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Autore: Angel51    13/01/2015    4 recensioni
Klaroline. FF ambienta nel passato, anni venti: Caroline è una diva, la diva di Broadway, che dall'ombra muove le fila della città. Klaus attirato dalla sempre più splendente NY, decide di farla sua come ha già fatto con New Orleans, usando i suoi poteri di ibrido per conquistare la città. E' pronto a tutto per riuscirci, ma quando troverà lei sulla sua strada, le sue certezze crolleranno.
"Ricordo bene la prima volta che incontrai Nicklaus Mikaelson, quel momento è impresso a fuoco nella mia mente.
Lui era affascinante, un leader che trascinava le folle, tanto potente quanto pericoloso.
Io, un bel faccino che nascondeva il vero volto del burattinaio che tirava i fili di quella città.
Erano i ruggenti anni venti, lui era un ibrido originario millenario e io solo una giovane umana.
Lui venne per conquistare la mia città, ma trovò una regina che conquistò il suo cuore."
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Caroline\Klaus, Klaus
Note: AU, Cross-over, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Grazie a Sara Forbes per il banner! 


Prima della lettura vi consiglio vivamente di metter su l'intera colonna sonora del film "the great gatsby", ho scritto il capitolo immaginando la musica sotto!! ;)


CAPITOLO 2: The Queen is here!

Klaus entrò nella sontuosa hall del Royal Palace, un lussuoso hotel che si ergeva nell'Upper West Side di Manhattan. Fra il grigiore di quegli alti grattaceli, quell'enorme struttura di marmo bianco, mattoni rossi e vetrate altissime faceva da padrona, con quelli che Klaus aveva contato come più di cinquanta piani, e splendeva nella già luminosa notte della Grande Mela. Le lettere dorate, ma sobrie che componevano “Royal Palace” erano ovunque, dalle vetrine sulla strada, alle enormi insegne che sovrastavano su ogni facciata dell'edificio, un altro ulteriore simbolo della sua grandiosità.

L'ibrido era incantato dalla magnificenza di quel palazzo, e ironicamente pensò che se New York avesse avuto un vero re, avrebbe sicuramente abitato lì... in una residenza che avrebbe rispecchiato lo splendore del suo sovrano proprio nel centro della vita mondana di Manhattan... il suo nome non avrebbe potuto essere un altro.

La misteriosa festa a cui era stato invitato quella sera, l'aveva incuriosito come mai nessun evento era riuscito a farlo precedentemente, tanto che non era nemmeno sicuro di trovarsi nel posto giusto. Quando una minuta ragazza in divisa verde prese il suo soprabito chiedendogli il nome, era quasi sicuro di aver fatto una deduzione sbagliata quella sera, ma poi un sorriso ammiccante richiamò la sua attenzione.

“Mr Mikaelson! Avevo il terrore che per qualche motivo non avremmo goduto della sua presenza stasera!”

“Miss Young! Non avrei mai perso l'occasione per rivederla!” disse lui baciando la mano alla giovane che gli era andata in contro.

“Ci penso io a lui” disse April velocemente ad una donna alle sue spalle che doveva avere il compito di accompagnare gli ospiti, poi tornando a sorridere all'uomo di fronte a lui chiese civettuola “Posso avere l'onore di accompagnarla?”

“Con molto piacere!”

Klaus guardò la donna aggrappata al suo braccio, muoversi sinuosamente nel suo abito di lustrini azzurro chiaro così simile ai suoi occhi... era piacevolmente frizzante “Anche se sono più che sicura che sia superfluo, devo chiederle la parola d'ordine Mr Mikaelson... è solo una formalità per prendere parte alla festa” disse la giovane intimidita scusandosi con lo sguardo, mentre ancora stavano camminando.

L'ibrido ghignò a quella richiesta, notando un lampo di paura passare negli occhi cristallini della ragazza “E se non fossi riuscito a scoprirla?”

April arrestò la sua camminata e Klaus poté vederla vacillare, proprio come al loro primo incontro, non sapendo come comportarsi. Aveva giocato con lei fino a sfinirla il giorno precedente e sembrava non avere ancora finito.

********************************************************************************

Quando la cameriera gli aveva detto che una giovane donna lo stava aspettando al suo rientro a casa, Klaus rimase sorpreso. Erano solo due giorni che era in quella città, aveva poche conoscenze e non immaginava proprio chi potesse fargli visita.

Posso aiutarla Miss..?”

April Young, lieta di fare la sua conoscenza Mr Mikaelson. Spero di non averla disturbata. Le ruberò solo pochi momenti...”

Parlava decisamente troppo la ragazzina. Aveva smesso di starla a sentire dopo il primo minuto, continuava solo a sorriderle cordialmente annuendo, mentre osservava di nascosto quel corpo fasciato in un elegante abito da giorno rosa che metteva in risalto le prosperose forme della ragazza. Carina, molto carina, ma continuava a parlare decisamente troppo... e la sua voce era troppo atona, non l'avrebbe tollerata ancora per molto.

Poi finalmente arrivò al punto della sua visita e tirò fuori dalla borsetta una busta bianca che gli porse attendendo una risposta da parte dell’ibrido, risposta che però non sembrava arrivare.

Prese la busta e la aprì notando il suo nome scritto in una bella ed elegante calligrafia, di una donna sicuramente si disse, incominciando a leggere il biglietto... ma più le parole scorrevano sul foglio, più la sua rabbia sembrava aumentare.

Miss Young, lei non mi conosce, ma mi creda quando le dico che se esce da qui come vi è entrata oggi è solo perché una ragazza così carina merita una seconda possibilità... non giochi con me, non sono il tipo a cui fare certi scherzi” le disse furioso gettando la busta a terra e voltandole le spalle per andarsene “la prossima volta non avrò tanta pazienza!”

Signor Mikaelson la prego aspetti” disse la ragazza allarmata raccogliendo la busta e andandogli dietro “Non è affatto uno scherzo, non mi stava ascoltando?” ma vedendo la rabbia nei suoi occhi continuò veloce “O forse sono io a non essermi spiegata bene! Anzi ne sono certa! Sono così distratta a volte!”

Vedendolo restare in silenzio, April continuò prima che la cacciasse di casa “il biglietto” disse porgendoglielo di nuovo “è in codice! È un invito, un invito esclusivo ad una festa segreta. Ogni invito è consegnato a mano, privatamente da persone di fiducia, e se per caso dovesse cadere nelle mani sbagliate, chi lo leggerebbe non saprebbe che farsene e sarebbe inutile. La prima riga è il tema, l'evento, o il motivo della festa, e al tempo stesso la parola d'ordine per accedere. La seconda è il luogo dove si svolgerà. Giorno e orario sono in terza riga. Non è uno scherzo, mi creda. In basso a destra c'è lo stemma della famiglia o le iniziali di chi dà la festa”

Klaus guardò il biglietto, lesse ancora la sequenza di parole che andavano a formare una filastrocca senza senso, con numeri e simboli che andavano a sostituire le lettere in qualche punto.

La persona per cui lavoro ha mandato me e non un semplice fattorino perché voleva essere sicura che le spiegassi come decodificare queste parole così da partecipare alla festa”

Sempre restando in silenzio rilesse nuovamente il biglietto, mentre la sua mente cominciava già a capire quel contorto meccanismo di occultazione. Corse poi a leggere la “firma” del mittente, ma non aveva proprio idea di chi fosse C.E.L.

C'è una nota per lei sul retro” disse ancora intimidita April. Lui alzò lo sguardo veloce per tornare subito al biglietto. Diceva solamente 'Spero di avere il piacere di ballare ancora insieme Mr Mikaelson'

Non so chi sia ad invitarm,i ma deduco sia una lei... non credo di dover ballare con un uomo almeno!”

Lei sorrise, solo un po' più rilassata “Credo che se Mrs C. avesse voluto farsi riconoscere, avrebbe aggiunto il suo nome insieme alla nota... quindi penso che dovrò continuare a chiamarla Mrs C. in sua presenza!”

Klaus ci penso un attimo. Spero di avere il piacere di ballare ancora insieme. Quindi doveva aver già ballato con questa donna, sicuramente alla festa data a casa sua al suo arrivo visto che non aveva più ballato da allora. Passò una ad una le donne con cui aveva ballato quella sera nella sua testa, cercando di ricordare il loro nomi, e anche quando i suoi pensieri si persero al ricordo del ballo con quella ballerina tanto arrogante quanto affascinante, si rese conto che c'era solo una donna che poteva aver mandato l'invito.

Carol qualcosa Lockwood... ho già ballato con lei e le sue iniziali coincidono” disse amareggiato.

April scoppio in una genuina risata “Forse! Non posso dire niente, mi dispiace” e nonostante le molte insistenze di Klaus, che la giovane aveva piacevolmente apprezzato, non riuscì a sapere nulla di più.

Signor Mikaelson lei gioca sporco!” disse quando con un gesto inconsueto Klaus la prese a braccetto portandola a sedere nel salottino antistante “Sa bene come far cedere una ragazza, quindi prima che possa mettermi nei guai lasci che lei spieghi il codice e me ne vada”

Non voglio sapere il codice, ho già capito il sistema... mi dica di più della festa” disse lui prendendo posto e allungando il braccio sullo schienale dietro la ragazza, così che le sue dita le sfioravano la schiena.

La prego mi lasci aiutarla! Non posso correre il rischio che lei sbagli o...”

Non sbaglio mai, miss Young! Perché c'è tanto mistero intorno a questa festa?” insistette lui.

Non posso dirle molto” disse abbassando lo sguardo.

Miss Young... lei mi sta torturando! Non crede che ormai possiamo darci del tu e chiamarci per nome? Mi trovo così a mio agio che mi sembra di conoscerla da sempre” le disse sorridendo e alzandole il mento con due dita in modo da guardarla negli occhi.

Certo...April andrà benissimo!” disse ritrovando un po' della sua grinta spinta dall'atteggiamento lascivo di lui “Non posso dire molto sulla serata. La festa è segreta per via del proibizionismo, lì ogni eccesso è concesso, ma non tutti posso partecipare. Solo i membri del Cercle d'Elitè e chi è loro vicino partecipano, bisogna essere invitati”

Cos'è il Cercle d'Elitè?” chiese serio e curioso Klaus

Sono gli Eletti... o meglio loro si fanno chiamare così... sono i personaggi più in vista e importanti della città, e le persone che gli sono vicine. Il loro circolo è composto da cinque membri, ma nessuno a parte i medesimi membri sa chi ne fa parte. Loro... controllano la città, muovono tutto, e si confondono fra tutta l'elitè che si sono creati intorno”

Ed io cosa centro? Non ne ero nemmeno a conoscenza fino ad ora”

A quanto pare pensano che Nicklaus Mikaelson sia degno di farne parte. Si è parlato molto al tuo arrivo in città e della tua festa. Domani sarà una prova, una specie di serata di iniziazione, se tutti i membri ti riterranno degno entrerai a far parte del circolo e serate come queste saranno quotidianità! Sarà chiaro se riceverai un altro invito entro pochi giorni... Ma forse questo non dovresti saperlo...” disse lei mortificata.

Puoi star tranquilla mia piccola April, il tuo segreto è al sicuro con me” disse avvicinandosi per sussurrarle all'orecchio.

Lei annuì mesta mentre deglutì faticosamente, sapendo di aver detto troppo. Eppure era stato così facile lasciarsi andare con lui.

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“Fuoco e ghiaccio” le mormorò lui all'orecchio provocandole brividi di piacere. L'aveva vista sbiancare vistosamente e aveva sentito il suo cuore perdere un battito, nei pochi secondi di silenzio, per la paura che non avesse portato a termine il suo facile compito. Adorava giocare in quel modo.

Lei gli sorrise rassicurata “Andiamo allora, la festa ci aspetta”

Salirono in uno dei tanti ascensori e April inserì una chiave dopo aver premuto l'ultimo piano, rimettendola subito nella sua pochette. Tutto aveva pensato, tranne che la festa fosse in una camera d'hotel.

(Vi consiglio l’ascolto di “A little party never killed nobody”)

Quando le porte dell'ascensore si aprirono, un vortice di colori musica e profumi lo avvolse, rapendolo completamene.

Quello che credeva essere l'attico di un grande hotel, era una vera e propria reggia fra grattaceli di New York.

L'immensa sala su cui si erano aperte le porte dell'ascensore era gremita di persone che ballavano al ritmo assordante di una musica ritmata e caotica, di uno swing mai sentito prima, e ballavano ovunque... dalle scale alle larghe balaustre del secondo piano, dai tavoli ai davanzali delle finestre... letteralmente in ogni angolo della grande stanza.

Bellissime donne riflettevano la luce dei tanti lampadari in cristallo con i loro vestiti... giovani e avvenenti, e donne di una bellezza ormai sfiorita ma ancora cariche del loro fascino, giravano intorno a vecchi uomini d'affari, gangster, attori del cinema e ragazzi che da poco avevano aveva passato la pubertà... produttori e attrici di Broadway, modelle e artisti contemporanei, alte cariche dell'esercito, politici in vista: era sicuro di non averli mai visti tutti insieme alla stessa festa, bere e divertirsi in quel modo.

Chiunque ne fosse l'artefice, aveva potere... e già la sua stima.

Nicklaus entrò nella stanza sempre con April al suo braccio a guidarlo, nessuno lo aveva notato, in quel momento era uno come tanti altri a quella festa, e approfittò del momento per scrutare ogni cosa accadeva intorno a lui.

Mentre beveva lo champagne che gli era stato offerto, attraversò la sala... un giovane cantante in frac si muoveva al ritmo della sua voce dal centro della stanza, dietro di lui ugualmente a tempo, tre bellissime donne dalla pelle lattea raggiungevano note mai sentite, mentre una orchestra di sei o sette elementi riusciva a ancheggiare e suonare nello stesso momento. Avvenenti e prosperose cameriere servivano da bere in corti abiti di pizzo rosso, guidate dal barman in smoking bianco all'angolo del bar, destreggiandosi con abilità fra le seducenti ballerine che ballavano dietro enormi ventagli di piume candide, o fra le circensi che scendevano dal soffitto attaccate a corde di seta.

April lo portò alla fine del salone dove le ampie vetrate si aprivano su un'enorme spazio aperto che poteva considerarsi un giardino, se non fosse che erano all’ultimo piano. La festa continuava all'esterno ancora più grintosa, con un'altra cantante dalla pelle d'alabastro che cantava una melodia jazz e una piscina traboccante di ospiti, più o meno vestiti.

Tende e fasci di seta rossa e bianca correvano in tutta la grandezza della casa, milioni di candele disseminate, sculture di ghiaccio grandi quanto persone, e cristalli che scendevano ovunque, ricordarono a Klaus il tema della festa e come lui nel suo smoking grigio ghiaccio, tutto il resto degli ospiti aveva optato per indossare quelle sfumature, in un vivace turbinio di colori.

“Le feste di Miss C. sono le migliori, non crede?” chiese April notando lo sguardo soddisfatto dell'uomo accanto a lei.

“Impressionanti direi”

“Il party di questa sera è il più atteso della stagione... è l'ultimo dell'inverno e apre le porte alla calda stagione e a tutto quello che ne consegue! C'è chi ucciderebbe per essere al nostro posto!”

“Mi sembra da maleducati non salutare i propri ospiti... dov'è la tua Mrs C. April?”

“Arriverà a breve... le piace assicurarsi che sia tutto apposto prima di scendere a divertirsi!”

Lui annuì portandosi alla bocca il suo bicchiere. Cominciò a guardarsi in giro, c'erano molte facce note che aveva già conosciuto alla sua festa o nei due giorni seguenti, infondo non aveva fatto altro che accettare inviti stringendo mani tutto il giorno. Ma dei Lockwood non c'era traccia, che si fosse sbagliato?!

“Devo occuparmi di un paio di cose... spero di poter ballare anch'io con lei Mr Mikaelson” disse April riprendendo un tono formale per non dare alito alle malelingue.

“Quando vuole miss Young!” disse baciandole la mano e tornando poi al salone mentre lei si affrettava verso il bar.

Con una mano in tasca e l'altra che sorreggeva il flute, Nicklaus girovagava per la festa sentendo gli occhi di molti puntati sulla schiena. Era straordinaria. Semplicemente straordinaria. Aveva dato milioni di feste nella sua vita, negli ultimi anni aveva osato con gli sfarzi e gli eccessi, ma nessuna festa sua o della sua famiglia poteva reggere il confronto con quella serata. Era New Orleans ad essere diversa da New York... Nola era come una donna che per quanto si lasciasse andare manteneva sempre la sua eleganza e la sua sobrietà, dove tutto per quanto diverso era in equilibrio e per questo bellissima e affascinante. Manhattan era una bellissima giovane appena sbocciata che sprizzava freschezza e vivacità, una ragazzina spregiudicata e imprudente a cui non importa nulla di cosa gli altri pensassero e che si lasciava andare a tutto quello che gli veniva in mente, che eccedeva in tutto quello che faceva... era impossibile non esserne attratti, era impossibile non amarla. E l'anima di quella festa era la stessa di quella della città.

 

Nicklaus sentì come un brivido attraversargli la schiena. Forse era il suo sesto senso o forse era il destino che lo stava spingendo a trovare la sua strada, ma qualcosa lo fece voltare per cercare cosa gli avesse fatto venire quei brividi.

Ragazze che sghignazzavano guardandolo, un paio di uomini che gli alzarono il calice salutandolo, una ballerina che gli ammiccava, ma c'era qualcos'altro.

Continuò a cercare con lo sguardo, correndo per le scale e seguendo la balconata che si affacciava sulla sala sottostante e lì, mescolata agli altri ospiti con le mani appoggiate al marmo bianco del corrimano, c'era “lei” che sorrideva soddisfatta incontrando il suo sguardo, fasciata in un abito rosso fuoco che brillava ad ogni suo movimento sinuoso. Un nuovo brivido gli salì lungo la spina dorsale, costringendolo a deglutire prima di sfoggiare il suo solito ghigno intraprendente solo per lei.

Notò qualcuno di familiare muoversi animatamente dietro di lei... la piccola April le stava raccontando qualcosa ma non riuscì proprio a sentire nulla per via della musica. C'era qualcosa di strano in quella scena, non sembrava una conversazione amichevole... perché era solo la ragazzina a parlare? Lei non faceva altro che annuire guardando la sala sotto di loro, soffermandosi con lo sguardo su qualche persona ogni tanto. Quando i suoi occhi azzurri tornarono ad incontrare quelli di Klaus, lei disse poche parole alla giovane dietro di lei senza nemmeno guardarla e poi quest'ultima se ne andò veloce, come se dovesse seguire un ordine.

Il suo ghignò si allargò quando la sua mente mise insieme tutti i pezzi del puzzle... Miss C., un ballo insieme, April che annuiva obbediente... come aveva fatto a non pensarci prima? Solo una donna come lei, che era riuscita ad affascinarlo tanto in una solo serata, poteva essere capace di un evento simile. Un momento dopo quella rivelazione, lei si voltò verso i suoi ospiti e sparì fra loro.

Klaus andò dal barman e ordinò un bourbon, aveva bisogno di qualcosa che non fosse troppo dolce e frizzante, e mentre stava prendendo il suo bicchiere, una presenza familiare gli si affiancò ordinando lo stesso.

“Non riesco a capire perché non mi hai detto che saresti stato qui anche tu” disse Klaus risentito.

“Non prendertela vecchio mio! Ho solo assecondato la padrona di casa... non so a che gioco stiate giocando voi due, ma voglio rimanerne fuori! Ti stavo tenendo d'occhio, ce ne hai messo di tempo a collegare i pezzi!” disse Stefan fra il divertito e il risoluto.

Nicklaus scoppiò in una risata sincera... anche lui avrebbe tanto voluto sapere che diavolo stava combinando con quella donna.

“Ti chiedo solo una cosa, in nome della nostra amicizia... non farle del male! Nel vero senso della parola... non farle del male!” disse serio Stefan “Lei è la mia famiglia. Non ho più nessun altro ormai”

Nicklaus avrebbe tanto voluto approfondire quelle parole, sapere cos'era successo ai tanto affiatati Salvatore, ma aveva qualcos'altro più importate da dire “Hai me Stefan... e mi avrai per sempre intorno amico mio, sono immortale ricordi?”

“Tu arrivi all'improvviso e te ne vai allo stesso modo Klaus... non sei proprio uno su cui si possa fare affidamento!” disse mesto bevendo il liquore ambrato tutto d'un fiato “Sei come un fratello per me lo sai...”

“Ci siamo incontrati quando entrambi siamo stati traditi dai nostri fratelli...”

“Caroline è come noi” disse interrompendolo “è stata tradita dalla sua famiglia più volte di quante se ne possano contare, è una combattente... solo non merita di soffrire ancora”

Klaus rifletté sulle parole del suo amico mentre quest'ultimo si diresse sicuro verso uno dei balconi per sentire il fresco della notte sulla pelle e sfuggire per qualche momento al frastuono della festa.

“Lei... mi affascina” disse semplicemente Klaus “Non è solo attrazione fisica, c'è qualcos'altro...”

“L'ho visto, chiaramente aggiungerei” disse sarcastico Stefan

“Il suo invito mi ha sorpreso stasera... pensavo mi odiasse”

“Conosco Caroline da dieci anni ormai... non cercare di capirla, non puoi riuscirci vecchio mio!” disse Stefan scuotendo la testa divertito.

“Le piace giocare col fuoco e non ha paura di bruciarsi. Potrebbe essere un bel passatempo finché sono qui”

“Oh! Ecco allora dove si sono nascosti gli scapoli d'oro di questa città!” entrambi si voltarono alla voce frizzante di April dietro di loro.

“April! Sei uno splendore...”

“Grazie... ma lascia perdere i complimenti... la padrona di casa ti sta cercando Stefan e lei Nicklaus mi ha promesso un ballo!”

 

Caroline di mescolava fra la folla dei suoi ospiti, brindando alzando il calice con chi incontrava sulla sua strada e scambiando pochi convenevoli. Aveva preferito sparire non appena ne aveva avuto l'occasione, voleva mantenere il controllo di quel gioco di potere che si era creato e tenere tutto sotto controllo, come suo solito.

Lo aveva visto allontanarsi con Stefan verso il balcone e poco dopo April raggiungerli, forse un po' troppo su di giri. Sorrise alzando gli occhi al cielo pensando che qualcuno si era preso una bella cotta per il nuovo arrivato dall'accento affascinante. Seguendolo sempre con la coda dell'occhio, si diresse verso il bar dove trovò un vecchio amico dal caldo sorriso ad accoglierla.

“Ti vedo nervosa Care... qualcosa ti preoccupa?”

“Matt... solo tu riesci a leggermi come un libro aperto!” disse facendosi avvolgere da un tenero abbraccio “Sono solo preoccupata per April... credo che abbia esagerato con lo champagne e sia un po' troppo su di giri” disse sperando di essere stata convincente. Era Lui ad renderla terribilmente nervosa, e non riuscire a spiegarsi il motivo di quella sensazione, la faceva stare peggio.

“Ci penso io, l'accompagnerò a casa e la metterò a dormire personalmente!”

“Se fosse stato un altro a dirlo, mi sarei preoccupata, ma come posso non fidarmi di te?!” disse lei teneramente, volgendo appena lo sguardo sulla ragazza e sul suo cavaliere per il ballo... Maledizione! Stavano ballando insieme, lui le stava facendo ballare il charleston. Era bravo, come immaginava. Durante il loro ultimo ballo, non poté fare a meno di notare quanto fosse attento nei movimenti, seguisse la musica e sapesse portarla come mai nessun altro aveva fatto in un valzer... figurarsi in un charleston!

Matt seguì il suo sguardo e prendendole la mano la portò con sé “Vuole forse ballare Miss Forbs?”

Caroline scoppiò a ridere per il tono formale e entusiasta accettò l'invito, portandosi dalla parte opposta a 'lui' della sala... non sia mai che senza accorgersene gli avesse pestato un piede.

Le sembrarono passati solo pochi minuti da quando iniziò a ballare, ma quando sentì i rintocchi del pendolo sovrastare la musica, capì invece che era passata più di un'ora e conoscendo bene il suo singer man, sapeva che quando la canzone avrebbe finito, l'orchestra avrebbe strimpellato i primi accordi di una romantica canzone jazz, per quello che a lui piaceva presentare come il ballo di mezzanotte.

Riuscì appena a sentire l'ultima nota svanire che una voce roca e già familiare la raggiunse dietro di lei.

“Posso rubarle la dama, amico mio?”

Matt gli cedette la sua mano ingenuamente, dicendole che avrebbe approfittato per cercare April, lasciandola in balia di quegli eventi fuori dal suo controllo.

Il suo sguardo duro incontro quello dolce di lui che la stava aspettando, sorridendo appena in attesa di un suo gesto.

“Avanti... un solo ballo! Non mordo, promesso” le venne da ridere sentendo nuovamente quella frase, così simile a quella di poche sere prima. Forse non mordeva, ma era sicura che in qualche modo si sarebbe ferita, ballo dopo ballo.

Lei strinse la mano nella sua e si avvicinò a lui appoggiando anche l'altra mano alle sue spalle “Non sono un oggetto senza una volontà Signor Mikaelson, avrebbe dovuto chiedere a me se volevo ballare”

“Se l'avessi fatto, mi sarei perso questo suo adorabile temperamento” disse lui sorridendo più apertamente in risposta al suo sguardo stizzito “Sto solo mantenendo la mia parola... ricorda? Le avevo detto che se me lo avesse permesso l'avrei fatta ballare fino a svenire... perché non stasera?!”

“Potrei sopportare un ballo, non di più!”

“Eppure nel suo biglietto sperava di poter ancora ballare con me, deduco che deve esserle piaciuto l'ultima volta”

“Era solo cortesia, nulla di più” disse sorridendo falsamente di proposito.

Lui sospirò, ridendo colpito da quel suo spirito combattivo. Era sicuro di non sbagliare con quel chiaro riferimento al biglietto... era certo che c'era lei dietro tutto e la sua risposta glielo aveva appena confermato.

 

“Quando ha capito che c'ero io dietro quell'invito?” chiese curiosa Caroline notando il riferimento alla sua nota.

“Soltanto poco fa, mia cara, mentre commissionava la piccola Miss Young. Le iniziali sul biglietto mi hanno tratto in inganno, ho pensato a tutt'altra persona... ma non appena l'ho vista indaffarata a far funzionare il tutto ogni tassello ha trovato il suo posto”

“Sono una perfezionista, non lascio nulla al caso” disse Caroline, come se volesse giustificare il suo comportamento.

“La definirei più una maniaca del controllo, tesoro...” disse guadagnandosi un'occhiata truce dalla donna “ma questa festa è incredibile, giustificherei anche il più ossessivo dei comportamenti... non ho mai visto niente di simile in tutta la mia vita, davvero. E la rispecchia molto oserei dire, se mi permette nonostante la poca conoscenza che ho di lei... ma tutto qui è vivace e brioso, luminoso e caldo, restando comunque elegante e accurato”

“Mi piacciono i complimenti, Mr Mikaelson, ma credo che lei mi stia elogiando più del dovuto e credo che lo faccia per un secondo fine” disse lei scaltra.

“Le do quello che si merita, nulla di più... se comunque volesse organizzare una festa in una location diversa, la mia casa negli Hampton è a sua disposizione e io ne sarei entusiasta” disse sorridendo sornione Klaus.

“Casa mia è il luogo che preferisco per le mie feste, ma ci penserò... la sua casa ha un grande potenziale, che a quanto pare lei non sa cogliere” disse civettuola sbattendo gli occhi, dopo la sua frecciatina.

Lui sorrise arrendevole “Devo confessarle che ho capito solo adesso il motivo del suo invito” disse sospirando “Si sta facendo beffa di me, non è vero tesoro? Vuole mostrarmi come si organizza una vera festa in stile New York City e come ci si diverte secondo lei... E vuole che ammetta che la sua festa è migliore della mia”

“Credo di aver raggiunto il mio scopo dati i complimenti di poco fa”

“Mi ha invitato solo per questo?”

“Perchè altrimenti?”

“Magari trova piacevole la mia compagnia... magari le serviva una scusa per rivedermi... magari voleva delle scuse per non averla riconosciuta come merita...”

Caroline sentì le guance imporporarsi alle sue supposizioni, ma sentendo le ultime parole l'imbarazzo lasciò il posto alla meraviglia sul suo viso.

“Sono solo un pover uomo che non legge la pagina dello spettacolo del Times, e che non avrebbe mai voluto sminuirla o umiliarla... le sto facendo le mie scuse Miss Forbes” sussurrò all'orecchio avvicinandosi a lei e facendole poi fare una giravolta per farla tornare a stringersi di più contro di lui.

“E lo ha scoperto da solo o ha chiesto in giro dopo il nostro ultimo incontro?” disse lei con un pizzico di arroganza tornando la donna impassibile di poco prima.

Lui sorrise sconfitto, scoperto dalla sua perspicacia.

“Ho chiesto di lei ad un amico e in risposta mi ha dato il giornale del giorno, ha aperto la pagina dell'intrattenimento e si parlava della mia festa, ma c'era un intero paragrafo dedicato a lei mia cara e una foto che non le rendeva giustizia. Solo allora mi sono accorto che la città è tappezzata di poster del suo viso... chiedere in giro era diventato un dovere oramai”

“Mi sorprende che Mr Salvatore non le abbia spifferato tutto alla prima domanda”

“Stefan si è divertito molto a mie spese, mentre mi guardava passare le pene dell'inferno” disse sorpreso ancora una volta dell'accortezza di Caroline “Spero di poter avere l'onore di farmi perdonare per la mia mancanza... magari potrei invitarla a cena una sera... so essere molto convincente, potrei stupirla!”

Caroline alzò un sopracciglio poco convinta ma prima che potesse parlare, lui riprese “Non vorrei recarle fastidio ballando l'ennesima volta con lei” disse lasciandola andare lentamente, figurarsi che lei non si era nemmeno accorta che la musica aveva cambiato genere, assorta nella conversazione “Ho già molto da farmi assolvere”

“Può cominciare prendendomi da bere” disse lei frivola allontanandosi svelta.

Klaus, seppur  meravigliato dal suo invito a passare altro tempo insieme si sbrigò a raggiungerla a bordo piscina con una bottiglia di champagne per entrambi.

“Mi piace fare le cose in grande” le disse mostrando la bottiglia non ancora aperta e due calici, facendola sorridere piacevolmente sorpresa

“L'ultima volta mi sono completamene sbagliato” disse Klaus e lei corrucciò la fronte in risposta “Le avevo detto che non avrebbe potuto essere più bella quella sera... è evidente che ero in errore. Il rosso è decisamente il suo colore, la rende viva come il fuoco che ha dentro, la valorizza in maniera eccelsa... non mi ricredo spesso delle mie convinzioni, ma riconosco i miei errori... questa sera è veramente la donna più bella che abbia mai visto” disse serio guardandola negli occhi, dopo aver aperto con tocco leggerò la bottiglia.

Caroline era rapita da quello sguardo, non c'era traccia di scherno o sarcasmo in quegli occhi e in quella voce, ma le era così difficile credere a quelle parole dette con così tanta sincerità e passione, e la confusione che provava le faceva terribilmente paura.

“Grazie” disse semplicemente.

Si godettero qualche secondo di silenzio, mentre lui versava da bere ad entrambi, contemplando l'atmosfera magica e spumeggiante di quella festa fra i grattaceli.

Caroline incominciò dopo qualche minuto a camminare, spostandosi dove c'era meno gente, verso i margini del tetto, appoggiandosi con le braccia al parapetto e guardando la città sotto di loro.

“Cosa ha scoperto su di me allora?” disse continuando a guardare di fronte a se.

“Non molto in realtà... questa mattina sono andato alla sede del Times per incontrare il giornalista che aveva scritto l'articolo personalmente” lei alzò gli occhi al cielo a quella rivelazione, non credeva che sarebbe arrivato a tanto!  “ma quando ha iniziato a parlarmi della vita di Caroline Forbes, non ho potuto non pensare a quanto mi sarebbe piaciuto che fosse lei in persona a raccontarmela e non un giovane scrittore che scrive solo per vendere articoli, senza nemmeno sapere chi lei sia veramente. Così me sono andato, sperando di avere presto un'occasione per rivederla e avere la mia possibilità... ed eccoci qua. Credo si possa chiamare destino” disse lui alzando gli occhi dritti nei suoi.

“E se io non volessi raccontarle la mia vita?”

“Sono un uomo paziente, aspetterò”

Caroline rimase colpita dal suo imperterrito sorriso. Non si scoraggiava mai quell'uomo, era sempre pronto a rialzarsi dopo essere stato abbattuto, più forte di prima! Avrebbe voluto avere anche lei quella perseveranza, invece della sua impazienza!

“Solo una cosa non mi è chiara... perché ha usato un nome falso per invitarmi alla festa? Credeva che non avrei accettato se avessi saputo che era lei l'artefice di tutto? Miss Young mi è parsa sorpresa quando ha capito che non sapevo chi fosse C. E. L. Perché?” questa volta fu Caroline a sorridere. Era talmente famosa a New York che tutti rispondevano al suo posto alle sue domande, per una volta era bello essere per qualcuno una donna qualunque.

“Non ho usato un nome falso, non ne avevo motivo. Stefan mi ha presentato come Caroline Forbes perché è così che tutti mi conoscono, è il nome con cui sono diventata famosa e con cui mi piace che la gente mi ricordi, ma come tutte le donne quando mi sono sposata ho adottato il nome di mio marito... Caroline Lockwood” disse lei sorridendo triste.

Klaus avvertì un nodo alla gola quando lei disse “sposata”. Allora esisteva un uomo baciato dalla fortuna che aveva avuto la grazia di chiamarla “sua”.

“Veramente non ho pensato a questa incomprensione quando le ho mandato l'invito, me ne sono resa conto solo quando April mi ha raccontato del vostro incontro. Non ne era mia intenzione”

“E se posso permettermi, dov'è suo marito stasera? Vorrei fare la sua conoscenza”

“Tyler non partecipa mai alle mie feste” disse mestamente Caroline “Non ama la mondanità come me”

Lui annuì, con le labbra strette questa volta, nessun sorriso ad imbellirgli il viso. Caroline percepì l'aria farsi pesante, un silenzio imbarazzante calò fra loro e come risvegliata da un sonno improvvisamente si ricordò che lui non le piaceva, che non si fidava di quell'uomo che riusciva a distrarla con belle parole e modi gentili, e avrebbe voluto prendersi a schiaffi per il tono dispiaciuto che aveva usato e per essersi lasciata distrarre... doveva stare attenta, doveva dirigere quel gioco, doveva tenere tutto sotto controllo costantemente, aveva un suo piano quella sera e in un modo o nell'altro l'avrebbe portato a termine.

“Ha intenzione di farmi ubriacare per scoprire tutto su di me, Mr Mikaelson?” disse indicandogli la bottiglia di champagne che teneva in mano, riprendendo il suo tono civettuolo.

“Conosco altri modi per far parlare una donna, mia cara” disse sicuro di se, togliendole di mano il calice per appoggiarlo lì vicino. Lei lo lasciò fare e impassibile lo guardò avvicinarsi a lei, intrappolarla con il suo corpo contro la ringhiera. Poteva sentire il calore del suo corpo fra la brezza fresca della sera, e le sue mani erano così vicine da sfiorare le sue braccia. Pensò che aveva un buon odore, di fresco e amaro allo stesso tempo e per la prima volta i loro occhi, gli uni negli altri, erano davvero così vicini da poter scorgere ogni sfumatura delle iridi.

“E se non fossi interessata a questi modi?” disse lei sarcastica, cercando di controllare i brividi che la sua vicinanza le provocavano.

Klaus si lasciò scappare una risata bassa e un sospiro di rassegnazione a quelle parole... era più difficile di quanto potesse immaginare.

“Ricominciamo da capo” disse allontanandosi di qualche passo da lei, dandole il suo spazio “dimentichi ogni cosa, la prego! Il nostro primo incontro, le mie parole, ogni cosa che ho fatto e detto... lasci da parte l'odio, la rabbia, qualsiasi cosa provi contro di me!” lei alzò un sopracciglio sorpresa “questa è la prima volta che mi vede, lei è qui da sola a bere il suo champagne e io vengo per presentarmi, perché è il momento che aspetto da tutta la sera, perché non so a chi rivolgermi per una presentazione ufficiale, perché lei è talmente bella che non posso andarmene senza sapere il suo nome” le disse sorridendo sinceramente esausto e disperato.

 Caroline cerco di cacciare indietro la piacevole sensazione che quelle parole piene di speranza e passione le davano, ma lui continuò ancora facendole un veloce inchino prima di prenderle la mano e posarci le labbra per un bacio tanto fugace quanto delicato “Buona sera, lei deve essere la padrona di casa, le faccio i miei omaggi è una bellissima festa e la ringrazio per l'invito. Miss Caroline Forbes se non sbaglio?! Credo di non aver mai incontrato donna più bella! Mi permetta, sono...”

Caroline tolse la mano dalla sua stretta, spazientita dai suoi giochetti, riprendendo il controllo di se stessa prima di perderlo del tutto.

“Lei è Nicklaus Mikaelson, the king of New Orleans! è così che la chiamano, giusto?” disse sprezzante “ho sentito molto parlare di lei, Mr Mikaelson. Non c'è foglia che cada o vento che soffi senza il suo permesso a Nola” lei piantò gli occhi in quelli stupiti e ormai sospettosi di lui “ogni cosa è sotto il suo controllo, la sua famiglia è la più potente e la più ricca, le più alte cariche della città rispondono direttamente ai Mikaelson e i pochi che hanno avuto il coraggio di ribellarsi, sono scomparsi dalla circolazione... qualcuno l'ha definita un vero tiranno, un regime di terrore il suo. E se posso permettermi, lei non mi piace!” disse arrogante.

“Chi ha detto questo deve avere paura di me, e se ha paura di me è perché ha fatto qualcosa che non doveva fare, tesoro” disse assottigliando lo sguardo e riprendendo il suo cipiglio presuntuoso “credo di dover rivedere la mia cerchia di persone fidate... forse qualcuno ha rotto i ranghi” terminò minaccioso, poi prese la sua mano per portarla sopra alla sua spalla e strinse l'altra nella sua, aggiungendo con noncuranza “Balliamo? Anche se bassa, si riesce a sentire una delle mie canzoni preferite”

Caroline sbuffò irritata, alzando gli occhi al cielo ma iniziò comunque  a muoversi, portata da lui, con la sua solita grazia, chiedendosi perché diavolo quell’uomo voleva sempre ballare .

“Sarebbe una perdita di tempo, cercare fra le sue conoscenze, mi creda...” disse fredda Caroline “vede, tutto quello che so di lei, non viene dai suoi fidati ranghi. Al contrario del pensiero comune di molti uomini qui a New York, non sono solo una sciocca attricetta di Broadway con un bel visino”

“Uomini stupidi se mi permette... fin dal nostro primo incontro ho notato che intelligenza e astuzia la caratterizzano”

“Qualche volta bisogna fingersi più stupido delle stupido per ingannarlo...” Klaus accusò il colpo a lui diretto, sorridendo alla sincerità di quell'affermazione.

“Le propongo di scoprire entrambi le nostre carte, mia cara... il nostro tempo è troppo prezioso per perderlo in inutili giri di parole”

“Lo sto già facendo, non ho motivo di mentirle”

“Da quanto tempo si sta prendendo gioco di me allora?” disse quasi sputando veleno insieme alla frase.

“Non l'ho mai fatto, lo scopo del mio invito qui stasera era di farla uscire allo scoperto e ci sono riuscita. Vede quando è arrivato, ho cercato di scoprire qualsiasi cosa sul suo conto ma ogni strada era un vicolo ceco, era pulito sotto ogni punto di vista, inattaccabile, nessuno sapeva da dove veniva, chi era o cosa faceva. Ma New Orleans non è così lontana da qui, e al contrario di lei, io mi interesso molto alla pagina di mondanità. Ricordo che tempo fa nella sua città, forse un paio di anni ormai, fu inaugurato un bellissimo teatro dell'opera, ristrutturato grazie al contributo di una prosperosa famiglia del luogo. Il suo nome mi era suonato familiare, ho soltanto ricollegato i pezzi. Lei controlla New Orleans, ma non questa città... se voglio qualcosa io lo ottengo, so sempre quali tasti pigiare nella mia città, so quali uccellini far cantare...”

“Miss Forbes lei mi affascina ogni momento sempre più. Tanto bella quanto intelligente, tanto ammaliante quanto scaltra” le sussurrò lui in risposta, con la voce piena di passione nata quando lei lo aveva messo alle strette.

“Ho scoperto le mie carte, è il suo turno adesso... qual è il vero motivo della sua presenza qui?” disse lei cercando di non farsi toccare dai sussurri contro il suo collo. Lui per tutta risposta, la lasciò andare, facendola voltare verso lo skyline della città sotto di loro.

“Guardi mia cara. Non è bellissima?! Si prospetta un futuro che nessuno di noi può neanche immaginare per questa città. E io voglio esserci, voglio portarla al suo più grande splendore come la mia famiglia ha fatto con quella che ora è New Orleans...”

“Nicklaus Mikaelson... the king of New York?” disse lei scoppiando in una fragorosa risata, guadagnandosi un'occhiata di puro odio da parte dell'ibrido “Questa città non potrà mai avere un re” disse lei, calzando volutamente le ultime parole.

“Ogni grande città ne ha uno, voglio essere io a regnare in questa città” disse lui sicuro di sé.

“Le consiglio di rivedere i suoi piani, forse le sue manie di grandezza e la sua avidità le stanno celando agli occhi cosa gli impedisce di realizzarli” disse portandosi di fronte a lui.

“Le manie di grandezza e l'avidità mi hanno portato dove sono oggi, mai accontentarsi tesoro!” rispose lui cominciando ad alzare il tono di voce, quella donna lo stava facendo decisamente animare troppo pensò fra se.

“Non lo faccio mai... guardi questa città, pretendo sempre il meglio da lei” lei notò come aveva la sua totale attenzione a quella frase “ è quello che fa un sovrano, no?”

Nicklaus quasi non riuscì a respirare quando sentì le sue mani calde salire al suo collo in una carezza per poi stringersi intorno al suo viso, avvicinarlo fino a far toccare il suo orecchio con le sue labbra “Le confido un segreto: non sarà mai il re di questa città, perché c'è già una regina che combatterà fino a distruggerla se necessario per impedire che qualcun altro gliela porti via. E se non lo avesse ancora capito, il suo nome è Caroline Forbes” poi staccandosi da lui, lasciò per un momento che le sue labbra si poggiassero dove pochi attimi prima avevano sussurrato parole velenose.

Si allontanò di qualche passo lasciandolo a guardarla andarsene, ma velocemente lui la trattenne afferrandole il polso “Non avrei mai potuto immaginare un'avversaria alla mia altezza più degna di lei, Caroline!” disse lui sorridendole seducentemente, lasciando andare lentamente la mano.

“E' stato un piacere passare del tempo insieme Nicklaus” rispose lei ammiccando e scomparendo poi fra la folla.

Nessuno dei due immaginava ancora che da quella dichiarazione di guerra sarebbe nato tutt'altro.

 

 

 

*************Angolo autrice:

Salve a tutti, mi scuso infinitamente per il ritardo ma ero molto molto insicura di questo capitolo, anzi tuttora ancora non lo sono, ma più ci lavoravo e più mi rendevo meno sicura di pubblicarlo quindi ho deciso di tagliare la testa al toro e via! spero veramente che vi piaccia! forse è un po' troppo lungo, ma non sono riuscita a spezzarlo in due o a tagliare qualcosa!

AH IMPORTANTISSIMO!! AAA CERCASI BETA DISPERATAMENTE!!  una beta che mi desse una mano e qualche consiglio, senza contare che mi faccia sbrigare e consegnare entro i tempi previsti (da me!!) mi farebbe veramente comodo!! mandatemi pure un messaggio privato se siete interessate! 

allora, abbiamo svelato le carte in tavola! vedremo adesso cosa succede!! voi che ne dite? che farà Klaus?? vi dico solo che la sua testa sta cominciando a macchianare qualche losco piano!

ho visto che solo in due avete recensito l'ultimo capitolo, e questo mi rende enormemente insicura... forse non vi è piaciuto??  vorrei tanto tanto saperlo, ci tengo tantissimo! anche per questo ci ho messo tanto per il secondo... sono una persona fortemente insicura e le vostre recensioni sono di grandissimo aiuto!

ringrazio infinitamente tutte le ragazze che hanno recensito o che mi hanno mandato un messaggio privato, siete state fantastiche! adoro i vostri commenti e sono sempre entusiasta di rispondere! allo stesso modo grazie a tutte voi che avete aggiunto la storia fra preferite seguite o ricordate! grazie!! e grazie sempre a chi legge!

vi lascio se volete il link di un piccolo fluff natalizio che ho scritto recentemente, Caroline Klaus e la piccola Hope... se volete passare a dare un'occhiata e lasciare una recensione mi farebbe molto piacere! "/">http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2965648&i=1

 

 

 

 


 

 

  
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