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Autore: Zola_Vi    14/01/2015    4 recensioni
-A lui interessa un altro genere di ragazze- dissi distogliendo il viso dal suo e mantenendolo basso. 
Sorrise. 
-Questo é tutto da vedere- 
-Cioè?- 
-Potresti chiederglielo- 
-A quale scopo?-
-Magari siete anime gemelle- mi fece un occhiolino. 
Si alzò poco dopo, lasciandomi ai miei pensieri, tornando in camera sua. 
“Anime gemelle” aveva detto. 
“Figurati” 
.........................
“Che ci sta succedendo?” pensai. 
All’improvviso, era cambiato tutto. 
Perché lui mi aveva evitata?
Perché lui non mi aveva più parlato?
Era tornato ad odiarmi, come in passato?
Voleva lasciarmi, di nuovo?
Come sempre, dipendeva tutto da lui. 
E io mi sentii debole, incapace di agire, come anni prima. 
-Ti prego. Non andartene un’ altra volta, non riuscirei a sopportarlo- lo supplicai.  
..........................
“Sai… quello che mi fa più rabbia é che io continuo a tenere a te, nonostante tutta questa merda” mi fermai alcuni secondi, per trattenere le lacrime.
“Mentre tu ti sei dimenticato di me da un pezzo”
“É così” disse semplicemente, dopo aver distolto il suo sguardo dal mio.
Quelle parole mi ferirono.
Il mio cuore si frantumò.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Narra: Ploon. 

 

-Pensi di potermi resistere ancora?- 

Dolce. 

Flebile. 

Il suono di quelle parole risuonò all’interno della mia testa come una splendida melodia. 

Come quando cantava una bellissima canzone d’amore. 

E sorrise, facendo il solletico al mio cuore. 

Perché se lui mi guardava in quel modo, io non potevo che provare gioia e sentirmi a casa, nel posto dal quale mai e poi mai me ne sarei voluta andare.

Nel luogo in cui sarei sempre tornata, anche dopo mille tempeste. 

Perché Lui era Lui.

Il mio ricciolo.

Tutto ciò che l’amore comportava nel senso più profondo e vero del proprio termine. 

Mi specchiavo nei suoi occhi, felici e intensi, chiedendomi perché proprio io avessi la fortuna di stringere tra le mie braccia la creatura più bella dell’universo. 

Lo avevo così desiderato, che adesso, avendolo lì accanto a me, sapendo provasse i miei stessi sentimenti, quasi mi pareva assurdo. 

Tutti i libri che avevo letto, tutti i film che avevo ammirato, tutti i sogni che avevo fatto sul vero amore… Non erano più finzione, ma realtà. 

E capivo solo in quell’istante che la vita fosse molto più burrascosa, più oscura, più spaventosa, ma molto più interessante del 'E vissero per sempre felici e contenti'.

Perché l’uomo pretende di vedere sempre il sole, ma dimentica che per vedere l’arcobaleno c’é bisogno di un po’ di pioggia. 

Nulla é davvero semplice. 

Soprattutto qualcosa di così immenso come l’amore. 

Avevamo avuto dei problemi, persino noi due. 

Ma tutti ce li hanno. 

Dobbiamo, per questo, dimenticare tutti i momenti belli?

In fondo, i problemi mettono alla prova i nostri sentimenti. 

Sono sfide. 

Servono per crescere, per migliorarsi. 

E, a volte, si capisce quanto siano indispensabili per continuare a vivere in un modo migliore. 

 

Strinse con più calore la mia mano alla sua, guardandola attentamente.

In piedi, in mezzo alla stanza, ballavamo, come in quella lontana notte stellata in Grecia.

E mi resi conto che, anche se odiavo ballare, amavo farlo insieme a lui. 

Protetta tra le sue braccia, sentendo il suo profumo, accarezzandogli i ricci, capivo di poter far qualsiasi cosa. 

Sorrisi, pensando alla domanda che mi aveva posto. 

E, continuando ad ammirare i suoi splendidi smeraldi e le sue amabili fossette, scossi il capo lentamente. 

Come era possibile, giunti a questi punti, resistergli ancora?

Io, di certo, non l’avrei fermato se mi avesse baciata fino alla fine dei tempi. 

Sghignazzò. 

E io feci lo stesso. 

Le sue mani, calde e perfette, prima poggiate sulla mia schiena, scesero fino a stringermi la vita. 

Rabbrividii, capendo che, questa volta, ne io ne lui ci saremmo fermati. 

Lui lo notò. 

E sussurrò al mio orecchio, dolcemente: “Se non vuoi, aspetterò senza scappare” 

-Io lo voglio…- 

Era il momento giusto. 

Quello perfetto. 

Dopo averlo guardato attentamente per un ultima volta, chiusi gli occhi. 

E decisi di lasciarmi trasportare. 

Le sue labbra, a forma di bacio e morbide, toccarono le mie. 

Successivamente, lentamente e con delicatezza, trasportò il mio corpo sul letto al nostro fianco. 

Con cura e stando attento a non fare momenti troppo bruschi, sbottonò la mia camicetta celeste sino a togliermela completamente. 

Arrossii, probabilmente.

Ma non mi fermai, questa volta.

E lui se n’accorse, perché, anche se solo per un attimo, si fermò. 

-Ploon, io…-

Un mio dito, istintivamente, si poggiò sulla sua bocca, per impedirgli di dire altro.

-Ti amo, Harry- 

Dio se era così!

Lo amavo con tutto il mio corpo, con tutta la mia mente. 

E non desideravo altro che stringermi alle sue forti braccia, per tutto il tempo. 

Dormire sul suo petto. 

Ascoltare il suo respiro. 

Sorridere al minimo movimento dei suoi capelli riccioli. 

Farmi mancare il fiato al contatto dei nostri due corpi come un unico solo. 

Lui mi amava. 

Cos’altro potevo aspettare per sentirmi pronta?

 

Narra: Zayn.

 

-Dici che la serata sarà andata bene?-

Perrie era estremamente agitata e curiosa. 

Aveva messo tutta se stessa perché a Ploon potesse piacere la sorpresa. 

E devo ammettere, fosse davvero perfetta. 

Harry, sebbene non avesse voluto farlo vedere, era stato agitato per tutto il pomeriggio, e la mia ragazza, sebbene con troppa pressione, aveva cercato di tranquillizzarlo spiegandogli i minimi dettagli. 

Lasciando da parte questo: in quel momento, con tutti gli altri, a parte i due piccioncini, eravamo andati a prendere una cioccolata calda in un bar, così da poterli lasciare soli. 

-Ho un’altra sorpresa per Piccola Peste, ragazzi-

Liam, sorridente e di buon umore, interruppe i vari discorsi creatisi al tavolino. 

-In realtà, é un po’ per tutti-

-Non lasciarci sulle spine, parla!- commentò El. 

-Domani torna Hayley. Si ferma con noi durante le vacanze natalizie-  

A quel punto, felici per la bella notizia ed entusiasti per il buon proposito della giornata riuscito ottimalmente, brindammo alla nostra amicizia e al nostro gruppo.

-Vi voglio bene, ragazzi- ammise il biondo, emanando un sorriso raggiante come al suo solito.  

 

Narra: Ploon. 

 

-Allora?-

-Hayley, sei appena tornata e vuoi già parlare di… questo?-

Fece un cenno, dilatando gli occhi curiosa. 

Risi.

Era incorreggibile. 

-Beh, non sono d’accordo-

Sbuffò, tirandomi una piccola sberla sullo stomaco.

-Ahi!-

-Parla o vado a chiederlo direttamente a lui-

-Come?!-

-Hai capito-

-No!-

Mi guardò con aria di sfida.

Sapeva farlo proprio bene. 

E, sicuramente, avrebbe avuto le palle per chiedere al ricciolo tutti i particolari.

Sbuffai, abbassando lo sguardo, imbarazzata. 

-E’ stato…-

Sorrise, vedendomelo fare. 

-Bellissimo-

Lo era stato davvero.

Speciale. 

Come sempre me lo ero immaginato e avevo sperato fosse. 

Al fianco della mia anima gemella. 

-Ma non voglio dirti altro-

Sospirò, abbracciandomi.

E baciandomi, sulla guancia.

-Perché tutto questo affetto?- sghignazzai. 

-Perché la mia prima volta é stata un disastro- sentenziò, tutto d’un botto. 

Aggrottai le sopracciglia, confusa. 

-Tu non mi hai mai detto…-

-Nulla, lo so. Non volevo spaventarti- mi fece un occhiolino. 

-Per te sono la tua migliore amica o una bambina, Hayley?- dissi quasi offesa, incrociando le braccia. 

-Tu sei tutta speciale- ironizzò, alzando gli occhi al cielo. 

-Chissà cosa avresti pensato- rise. 

-Sono razionale tanto quanto te… L’avrei presa…- 

-In modo tragico e paranoico- finì lei la frase. 

La guardai per alcuni istanti, maledicendola.

Poi, riflettendoci, mi soffermai sui particolari della vicenda. 

-Hayley…- 

Corrugò la fronte, sorridendomi.

-Dimmi-

Presi qualche secondo per studiare il suo volto e formulare la domanda correttamente. 

-Chi era lui?- 

Emise un ghigno, forse aspettandosi quella richiesta. 

-Uno del college- alzò le spalle. 

-E com’é successo?- 

-Ecco…-

Allungai il capo, restringendo lo sguardo, per sentire cosa aveva da dire in quel modo così sussurrato. 

-Prometti di non picchiarmi?- 

Spalancai gli occhi, non capendo dove volesse andare veramente a parare. 

Misi una mano sul cuore, sorridendole amichevolmente. 

Fece un lungo sospiro, e mi fissò serissima. 

-Non ricordo assolutamente niente. Ero ubriaca marcia-

Come se si fosse verificato un cataclisma. 

Come se mi fosse stata data la notizia più shock del secolo. 

Rimasi pietrificata. 

Un avvenimento così importante… l’aveva rimosso?

-Ehi, Ploon. Ci sei ancora?- chiese, mostrandomi la mano davanti agli occhi. 

-Eri… ubriaca marcia?- chiesi, a bassa voce, con lo sguardo fisso su di lei. 

Annuì, mostrandosi lievemente dispiaciuta. 

-Eri davvero ubriaca?!- urlai. 

-Shhhh. Stai zitta, scema! Liam non lo sa e non deve saperlo- 

Corrugai la fronte, forse arrabbiata e forse ancora incredula. 

-Sei una cogliona, Hayley!-

-E’ successo. Non ha senso pensarci- 

-E non ti dispiace nemmeno un po’?-

Sospirò, mantenendo il suo sguardo fisso sul mio. 

-Certo… ma cosa posso farci ormai?-

Poi, all’improvviso, capendo il suo stato d’animo, l’ avvicinai al mio corpo tirandola per una mano. 

Strinsi le mie braccia attorno alla sua vita e le mie labbra sulle sue meravigliose guance rosee. 

-Ti voglio bene-

-Anche io, combina guai- 

Alzai gli occhi al cielo: “Da che pulpito” risi. 

-Mi sei mancata terribilmente, lo sai?-

-Harry si é comportato come un coglione, mi hanno detto- 

Sorrisi, notando che la sua protezione nei miei confronti non era cambiata di una virgola. 

-Adesso é tutto ok- 

 

Narra: Hayley. 

 

-Liam- 

Stava mangiando una pizza, seduto sul divano, davanti ad un cartone, probabilmente orribile. 

Appena s’ accorse di me, sorrise, facendomi posto accanto a lui, levando un cuscino d’intorno. 

-Che guardi?-

-Frozen- 

Rabbrividii sentendo quel nome.

Non era mai stato inventato sceneggiato più stupido di quello.
Cantavano dappertutto e per tutti i motivi.

E inoltre erano canzoni squallide e bambinesche. 

-Conosci i testi a memoria?- 

Rise, ricordandosi qualcosa. 

-Con Ploon ogni sera, per due settimane, non abbiamo fatto altro che cantare ogni pezzo- 

Ormai, ero senza speranze. 

Ero destinata a non trovare amici adulti e sani mentalmente. 

Presi il telecomando della televisione, prima che potesse accorgersene ed evitarlo, e la chiusi rapidamente. 

-Adesso parli con me senza distrazioni-

Sghignazzò, abituato alla mia smania di potere e controllo sugli altri. 

-Va bene, Hayley-

Mi sedetti scomposta, incrociando le gambe. 

-Novità?-

-Fai questa domanda a tutti?-

Accigliai lo sguardo. 

-Mi hai spiata?-

-No, ma ti conosco- mi fece un occhiolino, ridendo. 

E io gli lanciai un cuscino in faccia. 

-Rispondi, simpaticone- 

-Ci siamo sentiti tutte le sere, Hayley. Non pensi che ti abbia già detto tutto quello che devi sapere?-

Alzai le spalle, delusa da così poche notizie. 

-Neanche una nuova ragazza all’orizzonte?-

-Uhm, in realtà… ce ne sarebbe una- sorrise. 

Mi s’illuminarono gli occhi, divorata dallo scoop.

-Chi?-

-You, babe-

Presa alla sprovvista, risi. 

-Sei davvero stupido, Payne-

 

Narra: Ploon. 

 

-Harry, mi aiuti a trovare il mio telefono? L’ho posato pochi minuti fa qui, ma adesso non c’é più- 

-Certo- 

Sbattè le proprie mani infarinate contro il grembiule bianco attorno alla sua vita e mi sorrise dolcemente, come solo lui sapeva fare.

-Cosa stai preparando?-

-Torta al cioccolato- 

Lo stomaco brontolò, all’improvviso, sentendo il nome di un cibo tanto delizioso. 

Lui rise, non stupito affatto. 

-La mia preferita- sentenziai, con l’acquolina in bocca. 

Lui annuì, dandomi un pizzicotto tenero al naso, prima di baciarlo. 

-Adesso sarò sporca di farina- sghignazzai. 

-Vorrà dire che la preparerai con me, già che ci sei-

-Così la faccio saltare in aria?- ironizzai, note le mie scarse capacità culinarie.

Lui era bravo: non volevo rovinare le sue opere. 

-Sicura di non averlo lasciato in camera?-

Nel soggiorno non c’era, tantomeno in cucina.

-Vado a controllare- 

-Vengo con te, pesciolino- 

Mi prese per mano e sorrise. 

Non appena aprii la porta notai la possente figura di Michael accanto al mio comodino. 

Che cosa stava cercando nel mio cellulare?

Sembrava assorto, troppo. 

-Che combini?- dissi corrugando la fronte. 

-Cercavo il numero di Arya, l’ho perso e volevo chiamarla- 

Guardai Harry, titubante almeno quanto me. 

-Mi hai detto l’altro giorno che non vi parlate nemmeno più- l’accusai.

-Beh, ho cambiato idea- 

Dopo avermi fatto un occhiolino, lanciò il mio telefono ad Harry, che lo prese al volo. 

-Perché dovrei controllarti, Ploon?-

In effetti, non aveva senso. 

Alzai le spalle al vento, rassegnandomi e credendogli. 

-Va bene, mi fido- sorrisi. 

A quel punto, tornai da Hayley. 

 

Narra: Harry.

 

-Non devi intrometterti-

-Voglio solo assicurarmi che stia bene, Harry-

-Ha già abbastanza persone che la difendono, qui-

Sghignazzò, cercando di infastidirmi. 

E riuscendoci.

-Mi spieghi qual’é il tuo problema con me?-

-Lo sai benissimo- sibilai. 

A quel punto, tornò serio. 

-Perché ti preoccupi tanto per lei, eh? Ti senti in colpa?-

Abbassò il volto, stringendo i pugni.

-Eri il suo migliore amico. Di Seth. Se non fosse per te lei non avrebbe alcun problema-

Mi fermai. 

Volendo studiare tutte le sue reazioni. 

-Eravate così amici, che quando ti sei innamorato di una ragazza, lo hai lasciato da solo. E sei cambiato totalmente. Da ragazzino stronzo ed egocentrico, che giocava con i sentimenti delle persone insieme alla propria banda, sei diventato responsabile e maturo. E così lui, oltre che con me, si vuole vendicare con te per averlo piantato in asso come un coglione. Per lei-

-Io e Ploon siamo sempre stati solo amici-

Risi, al suono di quelle parole. 

-Perché lei non ti ha mai guardato-

Alzò lo sguardo, all’improvviso. 

Preso da un istinto di rabbia repressa e tenuta nascosta per anni, mi colpì. 

Con un pugno. 

Non vedeva l’ora di farlo da tempo, ormai.

Rimasi fermo e immobile di fronte a lui, sanguinante. 

Non avrei giocato al suo stesso gioco: non l’avrei colpito. 

Ploon non me l’avrebbe perdonato. 

E avevo già fatto abbastanza casini. 

-E’ acqua passata, ormai- sentenziò.

-Ma non osare tirarla fuori un’altra volta-  

Lo guardai con aria di sfida, cercando di capire cosa avesse nella testa. 

Era meglio per lui… che non provasse nulla per la mia ragazza. 

Altrimenti, se la sarebbe vista con me.

 

Narra: Ploon. 

 

-Possibile che tra voi due debba sempre finire in questo modo? Voglio dire, avete dei cervelli oppure no? Non siete più dei bambini, Harry-

Per non so quale strano e contorto motivo, quei due avevano di nuovo litigato. 

E si erano anche presi a botte. 

O meglio, Harry si era fatto prendere a botte. 

Possibile che non fossero in grado di parlare civilmente?

-E’ sempre così che succede tra voi maschi?-

Lui sorrise, lasciandosi medicare la ferita. 

Ogni tanto strizzava gli occhi, forse provando dolore al tocco delle mie mani sul suo livido. 

-Non é niente, Ploon- 

Alzai gli occhi al cielo. 

Aveva un enorme coso nero sul volto e andava tutto bene?

-La prossima tappa é ammazzarsi a vicenda?- ironizzai, guardandolo dritto negli occhi. 

Anche se, ammisi a me stessa, di essere orgogliosa di essere la sua ragazza.

All’attacco di Michael, Harry non aveva reagito minimamente.

Avrebbe potuto farlo senza problemi. 

Ma aveva evitato, per me. 

-Puoi smetterla di torturarmi la faccia e, piuttosto, sederti qui?- mi prese le mani velocemente e, sorridendomi splendidamente, indicò con lo sguardo le proprie gambe. 

-Dipende…-

-Da cosa?-

Sospirai, sapendo di stare per chiedergli una cosa alquanto difficile, se non impossibile.

-Mi prometti di provare a parlare con lui, come due ragazzi maturi fanno, e chiarire i malintesi?- 

Abbassò lo sguardo, grugnendo e corrugando la fronte. 

-Perché ci tieni tanto?- chiese con tono arreso, sapendo di non avere altra scelta che provare a sistemare le cose. 

-Michael c’é stato quando ne avevo davvero bisogno. Vorrei che lo capissi e non lo incolpassi per questo- sorrisi, accarezzandogli il petto. 

-… solo perché un tempo ne sei stato geloso- aggiunsi, a bassa voce.

Alzò il volto, ridente. 

Era facile fargli cambiare l’umore, in fondo: proprio come ai bambini. 

-Pensi davvero questo?- sghignazzò. 

Feci un cenno di capo, dandogli poco dopo un veloce bacio sulle labbra. 

Scosse il capo, sorridendo, come per dire: “Sei incorreggibile”

-Allora? Prometti?- gli offrii il mio mignolo, sperando lo stringesse. 

-E tu prometti di restare per sempre qui con me?-

E a quel punto, dissi tutto quello che era naturale pensassi. 

-Io non me ne vado proprio da nessuna parte- 

Ehila, ragassuole. 
Ho scirtto il capitolo ed eccovelo qui. Ci sono state più recensioni sicuramente rispetto al capitolo precendente all'ultimo già postato, ma non ancora tante come agli esordi della storia. 
Quindi, per favore, scrivetemi.
Ve lo chiedo così insistentemente perché vorrei sapere le vostre opinioni e conoscervi, magari ricevere dei consigli per migliorarmi. 
Soprattutto da quelle che seguono da molto tempo questa storia e non mi hanno mai detto nulla! 
Sono davvero curiosa di conoscere tutte, davvero. 
In questo capitolo vi ho messo anche più momenti "cool" e "new", quindi ne avete da raccontare AHAH ;) 
"Scusate" ancora e comunque mi auguro di sentirci ancora presto, 
Un bacione a tutte e vi ringrazio per essere sempre qui, 
-Zola. 

 

 
   
 
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