo, continuò con voce bassa che quasi sembrava un ringhio. “Ti ho viziato troppo? Tutte quelle lettere e quei pacchetti che ti ho mandato nel corso degli anni erano i miei disperati tentativi di restare attaccata a quel poco che sentivo di aver fatto di buono nella vita. Forse ho fatto più male che bene. Permettimi di correggerlo. La verità è una brutta cosa, figlio mio. La grande bugia era la fiera e nobile famiglia Malfoy, con tutti i suoi soldi, l'influenza e il potere. La verità era che eravamo noi quelli che erano bestie selvagge. Siamo tornati nella nostra tana squisitamente arredata e abbiamo parlato delle nostre funzioni nell'alta società dove potevamo annusare le code di altri animali per vedere chi stesse guidando il branco. Bè, ne avevo abbastanza di quella vita! Quando tuo padre è finito ad Azkaban, sapevo di dovermene andare e l'ho fatto, ma una volta che sei così immerso in questa realtà, loro non ti lasciano andare senza combattere e io sono dovuta tornare a essere un'assassina, ma questa volta io ho qualcosa per cui vale la pena combattere – la mia libertà.” 


Suo figlio era facilmente irritabile e molto spesso lento a capire. Quel giorno non fu un'eccezione, “Quindi questo è il motivo per cui vai in giro con un Weasley? È questo quello in cui consiste questa libertà? Essere la comune puttana che hai sempre voluto essere?” 


“La mia relazione con Charles non ha niente a che fare con quello di cui sto parlando. Stiamo parlando di me che mi guardo allo specchio e vedo una persona che posso rispettare di nuovo.” 


“Rispettare te stessa? Ora chi è che si disillude? Nessuno è andato nemmeno vicino a vederti per quella che sei! Tu non sei mia madre! Io ti disconosco.” Aveva iniziato a superarla per andare verso la porta, ma non prima che Narcissa lasciasse uno schiaffo pungente sulla sua guancia. Lui fu momentaneamente stordito. Lucius lo aveva colpito molte volte, ma lei non lo aveva mai fatto in tutta la sua vita. 


“Dimenticherò che lo hai detto, Draco. Sei giovane e in questo momento credi di avere tutte le risposte. Quando rinsavirai e vorrai vedermi di nuovo, ti darò il benvenuto.” 


Lui si fermò poco prima della porta e si girò verso di lei. “Piuttosto preferisco morire.” 


Le parole di sua madre lo inseguirono mentre si precipitava oltre la porta e entrava nel corridoio. “Sii al sicuro, figlio mio, perché parole simili dette in tempo di guerra hanno un modo particolare di tornare indietro a tormentare entrambi.” 


La porta che sbatteva fu l'unica risposta che ricevette. Il cuore le faceva male per il rifiuto di suo figlio, ma si era aspettata che agisse in questo modo. Almeno il loro screzio sarebbe stato abbastanza credibile. Con un po' di fortuna, sarebbe stato abbastanza per salvarlo. Si sentiva stanca, prosciugata e leggermente nauseata. Parte di lei voleva tornare alla propria veglia, invece iniziò a dirigersi verso i propri alloggi nell'ala degli ospiti. 


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“Devo mandare Trixie da Madama Chips?” 


Harry guardò sua moglie e poggiò le posate lontano dal pasto che sentiva appena come mangiabile. L'allenamento era stato particolarmente faticoso quel giorno, sebbene non potesse identificare nulla di diverso in quello che aveva fatto il professor Vitious, ma era stanco e arrabbiato per il suo rendimento miserevole. “No, sto bene. Ho solo bisogno di riposarmi un po’, preferibilmente con le tue braccia intorno a me. Dovremmo andare se vogliamo farcela per l'incontro dell'ES.” 


Susan sorrise. “Sono sicura che Hermione ci capirà se perdiamo un altro incontro dell’ES. Ci andremo, uno di questi giorni. Per quanto riguarda le braccia intorno a te, si potrebbe fare, vai a farti la doccia. Io cercherò di finire i miei compiti di Trasfigurazione mentre ti lavi. Hai iniziato i tuoi?” 


Harry scosse la testa. In qualche modo, trasfigurare del legno in mobili utilizzabili, differenti per dimensioni e decorazione non riusciva a attirare la sua attenzione. 


La doccia fu rinfrescante e Harry collassò a letto, mentre Susan continuava a lavorare sui suoi compiti. Lui avrebbe cercato di fare uno sforzo al mattino, ma sapeva che la professoressa McGranitt sarebbe stata indulgente in quel caso. L'indomani sarebbe stata la prima volta che Silente avrebbe assistuto a uno dei suoi allenamenti. Non poteva permettersi di fare brutta figura di fronte a lui. Andò alla deriva fino a un certo punto, sperando in un po' di tregua dai problemi presenti che nessun adolescente avrebbe mai dovuto affrontare. 


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Susan scivolò nel letto vendendo Harry già addormentato e lo circondò con un braccio. Gli altri istruttori gli stavano dando una grande libertà d'azione. Sfortunatamente, la stessa libertà d'azione non si estendeva a lei e i suoi voti ora stavano del tutto calando. Respirò il profumo di vaniglia del suo shampoo. Era soltanto in momenti tranquilli come quello che si permetteva ai dubbi di insinuarsi nella sua mente.


Harry avrebbe scelto lei se le cose fossero state differenti? Se sua madre fosse in vita e lei non fosse stata sotto la minaccia delle Clausole di Fine della Linea, lui avrebbe semplicemente scelto Ginny o qualcun'altra? Lei sarebbe stata una di quelle ragazze che guardavano passare Harry e sua moglie, sussurrando frasi gelose? Le persone già la trattavano in modo diverso. Non voleva pensare a come sarebbe cambiato dopo che avrebbe iniziato a mostrarsi. 


Rotolando sulla schiena fissò il soffitto, agitata, e cercò di calmarsi. Normalmente, non si sarebbe fatta sconvolgere così tanto da questi pensieri. Se Harry fosse stato sveglio, l'avrebbe sgridata e le avrebbe detto di concentrarsi su quello che è, piuttosto che 'su quello che avrebbe potuto essere'. Comunque sentiva tutta quell’energia nervosa. Fu solo quando Harry iniziò a gemere e agitarsi che lei comprese l'origine della propria irritazione. 


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“Ho dato la mia vita per questo?” chiese tagliente Lily Potter. “Questo è quello che il mio sacrificio ha portato? James, avvicinati e guarda quest'inetto. È abbastanza ridicolo, non è vero?”

 

“Giuro Lily, se non fosse così simile a me, avrei giurato che sei andata a letto con Piton. Il futuro della grande e nobile famiglia dei Potter è nelle sue mani? È disgustoso.” 


Harry cercò di ignorare quelle prese in giro, ma loro continuarono a rimproverarlo per quella che sembrò un'eternità. Lui aveva già sentito prima la voce di sua madre, con i Dissennatori prima e ancora nel cimitero ed era certo che fosse la sua, ma dove prima ricordava calore e amore, ora c'era soltanto una fredda durezza. Suo padre sembrava essersi messo in secondo piano sugli insulti che sua madre gli stava scagliando contro. 


“Ne ho abbastanza James, strangoliamolo ora. Abbiamo messo al mondo questo errore; sicuramente spetta a noi eliminarlo, no?” 


Mani lo afferrarono mentre lui cadeva verso di loro. Faceva fatica a muoversi e a respirare. “Sarà veloce, Harry. Tornerai da noi presto, Harry. Torna da noi, Harry. Harry! Harry!” 


Il volto rabbioso di sua madre e i suoi capelli rossi si fusero col volto sconvolto di sua moglie. “Harry! Harry! Svegliati! Stai avendo un incubo.” 


Lui cercò di schiarirsi i pensieri e capì cosa stava succedendo. “Un incubo?” 


“Sì, ti agitavi e gemevi. Ho mandato Trixie da Madama Chips quando non sono riuscita a svegliarti.” 


Harry notò che le proprie mani erano strette alle sue braccia. Non era con i suoi genitori che stava lottando, ma con sua moglie incinta. Improvvisamente, le lasciò andare. “Stai bene?” 


“Forse un livido o due, ma sono una ragazza forte, ci metterò su un po' di unguento quando l'infermiera arriverà. Su cosa era l'incubo?” 


“I miei genitori, stavano cercando di uccidermi.” 


“Pensi che abbia qualcosa a che fare con quel bastardo che ha rubato i loro corpi?” 


“Forse, non lo so.” Harry si sentiva orribilmente. Il 'riposo' sembrava soltanto aver peggiorato le cose. 


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Nei confini di un armadio per le scope, Pansy aveva scoperto che essere posseduta non era qualcosa che le piacesse particolarmente. Purtroppo, il suo 'padrone' le aveva proibito di informare chiunque della sua situazione difficile sia in modo diretto, a voce, o scrivendolo. Negli ultimi giorni era riuscita a lasciare un libro aperto sul suo comodino su un articolo sull'uso degli oggetti per asservire una persona, ma le sue tre volte maledette compagne di stanza erano troppo preoccupate di se stesse per notarlo. 


Ancora peggio, lui le aveva appena chiesto se lei stesse cercando di informare qualcuno sulla sua situazione! 


“Sì,” si sentì dire, con tono monocorde. 


“Dimmi come,” ordinò la sua voce. 


“Ho un libro aperto sul mio comodino. Il capitolo parla dell'uso degli oggetti per controllare qualcuno.”

 

Neville la guardò e scosse impercettibilmente la testa. “Oh Pansy, mi addolora sentirlo. Devi solo accettare che il tuo piccolo culetto da Mangiamorte appartiene a me, ora. Quando tornerai nel tuo dormitorio questa sera, chiuderai quel libro e non tenterai di usare ancora questo metodo. Anzi, portami quel libro. Potrebbe mancarmi qualcosa. Ora parlami del quarto anno della tua Casa. Quanti di loro pensano di diventare Mangiamorte?” 


Pansy sbuffò, avendo già parlato dei primi tre anni. “Tutti, suppongo.” 


“Non lo sai?” 


Era frustrata. “Non è che andiamo in giro a dircelo! Non abbiamo esattamente una newsletter o un club d'incontri come il vostro patetico ES!” 


“L'ES non è patetico! Di’ così!” 


Si sentì ripetere quelle parole. Era stata tentata di dire solo la parola ‘così’ e vedere se riusciva a farlo arrabbiare di più, ma doveva aspettare fino al momento in cui avrebbe trovato il modo di tradirlo, e da sola in un armadio delle scope non era il posto giusto.

 

“Esatto, mia proprietà, far parte dell'ES significa essere coraggiosi, onesti e nobili. Argh, mi stai distraendo di nuovo. Dimmi perché pensi che tutti quelli del quarto anno vogliano diventare Mangiamorte.” 


Lei pensò di chiedergli quanto fosse coraggioso, onesto e nobile stare in un armadio delle scope, interrogando una schiava magica, ma decise di non farlo. “Le gemelle sono entrambe Yaxley. Culver venera ancora Draco, perfino dopo il suo tradimento. I Preston sono Oscuri quanto la loro pelle, solo migliori a camuffarlo. La lista continua. Tutti i sette ragazzi del quarto anno hanno parenti che sono noti Mangiamorte.” 


Guardò Neville pensarci mentre la porta dell'armadio si apriva. C'era uno degli Auror assegnati al castello, che stringeva un qualche tipo di mappa. “Voi due siete stati qui dentro troppo a lungo. È tempo di muoversi, il coprifuoco scatta tra mezz'ora. Tornerò in questo corridoio tra dieci minuti. Non volete essere ancora qui per allora. Quindi, perché non dai alla tua ragazza il bacio della buonanotte e te ne vai?” 


“Stavamo solo parlando. Non è la mia...” balbettò Neville. 


“Non mi importa, ragazzo, qualunque cosa stavate facendo, piantatela e uscite di qui entro dieci minuti.” 


L'uomo sbatté la porta. 


Neville la fissò per circa venti secondi dopo che l'Auror se n'era andato. “Ha ragione. La gente parlerà. Baciami.” 


Eccole, le due parole che aveva temuto di sentirgli dire da quando si era trovata in quel guaio. Era quasi scioccata che ci avesse messo così tanto per capirlo. Pansy desiderò di poter vomitare a comando. Sarebbe stato molto più divertente. Si ritrovò ad avvicinarsi e a chiudere gli occhi, sperando che un rapido bacetto lo avrebbe soddisfatto. 


Non fu così. 


“Ancora! Non smettere di baciarmi finché non te lo dico, e divertiti mentre lo fai.” 


Le braccia di Pansy si aggrapparono al suo collo, purtroppo non era per strangolarlo. Si ritrovò a spingere il proprio volto contro il suo e a forzare la propria lingua nella sua bocca. Goffamente, la ricambiò, dimostrando pienamente la sua completa mancanza di capacità ed esperienza. A dispetto di ogni prova, lei stava piangendo dentro. Forse avrebbe potuto continuare finché l'Auror non fosse tornato? Questo li avrebbe messi entrambi nei guai. Quindi continuò a baciarlo, spostandosi dalle labbra al collo. Se lui non avesse proibito violenza fisica nei propri confronti, lo avrebbe morso a mo’ di vampiro. Invece, il meglio che poté fare fu succhiargli il collo. Con un po' di fortuna, gli sarebbe uscito un livido! Fantasticò su lui che cadeva a terra morto, finché non si rese conto che probabilmente sarebbe ancora stata costretta a baciarlo. 


Passò qualche minuto e lei sentì il proprio corpo disgustosamente eccitato, rispondendo ai suoi ordini, ma non poteva smettere di baciarlo. 


“Basta. Smettila.” grugnì lui. 


Lei era felice che l'orrore fosse finito. Una doccia extra lunga era d’obbligo quella sera per togliersi di dosso quella repulsione. Aprì gli occhi e guardò il suo controllore. Lui respirava pesantemente e aveva ancora le braccia attorno a lei. Fu lo sguardo vitreo nei suoi occhi a spaventarla. 


“Era molto bello, Pansy. Sei davvero brava a baciare. Incontrami qui domani sera e parleremo del quinto anno della tua casa e forse ci baceremo un altro po'.” 


Uscirono dall'armadio delle scope e quasi si scontrarono con Draco. Proprio quando lui stava pensando che la giornata non poteva peggiorare! 


“E io che pensavo che non avresti potuto scendere più in basso, Parkinson. Paciock! Hah! Potresti trovargli dentro il mio sperma come lubrificante, Paciock, ma sono piuttosto sicuro che quella barca sia salpata da un bel pezzo.”

Pansy desiderò di morire in quel momento, ma una delle prime cose che lui aveva proibito era stata il suicidio. “Chiudi il becco, Malfoy. Pansy, qui, ha deciso di passare a un vero uomo. Forza, Pansy, diglielo.” 


Quello era il segnale, il momento che stava aspettando. “Draco, lui mi ha dato una collana e...” 


“Zitta, Pansy!” disse Neville, e lei lo fece, maledicendo il fatto di non essere stata più veloce. 


“Ti ha dato un gioiello? Ci voleva così poco! Almeno ti ha succhiato per bene per quello? Non che sia particolarmente brava a farlo. Oh, questo è proprio quello di cui avevo bisogno per tirarmi su di morale! Grazie per avermi fatto ridere. È tutta tua ora, Paciock.” 


Lei sentì la sua risata di scherno mentre lui camminava lungo il corridoio, portando con sé la piccola speranza di salvezza che lei aveva avuto. 


“Quello non è stato bello, Pansy.” disse Neville tristemente. “Vedo che dovrò stare più attento con te. Se ti dico di parlare, è soltanto sull'argomento attuale. Non parlerai mai della collana a meno che io non ti dica chiaramente di farlo. Capito? Oh, mi spiace, puoi parlare di nuovo.” 


“Sì.”

 

“Bene, sono felice che tu la pensi come me. Ora forza, occupati dei tuoi doveri da Prefetto e ti vedrò domani. Sei congedata.” 


Pansy iniziò ad andare, ma lui la fermò. “Aspetta. Pansy, sono curioso della cosa di cui parlava Draco. Gliel'hai fatto davvero?” 


“Sì.” 


Lei doveva rispondere. Questo aumentò solo la sua umiliazione. 


“Ti è piaciuto?” 


“Non particolarmente, no.” 


Davvero quell'azione non faceva un gran ché per lei e Draco non era proprio uno che ricambiava i favori. 


“Allora perché l'hai fatto?” 


“L'ho fatto per renderlo felice e per non farlo allontanare.” rispose, piangendo. Non le piaceva dove questo discorso sarebbe andato a finire. 


“Oh, non piangere, Pansy. Non ti chiederò di farlo.” 


Con un po' di speranza nella voce chiese, “Davvero?” 


C'era la stessa espressione malsana nei suoi occhi di poco prima. “No, semplicemente ti dirò di farlo. Se aiuta, ti dirò di essere felice al riguardo.” 


Lui se ne andò dalle sue lacrime. 


Lei odiava la sua vita. 


Lei odiava tutti. 


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“Ho sentito un pettegolezzo su te e la Parkinson. Per favore, dimmi che non è vero,” grugnì Ginny, tirandosi su da un’altra flessione addominale della sua serie durante l'allenamento del mattino. 


Neville fece una pausa prima di risponderle. “Le piaccio. Abbiamo questo legame. È complicato.” 


“Se lo dici tu, ma sono preoccupata per te. Sei certo di non essere sotto un qualche tipo di incantesimo?” 


“Bè, hai di nuovo la tua bacchetta, vieni qui e dammi una bella controllata.” 


Ginny era grata di aver avuto finalmente indietro la bacchetta. I commenti sull’essere una Magonò l'avevano davvero toccata. Sospettava che Chelsea Abbott forse dietro di loro, quella piccola puttanella vendicativa, che avrebbe dovuto marcire in un qualche buco infernale nel Ministero in quel momento! 


Le settimane passate senza la sua bacchetta erano state un'agonia. Sentiva che le mancava una parte di lei, ma ora si sentiva meglio, di nuovo intera. Mosse la bacchetta su di lui e lanciò un paio di incantesimi trova-aura. Richiamò perfino lo Spioscopio tascabile che le aveva dato Bill. Se Pansy aveva un qualche tipo di presa su di lui, lei non era riuscita a individuarla. 


“Sembra che tu sia pulito. Spero tu sappia con cosa stai giocando.” 


“Fidati di me Ginny, se qualcuno si farà male, non sarò io. Ora andiamo, dobbiamo sbrigarci e fare un po' di stretching prima della nostra corsa mattutina.” 


La più giovane dei Weasley sospirò e pensò che Neville l’avrebbe confuso come un gesto di antipatia nei confronti dei giri di corsa. In verità, a lei iniziava a piacere Neville e sapere che si stesse vedendo con una sgualdrina era davvero deludente. 


Parlarono mentre facevano stretching, mentre Ginny decideva di non parlare più di Pansy Parkinson. 


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“Ho dovuto chiedere alla tua Fenice di andarsene. La canzone sembrava agitare Potter.” 


“Capisco, Poppy, la necessità, ma non il motivo dietro di essa. Non gli ha mai dato fastidio in questo modo, prima. Cosa hai saputo sulle sue condizioni?” 


“Sta dormendo in questo momento, ma fa a malapena in tempo ad addormentarsi prima che questa qualsiasi cosa lo affligga. Ho esercitato i soliti incantesimi di controllo su di lui per i pochi minuti che ha dormito e qualunque cosa sia sembra esterna, ma momentanea. Sembra anche davvero privo di energie, ma ho fatto delle analisi del sangue attraverso le pozioni e non ci sono indicazioni di malattie o infezioni.” 


“Raccomandi Pozione del Sonno senza Sogni?” 


“Non finché non consulterò qualche specialista. Col tuo permesso, vorrei portare qui qualche Guaritore del San Mungo. Non farebbe male averne alcuni di loro a dare un’occhiata al figlio di Molly, anche.” 


Albus aveva pianificato di duellare con Harry quel giorno, ma il ragazzo nel letto d'ospedale aveva un aspetto orribile – ben lontano da quello che le persone si aspettavano dal proprio salvatore. 


Mentre lo guardava, il ragazzo cominciò a tremare violentemente e agitare le braccia. Sua moglie, che sedeva nella sedia accanto a lui, sobbalzò agitata e spedì un piccolo getto d'acqua su di lui per svegliarlo. 


“Cos'era questa volta?” 


“Stavano cercando di affogarmi,” farfugliò abbattuto. 


“Chi stava cercando di affogarti, Harry?” 


“I miei genitori,” rispose il mago. 


“Preoccupante. Madama Chips dice che gli incantesimi diagnostici e le pozioni non evidenziano segni di malattie o infezioni, soltanto un piccolo segno di influenza esterna. Sono i tuoi genitori ogni volta?” 


“Sì.” 


“Com'è messa la tua Occlumanzia?” 


“Bene.” 


“Quando hai lanciato l'attacco l'altro giorno, Tom non c'era e ti è stato detto che era oltreoceano.” 


“Possiamo soltanto dedurre che è tornato e ci sia dietro qualunque cosa abbia fatto con i corpi dei tuoi genitori. Indagherò a fondo e farò indagini quanto più discrete che potrò oltreoceano. Se possiamo scoprire dov’è andato Tom, può darci un indizio su quello che stai affrontando. Probabilmente è una qualche forma di attacco psicologico. Fino ad allora, cerca di riposarti quanto più puoi in queste circostanze. Daremo un po' di privacy a te e a Susan. 


Silente guidò Madama Chips nel suo ufficio. “Quando Susan ha cercato di svegliarlo, ha usato l'acqua e lui ha pensato che i suoi genitori stessero cercando di affogarlo. Come sono state le altre esperienze?” 


“La maggior parte dee volte lo strangolano.” 


“E cosa stava facendo la signora Potter?” 


“Lo stava scuotendo— pensi che lo stia processando come parte del suo sogno?” 


“È una teoria buona come tante. Quando avverrà la prossima, cerca di fare in modo che lei usi una maledizione pungente e vedi com'è la sua esperienza onirica. Se davvero sta usando quello che lo circonda potrebbe aiutarci a trovare un metodo per combatterlo.” 


-------- 


Domenica pomeriggio, nel dormitorio delle ragazze del quarto anno di Serpeverde, non si stava particolarmente comodi. Di tutti i dormitori nel Labirinto, erano probabilmente quelli con la posizione peggiore di tutti e sette gli anni e loro si trovavano piuttosto stretti, ma era un posto piuttosto conveniente per riunirsi per tutti e quattro i sette del quarto anno. Erano noti per essere una cerchia piuttosto chiusa. 


Amanda Yaxley poggiò il libro di testo che stava pigramente leggendo e si rivolse al gruppo. “Sapete che ho sentito dire? Dicono che Potter sia stato ricoverato in infermeria per una settimana e che siano stati portati qui tutti i tipi di specialisti.” 


“È una balla colossale, Amanda. Daphne stava giocando con alcuni Tasso-tonti e hanno detto che Potter è stato assente solo venerdì. La tua fonte è debole.” rispose Michael Culver dalla sua posizione nel grembo di Theresa Yaxley. 


Theresa sorrise, coccolando il suo ragazzo come una Puffola Pigmea. “Potremmo sempre chiedere a Parkin-puttana. Scopa con un Grifondoro di questi tempi.” 


Tutti e sette risero finché una voce li interruppe. “Cos'è che vorreste chiedermi, esattamente?” 


“Levati dai piedi, Parkin-puttana. Noi parliamo solo con i veri Serpeverde.” 


“Aspetta, conosco qualcosa che potremmo chiederle,” disse Renee Rookwood ridacchiando. “C'è qualche differenza tra il sapore dello sperma di Serpeverde e Grifondoro?” 


Pansy rispose freddamente. “Paciock è l'ultimo della sua famiglia ad eccezione dei genitori pazzi e dello zio decisamente morto. Presto avrà diciassette anni e avrà un sacco di terre e di denaro a disposizione. Inoltre, irrita a morte quel bastardo di Draco.” 


“C'è un gufo per te, Pansy-porca. A Draco non importa se ti mondi un branco di Centauri prima di colazione. Non glie n’è mai importato!” Uno degli altri scoppiò a ridere. 


“Quanto ti piacerebbe passare il prossimo week-end con Gazza invece di andare a Hogsmeade?” 


Oh, ecco che fa il Prefetto con noi! Sei sicura di non essere Hermione Granger sotto mentite spoglie? Andiamo dalla Vector e scopriamolo.” 


Pansy tirò fuori un portafogli pieno di monete. “Cosa ne pensate di una sfida? Vi farò delle domande. Rispondete bene e vi beccate dell’oro. Rispondete male e ogni risposta errata vi costerà un'ora di punizione questo fine settimana. Qualcuno che ci sta?” 


“Se vuoi solo disfarti del tuo oro, lo prendiamo noi. A differenza di quelli del tuo anno, noi non siamo idioti.” 


“Bene, incontratemi alla Serra Sette tra dieci minuti e inizieremo con Erbologia.” 


“Quindi, scoparti Paciock ti ha improvvisamente resa un'esperta. Lo vedremo, puttana.” 


--------- 


“Ehi, siamo qui! Facciamola finita con tutto questo prima che finisca la colazione. Qual è la tua prima domanda?” 


Pansy ignorò la domanda e guardò la piccola elfa che indietreggiava verso un angolo della serra. Non aveva alcun desiderio di fare quello che stava per fare, non importava quanto odiasse i ragazzi più piccoli, ma aveva ancor meno desiderio di essere beccata. “Hanno detto a qualcuno che stavano venendo qui?” L'elfa scosse la testa a dire no e lei la congedò. 


“Che significa tutto questo? Stupida puttana!” 


Pansy non poté sentirli a causa dell’effetto delle sue cuffie disillusionate, ma comprese il senso di quello che stavano dicendo. “La mia prima domanda è: siete in grado di identificare questa?” Con uno strattone tirò fuori la Mandragora completamente cresciuta di fronte a sé dal vaso. 


In pochi secondi era tutto finito e i sette erano morti. Se le fosse stato permesso, avrebbe rimosso le cuffie e si sarebbe unita a loro, ma quella libertà le era negata. Invece, fece levitare Amanda Yaxley, la sistemò vicino alla pianta in vaso e sistemò un paio di cuffie difettose sulla testa della ragazza morta. Avrebbe dovuto ripassare a mettere il diario rubato, e con le nuove pagine scritte con una piuma falsificante, nella mano di Amanda. Raccontava la storia di una gemella gelosa respinta da Culver in favore di sua sorella e dell’odio segreto che nutriva verso tutti i suoi compagni Serpeverde. Descriveva nei dettagli il piano per fargliela pagare. Parte di lei quasi lodava il piano di Paciock. Era così credibilmente giovanile. 


Ora sapeva anche che le morti di Travers e Goyle non erano stati gli incidenti che tutti pensavano, sebbene, una volta ancora, non potesse dirlo a nessuno. Che ironia che il cosiddetto lato “della luce” marchiasse loro come mostri. 


Fece cadere il vaso, mandando la Mandragora ancora urlante a terra. Se lei stava soffrendo, anche qualcos'altro avrebbe dovuto farlo! Inoltre aggiungeva realtà all'immagine della scena del crimine. Un incantesimo silenziante l'avrebbe tenuta tranquilla temporaneamente e poi sarebbe scomparso. Riposizionò il cartello ‘Pericolo Mandragore – Richiesta Protezione Auditiva’ sulla finestra e rimosse l'incantesimo di disillusione sul tavolo di paraorecchie fuori dalla porta. Sbatté la porta, lasciò cadere i paraorecchie sul tavolo e iniziò la sua marcia su per la collina. 


Se mai sarebbe riuscita a togliersi quella collana, Neville Paciock sarebbe morto, lentamente, per mano sua. 


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Ginny fu sorpresa quando Neville cancellò il loro allenamento del mattino. Era così lontana dalle prestazioni del ragazzo che lui avrebbe potuto saltare il resto del mese e avrebbe ancora dovuto rallentare per lei. Tuttavia, lei era determinata a raggiungere il suo livello. 


Al momento, sedeva nella cabina del bagno, rilassandosi prima della corsa. La porta si parì e qualcuno entrò. Guardò attraverso l'apertura mentre qualcuno andava verso il lavandino e si lavava con forza le mani, singhiozzando. Ginny si avvicinò e vide che era Pansy Parkinson. La strega si strofinò gli occhi e poi si sistemò le vesti, rivelando una meravigliosa collana. Ginny vide l'espressione angosciata sul volto della Serpeverde. Fu in quel momento, con un sussulto, che Ginny ricordò dove aveva già visto quella particolare collana. 








Note dell’autore:

(Queste note, così come i disclaimer iniziali, sono state scritte da jbern in persona e tradotte da hp_in_my_heart)


Trentaquattro capitoli fatti e altri sei da fare. Discussione completa su DLP e FFA. Quanti di voi si sentono tristi per Pansy in questo momento? 


Note dell’autore sul forum:

(Queste note sono statescritte da jbern e postate sulforum apposito per TFTCD; tradotte da Luc_y)

Benvenuti a un altro capitolo di questa storia, mentre la storia inizia a dirigersi alla sua conclusione.


Scena 1 – il lato negativo dell’inventare un nuovo stile di far guerra; realizzare che può essere utilizzato contro il tuo lato. Spero di aver illustrato con chiarezza l’atteggiamento accondiscendente di Silente. Ovviamente, inizierà a controllare Harry più attentamente.


Scena 2 – Steven A. ed io abbiamo parlato a lungo riguardo al danno causato dalle bombe della seconda guerra mondiale e diversi altri argomenti. Mi piace l’inizio di questo capitolo. Ho pensato che fosse anche giusto il momento di ricordare Peter chi è il vero speaker motivazionale. La mia versione dei Revenant è quella di assassini magicamente potenziati, creati dai cadaveri dei genitori condivisi. Estraggono la propria energia vitale dalla persona più vicina che condivide il loro sangue. Un po’ come Cage in Pet Sematary di Steven King – alcune cose non dovrebbero essere risvegliate…


Scena 3 – Narcissa con, si spera, degli strati che non avete mai visto prima. Fino ad ora lei era stata una parte affascinante della storia, con una certa leggerezza di cuore. Tuttavia doveva pur avere una ragione per allontanarsi dallo stile di vita dei Malfoy. Avendo discusso con mia madre io stesso, so che i litigi tra genitori e figli portano il loro stessi diversi livelli di scambio. Mentre continuano a Invecchiare (ma non necessariamente a crescere) li apprezzo anche di più.


Scene 4-5-6 –  Harry e Susan mentre i primi sintomi dei Ravenant iniziano ad apparire. Le cose non stanno andando così tanto bene per lui il momento.


Scena 7 – Il tema di questo capitolo è che nessuno è felice, proprio come dice la canzone. Pansy è un esempio primario di questo. Sono curioso di leggere cosa voi lettori avete da dire riguardo a lei in questo capitolo.


Scena 8 – Ginny è stata assente per un certo periodo, che cosa stava combinando? Finalmente ha di nuovo la sua bacchetta e può lanciare incantesimi.


Scena 9 – Non è una storia su Harry Potter se non si finisce in infermeria ad un certo punto. Beh, a dire il vero non è successo in Bungle ma potete ben capire perché.

 

Scene 10-11 – Oh cielo, ma che Neville ha appena fatto uccidere a Pansyi tutti i Serperverde del quarto anno durante erbologia? Mi sa che devo aggiornare la conta dei corpi. Lui non ha ancora aperto un buco nel petto di qualcuno, ma è solo una questione di tempo.


Grazie per aver letto,


Jim.


Note di traduzione:

(Queste note sono state introdotte da hp_in_my_heart e Luc_y per chiarire alcune scelte di traduzione; ovviamente mancano nella storia originale.)

 

1) Funky Cold Medina - Tone-Loc


2) Benjamin Franklin, dopo aver firmato la Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti.

  
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