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Autore: Dyanna    27/11/2008    0 recensioni
quattro amiche: una vampira, una strega, un'alchimista e una fata. una storia dove leggende, realtà e magia si intrecciano in nome di un'amicizia forte e sincera. che non morirà mai.
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Valencia

Valencia.

 

Ci misi pochi minuti ad arrivare a Kanlew attraverso il bracciale d’argento che portavo sul braccio. La città era silenziosa e stranamente deserta.

I familiari alberi di salice piangente mi guidarono fino al castello dove c’era ad aspettarmi una brutta notizia. Il dolore mi straziò il petto prima di mettere piede nel giardino del palazzo reale. Sapevo.

Ma non sapevo ancora abbastanza per accettare quella dolorosa perdita.

Entrai attraverso il portone d’argento a fiori e vidi mia madre seduta su una sedia. Era vestita di nero. Il viso, segnato da leggere rughe, era sciupato dalle lacrime e mi guardò con sorpresa quando l’abbracciai.

Mi bastarono pochi secondi e mentre chiusi gli occhi, le immagini si riversarono nella mia mente: mio padre parlava pacatamente con un uomo elegante nel suo studio, sembravano contrattare qualcosa, ma non riuscii a capire il tema della discussione. Improvvisamente l’uomo si alzò, piegò leggermente la testa e allungò la mano a stringere quella di mio padre. Due uomini grossi entrarono nel suo studio e mio padre si alzò di scatto. Vidi solo il suo volto stupito e poi il buio.

Strinsi mia madre più forte.

Mi disse che i funerali sarebbero avvenuti il giorno seguente all’alba. Come la tradizione voleva. Vedevo me stessa negli occhi di mia madre mentre parlava con voce cavernosa: ero davvero io? Quel viso dalle sopracciglia aggrottate non mi apparteneva.

Eppure una voce nella mia testa mi parlò: “si sei tu Valencia. È il tuo viso addolorato. Non si sa cosa sia la sofferenza prima di provarla sulla propria pelle…”

Ma non ebbi tempo di ripensare al mio dolore perchè le responsabilità mi si riversarono addosso, sommergendomi.

Ora ero io la regina. Mio fratello Oleander era troppo piccolo per regnare e anche se il popolo fatato non mi accettava del tutto in quanto mezzosangue, il primo ministro Jan Hider, carissimo amico di mio padre, mi incoronò regina esattamente due giorni dopo i funerali.

Bisognava agire.

E in fretta.

Dalle notizie che avevo ricevuto, erano morte diverse persone e gli umani, i vampiri, e gli alchimisti avevano mandato sul campo i loro eserciti per fermare le Squadre dei licantropi.

Il popolo che mio padre amava tanto voleva vendetta.

Il generale Hider, fratello del primo ministro, mi chiese di dare il permesso alle truppe di scendere in campo. Era una decisione difficile… ed ebbi una visione.

Kanlew in fiamme.

“Andate. E tornate vittoriosi”

 

 

  
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