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Autore: _sailor_slytherin_    19/01/2015    1 recensioni
Spin-off di pochi capitoli riferita alla storia “The New Generation, il ritorno dell'ombra”. Questa spin-off parla di due personaggi già citati nell'altra storia, Ted Remus Lupin e Victoire Isabelle Weasley.
L'anno in cui Ted capisce che avere a fianco i suoi genitori è tutto ciò che desidera.
L'anno in cui Ted capisce che solo una ragazza gli ricorderà sempre sua madre.
L'anno in cui Ted capisce che qualcosa è cambiato in lui.
L'anno in cui Ted capisce che ha bisogno di lei.
L'anno in cui Ted capisce che lei è sua
L'anno in cui Ted capisce che avere a fianco lei è tutto ciò che che desidera.
Tutto inizia con un banale ricatto, un ricatto che Ted Remus Lupin ricorderà per tutta la vita.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Ultimo capitolo -

"Teddy!"
Ted Remus Lupin si mise a sedere sul letto sobbalzando. Che sogno strano, pensò passandosi una mano tra i capelli turchini. Chi diavolo lo stava chiamando?
Si alzò dal letto guardando fuori dalla finestra il cielo sereno.
“Un'altra pallosa giornata” sbuffò sbadigliando e chiudendosi in bagno.
Dieci minuti più tardi uscì dal bagno con un asciugamano sui capelli continuando a sbadigliare a più senza sosta. Subito dopo sussultò sentendo qualcuno bussare alla sua porta insistentemente.
“Ted!”
Il Metamorfomagus riconobbe la voce di Harry e si avvicinò appoggiando l'orecchio alla porta.
“Che c'è?” bofonchiò assonnato.
“Muoviti e fammi entrare! Maledetto tu, le tue serrature e i tuoi diavolo di lucchetti!” gridò Harry James Potter dando dei calci alla porta.
“Ma che hai Harry? Prenditi un calmante” gli consigliò Lupin.
“Aprì o la sfondo con un Bombarda!” tuonò il suo padrino.
“Per Merlino! Ma che mi devi dire di così importante?”
“Si tratta di Victoire!”
Nemmeno un secondo dopo il ragazzo stava facendo saltare tutte le serrature e i lucchetti che aveva messo alla porta dopo la fine della scuola, esattamente come aveva fatto nella sua camera da letto a Malfoy Manor.
Pochi attimi dopo il suo padrino piombò nella stanza e vedendo l'espressione del ragazzo decise di non fare troppi giri di parole.
“Stanotte, verso l'una e mezza, Victoire ha aperto gli occhi. È fuori dal coma Ted. È salva!”
Harry aveva visto solo una volta gli occhi di Ted illuminarsi come in quel momento. Molti anni prima, quando Ted aveva a malapena tre anni ed era andato per la prima volta insieme a lui, Draco e sua nonna Andromeda Black Tonks a Lake District, la regione preferita di Ted. Forse il Metamorfomagus non se lo ricordava nemmeno, ma era stata la prima volta che aveva visto i suoi occhi marroni, così simili a quelli del padre, illuminarsi in quel modo.
Senza nemmeno accorgersene il suo figlioccio si gettò ad abbracciarlo entusiasta stringendolo forte. Harry ricambiò l'abbraccio sorridendo e accarezzandogli la chioma azzurra.
“Possiamo... andare da lei?” chiese Ted a bassa voce.
“Certo che possiamo. Dai su, vestiti in fretta che ti aspetto giù” rispose l'Auror uscendo dalla stanza.
Lupin annuì chiudendo la porta della sua stanza e lasciandosi cadere a terra. Victoire stava bene... era uscita dal coma... era salva!
Il ragazzo si rimise subito in piedi con un sorriso stampato sul volto e si cambiò come una furia. Dopo aver rimesso le scarpe per la seconda volta, dato che per l'eccitazione aveva infilato il piede sinistro nella scarpa destra e viceversa, scese in soggiorno saltellando su ogni scalino. Salutò Ginny stringendola in un abbraccio affettuoso e uscì di casa di volata raggiungendo Harry fuori dai cancelli.
“Andiamo?” gli chiese Harry.
“Certo!” rispose Lupin tutto allegro.
Così entrambi si smaterializzarono via diretti al San Mungo.
Una volta materializzati davanti all'ospedale dei maghi, frenare Ted era praticamente impossibile. Harry arrancava per stare dietro al figlioccio che correva come un matto per i corridoi e investiva Medimaghi e pazienti senza nemmeno rendersene conto.
“Ted! Cazzo rallenta!” gli gridò Potter a pochi metri dalla sala d'attesa del reparto di terapia intensiva.
Ted non lo ascoltò e una volta arrivato si fermò a guardare il corridoio. A pochi metri da lui c'era Victoire, si era risvegliata finalmente. Ma che avrebbe fatto una volta davanti a lei? Avrebbe dovuto chiederle scusa, pensò aspettando Harry, e poi avrebbe voluto strangolarla per averlo fatto morire di paura e angoscia per due lunghissimi mesi.
Quando Harry gli arrivò accanto serrandogli la spalla, gli sorrise e così Ted fece un passo avanti pronto a cercare la stanza di Victoire, ma l'Auror lo fermò.
“Tu adesso te ne stai buono, buono nella sala d'attesa” gli sibilò fissandolo con i suoi occhi smeraldini.
“Ma... ma Harry!” protestò Lupin sconvolto.
“Ma un corno! Prima vado io a vedere se sta bene, anche perché i Medimaghi non vorranno tanta gente nella sua stanza” lo zittì Harry “Se non ti ritrovo qui ti giuro che questa volta ti ci chiudo io nella tua stanza da letto e non ti lascerò andare da Malferret”.
Teddy sbuffò, ma non osò replicare. Così, mentre il suo padrino se ne andava dalla sua ragazza, lui restò seduto su una delle sedie della sala d'attesa. Continuava a muoversi freneticamente, ma doveva stare calmo, si disse continuando a picchiettare il ginocchio con la mano, in fondo aveva aspettato due mesi poteva resistere ancora per due minuti.
Abbassò lo sguardo sulla tasca della felpa sorridendo leggermente. Nella sua tasca c'era una busta, una busta che avrebbe consegnato a Victoire appena possibile.
Qualche attimo dopo, attimi in cui Ted stava per impazzire, davanti all'entrata della sala passò una ragazzina dai capelli biondi e gli occhi azzurri. Era una copia di Victoire in versione ridotta, si trovò a pensare il Metamorfomagus fissandola attentamente, finché non la riconobbe. Dominique Gabrielle Weasley stava passando di lì con in mano un pacchetto di gelatine tutti i gusti +1, ma ritornò indietro quando notò l'inconfondibile chioma azzurra del Grifondoro.
“Ciao Teddy!” lo salutò la dodicenne sorridente avvicinandosi a lui.
Ted la conosceva bene, era la sorellina di Victoire, aveva dodici anni ed era una Corvonero del secondo anno.
“Ciao Dom, tutto bene?” le chiese lui sorridendole.
“Certo! E si, anche Vicky sta bene” lo assicurò notando la sua espressione preoccupata “E adesso corro da lei a dirle che sei qui” cinguettò la bionda facendolo arrossire vagamente. E prima che Lupin riuscisse a ringraziarla Dominique era già corsa via per raggiungere la stanza della sorella.
La piccola Corvonero entrò lentamente vedendo che ai suoi genitori e a suo zio Ron si era aggiunto suo zio Harry, che era in piedi dietro a sua madre, che era seduta su uno sgabello accanto al letto.
Raggiunse il suo fratellino di undici anni, Louis, che era accomodato sulla sponda del letto a parlare con la sorella maggiore. Quando Dominique la vide sorrise. Victoire Isabelle Weasley era seduta sul suo letto d'ospedale e rideva alle battute di Ron come se non fosse mai caduta in coma per due mesi. Alla fine la bionda Tassorosso era riuscita a vincere contro la morte anche se purtroppo era costretta restare in ospedale per un'altra settimana, perché i Medimaghi dovevano controllare lo stato del suo cuore che andava mano mano guarendo.
Dominique lasciò il pacchetto di gelatine a suo fratello e si avvicinò alla sorella maggiore abbassandosi al suo orecchio “C'è Ted nella sala d'attesa” le sussurrò lentamente.
Victoire sbarrò gli occhi stupita e diede un leggero pugno sulla spalla di Harry scrutandolo con aria furiosa, ma anche divertita.
“Quando aspettavi di dirmi che il tuo figlioccio è a pochi metri da qui, zio?” domandò la bionda indignata.
Potter rise passandosi una mano nei capelli color inchiostro “Mi sarà passato di mente” bofonchiò facendosi guardare male dalla nipote, che gettò le gambe snelle fuori dal letto.
“Bene, io vado da lui” disse allora Victoire stiracchiandosi.
“No Victoire, i Medimaghi hanno detto che devi riposarti” le ricordò sua madre Fleur.
“Ecco signorina, ritorna a letto! Adesso lo vado a chiamare io il piccolo mannaro” le disse il bambino sopravvissuto affettuosamente.
“Ma voglio fargli una sorpresa! Per favore, è qua vicino!” li implorò la diciassettenne.
Bill, Fleur, Ron ad Harry si scambiarono delle occhiate per poi sorridere divertiti.
“Ok principessa, ma dopo te ne starai chiusa tutto il giorno in camera” l'avvisò suo padre Bill.
Victoire gli saltò in braccio cingendogli il collo e scoccandogli un bacio sulla guancia.
“Grazie! Torno subito!” li assicurò la bionda dirigendosi fuori dalla sua stanza.
Stava per rivederlo dopo così tanto, anche se a lei sembrò passata solo una notte. Avrebbe dovuto chiedergli scusa, pensò attraversando il corridoio, lui si fidava di lei mentre lei gli aveva nascosto quel problema che non sapeva neppure di avere. Scosse la testa dandosi della stupida finché non raggiunse lo stipite della porta sospirando e socchiudendo gli occhi.
Poi lo vide.
I suoi soliti capelli azzurri erano inconfondibili e magnifici come i suoi occhi marroni che chissà in quale pensiero erano persi. Si, era lui, il suo Ted.
Teddy si sentì uno sguardo puntato addosso così si voltò verso l'entrata della sala d'attesa e sbarrò gli occhi.
Finalmente la vide.
Anche con la vestaglia bianca dell'ospedale e i capelli tutti spettinati, la sua Victoire sembrava un angelo, un incantevole angelo. I suoi occhi così azzurri lo guardavano con così tanta dolcezza che si sentì sciogliere. Si, era lei, la sua Victoire.
Quando la bionda diciassettenne cominciò ad avvicinarsi, Ted scattò in piedi rigidamente, non sapendo come agire e cosa dire. Tutto il discorso che si era preparato mentalmente si cancellò nella sua testa e apparve solo lei.
Victoire gli arrivò quasi sotto il naso e lo fissò dritto negli occhi, esattamente come stava facendo lui e restarono così per dei lunghi attimi, finché la Weasley non ruppe il ghiaccio.
“Ciao” si limitò a dire.
Lui non rispose.
Lei si diede della scema, ma prima che potesse aggiungere altro si ritrovò stretta in un dolce abbraccio. Ted la strinse forte e affondò il viso nei suoi profumati capelli color miele. Lavanda... pensò stringendola forte, quanto gli era mancato quel profumo. Victoire ricambiò l'abbraccio appoggiando la fronte sulla spalla del suo ragazzo che cercava di non piangere.
“Dopo tutto questo tempo tu vieni a dirmi ciao? Ti strangolerei” mugugnò il ragazzo facendola sorridere.
“Se proprio lo vuoi sapere lo stai già facendo” replicò lei sorridendo.
La Weasley fece per allontanarsi in modo da poterlo guardare ancora, ma Teddy la strinse ancora di più. Non voleva allontanarsi da lei, era stato troppo tempo distante da lei e le era mancata così tanto...
“Mi sei mancata” mormorò il Metamorfomagus continuando ad abbracciarla.
Victoire affondò il viso sul suo torace “Scusami... non volevo farti preoccupare, non credevo che la situazione fosse... così grave” disse facendo fatica a trovare le parole adatte per esprimersi senza far soffrire Ted.
“No, non è colpa tua” sussurrò Lupin “Avrei dovuto stare più attento quel giorno! Se fossi stato con te... se ti avessi portato con me in Sala Grande... tu non...” non riuscì a finire la frase che una lacrima furtiva gli rigò la guancia.
Victoire lo sentì tirare su col naso così gli prese il viso dalle mani asciugandogli la lacrima con affetto, passandogli il pollice sulla guancia. “Non potevi saperlo, tu ti fidavi di me” mormorò appoggiando la fronte contro quella del ragazzo mentre una lacrima le bagnava la gota destra.
“Dovevo stare più attento” ripeté il Grifondoro più a sé stesso che a lei.
Con le lacrime agli occhi la bionda Tassorosso si alzò sulle punte baciandogli la fronte e dopo le labbra con frustrazione e tristezza per poi abbassare lo sguardo sul pavimento.
“Ti supplico, cambiamo argomento” bisbigliò la ragazza.
Ted annuì conscio che quell'argomento faceva troppo male ad entrambi e così si sedettero asciugandosi rapidamente le lacrime e un lieve sorriso ritornò sul viso di entrambi.
“Beh? Te lo devo chiedere?” domandò la ragazza dopo qualche minuto, con sarcasmo.
“Di cosa parli?” le chiese il Grifone ancora un po' scosso.
“Parlo del M.A.G.O. ovviamente” rispose la ragazza un po' più allegra.
Merda!, pensò il ragazzo stando muto. Se le avesse detto che non aveva eseguito gli esami lo avrebbe trucidato seduta stante!
Come se gli avesse letto nella mente, uno schiaffo arrivò sulla guancia del Metamorfomagus che rimase sconvolto.
“Ma che...” alitò portandosi una mano sulla gota.
“SEI UN IDIOTA TED LUPIN!” gridò la ragazza furibonda “Ecco perché Harry ha cercato di evitare in tutti i modi di parlare dei tuoi risultati, ecco perché! Che cazzo ti passa per la testa, eh Ted?? Non hai fatto l'esame solo perché io ero chiusa qui? Tu sei fuori!”
“Solo?” soffiò Ted qualche secondo più tardi, dopo essersi ripreso dal manrovescio della sua ragazza “Io ero preoccupato per te!” esplose il ragazzo.
“Questo non giustifica nulla! Il tuo desiderio era diventare Auror, dannazione! Ed era l'unico tuo desiderio che avrebbe potuto avverarsi...” replicò così tanto a bassa voce che Ted non riuscì a capire l'ultima frase, ma lui non se ne curò.
“No, perché tu non hai potuto realizzare il tuo di desiderio, quindi ho pensato che fosse giusto aspettarti” ribatté Lupin con decisione.
Victoire sorrise senza alcun divertimento. L'aveva aspettata, si disse la bionda con malinconia, e se non fosse mai tornata?
“Adesso è troppo tardi per il mio desiderio e tu hai perso la possibilità di realizzare il tuo” disse la Weasley sospirando. Ted scrutò l'espressione della ragazza. Sembrava quasi che lei tenesse molto al desiderio del suo ragazzo.
Lupin decise che era il momento di darle ciò che doveva. Dalla tasca della felpa che indossava tirò fuori una lettera che lasciò nelle mani di Victoire.
“Che cos'è?” domandò la bionda stranita.
“Tu aprila” replicò l'altro sorridendole con dolcezza e sconforto.
Victoire lo fissò con sguardo truce “Non guardarmi così! Sto bene!” sibilò la bionda.
“Non ho mai detto nulla di tutto questo” cinguettò il ragazzo.
“I tuoi occhi lo dicono”.
“Invece di leggermi gli occhi apri quella busta!”
Dopo aver esaminato meglio il suo ragazzo, la Weasley si decise ad aprire la busta. Quando la aprì ne tirò fuori una lettera e si mise a leggerla con calma.

 

Mia cara Victoire,

io lo so che leggerai questa lettera, ne sono sicuro, indipendentemente da quello che dicono i Medimaghi, perché i Weasley sono forti, ma sopratutto tu sei forte, piccola mia.
Mi dispiace che tu non sia potuta venire qui dopo la scuola, mi dispiace davvero, perché il mio periodo di visita è solo per i mesi estivi e questo vale anche per i parenti, e tu lo sai.
Ma c'è un ma. Quello squinternato di Ted è venuto qui da me poche settimane fa implorando quasi in ginocchio il mio capo per darmi un'altra settimana di visita ed è andato anche al Ministero della Magia rumeno e non so come abbia fatto, ma ha convinto i ministri a darmi un altro periodo di visita a Natale. Non so come abbia fatto Ted, forse per sfinimento, ma ci è riuscito. Forse sarà per il suo sangue mezzo Black, ma si da il caso che tu e lui il 20 dicembre prenderete l'aereo per la Romania.
Non vedo l'ora di vederti piccola! Riprenditi in fretta!

Baci, tuo zio Charles Weasley

 

Victoire ripiegò la lettera restando a fissare il pavimento con gli occhi sbarrati. Ted la scrutò preoccupato. Ma che aveva, si chiese studiandola dall'alto in basso, lui non l'aveva letta quella lettera, ma Charlie gli aveva assicurato che aveva scritto che per le vacanze di Natale sarebbero partiti. Ted aveva già preparato tutto perché lui sapeva, sapeva che Victoire non l'avrebbe lasciato così.
Vedendola così sconvolta Lupin cominciò a preoccuparsi “Ehi Vicky... che c'è?” le domandò cauto.
La ragazza non emise nemmeno un suono. Il Grifone allora le se avvicinò sfiorandole la testa con delicatezza e un attimo dopo se la ritrovò in braccio stretta a lui. Il ragazzo si riprese dalla velocità che aveva avuto la ragazza a saltargli addosso e con tenerezza la strinse a sé a sua volta.
“Te l'ho già detto che sei un'idiota?” bofonchiò la bionda con il viso appoggiato nell'incavo del collo di Ted.
“Molte volte, amore” le rispose il Metamorfomagus ridendo.
Victoire si scostò per guardarlo bene negli occhi continuando a stargli in braccio, poi sorrise.
“Te l'ho già detto che ti amo?” chiese Victoire.
“Oh si, ma ti assicuro che non mi stancherò mai di sentirtelo dire” rispose Ted sorridendo.
I due ragazzi si avvicinarono così tanto che i loro nasi si sfioravano a malapena e senza una parola si baciarono con passione, come da tempo non facevano più.
La prima scostarsi fu Victoire che accarezzò una gota al ragazzo ammirando quei suoi occhi marroni. Quanto erano belli, pensò la bionda.
“Quindi tu sei andato in Romania, al Ministero della Magia, a convincere i ministri di allungare il periodo di visita per vedere mio zio Charlie?” domandò la Tassorosso passando le mani nei capelli azzurri di Lupin.
“Già, Draco mi ha coperto da Harry, ma penso che lo scoprirà prima o poi. Devo dire che la Romania non è male e tuo zio è un grande” bofonchiò Ted tutto tranquillo.
Victoire scosse la testa ridendo e ritornò a scrutarlo intensamente.
“Tu sei pazzo” rise lei.
“Lo sono” rispose lui sorridendo al pensiero di aver vissuto già una scena del genere. E infatti si fissarono negli occhi dicendo all'unisono: “Sono pazzo di te!”
Scoppiarono a ridere. La Weasley ritornò ad abbracciarlo accoccolandosi sul suo petto.
Non lo dirò a nessuno” mormorò la bionda.
“Cosa?”
“Non ne farò parola con nessuno” ripeté lei “Se ogni anno, al 2 maggio, mi permetti di venire qui con te non lo dirò a nessuno, se invece me lo impedirai in un'ora lo sapranno anche le mura di Hogwarts e gli abitanti di Hogsmeade” disse con un sorriso a fior di labbra.
Ted strabuzzò gli occhi, se lo ricordava ancora! Anche lui non si era mai scordato quelle parole, perché in fondo era proprio quella sorta di minaccia che gli aveva uniti.
“Sono queste le parole che ci hanno unito” disse infatti Victoire qualche attimo dopo.
“Già, lo Specchio delle Brame...” mormorò Teddy pensoso “...e forse il tuo ricatto è stato il più bello della mia vita” replicò Teddy pensoso.
“Oh, che tenero” rise la bionda.
“Ma grazie, mia dea” fece sarcastico l'altro.
Victoire lo osservò per alcuni secondi per poi alzarsi e far alzare lui a sua volta.
“Che vuoi fare?” le chiese stando attento ad ogni movimento della ragazza.
“Pensi che ti lasci proprio ora? Dopo due mesi? Proprio no!” cinguettò la ragazza soavemente.
“Ma Vicky... devi riposarti” l'ammonì Ted carezzandole la mano.
“Ho tutte l'estate per riposare, dato che i miei non mi faranno uscire dalla villa” borbottò la bionda “Quindi non fare storie e andiamo”.
Ted scosse la testa divertito, ma non se lo fece ripetere due volte e si lasciò trascinare via dalla sua ragazza.
Così i due ragazzi se ne andarono. La ragazza con la promessa nel cuore di non lasciarlo più solo e il ragazzo con la promessa nel cuore di non rischiare più di perderla.
Mai più.

 

 

«Così i due studenti corsero via bisticciando come bambini con nel cuore una promessa, la promessa del 2 maggio.»

 

 

 


The Mirror of Erised


 






Spazio dell'autore
Ringrazio tutti coloro che hanno seguito, preferito e ricordato la mia spin-off. Spero vivamente che vi sia piaciuto e che continuiate a leggere "The New Generation, il ritorno dell'ombra" dato che ho visto che la leggete in molti.
Alla prossima!

 
   
 
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