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Autore: 20maggio2013    12/01/2015    1 recensioni
Sono passati due anni da quel ‘Ti amo’ sussurrato sotto il balcone della casa di Giulietta.
Molte cose cono cambiate.
Alcune in positivo, altre in negativo.
Nuovi e vecchi amori.
Delusioni e speranze.
Passioni nascoste venute allo scoperto cambiando la vita dei protagonisti.
***
Kiss me like the first time
Leave your lips on mine
I can't remember why
We ever said goodbye
(Kiss me, Lucy Hale)
***
Continuazione ‘Innamorarmi? No, grazie.’ vi consiglio di leggerla prima di iniziare questa.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Afraid of love'
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CHAPTER 28.

 
 
"Al primo posto Urban Dance Factory, coreografia di Jace Wayland ed Elisabeth Payne."
Annunciò il giudice. Mi voltai verso Jace abbracciandolo felice. Avevamo aperto la scuola solo da tre mesi e circa un mese fa eravamo venuti a conoscenza di questo concorso. Sia io che Jace avevamo pensato che sarebbe stato utile per i ragazzi parteciparci. Ci eravamo messi d'impegno e avevamo creato una coreografia insieme. Avevamo unito due basi per poter ballare sia moderno che Hip Hop. Era un'unica coreografia dove iniziavano i miei di moderno. Poi la musica si bloccava, si spegnevano le luci e salivano sul palco i ragazzi di Jace. 
Era un concorso generale, c'erano band, cantanti solisti, crew o ballerini singoli. Quando ci eravamo iscritti non pensavamo di poter riuscire a vincere. 
 
"Ultimamente la tua allegria é insopportabile." Scherzò Jace. 
Una volta scesi dal palco avevo iniziato a torturarlo. 
"Ciao Jace, ciao Elisabeth." Ci salutò una ragazzina del mio corso. 
Le sorrisi salutandola e poi riportai la mia attenzione sul ragazzo ricominciando a farlo spaventare. 
"La vuoi smettere?" 
Mentre gli stavo facendo la linguaccia fu qualcuno a spaventare me. 
Portai le mani sulla mia faccia spostando quelle che mi ricoprivano gli occhi riconoscendole come quelle del mio ragazzo. 
"Zayn." Urali felice abbracciando il ragazzo. 
"Che ci fai qui? Non dovevi essere a scuola?"
"Sono uscito prima..-
spiegò sorridente.-siete stati molto bravi." Ammise congratulandosi anche con Jace. 
"Elisabeth Payne?"
Una nuova voce si aggiunse alle nostre. 
"Si, sono io." Sorrisi cordiale quando riconobbi uno dei giudici. 
"Io sono Alexander Williams, direttore della New York City Ballet.-si presentò. Vidi Zayn accanto a me irrigidirsi.- sono rimasto molto colpito da te quando ti ho visto ballare. Sei davvero un'ottima ballerina."
"Grazie.."
"Volevo proporle una cosa. Stiamo aprendo un corso per i piccoli nell'accademia e vorrei lei come insegnante."

Mi mordicchiai un labbro nervosa. Guardai prima Zayn, poi Jace, poi il gruppetto di ragazze a cui insegnavo, poi tornai a guardare il direttore. 
"É davvero una grande opportunità, ma credo di rifiutare l'offerta."
Entrare alla New York City Ballet era una grande opportunità ed essere un'insegnate lo era ancora di più. Chiunque al posto mio avrebbe accettato, ma io no. 
La mia vita era qui a Londra. Non sarei riuscita a rininziare una nuova vita li. Non ora che stava andando tutto bene. 
"Se ci ripensa, questo è il mio numero."
Alexander mi porse un biglietto che afferrai saldamente. Poi andò via. 
"Sei sicura di voler rifiutare?"
Chiese il ragazzo accanto a me. 
"Più che sicura. Sto bene qui a Londra." Sorrisi guardandolo negli occhi. 
"Io vado.. Ci sentiamo Liz." Salutò Jace. 
"Ciao Jace." Ricambiai sorridente, poi riportai l'attenzione sul mio ragazzo. 
"Liam non torna per cena. Dopo la partita esce con Charlie." Mi informò.
"Usciamo anche noi?" Aggiunse poi. 
Scossi la testa prima di appoggiarmi al suo petto. 
"Sono stanca. Torniamo a casa."
 
 
ZAYN
 
“È per una ragazza vero?” così mi rispose mia madre quando ero andato a trovarla e ad informarla che avremmo passato il Natale da me e non più a Bradford.
“No..ok si..” ammisi sotto lo sguardo ammonitore di mia madre.
Nell’ultima settimana avevamo deciso, io e tutto il resto del gruppo, di passare la vigilia di Natale insieme per festeggiare anche il compleanno di Louis e il venticinque con le proprie famiglie. Io, Liam e Lizzie avevamo pensato di passare quel giorno insieme a casa nostra e di fare venire i nostri genitori invece che andare noi da loro.
“Come vi siete conosciuti?” la curiosità di mia madre non aveva limiti.
Così le raccontai tutta la storia tra me e Liz, dal primo incontro fino a quando aveva rifiutato il posto di lavoro alla New York City Ballet.
Mia madre mi aveva ascoltato in silenzio sorridendo felice per me.
“Sei sicuro sia quella giusta?” domandò alla fine.
Ero sicuro che Lizzie fosse quella giusta?
“Si mamma, la amo più di ogni altra cosa al mondo e lei pure. Siamo più maturi ora e non ci arrenderemo alla prima difficoltà.”
Lizzie era quella giusta, non c’era più nessun dubbio.
“Voglio darti una cosa.” annunciò alzandosi dal divano e sparendo dietro le scale.
La vidi tornare poco dopo con qualcosa in mano.
“Questo me lo diede tuo padre quando ci fidanzammo. Voglio che lo tieni tu e lo dia alla ragazza che vorrai sposare.”
Spiegò porgendomi una scatoletta piccola di velluto nero.
“Grazie mamma.” sorrisi abbracciandola.
“Quindi lei è la sorella di Liam?” annuii divertito.
“Se è come il fratello sarà sicuramente una cara ragazza.” sorrisi a quell’affermazione.
Lizzie era una ragazza fantastica, ma era l’esatto opposto di suo fratello.
Era proprio per questo che mi ero innamorato di lei.
Fingeva di essere dura e forte, quando in realtà, in fondo, forse solo con me, era una ragazza dolce e piena di paure. Paura di esternare i suoi sentimenti. Una ragazza che quando voleva bene ad una persona, lo faceva con tutta se stessa anche se non lo dimostrava. In fondo, Lizzie era una ragazza timida, solo che non lo dava a vedere.
 
 
Ero tornato in tarda serata da Bradford e quella mattina mi ero svegliato più tardi del solito. Per fortuna erano iniziate le vacanze natalizie quindi non sarei dovuto andare a scuola. 
Al mio risveglio la casa era silenziosa. Liam era sicuramente andato a correre e Lizzie dormiva. 
Ne approfittai per sistemare le cose che avevo messo nel borsone per andare da mia madre. 
Poi mi stesi nuovamente sul letto con la scatoletta che mi aveva dato mia madre tra le mani.
Sentii la porta di camera mia aprirsi. Con un gesto rapido nascosi la scatoletta sotto il cuscino prima che la figura della mia ragazza entrasse in camera. 
"Ah sei sveglio." Proferì. 
Annuii facendole segno di avvicinarsi. 
"Sai..-pronunciai attirando a me la ragazza e stingendola tra le mie braccia.- mia madre non vede l'ora di conoscere la ragazza che mi ha rubato il cuore."
La sentii irrigidirsi tra le mie braccia ma non lo diede a vedere. 
"Devo essere gelosa? La voglio conoscere anche io."
Ribatté mettendo il muso. 
"Tu sarai la prima a conoscerla." Mantenni il suo gioco ribaltando la situazione. 
Ora lei era stesa sotto di me. 
I suoi capelli erano sparsi per il mio cucino. I miei occhi fissi nei suoi. Il suo profumo che mi riempiva i polmoni. Il suo sorriso che sfiorava le mie labbra. Le sue mani incastrate con le mie. I nostri petti a contatto. Le nostre gambe intrecciate. Ci completavamo come due pezzi di puzzle. 
Quando mi ero innamorato la prima volta di lei, non avrei mai immaginato di poter riprovare tutte queste sensazioni. 
Perrie ne era stata una prova. Quando ero con lei non mi ero mai sentito così vivo. 
Ma ora che ero di nuovo con lei, avevo capito di essermi sbagliato. Tutte quelle sensazioni le stavo riprovando proprio ora, con Lizzie al mio fianco. E se era possibile, la amavo più di prima. Ogni giorno sempre di più. 
"Mi dispiace se dico che ho bisogno di te, ma non mi importa. Non sono spaventato dall'amore. Perché quando sono con te mi sento strano, mi sento vivo. Questo è tutto così sbagliato ma tu mi rendi forte."
Sussurrai sulle sue labbra.
La vidi sorridere a quella mia affermazione prima di baciarmi come solo lei faceva. 
Mi lasciai trasportare da quelle labbra morbide dimenticando tutto quello che c'era introno a noi. Almeno finché un telefono non iniziò a squillare.
"Scusa..- annunciò mordicchiandomi il labbro inferiore.- devo andare. Harry mi sta aspettando."
"Ti scuso solo se mi dai un altro bacio e mi prometti che stasera stiamo insieme."
 

"Che cos'è?"
La voce di Liam mi fece spaventare e feci cadere la scatoletta a terra. 
"Dio Liam. Per poco non mi facevi venire un infarto."
"Cos'è?"
Chiese di nuovo indicandomi la scatoletta che avevo appena raccolto. 
L'aprii mostrandogli il contenuto. 
"Sei impazzito per caso?" Domandò stupito quando vide la grossa pietra. 
"Me l'ha dato mia madre ieri. Vuole che lo dia a tua sorella quando sarò pronto."
"E tu? Che vuoi fare?"
"Io sono pronto Lee.. Ma non so se lei lo è..non voglio perderla di nuovo. Non questa volta."

Sapevo che stavamo insieme da solo due mesi. Ma era come se stessimo insieme da anni. Come se quell'ultimi mesi non ci fossero stati. E quando ami così tanto una persona non è mai troppo presto. 
Da un lato volevo mostrarle quell'anello, dall'altra ero terrorizzato da una sua reazione negativa. 
"Io posso dirti solo che conosco mia sorella. E nonostante i due anni trascorsi a New York, i suoi sentimenti per te non si sono spenti. Anzi, sono cresciuti. Non credevo che qualcuno sarebbe stato in grado di amare una persona come mia sorella ama te."
 
 
LIZ
 
"Ma non eri te che dicevi che la tua giornata con Harry era sacra e neanche se fosse venuto Brad Pitt in persona a chiederti di passare del tempo con lui avresti rifiutato?"
Mi prese in giro Charlie. 
"Non ho mai detto che se fosse venuto Zayn a dirmi di stare con lui avrei rifiutato." Ammisi facendole la linguaccia. 
"Vuoi dire che preferisci Zayn a Pitt?"
"Tu preferiresti passare una serata con Pitt o cento con mio fratello?" 

Le chiesi beffarda. 
Aprì la bocca per ribattere, poi la chiuse non sapendo cosa dire. 
"Zayn deve sentirsi onorato.. Ha superato Brad Pitt." 
"Che avete da ridere?"
Chiese Liam comparendo sulla soglia della porta della mia camera con al seguito Zayn. 
"Parlavamo di Brad Pitt e di quanto è figo."
Rispose Charlie. 
"Ma io sono più figo di lui vero?"
Ammiccò Zayn nella mia direzione. 
"No, per niente." Lo presi in giro. 
Charlie mi guardò sorridendo divertita alla mia affermazione. 
"Non ti credo." Continuò Zayn facendomi ridere. 
"Dai, andiamo scemo." Lo continuai a prendere in giro spingendolo fuori camera mia. Charlie mi seguì avvicinandosi a Liam. 
"Lottie resti a cena qui?" Le chiese sorridente. 
Vidi la mia amica annuire. 
Sorrisi felice per loro prima di spingere il mio ragazzo fuori dalla porta. 
"Hai finito di spingermi?"
Chiese divertito. 
Scossi la testa divertita prima di sentire le sue labbra sulle mie.
 
 
Rientrammo in silenzio a casa in tarda serata. Mio fratello sicuro era già a letto dato che tutte le luci erano spente e c'era un silenzio abissale in tutta la casa. 
Seguii in silenzio Zayn in camera sua. Volevo stare ancora un po' con lui, nonostante la tarda ora non ero per niente stanca. 
"Resti a dormire qui?"
Mi chiese. Io annuii e, dopo essere andata in camera per mettere il pigiama, mi infilai sotto le coperte. 
"Si può sapere cosa hai? È tutta la sera che sei distratto."
Domandai dopo un po' staccandomi dall'abbraccio per guardarlo in faccia. 
"Non ho niente.." Rispose evitando il mio sguardo. 
"Zayn.. Per favore.." Richiamai la sua attenzione preoccupata. 
"Non è niente.. Solo che c'è un pensiero che mi tormenta e non so che fare. Ho paura della tua reazione"
Ammise sincero guardandomi negli occhi. Il suo tono spaventato mi fece preoccupare di più. Cosa voleva dirmi? 
"Dimmi cosa ti tormenta, magari posso aiutarti."
Mi guardò negli occhi sospirando. Poi si alzò dal letto e si avvicinò all'armadio. Lo vidi prendere qualcosa e poi chiudere il cassetto. Non capii cosa teneva in mano. Non riuscivo a distinguere nient'altro se non la sua figura al buio. 
"Ieri quando sono stato da mia madre mi ha dato questo. Voleva che lo tenessi te."
Spiegò tornando a letto e porgendomi quello che teneva tra le mani. Aprii quella scatoletta trovando un anello. Era difficile distinguere le cose con quel buio e solo dopo un po’ riuscii a capire cosa fosse. Con il cuore a mille portai il mio sguardo dove c'era Zayn.
"Era suo.- disse. Solo in quel momento mi accorsi che era inginocchiato a terra e non più seduto sul letto.- sappi che questa volta qualsiasi cosa dirai io ti aspetterò. Vuoi.."
Non lo feci continuare a parlare. Avevo già capito cosa volesse dire. 
"Si, Zayn. Si." Sussurrai buttandomi su di lui e stingendolo tra le mie braccia. 
"Non mi hai neanche fatto finire." Lo sentii ridacchiare sul mio collo più sollevato. 
"Sei sicura? Vuoi davvero sposarmi?"
Chiese dopo leggermente incredulo. 
"Mai stata più sicura Zayn."
Questa volta ero pronta a correre, scappare dalla città e seguire il sole, perché volevo essere sua, perché lui voleva essere mio. Non volevo perdermi nel buio della notte. Questa volta ero pronta a correre, ovunque lui fosse, quello era il posto a cui appartenevo. Perché volevo essere libera e volevo essere sua. Non guarderò più indietro ora, ero pronto a correre da lui. 
  
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