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Autore: alberodellefarfalle    26/01/2015    2 recensioni
Piccola storia di capodanno, per augurarvi un sereno e felice, ma soprattutto pieno d'amore, 2015. Liberamente ispirata alla mia notte di capodanno e ispirata a come avrei voluto che andasse. Al momento è un solo capitolo ma non vi assicuro che resterà sempre così, forse un giorno ci sarà un seguito, forse no. Si accettano idee e soprattutto potete continuare come volete. TANTI AUGURI A TUTTI. BUON 2015!
26/01/2015: ECCO PER VOI IL SEGUITO! Mi sono decisa e mi piaceva farvi entrare ancora nel mondo di Celeste e Lorenzo. Spero vi piaccia. Buona Lettura. Come procede la serata per i nostri due eroi?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capodanno con sorpresa

Capitolo 2


Nel breve tragitto verso casa, racconto a Lorenzo qualcosa del mio paese. Molto poco in effetti. Nessun monumento particolare, nessuna storia antica, ma molti aneddoti. Giunti a casa, lui guarda curioso la costruzione che gli sta di fronte. “Qui ci abitano i miei genitori e i miei zii e cugini. La casa è su due piani: sotto noi, sopra loro.” Annuisce, guardandosi intorno “Domani ti mostro il giardino e preparati a una bella lotta a palle di neve.” Rido io. Improvvisamente uno dei due cucciolotti (ok, forse sono un poco più che cucciolotti), vedendomi fuori, si avventa su di me per giocare e mi fa cadere. È il secondo tonfo che faccio a terra. Se continuo così mi ritroverò qualche bel livido sul fondo schiena. “Soraya!” urlo inviperita contro il mio pastore maremmano. Lei per risposta uggiola dispiaciuta e scodinzola. “È inutile che chiedi scusa. È questo il modo di comportarsi? Mi hai fatto male.” lei si avvicina, pronta per leccarmi “Ah ah, no! Sai che lo odio.” Lei china il capo e mi guarda adorante. Come si fa? Le accarezzo il pelo bianco e le lascio leccare la mano. Poi la faccio spostare e mi alzo. Lorenzo ridacchia divertito “La smetti di sghignazzare e mi dai una mano?” lui allunga il braccio verso di me, mentre tenta di soffocare una risata, cosa che non gli riesce molto bene, quando nota come sono conciata. “Sappi che mi vendicherò. Di tutti e due!” minaccio, puntando il dito una volta su Lorenzo e una volta su Soraya, che per risposta abbaia allegra. Lorenzo le da una grattatina dietro le orecchie, che contribuisce a rallegrarla ancora di più. “Vi siete coalizzati?” chiedo, posando le mani sui fianchi e guardandoli torva. “Si. È un esemplare molto bello. Non mi avevi detto che avevi un cane.” Dice, mentre continua a coccolare Soraya. Alta quasi 80 cm, è la piccola dei due pastori maremmano che fanno da guardia a casa. “Non è sola. Da qualche parte deve esserci il maschio, Vasco. Lui è un poco più grandetto, ma è meno coccoloso e giocherellone di Soraya. Deve essere per questo che non si è fatto vedere. Su entriamo, altrimenti moriremo congelati, anche perché la qui presente signorina mi ha fatto bagnare.” Lorenzo annuisce e si accoda a me. “Preparati …” dico all’ultimo secondo prima di aprire la porta di casa “ … Sono pazzi!” lui ridacchia e scuote la testa. Povero illuso, non sa ancora cosa l’aspetta.
Scatta la serratura e il calore di casa ci investe. “Prego, accomodati. Dammi il giubbotto.” Spingo Lorenzo dentro casa e gli lascio posare la borsa con i suoi abiti alla base dell’attacca panni. A quella penseremo dopo. “Finalmente, Celeste! Ma dove eri finita? Ci sono un sacco di cose da fare ancora.” Urla mia madre dalla cucina “Mamma …” rispondo io, ma giunge mio padre, indispettito “È pazza, quella donna è pazza. E quando si mette con zia …” si blocca vedendo che non sono sola “Oh, abbiamo ospiti.” Sorride a Lorenzo, che si sporge per stringergli la mano “Mi scusi per l’intrusione, ma sua figlia ha insistito. Piacere, sono Lorenzo, un collega di Celeste.” Mio padre stringe la mano “Piacere mio, ragazzo. Io sono Carlo. E, tranquillo, nessun disturbo.” Sorride mio padre “Tesoro, tesoruccio …” urla a mia madre, che odia quando mio padre la chiama, melenso, così “Carletto, ti odio quando fai così!” risponde lei dalla cucina. “Abbiamo ospiti!” dico io prima che comincino ad insultarsi, bonariamente si, ma mettendomi in estremo imbarazzo con Lorenzo. La bomba è stata sganciata e mia mamma risponde immediatamente, catapultandosi all’ingresso. Con il grembiule rosso e il cerchietto in testa, si asciuga le mani in uno strofinaccio. Io mi scosto un poco e poggio una mano sulla spala di Lorenzo “Mamma, lui è Lorenzo, un mio collega, nonché amico.” Dico, spintonandolo verso di lei. La sua faccia è impagabile. Dov’è la mia macchina fotografica quando serve? Si riscuote in fretta e stringe energicamente la mano a Lorenzo. “Benvenuto in casa nostra. Scusaci per le urla, ma mia figlia e mio marito devono aver perso l’educazione da qualche parte.” Dice, tenendo la mano di Lorenzo tra le sue ed osservandolo bene, annuendo. Deve apprezzare quel che vede. “Mamma! – Cecilia” diciamo, seccati io e papà. “Non si preoccupi signora. È un piacere conoscerla. Mi scuso io per l’intrusione, ma sua figlia ha insistito tanto.” Dice sorridendo Lorenzo e a mia mamma quasi sfugge un “OH” di meraviglia. I suoi occhi brillano. Lorenzo ha steso mia mamma e l’ha azzittita con un sorriso. Un miracolo! Un autentico miracolo. Certo, devo proprio ammettere che Lorenzo ha un bel sorriso e ogni volta un “OH” di meraviglia vorrei potermelo far sfuggire anche io. Sorrido a mia mamma, immobile come una statua. Come vorrei immortalare questo momento. “Niente scuse, Lorenzo. Volevi forse passare l’ultimo dell’anno solo in agriturismo? Qui non darai sicuramente fastidio.” Mia mamma annuisce, dandomi ragione “Ben detto, Celeste. Accomodati, fai come se fossi a casa tua. Per noi è un piacere averti qui. Celeste, vai a preparargli la camera e fargli sistemare le sue cose e poi …” mi osserva bene “Ma che hai combinato?” Lorenzo ridacchia “Prima Lorenzo e poi Soraya mi hanno atterrata e questo è il risultato.” Mia mamma passo lo sguardo prima a me e poi a Lorenzo, curiosa. “Non dire scemenze. Vatti a cambiare quanto prima. E mi vieni a dare una mano, dopo aver mostrato la camera a Lorenzo. Io e la zia abbiamo ultimato le preparazioni, ma poi abbiamo bisogno di aiuto per sistemare la tavola e decorare la torta.” Ecco ritornata la mia dolce, tenera e dittatoriale mammina. Prendetela e presentatele un programma per una cena con più di quattro persone e si trasforma così. Senza contare che le è arrivato un nuovo, sconosciuto ospite, nonché bel ragazzo, possibile fiamma della sua figliola (Da come lo ha guardato so cosa ha pensato mia mamma, la conosco. Peccato che si sbagli in pieno!). Non oso immaginare come stia adesso. Ci studia qualche secondo ancora “Chissà se basteranno le cose?” sospira afflitta, dirigendosi in cucina “Cecilia, non essere melodrammatica. Hai cucinato per un esercito.” La redarguisce mio padre “Accomodatevi ragazzi. Adesso scusatemi, ma vado a sistemare alcune cose, prima che ritorni ad urlare il mio personalissimo capitano.” Io e Lorenzo ci guardiamo e scoppiamo a ridere “Io te l’avevo detto che erano pazzi e ancora devi conoscere il resto della famiglia. Senza contare che dovrai prepararti a un bel interrogatorio. Non vorrai credere che si limitino così? Su, andiamo. Ti preparo la stanza e poi ti mostro casa.” Dico avviandomi. “Davvero non c’è di bisogno, mi basta un divano …” blocco le sue proteste “E tu credi che ti lasceremmo dormire così? Su, vieni.” Afferra la borsa e mi segue in silenzio. Lo accompagno per un lungo corridoio alla fine del quale si trova una stanza che usiamo per gli ospiti, con un semplice letto matrimoniale, un armadio e un comò con specchio. Semplice, minimale, elegante. Tiro fuori le lenzuola bianche e profumate e le stendo sul letto. Lorenzo mi da una mano a sistemarle, insieme al piumone bianco con disegni arabeschi giallo oro. Dal fondo dell’armadio tiro fuori due coperte “Se ti serviranno stanotte, te le poggiò qui.” dico, mentre le sistemo su una poltroncina color giallo senape, unico punto di colore insieme al drappeggio delle tende, dello stesso colore, ma più tenue. I mobili sono in legno chiaro, mentre il letto è impreziosito da una testata in ferro battuto color bronzo. Gli lascio posare la borsa dentro l’armadio e poi lo guido fuori per fargli fare un piccolo giro della casa. Gli mostro in successione la camere dei miei genitori e quella di mio fratello, sul lato destro del corridoio e poi a sinistra il bagno e, la porta successiva,la mia camera da letto. Non è cambiata molto da quando ho lasciato casa dei miei genitori per andare a studiare fuori. Ho solo eliminato qualche poster di troppo. Per il resto è tutto uguale: mobili bianchi con l’unica eccezione per una scrivania in legno scuro; foto alle pareti della mia famiglia e dei miei amici; due quadri di mia fattura; il letto ad una piazza e mezza con testata in ferro battuto bianco e pareti rosse, sì proprio rosse. Ero una ragazzina eccentrica, devo ammetterlo. Lorenzo sorride “Posso?” mi chiede e io annuisco, facendogli segno di entrare. Lui studia curioso la miriade di foto appese un po’ ovunque. Il giro turistico per la mia infanzia e poi adolescenza viene interrotto dall’arrivo alquanto rumoroso di mio fratello e dei miei cugini. “Su, ti presento il resto della mia famiglia.” E lo trascino fuori. Dopo essersi beccati una bella sgridata da parte di mia zia per aver bagnato tutto l’ingresso, mio fratello Roberto e i miei cugini Samuele e Ivan, più piccoli di noi di qualche anno, trascinano Lorenzo di fronte al camino per iniziare una partite a carte. Io li guardo sorridendo, mentre mia zia si affianca a me “Complimenti, Celeste, è proprio un bel ragazzo. Ma papà non gli ha ancora fatto il terzo grado?” scuoto la testa. A quante domande dovrò rispondere stasera? E quante volte dovrò spiegare alla mia famiglia che Lorenzo non è il mio ragazzo? Sbuffo spazientita. “Mi stupisco di mio fratello. La sua unica figlia porta a casa per la prima volta un ragazzo e lui non lo bracca?” dice divertita “Zia, non c’è bisogno di mettere in imbarazzo Lorenzo e me con assurde domande. Io e lui siamo solo amici e l’ho invitato solo perché è rimasto bloccato in agriturismo, colto alla sprovvista da una tormenta di neve ieri sera. Avrebbe dovuto raggiungere i suoi amici non so bene dove, ma non ci è riuscito. È mio amico e, una volta scoperto che era qui, non mi sembrava carino lasciarlo solo l’ultimo dell’anno. Quindi niente domande, vi prego.” A metà della mia arringa ci ha raggiunti mia mamma “Tesoro, tranquilla. Non ti metteremo in imbarazzo con il tuo ragazzo. Almeno noi no. Dovrai spiegarlo alla nonna quando arriva e chiederle di non strapazzarlo troppo.” Guardo contrariata mia mamma. Quale parte di “Non è il mio ragazzo” non ha capito? Sbuffo prima di spingerle entrambe verso la cucina e chiudere la porta per ultimare questi benedetti preparativi. Sono certa che prima che scocchi la mezzanotte io esploderò. Buon ultimo dell’anno, Celeste.
 


Angolo Autrice: si sono tornata.!Mi andava continuare questa storia e, come avete capito, non finisce qui. Non sarà una storia lunga, mancano forse due capitoli o addirittura uno, ma mi piaceva vedere come procedevano le cose tra i due, immersi nella famiglia di Celeste. Siete pronti per il resto HIHIHI. Io si. Mi sto divertendo a scrivere questa breve storia, così come spero diverta a voi leggerla. Vi ringranzio di tutto e fatemi sapere cosa ne pensate. Buon ritorno all'atmosfera natalizia, ai pranzi, alle feste, ai parenti ecc. Triste sessione di esami vai via!!! Spero che con queste parole sia riuscita a farvi sorridere un po'. Un bacio e a presto (esami permettendo).
PS Ci tenevo a segnalarvi una raccolta di one-shot che sto pubblicando. Si chiama "Amore in corsia". se vi va passate a leggere e lasciatemi un commento. Ci tengo molto. Un bacio e grazie sempre di tutto.
PS Vorrei ringraziare di cuore le due persone che mi hanno lasciato una recenzione al capitolo precendente. Mi ero dimenticata di quanto fosse bello ricevere recenzioni su EFP. Grazie!!!
  
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