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Autore: lou_louu    23/01/2015    1 recensioni
“Ciao! Sono Harry Styles!” mi dice, tendendomi la mano.
Guardo prima la sua enorme mano, per poi rispostare lo sguardo sul suo.
Sorride. Semplicemente sorride.
Gli prendo la mano.
“Amy Payne!”.
Lui si porta la mia mano alla bocca, per poi lasciarvi un piccolo bacio.
“È un piacere, Amy!”.
Ritraggo subito la mano, pulendomi sui jeans il dorso.
Lui ride.
Amicizie, amori e... calcio.
Spero che vi piaccia!
Genere: Comico, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Epilogo



 
Capitolo 18.




“Dai, Amy! Sei sempre l’ultima!” esclama Liam, fuori dalla porta della mia stanza.
Sbuffo indispettita.
“Liam! Calma gli ormoni, sono pronta!” rispondo io, spalancando la porta e facendogli una linguaccia.
Il giorno tanto atteso è arrivato.
Quest’oggi assisterò alla prima partita di campionato del Manchester City!
Sono in fibrillazione!
Non vado in uno stadio da anni ormai, sarà un’emozione fortissima!
Esco di casa insieme a Liam e raggiungiamo i nostri genitori in macchina, dopo aver depositato il mio pesante zaino nel baule.
Il viaggio è piuttosto lungo, ma ne vale la pena, fidatevi di me!
“Possiamo partire?” chiede mio padre, voltandosi verso di me.
Annuisco più volte, facendogli intendere che dovesse partire immediatamente.
Ho praticamente passato l’intera estate a pensare a questo giorno e ora, ritrovarmi a viverlo mi fa venire la pelle d’oca!
Non solo perché vedrò la mia squadra di calcio preferita, ma anche perché, e soprattutto, rivedrò lui.
Durante questi mesi ci siamo visti parecchie volte: Harry ormai è uno di casa, va e viene quando vuole, da quando ha finalmente preso la patente.
Sono andata a trovarlo anche io una volta. All’inizio ero piuttosto nervosa all’idea di conoscere la sua famiglia, ma si sono rivelati delle persone d’oro.
Anne, sua madre, ha passato l’intero pomeriggio a raccontarmi dei fatti più imbarazzanti dell’infanzia di Harry, il quale si stava vergognando da morire seduto lì accanto a me sul divano, e giurerei di averlo visto coprirsi anche il viso un paio di volte.
L’ho presa come una sorta di vendetta questa cosa e mi consolo che non sia solo mia madre quella fissata con le foto!
Poi Gemma, sua sorella, è una persona fantastica! Ha un senso dell’umorismo pazzesco e ha rischiato di farmi crepare dal ridere varie volte.
Mi ha addirittura promesso che un giorno mi porterà a fare shopping con lei. Mi basta che abbia lo stesso gusto nel vestire di suo fratello.
E, infine, il padre di Harry. Lui era la persona che probabilmente temevo di più.
Alla fine, si è mostrato un vero e proprio tenerone.
Ho scoperto che non è il padre biologico dei fratelli, ma che ha avuto un ruolo piuttosto importante nella loro vita. Robin, così si chiama, è stato colui che ha trasmesso la passione per il calcio ad Harry. Mi ha rivelato alcuni consigli molto utili, solo dopo però avergli detto che tifavo la sua stessa squadra.
Sono felice che tutto stia andando nel verso giusto. Finalmente.
La macchina si ferma davanti ad una villetta gialla, decorata con numerosi fiori colorati e piante ad edera che conosco bene.
Jen esce in questo momento dalla porta e, dopo aver salutato sua madre, ci raggiunge.
Liam la abbraccia subito, facendola colorare di rosso in viso.
Ridacchio, voltandomi verso il finestrino per non farmi beccare.
Anche per mio fratello e Jen le cose vanno bene, anzi, alla grande!
La loro relazione è diventata ufficiale poco dopo la nostra vittoria del campionato e, per quanto Liam mi dia sui nervi, sono davvero molto felice per loro.
Jen ha finalmente coronato il sogno della sua vita e Liam ha aperto gli occhi e trovato il vero amore.
Sembra una telenovela. Infatti mi viene da vomitare.
Ma sorvoliamo su questo.
“Avete finito con le fusioni?” chiedo ridendo, ancora con lo sguardo fuori dal finestrino.
Il pugno di Jen si scontra con la mia spalla, facendomi urlare.
“Senti chi parla! Quando torneremo a casa sarai fortunata se avrai ancora una bocca!” esclama la mia amica, facendomi ridere ed arrossire allo stesso tempo.
La macchina dei Payne parte dopo alcuni minuti, alla volta dello stadio di Manchester.
Il viaggio durerà alcune ore, così, sia per passare il tempo, sia per evitare i nomignoli sdolcinati che i due pappagallini innamorati accanto a me si scambiano, mi metto le cuffiette nelle orecchie e chiudo gli occhi, pensando a quegli occhi verdi e a quei ricci che presto rivedrò davanti a me.
 
***
 
Una mano si posa sul mio braccio, scuotendomi leggermente.
Stringo gli occhi, scacciando quel tocco fastidioso.
“Ancora 5 minuti.”
La mano se ne va e io torno a riposare serena.
La musica va ancora a ripetizione nelle mie orecchie, ma il volume è talmente basso che riesco a sentire qualcuno muoversi accanto a me.
Ne ho la conferma quando due mani, questa volta, mi prendono per le spalle e mi sbattono contro il sedile.
Spalanco gli occhi e inizio ad urlare.
“Ma che razza di problemi hai?!” esclamo, stringendo gli occhi per mettere a fuoco l’immagine davanti a me.
Sbuffo, non appena la riconosco.
“Sei la solita dormigliona scansafatiche!” mi dice Jen, aprendo la mia sportella e facendomi perdere l’equilibrio.
La ammazzerei in momenti come questi!
Stavo dormendo così bene!
“Avanti Amy, il tuo bello ti aspetta!” continua, raggiungendo gli altri, radunati vicino al baule della macchina.
Mi strofino gli occhi, cercando di scacciare il sonno, e mi riaggiusto i capelli con le mani alla bella e meglio.
Il pensiero che Harry sia qui mi fa battere il cuore all’impazzata.
Salto giù dalla macchina troppo alta, per poi correre al baule e caricarmi in spalle lo zaino pesante.
Raggiungo gli altri, dopo aver chiuso il baule.
Lo cerco con lo sguardo, a destra e a sinistra, dietro la mia famiglia, ma niente.
Lui non è qui.
Fulmino Jen con gli occhi, la quale mi fa un occhiolino.
Mi ha detto questo solo per farmi muovere e scendere dall’auto.
Oh, arriverà la mia vendetta!
Controllo il mio cellulare, ma c’è nessun messaggio da leggere.
Un po’ mi rattristisco.
Aveva detto che sarebbe venuto, che ci saremmo rivisti di nuovo.
Magari è solo in ritardo. Non farti delle pippe mentali, Amy!
“Ci siamo tutti?” chiede papà, facendo annuire i presenti.
“Allora andiamo!” esclama di nuovo, più esaltato che mai.
Non l’ho mai visto così felice ed eccitato e la cosa lo rende buffissimo, specialmente quando apre le braccia e corre verso l’entrata del nostro settore.
La mia famiglia lo segue più tranquillamente, prendendolo ovviamente in giro e ridendo di lui.
Io rimango in fondo al gruppo, facendo un passo alla volta e controllando ogni tre per due se, da qualche parte, c’era quella chioma riccia.
Lo cerco in ogni persona che mi passa davanti, sia nei tifosi sfegatati con le facce colorate, sia in coloro che si stanno sbranando un panino di dimensioni enormi.
Non li invidio per niente.
Il mio sguardo viene poi attirato da un movimento alla mia destra, una figura che si allontana sempre di più, verso lo stadio, con indosso un giubbino di pelle e una semplice sciarpa del Manchester al collo. Le gambe lunghe sono avvolte in semplici jeans e i capelli castani e ricci sbucano spettinati da sotto il berretto nero.
Harry.
“Harry!” esclamo per davvero, iniziando a correre verso di lui.
Lo sapevo che sarebbe venuto! Non avrebbe mai potuto rompere la nostra promessa, non è da lui.
Inoltre, mi aveva dato il mignolo!
Lo raggiungo con pochi passi, gli occhi bagnati dalle lacrime, non so se di gioia o causate dal freddo, mentre la mia mano sfiora la sua.
“Harry!” lo chiamo di nuovo, facendolo finalmente voltare.
Gli occhi verdi che ricordavo, però, non ci sono. Al loro posto, un paio di occhi marroni, come il cioccolato, mi guardano straniti.
Le labbra rosse e morbide che tanto mi mancano, sono sottili e screpolate; sotto il naso, per niente piccino come il suo, un paio di baffi neri scendevano fino alla bocca.
Qualcosa dentro di me si rompe, e fa male, così tanto da pungermi il petto, non riuscendo a respirare.
Non ha l’ha mantenuta.
“Mi scusi! I-io… credevo fosse un’altra persona.” dico, imbarazzata al massimo.
L’uomo annuisce con la testa e scrolla le spalle, per poi continuare il suo cammino verso lo stadio, lasciandomi lì, da sola con i miei pensieri, in mezzo alla folla, che aumenta sempre di più con l’imbrunirsi del cielo.
“Amy!” sento chiamare e mi volto, vedendo Liam sbracciarsi.
Sorrido appena, cercando di accantonare quei brutti pensieri e mi dirigo verso di lui.
“Dove ti eri cacciata?!” esclama, con uno sguardo preoccupato sul viso.
“Stavo… cercando il bagno.” mento, spostando lo sguardo a terra.
“Potevi almeno dircelo! Mamma è andata fuori di testa!”
“Hai ragione. Scusa.”
Non voglio guardarlo negli occhi. So che mi capirebbe al volo e non voglio rovinare questa giornata a nessuno.
“Sicura di stare bene, sorellina?” mi chiede, mettendomi una mano sulla spalla e cercando il mio sguardo, abbassandosi leggermente.
Annuisco solamente.
“D’accordo. Ti va di entrare?”
Annuisco di nuovo, incamminandomi al suo fianco, senza sollevare la testa.
Una volta raggiunti gli altri, di nuovo, mia madre mi salta addosso, dicendomene di ogni e facendomi un discorso su come avrei potuto perdermi e non trovare più la strada del ritorno.
Riesco a liberarmene solo quando devo passare attraverso i tornelli di ferro, mostrando il mio biglietto alla guardia lì accanto.
Rimango a guardare il pezzo di carta tra le mie mani, ora strappato.
Mi ricordo di quando mio padre li aveva portati a casa e li aveva messi in bella mostra sul tavolo da cena. A quel tempo, Harry stava ancora da noi.
Non dimenticherò mai come i suoi occhi si sono illuminati alla vista di quel biglietto destinato a lui.
In questo momento, lui dovrebbe essere qui accanto a me, a contemplare la maestosità del bellissimo stadio, illuminato di tutto punto, con la sua metà di biglietto nella mano e un sorriso mozzafiato sulle labbra.
Me lo aveva promesso.
Il braccio di Jen si posa sulle mie spalle, facendomi alzare lo sguardo per la prima volta.
“Ti ricordi l’ultima volta che siamo venute qui?” mi chiede, tenendo gli occhi puntati verso l’alto.
“Sì. È stato tanto tempo fa.” dico, guardando verso lo stesso punto.
“E siamo ancora qua. Ci siamo sopportate parecchio, eh?” dice, strappandomi un sorriso.
“Hai riso! Ho vinto io! Liam, ho vinto!” esclama la ragazza, facendo un balletto piuttosto strano.
Liam sbuffa a pochi passi da noi, lamentandosi, come suo solito.
“Togliti quel muso lungo, capitano! Dobbiamo rinnovare la nostra foto, ricordi?” continua e mi mostra il piccolo timbro rosso e bianco, che da lì a poco sarebbe stato sulle nostre guance.
Jen ha ragione, come sempre.
Harry doveva essere qui. Ma ho aspettato questo giorno troppo a lungo per dovermelo rovinare in questo modo.
Certo, sarebbe dovuto andare in un altra maniera, ma la vita non è mai come si vuole. E io dovrei saperlo bene.
Così, prendo la mano della mia amica e, insieme, varchiamo quel portone, come dieci anni fa.
Le urla dei tifosi già seduti mi giunge alle orecchie, facendomi battere forte il cuore.
Il rosso e il bianco regnano ovunque nello stadio e il verde del campo curatissimo risplende sotto quei riflettori.
Sorrido come non mai.
Eccoci qui, finalmente.
Papà ci saluta da alcune file più su, già seduto e pronto a guardare la partita.
Lo raggiungiamo, io e Jen, ancora a braccetto, probabilmente per farci forza a vicenda e per renderci conto di essere davvero lì dentro, nel posto dei nostri sogni.
Ci sediamo sui seggiolini rossi, freddi a primo contatto, per poi sfamarci e consumare i panini che sono stati nel mio zaino per tutto questo tempo.
Mi guardo intorno, memorizzando ogni dettaglio, notando che, però, ne manca uno troppo importante, accanto a me.
“Amy guarda!” esclama Jen alla mia sinistra, facendomi tornare con i piedi sulla terra.
Ci sto troppo sulle nuvole, ora che ci penso!
I giocatori del Manchester entrano in campo per il riscaldamento, acclamati da tutti i tifosi presenti.
Applaudo le mani e sorrido più che mai, pensando a quanto deve essere bello essere lì, con intorno tutta questa gente, pronta a sostenerti e a non abbandonarti mai.
Chissà se un giorno anche io sarò lì, con Jen, con Louis e con la mia squadra; con Liam in curva vestito da ultras e con Zayn e Niall a dirigere i cori di incoraggiamento; con Harry, proprio dietro la panchina, pronto a sostenermi in ogni caso.
Improvvisamente, un paio di labbra fredde si posano sulla mia guancia, facendomi sussultare e prendere mezzo infarto.
Chi diavolo è che si diverte?
Magari è il signore di prima che si vuole vendicare.
In questo caso, basta urlare e accusarlo di pedofilia.
Amy, troppi film mentali.
Decido di voltarmi, ancora con gli occhi spalancati, che, se possibile, si aprono ancora di più: giubbotto di pelle, jeans stretti e orribili stivaletti ai piedi; capelli castani, ricci e spettinati; labbra rosee e morbide, senza nessun segno di screpolatura; occhi verdi smeraldo, quasi come il verde del campo e, soprattutto, niente baffi.
Il mio cuore perde un battito. Forse anche due.
Stupida vocina, avevo ragione io!
Le mie labbra si aprono nel sorriso più sincero che io abbia mai fatto.
“Harry!”
Il mio sogno è finalmente realtà.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
FINE





























THE LAST ALOHA

Ciao belliiiiiiii <3
Chiedo, come al solito, perdono per il ritardo. Ormai è un'abitudine.
Spero abbiate passato delle belle vacanze, anche se ormai sono dimenticate :(
Siamo giunti alla tanto aspettata fine e giuro, non è mai stato così difficile per me scrivere un capitolo come lo è stato questo.
Forse perchè non volevo abbandonare i miei piccioncini. Seriamente, come farò adesso senza le sclerate di Amy?? :'(
Voglio ringraziarvi di cuore per aver seguito la mia storia e per essermi stati accanto per così a lungo.
Non sapete quanto mi mancherete!
Grazie a chi ha messo la storia tra le preferite, seguite o ricordate.
Grazie a chi ha speso il suo tempo per lasciare un commento, che mi scaldano sempre il cuore <3
Grazie per non aver abbandonato questa shitty ff lol.
Ci rivedremo presto, amorini :3
Buona continuazione! <3


Lu :]


 
  
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