Prologo
Il
cielo stava ringhiando cupo e minaccioso sopra le loro
teste. A breve i tamburi dei tuoni avrebbero squarciato l’aria, intanto si sentivano solo i flauti del vento e il rumore silenzioso
delle lame che fendevano il vuoto e la carne. Una lama ormai rossa di sangue
vibrava ancora nell’aria, non era sazia di tutte le vittime che aveva mietuto,
voleva di più. Una mano salda la impugnava, una mano esile, una mano di donna.
Una donna, una sacerdotessa. Stava ritta e fiera in mezzo al campo di
battaglia, in mezzo al sangue dei demoni che aveva ucciso. Inspirava e espirava regolarmente, ma pesantemente, era stanca. Stava
osservando qualcuno. Un uomo, no, no, non un uomo, ho
sbagliato. Un demone. Era sorpresa, umiliata, triste di vederlo in quella
situazione, perché lui?
Lui,
il demone, la guardava. Era sorpreso, incapace di realizzare
ciò che aveva visto. Perché lei? Perché lei aveva fatto tutto questo?
Il
cielo ruggì. Pesanti gocce di pioggia caddero sul terreno. Il demone provò a parlare, l’esito fu solo una debole domanda:
-
… perché…?
Lei
partì all’attacco, veloce, agile. Lui non ebbe altra scelta che estrarre la
propria spada. Parò appena in tempo il colpo. Le loro lame scintillarono e
tintinnarono quando si incrociarono. Uno sguardo che
nascondeva mille domande verso di lei e poi si
distaccarono. Si studiarono e ripartirono all’attacco.
Pioveva sempre più forte. La lama della sacerdotessa era sempre più affamata.
Lui si distrasse. E fu la fine. La spada lo trafisse da parte a parte, mentre
il cielo ringhiava soddisfatto.
-
Perché? – esalò ancora una volta, prima di accasciarsi inerme al suolo.
Lei
lo strinse forte tra le sue braccia. L’aveva ucciso. L’aveva ucciso. Proprio
lei. Si sentiva sporca. Le lacrime cominciarono a
rigarle il viso e un urlo si levò verso il cielo dove si unì con il rombo di un
tuono.
*
Scusate per la brevità di questo prologo! I prossimi capitoli saranno più lunghi, promesso. Se l’avete letto vi ringrazio moltissimo e se farete recensioni ancora di più.
Per coloro i quali si chiedano dove accidenti sia finita la storia “Akuma” arrivata al terzo capitolo perché erano tra coloro che la leggevano, sappiano che è stata cancellata. Ho avuto dei ripensamenti sull’intera storia, quindi ho deciso di ricominciare da capo, prima differenza questo prologo. Quindi, vogliate perdonarmi e se davvero vi piaceva l’altra, leggete questa versione che, a mio parere, è leggermente migliore.
Dopo questa bella arrampicata sugli specchi senza ventose, vi saluto e vi do appuntamento al prossimo capitolo che cercherò di pubblicare il più presto possibile.
darkimera