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Autore: Apalapucian_HP    26/01/2015    2 recensioni
Prompt: Lily viene attaccata perché sta con James, e viene risucchiata nella convinzione che lui starebbe meglio senza di lei. Gli dice che non lo ama più, e dopo un po', riesce a convincerlo a credere in quella bugia.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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If we only die once







AN: questa fic sarà composta da 8 capitoli. Il prompt (da forstanakatic su Tumblr) è: “Lily viene attaccata perché sta con James dai puristi del sangue (mentre sono ancora ad Hogwarts), e sebbene non abbia mai pensato che le potesse dar fastidio, invece la ferisce, e viene risucchiata nell'opinione che la vita di James sarebbe più difficile con lei, e pensa di chiudere la questione in fretta così da non ferire nessuno, ma James lo scopre e s'infuria.”

E vi è nata un'intera storia. I titoli dei capitoli sono canzoni dei OneRepublic, e il titolo della fic è da “Something I need.”




One: Au Revoir

I don't love you anymore”



Ormai ha letto l'articolo quattro volte di seguito, ma gli occhi le rimangono incollati al giornale. Le sue dita non tremano. Strano. La mano sinistra non stringe nemmeno la tazza troppo forte. E dovrebbe, pensa, dovrebbe, giusto; dopo tutto, deve trovare qualche modo per canalizzare il... questo. Qualunque cosa sia. Ma che cos'è? Sembra... vuoto. Il suo corpo è diventato insensibile. È questo il limbo? Oh dio, si sta perdendo. Qualcosa sta iniziando a frullare nel suo cervello, qualcosa per cui ha lavorato molto per spegnerlo. Lo può sentire risuonare lentamente di nuovo in vita. Ha paura. Sa perché è lì, sa cosa sta dicendo, ed ha paura che alla fine vi cederà. Ma la sua paura sembra essersi abbattuta solo sul battito del suo cuore. Nessun tremito questa volta. Nessun agitarsi. Nessun mordersi il labbro per l'apprensione. Il suo cuore, solo il suo cuore, è diventato assolutamente irregolare, senza controllo. Si sta per scoppiare qui, ora; Merlino, è fragile, e fa freddo, e qualcosa... qualcosa sta cadendo dentro di lei, o cercando di uscire a morsi – ma allora perché tutto il resto è così fermo - ?

Evans?” Sirius la chiama dall'altro lato del tavolo.

Lei alza la testa un secondo troppo tardi perché passi per nonchalance. “Sì?”

Stai bene?”

Spettacolare.”

Sei un po' pallida,” Remus, alla sua destra, le dice.

No, sì, sto bene,” lascia cadere il giornale e prende un sorso di caffè. I suoi movimenti sono troppo precisi. I suoi occhi si spostano troppo spesso. Le sue dita troppo aggraziate. C'è un groppo nella sua gola che sta cercando di non ingoiare.

Smettila, Evans. Smettila. Non è -

Lily.” Di nuovo Sirius.

Sì?” suona sempre così lei?

Sirius, comunque, non risponde, quindi lei appoggia la tazza per sollevare un sopracciglio verso di lui. La sta guardando attentamente, corrucciandosi, mordendosi l'interno del labbro inferiore. Poi si volta verso Remus, che si agita nel suo posto e prende la parola per lui.

Lily, lo so cosa stai pensando,” inizia Remus, “ma devi sapere che il papà di James è da un po' che ha questi problemi di opposizione al ministero, e non è -”

No, lo so.” sorride ad entrambi. La spaventa la facilità con cui arriva l'espressione piacevole, quanto sia determinata a nascondere ciò da loro.

Sì?” domanda Sirius.

Lei annuisce. “Non preoccupatevi.”

Okay.”

Quindi... ci metteranno ancora molto?” lei chiede, controllando l'orologio. “Devo andare su presto e sgobbare un po' su alcuni dettagli per un tema di Incantesimi.”

Non sono sicuro. James ha promesso a Peter che l'avrebbe aiutato a parlare con la McGonagall riguardo quel suo compagno; gli hanno assegnato questo terribile Serpeverde per quel progetto a lungo termine, l'idiota ha un piano di vendetta contro... Evans, sei sicura di star bene?”

Lei ha iniziato a giocherellare col cibo con la forchetta, il silenzio che spinge il panico a raggiungerla. “Sto bene, Black. Solo... nervosa. C'è questo – erm, questo test più tardi, e non ho -”

Non sei tu, d'accordo?” dice fermo Sirius. “Questo-” si allunga per piantare un dito sul giornale “ - non sei tu.”

Già,” risponde lei. Può sentire addosso gli occhi di Remus. “Sì, lo so.”

Ma non lo sa. Ed è colpa sua.



Ho sentito che il papà del tuo amichetto ha perso la sua posizione al ministero, Evans – dove andrai a pescare i tuoi galeoni, ora?”

Lily alza lo sguardo dal lavandino fino al sorriso rosso sangue e beffardo di Demetria Greengrass. Le sue unghie sono smaltate e di un brillante scarlatto come le sue labbra, e la sua voce irritante è amplificata del triplo nel bagno vuoto. “Avresti dovuto scegliere Black, eh? Il ragazzo è stato un idiota a tranciare quelle radici, ma ho sentito che ha intascato un bel po' dall'eredità di quello zio morto...”

Lily si asciuga le mani con calma e passa le dita tra i capelli, gli occhi fermi e fissi sul suo riflesso. “Non hanno annullato il tuo fidanzamento con quel Malfoy, Demetria?” replica “Perché tuo padre è stato abbastanza stupido da fare associare il suo nome a quegli omicidi di Babbani della settimana scorsa?” Demetria sembra appena essere stata schiaffeggiata. Bene. “Non dovresti preoccuparti di quello?”

Demetria vacilla. Incrocia le braccia, fa un passo verso Lily. “Ripetilo?”

Lily incrocia i suoi occhi, altrettanto freddi. “Dove andrai tu a pescare i galeoni ora?”

L'ha fatta davvero infuriare. Demetria si erge in tutta la sua altezza e guarda Lily con odio, i riccioli neri che quasi tremano di rabbia. “Mio padre. È innocente.”

Lily si stringe nelle spalle. “Evviva.”

Dubito che possa dire lo stesso di te stessa.”

Scusami?”

Demetria piega un sopracciglio perfettamente delineato, guarda il suo riflesso sorpresa, poi ride. “Mi stupisco che non ti abbia ancora mollata.” Lily si irrigidisce, e l'altra se ne delizia. “E' colpa tua in fondo, non è vero? La tua... mera associazione con lui, con chiunque del rango dei Potter – porta loro l'inferno.”

Lily alza gli occhi al cielo, ma le sue mani diventano sudaticce e l'aria si è essiccata. “Smettila con la teatralità, Greengrass,” la rimprovera “Puoi provare a fare la cattiva da sogno con me quanto vuoi, e saresti comunque una disperata campagnola che vuole entrare nel club dei pazzi suprematisti del sangue.”

Il padre di James Potter ha perso il lavoro per causa tua,” l'altra sottolinea ancora, enunciando ogni sillaba come se ne derivasse chissà quale contorta gratificazione, come se Lily non l'avesse sentito abbastanza nella testa da quando il Profeta è uscito. “Quando imparerai a sgattaiolare di nuovo al tuo fetido posto, Evans? Chissà cos'altro lui perderà a meno che tu non la smetta di essere così dannatamente egoista?”

Non lo so, un paio di pantaloni?” replica Lily, encomiando il perfetto tono di finta incredulità. “Sicuramente non la prossima partita di Quidditch. Sembra che lui ti piaccia parecchio, perché non glielo vai a chiedere?”

Ma Demetria Greengrass è implacabile, convinta di aver puntato con successo un argomento scomodo. “Sei la persona peggiore per lui, e lo sai.”

Ehi, è quasi una preoccupata, amichevole chiacchierata serale questa!” Lily ribatte senza perdere un colpo “Vuoi essere invitata la prossima volta che Mary ne organizza una?”

Demetria la guarda con disgusto. Lily vorrebbe correre via, sente le viscere che balzano all'indietro; ma non può lasciare che la dannatissima Demetria Greengrass, tra tutti, sappia quanto la sta già facendo diventare matta anche senza che lei puntualizzi così caritatevolmente la cosa.

Come fai a vivere con te stessa?” sibila Demetria, e potrebbe benissimo aver innaffiato Lily con dell'acqua ghiacciata.

La rossa digrigna i denti, deve stringere la cinghia della borsa dei libri per fermare le dita dal tremolio. In ogni modo, i suoi freddi occhi induriti non disgelano sotto le forti accuse di Demetria. “Penso che sceglierei sempre e comunque una sporca mezzosangue (*) piuttosto che una groupie dei Mangiamorte.”

E poi se ne va da lì, perché davvero non è sicura di poter combattere l'irrefrenabile brama di farle una fattura.



E' tutta la sera che lui la guarda in modo strano. Lei incontra i suoi occhi, lui sorride, e poi il volto di lui cambia quasi subito quando lei si riconcentra sugli appunti. Lui pensa che lei non veda. La confusione. Il dolore.

Verso le undici, già da tempo terminati gli appunti di Trasfigurazione, lei gli chiede cosa c'è. Quasi se ne pente, spaventata da ciò che potrebbe dire. Ma lui si abbandona sulla poltrona, delibera per un secondo, e poi, “Niente.”

Stanotte, sono silenziosi. Il fuoco scoppietta nel caminetto, e loro raccolgono frammenti di conversazioni dalle poche persone rimaste in Sala Comune. Di solito, si attaccherebbero ad una e la renderebbero l'inizio di una propria. Chiacchiererebbero per ore. Lui la fa ridere tanto. Anche lei. Ma stasera c'è solo il fruscio delle pagine, la luce tremolante, la piuma di Lily che graffia contro la pergamena e le occhiate rubate di James che quasi pregano di essere catturate.

Più tardi, quando lei è ai piedi delle scale e lui sta raccogliendo le sue cose dal tavolo, lui la chiama in modo quasi disperato. Lily si volta – lui è in piedi, con il viso avvolto dall'indecisione, la smorfia tutto quello che vorrebbe ma non riesce a dire. Libri e note quasi gli scivolano dalle mani, gli occhiali stanno per cadere, la camicia è fuori dai pantaloni, la cravatta allentata. Lui sospira e le lancia un sorriso stanco che non raggiunge i suoi occhi, e Lily conclude, dal modo in cui vuole rubarlo così tanto da qui, dalle circostanze e dal sangue, dal tempo e da tutto quello che è sbagliato su di loro ora, che è semplicemente impossibile smettere mai di essere innamorata di questo scemo.

Stiamo bene, sì?” le chiede, e il cuore di lei si ferma.

Certo,” lei sorride. “Buonanotte, Potter.”



Undici giorni.

Undici giorni di tenersi per mano in modo apatico, undici giorni di spostare lo sguardo all'ultimo minuto che ormai lui raggiunge solo l'angolo della bocca di lei. Undici giorni di risate vuote e silenzi taglienti, di secche risposte e deboli scrollate di spalle, di colazioni mancate troppe volte. Undici giorni di fare coppia con Mary in tutto; di occhiate che si spostano e labbra strette. Undici dannati fottuti giorni di sorrisi tirati e mezzi sorrisi e tristi indugianti sorrisi – quelli probabilmente gli fanno più paura, gli ultimi, perché il più delle volte sembra che lei non sappia nemmeno che lui capisce.

Non gli ha voluto dire cosa c'è che non va. Ha continuato a dire che non è nulla. Lui sa cos'è, ma lei non lo vuole ammettere, e lui non vuole menzionarlo. A volte gli da il bacio della buonanotte e sembra tutto di nuovo giusto, o si avvicina di più a lui davanti al fuoco e lui pensa, oh, bene. Grazie a Merlino sei tornata.

Non lo è mai.



Si sente stupido, radicato in questo posto poco illuminato in biblioteca, le dita congelate sul dorso di un insignificante libro di Trasfigurazione riposto sul ripiano.

Lo lascio,” lei dice a Mary. La mano di James cade lungo i fianchi.

Dall'altra parte del tavolo, Mary boccheggia. “Lily -”

No, è okay. Io – io ci ho pensato. È per il meglio.”

Per il meglio.

Giusto.

Giusto.

Mary non risponde subito, ma quando lo fa, l'esasperazione riecheggia forte nella sua voce sommessa. “Lo è?”

Lily è silenziosa.

Undici giorni.

Lui ha pensato di essersi dimenticato qualche data importante. Ha pensato di aver detto qualcosa. Un sacchetto di calderoni di caramello è appoggiata sul suo comodino, una patetica offerta di pace per qualsiasi cosa abbia fatto di sbagliato.

Spinge forte il libro al suo posto e se ne va da lì.

Non lo so,” risponde Lily, la voce spezzata, ma James è già troppo lontano per udirla.



Nel momento in cui lo sente, tira fuori la bacchetta.

Sporca mezzosangue.

Come se fosse un incantesimo che lo costringe a farlo.

In un secondo la mano di lui ha lasciato quella di lei, la bacchetta già puntata al petto del responsabile, gli occhi fiammeggianti. Un Serpeverde del quinto anno, lei nota, e poi nient'altro, perché l'incantesimo sta già lasciando la lingua di James. Oggi è particolarmente adirato. Non è passata nemmeno metà giornata ed ha già tolto cinquanta punti a studenti casuali.

Lei si mette in silenzio tra loro due, e lui capisce subito.

Sospira, mormora “va bene”, e lascia cadere la bacchetta. Le prende la mano. Non... non è sembrato giusto, quello. È stato quasi come se – ci ha appena pensato due volte? Ad allungarsi verso di lei?

Lei lascia che le dita di lui si avvolgano sulle sue. Lo sa che non dovrebbe, e sta facendo un così ottimo lavoro ultimamente a controllarsi attorno a lui, ma dentro di sé si lascia andare nel sollievo del contatto. Solo per oggi, insiste. Non può evitarlo. Quel secondo di esitazione da parte di lui ha fatto male – è così che sarà quando lo lascerà andare per davvero? Sarà peggio?

Lui le stringe la mano più forte di quanto ha (permesso a se stesso) da un po' di tempo, e lei è così sollevata che si dimentica di tutto il resto tranne che delle dita che scorrono sul dorso della sua mano. Non le dovrebbe importare, non più, non con quello che ha intenzione di fare, ma lo fa. Diavolo, lui è qui accanto a lei e già le manca terribilmente.

James piega la testa da un lato per lanciare un'occhiataccia al Serpeverde. Non dice nulla, ma Lily vede la minaccia nei suoi occhi, sente il prurito di ricambiare nelle sue dita. Anche lo studente lo sente; corre via, lanciando a Lily un'ultima occhiata minacciosa quando è ad una distanza di sicurezza.

Lei non ci pensa due volte. Tutto ciò su cui si può concentrare è il modo in cui la mano di lui stringe rassicurante la sua, il modo in cui la guarda e sorride – è da un po' che i sorrisi di lui assomigliano di più ai tentativi incerti che lei gli rivolge, oppure lei lo sta notando solo ora? Lo sta ferendo altrettanto?

Tutto a posto?” le chiede, sistemandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Lei non incontra il suo sguardo, scegliendo di sistemargli la cravatta come scusa. “Sì.”

Lui si sofferma sul suo volto, cerca qualcosa che lei spera non troverà.

Sa che non le crede. E non ha bisogno di chiederglielo per sapere che non sta bene.



Allora quando hai intenzione di dirmelo?”

Non la guarda. La voce di lui è debole, calcolata, e non la guarda. Continua a scartabellare documenti sul tavolo in movimenti rigidi e frettolosi.

Dal divano in cui è seduta con un libro di Pozioni aperto sulle gambe, Lily si raddrizza. “Cosa?”

Ma lo sanno entrambi che lei ha capito.

Ti ho sentita,” le dice James lo stesso “In biblioteca, l'altro giorno.”

Lei fa un respiro profondo ma non risponde. Il rumore delle carte che sbattono ripetutamente contro il tavolo la infastidisce.

Allora quando?” insiste lui.

Lily gira una pagina, testando quanto sia affilato il bordo con il dito indice. “Non lo so.”

Giusto.” lui sbatte i documenti sul tavolo e ne prende una pila nuova, gli occhi che scorrono su quello in cima, senza vedere. “Perché ho aspettato tutto ieri, sai. Ho provato a forse prepararmici:”

Lily si morde il labbro e cerca di respirare attraverso il forte peso che le schiaccia il petto. “Mi dispiace...”

Allora quando? La prossima settimana? Dopo i dannatissimi M.A.G.O.?”

Lei sospira e chiude il libro, lo ripone lentamente, come se potesse far qualcosa del tempo che ci vuole per alzarsi dal divano e raggiungerlo, come se potesse pensare ad un modo migliore per fare questo.

Lo avresti almeno fatto?” lei è a pochi metri e lui continua a non guardarla. “O pensavi che potevi essere distaccata e silenziosa e io mi sarei arreso?”

Non è quello che voglio.”

Perché non lo farò. Mai. E non dovresti nemmeno tu.”

James.”

Ed è stupido, questo. Qualunque cosa tu stia facendo.”

Lei gli prende la mano, gli toglie le carte e si aggrappa a lui. Sta tremando. “Fermati.”

No, tu fermati.” finalmente le lancia un'occhiata, e qualcosa in lui si ammorbidisce quando lei lo guarda di rimando. O si rompe. Ma lui non può rompersi, pensa Lily. Non ancora. “Credevo che l'avessimo superato,” le dice, e suona prosciugato. Undici giorni. È ora di finirla. “Possono marcire tutti all'inferno, Evans. Non importa nient'altro. Tu. Io. È tutto. Dovrebbe esserlo. Lo sai dannatamente bene che non me ne frega proprio un cazzo del sangue. Tu tra tutti dovresti saperlo. Pensavo... cosa, lascerai che ti convincano?”

No, non è quello,” i muri di lei sono alzati, e il suo cuore se n'è andato. Lo può fare. Deve. “Non è per loro. Non sto lasciando che nessuno-”

Allora cosa? Perché non puoi farla finire così! È tutto – questo è tutto adesso, Lily. Non mi stai lasciando soltanto perché qualche pazzo intollerante ti ha detto che tu non sei giusta per me.”

Per favore, James, non è.. quello. Okay? Ascolta, non funziona più, d'accordo? È per il meglio.”

Lui sbuffa arrabbiato. “Già. Già, ho sentito anche quello. Esattamente, come sarebbe rompere per il meglio? Fermerà la guerra? Farà in modo che i Serpeverde ti lascino in pace? Farà in modo che a me non importi più di-”

Stai capendo tutto sbagliato,” lei risponde sottovoce.

Smettila di mentirmi!” lui urla, togliendo la mano dalla sua.

Lei segue la sua mano con gli occhi; un pugno dalle nocche bianche stretto al suo fianco. Un distinto ricordo del perderlo in un secondo – quella profonda terrificante sensazione di essere un secondo troppo tardi per riportarlo indietro, la bacchetta già fuori, il sangue già ribollente, solo perché sporco mezzosangue è diventato il suo impulso per buttarsi – la ghiaccia sulla sua decisione oltre la redenzione. Il mondo là fuori non è il corridoio di una scuola. Le persone presidiano le prime linee, i coraggiosi puntano le loro bacchette, ma il nemico non si arrende. Alcuni muoiono. Alcuni perdono la ragione. Sporco mezzosangue è una sentenza di morte per i cittadini che si associano con loro, per coloro che altrimenti potrebbero ancora essere, almeno, intoccati da tutto ciò. Lei porta l'inferno. Lei potrebbe lasciarlo andare.

Hai vinto, vorrebbe gridare al mondo. Hai vinto tu.

Non ti amo più.”

Lui fa un respiro veloce, corto, la mascella che si allenta, gli occhi spalancati in un secondo di incredulità. Lei pensa di doverlo ripetere, e ci prova, ma non ci riesce.

No,” sussurra lui, e Lily quasi spera che lui continui a non crederci.

E'... non più.”

No.”

Ero curiosa-” su i muri, Lily. Su i muri. “Ci ho provato perché ero curiosa. Ecco tutto. Ma ora.. ora penso che sia finita. Non c'è più altro. E io-”

Sono stronzate, Evans.” la voce di lui è pericolosamente bassa, sono tornati gli spigoli sul suo volto, definito al limite della sua ferocia.

Sto con te solo perché pensavo...”

Mi hai dato una possibilità perché eri fottutamente curiosa?” lui scatta, incredulo “Ma ti ascolti?”

Non ti amo più. Io- io non penso di averlo mai fatto. Mi dispiace.”

Sta' zitta.” si massaggia gli occhi, spingendo in su gli occhiali, le dita che scorrono per strofinare la fronte. Stringe i denti e dice, “Non mi stai facendo questo.”

Mi dispiace,” perché davvero, cos'altro c'è da dire? “Mi dispiace tanto...”

Non è vero!” lui ringhia in completa frustrazione, voltandosi verso il tavolo e afferrando il bordo, il peso che gli cade sulle braccia. Gli occhi si fissano su un punto determinato del legno lucidato, senza muoversi, confusi. “E' un colpo basso, Evans. Non posso – non ci credo.”

E' vero,” risponde piatta Lily. “E mi dispiace, ma è così.”

Bel tentativo,” lui ride di una risata orribile, vuota, e poi si volta verso di lei con un'occhiata che è più dolorante che arrabbiata. “Bel tentativo. Fa uno stracazzo di male, ma lo sapevi. Lo so che lo sapevi, vero Lily?” si raddrizza “Be', che sfortuna. Io non me ne vado. Non vado da nessuna parte.”

Devi. Non c'è niente qui per te.”

Lui fa un passo avanti e le posa le mani sulle spalle, piegando la testa per guardarla negli occhi. “Tu,” la implora “Sei qui. E mi stai mentendo. Perché mi stai mentendo?”

Lei sposta lo sguardo. “Non è vero.”

Mio papà ha perso il suo posto al ministero, Evans. Non sono stupido. So di cosa si tratta.”

Di cosa si tratta, allora?”

Dimmelo tu, cazzo!” la sua presa si stringe, i suoi occhi si appannano. “Godric, per qualcuno di così brillante, puoi essere davvero idiota, lo sai? Non mi importa di nessuno di loro! Non mi importa da dove veniamo, o cosa dicano – Lily, io ti amo, ti amo da sempre, e non mollerò tutto ciò! Questo è stupido – lasciar andare tutto ciò sarebbe la cosa più inutile -”

Non mi rendi felice.”

Le sue mani la lasciano. “Cosa?”

Non riguarda te, non riguarda il lavoro di tuo padre, riguarda me. Non mi rendi felice.”

Una pausa – esitante, spezzata – e poi, “Battuta classica. Non ci casco. Stiamo bene, Evans, lo sai. Io combatterò per te. Sto combattendo per te, okay? Rimani. Non rinunciare a noi. Non lasciare -”

Non ti voglio. A combattere per me.”

Non-” si passa una mano tra i capelli, le unghie che affondano profonde, gli occhi che si stringono chiusi. “Non farlo. Lo so che stai facendo, e devi smetterla. Non lasciare che ti convincano. Per favore.”

La voce di lui si spezza, e Lily non ce la fa più. Vuole che passi, vuole che finisca, vuole andarsene. Voleva farlo in fretta per iniziare subito con tutta la faccenda del dimenticare, perché – perché è così che va, giusto? Lasci andare le persone, stai male, ti senti in colpa, dimentichi? Non vuole perdere lui. Ma non vuole nemmeno fargli del male. Chissà che altro perderà a meno che lei non la smetta di essere egoista? Perché lui non riesce a vederlo? Perché è così testardo?

Lo siamo?” lei domanda, alzando la voce. Frustata. Spaventata. Arrabbiata di essere forzata a fare questo, arrabbiata di essere stata convinta di questo distorto giudizio oltre il riparabile, arrabbiata di non potersi convincere di ritirare tutto. Di essere così pazzamente, disperatamente innamorata di lui, che è così dannatamente difficile continuare a ricordarsi, ogni secondo che rimane lì, a guardarlo lottare così tanto per lei, del perché lo sta facendo allontanare. “Siamo okay? Lo credi?”

Sì!”

Io no,” dice crudelmente. “Non sono felice con te.”

Lui si ferma, lascia che ciò venga assimilato. È così ferito, ed è così stanco, e lei vuole che finisca. Ma lui – non molla. “Lo stai solo dicendo.”

Non ti amo, James.” forse un giorno sarà vero. Forse un giorno dimenticherà come una volta lui doveva solo stringerle la mano ed erano invincibili – forse un giorno guarderà indietro e non le mancherà il modo in cui le parole si scioglievano quando la baciava, il calore della sua pelle sotto la maglietta tutte le volte che si premeva contro di lui, come si sentisse al sicuro tutte le volte che lui premeva le labbra contro la sua tempia. “Sono solo giusta.”

Queste persone ti stanno facendo dire queste cose,” James insiste, ma lei prova dolore al notevole cambiamento nella sua voce. È più disperata ora. Allora ce l'ha quasi fatta. Ancora un po' di bottoni da premere, ancora qualche colpo al cuore, e se ne sarà andato per sempre. Andato e al sicuro da lei. “Stai giocando nelle loro mani.” la implora. Sta convincendo se stesso tanto quanto sta convincendo lei ora. “Vogliono delle fratture, Lily, e questa è un gran diavolo di frattura che gli stai così generosamente fornendo, non lo vedi? Non lascerò che accada. Io non ti credo. Non ci casco. Sono pure, totali stronzate, e lo sappiamo entrambi.”

Ancora un po'. “James, ascoltami.”

Non ti lascio andare, Lily.”

Hai rovinato la mia amicizia con-”

Wow,” l'interrompe, aspramente. “Wow. Tu sei... è così brutto, eh? Usi questa carta contro di me? Davvero? Ti riduci a questo? Incredibile!

Ma Lily non si può fermare ora. Non quando ha quasi finito. “Stai rovinando la mia relazione con Tunia. E sono – apparentemente sono un inferno anche per la tua famiglia, quindi-”

Chi te l'ha detto?”

Io... nessuno.”

Perché non è vero, e giuro su Merlino che ucciderò chiunque ti stia facendo-”

Potresti smetterla ed ascoltare quello che ti sto dicendo?” lei reagisce brusca, asciugandosi in fretta le lacrime che traditrici le bagnano le guance.

Lui deglutisce, si lecca le labbra come quando è agitato. Si lascia scappare un sospiro tremolante mentre guarda verso il soffitto e sbatte rapidamente le palpebre.

Nessuno mi sta costringendo a dire delle cose,” dice fredda Lily. “Nessuno mi sta infastidendo, capisci? Sono io. Tutta io. E tu devi ascoltare.”Ancora un po'. Al sicuro da te. Per sempre. “Non ti amo. Ecco tutto. Forse l'ho fatto, ma non importa. Non vai bene per me. Non sono felice. Ho perso il mio migliore amico, ho perso mia sorella, ed io... non posso stare con te. E – e mi dispiace, per tuo papà, per tutto, mi dispiace davvero, ma non è quello, non solo quello, e io – io davvero...”

Quindi ti sto rovinando la vita,” lui dice. I suoi occhi riflettono il fuoco morente, ma non hanno mai guardato Lily in modo così depresso. “E' così?”

Lei non risponde.

Ecco. L'ha fatto. E... e lo sapeva che avrebbe fatto male, ma non pensava che avrebbe fatto così male, non pensava che qualcuno sarebbe stato capace di gestire un colpo del genere – è insopportabile, oh Dio; la sua voce fredda, morta, le sue dita che lentamente si sciolgono dai pugni stretti, tutto di lui che si sbriciola di fronte a lei, cedendo infine, il viso che si rilassa e perde ogni traccia di emozione.

E' così, Evans?” lui chiede inanimato. “Allora dimmelo. Guardami negli occhi e intendilo.”

Non mi rendi felice,” gli dice, guardandolo dritto negli occhi. “Non mi hai mai conosciuto come Sev. E... non penso che potrai mai.”

E' l'ultima carta. Se nient'altro funziona, questa sì. Lui forse potrebbe non credere al resto, ma quando si tratta di Severus Piton, per qualche ragione la certezza di lui vacilla. Solo di modesto grado, ma lo fa. Lei sa che lo fa. Che è una cosa idiota, vuole dirgli – ridicolo, James, sei così idiota – perché come potrebbe? Lui è la migliore persona che lei conosca. La miglior persona che lei mai conoscerà. È la persona che la conosce di più, la ama di più. L'unica. Per sempre.

È la cosa peggiore da dirgli, la cosa peggiore che potrebbe mai dirgli, e non è nemmeno vera.

Ma funzionerà. È tutto quello che importa ora, no?

E dal modo in cui lui apre la bocca per rispondere, due volte e niente viene fuori, dal modo in cui le sue mani si sollevano verso il suo viso per liberarsi le guance, per respirare tra le dita, dal modo in cui morde il labbro e sposta lo sguardo, dal modo in cui scuote la testa e lascia scappare una spezzata, tremolante risatina che torce la spina dorsale di Lily finché tutti i suoi nervi si spengono e lei non può più respirare, non può più sentire nulla – lei sa che ha funzionato. Che quello alla fine l'ha colpito.

D'accordo,” lui sospira, la voce roca e rotta e così sottile che lei quasi non l'ha sentito.

E poi è fuori dalla porta.








(*)Ve lo ricordate “l'errore” che avevano fatto nei primi libri traducendo half-blood e mudblood entrambi con “mezzosangue”? Ho ripreso quello perché purtroppo/per fortuna ho solo le primissime versioni dei romanzi e non so se la cosa sia stata corretta. Vale anche per le altre volte nel chap.

  
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