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Autore: rora02L    23/01/2015    3 recensioni
*Seguito de "Saresti davvero pronta a morire per me ?", si prega di aver letto o di leggere prima questa FF*
Fine della Grande Guerra ninja ... riusciranno Hinata e Naruto a ritrovarsi e a scoprire il vero significato dell'amore ? Riusciranno a superare il dolore, le perdite e la paura della morte ?
Spero di avervi incuriosito. Ringrazio di cuore colore che hanno seguito e amato la FF precedente, mi auguro che anche questa sia all'altezza ... e mi scuso per il ritardo.
Saluti a tutti !
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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L'eredità di Neji ...

Non avrei mai pensato di trovarmi in questa situazione. Ero sempre stata convinta che Neji sarebbe morto dopo di me, essendo il più forte. O per lo meno, quando saremmo stati vecchi. Non immaginavo che invece avrei dovuto leggere il suo testamento alla mia tenera età di diciassette anni. No. Eppure eccomi qua. Lascia tutti i suoi averi al Villaggio, ogni suo risparmio, ogni soldo guadagnato duramente in missione. Non avendo altri partenti che noi, dona i suoi vestiti ai bisognosi. E poi … c’è una parte che riguarda me.
“Ad Hinata-sama, lascio i risultati delle mie ricerche sul Byakugan e la lettera allegata al testamento.” Questo è tutto ciò che mi rimane di Neji, insieme a miei ricordi su di lui. Anche il suo testamento rispetta la sua personalità: semplice, austera e spartana.
Troviamo la lettera con facilità, chiusa da un sigillo di cera blu col marchio degli Hyuga. Decido di leggerla da sola.
La apro, le dita mi tremano dall’emozione e sto per rimettermi a piangere non appena riconosco la sua scrittura.
“Cara cugina,
se stai leggendo questa lettera, vuol dire che non sono più in vita. Ti chiedo scusa, non potrò più essere al tuo fianco, Hinata-sama. Mi auguro che tu sia abbastanza forte da cavartela da sola, ma sono certo che sarà così.
Non piangere per me. Tu sei l’erede e futuro capo clan degli Hyuga, non puoi permetterti di apparire debole. Non più. So che non lo sei.
Affidati ai tuoi amici e compagni, loro sapranno aiutarti.
Ti chiedo di essere forte. Ti chiedo di essere felice. Ti chiedo di vivere anche per me. Sii i miei occhi, le mie orecchie, le mie mani ed il mio cuore. Ricordati di quando ero in vita, ricordati di me.Affido a te il futuro del nostro clan e la mia volontà di riunire la casata cadetta a quella principale. Spero vivamente che tu non debba mai leggere questa lettera, perché il mio desiderio è vincere questa guerra e salvare il nostro Villaggio. Ma soprattutto rimanere al tuo fianco per sostenerti, Hinata-sama.
La prima volta che ti incontrai, pensai che eri solo una bambina debole e inetta, che non faceva altro che piangere. Il nostro primo scontro mi sorprese molto, soprattutto perché tu avevi avuto la forza di tenermi testa. Col tempo, hai migliorato la tua tecnica sempre di più. Lo abbiamo fatto insieme e ti chiedo di continuare a farlo, per proteggere la pace e la serenità delle generazioni future e per tramandare la nostra arte oculare a coloro che verranno.
Questo non è un addio, mia cara cugina. È soltanto un arrivederci.Spero di vederti il più tardi possibile e di poterti sostenere nell’altro mondo.
Il tuo nii-san, Neji.”
Ripiego la lettera e la rimetto accuratamente nella sua busta. Riguardo la scrittura di Neji, studio nuovamente come ha scritto il mio nome con l’inchiostro blu. Mi viene da piangere, mentre ripenso a quel sorriso sereno che ho potuto vedere sul suo viso prima che morisse. Era in pace, perché affidava tutto a me. Non posso deluderlo. Ma ho paura di non farcela.
C’è un ultimo punto nel testamento, un’ultima cosa da fare. Neji ha chiesto che fossi io a farlo. Anche se mi costa molto, lo farò. Farei questo ed altro per te, nii-san. Puoi contare su di me. Sarò forte. Ci metterò tutta me stessa. La Hinata che scappava difronte ai pericoli, all’ignoto e alle proprie paure non c’è più, non posso permettermi di essere ancora la timidissima ragazza di un tempo. Quindi … imparerò ad affrontare le mie paure e le mie debolezze per te, nii-san. 
                                                                                                                             *
Busso timidamente a quella porte che ho sempre scrutato di nascosto, arrossendo. Aspetto pazientemente che venga ad aprirmi, mentre mi rigiro le mani nervosa. Mi chiedo da dove troverò il coraggio di parlargli. Finalmente, la porta si apre. Naruto mi guarda sorpreso: “Ciao, Hinata … ma … cosa ci fai qui ? Hai bisogno di qualcosa ?”
Guardo con la coda dell’occhio la manica destra a penzoloni e mi sento morire. Alzo lentamente lo sguardo fino ad incontrare i suoi occhi azzurri come il cielo. Mi faccio coraggio e dico: “N-Naruto-kun … scusa per il disturbo, ma ho un messaggio urgente per te … da Neji. Mi ha chiesto nel suo testamento di dirti queste parole… - lui sgrana gli occhi, incredulo, e presta maggior attenzione a ciò che ho da dirgli- «Grazie, Naruto Uzumaki. Grazie per avermi fatto capire cos’è veramente la libertà. Ho imparato per merito tuo ad apprezzare i miei compagni e non a trattarli come se fossero inferiori a me. Ho imparato che persino un genio come me ha ancora molto da imparare. Mi hai insegnato qualcosa che faticavo a vedere, nonostante i miei occhi da Hyuga. Lo stesso vale per … Hinata-sama. Lei ti stima e ti ammira molto. Ti prego di prendertene cura in mia assenza.»” Ritorniamo entrambi alle ultime parole del mio nii-san: in punto di morte, ha chiesto a Naruto di occuparsi di me. E aveva in mente di affidarmi a lui già da prima. I miei occhi iniziano a gonfiarsi di lacrime, ma le ricaccio subito indietro. Ho promesso al mio nii-san che non avrei mai più pianto come una bambina debole. È arrivato il momento per me di essere forte e di prendermi carico della volontà di Neji.
Naruto rimane senza parole, a bocca aperta. I miei occhi incontrano nuovamente i suoi, per cercare una qualche risposta. Ma nulla esce dalle sue labbra. Si avvicina lentamente a me, col capo chino. Ad un passo da me, si inginocchia a terra, stringendo le dita della mano che gli è rimasta: “Hinata … Naruto Uzumaki mantiene sempre la sua parola … questo è il mio credo ninja. Ho fatto una promessa a Neji e la manterrò.- sobbalzo, sorpresa dalla fermezza delle sue parole- Quindi … permettimi di partire. Domani mi impianteranno il nuovo braccio destro, ma ho bisogno di un duro allenamento per riprendere tutte le facoltà del mio vecchio braccio e tornare forte come ero prima. In queste condizioni, non ti servirei a niente.”
Alza il viso per incontrare il mio e continua: “Sono costretto a chiederti di aspettarmi ancora una volta, Hinata. Mi dispiace.”
Mi avvicino lentamente a lui, gli prendo il viso con entrambe le mani e gli lascio un delicato bacio sulla fronte. Vorrei stringerlo a me, chiedendogli di non partire, perché a me basta che lui mi stia vicino. Ma sarebbe un atto molto egoista da parte mia. Naruto è un ninja e senza il suo braccio destro, lo è solo per metà.
Sussurro dolcemente: “Torna presto allora, Naruto-kun.” Lui mi sorride, come faceva sempre una volta. Anche sulle mie labbra pallide e sconvolte dal pianto spunta un leggero sorriso, una increspatura. Solo lui può riuscire a farmi sorridere così. Solo lui può compiere un miracolo del genere.
                                                                                                                                  *
Il giorno della operazione di Naruto, sono molto in ansia ed in apprensione. Soprattutto perché non posso fare nulla, nemmeno assistere Tsunade-sama e Sakura durante l’operazione. E mi imbarazza troppo l’idea di essere l’unica ad aspettarlo fuori dalla sala operatoria.
Ma alla fine, cedo e deciso di non preoccuparmi di cosa penserà la gente vedendomi là, ad aspettare Naruto.
Entrata all’ospedale, non devo nemmeno chiedere al centralino dove si trovava Naruto. Me lo aveva detto Sakura giorni prima, consigliandomi caldamente di venire. “Sono certa che Naruto apprezzerebbe molto … e poi lo hai già visto nel suo stato peggiore, dopo l’intervento sarà solo un po’ spossato e con un braccio nuovo tutto fasciato.” le aveva assicurato la rosa, con fare professionale.
Mi siedo in una delle sedie d’ospedale davanti alla stanza 301, dove l’operazione era iniziata quella mattina presto. Sakura mi aveva anche detto che ci sarebbero volute molte ore, quindi sarebbe stato meglio presentarmi all’ospedale per le 17, l’intervento sarebbe finito intorno a quell’ora.Ma io non ce la facevo più ad aspettare a casa, con le mani in mano. I miei occhi fissano la porta chiusa della stanza. Voglio entrare lì ad ogni costo, voglio stringere la mano a Naruto per tutto il tempo. Ma ovviamente non mi è permesso, quella era una operazione delicata, avrei interferito col lavoro di Sakura-chan e di Tsunade-sama.
Così avevo deciso di presentarmi lì un’ora prima, esasperata dalla attesa. Sento un urlo acuto e riconosco subito la voce di Naruto. Mi alzo di scatto e vado dritta davanti alla porta. Stavo quasi per spalancarla per correre da lui, ma mi trattengo non appena mi accorgo che le urla sono finite.
Mi chiedo quanto questa operazione sia dolorosa per lui. Mi mordo il labbro dalla frustrazione e mi rimetto seduta al mio posto, aspettando. Davanti a me passa una gentile infermiere, che mi chieda se voglio del tè caldo o qualsiasi altra cosa. Avrei anche accettato, ma il mio stomaco è in subbuglio. Non mangiavo da giorni e non ne avevo voglia. Bevo e mi alleno quando c’è bel tempo. Quando piove resto dentro casa, non mi va di vedere gente.Ho solo bisogno di stare da sola. Se non fosse stato per la visita inaspettata di Sakura a casa mia, non sarei andata nemmeno qui. Ma, come sempre, per Naruto farei follie.
L’orologio a muro ticchetta costantemente. Desidero ardentemente che Naruto esca da lì al più presto. Voglio vedere il suo viso, anche se provato. Voglio vedere le sue mani, anche se una non è propriamente sua. Voglio sapere se è andato tutto bene, così Naruto torneà quello di prima presto.
Il suo più grande desiderio è quello di diventare Hokage, senza un braccio non ci riuscirà mai.Me ne sto col capo chino a guardarmi le ginocchia, sull’orlo di una crisi di nervi. Finalmente la porta si apre, non ci posso credere.Mi alzo subito, pronta ad andare incontro al mio Naruto. Dalla stanza esce Tsunade-sama, che mi guarda leggermente sorpresa. Mi sorride ed esclama con tono quasi seccato: “Operazione riuscita. E chi lo ammazza questo scemo, sembra indistruttibile.”
I miei occhi si riempiono di lacrime, ancora una volta. Le tocco sorpresa, credevo che non sarei mai più stata capace di piangere di gioia. Sorrido come non facevo da giorni, ringraziando Tsunade-sama.
Poi esce Sakura, che porta dietro di sé una candida barella. Appena mi vede, alza il pollice e mi fa segno di fare silenzio.Mi indica la barella. Mi avvicino piano e vedo il volto addormentato di Naruto, a causa della anestesia totale. È bellissimo, coi capelli tutti scompigliati sul candido cuscino ed il petto che si alza ed abbassa, muovendo la copertina verde che lo copre.
Vorrei baciarlo. Dirgli grazie, grazie per essere vivo. Ed infine urlargli che non mi importa nulla se ha un braccio solo, io lo amo e lo rispetto ugualmente. E voglio essere io a proteggerlo, perché amo vederlo vivo.Ma non faccio nulla di tutto ciò e lascio che Sakura e Tsunade-sama lo portino nella sua stanza. Rimango lì, in piedi, per diversi minuti, sorridendo come una scema.
Possibile che mi bastai vedere il viso di Naruto, sapere che è vivo, per essere felice ? Ridacchio tra me e me, pensando alla stupida quanto ovvia risposta.
Sì.
                                                                                                          *
Da quel giorno, vado a trovare Naruto ogni giorno. Ho paura di essere invadente, ma non posso farne a meno.
Chiedo a Sakura di farmi entrare anche se lui sta dormendo. Non voglio necessariamente parlare con lui. Mi basta assicurarmi, ogni singolo giorno, che lui sta bene. Che lui è vivo. Accanto a me. Che, almeno per adesso, lui non ha intenzione di andarsene e non se ne andrà da questo mondo.
Mi chiedo come farò quando lui e Sakura-chan, insieme a Tsunade-sama, partiranno per l’addestramento. Tsunade-sama è la persona più adatta per aiutare Naruto a riprendere il pieno possesso del braccio destro. Chissà quanti mesi ci metteranno … se non anni. Quel giorno, mentre penso a tutto questo, entro nella camera distrattamente, senza bussare. Ormai mi sono abituata, è un gesto meccanico, e nella maggior parte dei casi Naruto dorme.
Ma ciò che vedo mi lascia impietrita, ferma all’ingresso della camera. Naruto è sveglio, seduto sul suo letto. Accanto a lui, c’è Sakura. Parlano tranquillamente. E si tengono per mano. Le loro dita sono intrecciate, la mano destra di Naruto ancora fasciata con quella di Sakura. Sono vicinissimi e si guardano languidamente negli occhi.
Mi ritrovo incapace di compiere qualsiasi gesto, penso solo che non devo assolutamente svenire. Che devo andarmene al più presto. E che non devo scordarmi di respirare.
Respira.       
In quel momento, Sakura si gira verso di me. I nostri sguardi si incontrano. Quel contatto visivo mi fa riprendere il controllo del mio corpo: inizio a correre alla cieca per i corridoi dell’ospedale, diretta all’uscita.
                                                                                                                                               *
Il giorno dopo, torno ugualmente all’ospedale per trovare Naruto. Mi dico che era l’ultima volta che lo avrei fatto. Che dovrò dirgli che lo lascio libero, che non deve più proteggermi come aveva promesso a Neji. Che, se Sakura lo rende felice, può benissimo stare con lei.  Eppure so benissimo che non avrò mai il coraggio di farlo: ormai Naruto è la mia unica felicità. L’unica persona che riece a strapparmi un sorriso, a squarciare le ombre che ogni giorno mi circondano, soffocandomi. L’unico che riesce a mostrarmi la bellezza del sole, che splende ogni giorno ugualmente.
Busso timidamente alla porta della stanza, aspettandomi di sentire la voce di Sakura rispondermi. “Sei tu, Hinata ?”
Sobbalzo, rimanendo ferma davanti alla porta ancora chiusa. Era la sua voce, la voce di Naruto. Mi è mancata da morire, solo ora me ne accorgo. Non rispondo. Mi immagino il suo sorriso, mentre mi dice dall’altra parte della porta: “Entra pure, Hinata.”
Espiro, facendomi coraggio, ed apro la porta timidamente.Naruto se ne sta seduto a gambe incrociate sul letto sfatto, le lenzuola bianche tutte attorcigliate. Ha addosso un pigiama bianco a pallini arancioni, ma lo trovo ugualmente stupendo. Lui mi sorride, invitandomi ad avvicinarmi. Intanto, Sakura sta alzando le tapparelle della finestra, per far entrare un po’ di luce solare.
“Vi lascio soli … mi raccomando, non fare casini in mia assenza, Naruto.” dice lei, uscendo fuori dalla camera. Naruto si limita a sorriderle.Sento il rumore della porta che si chiude dietro alla rosa, poi il silenzio assoluto cala nella camera. Non so cosa dire. Mi ero chiesta, qualche volta, cosa avrei detto. Ma non avevo trovato nulla di adatto. Perché avrei soltanto voluto urlargli che lo amavo.
Il sorriso di Naruto è sereno, vero. Mette una mano accanto a sé, facendomi capire che vuole che mi sieda al suo fianco. Lo faccio, mentre lui si sistema coi piedi scalzi sul bordo del letto e le ginocchia strette al petto. “Come stai, Hinata ? Ti vedo un po’ dimagrita, l’ultima volta che ci siamo visti stavi meglio …” inizia a dire Naruto, per rompere il ghiaccio. Apro la bocca, cercando di dire qualcosa. Qualsiasi cosa. Ma non ne usce nulla. Lui non ci fa caso e riprende a parlare tranquillo: “Sakura mi ha detto che sei venuta spesso a trovarmi, trovandomi sempre che dormivo … scusa per averci messo tanto a svegliarmi, sono sempre il solito pigrone.” Doveva essere una battuta, ma non ha l’effetto sperato. Mi rabbuio, pensando a cosa avevo visto il giorno prima.
Mi chiedo, per l’ennesima volta, che cosa faccio qua ? Perché ci sono tornata ? Naruto nota subito il mio cambio di umore: “Ieri potevi benissimo rimanere. Io e Sakura-chan ci siamo rimasti mali. Sai, fare fisioterapia da soli è noioso … con te e Sakura-chan mi sarei divertito almeno un po’.” Sgrano gli occhi. Fisioterapia. Stavano facendo fisioterapia. Avevo frainteso tutto … oppure no ? Il dubbio, nonostante mi fidi delle sue parole, non mi lascia. Rimango sempre quella insicura. Ed sono pur sempre la seconda scelta, la prima era e sarebbe sempre stata Sakura.
Naruto sbuffa: “Uff, non vedo l’ora di uscire da qua … anche se dovrò partire per il Villaggio della Sabbia. Farò lì il mio allenamento, Tsunade-sama ha detto che il clima di là è perfetto per … non ho ben capito cosa. Dovrò restare là per un annetto o due.” Sobbalzo a quella notizia. Devo rimanere senza di lui per così tanto tempo ? Come farò ? Il panico si impossessa di me, non voglio se ne vada per così tanto tempo. Alzo il capo, incontrando i suoi stupendi occhi azzurri. Chiudo gli occhi di scatto e lo bacio. Non so come, ma lo faccio, l’istinto è più forte della mia ragione. Sto per staccarmi dalle sue labbra, dato che non sento alcuna risposta da parte di Naruto.
Ma lui è più rapido di me: mi prese per un braccio e mi tirò a sé, mentre approfondisce il bacio. Uno strano calore attraversa tutto il mio corpo. Sento la lingua di Naruto disegnare sulle mie labbra piccoli cerchietti, chiedendo accesso alla mia bocca. Non glielo nego.
Il bacio si fa più passionale, tanto che devo aggrapparmi alla sua schiena per non essere travolta da quella tempesta di sentimenti che mi sta travolgendo.Poi sento l’altra mano di Naruto andare a posarsi sul mio fianco. È caldissima. O forse sono io che sto andando a fuoco. Mi avvicina ancora di più a sé, annullando completamente la distanza tra noi.Sento ogni suo muscolo contro i miei, il mio seno schiacciato contro il suo petto ed il suo respiro si mischiato al mio nelle nostre bocche.
Ci stacchiamo per riprendere fiato, accaldati e rossi in volto. Abbiamo entrambi il fiatone ed il cuore a mille.
Lui mi sorride, ansimando: “Uh … wow … non ricordavo che i nostri baci fossero così … sapevo che mi toglievano il fiato, ma … era da troppo tempo che non lo facevamo. Hinata …”
Incontro i suoi occhi azzurri, liquidi. Arrossisco. Lui sorride intenerito e mi porge la sua mano. La prendo, facendo intrecciare le nostre dita. Lui alza le nostre mani intrecciate fino alla bocca e bacia il mio palmo, con una delicatezza pari alla carezza di un petalo.
Avvicina poi le labbra al mio orecchio e mi sussurra: “Scusa per averti fatto preoccupare …” Scuoto la testa. Che stupido. Lo abbraccio di slancio, cercando di non fargli male. Restiamo abbracciati per minuti che mi sembrano interminabili. Ma vorrei rimanere per sempre tra le sue braccia. Nascondo un piccolo sorriso, affondando il viso nel suo petto.
Ti amo, Naruto … ti amo.                                           




Angolo autrice (me):
Spero che il nuovo capitolo sia di vostro gradimente ... non so nemmeno io come ho fatto a trovare il tempo di scriverlo e pubblicarlo, nonostante gli esami.
Spero anche che non sia troppo breve ... in caso contrario, perdonatemi e compatitemi XD
Mi scuso anche con coloro che hanno recensito precedentemente e non hanno ancora ricevuto risposta ... provvederò al più presto, promesso v.v
Detto ciò, il prossimo capitolo sraà molto riflessivo.
Non so ancora se deciderò di seguire la trama di The Last (che non ho ancora visto) o lasciar perdere e lavorare con la mia fantasia ... voi cosa preferireste ? Fatemi sapere, prometto di rispondere in tempo umano XD
A prestoo !
La vostra Rora-chan ! <£

 
  
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