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Autore: Alektos    21/11/2008    2 recensioni
La definizione “Principe azzurro” non si discosta molto dalla descrizione di Ted Lupin, fidanzato di Victoire e di due anni più grande.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO TRE

 

Victoire stava camminando senza meta per i corridoi di Hogwarts l’ora del coprifuoco si avvicinava inesorabilmente ma di tornare al suo dormitorio proprio non ne voleva sapere, era ancora arrabbiata con Molly: non le aveva rivolto parola per tutta la sera e subito dopo cena si era defilata in biblioteca, infine, stanca, aveva deciso di fare due passi per la scuola.
Ora Victoire aveva i gomiti appoggiati a un davanzale di una delle grandi finestre che dal corridoio guardavano direttamente sul cortile interno della scuola, sospirò un paio di volte poi diede le spalle al cielo buio e lentamente scese fino a sedersi sul pavimento con la schiena appoggiata al muro e le ginocchia piegate. Questa volta era proprio arrabbiata con Molly.
Victoire continuava a fissare insistentemente il pavimento davanti a sé fino a quando un rumore non la riscosse dai suoi pensieri, girò la testa verso destra e poi, sorpresa, gridò: “Ted? Da quanto sei qui?”

“Un paio di minuti, all’incirca. Ti ho visto qui, sola, seduta per terra e oltre l’orario permesso. Deduco che qualcosa non va…” Rispose il ragazzo.

Victoire ghignò, “E cosa te lo avrebbe fatto pensare?” Chiese ironicamente.

“Il mio brillante intuito, ovvio!” Entrambi risero. “Scherzi a parte, è successo qualcosa?”

“Molly ha organizzato un’uscita a quattro per il prossimo fine settimana ad Hogsmeade.”

“E…”

“E… è un’uscita a quattro, un appuntamento al buio per me che dovrei andarci solo per permetterle di uscire con il ragazzo che le piace.” La fine della frase fu detta con tono scocciato.

“Molly è la solita impulsiva. Hai provato a parlarle?” Chiese Ted e Victoire scosse la testa.

Il ragazzo era un po’ in imbarazzo, non sapeva bene come aiutarla a lui una cosa del genere non era mai capitata poi, immaginava, che la sua reazione in una simile eventualità non coincidesse con quella attuale della sua amica. Ted si sedette al suo fianco senza dire nulla. Passarono diversi minuti, Victoire era sempre immersa nei suoi pensieri, perlopiù punizioni e fatture da infliggere a Molly, Ted in tutt’altre elucubrazioni: si girò e guardò per qualche istante Victoire e quando lei se ne accorse le sorrise.

“Io sono sempre stato dell’idea che i rapporti con i propri familiari non vadano mai rotti, ma immagino che il mio sia un caso a parte…” Ted sospirò

“Dovrei subire passivamente?” Chiese Victoire non troppo convinta dell’affermazione fatta dal ragazzo.

“No… ma perché rovinare un buon rapporto di amicizia quando esiste la vendetta?”

Victoire parve spiazzata da quella frase. “E tu saresti quello che non vuole rovinare i rapporti?”

“Beh, diciamo che so che Molly non è una gran cima in Divinazione. E so anche che i compiti glieli fai tu… credo che questa uscita possa sgravarti da questo compito per almeno un paio di mesi. Non trovi?” Nemmeno Percy e Audrey, genitori di Molly sapevano di questa sua mancanza in Divinazione.

La ragazza sorrise. “Non ci avevo pensato.”

“Poi chissà, magari sarà un’esperienza piacevole…” Ted si interruppe tutt’a un tratto. “Vieni!” Disse alzandosi e prendendo Victoire per una mano aiutandola ad alzarsi. “Sta arrivando Gazza!”

I due iniziarono a correre per i corridoi poi presero le scale che conducevano verso il dormitorio di Grifondoro. Dopo una lunga corsa si fermarono, esausti e con il fiato corto.
“Forse adesso possiamo camminare…” Le disse Ted a fatica. Victoire annuì, incapace di parlare. Non fecero però in tempo a rilassarsi che udirono una voce.

“So che siete in giro per Hogwarts fuori dall’orario prestabilito!”

“Corri!” Esclamò Ted prendendo di nuovo Victoire per una mano. “Quello ha duecento anni ed è più atletico di noi, ma tu guarda!” Imprecò.

Continuarono a correre fino a che non furono giunti davanti al ritratto della Signora Grassa.

“Bene, sei arrivata, ci vediamo domani!” La salutò frettolosamente Ted.

“A domani e… grazie!” Rispose Victoire con la voce spezzata, aveva il fiatone.

Ted riprese a correre verso il suo dormitorio sperando di non incontrare più Gazza o il suo ruolo di Caposcuola poteva scordarselo!

Quando Victoire arrivò in sala comune la trovò deserta; decise di non andare a dormire, prima doveva riprendere fiato e poi non aveva poi così sonno e ignorava persino che ore fossero.
Si sedette davanti al camino e ripensò alla conversazione avvenuta con Ted. Da quando era diventato così saggio? Sorrise a questa domanda.
Effettivamente era cresciuto e già da qualche anno il rapporto tra di loro era cambiato: prima scambiavano giusto due parole e anche quando si incontravano fuori da scuola, a casa di parenti, stavano ognuno per conto suo. Ora, invece, Ted era diventato più protettivo nei loro riguardi –anche di Molly- e si interessava di più… passava più tempo con loro e avevano scoperto di avere molte cose in comune.

“Ah, sei tornata, cominciavo a preoccuparmi!” Molly era spuntata dalla porta che conduceva alle scale dei dormitori femminili con indosso il pigiama e i capelli scompostamente legati in una coda alla base della nuca.
“Senti, mi spiace veramente per oggi… sai che sono impulsiva e quando Brian mi ha fatto quella proposta… beh…”

“Accetto!”

“Cosa?”

“Ho detto che vengo.”

“Davvero?”

“Sì, a patto di non dover più fare i tuoi compiti di Divinazione per due mesi.”

Molly la guardò esterrefatta. Soppesò le due opzioni poi decise che Brian era più importante di Divinazione quindi accettò l’offerta. “Perché sei rossa in volto?” Le chiese poi.

“Ho corso, Gazza mi stava inseguendo.”

“Quello, ha duecento anni ed è più atletico di noi!” Sbuffò Molly facendo poi cenno a Victoire di seguirla verso il dormitorio femminile.

“lo ha detto anche Ted,” ridacchiò Victoire.

“Ted?”
La ragazza annuì ma non chiese ulteriori spiegazioni, per il momento le bastava che Victoire fosse tornata a rivolgerle la parola. Molly sapeva bene che Victoire non sapeva stare arrabbiata molto a lungo con qualcuno ma una volta persa la sua fiducia, recuperarla completamente era  difficilissimo e non voleva che questo accadesse, teneva troppo alla loro amicizia anche se non riusciva mai a dimostrarglielo.

Quando entrarono nel dormitorio le loro compagne di stanza stavano già dormendo. Molly si sedette sul letto di Victoire e attese che la ragazza uscisse dal bagno.
Una volte che Victoire si fu sistemata per la notte la raggiunse e capì imediatamente che qualcosa non andava.
“Scusa, ho fatto una pestata enorme!” Le disse Molly.

“È tutto a posto ora.” Le rispose Victoire. “Solo… mai più! Non farlo più!” La ammonì in tono serio.

“Promesso.” Molly non riuscì a trattenere un sorriso e Victoire lo stesso.

 

  
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