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Autore: MargaretMadison    25/01/2015    1 recensioni
A cinque anni pensò che avesse il sorriso più bello del mondo.
A dodici anni le disse che era la compagna di classe più tenera che potesse avere.
A quindici anni era geloso di Luke, il ragazzo per cui aveva una cotta.
A diciassette anni quando lui perse la verginità desiderò che la sua ragazza fosse tanto bella quanto lei.
A diciotto anni capì che l'avrebbe persa per sempre.
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" Dieci cose da fare prima di morire" lesse e alzò lo sguardo sulla castana cercando spiegazioni.
«Quando il dottore mi ha detto che mi restano solo tre mesi di vita ho deciso di annotare dieci cose che vorrei fare prima di morire e volevo farle con te, nonostante avevamo litigato tu eri il mio chiodo fisso e ti pensavo sempre, vorrei che tornassimo quelli di prima, Mikey. Rivoglio i Frankey di un tempo».
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Ho preso spunto dalla mia Fan Fiction sui One Direction (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1242284&i=1) solo in versione più drammatica.
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sperando che questo caoitolo vi piaccia più del precedente.







 




Capitolo 2: You’ re beautiful when you laugh








 
Michael rimase zitto, gli occhi aperti e la bocca tanto spalancata che a momenti la mascella toccava terra.
Sperava che fosse uno scherzo, che sarebbero comparsi Ashton e Fran con delle videocamere in mano urlando che era una candind-camera e la castana lo abbracciava dicendo che stava bene e voleva che le cose tornassero come prima tra loro due perché rivoleva il suo migliore amico.
«È uno scherzo, vero? Fran, sta benissimo. Aveva solo la nausea ma è una semplice influenza e… dio io l’ho abbandonata, sono un coglione, cazzo» si passò una mano tra i capelli nervoso, sentiva le lacrime salirgli e la rabbia farsi largo dentro di sé.
«Devi essere forte, Mikey»
Le parole di suo padre non lo toccarono nemmeno. Si alzò di scatto dando un calcio alla lampada che si ruppe. Ecco come si sentiva lui.
I genitori non dissero nulla, si limitarono a chiudere gli occhi quando sentirono il rumore di vetri infranti.
Si asciugò le lacrime con le mani e parlò «Ho bisogno di lei, ho bisogno che sia lei a dirmi queste cose»
Con uno scatto fu fuori casa e si mise a correre in mezzo alla strada facendo slalom tra le macchine che costeggiavano il viale poco illuminato di casa sua.
Le lacrime ormai scendevano libere senza barriere lungo il suo volto e continuava a urlare il nome di Fran come se lei potesse sentirlo dal fondo della via.
Quando vide il portone di casa Irwin gli sfuggì un piccolo sorriso e nonostante avesse il fiatone aumentò il passo in modo da raggiungere la sua piccola il prima possibile.
Suonò prepotentemente il campanello fino a quando Ashton non gli aprì la porta.
«Michael, ma che diavolo…» lo sguardo del ragazzo era confuso
«Fammi passare Ashton, devo parlare con lei. Voglio che sia lei a dirmelo in faccia io… io non ci credo. Cazzo perché proprio a lei? Lei che è così buona perché deve morire, ti prego Ash, dimmi che non è tanto grave come sembra»
Michael doveva sembrare pazzo, cercò di scavalcare l’amico, salire al piano di sopra e riabbracciare la sua piccola Fran che tanto gli era mancata ma Ashton oppose resistenza placcandolo.
«Ascolta Michael, ascoltami bene» disse sforzandosi di calmarlo «adesso Fran sta riposando, non puoi andare da lei. Sta bene, riposa solo. Al suo risveglio potrai parlarle»
Quelle parole parvero tranquillizzarlo e Michael si scansò tirando su col naso.
Ashton guardò in direzione delle scale assicurandosi che la sorella dormisse «allora, non so cosa sia successo tra di voi ma Fran ha davvero bisogno di te ora, ok? Non la abbandonare, non ora. So che pensi che sia arrabbiata con te ma non lo è, nonostante tu l’abbia fatta soffrire parecchio lei ha ancora bisogno di te e tu di lei – fece una pausa e sospirò – sai, a volte penso che tu sia più fratello rispetto a me e la cosa un po’ mi ha sempre infastidito ma ora spetta te a essere quello forte, non farti vedere che hai pianto o si incazzerà, ok?»
Michael annuì abbracciò Ashton «Grazie» gli sussurrò.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Quando i signori Irwin tornarono dall’ospedale, Michael si diresse al piano di sopra dove c’era la camera di Fran, quel luogo che era stato da sempre un pilastro della loro amicizia. Come sempre la stanza era ordinata, appena entravi trovavi davanti alla porta il letto dove ora riposava Fran affiancato da due comodini, difronte c’era la lunga scrivania dove aveva appoggiato delle foto di loro due. A sinistra della porta c’era la cabina armadio dove una volta da piccoli si sono nascosti per delle ore mentre Ashton era preoccupato di averli persi per sempre.
Si avvicinò alla figura dormiente di Fran e non poté non pensare a quanto fosse bella e piccola, si era ripromesso di proteggerla sempre e l’aveva abbandonata, non poteva fare altro che rimediare. Si sedette vicino a lei e le accarezzò il palmo della mano come a lei piaceva.
«Michael…» sussurrò lei aprendo appena gli occhi.
Michael sorrise intenerito nel vederla coi capelli arruffati e gli occhi pesanti dalla stanchezza. Se non fosse stato per il fisico da donna la si sarebbe scambiata per bambina, sia per il viso ancora un po’ paffuto sua per come si comportava.
«Ciao piccola Fran»
La castana si stiracchiò chiudendo gli occhi «Ti ho sognato, sai? Tutte le sere sognavo che venivi da me e mi abbracciavi chiedendomi scusa»
«Oh Fran, mi dispiace così tanto. Non pensavo davvero le cose che ti ho detto, non so cosa mia sia successo. Ora sono qui per rimediare e per sapere la verità, tutta la verità»
Fran sospirò, lo sguardo basso e gli occhi che iniziavano a rimpiersi di lacrime.
«Ho un cancro al cervello» ammise con un sussurrò «I medici mi hanno detto che era una forma latente e ora che se ne sono accorti dicono che c’è poco da fare, l’ho scoperto due giorni dopo la nostra litigata. Mi resta poco meno di tre mesi di vita, se la chemio funzionerà magari posso arrivare a tre mesi tondi ma è molto improbabile»
Michael strinse nelle mani la coperta e con uno scatto d‘ira lanciò a terra i primi peluche che trovò sul letto e sul comodino sinistro. Poi si alzò in piedi. Camminava su e giù per la stanza con le lacrime che gli rigavano il volto e le mani che torturavano i capelli, era quasi tentato di strapparseli tutti.
«Michael, lo sai che le persone non vivono in eterno» disse lei con lo sguardo basso.
«Si ma non si può morire a diciassette anni per un cazzo di cancro al cervello - colpì il muro con un pugno - hai ancora tutta la vita davanti, hai ancora un sacco di esperienze da fare e Dio, vorrei che il tempo non passi così fottutamente in fretta»
Fran sospirò sporgendosi dal letto fino al comodino di destra, dove estrasse dal primo cassetto un quaderno rosa con attaccate sopra delle margherite di carta. Lo aprì e sfogliò qualche pagina per poi lanciarlo ai piedi del letto incitando l'amico a leggere.
" Dieci cose da fare prima di morire" lesse e alzò lo sguardo sulla castana cercando spiegazioni.
«Quando il dottore mi ha detto che mi restano solo tre mesi di vita ho deciso di annotare dieci cose che vorrei fare prima di morire e volevo farle con te, nonostante avevamo litigato tu eri il mio chiodo fisso e ti pensavo sempre, vorrei che tornassimo quelli di prima, Mikey. Rivoglio i Frankey di un tempo».
Entrambi ormai piangevano e quando Fran aprì le braccia per ricevere un abbraccio, Michael si fiondò addosso alla amica stringendola a sé come solo lui sapeva fare.
«Farò tutto quello che vuoi, Fran. Ti farò stare bene, lo prometto»
Fran singhiozzò «Resta on me stanotte, Michael. Resta con me e non lasciarmi, stringimi come se fossi tutto ciò che hai»
Michael voleva dirle che lei era davvero tutto ciò che possedeva e se lo lasciava, lui moriva assieme a lei.
«Certo, cucciola» sussurrò mettendosi sotto le coperte assieme a lei.
«Ti voglio bene Mikey» disse stretta al suo petto
«Anche io Fra, davvero tanto».
Quella notte Michael non dormì affatto, rimase sveglio a controllare che Fran stesse bene e che respirasse, stava diventando quasi maniacale ma lei era sua e lui possedeva a lei, erano una cosa solo: Frankey.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il giorno dopo, un venerdì, Fran insistette per andare a scuola.
«Voglio andare a scuola fino a quando avrò le forze, così mi sembrerà di essere una persona normalissima e non penserò al mio tumore»
Ashton dovette uscire dalla cucina quando la sentì parlare così da poter piangere tranquillamente.
«Io non capisco perché piangete, sono ancora viva d’altra parte. I pianti e la compassione lasciatemele per quando me ne sarò andata davvero» aggiunse poi e quelle parole colpirono il cuore di Michael come un martello.
A scuola nessuno sapeva di Fran e tutti la trattavano come sempre. I suoi sorrisi ora sembravano un po’ più sinceri e Michael pensò che fosse dovuto alla sua presenza.
Quando giunse l’ora del pranzo Luke sorrise nel vedere Michael e Fran raggiungerlo mano nella mano.
«Giorno belli» li salutò
Fran si sporse per baciargli la guancia e Michael risentì il moto di invidia pervaderlo e poi strinse di nuovo a sé la castana quando tornò vicina a lui. Pranzarono tutti assieme ridendo e scherzando tranquillamente e poi Luke se ne andò perché aveva un compito importante l’ora successiva.
«Stavo pensando alla lista» incominciò Michael «sono dieci punti, giusto? Potremmo suddividerli facendone uno alla settimana. Pensavo di iniziare da oggi»
Fran annuì «Potremmo fare che ogni venerdì esaudiamo un desiderio della lista»
La castana estrasse dallo zaino il quaderno dove aveva annotato tuto e lo passò a Michael che rilesse tutti e dieci i punti.
«Fran, sei… sei davvero sicura di volerli fare tutti con me? Insomma, molti sono dei punti, diciamo… importanti ecco»
Fran arrossì «Sei il mio migliore amico e mi conosci meglio di chiunque altro, pensavo di chiedere ad Ashton ma lui non avrebbe mai accetto. Preferirei farli con te che con chiunque altro ma se a te non va bene posso sempre cambiarli»
«Non ci pensare nemmeno! È la tua lista e se davvero vuoi che sia io ad aiutarti allora farò tutto quello che c’è scritto rendendo tutti questi momenti indimenticabili»
Fran ormai era completamente rossa in viso e sussurrò un ringraziamento all’amico.
Michael le fece l’occhiolino e lesse il primo punto «Questo mi piace, stasera ci divertiremo, babe»
Dopodiché cambiarono argomento commentando i pantaloni attillati del prof di storia, un tipo molto stravagante e Michael non si risparmiò con i commenti acidi e dispettosi e Fran rideva come noi mai alle battute dell’amico.
«Sei bella quando ridi» disse senza pensarci e Fran arrossì nuovamente sorseggiando la sua coca.
Era abituato a farle dei complimenti ma quello gli sfuggì dalle labbra con tale facilità che lo sorprese, che gli stava succedendo?










Ecco il nuovo capitolo, sincera,mente non so se continuare la storia o meno, quindi questo potrebbe essere l'ultimo capitolo come uno dei tanti, vedrò come fare.
Che dire? Beh, qui sientra nel vivo della storia e amo Michael, penso che lo stordirei e lo porterei i chiesa per sposarmelo awawaw.
Pensavo magari di creare un profilo facebook del mio EFP, così magari da conoscere meglio alcune di voi visto che nella mia cerchia di amici nessuno conosce i 5sos e non ho nessuno con cui sclerare #suchasadthing.
Fatemi sapere se vi é piaciuto il capitolo, rendetemi questa triste domenica mattina un pochino più piacevole e vi lascio le mie OS qui:
1-
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2977371&i=1
2- http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2986929&i=1

mi dileguo, bacissimi
Megghy
  
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