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Autore: Eenie Meenie    16/01/2015    3 recensioni
Da: Clear Brooks
A: Justin Drew Bieber
Data: 13 Luglio 2014 17:30
Oggetto: No.
Se va tutto bene? No che non va bene.
Ti vorrei qui vicino a me ogni maledetta giornata, ogni ora, ogni minuto e invece non ci sei. Non te ne faccio di certo una colpa ma è tutto così fottutamente difficile.
Mi trovo a scrivertelo ma è l'unico modo che ho quindi bhe meglio sputare subito il rospo: mi sono innamorata di te. Io ti amo, ti amo ed è così difficile da credere o dire. Ti amo perché sei la prima persona di sesso maschile di cui mi sia mai fidata. Ti amo perché sei in grado di rendermi felice anche quando mi scrivi un semplice 'ciao'. Ti amo perchè da quando sei entrato a far parte del mio mondo la mia vita è cambiata. Ti amo perchè nonostante la distanza ti sento vicino e perché ci sono tanti motivi ma non sto qui a scriverteli.
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Spero tanto passiate (:
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un consiglio, questo capitolo l'ho scritto ascoltando questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=qkP6Tf79UrM quindi se volete leggete mentre l'ascoltate (;
Ti amo.
Eravamo ancora su quella panchina dinanzi all'ospedale, io ero ancora sulle gambe di Justin ed ero ancora soprafatta da quella proposta, forse lui adesso si starà pentendo di avermelo chiesto data la mia reazione ma sul serio, non sapevo cosa dire o come reagire.
Se passassi la notte con lui di sicuro non ci metteremo a giocare a carte o al gioco dell'oca, ma sarebbe la notte in cui Clear Brooks avrebbe perso la sua verginità. In questi anni me lo sono sempre immaginata con Justin, io ero sempre all'altezza dei miei sogni ma ora, nella realtà sarei lo stesso all'altezza delle sue aspettative? Mancava l'ingrediente principale poi, Justin non sapeva che per me fosse la prima volta.
Ma la domanda più importante è: io sono pronta? 
Ho sempre pensato e detto, quando parlavo con Haley, che se si fosse davvero creata la situazione avrei detto 'si, di corsa' ma ora non so, stavo avendo un po' paura. Ma ho anche sempre detto che lo avrei fatto nel momento in cui avrei trovato il ragazzo giusto, il ragazzo che amo e il ragazzo che ama me e adesso ho tutte e tre le cose. Se sono pronta? Si che lo sono, passerò la notte più bella della mia vita, farò l'amore con l'amore della mia vita e so che sarà speciale, se è con Justin allora lo sarà di sicuro.
"Si"-gli rispondo mordendomi il labbro aspettando di vedere una sua reazione. Non mi deluse, sul suo volto si dipinse un sorriso a 32 denti, ma avrei dovuto dirgli la verità adesso o quando saremo arrivati in albergo? Penso che prima mi tolgo il peso e meglio è.
"Ehm Justin"-bel modo di iniziare un discorso con un 'ehm'.
"Dimmi piccola"-non sapevo come dirglielo. Era meglio un 'sono vergine' o un 'è la prima volta per me'? Non potevo sganciare la bomba così.
"Justin per me sai è la prima volta che"-non continuai la frase, stavo per vomitare, mi vergognavo troppo ma penso che abbia capito il seguito della mia frase perché non disse nulla. Ecco, lo sapevo ora non mi vorrà più.
"Non vergognartene, sono felice"-alzai la testa sorpresa.
"Felice? Davvero?"-lui annuì.
"Si. Ma tu devi farlo perché ti senti pronta non per me, io non intendevo per forza che dobbiamo fare qualcosa, possiamo anche solo dormire vicini, mi basta averti accanto tutta la notte"-mi venne voglia di baciarlo, questo confermava la mia decisione di voler passare la notte con lui, lo amavo troppo.
"Io sono sicura, voglio farlo"-mi morsi le labbra e a lui spuntò un sorriso. Mi baciò e poi mi strinse la mano. Ci alzammo dalla panchina e andammo alla macchina, stavamo per tornare al suo albergo. Justin si propose di guidare la mia macchina e io troppo presa dall'ansia lo lasciai fare, dovevo organizzare le cose.
Mandai un messaggio a Haley dicendole che doveva coprirmi con i miei genitori per stanotte, avrei detto che dormivo da lei così chiamai mia madre.
-Clear ma dove sei? Che fine hai fatto?-oh diamine era preoccupata per me. La capisco, non l'ho proprio sentita da quando sono uscita di casa stamattina.
-Mamma sto bene, sono a cena da Haley-prima bugia, speriamo se la beva.
-Va benissimo e quando torni?-ora veniva la parte difficile, Justin mi guardò sorridendo e lo stesso feci anche io, dovevo ancora dire milioni di palle ai miei genitori per dormire fuori casa.
-Mamma rimango a dormire da Haley, ci guardiamo un film e poi andiamo a dormire-stavo pregando mentalmente che mi credesse, che non mi facesse altre domande a cui non sapevo rispondere, non ero molto brava a raccontare bugie ma attraverso un apparecchio sembrava facile.
-Va bene, comportati bene e non fate troppo tardi- nella mia testa c'erano un sacco di pinguini che cantavano l'Halleluja e io sorrisi sentendomi alla grande per aver fatto credere a mia madre che dormivo da Haley, la mia mamma non è molto facile da convincere.
-Ok mamma, ora vado il film sta per iniziare. Buonanotte-il tempo che mi rispose 'notte' terminai la chiamata.
"Ben fatto piccola"-gli sorrisi mentre il telefono si illuminò, mi stava chiamando Haley e già iniziavo a ridere. Sapevo per cosa mi stesse chiamando. Non ero psicologicamente pronta ad affrontare il tornado Haley James.
-Pronto?- feci finta di niente.
-Si certo pronto, ora mi spieghi perché dovrei tenerti il gioco e dire che dormi da me. Dove dormi?-non potevo risponderle in modo più esplicito con Justin a dieci cm di distanza, avrebbe sentito e credo che stia già sentendo, cercai di abbassare il volume della chiamata.
-Secondo te?-chiesi cercando di non farmi prendere dall'ansia.
-O porca vacca, tu dormi da Justin o meglio CON Justin-quasi strillò dall'altra parte del telefono ed enfatizzò il 'CON'. io sorrisi come un'idiota, lo stesso fece Justin che ovviamente aveva sentito l'urlo di Haley.
-Potresti abbassare la voce? Mi hai sfondato un timpano-le dico con calma.
-Scusa ma cavolo sono troppo in ansia per te. OMG la mia piccola migliore amica sta per farlo. Senti so che in queste situazioni tu cominci ad aggitarti ma cerca di stare calma, sarà bellissimo e te lo ricorderai per tutta la vita-Grazie Haley per avermi dato delle dritte ma l'agitata ero io o lei?
-Mi sembra che lo sia tu, io sto bene-risposi cercando di non dare troppo nell'occhio a Justin che era impegnato alla guida.
-Aww non posso crederci, sei felice?-
-Si lo sono-notai davanti a me l'insegna con il nome dell'albergo dove alloggiava Justin, stava parcheggiando.
-Haley devo andare, più tardi ti scrivo-se fossi stata ancora viva.
-Ok, auguri-sorrisi e chiusi la chiamata.
"Preoccupata per te Hales?"-chiese Justin mentre si slacciava la cintura.
"Felice direi"-storsi le labbra e lui non si lasciò sfuggire l'occasione di baciarmi. Uscimmo dall'auto e ci dirigemmo all'interno del Hotel, il receptionist di stamattina ci salutò con un amabile sorriso e poi io e Justin entrammo nell'ascensore.
"Potevi prendere una camera al secondo piano, il nono è un beffeggiamento alle mie paure"-dissi mentre l'ansia mi consumava. Avevo i brividi e lo stomaco mi si stava contorcendo. 'Non devo avere paura' erano questre le quattro paroline che continuavo a ripetermi mentre l'ascensore saliva di piano in piano.
"Ci sono io con te"-già, c'era lui accanto a me. L'ascensore suonò quando arrivammo al piano di Justin, ci avviammo verso la sua camera e prima di entrare mi strinse la mano, ero convinta al 100%. 
Entrammo. La stanza era illuminata dalle luci dei palazzi difronte la finestra della stanza, il letto era stato rifatto dalle cameriere e nell'aria aleggiava profumo di lavanda, qualche prodotto per la casa sicuramente. Justin si muoveva liberamente in quella che era la sua camera ma io mi sentivo un'intrusa.
"Vuoi un po' d'acqua?"-annuì mentre mi avvicinavo alla finestra, da qui si poteva intravedere San Diego, i palazzi alti e le luci fluttuanti, dopo tutto questa era la mia città.
Justin mi porse il bicchiere contenente l'acqua e io bevvi mentre mi sedevo comodamente sulla poltrona lì vicino. Mentre Justin si sedeva sull'altra poltrona notai che si era tolto gli sneakers e i calzini, forse dovrei togliermi anche io le scarpe, giusto per aggevolare le cose. Oddio sto andando in panico, cosa dovevo fare? Posai il bicchiere sul tavolo e iniziai a slacciare i lacci, poi tolsi le converse e le misi vicino la poltrona, con un gesto da conduttore piuttosto mal messo mi sfilo i calzini e li metto dentro le scarpe, quando alzo la testa Justin mi guarda meravigliato e sorride.
"Che c'è?"-gli chiedo guardandolo credendo di aver fatto qualcosa di male.
"Sei bellissima"-arrossì di colpo e mi guardai le mani. 
"Sei bellissima persino quando ti sfili le scarpe. Sei bellissima quando sorridi in quella maniera dolce e così bambina che mi viene voglia di stringerti. Sei bellissima quando ridi e hai quella risata che Dio è unica, ridi come se avessi quattro anni. Sei bellissima quando mangi i dolci e poi alzi lo sguardo e sorridi soddisfatta di te. Sei bellissima anche quando pensi troppo, ti guardi le dita e poi alzi la testa e guardi come se avessi fatto qualcosa di male quando invece non è così. Sei bellissima quando vai trovare quel povero signor Miller. Sei bellissima in tutte le cose che fai"-mentre parlava il cuore mi si riempiva di gioia, erano cose che nessuno mi aveva mai detto, passavo il tempo ad odiarmi e a farmi del male credendo di non meritare di trovarmi qui ma in queste poche ore con Justin lui mi ha fatta sentire speciale, come se avessi un buon motivo per rimanere viva e se oggi sono qui è solo grazie a lui.
Risi nascondendo la faccia nelle mani, non riuscivo a tenere il suo sguardo dopo tutte le cose che mi ha appena detto.
Lo sentì alzarsi dalla sedia, prese le mie mani e le abbassò.
"Qui"-toccò il punto centrale tra le sopraciglia-"ti si forma una piccola ruga quando ridi, è bella"-si era proprio fermato a studiare tutto di me e questo mi faceva sempre più piacere. Mi faceva sentire amata, una cosa che non avevo mai provato.
"Permettimi di farlo"-aggrottai la fronte non capendo a cosa si riferisse-"permettimi di amarti"-non stavo più respirando regolarmente e il cuore orms.ai stava per esplodere, quasi mi mettevo di nuovo a piangere di felicità. Justin era qui, stavo per fare la cosa più importante della mia vita e lui non chiedeva altro che amarmi. Certo che poteva farlo, doveva farlo perché come lo avrebbe fatto lui anche io gli avrei fatto capire quanto lo ami, mi sarei data a lui, anima e corpo e questa era una cosa che non avevo mai concesso a nessuno.
Dato che era tipo in ginocchio davanti a me e quindi era più basso, gli posai le mani ai lati del viso e mi sporsi con la testa vicino a lui e lo baciai. Justin rispose al bacio con fervore, come se volesse strapparmi le labbra, portò le sue braccia dietro la mia schiena facendomi quasi cadere dalla poltrona portandomi più vicina a lui. Insieme ci alzammo e continuando a baciarci ci avvicinammo al letto. 
Justin tracciava con le dita le mie piccole braccia, poi risaliva fino alle spalle e poi mi prendeva di nuovo la testa fra le mani baciandomi sempre più forte. C'erano momenti nei quali ci fermavamo per prendere aria e ci guardavamo negl'occhi, era la cosa più bella mai vista.
Eravamo in piedi ai piedi del letto, feci la prima mossa, presi il lembo della maglia nera di Justin e la portai in alto, Justin si staccò dalle mie labbra alzando le braccia in modo che potessi sfilargliela e una volta che lo feci la maglia cadde lì per terra. Mi riattaccai di nuovo alle sue labbra quando poi sentì le sue mani slacciarmi i bottoni della mia camicia, il petto mi si alzava e abbassava forte per la tensione ma i tocchi delicati di Justin mi fecero calmare. Bottone per bottone stando attento a non andare troppo oltre slacciò il nodo che avevo fatto sfiorandomi con le dita calde l'ombellico, fremetti sotto il suo tocco. Una volta slacciata la camicia la fece scivolare per le spalle facendola cadere a terra come avevo fatto io con la sua maglia. Justin si fermò un attimo a guardarmi, si passò la lingua sulle labbra e poi riprese a baciarmi scendendo lentamente sul mento, poi pian piano arrivò quasi vicino al lobo dell'orecchio e infine scese a baciarmi il collo. Ringrazio me stessa per aver indossato questo completino intimo, il pizzo era sempre romantico e seducente.
"Sei bellissima"-disse Justin tra un bacio e l'altro. Tremolante portai la mia mano sul suo petto e con le dita che tremevano toccai dolcemente la base del suo collo dove poi cominciava il petto, i suoi addominali, le sue braccia e mi sporsi a baciare lo strato di pelle dove c'era incisa la corona, poi baciai il lato dove aveva tatuato in romano la data di nascita della madre, Justin alzò la testa come se volesse dirmi che apprezzava quei baci lì quindi continuai, lo baciai sul petto, sul collo mettendoci più lingua, denti e succhiai ardentemente sentendolo mugolare.
"Ti faccio male?"-gli chiesi staccandomi dal suo collo.
"No, continua"-rispose e così riportai di nuovo le labbra lì mentre le braccia di Justin vagavano per la mia schiena sfiorando il gancetto del reggisenso. Terminato il mio piccolo lavoretto lì mi allontanai guardando cosa gli avevo fatto, il mio primo succhiotto.
"Accidenti, ti rimarrà il segno"-toccai lì ma Justin non disse niente semplicemente si soffermava a guardarmi come se fossi una strana creatura.
"E' il migliore che abbia mai ricevuto, è stato dolce e sexy"-si morse il labbro inferiore quando disse 'sexy' e lo stesso feci anche io, si avventò praticamente sulle mie labbra e poi portò una mano dietro la nuca togliendomi il codino sciogliendo i capelli, mi ricaddero sulla schiena e data la lunghezza toccarono le dita dell'altra mano di Justin che era posizionata sul mio bacino portandomi più vicina a lui. 
Ci baciavamo con fervore, passione e dolcezza, era un mix di tutte queste cose qui e l'ansia che avevo prima era praticamente scomparsa, ora volevo solo che lui fosse mio e io fossi sua.
Justin fece scivolare la mano che aveva sul mio bacino vicino la zip della gonna, la fece scendere e aiutandomi anche io la gonna cadde a terra, tolsi un piede e con l'altro la scalciai in qualche parte della stanza. Ero seminuda difronte a lui, indossavo solo il reggiseno e gli slip bianchi quasi trasparenti di pizzo che non nascondevano ben molto.
"Dio sei perfetta"-mormorò appena mi diede un'occhiata completa e io per non arrossire ancor di più lo baciai e cercai di fare anche io qualcosa a lui, portai le mie affusolate dita sulla cintura dei suoi jeans, la slacciai con mano tremolante e la tolsi lasciandola cadere provocando così un tonfo. Justin sorrise non appena feci una smorfia presa dal piccolo spavento rumoroso di questa cosa.
Continuai a fare ciò che stavo facendo prima, sbottonai il bottone, feci scivolare la zip sentendomi vicina al suo sesso e Justin poi prese in mano la situazione facendoli scivolare dal suo bacino percorrendo poi le gambe ritrovandosi anche loro vicino alla mia gonna.
Ora eravamo seminudi entrambi, il ringonfiamento della parte bassa di Justin si notava leggermente attraverso i boxer neri, ero contenta di aver provocato quella 'cosa', non pensavo di poter essere sensuale e seducente. 
Io e Justin salimmo sul letto sprofondando con le ginocchia nelle morbide lenzuola di questo letto, eravamo uno difronte l'altro e ci guardavamo negl'occhi, il momento più intimo che una coppia possa avere tralasciando quel momento.
"Sei stupenda"-abbassai il capo e poi sorrisi.
"Tu sei perfetto"-lo feci sorridere poi si avvicinò di più facendo toccare il suo petto con il mio, mi ribaciò e mise entrambi le mani sul mio fondoschiena attirandomi di più a lui, le mie mani si trovavano sulle sue spalle che mi reggevano e poi le allacciai attorno al suo collo, Justin fece scivolare la lingua dentro la mia bocca e approfondì quel bacio che entrambi tanto desideravamo. Mi sentivo sulle nuvole, su una grande nuvola fatta di zucchero filato, ero felice e sorridevo contro le sue labbra.
Non pensavo avrei mai potuto sentirmi così, essere tra le sue braccia era la cosa più bella che mi potesse capitare e vedere quanto dolce fosse nel fare le cose che fa capivo quanto tenga a me.
Justin si staccò dalle mie labbra e tenendo sempre una mano dietro la mia schiena mi fa adagiare lentamente sul letto, come se fossi una piccola bambola di porcellana. Lui era ancora in piedi mentre mi guardava sdraiata lì come una statua, sentendomi afferrare dalla vergogna per il mio fisico cercai di coprirmi la pancia con le braccia ma lui non me lo permise e lentamente si adagiò sopra di me tenendosi alto con le braccia in modo da non schiacciarmi e togliermi il respiro. Con le sue labbra Justin mi baciò sul collo avidamente facendomi buttare la testa all'indietro sprofondando nel cuscino e incarnai la schiena quando diede qualche piccolo morso. Sempre con molta dolcezza passò a baciare il mio petto e poi continuò a scendere verso la mia pancia fino ad arrivare al basso ventre, non si soffermò li ma continuò a scendere scostandosi anche di peso. Per un momento mi guardò le gambe e sapevo stesse fissando le cicatrici, i tagli che ormai si stavano cicatrizzando quasi scomparendo ma non era possibile, mi sarebbero sempre rimasti i segni. Posò il suo sguardo di me e non capivo se stesse cercando di incolparmi o cosa ma poi si rifermò di nuovo su quelle cicatrici, sia sulla gamba destra che sulla sinistra, con il dito le tracciò facendomi rabbrividire e poi si sporse in avanti baciandomi uno ad uno quei tagli, mi sorprese da morire e mi sentivo inerme al di sopra mentre lui si concentrava solo su quella parte del mio corpo.
Quando finì ritornò di nuovo sopra di me, mi afferrò anche il braccio e diede dei baci anche sul polso. 'Mi stava baciando i tagli', neanche nei miei sogni Justin lo faceva, era stato davvero un momento romantico, nulla da dire solo noi due.
Con una mano scostò le lenzuola e mi ci intrufolai dentro prima che anche Justin ci entrasse e si adagiasse su di me, le nostre gambe intrecciate tra di loro e il suo petto appoggiato al mio. Justin portò le sue mani dietro la mia schiena cercando il gancio del reggiseno, quando lo trovò con un movimento di polso e di dita me lo sganciò e guardandomi cercò l'approvazione per togliermelo ma invece di dire un 'si' o annuire avvicinai il suo viso al mio e lo baciai. Il reggiseno andò a trovare gli altri suoi compari sul pavimento, Justin guardava il mio seno e ci lasciò sù qualche bacio, poi arrivò quel momento che tanto mi rende nervosa perché sono troppo insicura del mio corpo. Justin prese il lembo degli slip e li fece scivolare, alzai il bacino per potermeli sfilare del tutto e quando lo fece le buttò a terra, sentivo una sensazione di vuoto al di sotto di me e un senso di freddo, ma il freddo tra poco sarà appagato dal caldo. Justin si sporse in avanti di me facendo scontrare il suo bacino contro il mio facendomi sussultare, afferrò il portafogli sul comodino ed estrasse un profilattico. Si alzò un po', immagino che si stesse togliendo i boxer e si stesse infilando il preservativo ma non avevo osato guardare, ero in preda al panico.
"Sei sicura?"-annuì come una macchinetta.
"Farà un po' male piccola, ma prometto che starò attento e ti piacerà"-che mi piacerà ne ero convinta, annuì di nuovo e così divaricai un po' le gambe facendolo sistemare meglio.
Justin si allungò sopra di me e scivolò dentro di me facendomi immobilizzare, le gambe tremarono e spinsi la testa sul cuscino mentre cercavo di non urlare. Justin mi baciò in modo da non farmi pensare troppo a cosa stesse accadendo ai piani sottostanti ma non riuscivo a non pensarci, si era fermato facendomi abituare alla sua presenza dentro di me.
"Fa male"-mormorai affondando la testa nella sua spalla aggrappandomi come una scimmietta.
"Lo so piccola, lo so"-mi tolse i capelli dalla fronte e mi baciò lì cercando di calmarmi. Quando mi abituai glielo dissi e così iniziò a muoversi lentamente mandandomi in altri pianeti sconosciuti. 
"Sei così bella"-mormora Justin baciandomi e io ricambiai il bacio cercando di muovermi smettendo di sembrare un pesce lesso. 
Fare l'amore con lui è bello, mi manda fuori orbita e mi fa sentire bene, mi fa sentire viva.
Justin continua a muoversi dentro di me esperto, piccole gocce di sudore gli imperlano la fronte e lui non smette mai di guardarmi.
In quel momento così intimo riuscì a dire una cosa, quella cosa che ci fece bloccare entrambi.
"Ti amo"-lo avevo detto con trasporto, era quello il momento giusto per dirglielo, era il momento che aspettavo da due anni e quando vidi che Justin si era immobilizzato a guardarmi brividi percorsero la mia spina dorsale bloccandomi. 
"Ti amo anche io"-mormorò e quasi le pupille uscirono dai miei occhi. Lo aveva detto. Lo aveva detto anche prima quando mi chiese di potermi amare ma il 'ti amo' e un po' come una firma sul foglio di carta che sigilla il matrimonio. 
Continuammo a fare l'amore, ad amarci e ora che mi muovevo anche io la cosa prendeva una piega diversa. Justin cominciò a muoversi in modo più veloce ed io mi sentivo vicina dal provare il mio primo orgasmo.
"J-Justin"-mormorai affondando le unghie nella pelle della sua schiena, quando arrivai lanciai quell'urlo che prima avevo trattenuto, urlai il suo nome mentre lui urlò il mio e dopodichè posò la fronte sulla mia spalla.
Justin uscì da me e si distese sul letto accanto a me con una mano dietro il mio collo mentre io portavo il lenzuolo al di sopra del seno sentendomi avvampare dalla timidezza.
"Ti ho fatto male? Come stai?"-mi domandò con un espressione preoccupata ma io ero tutt altro concentrata sul dolore o su come stavo, ero felice come non lo ero mai stata.
"Felice"-mormorai portando la mano sul suo viso, con le dita gli toccai il mento delicato e anche un po' sudato, ma era decisamente sexy.
Justin sorrise e poi si abbassò lasciandomi un casto bacio sulle labbra.

Dopo esserci coperti, io avevo messo gli slip di prima e una maglia bianca di Justin senza indossare il reggiseno, Justin si rimise i boxer, ci mettemmo di nuovo a letto. Avevo la testa sul suo petto e gli circondavo la pancia con il mio braccio, Justin invece con il suo braccio mi cingeva la schiena e continuava a darmi piccola baci sui capelli e sulla fronte. 
Avevo fatto l'amore con Justin e questa volta non era stato un sogno, avevo sentito tutto: le sensazioni, le emozioni, il tocco delle sue dita su di me, quella 'presenza' di cui le mie amiche parlavano tanto, era stato anche più bello di come ne parlavano loro. Avete presente Twilight? L'ultimo film, quando Bella si trasforma in vampiro e si vede che lei sente tutto nei minimi particolari, guarda le cose come se le scavasse dentro, io mi sentivo così. Per tutto il tempo mi ero sentita come se toccassi il cielo con un dito, come se vivessi di quei respiri confusi insieme, di quei baci scambiati, di quella sensazione di essere pelle contro pelle, la sensazione di lui dentro di me, la sensazione di essere sua e che sarò sempre sua. Aver fatto l'amore con Justin è stata la cosa più bella della mia vita, lo rifarei altre diecimila volte, lo rifarei giusto per sentirmi come prima.
Lo baciai dolcemente sul petto e poi gli sorrisi contro facendolo mugolare.
"Ti amo principessa"-mormorò contro i miei capelli, spostai il capo e mi rivolsi a lui poggiando il metto al di sotto della sua spalla.
"Ti amo anche io"-mi sporsi in avanti e gli diedi un bacio sulle labbra, labbra che non avrei potuto mai dimenticare.

Justin si era addormentato da un bel pezzo mentre io ero ancora sveglia, come potevo dormire? Justin si era addormentato con una mano sulla pancia e lo sguardo rivolto verso di me, così rimasi ferma ad analizzarlo, a imprimere quei momenti nella mia mente per quando arriverà la fine di questo e cioè tra poche ore. Ora potevo dire di sapere come sono i capelli di un ragazzo dopo aver fatto sesso, Justin li aveva scompigliati, alla Goku tipo. Le sopraciglia folte e marroni davano ai suoi occhi un'aria sexy e misteriosa ma quando dormiva sembrava un peluche, un pupazzo dolce e carino. Il naso delineato e le labbra un po' sporgenti. Il petto si abbassava e si alzava al ritmo del suo respiro e il suo profumo aveva inebriato queste lenzuola, se avessi potuto me le sarei portate a casa e non le avrei fatte lavare mai.
L'ora della partenza si faceva vicina e ora che lo avevamo fatto era come se si portasse via tutto di me, come se mi smembrasse e tutte le cose che avevo provato se ne vanno con lui lasciandomi nel dolore. Ora quando andrò sulla scogliera penserò a quando ci sono andata con Justin, quandò passerò davanti Les Fleurs penserò alla cena del mio compleanno, quando andrò al parco penserò a come gli ho parlato della piccola Rose, quando farò visita al signor Miller ripenserò al sorriso di Justin quando il vecchio Bruce gli disse di essere famoso e quando passerò davanti questo albergo ripenserò a questa notte, alla notte nella camera 117 al nono piano. Nemmeno l'avessimo pensata appositamente il numero della camera unisce le nostre date, l'1 per il primo marzo quando è nato lui e il 17 quando sono nata io. I casi della vita.
Mi appoggiai alla sua spalla e mi addormentai cullata da quel momento.

La luce del sole batteva contro la finestra illuminando il muro dove ero rivolta mentre cercavo di svegliarmi. Un braccio mi stringeva forte contro qualcosa, era intrappolata tra le braccia di Justin. Sorrisi svegliandomi ricordandomi della notte passata, Justin mormorò qualcosa che non avevo capito, mossi la testa per potermi girare ma praticamente avevo la testa di Justin contro il mio collo e non potevo muovermi in alcun modo.
"Che ore sono?"-domandò lui con la voce impastata dal sonno, io guardai l'orologio digitale sulla sveglia, erano quasi le nove.
"Nove meno dieci"-gli risposi e lui mugolò in disapprovazione spostandosi da me e tornando con la testa sul suo cuscino, con una faccia sorpresa gli chiesi cosa c'era che non andasse.
"Per le 10:30 al massimo devo essere all'aeroporto, ho l'aereo a mezzogiorno"-non volevo sentirmi dire questo ma non potevo arrabbiarmi, glielo avevo chiesto io. Mi morsi il labbro chiudendo gli occhi e lui mi tirò su di lui abbracciandomi.
"Ti prometto che ci rivedremo presto e rimarremo più tempo insieme"-mi diede un bacio sulla guancia ed io sorrisi.
"Se solo ricevessi la risposta dall'accademia"-bofonchiai pensando a quella benedetta risposta che avrebbe cambiato la mia vita.
"La riceverai presto, non preoccuparti"-mi strinse di più e chiusi per un attimo gli occhi.
"Dovremmo farci una doccia"-disse ed io annuì spostandomi da lui, quando provai ad alzarmi però dovetti risedermi di nuovo, mi faceva male quella parte e avevo bisogno di qualche secondo.
"Ti fa male?"-annuì e lui si fermò al centro della camera con lo sguardo da cucciolo. Poco dopo mi alzai e anche se lentamente riuscì ad andare verso il bagno. Io e Justin ci facemmo la doccia insieme, ridevo come una bimba mentre mi spalmava il bagnoschiuma sulle spalle, la schiena arrivando al fondo schiena dove ci diede qualche palpatina ma non gli dissi niente.
"Smettila di farmi il solletico"-gli dissi mentre mi insaponava con la spugna sulla pancia e sulle cosce.
"Non sono io è questo coso"-disse lui ridendo dietro di me. Lo lavai anche io e una volta finita la doccia ci avvolgemmo ai morbidi accapatoi offerti dall'Hotel.
"Potremmo sembrare una di quelle coppie sposate che vengono in luna di miele qui"-disse lui e ci risi, potevamo sembrarlo si.
Tornammo nella stanza e presi la camicia, la gonna, le scarpe, gli slip e il reggiseno.
"Justin potresti regalarmi un paio dei tuoi boxer?"-gli domandai non volendo indossare le mutande di ieri. Justin annuì e me ne passò un paio sempre neri, a quanto pare usava solo quelli neri. Li misi, agganciai il reggiseno, indossai gonna e camicia e poi mi infilai le converse. 
Mentre Justin si preparava e aggiustava le cose in valigia ne approfittai per chiamare Haley.
-Pronto?- si sarà svegliata da poco sicuramente.
-Hales?-
-Ommiodio Clear, cosa succede?-
-Niente va tutto bene-risi.
-Com'è andata? Sei tutta intera? Ti ha trattata male? Ora lui dov'è?-oddio quante domande.
-E' andata a meraviglia e ora lui sta preparando la valigia-mormorai tristemente.
-Ow, piccola quanto vorrei essere lì con te-lo sapevo che lo pensava davvero, ma avrei accompagnato io Justin all'aeroporto e dovevo farlo da sola.
-Lo so, tranquilla-ci fu un momento imbarazzante in cui non sapevamo cosa dire ma bastavano i nostri respiri amplificati attraverso il telefono per farci capire come stavano. Io male per la partenza di Justin e lei triste per me.
-Vuoi che ti aspetti a casa? Potrei dire a tua madre che hai accompagnato Justin da sola all'aeroporto-
-Si va bene, ora vado. Ci vediamo dopo-
-Okay, salutami Justin. Dopo magari gli mando un messaggio-riattaccai la chiamata e mi girai verso Justin che stava chiudendo il trolley. 

Aveva preso tutto, non aveva dimenticato nulla e così scendemmo, salutammo il signore tanto gentile alla reception e uscimmo dall'albergo.
Misi la valigia nel vano posteriore della macchina e poi salimmo entrambi. 
Durante il tragitto non parlammo molto, le lacrime minacciavano di uscire ma non gliel'avrei promesso, non adesso.
Justin guardava fuori dal finestrino pensando chissà cosa mentre io ero concentrata alla guida.

Perché gli aeroporti mi sembrano il posto più brutto del mondo? Io e Justin eravamo arrivati, questa volta non andai agli Arrivi ma andai all'entrata delle partenze, Justin andò da solo a fare il check in e poi salimmo sopra dove lui poi avrebbe passato i metal detector e sarebbe sceso verso i gate.
Ci sedemmo su delle sedie, lontano da occhi indescreti. 
"Pare che il tempo sia buono"-disse mentre guardava dalla grande vetrata dove si intravedeva qualche aereo, magari uno di loro era proprio il suo, annuì non sapendo cosa dire, volevo solo dormire e non svegliarmi mai più.
"Ehi"-mi circondò le spalle e così alla fine scoppiai in lacrime, contando il fatto che la profumeria vicino noi aveva messo la canzone 'To Build a home', quella canzone mi faceva piangere sempre e sembrava essere perfetta come colonna sonora per questo momento.
"Ti prego non piangere, altrimenti non riesco a salire su quell'aereo"-cercava di farmi calmare ma il pianto continuò a dirotto e cercai di pulirmi con un fazzoletto.
"Ascoltami. Abbiamo lottato due anni e ci siamo finalmente incontrati, ora non passerà molto tempo. Te lo prometto, te lo giuro su ciò che ho di più caro che ci rivedremo presto, magari sarai tu a venire a Los Angeles, ti farò vedere anche io i miei posti preferiti e passaremo intere giornate insieme. Ti prego però non piangere, non ti chiudere in te stessa. Sei la mia Clear, sei la mia piccola principessa e io ci sarò sempre anche se lontano chilometri, ora stiamo insieme e neanche i numeri possono tenerci lontani. Capito?"-piangevo mentre lo ascoltavo, quando finì lo abbracciai forte non volendo lasciarlo andare.
"Ti amo, ti amo così tanto Justin"-mormorai contro il suo collo bagnandolo con le mie lacrime.
"Ti amo anche io Clear e continuerà ad esserlo"-mi calmai un pochino e rimanemmo un po' li a parlare fin quando non chiamarono il volo di Justin. Ci alzammo entrambi e lo accompagnai fino all'entrata dove poi non mi ero più concesso andare.
"Tieni"-gli dò la collana che portavo al collo, era un piccolo angelo con una pietra incastonata tra le mani. Mi era stata regalata quando ero piccola da mia nonna, non l'avevo mai tolta e ora volevo la tenesse lui, per sentirmi più vicina. 
"Anche io voglio darti una cosa, anzi due"-sorrisi ed come prima cosa mi regalò la dogtag che portava al collo, me la mise lui e io sorrisi come un'idiota mentre gli altri ci passavano di fianco.
"E poi questa"-mi diede la sua maglietta bianca, quella con il suo profumo. La presi per le mani e la strinsi a me. Mi avvicinai al suo viso e lo baciai, un bacio che non comprendeva lingua o scambi di saliva, ma era un bacio dolce, un bacio pieno d'amore, un bacio d'arrivederci. Justin si staccò da me, mi mormorò un altro 'ti amo' e poi si avviò verso i controlli.
Lo guardai sparire tra la folla e quel vuoto nel petto si ripresentò di nuovo.

Mi misi in macchina e tornai a casa. 
Mio padre era a lavoro mentre mia madre era in cucina che parlava con Haley, appena entrai buttai le chiavi della macchina nella piccola cesta sul tavolino e a peso morto andai verso le due donne. Appena mi videro la loro espressione si fece buia, entrambe preoccupate per me ma io feci segno di 'no', di non preoccuparsi perché io stavo bene, ero stata con l'amore della mia vita e ora lui stava ritornando a casa sua mentre io ero nella mia e sentivo di nuovo quella sensazione di soffocare nella mia stessa casa. Avevo bisogno di lui, più di qualsiasi altra cosa, era diventato ossigeno puro.
Mi girai e iniziai a salire le scale andando in camera mia seguita da Haley, mi buttai sul letto sprofondando con la faccia nel cuscino e iniziai di nuovo a piangere, ma uno di quei pianti lenti, che ti strazziano il cuore e te lo rompono in mille pezzi. 
"Clers dai non piangere"-mi prese per il braccio facendomi alzare la testa, la posò sul suo grembo e mi cullò, lei almeno c'era ancora.
"Se ne è andato Hales"-mormorai tra una lacrima e un'altra, lei continuava a cullarmi. Era sempre qua quando piangevo.
"Lo so, ma tornerà. Puoi dirlo di averlo incontrato, di averlo baciato, di esserci stata insieme e di averci perso anche la verginità, mi aspetto che tu mi dica tutti i dettagli scabrosi"-riuscì a strapparmi un sorriso.
"Non scherzo mica eh"-puntò il dito contro ed io annuì. Mi mancava, lui mi mancava. Mi manca adesso vederlo difronte a me, di guardare i suoi occhi e perdermici dentro. Mi manca poterlo abbracciare, potergli dare anche un semplice bacio e più di tutto mi manca il modo in cui mi fa sentire, amata e protetta. Il modo in cui mi aveva baciato i tagli me lo ricorderò sempre, è stato uno dei momenti migliori. Mi manca il suo profumo ma adesso almeno ho la sua maglia e al posto del piccolo angelo ho la sua dogtag che mi tiene compagnia.
"Clearrrrrrrrrrrr"-sentì urlare mia madre ma non la risposi, sarebbe sicuramente salita lei.
Dopo circa due minuti spalanca la porta della mia stanza tenendo una busta per le mani.
"E' arrivata questa per te"-non dissi nulla ma alzai solo la testa dal grembo di Haley, guardai mamma chiedendo di cosa si trattasse-"E' dell'accademia"-Non ci credo, lui partiva ed io sarei venuta a sapere se lo avrei potuto rivedere presto o meno, se avrei potuto passare i prossimi mesi della mia vita con lui oppure li avrei passati sperando in un secondo incontro.
"Avanti dai, apri"-mi incitò Haley e così la presi dalle mani di mia madre. Straccia la parte di sopra e presi la lettera iniziando a leggerla. 
Piansi di nuovo, quasi mi accasciai a terra ma stavolta non erano lacrime di tristezza, mi avevano accettata. Mi hanno accettata a Los Angeles, sarei potuta stare con Justin.
Subito prendo il telefono e gli mando un e-mail.
Da: Clear Rose Brooks
A: Justin Drew Bieber
Data: 19 Luglio 2014 12:30
Oggetto: Ti amo.

Il ritorno a casa è stato un vero incubo, mi manchi da morire e ho una cosa da dirti ma non so come dirtela scrivendo, di persona è molto meglio. Probabilmente urlerei e ti abbraccerei.
Mi hanno accettata, verrò a Los Angeles.
Tempo un mese, a settembre verrò a vivere lì.
Ti amo, a presto. 
Xoxo C.

_________________________________________
Mi sedetti sul letto con la lettera tra le mani respirando affanosamente, immaginando già la mia vita a LA studiando la cosa che amo di più al mondo dopo Justin, mentre Haley e mia madre sorridevano.
Potrò essere finalmente felice e scappare da tutto questo.
Grazie piccola Rose.

The End.

 
Alohaaaa!
Ecco a noi il finale.
Devo dire che avevo previsto un finale diverso ma avendo in mente di fare un seguito l'ho cambiato.
Mi è piaciuto da morire scrivere questa storia totalmente diversa dalle altre. Ho, diciamo, trascritto quella che è la mia storia, la mia situazione con il ragazzo di cui sono innamorata.
Spero che anche a voi sia piaicuta!
Scusate se ci sono errori, ma spero di no.
Grazie a chi è piaciuta, a chi l'ha inserita tra le ricordate, le seguite e le preferite.
Vi mando un bacio!
C.
  
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